Finanziamento delle PMI e dell imprenditorialità 2014

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1 Finanziamento delle PMI e dell imprenditorialità 214 Scoreboard OCSE La traduzione per estratto della sintesi e della scheda Paese è stata curata dalla Sezione linguistica italiana. Titolo originale: OECD (214), Financing SMEs and Entrepreneurs 214, an OECD Scoreboard, OECD Publishing doi:

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3 Studi dell OCSE sulle PMI e sull imprenditorialità OECD 215 Sintesi La pubblicazione dell OCSE «Finanziamento delle PMI e dell imprenditorialità - edizione 214» fornisce uno «Scoreboard» sull andamento dell accesso ai finanziamenti delle PMI e degli imprenditori in 31 Paesi nel periodo attingendo a dati provenienti dalle banche centrali e dagli istituti di statistica nazionali. Lo studio presenta i principali indicatori riguardanti debito, capitale netto e condizioni generali del mercato per il finanziamento delle PMI e dell imprenditorialità, corredati da informazioni sulle iniziative pubbliche e private a sostegno. Nel loro complesso tali indicatori costituiscono un quadro di riferimento omnicomprensivo per i decisori e le altre parti interessate a valutare i fabbisogni finanziari delle PMI e a determinare se è stato possibile rispondervi. Il presente rapporto rappresenta inoltre un utile strumento atto a supportare la formulazione e la valutazione delle misure di intervento pubblico nonché a monitorare gli effetti delle riforme finanziarie sull accesso al credito e sulle condizioni di finanziamento per le PMI. Nella presente edizione sono presentate schede Paese dettagliate per Austria, Belgio, Canada, Cile, Colombia, Corea, Danimarca, Federazione Russa, Finlandia, Francia, Grecia, Irlanda, Israele, Italia, Messico, Norvegia, Nuova Zelanda, Paesi Bassi, Portogallo, Regno Unito, Repubblica Ceca, Repubblica Slovacca, Serbia, Slovenia, Spagna, Stati Uniti, Svezia, Svizzera, Tailandia, Turchia, Ungheria. Le principali conclusioni del rapporto sono le seguenti: Nel 212 le PMI hanno continuato a far fronte alla duplice sfida di una ripresa non uniforme e di una riduzione della disponibilità del credito bancario. In un difficile contesto macroeconomico, caratterizzato dal rallentamento della crescita e della domanda, le PMI hanno visto gli utili diminuire e ridursi la disponibilità di finanziamenti interni. Allo stesso tempo, il settore finanziario ha continuato a portare avanti il processo di riduzione del debito avviato in seguito alla crisi, con i tentativi, da parte delle banche, di conformarsi ai requisiti introdotti da Basilea III in materia di capitale e di rapporto di indebitamento facendo ricorso ad una combinazione di diminuzione patrimoniale e aumento di capitale. In alcuni Paesi la crisi del debito sovrano ha aumentato l insufficiente adeguatezza del capitale. Tale situazione ha ridotto la disponibilità di credito da parte dell intero sistema bancario, ma con un maggiore impatto sulle PMI rispetto alle grandi imprese. Le PMI e gli imprenditori hanno dovuto continuare a fronteggiare una maggiore vulnerabilità rispetto alle condizioni del mercato creditizio, essendo molto dipendenti dal credito bancario. Nonostante l allentamento monetario, nel 212 l accesso al credito ha rappresentato un fattore di criticità per le PMI. In questo stesso anno le condizioni del mercato finanziario sono state caratterizzate da un notevole grado di incertezza, con notevoli inversioni di tendenza da un trimestre all altro, e alcuni sviluppi positivi alla fine del 212 e all inizio del 213. Nel 212 sono state introdotte altre misure di allentamento monetario in risposta alla crisi finanziaria ed economica e alle turbolenze dei mercati finanziari. Nella maggior parte 1

4 SINTESI dei Paesi, però, tali misure non hanno incoraggiato le istituzioni finanziarie ad accrescere i flussi di credito in direzione del settore privato ed in particolare quelli destinati alle PMI. In seguito alla debole ripresa verificatasi nel , invece, l importo dei prestiti da rimborsare è diminuito in alcuni Paesi ed è aumentato a un ritmo più lento in altri, in particolare nelle economie emergenti dove si era assistito a una notevole crescita del credito alle imprese nel Inoltre, nella seconda metà del 212, si è registrato un deterioramento della percezione delle PMI in merito alla disponibilità creditizia, un fattore spesso più importante per queste ultime rispetto al costo del credito stesso. Le condizioni di credito sono rimaste più stringenti per le PMI rispetto alle grandi imprese. Mentre, nel 212, i tassi di interesse nominali sono calati in 18 Paesi su 31, nella maggior parte dei casi il differenziale dei tassi di interesse tra piccole e grandi imprese è aumentato. Sempre nel 212, inoltre, nella maggior parte dei Paesi che figurano nello Scoreboard dell OCSE, sono aumentati i requisiti di garanzia a causa di una maggiore avversione al rischio da parte delle banche. Per la maggioranza dei Paesi presi in considerazione nello Scoreboard, nel 212 si è continuato a registrare un aumento dei ritardi nei pagamenti e dei fallimenti. La suddetta tendenza è riconducibile a vari fattori: restrizione di flussi monetari, insufficiente disponibilità di fondi nelle aziende, restrizione di liquidità tra i clienti, imprese in stato di insolvenza o di cessazione dell attività. Nei Paesi colpiti dalla crisi del debito sovrano si è registrato un aumento notevole del numero di imprese insolventi. Le fonti alternative di finanziamento per le PMI e gli imprenditori sono state limitate e volatili, sebbene si siano riscontrati segni di ripresa nei livelli di finanziamento delle quote di capitale d impresa. I capitali sociali delle imprese sono stati gravemente colpiti dalla crisi finanziaria, in particolar modo gli investimenti nelle fasi iniziali dell attività imprenditoriale. Nel 212, tuttavia, in molti Paesi il finanziamento del capitale sociale era risalito ai livelli precedenti la crisi, in parte grazie a misure programmatiche mirate. Ciò nonostante, i prestiti bancari rappresentano sempre la fonte di finanziamento esterna più diffusa per molte PMI e imprenditori, anche per quanto riguarda le imprese innovative e quelle a forte crescita. Il capitolo tematico del presente rapporto verte sugli strumenti di finanziamento non generatori di debito, in particolar modo il «finanziamento mezzanino» (mezzanine finance) che associa debito e quote di capitale sociale. Questo tipo di finanziamento risulta particolarmente adatto nelle circostanze attuali, poiché consente alle imprese di rafforzare la struttura del capitale, di essere meno vulnerabili in caso di stress e di ridurre la dipendenza rispetto al settore bancario, consentendo alle imprese di passare alla fase successiva di sviluppo dell azienda. Questo tipo di finanziamento, tuttavia, non si addice a molte PMI e la maggior parte delle imprese che scelgono il finanziamento mezzanino dovranno sempre fare ricorso al finanziamento basato sul debito e sulle quote di capitale. Molti Governi hanno potenziato le misure di sostegno finanziario alle PMI e adottato nuovi strumenti. Le garanzie pubbliche per garantire prestiti bancari alle PMI hanno continuato a rappresentare la misura più utilizzata. Ad alcuni di questi programmi, inoltre, sono stati aggiunti nuovi elementi, come la semplificazione amministrativa e tempi più rapidi per la concessione di garanzie (express guarantees); inoltre sono stati creati altri strumenti che esulano dal contesto tradizionale dei programmi di garanzia. Tra gli altri interventi pubblici a sostegno del finanziamento delle PMI e dell imprenditorialità si possono citare: prestiti diretti; microcrediti; garanzie all esportazione; sostegno al finanziamento tramite capitale di rischio (equity), sotto forma di cofinanziamento, agevolazioni fiscali per gli investitori, promozione del finanziamento partecipativo e finanziamento mezzanino. 2

5 SINTESI Nel , le condizioni di finanziamento per le PMI e gli imprenditori saranno ancora difficili nella maggior parte dei Paesi. In linea generale, la domanda debole, la diminuzione in atto del credito fornito dalle banche e il deterioramento della qualità del capitale potrebbero ostacolare maggiormente l accesso al credito per le PMI, nonostante l attuale ripresa. D altra parte, un certo numero di interventi dedicati alle PMI potrebbero potenzialmente incoraggiare i prestiti destinati a queste ultime e renderli più utilizzabili. Sarà quindi essenziale continuare a monitorare gli indicatori utilizzati nel presente rapporto, nonché le misure di policy e i loro effetti sulla concessione di credito alle PMI. Se si vuole facilitare l analisi intertemporale e comparata delle tendenze riguardanti il finanziamento delle PMI e degli imprenditori sarà necessario migliorare le procedure di raccolta dei dati. Dati migliori consentono di migliorare la comprensione dei fabbisogni di finanziamento delle imprese e rappresentano una solida base di discussione per formulare politiche documentate. Per consentire di effettuare in futuro una raccolta di dati più tempestiva e una migliore analisi comparata tra Paesi, è necessario che questi ultimi facciano progressi per quanto riguarda l armonizzazione dei dati e la standardizzazione dei metodi di raccolta. I miglioramenti metodologici suggeriti sono i seguenti: distinzione tra le aziende con dipendenti e senza dipendenti; rendicontazione sia di dati di stock che di flusso in materia di prestiti; maggiori informazioni sulla composizione dei crediti; armonizzazione delle definizioni del capitale di rischio rispetto alle diverse fasi di sviluppo dell impresa. È necessario continuare a perseguire attivamente gli obiettivi di lungo termine in materia di tempestività, comparabilità, trasparenza e armonizzazione dei dati. Nello specifico, si consiglia di richiedere alle istituzioni finanziarie di fornire informazioni tempestive alle autorità di regolamentazione su: prestiti alle PMI, tassi di interesse, requisiti di garanzia e prestiti alle PMI sostenuti dal Governo, adottando la definizione nazionale di PMI basata sulla dimensione dell impresa. Le autorità internazionali, regionali e nazionali, così come le associazioni di imprese, dovrebbero collaborare per effettuare e armonizzare indagini quantitative sulla domanda, con lo scopo di integrare le informazioni sull offerta oggi disponibili. 3

6 Italia Le PMI nel tessuto economico italiano Le PMI rappresentano il 99,9% delle imprese italiane e occupano l 8% della forza lavoro nel settore industriale e dei servizi. Questo settore è caratterizzato da una presenza relativamente importante di imprese di piccole dimensioni: la percentuale di microimprese è più elevata rispetto alla media dell Unione Europea, mentre la quota percentuale di piccole e medie imprese è inferiore alla media europea (Eurostat, 211). I dati riguardanti i debiti sono disponibili soprattutto per la maggior parte delle imprese con meno di 2 dipendenti, che rappresentano quasi l intero universo. Tabella Distribuzione delle imprese in Italia, 21 Classe dimensionale (dipendenti) Numero di imprese % Totale imprese PMI (-249) Microimprese (-9) Piccole imprese (1-49) Medie imprese (5-249) Grandi imprese (25+) Nota: escluse le imprese del settore finanziario e assicurativo. Incluse le imprese senza dipendenti. Fonte: OECD, Entrepreneurship at a Glance, Domanda di credito delle PMI In Italia la crisi del ha avuto un impatto meno grave sul sistema bancario nazionale grazie a un solido modello di intermediazione che favorisce la concessione diretta di prestiti rispetto alle transazioni sui mercati dei capitali. Questo sistema ha portato a una minore esposizione agli asset tossici legati ai CDO (Collateralised Debt Obligation). Nella seconda metà del 211 il Paese è stato colpito da una nuova recessione. A causa delle tensioni relative all aumento del debito pubblico, aggravatesi nell estate di quell anno, le banche hanno avuto maggiori difficoltà a raccogliere fondi sui mercati. Ciò nonostante, le istituzioni finanziarie italiane hanno ulteriormente innalzato il proprio patrimonio tramite importanti aumenti di capitale e, in misura minore, tramite autofinanziamento. Nel 212 i mercati finanziari erano sempre caratterizzati da una situazione di fragilità, anche se a volte hanno beneficiato dalla diminuzione degli spread del debito sovrano. Sono state adottate ulteriori misure per aumentare la capitalizzazione del sistema bancario e assicurare una maggiore resistenza del sistema di fronte al prolungarsi della crisi. 4

7 Le due recessioni verificatesi nel giro di pochi anni hanno inciso negativamente sull andamento del credito. Il totale dei prestiti alle imprese è diminuito in termini assoluti nel 29 mentre si è registrato un aumento di breve termine nei due anni seguenti. Tali prestiti sono diminuiti nettamente nel 212, quando le dinamiche del credito sono state correlate, in larga parte, alla rischiosità dei prenditori così come percepita dagli operatori. La precaria congiuntura economica, protrattasi per anni, è stata all origine di un netto deterioramento della redditività delle imprese e ha inciso negativamente sulle loro riserve finanziarie. Nella seconda metà del 28 i tassi di crescita dei prestiti alle PMI sono calati nettamente, ricominciando poi ad aumentare leggermente fino alla seconda metà del In seguito alla nuova recessione che ha colpito il Paese a metà del 211, il rallentamento del credito ha pesato maggiormente sulle PMI che non sulle grandi aziende. Alla fine dell anno si è quindi registrato un tasso di crescita negativo in materia di prestiti alle PMI per la prima volta dall inizio della crisi. A partire dalla seconda metà del 212 il netto declino dei prestiti ha riguardato in particolar modo le grandi aziende. Di conseguenza, la percentuale dei prestiti alle PMI sul totale dei prestiti alle imprese è aumentata leggermente nel 212 rispetto all anno precedente. Va sottolineato, però, che le grandi aziende hanno maggiore accesso a fonti alternative di finanziamento e possono compensare parzialmente la contrazione di crediti bancari emettendo titoli di debito. I prestiti a breve termine alle PMI hanno registrato un rallentamento marcato in seguito all intensificarsi della crisi finanziaria, all inasprirsi delle condizioni di credito e alla diminuzione delle richieste di credito da parte delle imprese. La percentuale di prestiti a breve termine sul totale dei prestiti alle PMI è calata dal 33,9% nel 27 al 26,6% nel 212. Figura Prestiti alle imprese in Italia, Dati mensili, variazione percentuale su 12 mesi 2 Piccole imprese (meno di 2 dipendenti) Medie e grandi imprese (almeno 2 dipendenti) Gen. -5 Apr. -5 Lug -5 Ott. -5 Gen. -6 Apr. -6 Lug -6 Ott. -6 Gen. -7 Apr. -7 Lug -7 Ott. -7 Gen. -8 Apr. -8 Lug -8 Ott. -8 Gen. -9 Apr. -9 Lug -9 Ott. -9 Gen. -1 Apr. -1 Lug -1 Ott. -1 Gen. -11 Apr. -11 Lug -11 Ott. -11 Gen. -12 Apr. -12 Lug -12 Ott. -12 Gen. -13 Apr. -13 Nota: Le variazioni percentuali sono calcolate tenendo conto degli effetti delle riclassificazioni. Fonte: Banca d Italia Incidenza dei prestiti contratti sui prestiti autorizzati per le PMI La percentuale di prestiti contratti rispetto a quelli autorizzati è aumentata dal 79,7% nel 27 all 85,7% nel 212, e tale aumento conferma l accresciuto fabbisogno di liquidità. Da un analisi più approfondita (disaggregando i dati per tipo di prestito) emerge in realtà 5

8 che il ricorso al credito per far fronte a scoperti di conto è aumentato in maniera significativa nel 212, raggiungendo il 69,1%, quasi sette punti percentuali in più rispetto all anno precedente. Da ciò si deduce che le imprese hanno soddisfatto il fabbisogno di liquidità facendo maggior ricorso a linee di credito a breve termine. Condizioni di credito In un contesto caratterizzato da turbolenze dei mercati finanziari registrate a metà del 27 e dal fallimento della banca Lehman Brothers nell autunno del 28, le banche italiane partecipanti all indagine trimestrale sul credito bancario nell area dell euro (Bank Lending Survey - BLS) hanno rilevato un irrigidimento dei criteri di erogazione dei prestiti e di apertura di linee di credito alle imprese. Nella seconda metà del 211, le tensioni sul mercato dei debiti sovrani si sono tradotte in un progressivo irrigidimento delle condizioni di credito soprattutto a causa delle difficoltà delle banche nel reperire fondi e del peggioramento delle condizioni di liquidità. Le tensioni si sono allentate nel 212 in seguito alle operazioni di rifinanziamento a lungo termine della BCE, sebbene gli effetti della recessione sulla qualità del credito si siano tradotti nell inasprimento delle condizioni creditizie per tutto l anno. Figura Condizioni di accesso al credito per le PMI e le grandi aziende in Italia, Percentuali nette 12 1 PMI Grandi imprese Q1 Q2 Q3 Q4 Q1 Q2 Q3 Q4 Q1 Q2 Q3 Q4 Q1 Q2 Q3 Q4 Q1 Q2 Q3 Q4 Q1 Q2 Q3 Q4 Q1 Q2 Q3 Q4 Q1 Q2 Q3 Q4 Q1 Q2 Q Nota: PMI con un fatturato annuo netto fino a 5 milioni di EUR. Fonte: Bank Lending Survey, indagine realizzata nell area dell euro Nell autunno del 28 i clienti degli istituti bancari hanno cominciato a beneficiare della riduzione dei tassi di interesse ufficiali. I tassi di interesse applicati alle PMI sono calati dal 6,3% nel 28 al 3,6% nel 29. Durante la crisi del debito sovrano l aumento dei tassi di interesse è stato maggiore per le PMI che non per le grandi aziende. Alla fine del 211, il tasso medio applicato alle PMI era del 5% e lo spread con il tasso d interesse applicato alle grandi aziende era di 1,7 punti percentuale in più. L andamento è stato lo stesso nel 212, quando il tasso d interesse ha raggiunto il 5,6% e lo spread l 1,8%. L approccio basato sulla rischiosità che le banche hanno adottato nel determinare il prezzo dei prestiti 6

9 alle PMI è evidenziato dall allargamento del differenziale tra i tassi medi applicati alle PMI e alle grandi aziende, che ha raggiunto il valore massimo dall inizio della crisi. Tra il 28 e il 29 si è assistito a una diminuzione delle richieste di garanzia in seguito all adozione di un approccio diverso che ha introdotto l abbassamento della soglia di segnalazione della Centrale dei Rischi e l inclusione di prestiti di minor entità e con minori garanzie. Alla fine del 21 le richieste di garanzie hanno cominciato ad aumentare. Il peggioramento delle condizioni di credito concesse alle PMI è stato anche confermato dall indagine della BCE sull accesso al credito delle PMI nell area dell euro che segnalava un aumento delle richieste di garanzie. Nella seconda metà del 212 le PMI hanno richiesto più garanzie rispetto allo stesso periodo dell anno precedente. Si è assistito poi a un ulteriore peggioramento della qualità creditizia. Le nuove sofferenze in rapporto ai prestiti, su base annua e con correzione delle variazioni stagionali, sono aumentate in maniera marcata. Per quanto riguarda le PMI, tale indicatore ha raggiunto il livello massimo di questi ultimi anni, pari al 4,2%, a metà del 213. Va notato, tuttavia, che le banche italiane calcolano il tasso di crediti deteriorati (NPL - non performing loans) e il tasso di copertura in base alla normativa prudenziale definita dalla Banca d Italia, determinando i crediti deteriorati in funzione del merito creditizio del prenditore senza tener conto delle garanzie collaterali o di altri tipi di garanzia. Inoltre, in Italia le procedure giudiziarie di recupero dei crediti sono particolarmente lunghe, accrescendo il periodo in cui i crediti deteriorati restano nei bilanci delle banche e facendo aumentare ulteriormente i tassi di crediti deteriorati. A causa di queste due caratteristiche del sistema italiano, che differisce da quanto avviene per le principali banche europee, in Italia i tassi di non performing loans sono notevolmente più alti e i tassi di copertura molto più bassi rispetto alle banche europee (Banca d Italia, 213b). Figura Nuove sofferenze in rapporto ai prestiti in Italia, Percentuale del flusso trimestrale di sofferenze sullo stock di crediti alla fine del trimestre precedente 6 Piccole imprese (meno di 2 dipendenti) Medie e grandi imprese (almeno 2 dipendenti) Q1 Q2 Q3 Q4 Q1 Q2 Q3 Q4 Q1 Q2 Q3 Q4 Q1 Q2 Q3 Q4 Q1 Q2 Q3 Q4 Q1 Q2 Q3 Q4 Q1 Q2 Q3 Q4 Q1 Q2 Q3 Q4 Q1 Q Fonte: Banca d Italia Finanziamento del capitale sociale Il totale degli investimenti in capitale di rischio ed expansion capital è diminuito drasticamente tra il 28 e il 29, per poi aumentare nel 21 (ma non per le PMI). Gli inve- 7

10 stimenti in capitale di rischio ed expansion capital nel settore delle PMI sono aumentati del 65% nel 211, contro un aumento del 12,5% per quanto riguarda il totale degli investimenti di questo tipo. La tendenza al rialzo per il comparto delle PMI si è confermata nel 212, anche se la maggior parte degli aumenti di questo tipo di investimenti è stata destinata alle grandi aziende. Per incoraggiare l accesso delle PMI a fonti alternative di finanziamenti, nel 212 sono state introdotte specifiche agevolazioni fiscali per gli investimenti di avvio e della fase iniziale dell attività imprenditoriale nelle imprese innovative. Le misure introdotte dal Governo comprendevano la creazione di un fondo di private equity con un capitale di 1,2 miliardi di EUR destinato a migliorare la capitalizzazione e il consolidamento di imprese con un fatturato compreso tra 1 e 25 milioni di EUR. Promosso dal Ministero dell Economia e delle Finanze in collaborazione con le principali istituzioni finanziarie e industriali italiane, questo fondo è diventato operativo alla fine del 21. Fino all aprile del 213 il fondo aveva concesso l approvazione a operazioni di investimenti diretti per l acquisizione di quote minoritarie per un totale di 31 milioni di EUR, mentre l approvazione in materia di investimenti indiretti in fondi gestiti da terze parti era stata concessa per un ammontare totale di 35 milioni di EUR. Altri indicatori Il calo delle vendite e l inasprirsi delle condizioni di credito hanno contribuito al deterioramento dei flussi di cassa delle PMI che in parte si sono anche tradotti nell aumento dei ritardi di pagamento. Inoltre, dopo l inizio della crisi, si è assistito alla richiesta di pagamenti più rapidi da parte dei fornitori. Per le PMI i ritardi di pagamento sono passati da 19 giorni nel 28 a 22 giorni nel 29. Si è poi registrata una tendenza alla diminuzione dei ritardi di pagamento nel La nuova recessione economica manifestatasi a metà del 211, però, ha provocato un netto aumento di tale indicatore che è passato a 18 giorni nel 212. Tabella Investimenti nella fase iniziale dell attività imprenditoriale e nell expansion capital in Italia, Migliaia di EUR Numero di dipendenti Subtotale PMI > Totale Fonte: aifi-pwc

11 Il tasso di fallimenti su 1. imprese è aumentato, passando da 11,2 nel 27 a 17,1 nel 29. A causa della debole ripresa economica del 21 non si è registrato un significativo miglioramento delle condizioni finanziarie delle imprese, come testimonia un netto aumento di tale indicatore (2,3 su 1. imprese). L incidenza delle insolvenze ha continuato ad aumentare, anche a causa di una nuova recessione, facendo registrare un tasso di 22, su 1. imprese nel 212. Figura Ritardi di pagamenti in Italia, Numero di giorni, in media 35 Totale imprese Grandi imprese PMI Q3 Q4 Q1 Q2 Q3 Q4 Q1 Q2 Q3 Q4 Q1 Q2 Q3 Q4 Q1 Q2 Q3 Q4 Q1 Q Fonte: Cerved Group, in base ai dati di Payline Misure pubbliche di sostegno In un contesto caratterizzato dal persistere di una debole congiuntura economica, negli ultimi anni sono state adottate varie iniziative per facilitare l accesso al credito da parte delle PMI e fornire sostegno al loro fabbisogno di liquidità. A fronte di un incertezza ancora marcata in merito all andamento della ripresa economica, le misure di sostegno già esistenti sono state potenziate e ne sono state introdotte nuove. Il Fondo Centrale di Garanzia facilita l accesso al credito delle PMI fornendo garanzie pubbliche e controgaranzie. La garanzia può essere richiesta da banche o istituzioni finanziarie iscritte ad un apposito registro. Le controgaranzie e garanzie solidali possono essere richieste dai Confidi (Consorzio di garanzia collettiva dei fidi) e da altri fondi di garanzia. Operativo da più di un decennio, il Fondo Centrale di Garanzia è stato, durante la crisi, lo strumento principale per allentare la stretta creditizia sulle PMI. Tra il 29 e il 212 ha concesso oltre 16 miliardi di EUR di garanzie per un ammontare di prestiti pari a 31 miliardi di EUR. L aumento delle risorse a disposizione di tale Fondo e la concessione di una garanzia di sostegno pubblica, che riduce o azzera i requisiti patrimoniali delle banche per i prestiti coperti dal Fondo, hanno contribuito all espansione delle sue attività. Tra gli altri interventi adottati per risolvere i problemi di liquidità delle imprese vanno ricordate le due moratorie sui debiti, firmate nel 29 e nel 212, che hanno permesso alle PMI (senza crediti inesigibili, crediti ristrutturati o pignoramenti in corso) di sospendere per un anno il rimborso del capitale su alcune forme di prestiti contratti, nonché misure destinate a ridurre il servizio del debito. Tali misure erano applicabili alle imprese con 9

12 meno di 25 dipendenti, con un fatturato su base annua non superiore ai 5 milioni di EUR e/o un bilancio su base annua non superiore ai 43 milioni di EUR. Fino a marzo 213 sono state accettate oltre 31. domande ed è stato differito il pagamento di debiti per una somma di 19 miliardi di EUR. Dalla valutazione della prima fase della moratoria sui debiti delle PMI è emerso che tale misura è servita ad aiutare le imprese, limitando i rischi di forbearance (esposizioni oggetto di concessione in seguito alle difficoltà finanziarie del debitore). Nel luglio del 213 è stata sottoscritta una nuova moratoria sui debiti avente le stesse caratteristiche della precedente. I criteri di eleggibilità per questa nuova moratoria sono più rigorosi di quelli necessari per beneficiare della prima moratoria del 29, con l effetto di limitare ulteriormente i rischi di forbearance. Va notato, però, che l inclusione dei prestiti che hanno beneficiato della prima moratoria - e che sono stati esclusi dalla seconda - amplia il numero delle potenziali posizioni debitorie per le quali ci si può avvalere della misura sottoscritta nel 213. Un altra misura destinata a favorire l accesso al credito delle PMI è costituita dalla messa a disposizione del sistema bancario da parte di Cassa Depositi e Prestiti di fondi con vincolo di destinazione attinti al risparmio postale con tassi di interesse ridotto. Dopo una prima tranche di 8 miliardi di EUR, di cui hanno beneficiato 53. imprese, nel 212 la CDP ha messo a disposizione delle PMI ancora 1 miliardi di EUR: di questa seconda tranche, meno di 2 miliardi di EUR era stata assorbita dal sistema bancario nell aprile 213. Nel 212 sono state introdotte varie misure destinate a risolvere i problemi di flussi di cassa risultanti dai ritardi di pagamento della pubblica amministrazione. Le risorse messe a disposizione delle imprese, tuttavia, si sono rivelate piuttosto modeste. Nell aprile del 213 è stata approvata una nuova misura riguardante il pagamento dei debiti arretrati della pubblica amministrazione, soprattutto debiti commerciali, per un ammontare di 4 miliardi di EUR nel periodo Per favorire la diversificazione della struttura del capitale delle imprese e limitare la loro vulnerabilità rispetto a shock avversi in materia di offerta di prestiti bancari, il Governo ha introdotto misure volte a disciplinare l emissione di strumenti di debito a breve e medio termine da parte di società non quotate in borsa, a esclusione di banche e microimprese. Ad oggi si sono avvalse di tale misura solo poche grandi aziende. Le iniziative summenzionate, dirette principalmente alle PMI, si prefiggevano di favorire l accesso al credito, soddisfare il fabbisogno di liquidità e facilitare l accesso ai finanziamenti di mercato. Alcune di queste iniziative hanno avuto un influenza non trascurabile. Tra il 29 e il 212, le risorse finanziarie alle quali le imprese hanno potuto accedere grazie alle moratorie sul debito, agli interventi del Fondo Centrale di Garanzia e della Cassa Depositi e Prestiti sono state pari a quasi 6 miliardi di EUR. Per quanto riguarda il ritardo dei pagamenti della pubblica amministrazione, i miglioramenti in materia dipenderanno dalla maniera in cui le risorse finanziarie saranno utilizzate dalle imprese, e se queste le destineranno a piani di investimento o alla tesaurizzazione a scopo precauzionale. Se le imprese decidessero di rimborsare i debiti nei confronti degli istituti bancari, si avrebbe un calo dei tassi di insolvenza e, di conseguenza, ciò porterebbe a un migliore accesso al mercato del credito. 1

13 Riquadro Definizione di PMI nello Scoreboard sul finanziamento delle PMI e dell imprenditoria in Italia Definizione secondo l ISTAT In linea con la definizione di Eurostat, secondo l Istituto Nazionale di Statistica, le piccole e medie imprese sono aziende con meno di 25 dipendenti. Le microimprese hanno meno di 1 dipendenti e le piccole imprese un numero di dipendenti compreso tra 1 e 49. Le medie imprese hanno, invece, un organico compreso tra 5 e 249 dipendenti. Definizione di PMI utilizzata dalle istituzioni finanziarie La Banca d Italia classifica i dati sul credito alle imprese in base alle dimensioni dell azienda: le piccole imprese sono società in accomandita semplice, società in nome collettivo, società semplici, società di fatto e imprese individuali con meno di 2 dipendenti. La disaggregazione di dati effettuata secondo questi criteri è utilizzata per la maggior parte degli indicatori sul debito. Fonte: Banca d Italia. Tabella Finanziamento delle PMI e dell imprenditoria Scoreboard Italia, Indicatori Unità Debito Prestiti alle imprese, PMI Milioni di EUR Prestiti alle imprese, totale Milioni di EUR Prestiti alle imprese, PMI % del totale prestiti Prestiti a breve termine, PMI Milioni di EUR Prestiti a lungo termine, PMI Milioni di EUR Prestiti a breve termine, PMI % del tot. prestiti alle PMI a breve e lungo termine Crediti con intervento pubblico di garanzia, Fondo Centrale di Garanzia Miliardi di EUR, flussi, Prestiti diretti concessi dal Governo Miliardi di EUR, flussi, Rapporto prestiti contratti/autorizzati, PMI % Crediti deteriorati, totale Milioni di EUR Crediti deteriorati, PMI Milioni di EUR Crediti deteriorati, grandi imprese Milioni di EUR Tasso di interesse medio PMI % Spread del tasso d'interesse (tra il tasso % medio per PMI e grandi aziende) Garanzie, PMI % prestiti garantiti Capitale netto Capitale di rischio e expansion capital, Milioni di EUR Capitale di rischio ed expansion capital Milioni di EUR Capitale di rischio e expansion capital, PMI Tasso di crescita su base annua, % Vari Ritardo dei pagamenti, totale Numero di giorni, in media Ritardo dei pagamenti, PMI Numero di giorni, in media Ritardo dei pagamenti, grandi imprese Numero di giorni, in media Fallimenti, totale Numero di imprese Incidenza dei fallimenti, totale Su 1. imprese Fonte: vedi tabella

14 Figura Andamenti dei finanziamenti alle PMI e agli imprenditori in Italia, A. Prestiti alle PMI e prestiti totali alle imprese, B. Prestiti alle PMI a breve e lungo termine, Prestiti imprese, PMI Prestiti imprese, totale Prestiti a lungo termine, PMI Prestiti a breve termine, PMI Su base annua, milioni di EUR Su base annua, percentuale dei prestiti alle PMI a breve e lungo termine C. Tasso d'interesse e spread, D. Crediti deteriorati, Spread del tasso d'interesse Tasso d'interesse medio applicato alle PMI Su base annua, tasso di interesse per le PMI e spread tra i tassi per le PMI e le grandi imprese Crediti deteriorati, PMI Crediti deteriorati, grandi imprese Su base annua, in milioni di EUR E. Investimenti in capitale di rischio e expansion capital, F. Totale fallimenti, Capitale di rischio e expansion capital, PMI Capitale di rischio e expansion capital, totale Su base annua, milioni di EUR Fallimenti, totale Tasso di fallimenti Su base annua, numero di fallimenti e fallimenti su 1. imprese (a destra) Fonte: grafici A, B, c e D: Banca d Italia. Grafico E: AIFI Associazione Italiana del Private Equity e Venture capital. Grafico F: Cerved Group

15 Tabella Definizioni e fonti per gli indicatori dello Scoreboard Italia Indicatori Definizione Fonte Debito Prestiti alle imprese, PMI Prestiti alle imprese, totale Prestiti a breve termine, PMI Prestiti a lungo termine, PMI Crediti con intervento pubblico di garanzia, FCG Prestiti diretti concessi dal governo alle PMI Prestiti autorizzati, PMI Prestiti contratti, PMI Crediti deteriorati, totale Crediti deteriorati, PMI Crediti deteriorati, grandi imprese Tasso d interesse medio concesso alle PMI Spread del tasso di interesse (tra il tasso medio per PMI e grandi aziende) Consistenza (stock) dei crediti in bonis e deteriorati (crediti inesigibili) concessi da banche e altre istituzioni finanziarie. Per i prestiti bancari: crediti in bonis (compresi i REPO) e escluso il factoring; i crediti inesigibili non comprendono il factoring solo a partire dal quarto trimestre 28. Per i prestiti concessi da intermediari finanziari non bancari: crediti in bonis (compresi i REPO) e escluso il factoring; crediti inesigibili comprendenti il factoring. A partire dal giugno 212, i prestiti comprendono i crediti cartolarizzati o ceduti che non si qualificano per la derecognition, in base allo IAS 39 (International Accounting Standard). Consistenza (stock) dei crediti in bonis e deteriorati (crediti inesigibili) concessi da banche e altre istituzioni finanziarie. Per i prestiti bancari: crediti in bonis (compresi i REPO) e escluso il factoring; i crediti inesigibili non comprendono il factoring solo a partire dal quarto trimestre 28. Per i prestiti concessi da intermediari finanziari non bancari: crediti in bonis (compresi i REPO) e escluso il factoring; crediti inesigibili comprendenti il factoring. A partire dal giugno 212, i prestiti comprendono i crediti cartolarizzati o ceduti che non si qualificano per la derecognition, in base allo IAS 39 (International Accounting Standard). Crediti in bonis (compresi i REPO) e escluso il factoring; durata fino a 12 mesi (fino a 18 mesi per i dati provenienti dalle segnalazioni di vigilanza fino al terzo trimestre del 28 e fino al primo trimestre del 29 per i dati provenienti dalla Centrale dei Rischi) Crediti in bonis (compresi i REPO) e escluso il factoring; durata fino a 12 mesi (oltre 18 mesi per i dati provenienti dalle segnalazioni di vigilanza fino al terzo trimestre del 28 e fino al primo trimestre del 29 per i dati provenienti dalla Centrale dei Rischi) Crediti alle PMI (imprese con meno di 25 dipendenti) con intervento pubblico di garanzia da parte del Fondo Centrale di Garanzia. Ammontare dei prestiti diretti concessi alle PMI (imprese con meno di 25 dipendenti) dal governo italiano. Ammontare delle linee di credito concesse ai prenditori da tutti gli intermediari che inviano segnalazioni alla Centrale dei Rischi Ammontare delle linee di credito effettivamente erogate ai prenditori da tutti gli intermediari che inviano segnalazioni alla Centrale dei Rischi. Crediti inesigibili di banche e altri intermediari. Per i crediti inesigibili delle banche: è compreso il factoring fino al terzo trimestre del 28; escluso il factoring a partire dal quarto trimestre del 28. Per gli altri intermediari finanziari, i crediti inesigibili comprendono il factoring. I crediti inesigibili si definiscono come il totale dei crediti in corso concessi a prenditori che sono stati dichiarati insolventi o che si trovano in una situazione sostanzialmente equiparabile. Crediti inesigibili di banche e altri intermediari. Per i crediti inesigibili delle banche: è compreso il factoring fino al terzo trimestre del 28; escluso il factoring a partire dal quarto trimestre del 28. Per gli altri intermediari finanziari, i crediti inesigibili comprendono il factoring. Crediti deteriorati di banche e altri intermediari. Per i crediti deteriorati delle banche: è compreso il factoring fino al terzo trimestre del 28; escluso il factoring a partire dal quarto trimestre del 28. Per gli altri intermediari finanziari, i crediti deteriorati comprendono il factoring. Tasso annuo effettivo globale (comprese spese e commissioni) dei nuovi prestiti a termine. Spread tra il tasso d interesse medio applicato alle PMI e alle grandi aziende. Cifre annue desunte dal quarto trimestre dell anno rispettivo. Banca d Italia, Segnalazioni di vigilanza (per i prestiti bancari) e Centrale dei Rischi (per i prestiti da intermediari finanziari non bancari; in base alla soglia di segnalazione: dal gennaio 29 la soglia di segnalazione per prestiti e garanzie, precedentemente fissata a 75. EUR, è stata abbassata a 3. EUR; non esiste nessuna soglia di segnalazione per i crediti inesigibili); serie di dati riguardanti l offerta di credito. Banca d Italia, Segnalazioni di vigilanza (per i prestiti bancari) e Centrale dei Rischi (per i prestiti da intermediari finanziari non bancari; in base alla soglia di segnalazione). Banca d Italia, Segnalazioni di vigilanza (per i prestiti bancari) e Centrale dei Rischi (per i prestiti da intermediari finanziari non bancari; in base alla soglia di segnalazione). Banca d Italia, Segnalazioni di vigilanza (per i prestiti bancari) e Centrale dei Rischi (per i prestiti da intermediari finanziari non bancari; in base alla soglia di segnalazione Fondo Centrale di Garanzia MedioCredito Centrale (MCC) Ministero dello Sviluppo Economico Banca d Italia, Centrale dei Rischi (in base alla soglia di segnalazione) Banca d Italia, Centrale dei Rischi (in base alla soglia di segnalazione) Banca d Italia, Segnalazioni di vigilanza (per i crediti inesigibili delle banche) e Centrale dei Rischi (per i crediti inesigibili degli altri intermediari finanziari). Banca d Italia, Segnalazioni di vigilanza (per i crediti inesigibili delle banche) e Centrale dei Rischi (per i crediti inesigibili degli altri intermediari finanziari). Banca d Italia, Segnalazioni di vigilanza (per i crediti inesigibili delle banche) e Centrale dei Rischi (per i crediti inesigibili degli altri intermediari finanziari). Banca d Italia, rilevazione sui tassi d interesse. La rilevazione si riferisce ai tassi applicati a clienti di intermediari non bancari per le seguenti transazioni: crediti concessi, crediti a termine, crediti revocabili, purché il totale delle summenzionate forme di finanziamenti concesse o contratte e segnalate alla Centrale dei Rischi sia pari o superiore a 75. EUR Banca d Italia, rilevazione sui tassi d interesse 13

16 Tabella Definizioni e fonti per gli indicatori dello Scoreboard Italia (continua) Indicatori Definizione Fonte Garanzie, PMI Percentuale dei prestiti bancari e non bancari concessi alle PMI con garanzie Centrale dei Rischi, in base alla soglia di segnalazione reali. Capitale netto Capitale di rischio e expansion capital, totale Investimenti riguardanti tutte le imprese. I dati comprendono il finanziamento della fase iniziale dell attività imprenditoriale e il finanziamento all espansione (expansion), ma non il turnaround, il buy out o il replacement. AIFI Associazione Italiana del Private Equity e Venture Capital (indagine sull offerta di credito) Capitale di rischio e expansion capital, PMI Vari Ritardi nei pagamenti, senza distinzione d impresa Ritardi nei pagamenti, PMI Ritardi nei pagamenti, grandi imprese Fallimenti, totale Ammontare degli investimenti nelle PMI (imprese con meno di 25 dipendenti). I dati comprendono il finanziamento della fase iniziale dell attività imprenditoriale e il finanziamento all espansione (expansion), ma non il turnaround, il buy out o il replacement. Ritardo di pagamenti medio, espresso in giorni, per le relazioni commerciali tra imprese, senza distinzione d impresa Ritardo di pagamenti medio, espresso in giorni, per le relazioni commerciali tra imprese, riguardanti le PMI (imprese con un fatturato non superiore ai 5 milioni di EUR) Ritardo di pagamenti medio, espresso in giorni, per le relazioni commerciali tra imprese, riguardanti le grandi aziende (imprese con un fatturato superiore ai 5 milioni di EUR). Procedura giudiziaria attraverso la quale il patrimonio di un imprenditore insolvente viene sottratto alla sua disponibilità e liquidato per soddisfare i creditori. La chiusura del fallimento viene dichiarata con decreto motivato del tribunale su istanza del curatore o del creditore ovvero d ufficio. Contro il decreto di chiusura è ammesso reclamo da parte di ogni creditore dichiarato presso la Corte d Appello entro 15 giorni. Dati riguardanti tutte le imprese. AIFI Associazione Italiana del Private Equity e Venture Capital (indagine sull offerta di credito) Cerved Group, in base ai dati di Payline Cerved Group, in base ai dati di Payline Cerved Group, in base ai dati di Payline Cerved Group Nota 1. Si veda riquadro per la definizione di PMI utilizzata nel rapporto. Bibliografia Bank of Italy (213a), Annual Report for 212, Ordinary Meeting of Shareholders, Roma. www. bancaditalia.it/pubblicazioni/relann/rel12/rel12en/en_rel_212.pdf Banca d Italia (213b), Rapporto sulla stabilità finanziaria, aprile 213, Roma. bancaditalia.it/pubblicazioni/rapporto-stabilita/213-5/rapporto_stabilita_finanziaria_5_212. pdf Bank of Italy (212), Annual Report for 211, Ordinary Meeting of Shareholders, Roma. www. bancaditalia.it/pubblicazioni/relann/rel11/rel11en/en_rel_211.pdf Bank of Italy (211), Annual Report for 21, Ordinary Meeting of Shareholders, Roma. www. bancaditalia.it/pubblicazioni/relann/rel1/rel1en/en_rel_21.pdf Bank of Italy (21), Annual Report for 29, Ordinary Meeting of Shareholders, Roma. www. bancaditalia.it/pubblicazioni/relann/rel9/rel9en/en_rel_29.pdf Bank of Italy (29), Annual Report for 28, Ordinary Meeting of Shareholders, Roma. www. bancaditalia.it/pubblicazioni/relann/rel8/rel8en/text%2book_internet.pdf Banca d Italia (213), Bollettino economico, varie pubblicazioni, Roma. Bank of Italy (year), Bank Lending Survey, Roma. bls;internal&action=_setlanguage.action?language=en Bank of Italy (213), Survey of Industrial and Service Firms, Roma. statistiche/indcamp/indimpser/boll_stat;internal&action=_setlanguage.action?language=en Bank of Italy (year), Business Outlook Survey of Industrial and Service Firms it/statistiche/indcamp/sondaggio;internal&action=_setlanguage.action?language=en Bartiloro, L., L. Carpinelli, P. Finaldi Russo e S. Pastorelli (212), Access to credit in times of crisis: measures to support firms and households, Bank of Italy, Occasional papers, n. 111, gennaio, Roma. 14

17 De Mitri, S., A. de Socio, P. Finaldi Russo e V. Nigro (213), Micro-enterprises in Italy: A first analysis of economic and financial conditions, Bank of Italy, Occasional papers, n. 162, Aprile, Roma. ECB (213), Survey on the access to finance of SMEs in the euro area, varie pubblicazioni, Frankfurt am Main. Eurostat (211), Key figures on European Business 211, European Union. ec.europa.eu/cache/ity_offpub/ks-et-11-1/en/ks-et-11-1-en.pd OECD (213), Entrepreneurship at a Glance, OECD publishing, Parigi. doi: entrepreneur_aag-213-en 15

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