Linguistica generale prof. Nicola Grandi

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1 Linguistica generale prof. Nicola Grandi

2 Tutta la terra aveva una sola lingua e le stesse parole. Emigrando dall oriente gli uomini capitarono in una pianura nel paese di Sennaar e vi si stabilirono. Si dissero l un l altro: Venite, facciamoci mattoni e cuociamoli al fuoco. Il mattone servì loro da pietra e il bitume da cemento. Poi dissero: Venite, costruiamoci una città e una torre, la cui cima tocchi il cielo e facciamoci un nome, per non disperderci su tutta la terra. Ma il Signore scese a vedere la città e la torre che gli uomini stavano costruendo. Il Signore disse: Ecco, essi sono un solo popolo e hanno tutti una lingua sola; questo è l inizio della loro opera e ora quanto avranno in progetto di fare non sarà loro impossibile. Scendiamo dunque e confondiamo la loro lingua perché non comprendano più l uno la lingua dell altro. Il Signore li disperse di là su tutta la terra ed essi cessarono di costruire la città. Per questo la si chiamò Babele, perché là il Signore confuse la lingua di tutta la terra e di là il Signore li disperse su tutta la terra. Genesi 11, 1-9.

3 Mentre il giorno di Pentecoste stava per finire, si trovavano tutti insieme nello stesso luogo. Venne all improvviso dal cielo un rombo, come un vento che si abbatte gagliardo, e riempì tutta la casa dove si trovavano. Apparvero loro lingue come di fuoco che si dividevano e si posarono su ciascuno di loro; ed essi furono tutti pieni di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue come lo Spirito dava loro il potere d esprimersi. Si trovavano allora in Gerusalemme Giudei osservanti di ogni nazione che è sotto il cielo. Venuto quel fragore, la folla si radunò e rimase sbigottita perché ciascuno li sentiva parlare la propria lingua. Erano stupefatti e fuori di sé per lo stupore dicevano: Costoro che parlano non sono forse tutti Galilei? E com è che li sentiamo ciascuno parlare la nostra lingua nativa? Siamo Parti, Medi, Elamiti e abitanti della Mesopotamia, della Giudea, della Cappadocia, del Ponto e dell Asia, della Frigia e della Panfilia, dell Egitto e delle parti della Libia vicino a Cirene, stranieri di Roma. Ebrei e proseliti, Cretesi e Arabi e li udiamo annunziare nelle nostre lingue? le grandi opere di Dio. Tutti erano stupiti e perplessi, chiedendosi l un l altro: Che significa questo?. Altri invece li deridevano e dicevano: Si sono ubriacati di mosto. Atti degli Apostoli 2, 1-13.

4 L uomo: l animale parlante Perciò è chiaro che l uomo è un animale più socievole di qualsiasi ape e di qualsiasi altro animale che vive in greggi. Infatti, secondo quanto sosteniamo, la natura non fa nulla invano, e l uomo è l unico animale che abbia la parola: la voce è segno del piacere e del dolore e perciò l hanno anche gli altri animali, in quanto la loro natura giunge fino ad avere e a significare agli altri la sensazione del piacere e del dolore; invece la parola serve a indicare l utile e il dannoso, e perciò anche il giusto e l ingiusto. E questo è proprio dell uomo rispetto agli altri animali: esser l unico ad aver nozione del bene e del male, del giusto e dell ingiusto e così via. (Aristotele, Politica, in Politica e Costituzione di Atene di Aristotele, a cura di C. A. Viano, U.T.E.T., Torino, 1995, p )

5 Il corso di propone di fornire agli studenti gli strumenti teorici per una riflessione critica e consapevole su un aspetto del nostro essere che appare quasi scontato: la capacità comunicativa. Verranno analizzate, dunque, le proprietà che caratterizzano il linguaggio umano e lo distinguono dai sistemi di comunicazione del regno animale. A questo scopo, verranno introdotti i concetti cardine dei vari livelli di analisi delle lingue: fonetico-fonologico, morfologico, sintattico e semantico-lessicale. Una sezione del corso verrà poi dedicata all'analisi dell'attuale situazione linguistica dell'europa, in prospettiva storica e tipologica.

6 Per l'esame da cfu: Graffi, G. / Scalise, S. (2003), Le lingue e il linguaggio, Bologna, Il Mulino Sapir, E. (2007), Il linguaggio. Introduzione alla linguistica. Torino, Einaudi Banfi, E. / Grandi, N. (2002), Lingue d'europa. Elementi di storia e di tipologia linguistica, Bologna, Il Mulino Materiali utilizzati a lezione e scaricabili dal sito: Per l'esame da 5-6 cfu: Graffi, G. / Scalise, S. (2003), Le lingue e il linguaggio, Bologna, Il Mulino Banfi, E. / Grandi, N. (2002), Lingue d'europa. Elementi di storia e di tipologia linguistica, Bologna, Il Mulino (capp. 3, 4, 5) Materiali utilizzati a lezione e scaricabili dal sito:

7 'LINGUISTA' E 'LINGUISTICA': DEFINIZIONI Linguista: [lin-guì-sta] s.m. e f. (pl. M. sti) 1. Studioso della lingua, esperto di linguaggio o di linguistica: congresso di linguisti. 2. non com. Cultore di una particolare lingua. E deriv. di lingua con ista, su base fr. Linguiste. Sec. XVIII; sec. XVII nel senso di poliglotta Linguistica: [lin-guì-sti-ca] s.f. (non com. pl. che) Disciplina che studia il linguaggio e le lingue storico-naturali in tutti i loro aspetti: studi di l.; l. generale, descrittiva, storica, strutturale. E deriv. di lingua con istica, su base fr. Linguistique a da DISC (Dizionario italiano Sabatini Coletti, Rizzoli Larousse)

8 Linguistica vs. grammatica Grammatica: normativa Linguistica: descrittiva Devo telefonare a quel mio amico che gli ho prestato un CD. Anche alice e tin hanno i suoi problemi! (da internet)

9 Linguistica generale La linguistica generale è orientata allo studio, principalmente sul piano sincronico, dei principi sottesi al funzionamento delle lingue storico-naturali, in riferimento a diversi livelli di analisi: fonetico-fonologico, morfologico, sintattico, semantico-lessicale.

10 DI COSA SI OCCUPA LA LINGUISTICA La Linguistica generale - è lo studio scientifico del linguaggio umano; - è lo studio, principalmente sul piano sincronico, dei principi che determinano il funzionamento delle lingue storico-naturali, in riferimento a diversi livelli di analisi: a. fonetico-fonologico, b. morfologico, c. sintattico, d. semantico-lessicale, e. pragmatico. Parole chiave: - linguaggio umano - lingua storico-naturale - sincronico (vs. diacronico) - fonetica e fonologia - morfologia - sintassi - semantica - pragmatica

11 Alcuni esempi di relazioni formali: Stessa parola base: pizza > pizzeria / pizzaiolo Stesso suffisso: -aio > gelataio / giornalaio Alcuni esempi di relazioni semantiche: Sinonimia: spesso frequentemente Antonimia: bianco nero (significati contrari) vivo morto (significati contraddittori) Iponimia: leone animale Iperonimia: animale leone

12 Il linguaggio Capacità mentale, cognitiva, che consente di associare dei contenuti a delle espressioni, allo scopo di manifestarli. Due piani: CONTENUTO ESPRESSIONE Il linguaggio è la capacità innata di sviluppare un sistema di comunicazione Alcuni sistemi di comunicazione: - le lingue verbali - le lingue non verbali (le lingue dei segni) - i linguaggi artificiali (es. computer) - i versi ed i comportamenti degli animali

13 Proprietà del linguaggio: - Congenito: è una facoltà mentale che nasce con l organismo, è registrato nel suo patrimonio genetico e rimane a livello potenziale finché uno stimolo la fa emergere; - Inapprendibile: essendo una facoltà mentale innata, non viene insegnato né imparato; - Incancellabile: non si perde il linguaggio come facoltà mentale; - Universale: caratterizza allo stesso modo tutti i membri della specie, indipendentemente dalle condizioni sociali, storiche e geografiche in cui essi vivono; - Immutabile

14 Lingue (storico-naturali): sono una delle possibili realizzazioni del linguaggio. Sono un prodotto sociale del linguaggio: le lingue non esistono come oggetti indipendenti dalle comunità che le usano. Una lingua è un codice, cioè un sistema di segni; in altre parole, è un insieme di convenzioni adottate da una comunità di parlanti. Le lingue sono sistemi simbolici

15 Proprietà delle lingue storico-naturali: - Non sono congenite:non nascono con l uomo; - Sono apprendibili: ogni essere umano impara una o più lingue; - Sono cancellabili: si dimenticano; - Non sono universali: sulla terra oggi sono parlate oltre lingue; - Sono mutevoli: cambiano continuamente (nel tempo, nello spazio, nelle situazioni in cui vengono usate )

16 Variazione diacronica: nel tempo a. Sao ko kelle terre, per kelle fini que ki kontene, trenta anni le possette parte sancti Benedicti Placiti cassinesi, convenzionalmente considerati la prima attestazione di italiano volgare (Capua, marzo 960) b. Convenevole cosa è, carissime donne, che ciascuna cosa la quale l uomo fa, dallo ammirabile e santo nome di Colui, il quale di tutte fu facitore, le dea principio. Inizio della prima novella del Decameron, di Giovanni Boccaccio ( , circa) Dunqua da quale novitate comenzaraio? Io comenzaraio dallo tiempo de Iacovo de Saviello. Essenno senatore solo per lo re Ruberto, fu cacciato da Campituoglio dalli scendichi. Li scendichi fuoro Stefano della Colonna, signore de Pelestrina, e Poncello de missore Orso, signore dello Castiello de Santo Agnilo. Questi se redussero nello Arucielo e, sonata la campana, fecero adunare lo puopolo, la moita cavallaria armata e li moiti pedoni. Cronica, Anonimo romano (XIV secolo)

17 c. Quel ramo del lago di Como, che volge a mezzogiorno, tutto a seni e a golfi, a seconda dello sporgere e del rientrare di quelli, vien, quasi a un tratto, a restringersi, e a prender corso e figura di fiume, tra un promotorio a destra, e un ampia costiera dall altra parte. Promessi sposi di Alessandro Manzoni (edizione del 1840) A Niccolò Puccini io dedicava la _Veronica Cybo_ in pegno di antica amicizia, ed ebbi sempre in pensiero intitolare al suo nome opera di maggiore momento, ch'egli lo meritava pur troppo; ma mi mancò il tempo, e forse me ne sarebbe mancato anche lo ingegno. Di questo mio difetto mi consola ampiamente conoscere come Egli abbia saputo, troppo meglio che non saprebbero fare opere d'inchiostro, raccomandare la propria fama ai posteri, dando, se non unico, radissimo esempio del modo col quale hassi ad amare il Popolo di vero amore La battaglia di Benevento di Francesco D. Guerrazzi ( )

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19 Variazione diatopica: nello spazio (italiano vs. dialetti) a. differenze di pronuncia in città diverse: es. Emilia Romagna: [li'bret:o] Lombardia: [li'brεt:o] b. differenze lessicali es. Spigola Liguria: Branzino Veneto: Varolo Toscana: Spinola Lazio: Lupasso Campania: Bocca bianca Puglia: Ragnetta o Spinotta Sardegna: Arranassa ecc.

20 Opinione comune: Il dialetto è una varietà della lingua nazionale poco diffusa (cioè diffusa a livello locale), con una modesta tradizione scritta, con una grammatica poco sviluppata, utilizzata da pochi parlanti (soprattutto anziani) e in poche circostanze. Il dialetto si configura dunque come una lingua quasi parassitaria rispetto alla lingua nazionale.

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22 ALCUNI CRITERI PER DISTINGUERE TRA LINGUA E DIALETTO a) X è un dialetto di Y se X deriva dalla stessa lingua da cui deriva Y Obiezione: ma questo è vero anche per italiano e francese, derivate entrambe dal latino b) X è un dialetto di Y se i parlanti di X e Y si comprendono reciprocamente Obiezione: ma questo è vero anche per italiano e francese: è più facile comprendere una persona che parla francese di una che parla dialetto napoletano c) X è un dialetto di Y se X e Y condividono almeno l 80% del loro lessico Obiezione: ma questo è vero anche per tutte le lingue sorelle, cioè derivate dalla medesima lingua madre (es. italiano, francese, spagnolo ) Es. it. albero sp. arbol fr. arbre d) X è un dialetto di Y se X e Y condividono una buona percentuale della struttura Obiezione: come al punto c)

23 DIFFERENZA TRA LINGUA E DIALETTO Se la differenza tra lingua e dialetto non è giustificabile in termini puramente linguistici (cioè non ha nulla a che vedere con la struttura), allora essa va cercata altrove (cioè all esterno del sistema-lingua): - sul piano sociale: le lingue hanno un riconoscimento sociale che il dialetto non ha - sul piano funzionale: le lingue hanno un ambito di uso più ampio di quello dei dialetti - sul piano politico: le lingue hanno uno statuto ufficiale (e una conseguente legislazione di riferimento) che i dialetti non hanno. Le lingue sono state 'create' per consentire scambi economici e culturali tra gruppi sociali geograficamente distanziati e come strumento imprescindibile per l'assetto amministrativo degli Stati nazionali costituitisi nell'età moderna. Lingua e dialetto hanno funzioni ugualmente importanti, ma complementari: vengono usati in situazioni diverse e con interlocutori diversi. Le lingue nascono innanzitutto per la comunicazione scritta e formale (es. per la stesura delle leggi) e per l'uso in contesti 'formali' (es. scuola). Una lingua è un dialetto con un esercito ed una marina

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