Prima attestazione di una contrapposizione netta tra latino e volgare all interno dello stesso documento

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1 a. Sao ko kelle terre, per kelle fini que ki kontene, trenta anni le possette parte sancti Benedicti Placiti cassinesi, convenzionalmente considerati la prima attestazione di italiano volgare (Capua, marzo 960) Prima attestazione di una contrapposizione netta tra latino e volgare all interno dello stesso documento

2 b. Convenevole cosa è, carissime donne, che ciascuna cosa la quale l uomo fa, dallo ammirabile e santo nome di Colui, il quale di tutte fu facitore, le dea principio. Inizio della prima novella del Decameron, di Giovanni Boccaccio ( , circa) Dunqua da quale novitate comenzaraio? Io comenzaraio dallo tiempo de Iacovo de Saviello. Essenno senatore solo per lo re Ruberto, fu cacciato da Campituoglio dalli scendichi. Li scendichi fuoro Stefano della Colonna, signore de Pelestrina, e Poncello de missore Orso, signore dello Castiello de Santo Agnilo. Questi se redussero nello Arucielo e, sonata la campana, fecero adunare lo puopolo, la moita cavallaria armata e li moiti pedoni. Cronica, Anonimo romano (XIV secolo) c. Quel ramo del lago di Como, che volge a mezzogiorno, tutto a seni e a golfi, a seconda dello sporgere e del rientrare di quelli, vien, quasi a un tratto, a restringersi, e a prender corso e figura di fiume, tra un promotorio a destra, e un ampia costiera dall altra parte. Promessi sposi di Alessandro Manzoni (edizione del 1840)

3 Perché Firenze (e il fiorentino)? Dante Alighieri nato a Firenze nel 1265 Francesco Petrarca nato ad Arezzo nel 1304 Giovanni Boccaccio nato a Certaldo nel 1313

4 Nel XIII secolo il volgare inizia ad affermarsi in Italia anche in letteratura. La diffusione del volgare in Italia avviene circa due secoli dopo rispetto alla Francia: l Italia è infatti politicamente frammentata e divisa.

5 In mancanza di una unità politica e sociale, è principalmente grazie alla letteratura che l italiano si afferma come lingua comune e come fattore di unificazione. E, al pari della lingua, anche la letteratura non nasce come privilegio per pochi, ma come un bene per tutti. Ma perché proprio Firenze? Firenze, con i suoi mercati e i suoi banchieri, usciva dal suo isolamento e si avviava a divenire una delle capitale economiche europee e un vero crocevia di rotte commerciali, che attraversano la quasi totalità dell Europa. La Toscana diventa la meta ambita dai mercanti e dagli intellettuali. E mostra una capacità di accoglienza sorprendente (es. esenzione dalle tasse per gli stranieri, iscrizione gratuita alle università, ecc.). Le fortune del fiorentino non dipendano dalla lingua stessa, ma dai casi della storia. Il fiorentino si è giovato di una serie di eventi favorevoli: - un contesto economico e culturale molto vitale - una grande apertura al mondo - la sensibilità di molti dei governanti dell epoca - tre autori di successo! La lingua in cui scrivono Dante, Petrarca e Boccaccio non è ovviamente definibile come italiano : loro scrivono in fiorentino e senza reale consapevolezza di quello che sta accadendo. Ma la moda letteraria che segue al successo di Dante, Petrarca e Boccaccio si diffonde per la penisola e di fatto crea le condizioni per la promozione del fiorentino (lingua locale ) al rango di lingua nazionale.

6 Dante, Petrarca e Boccaccio, ovviamente, non sorgono dal nulla. Si innestano su una tradizione che ha le sue radici nella cosiddetta scuola siciliana, sorta a Palermo presso la Magna Curia di Federico II di Svevia (ricordato da Dante stesso nel Convivio). Federico II, imperatore ghibellino decisamente avverso alla Chiesa, vede nel latino la lingua dei suoi avversari e lo identifica come strumento di potere. In questo modo, egli dà un impulso decisivo alla nascita dell italiano. Fu dopo la morte di Federico che il primato del volgare passò alla Toscana.

7 La diffusione del volgare si giovò anche di spinte dal basso. Il Cantico delle Creature di San Francesco, indicato come il più antico testo poetico della letteratura italiana, mostra come il volgare penetri anche in un ambito che, almeno ufficialmente, è ancora di esclusiva pertinenza del latino: la religione. La predicazione rivolta agli ultimi si inventa un modello linguistico unificante. Questo modello si diffonde nella Penisola, come mostrano testi settentrionali come la Lauda bergamasca o la Lauda veronese (della seconda metà del secolo XIII)

8 La moda letteraria che segue al successo di Dante, Petrarca e Boccaccio si diffonde per la penisola e di fatto crea le condizioni per la promozione del fiorentino (lingua locale ) al rango di lingua nazionale. Questo passaggio viene sancito: dalle Prose della volgar lingua del Bembo (1525), che di fatto legittimarono il fiorentino come principale candidato a diventare italiano. L aspetto sorprendente è che l unico rivale possibile, per prestigio e tradizione, era il veneziano. E fu proprio un veneziano, Bembo, a sancire la vittoria del fiorentino, legittimata dalla pubblicazione del primo vocabolario della lingua italiana della Crusca, nel 1612.

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10 Variazione diastratica: in base alla caratterizzazione sociale dei parlanti Variabili: - livello di istruzione - occupazione - estrazione sociale - età - sesso - appartenenza a gruppi sociali specifici - modelli culturali e comportamentali di riferimento ecc. Es. siccome vs. siccome che a me piace / mi piace vs. a me mi piace niente: ['njente] vs. ['<ente] Italia [i'talja] vs. [i'taya] ecc.

11 Italiano popolare: varietà sociale (bassa) per eccellenza dell'italiano. "Insieme di usi frequentemente ricorrenti nel parlare e (quando sia il caso) nello scrivere di persone non istruite e che per lo più nella vita quotidiana usano il dialetto, caratterizzati da numerose devianze rispetto a quanto previsto dall'italiano standard normativo" (G. Berruto (1993), Varietà diamesiche, diastratiche, diafasiche, in A. A. Sobrero (a cura di), Introduzione all'italiano contemporaneo. Vol. 2: La variazione e gli usi, p. 58) vs. Italiano colto: impiegato da parlanti di livello socio-culturale medio-alto e alto.

12 Variazione diafasica: in rapporto alla situazione comunicativa e allo stile Registri: "varietà diafasiche dipendenti primariamente dal carattere dell'interazione e dal ruolo reciproco assunto da parlante (o scrivente) e destinatario (G. Berruto (1993), Varietà diamesiche, diastratiche, diafasiche, in A. A. Sobrero (a cura di), Introduzione all'italiano contemporaneo. Vol. 2: La variazione e gli usi, p. 70) Variabili: - grado di formalità / informalità della situazione comunicativa - rapporto tra gli interlocutori - grado di controllo esercitato dal parlante

13 Italiano formale Standard Italiano informale rendere l anima a Dio esalare l ultimo respiro salire in cielo trapassare mancare cessare di vivere decedere perire spirare andarsene lasciarci ( ci ha lasciato ) spegnersi morire andare al Creatore andare all altro mondo restarci (secco) crepare schiattare lasciarci le penne / la pelle tirare le cuoia

14 articolazione sintattica variazione lessicale lessico Registri bassi minimamente esplicitata minima parole dal significato generico Registri alti massimamente esplicitata massima parole dal significato specializzato parole velocità di elocuzione poche, semplici e ricorrenti alta molte, varie e complesse bassa

15 Sottocodici / lingue speciali: "varietà diafasiche dipendenti primariamente dall'argomento del discorso e dall'ambito esprienziale di riferimento" (G. Berruto (1993), Varietà diamesiche, diastratiche, diafasiche, in A. A. Sobrero (a cura di), Introduzione all'italiano contemporaneo. Vol. 2: La variazione e gli usi, p. 70) Es. usi linguistici legati a particolari professioni o ambiti del sapere: - matematica, biologia, musica, sport...

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