Le lingue sono sistemi simbolici
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- Orlando Basso
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1 Lingue (storico-naturali): sono una delle possibili realizzazioni del linguaggio. Sono un prodotto sociale del linguaggio: le lingue non esistono come oggetti indipendenti dalle comunità che le usano. Una lingua è un codice, cioè un sistema di segni; in altre parole, è un insieme di convenzioni adottate da una comunità di parlanti. Le lingue sono sistemi simbolici
2 Linguaggio > hardware Lingue > software
3 Proprietà delle lingue storico-naturali: - Non sono congenite:non nascono con l uomo; - Sono apprendibili: ogni essere umano impara una o più lingue; - Sono cancellabili: si dimenticano; - Non sono universali: sulla terra oggi sono parlate oltre lingue; - Sono mutevoli: cambiano continuamente (nel tempo, nello spazio, nelle situazioni in cui vengono usate )
4 Variazione diatopica: nello spazio (italiano vs. dialetti) Opinione comune: Il dialetto è una varietà della lingua nazionale poco diffusa (cioè diffusa a livello locale), con una modesta tradizione scritta, con una grammatica poco sviluppata, utilizzata da pochi parlanti (soprattutto anziani) e in poche circostanze. Il dialetto si configura dunque come una lingua quasi parassitaria rispetto alla lingua nazionale.
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6 ALCUNI CRITERI PER DISTINGUERE TRA LINGUA E DIALETTO a) X è un dialetto di Y se X deriva dalla stessa lingua da cui deriva Y Obiezione: ma questo è vero anche per italiano e francese, derivate entrambe dal latino b) X è un dialetto di Y se i parlanti di X e Y si comprendono reciprocamente Obiezione: ma questo è vero anche per italiano e francese: è più facile comprendere una persona che parla francese di una che parla dialetto napoletano c) X è un dialetto di Y se X e Y condividono almeno l 80% del loro lessico Obiezione: ma questo è vero anche per tutte le lingue sorelle, cioè derivate dalla medesima lingua madre (es. italiano, francese, spagnolo ) Es. it. albero sp. arbol fr. arbre d) X è un dialetto di Y se X e Y condividono una buona percentuale della struttura Obiezione: come al punto c)
7 ràpe gnotul (la) rata tauleri gularàt nóttora barbastêl sottpence travagghjàule zurrundeddu spurtiglione alepeddhe gattarveggh taddharita taddarida
8 Fledermaus Flagermus lepakko bat nietoperz chauve-souris netopýr liliac morcego прилеп νυχτερίδα murciélago pipistrello
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10 DIFFERENZA TRA LINGUA E DIALETTO Se la differenza tra lingua e dialetto non è giustificabile in termini puramente linguistici (cioè non ha nulla a che vedere con la struttura), allora essa va cercata altrove (cioè all esterno del sistema-lingua): - sul piano sociale: le lingue hanno un riconoscimento sociale che il dialetto non ha - sul piano funzionale: le lingue hanno un ambito di uso più ampio di quello dei dialetti - sul piano politico: le lingue hanno uno statuto ufficiale (e una conseguente legislazione di riferimento) che i dialetti non hanno. Le lingue sono state 'create' per consentire scambi economici e culturali tra gruppi sociali geograficamente distanziati e come strumento imprescindibile per l'assetto amministrativo degli Stati nazionali costituitisi nell'età moderna. Lingua e dialetto hanno funzioni ugualmente importanti, ma complementari: vengono usati in situazioni diverse e con interlocutori diversi. Le lingue nascono innanzitutto per la comunicazione scritta e formale (es. per la stesura delle leggi) e per l'uso in contesti 'formali' (es. scuola). Una lingua è un dialetto con un esercito ed una marina
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12 Se volessimo calcolare tutte le varianti dei volgari italiani, le principali, le secondarie, le minori, anche solo in questo piccolissimo angolo di mondo finiremmo per contare un migliaio di varietà linguistiche, anzi, persino di più'. (Dante, De vulgari eloquentia, I, x)
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16 Ancora oggi e tanto più nel vicino passato [...] la nazione italiana è costituita da una maggioranza di minoranze. G.B. Pellegrini È o era? Variazione diacronica: nel tempo
17 a. Sao ko kelle terre, per kelle fini que ki kontene, trenta anni le possette parte sancti Benedicti Placiti cassinesi, convenzionalmente considerati la prima attestazione di italiano volgare (Capua, marzo 960) Prima attestazione di una contrapposizione netta tra latino e volgare all interno dello stesso documento
18 b. Convenevole cosa è, carissime donne, che ciascuna cosa la quale l uomo fa, dallo ammirabile e santo nome di Colui, il quale di tutte fu facitore, le dea principio. Inizio della prima novella del Decameron, di Giovanni Boccaccio ( , circa) Dunqua da quale novitate comenzaraio? Io comenzaraio dallo tiempo de Iacovo de Saviello. Essenno senatore solo per lo re Ruberto, fu cacciato da Campituoglio dalli scendichi. Li scendichi fuoro Stefano della Colonna, signore de Pelestrina, e Poncello de missore Orso, signore dello Castiello de Santo Agnilo. Questi se redussero nello Arucielo e, sonata la campana, fecero adunare lo puopolo, la moita cavallaria armata e li moiti pedoni. Cronica, Anonimo romano (XIV secolo) c. Quel ramo del lago di Como, che volge a mezzogiorno, tutto a seni e a golfi, a seconda dello sporgere e del rientrare di quelli, vien, quasi a un tratto, a restringersi, e a prender corso e figura di fiume, tra un promotorio a destra, e un ampia costiera dall altra parte. Promessi sposi di Alessandro Manzoni (edizione del 1840)
19 Perché Firenze (e il fiorentino)? Dante Alighieri nato a Firenze nel 1265 Francesco Petrarca nato ad Arezzo nel 1304 Giovanni Boccaccio nato a Certaldo nel 1313
20 Nel XIII secolo il volgare inizia ad affermarsi in Italia anche in letteratura. La diffusione del volgare in Italia avviene circa due secoli dopo rispetto alla Francia: l Italia è infatti politicamente frammentata e divisa.
21 In mancanza di una unità politica e sociale, è principalmente grazie alla letteratura che l italiano si afferma come lingua comune e come fattore di unificazione. E, al pari della lingua, anche la letteratura non nasce come privilegio per pochi, ma come un bene per tutti. Ma perché proprio Firenze? Firenze, con i suoi mercati e i suoi banchieri, usciva dal suo isolamento e si avviava a divenire una delle capitale economiche europee e un vero crocevia di rotte commerciali, che attraversano la quasi totalità dell Europa. La Toscana diventa la meta ambita dai mercanti e dagli intellettuali. E mostra una capacità di accoglienza sorprendente (es. esenzione dalle tasse per gli stranieri, iscrizione gratuita alle università, ecc.). Le fortune del fiorentino non dipendano dalla lingua stessa, ma dai casi della storia. Il fiorentino si è giovato di una serie di eventi favorevoli: - un contesto economico e culturale molto vitale - una grande apertura al mondo - la sensibilità di molti dei governanti dell epoca - tre autori di successo! La lingua in cui scrivono Dante, Petrarca e Boccaccio non è ovviamente definibile come italiano : loro scrivono in fiorentino e senza reale consapevolezza di quello che sta accadendo. Ma la moda letteraria che segue al successo di Dante, Petrarca e Boccaccio si diffonde per la penisola e di fatto crea le condizioni per la promozione del fiorentino (lingua locale ) al rango di lingua nazionale.
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