Regione. Agenzia Regionale per i Servizi Sanitari. QuadERni scientifici Aress n. 2 / Piemonte

Dimensione: px
Iniziare la visualizzazioe della pagina:

Download "Regione. Agenzia Regionale per i Servizi Sanitari. QuadERni scientifici Aress n. 2 / Piemonte"

Transcript

1 A Regione Piemonte r e s s Agenzia Regionale per i Servizi Sanitari QuadERni scientifici Aress n. 2 / 2009 Tavolo A.Re.S.S. delle Terapie Intensive Emergenza Intraospedaliera: un progetto regionale di miglioramento del percorso clinicoorganizzativo Tavolo A.Re.S.S. delle Terapie Intensive Appropriatezza Organizzativa Criteri guida e proposte operative Progetto: Modelli di riordino semplificazione procedure burocratiche nell ambito dell accesso, della qualità e della trasparenza dei servizi sanitari

2

3 Quaderni scientifici Aress 2 Tavolo A.Re.S.S. delle Terapie Intensive Emergenza Intraospedaliera: un progetto regionale di miglioramento del percorso clinico organizzativo Tavolo A.Re.S.S. delle Terapie Intensive Appropriatezza Organizzativa Criteri guida e proposte operative Progetto: Modelli di riordino semplificazione procedure burocratiche nell ambito dell accesso, della qualità e della trasparenza dei servizi sanitari Dicembre 2009

4 QUADERNI SCIENTIFICI ARESS n. 2 / 2009 Direttore editoriale e scientifico: Oscar Bertetto Coordinamento editoriale: Claudio Risso Segreteria di redazione: Monica Viale Progetto grafico e impaginazione: Iniziative Editoriali Moncalieri (Torino) Stampa: Cast Moncalieri (Torino) Politeia Edizioni Torino

5 Indice PARTE I Tavolo A.Re.S.S. delle Terapie Intensive Emergenza Intraospedaliera: un progetto regionale di miglioramento del percorso clinico organizzativo Premessa: il problema e i dati epidemiologici L iniziativa dell AReSS nel contesto del PSR Modelli organizzativi e Linee Guida Il Rapid Response System 2. Le Linee Guida NICE 3. Le Linee Guida SIAARTI IRC La situazione in Piemonte (Settembre 2007) Un modello di applicazione del RRS: l esperienza dell AOU S. Luigi Gonzaga Le Linee Guida Organizzative regionali Organizzazione dei sistemi di risposta alle emergenze cliniche intraospedaliere A. Piano di risposta alle emergenze cliniche B. Raccolta dati C. Programmi di formazione D. Il risultato atteso Il progetto formativo Obiettivo generale Articolazione del progetto 1. Modulo A: Convegno scientifico 2. Modulo B: Corso Referenti 3. Modulo C: Corso METal Il Coordinamento Regionale Il Gruppo Tecnico Regionale 2. Il Centro di Monitoraggio Bibliografia

6 PARTE II Tavolo A.Re.S.S. delle Terapie Intensive Appropriatezza Organizzativa Criteri guida e proposte operative 1. Il contesto regionale: ruolo ed azioni dell ARESS Il problema Il gruppo GiViTI Il Progetto Margherita La raccolta dati Il rapporto 5. Appropriatezza d uso della terapia intensiva a) Appropriatezza dell ammissione b) Appropriatezza della giornata di degenza 6. Livelli di assistenza Assistenza erogata Assistenza erogabile 7. Valutazione e miglioramento dell appropriatezza dei ricoveri in Terapia Intensiva a) Progetto formativo b) Risultato atteso e indicatori Progetto StARTPiemonte Studio sull appropriatezza dei ricoveri in terapia intensiva Rapporto finale Obiettivi dello studio Gruppo di studio Schede di raccolta dati Petalo StART Scheda web StART Centri partecipanti

7 Studio sull appropriatezza dei ricoveri in terapia intensiva Rapporto Strutturale Regione Piemonte Descrizione del progetto Metodologia Struttura Personale Tipologia letti Scenario 1: limitazioni dovute all attrezzatura e agli infermieri Scenario 2: limitazioni dovute all attrezzatura, agli infermieri e alla disposizione delle stanze Scenario 3: tutti i letti del reparto occupati (sia H che L) Bibliografia PARTE III Progetto: Modelli di riordino semplificazione procedure burocratiche nell ambito dell accesso, della qualità e della trasparenza dei servizi sanitari 1. Gruppo di lavoro Premessa Ambito di ricerca Indagine sulle procedure oggetto di studio Procedura di rilascio/rinnovo patenti di guida presso commissioni mediche locali 4.2. Procedura di pagamento/esenzione tickets 4.3. Procedura per garantire continuità assistenziale del paziente dimesso con necessità d uso di protesi/ausili 5. Elaborazione dei dati d indagine Elaborazione dati nella procedura di rilascio/rinnovo patenti di guida presso le Commissioni mediche locali

8 5.2. Proposta di interventi nella procedura di rilascio/rinnovo patenti di guida presso le Commissioni mediche locali 5.3. Modello di riordino proposto nella procedura di rilascio/rinnovo patenti di guida presso le Commissioni mediche locali 5.4. Elaborazione dati nella procedura di rilascio esenzioni tickets per patologia 5.5. Proposta di interventi nella procedura di rilascio esenzioni tickets per patologia 5.6. Modello di riordino nella procedura di rilascio esenzioni tickets per patologia 5.7. Elaborazione dati nella procedura per garantire la continuità assistenziale del paziente dimesso con necessità d uso di protesi/ausili 5.8. Proposta di interventi nella procedura per garantire la continuità assistenziale del paziente dimesso con necessità d uso di protesi/ausili 5.9. Modello di riordino nella procedura per garantire la continuità assistenziale del paziente dimesso con necessità d uso di protesi/ausili Allegato 1 INDAGINE PROCEDURE DI EROGAZIONE SERVIZI SANITARI Procedure di rilascio/rinnovo patenti di guida presso Commissioni Mediche locali Procedura di pagamento/esenzione tickets Procedura per garantire la continuità assistenziale del paziente dimesso con necessità d uso di protesi/ausili

9 Tavolo A.Re.S.S. delle Terapie Intensive Emergenza Intraospedaliera: un progetto regionale di miglioramento del percorso clinico organizzativo A cura di Giulio Radeschi Coordinatore del Gruppo di Lavoro Composizione del Gruppo di Lavoro AReSS Luigina CAPRA Anestesista Rianimatore Alba Giorgio CARBONE Medico d Urgenza Torino Eleonora COSTANZO Anestesista Rianimatore Asti Angelo D ERRICO Epidemiologo Torino Barbara FRACCHIA Psicologo Segreteria AReSS Annachiara GUIOTTO CPSE Rivoli Alessandro MASTROIANNI Anestesista Rianimatore Chieri Grace RABACCHI Direzione Sanitaria AReSS Annachiara TROMPEO Anestesista Rianimatore Torino Vincenzo SEGALA Anestesista Rianimatore Torino Nicoletta VIVALDI Anestesista Rianimatore Alessandria Coordinatore Giulio RADESCHI Anestesista Rianimatore Orbassano

10 Premessa: il problema e i dati epidemiologici I pazienti che si ricoverano in ospedale credono di trovarsi in un luogo sicuro dove loro e i loro famigliari ritengono che riceveranno le migliori cure possibili; essi sono sicuri che se le loro condizioni dovessero peggiorare si trovano già nel posto migliore per un pronto ed efficace trattamento. Adesso vi sono evidenze del contrario. Pazienti che si ammalano, o che peggiorano, acutamente potrebbero ricevere cure subottimali. Ciò può accadere o perché il deterioramento non è riconosciuto o perché, nonostante il peggioramento clinico, segni e sintomi vengono sottovalutati, o perché non vengono messe in atto azioni in tempi sufficientemente rapidi. La comunicazione e la documentazione sono spesso carenti; può mancare l esperienza e i provvedimenti degli esperti in critical care, incluso il trasferimento in terapia intensiva, possono essere ritardati. (Mary Armitage, Guideline Development Group Chair National Institute for Health and Clinical Excellence) La mortalità ospedaliera prevenibile è assunta da numerosi sistemi qualità come indicatore globale di performance ospedaliera, (BMJ 1999, NEJM 2001). L ospedale, pur essendo una struttura istituzionalmente deputata alla diagnosi e cura dei pazienti acuti ricoverati, può paradossalmente fallire nella gestione complessiva degli eventi critici che vanno dal deterioramento, più o meno rapido, delle condizioni generali sino all arresto cardiaco. I dati epidemiologici della letteratura mondiale attualmente disponibili stimano una incidenza dell arresto cardiaco intraospedaliero compresa tra 1 e 5 eventi/1.000 ricoveri/anno; il National Registry of Cardiopulmonary Resuscitation (NRCPR), il più grande registro arresti cardiaci del mondo, quello nordamericano, riporta una incidenza pari a 0,175 casi per posto letto/anno negli Stati Uniti. Gli esiti clinici non sono confortanti: da diversi anni, nonostante tutti gli sforzi organizzativi per migliorare l organizzazione della risposta all emergenza all interno degli ospedali, la sopravvivenza alla dimissione non va oltre il 18%, a fronte di un recupero del circolo spontaneo nel 47% dei casi. Questo dato molto preoccupante è parzialmente giustificato dalle caratteristiche della popolazione ospedalizzata che, ovviamente, sono diverse dalla popolazione generalmente considerata: l età è sempre più avanzata, le condizioni cliniche sono mediamente più gravi e spesso risultano concomitanti più patologie ed affezioni non cardiache (sepsi, insufficienza d organo preesistente, neoplasie, riacutizzazioni di patologie croniche od evolutive, stroke, ecc.). La comorbilità quindi è uno dei fattori che condizionano negativamente la sopravvivenza all arresto cardiaco intraospedaliero. Esso però, pur rappresentando la fase finale di più eventi morbosi, non deve per questo essere considerato inevitabile. Va aggiunta infatti l osservazione che l arresto cardiaco, quando si verifica in pazienti ricoverati nei reparti di degenza

11 ordinaria, è raramente una morte cardiaca improvvisa; nel 75 80% dei casi è preceduto da alterazione dei parametri fisiologici ed è quindi potenzialmente evitabile; inoltre in letteratura è descritto che evidenti segni di allarme sono presenti fin da 8 ore prima nel 90% degli arresti cardiaci, nel 50% delle morti impreviste e nel 70% dei ricoveri inattesi in ICU. Purtroppo molto spesso queste alterazioni non vengono prontamente riconosciute dal personale dei reparti oppure vengono sottovalutate, interpretate in modo erroneo o trattate in maniera inappropriata. E stato infine dimostrato che più del 50% dei pazienti ricoverati nei reparti ordinari ricevono un trattamento considerato al di sotto dello standard previsto e tutto ciò genera ammissioni in terapia intensiva potenzialmente evitabili (fino al 41%), degenze prolungate ed esiti clinici peggiori. Per tutti questi motivi una letteratura internazionale sempre più imponente, enfatizza la necessità di ridisegnare ogni modello organizzativo di risposta alle emergenze intraospedaliere basato sulla precocità del riconoscimento dei segni e sintomi premonitori, sulla tempestività e l appropriatezza delle cure ai pazienti acuti e quindi finalizzato alla prevenzione dell arresto cardiaco. Questa è la direzione verso la quale sono già orientate le attuali linee guida di rianimazione cardiopolmonare e le raccomandazioni relative alla gestione dei pazienti acuti ricoverati in ospedale: le Guidelines NICE 50, e le Raccomandazioni SIAARTIIRC.

12 L iniziativa dell AReSS nel contesto del PSR Il Piano Sociosanitario Regionale approvato con DGR del 24 Ottobre 2007 stabilisce l opportunità di individuare aree prioritarie per le quali è necessario approntare apposite strategie di azione e specifici programmi di intervento, con particolare riferimento agli interventi sanitari in rete e fra questi, all area delle emergenze quali il Sistema di emergenza territoriale 118, i Dipartimenti di Emergenza e Pronto Soccorso. L Agenzia Regionale per i Servizi Sanitari (AReSS) nel 2007 ha istituito un Tavolo Regionale per mettere in rete le Terapie Intensive del Piemonte con lo scopo di valutare e uniformare i Percorsi DiagnosticoTerapeutici Assistenziali (PDTA) di alcune situazioni o patologie, ritenute prioritarie, secondo criteri di appropriatezza clinica e organizzativa. Tra queste sono state individuate l Emergenza Clinica Intraospedaliera e l arresto cardiaco, con la consapevolezza che solo affrontando, riorganizzando, migliorando i percorsi integrati di cura (PIC) è possibile garantire la sicurezza dei pazienti ricoverati, la qualità dell assistenza negli ospedali e la prevenzione degli eventi avversi. Il Gruppo di lavoro appositamente costituito ha compreso in una ottica di lavoro multidisciplinare e multiprofessionale alcuni anestesisti rianimatori, un medico d urgenza, un epidemiologo ed un coordinatore infermieristico. Il Gruppo, preso atto delle evidenze scientifiche relative alla necessità di migliorare la risposta all arresto cardiaco e soprattutto di adottare misure organizzative in grado di prevenirlo, ha preliminarmente esaminato i modelli organizzativi suggeriti dalla letteratura internazionale, le Linee Guida più recenti sull argomento quali quelle inglesi e quelle italiane. Si è reso necessario a questo punto valutare la situazione attuale in Piemonte e lo si è fatto analizzando le informazioni derivanti da indagini conoscitive effettuate da Enti ed Associazioni Scientifiche mediante questionari diversi ma complementari ed infine ha cercato di acquisire i Piani di Risposta alle Emergenze Cliniche Intraospedaliere con una richiesta ufficiale alle Direzioni Sanitarie delle Aziende di tutto il Piemonte. Sulla base di queste valutazioni complessive, descritte più avanti, il Gruppo di Lavoro ha successivamente elaborato strategie di miglioramento e modelli organizzativi, ed ha delineato un percorso formativo generale da destinare al personale sanitario delle Aziende Sanitarie, meglio dettagliato nel capitolo specifico. Il documento finale dell AReSS preso atto che l analisi dei piani di risposta ottenuti documenta, pur con qualche eccezione, una diffusa debolezza strutturale e funzionale dell emergenza intraospedaliera, propone un Piano Strategico regionale che dovrebbe basarsi su: 1. standard minimi regionali, con modelli organizzativi da attuare in steps successivi, in accordo con quanto contenuto nelle Raccomandazioni SIAARTIIRC per le emergenze intraospedaliere di Ottobre 2007; 2. realizzazione di un progetto formativo globale, destinato in una prima fase al personale sanitario dei reparti di degenza ordinaria; si prevede che possa essere necessario, in un momento successivo, una formazione avanzata mediante tecniche di macrosimulazione, dedicata al personale medico ed infermieristico che deve ga 10

13 rantire la risposta; programmazione di una modalità di miglioramento della qualità, basato su una raccolta dati degli arresti cardiaci intraospedalieri; essa è ritenuta indispensabile per misurare i dati epidemiologici regionali e compararli con quelli nazionali ed internazionali; istituzione di un osservatorio regionale costituito da un gruppo di coordinamento permanente per l emergenza intraospedaliera, allo scopo di garantire continuità di valutazioni e monitoraggio delle azioni progettuali e formative ed interventi di supporto tecnicoscientifico alle Aziende Sanitarie; istituzione di referenti per l emergenza intraospedaliera in ogni azienda sanitaria. Il piano strategico proposto dall Agenzia Regionale è stato valutato ed approvato dall Assessorato alla Salute per essere quindi adottato con apposita Delibera di Giunta Regionale (DGR del 27/10/08). I contenuti del documento sono descritti al capitolo Le Linee Guida Organizzative regionali, pagina

14 Modelli organizzativi e Linee Guida 1. Il Rapid Response System Una recente Consensus Conference internazionale, alla quale hanno partecipato esperti di tutto il mondo, pubblicata in Critical Care Medicine, ottobre 2006, ha rivisitato i modelli organizzativi più diffusi sviluppati in diverse realtà locali di diversi paesi (Australia, Nord America ed Europa). Sono state esaminate le varie modalità di risposta alle emergenze intraospedaliere aventi tutte l obiettivo di prevenire l arresto cardiaco mediante il pronto riconoscimento del deterioramento clinico che caratterizza il paziente critico ed il rapido allertamento di équipe di esperti che forniscono la risposta. Il documento di consenso internazionale riassume le definizioni, e soprattutto sistematizza e propone il modello definito Rapid Response System (R.R.S.) quale approccio razionale universale alle emergenze intraospedaliere; tale sistema globale di risposta rapida deriva dalla articolazione ed implementazione di quattro ambiti: a. Braccio afferente: è costituito dal personale sanitario del reparto di degenza nel quale è ricoverato il paziente. L accento è posto sulla necessità di saper intercettare precocemente il paziente critico attraverso l osservazione periodica di segni vitali selezionati ed attivare rapidamente la risposta sulla base di criteri di allarme specifici e codificati in ogni ospedale (track and trigger). I criteri di attivazione possono comprendere parametri ed osservazioni oggettive e soggettive e sono riconducibili a tre principali sistemi: a parametro singolo, tipo MET (Medical Emergency Team) nei quali la variazione anche di un solo parametro è sufficiente ad attivare la risposta, a parametri multipli, tipo PART (Patient at Risk Team) che prevedono la contemporanea presenza di due o tre alterazioni fisiologiche a punteggio aggregato (MEWS); in questi modelli viene assegnato un punteggio ad ogni alterazione di ogni parametro considerato in relazione al grado di discostamento dai valori normali. Se il punteggio supera un valore prestabilito viene allertato il sistema di risposta mentre per punteggi inferiori vengono messe in atto procedure diverse quali l allertamento del medico di reparto o l incremento della frequenza di monitoraggio. Nessuno di questi sistemi ha dimostrato finora una evidente superiorità dell uno sull altro e l analisi di tutti questi sistemi fatta in metanalisi dice che non c è ancora un trigger ideale. b. Braccio efferente: costituito dalla risposta rapida all evento da parte di un team composto da un medico ed un infermiere, in possesso di competenze avanzate di rianimazione cardiopolmonare e di gestione di pazienti critici (M.E.T.), dotato di adeguati supporti tecnologici, addestrato nella gestione delle risorse impiegate (umane, tecnologiche) e ad interagire con il paziente, i parenti, i curanti (medici ed infermieri). In alcuni paesi la risposta del sistema è graduale e comprende l intervento iniziale di un infermiere di rianimazione (RRT Rapid Response Team) e quella successiva, se necessaria, del medico. In altri paesi ancora i modelli di risposta comprendono an 12

15 che, ad integrazione, il CCO (Critical Care Outreach), sistema che prevede il controllo programmato, ad intervalli prestabiliti, dei pazienti trasferiti dalla Rianimazione in reparti di degenza. c. Miglioramento continuo della qualità: qualunque sia il modello messo in atto e fondamentale garantire un area di miglioramento mediante revisione critica degli eventi, la raccolta dati e la periodica analisi per predisporre interventi migliorativi. d. Governo clinico ed organizzativo: è costituito da un gruppo di operatori (commissione, comitato) che sovraintende alla progettazione ed alla supervisione di tutte le funzioni del sistema, ivi comprese la formazione del personale ed il mantenimento delle competenze acquisite, la valutazione periodica dell efficacia del sistema e la gestione delle risorse. Fig. 1: Struttura del RRS Fig. 2: Modified Early Worning Score 13

16 2. Le Linee Guida NICE Il National Institute for Health and Clinical Excellence inglese ha pubblicato in luglio 2007 le linee guida per il riconoscimento e la risposta ai problemi acuti dei pazienti ricoverati in ospedale. Il documento enfatizza la necessità di a. definire un percorso di cura sin dall ammissione in ospedale ed in particolare osservare e registrare le condizioni cliniche dei pazienti rilevando almeno un set minimo di parametri che comprendono la frequenza cardiaca, la pressione arteriosa, la frequenza respiratoria, la saturazione in ossigeno, la coscienza e la temperatura; b. disporre di un piano scritto che precisi il piano di monitoraggio e quindi, oltre ai parametri fisiologici che devono essere misurati e registrati, la frequenza di rilevazione (almeno ogni dodici ore); c. identificare i pazienti le cui condizioni cliniche si stanno deteriorando o, che sono a rischio di deterioramento, mediante la definizione di un sistema track and trigger ; d. definire una strategia di risposta graduale ai bisogni dei pazienti sulla base di tre livelli di rischio (basso, medio, alto) ai quali corrispondono interventi incrementali che comprendono l aumento della frequenza di rilevazione, la chiamata del medico di reparto ed infine l allarme al team di risposta. Le linee guida suggeriscono ancora, ove possibile, livelli di ricovero incrementali. Graded response strategy Lowscore group Increase frequency of observations and alert the nurse in charge Mediumscore group Urgent call to team with primary medical responsibility for the patient Highscore group Simultaneous call to personnel with core competencies for acute illness Emergency call to team with critical care competencies and diagnostic skills 3. Le Linee Guida SIAARTI IRC La SIAARTI (Società Italiana di Anestesia Analgesia Rianimazione e Terapia Intensiva) ed IRC (Italian Resuscitation Council), quest ultima a composizione multidisciplinare e multiprofessionale, hanno pubblicato le Raccomandazioni per l organizzazione della risposta alle emergenze Intraospedaliere (Minerva Anestesiologica Ottobre 2007). Esse scaturiscono dalla analisi delle realtà organizzative degli ospedali italiani, come sono emerse dopo una indagine nazionale effettuata nel 2005, e dalla valutazione della letteratura disponibile. La finalità delle raccomandazioni italiane è delineare un programma di graduale miglioramento dei sistemi di risposta all emergenza Intraospedaliera definendo: criteri guida per gli Ospedali per l ottimizzazione della risposta all arresto cardiaco; un primo livello di adeguamento, indispensabile per tutti gli Ospedali (ove non già presente); 14

17 una prospettiva di ulteriore miglioramento, perseguibile attraverso la prevenzione dell arresto cardiaco, ottenibile tramite il trattamento delle situazioni critiche precocemente individuate e valutate al di fuori delle Rianimazioni/Terapie Intensive; la promozione di strategie che mirino a evitare l accanimento terapeutico. Le Raccomandazioni propongono un percorso di riorganizzazione della risposta all emergenza Intraospedaliera in steps successivi, in relazione alla situazione di partenza di ogni Ospedale, e suggeriscono una gradualità di interventi che si sviluppi attraverso due fasi: 1 ) la prima, fortemente raccomandata per tutti gli Ospedali, riguarda la risposta all arresto cardiaco intraospedaliero con miglioramento dei tempi di attivazione del sistema, l erogazione delle manovre Basic Life Support and Defibrillation (BLSD) da parte del personale di reparto, il contenimento dei tempi di risposta delle squadre avanzate nonché l analisi e l implementazione del processo di risposta anche mediante la revisione critica e l utilizzo sistematico dello stile Utstein per la raccolta dei casi di arresto cardiaco intraospedaliero (livello A) 2 ) la seconda, raccomandata, riguarda la prevenzione dell arresto cardiaco attraverso la risposta a tutte le altre situazioni critiche con parametri vitali conservati (Livello B) attivando modelli di Rapid Response System (MET e/o Outreach) accompagnandoli da programmi formativi e di verifica e implementazione dei risultati raggiunti utilizzando metodi uniformi di raccolta dati (livello B). Le Raccomandazioni definiscono infine nei dettagli il percorso di entrambe le fasi articolando lo schema per l elaborazione dei Piani di risposta alle emergenze ed indicando: le modalità di raccolta dati sugli arresti cardiaci l articolazione dei programmi di formazione le modalità di gestione degli aspetti etici le modalità di implementazione dell organizzazione, dalla risposta all arresto cardiaco alla sua prevenzione con l attivazione di un RRS 15

18 La situazione in Piemonte (Settembre 2007) La valutazione della situazione sullo stato attuale dei sistemi di emergenza intraospedaliera in Piemonte è stata condotta utilizzando principalmente due strumenti informativi. Il primo di questi è costituito da un indagine condotta all inizio del 2007, nell ambito di un progetto ministeriale di ricerca finalizzata cui la Regione Piemonte ha partecipato, denominato Il percorso assistenziale integrato nei pazienti con grave cerebrolesione acquisita (GCA). In questa indagine era stato sottomesso alle Direzioni dei Presidi Ospedalieri piemontesi un questionario sull organizzazione della risposta alle emergenze all interno degli ospedali, ad esclusione delle aree critiche (Pronto Soccorso, Rianimazione, UTIC). Il questionario indagava alcuni dei principali punti critici suscettibili di influenzare, secondo la letteratura tematica, l efficacia dei sistemi di risposta all emergenza; tra gli elementi critici evidenziati dalla ricerca sono emersi i criteri di monitoraggio dei pazienti ricoverati, la composizione del team di risposta all emergenza, la formazione specifica dei componenti del team e del personale di reparto che attiva la richiesta; inoltre si domandava se venisse effettuata una raccolta dei dati sulle risposte all emergenza. Trentotto ospedali avevano risposto all indagine (84% del totale). Dall analisi delle risposte al questionario si notava che nella quasi totalità degli ospedali (83%) lo specialista deputato alla risposta è l anestesista rianimatore e che nella maggior parte degli ospedali l attivazione dell emergenza non era stabilita secondo criteri di allarme specifici basati su alterazioni dei parametri fisiologici, mentre solo nel 60% era prevista almeno secondo criteri stabiliti verbalmente. Anche la proporzione di ospedali che disponevano di un sufficiente team di risposta, che dovrebbe essere composto almeno da un medico con adeguata formazione e da un infermiere, non raggiungeva il 50%. Al contrario, la formazione del personale sulle tecniche di gestione (BLS, BLSD) e di risposta all arresto cardiaco (ALS o specifica formazione) appariva piuttosto diffusa, anche se sarebbe necessario estenderla ulteriormente, al fine di garantire che tutto il personale sanitario sia formato nell utilizzo del defibrillatore e che tutti i medici dei team di risposta abbiano ricevuto una formazione adeguata. Meno di un terzo degli ospedali effettuava una raccolta dei dati sulle risposte alle emergenze intraospedaliere, mentre meno del 10% raccoglieva dati sui casi di arresto cardiaco. (Fig. 3) Fig. 3: Raccolta dati arresti cardiaci 16

19 Tabella A Griglia di valutazione per Piani di Risposta alle Emergenze Intraospedaliere Parametri Risposta A Risposta B Risposta C Risposta D considerati 1 Evidenza scritta di un Piano di risposta ufficiale (da Direz. Sanitaria) ufficiale, non protocollato documento di reparto documento di reparto 2 Struttura preposta Una sola, h24 una sola h12 nessuna nessuna istituzionalmente 3 Più Strutture preposte, differenziate per 4 Aree coperte tutte, sanitarie e non 5 Modalità allarme numero dedicato 6 Criteri allarme codificati 7 Risposta di base del reparto 8 presidi disponibili in reparto 9 check list garantita da periodico controllo 10 competenze di chi chiama (% formati BLSD su totale) 11 riaddestramento periodico 12 Composizione del team di risposta 13 presidi ed apparecchiature di chi risponde giorni o fasce orarie criteri o competenze solo sanitarie solo sanitarie solo sanitarie numero numero numero dedicato non dedicato non dedicato codificati MET codificatri AC non codificati non codificati BLSD / ILS BLSD BLS attesa carrello emergenza + DAE si con descrizione modalità di controllo carrello emergenza + DAE si, non descritte le modalità di controllo carrello emergenza 100% < 100% < 50% < 25% no armadio/borsa farmaci <= 2 anni > 2 anni non definito nessuno medico istituzionale + infermiere zaini emergenza + defibrillatore 14 modalità di raccolta dati ACC controllo e verifica + MET del processo 15 competenze di chi risponde (% formati ALS su totale) 16 struttura di governo del sistema medico istituzionale + infermiere zaini emergenza + defibrillatore raccolta dati ACC solo medico istituzionale solo zaini registro interventi 100% < 100% < 50% < 25% comitato ufficiale per l emergenza riunioni su dati raccolti riunioni occasionali no medico di guardia Legenda: AC arresto cardiocircolatorio; MET medical emergency team; DAE defibrillatore semiautomatico; ILS immediate life support 17

20 Il secondo strumento utilizzato per la valutazione è costituito dall analisi dei piani di emergenza intraospedaliera degli ospedali piemontesi. Secondo quanto stabilito dal Gruppo di lavoro, l AReSS ha richiesto a tutte le Direzioni Sanitarie degli ospedali presenti in Piemonte il piano di risposta alle emergenze cliniche. L intenzione del Gruppo di lavoro è stata quella di esaminare i suddetti piani, utilizzando una griglia di valutazione basata sulle raccomandazioni presenti in letteratura, relative ai sistemi di risposta all emergenza. La griglia è stata quindi redatta arricchendo gli items del questionario GCA con altre caratteristiche, desunte dalle linee guida esistenti sull argomento, e validata con piccole modifiche (Tabella A). Nella realizzazione della griglia, ad ogni risposta, è stato attribuito un punteggio che è stato poi sommato per ottenere un punteggio complessivo sull adeguatezza delle caratteristiche dei sistemi di risposta degli ospedali. La richiesta dei piani di emergenza alla data del 14/9/07 era stata soddisfatta solo da 13 ospedali. E difficile interpretare questo alto tasso di non risposta; è possibile che alcuni ospedali pur disponendo di un piano scritto di risposta all emergenza non abbiano potuto inviarlo ma è anche probabile che molti altri ospedali non abbiano evaso la richiesta perchè non ne disponevano. Nonostante lo scarso numero di piani disponibili, si è comunque provveduto alla loro valutazione per mezzo della griglia e ad effettuare un analisi dei dati così ottenuti. Dall analisi degli specifici items contenuti nella griglia, le maggiori criticità parrebbero riguardare da un lato le modalità e i criteri sulla cui base vengono attivate le richieste di emergenza, dall altro la dotazione di apparecchiature del team che fornisce la risposta e del personale di reparto che gestisce l emergenza. Inoltre, anche quest indagine mostra che la raccolta dei dati sulle emergenze erogate è effettuata molto raramente e che vi è scarso governo del sistema, in termini di comitati deputati o di riunioni finalizzate a discutere e risolvere eventuali problemi sul tema. In conclusione, sulla base della documentazione esaminata, le criticità esistenti possono essere riassunte nelle seguenti considerazioni: pochi ospedali hanno un piano di emergenza i piani di emergenza sono disomogenei, parziali pochissimi ospedali dispongono di raccolta dati pochissimi ospedali attuano un governo clinico 18

21 Un modello di applicazione del RRS: l esperienza dell AOU S. Luigi Gonzaga La risposta alle emergenze intraospedaliere all interno dell Ospedale S. Luigi è passata in sei anni ( ) dal semplice intervento del rianimatore per l arresto cardiaco ad un modello organizzativo avanzato che, anticipando i contenuti della Consensus Conference di Pittsburgh, ha realizzato ed implementato una catena della sopravvivenza intraospedaliera come descritta dalle più recenti linee guida mondiali pubblicate su Circulation e Resuscitation (J. Nolan, Resuscitation 2006, 71, ). Il primo anello del S. Luigi prevede l allarme su telefono dedicato con numero unico per tutto l ospedale non solo per l arresto cardiaco ma anche per qualunque emergenza clinica che si verifichi nei reparti di degenza o nelle aree non sanitarie all interno dell ospedale, sulla base di criteri scritti, appositamente codificati. Per la definizione dei criteri di allarme è stato adottato un sistema a parametri multipli che attribuisce ai parametri rilevati durante la valutazione un peso diverso, differenziandoli in criteri rossi e criteri gialli. (Fig. 4) Fig. 4: Criteri di allertamento del S. Luigi Gonzaga Criterio rosso: identifica un deterioramento clinico tale da compromettere le funzioni vitali del paziente o una situazione potenzialmente in grado di evolvere rapidamente verso l arresto cardiaco; Criterio giallo: identifica l anormalità di un solo parametro clinico che, da solo, non richiede l immediato intervento del MET; tuttavia la contemporanea presenza di una ulteriore anormalità di questo tipo pone il paziente ad un livello di rischio tale da rendere necessario l intervento. 19

22 20 La presenza di un singolo criterio rosso o la presenza contemporanea di due o più criteri gialli impongono quindi l allertamento del braccio efferente. Il personale medico ed infermieristico riceve una formazione specifica che addestra, attraverso scenari simulati, a saper valutare con un metodo rapido ed efficace il paziente critico, a riconoscere gli eventuali criteri di allarme e a prepararsi a lavorare con il MET, se allertato. Tale formazione, strutturata in un corso progettato e realizzato dalla Rianimazione del S. Luigi il Corso METal rappresenta la prima iniziativa del genere in Italia, approvata e certificata da IRC quale formazione del braccio afferente per tutto il territorio nazionale. Il secondo ed il terzo anello possono contare sulla capacità di tutto il personale medico ed infermieristico ad iniziare manovre di base disponendo in ogni reparto di carrelli di emergenza uniformi con contenuti standardizzati e di defibrillatori semiautomatici utilizzabili anche da personale infermieristico, a tale scopo addestrato ed autorizzato attraverso una formazione certificata (Corsi BLSD IRC) rivolta a tutti i dipendenti e periodicamente aggiornata. Il quarto anello, il MET (Medical Emergency Team) è costituito, dal 2004, da un medico anestesista rianimatore e da un infermiere della Rianimazione, tutti formati in ALS (Advanced Life Support); il MET, con tempi di intervento molto rapidi, tratta il paziente insieme al personale di reparto (medico e/o infermiere). La raccolta dati avviata sin dal 1 luglio 2004, secondo lo standard internazionale definito Utstein Style (Resuscitation 63, 2004, ), ha confermato una sopravvivenza degli arresti cardiaci, alla dimissione dell ospedale, sovrapponibile ai dati di letteratura internazione (13,8%), ha dimostrato una diminuzione della incidenza degli arresti cardiaci già dal secondo anno di attività del MET lasciando supporre che tale modello organizzativo, anticipando l allarme e quindi l intervento avanzato, sia realmente in grado di prevenire in taluni casi l arresto cardiaco e di ridurre i ricoveri inappropriati in Terapia Intensiva.

23 Le Linee Guida Organizzative regionali Organizzazione dei sistemi di risposta alle emergenze cliniche intraospedaliere Le linee guida organizzative contenute nel documento di Raccomandazioni dell AReSS e successivamente approvate dall Assessorato alla Salute con DGR del , si ispirano alla integrazione multidisciplinare e multiprofessionale. Esse suggeriscono di affrontare il disegno complessivo di riorganizzazione in steps successivi, anche in considerazione della situazione di partenza di ciascun Ospedale, accompagnando tale processo con idonei progetti formativi basati sulle competenze da acquisire e da mantenere nel tempo. Nella stesura delle linee guida sono stati considerati: 1. Il quadro normativo e giuridico di riferimento, ed in particolare La formazione specialistica dell Anestesista Rianimatore secondo le norme europee ed il riassetto delle scuole di Specialità di area sanitaria che riconoscono questo specialista come il più adatto alla gestione delle emergenze e delle condizioni di criticità; I bisogni di formazione continua in medicina che comprendono, per tutto il personale sanitario, il tema delle emergenze; Le normative sull utilizzo del defibrillatore semiautomatico (DAE) che consentono a tutti gli operatori sanitari l utilizzo del DAE; Le raccomandazioni della Commissione di Bioetica SIAARTI che riguardano le cure di fine vita, i criteri di ammissione in T.I. e le cure palliative; 2. Le linee guida cliniche ed organizzative di letteratura internazionale Linee guida ILCOR novembre 2005 Le Linee Guida Europee di rianimazione cardiopolmonare sul tema del DNAR (do not attempt resuscitation) Consensus Conference sul RRS Linee guida NHS: NICE Le raccomandazioni scientifiche italiane di riferimento disponibili Raccomandazioni SIAARTIIRC a. Piano di risposta alle emergenze cliniche Sulla scorta dei dati di letteratura e delle esperienze disponibili, si individua uno standard minimo previsto per tutti gli ospedali rappresentato dalla disponibilità di un Piano di risposta alle emergenze cliniche scritto, periodicamente verificato ed aggiornato. Esso dovrà essere progettato o implementato, se già esistente, attraverso un processo di consenso interdisciplinare e interprofessionale. A tale scopo è raccomandata l istituzione, presso ciascuna Azienda, di un Gruppo Multidisciplinare composto almeno da: un Anestesista Rianimatore riconosciuto quale specialista di riferimento o da uno specialista della struttura istituzionalmente deputata alla risposta, con il ruolo di Referente Aziendale, 21

24 un medico per ciascun Dipartimento, infermieri dei reparti medici e chirurgici, un infermiere, preferibilmente di Rianimazione, con il ruolo di Resuscitation Training Officer ; quest ultimo, individuato sulla base di un adeguato percorso professionale e formativo, dovrà curare la supervisione dell addestramento alle tecniche di RCP, il controllo delle procedure, delle checklist o il rilievo dei dati dai defibrillatori automatici esterni (DAE). Il Gruppo Multidisciplinare coadiuva la Direzione Sanitaria aziendale/di presidio nella redazione del Piano di Risposta e nella supervisione e monitoraggio della sua applicazione. La progettazione del piano di risposta deve considerare alcuni presupposti, quali: struttura dell Ospedale (monoblocco, padiglioni separati, padiglioni collegati); tempi di percorrenza in relazione ai tempi di risposta consigliati (entro 3 min dall allarme per arresto cardiaco); competenze degli operatori coinvolti; possibilità di attuazione di programmi di defibrillazione precoce nelle aree sanitarie e non; livelli di intensità di cura disponibili (aree intensive, unità intermedie, degenze ordinarie). Il Piano di risposta deve pertanto considerare: 1. La risposta all arresto cardiaco Essa deve prevedere presenti ed efficaci tutti gli anelli della catena della sopravvivenza ed in particolare: 1. riconoscimento dell arresto cardiaco e respiratorio; 2. allarme tempestivo al sistema di risposta; 3. effettuazione delle manovre di base da parte del personale presente in reparto; 4. defibrillazione precoce, se indicata, mediante utilizzo di DAE da parte del personale presente, formato ed autorizzato; 5. rianimazione avanzata a cura del team di risposta. Le linee guida cliniche ed organizzative internazionali stabiliscono che lo standard di cura (rianimazione cardiopolmonare di base e defibrillazione precoce) deve poter essere erogato al paziente in arresto cardiaco entro tre minuti dal collasso. Il Piano di risposta deve perciò considerare la descrizione di tutti gli operatori coinvolti e delle loro modalità di intervento, distinguendo: a) le afferenze costituite dall attivazione da parte delle aree di degenza e non; b) le efferenze costituite dalla risposta avanzata del sistema di emergenza interno. In ogni Ospedale sono da considerare preventivamente le aree di degenza in cui il personale sanitario, sempre presente, deve farsi carico della prima risposta e dell attivazione del sistema di emergenza interno, quindi le aree sanitarie diverse dalle degenze (ambulatori, servizi diagnostici, laboratori analisi, etc ) ed infine le aree non sanitarie (aree amministrative, aree esterne ma comprese tra le mura dell Ospedale, mense, aule, uffici, chiesa e, per gli ospedali a padiglioni, le aree di collegamento quali viali e corridoi interni) per le quali dovrebbe essere specificato con chiarezza chi dà 22

25 l allarme e chi deve intervenire. In particolare il piano dovrà, quindi, indicare: a) Attivazione aree di degenza ordinaria chi chiama: devono essere definiti i livelli di competenza clinica del personale sanitario presente, necessari per le varie fasi del soccorso: capacità di riconoscere un arresto cardiaco, capacità di allertare il team di emergenza su criteri oggettivi, capacità di supporto di base delle funzioni vitali (BLSD); quando chiama: al riscontro dei criteri di allarme (segni di arresto cardiaco, e/o respiratorio); come chiama: modalità di attivazione del team di emergenza (numero dedicato, telefono fisso, cellulare ecc.); chi presta il primo soccorso: il personale sanitario presente; con quali attrezzature: definire la dotazioni dei reparti, (carrelli di emergenza con dotazione uniforme, aspiratori, defibrillatori manuali, DAE, ) con checklist di controllo. b) Attivazione aree di non degenza: devono essere definite le modalità di intervento nelle aree diverse dalle degenze e in particolare: chi chiama: deve essere previsto che l allarme possa essere dato anche da personale non sanitario (portinai, impiegati, visitatori ecc.) messo in condizione di fornire BLS/BLSD, in attesa del team avanzato e, pertanto, il numero per l emergenza interna deve essere diffuso a tutti i dipendenti e chiaramente indicato nelle varie aree dell Ospedale; come chiama: stabilire le modalità di attivazione: numero interno dedicato e accessibile direttamente anche con un telefono cellulare oppure centralino o altro interno deputato a trasmettere l allarme. c) Risposta del sistema chi risponde (composizione del team di risposta): è fortemente raccomandato che il team avanzato sia costituito dall Anestesista Rianimatore e da un infermiere di Rianimazione. Devono essere definiti: livelli di competenza clinica necessari per la gestione avanzata delle funzioni vitali; tempi di risposta: è fortemente raccomandato il rispetto dei 3 minuti di risposta consigliati dalle linee guida internazionali; attrezzature: definizione delle dotazioni di emergenza per le équipe di risposta. 2. La risposta alle emergenze con funzioni vitali conservate Essa costituisce l implementazione della prima fase ed è rivolta a tutte le emergenze acutamente critiche diverse dall arresto cardiaco. Vanno considerati i percorsi intraospedalieri dei pazienti potenzialmente critici, e va adottato un sistema di individuazione precoce di tali pazienti allo scopo di prevenire il deterioramento delle loro condizioni cliniche, ridurre la mortalità e il protrarsi della degenza, ridurre i ricoveri in Terapia Intensiva e le loro riammissioni. 23

26 Devono essere pertanto definiti: strategia di monitoraggio clinicostrumentale e di gestione dei pazienti a rischio, graduata su livelli di gravità basso medio alto. criteri di attivazione del sistema di emergenza, definiti sulla base di specificità locali (case mix dei pazienti ricoverati, livelli di cura disponibili etc.). Tra i sistemi disponibili in letteratura, vengono consigliati i criteri di attivazione basati su alterazioni multiple dei parametri fisiologici, differenziati in criteri rossi e criteri gialli : l allertamento del sistema di risposta è innescato da un solo criterio rosso o da due o più gialli. modalità di primo trattamento da parte del personale dei reparti di degenza composizione del team di risposta e competenze richieste. Essendo stato precedentemente realizzato un sistema di risposta all arresto cardiaco questo va solo integrato con ulteriori competenze ed adeguato in termini di risorse all aumento previsto delle chiamate. necessità tecnologiche e strumentali presenti nei reparti e/o in dotazione al team per garantire un adeguato livello di cure al letto del paziente; criteri di ammissione nelle Unità di Cura Intensiva o Rianimazione; criteri DNAR e limitazione/astensione delle cure; Con riferimento ai criteri DNAR e limitazione/astensione delle cure in ogni Ospedale, dovranno essere identificate modalità di gestione degli aspetti DNAR (Do Not Attempt Resuscitation) e/o limitazione o astensione delle cure con particolare attenzione a quelle intensive. In particolare deve essere identificato un gruppo ad hoc, che veda rappresentati al suo interno gli erogatori della risposta alle emergenze e una rete di referenti di reparto, con le seguenti funzioni elaborazione e diffusione di linee guide locali per interrompere o non iniziare la RCP; supporto a operatori/pazienti/famigliari per tutti gli aspetti che coinvolgono la sfera emotiva, con la possibilità di fornire un parere in tempi rapidi ; definire collegialmente un giudizio prognostico sul paziente Tali criteri dovranno essere sottoposti per approvazione al Comitato Etico Aziendale. B. RACCOLTA DATI Devono essere stabilite le modalità di controllo, di verifica e di miglioramento continuo: i dati raccolti sugli arresti cardiaci (Utstein Style) devono essere elaborati e periodicamente analizzati dal gruppo interdisciplinare, discussi con gli operatori e la Direzione Generale per elaborare eventuali interventi migliorativi. c. PROGRAMMI DI FORMAZIONE La riorganizzazione della risposta alle emergenze intraospedaliere deve definire e prevedere le competenze degli operatori che intervengono ai diversi livelli previsti nel sistema di risposta; il progetto deve quindi essere supportato da adeguati progetti formativi. La formazione deve essere obbligatoria, garantita dalle ASR di appartenenza ai propri dipendenti e deve prevedere gli obiettivi formativi di minima per 24

27 tutto il personale: moduli certificati di base (BLSD/ILS), per coloro che operano in aree non intensive (medici, infermieri, OSS, tecnici sanitari e altro personale di supporto), e avanzati (ALS), per il personale medico ed infermieristico delle aree critiche. Tali programmi formativi devono essere certificati e basati su linee guida cliniche e didattiche internazionali (per uniformità si raccomandano quelle europee), mantenuti con periodici retraining e possibilmente verificati con simulazioni periodiche e devono comprendere: per il personale sanitario dei reparti (braccio afferente) l integrazione delle competenze BLSD/ILS con la capacità di valutazione del paziente critico, la conoscenza dei criteri di allertamento, il primo trattamento in attesa dell intervento avanzato e le modalità di interazione e collaborazione con l équipe di risposta alle emergenze intraospedaliere (Corso METal) per il team di risposta (braccio efferente) l integrazione delle competenze avanzate di rianimazione cardiopolmonare per il trattamento dell arresto cardiaco con quelle per la gestione clinica delle situazioni di emergenza a funzioni vitali conservate ancorché compromesse. Esse richiedono capacità organizzative, gestionali e comportamentali: la gestione delle risorse umane e tecnologiche disponibili, l interazione con il paziente acuto, i famigliari ed i curanti, l autorevolezza per prendere decisioni sulla destinazione definitiva del paziente o sulla eventuale limitazione delle cure. d. Il risultato atteso Il documento, oggetto di delibera regionale, delinea gli interventi migliorativi dei percorsi diagnosticoterapeutici per il trattamento delle emergenze cliniche intraospedaliere con particolare riguardo all arresto cardiaco e alla sua prevenzione mediante il precoce riconoscimento e trattamento delle situazioni critiche. I risultati attesi, in termini di esiti clinici, sono costituiti dalla riduzione della mortalità ospedaliera, dalla riduzione dell incidenza degli arresti cardiaci improvvisi e dal miglioramento della sopravvivenza. I risultati attesi, in termini di controllo del processo, includono: Redazione di un Piano scritto di risposta alle emergenze cliniche intraospedaliere. Definizione scritta dei criteri di allarme per l arresto cardiaco e per le altre emergenze. Definizione del team di risposta. Formazione del personale dei reparti. Raccolta dati degli arresti cardiaci secondo lo standard Utstein. 25

28 Il progetto formativo È fortemente consigliata la progettazione/realizzazione di programmi di formazione specifici e orientati al modello organizzativo disegnato; gli obiettivi educativi devono comprendere (Livello A): per il personale che chiama l integrazione delle competenze BLSD/ILS con la capacità di valutazione del paziente critico secondo lo schema ABCDE, la conoscenza dei criteri di allertamento dell équipe di Risposta Rapida, il primo trattamento in attesa dell intervento avanzato e le modalità di interazione e collaborazione con l équipe di risposta alle emergenze intraospedaliere; per il personale che risponde l integrazione delle competenze per la risposta all arresto cardiaco con quelle per la risposta alle situazioni di emergenza a funzioni vitali conservate ancorché compromesse. (SIAARTI IRC Working Group: Recommendations for organizing responses to InHospital emergencies ) Il Gruppo di lavoro, come già detto in precedenza, ha ritenuto essenziale che le proposte di miglioramento venissero sin dall inizio supportate da un programma appropriato di diffusione regionale e di formazione. A questo scopo è stato progettato un percorso formativo che è stato successivamente approvato e finanziato dalla Regione Piemonte. Obiettivo generale Il progetto formativo è stato disegnato allo scopo di favorire l aggiornamento delle conoscenze specifiche ed il miglioramento delle competenze necessarie per sostenere la realizzazione e/o l implementazione di un sistema di risposta rapida alle emergenze intraospedaliere (RRS) che rappresenti un graduale miglioramento di quello iniziale. Articolazione del progetto Allo scopo di raggiungere l obiettivo generale, il progetto formativo è stato strutturato in quattro eventi (uno per ciascuna area funzionale sovrazonale); si è previsto che ogni evento venisse articolato in tre moduli complementari e consecutivi. 1. Modulo A: Convegno scientifico Un meeting di aggiornamento per ciascuna area funzionale sovrazonale della durata di un giorno; si tratta di una conferenza articolata in relazioni, tavola rotonda e discussione plenaria alla quale sono invitati relatori con riconosciuta esperienza nazionale. Essa è destinata a Medici di Direzioni Sanitarie, Responsabili dei Servizi Infermieristici, Medici ed Infermieri delle Strutture di Anestesia Rianimazione, Medicina d Urgenza, Cardiologia, Reparti di degenza medici e chirurgici, Qualità e Risk Management. I contenuti sono quelli del programma tipo (Programma A) e precisamente: Epidemiologia dell emergenza intraospedaliera (incidenza, sopravvivenza, esiti clinici). Concetto di paziente a rischio. Sistemi di risposta rapida, modelli organizzativi e 26

(Dr Mary Armitage, Guideline Development Group Chair National Institute for Health and Clinical Excellence)

(Dr Mary Armitage, Guideline Development Group Chair National Institute for Health and Clinical Excellence) I pazienti che si ricoverano in ospedale credono di trovarsi in un luogo sicuro dove loro e i loro famigliari ritengono che riceveranno le migliori cure possibili; essi sono sicuri che se le loro condizioni

Dettagli

Tavolo A.Re.S.S. delle Terapie Intensive. Emergenza clinica intraospedaliera. Raccomandazioni e proposte operative

Tavolo A.Re.S.S. delle Terapie Intensive. Emergenza clinica intraospedaliera. Raccomandazioni e proposte operative A ress Aggeenzzi ia Reeggi ioonal lee peerr i Seerrvvi izzi i Sanittarri i Ente strumentale della Regione Piemonte istituito con L.R. n. 10 del 16.03.1998 Tavolo A.Re.S.S. delle Terapie Intensive Emergenza

Dettagli

La monitorizzazione del bambino critico. Dr. Antonio Urbino Direttore S.C. Pediatria d Urgenza OIRM - Torino

La monitorizzazione del bambino critico. Dr. Antonio Urbino Direttore S.C. Pediatria d Urgenza OIRM - Torino La monitorizzazione del bambino critico Dr. Antonio Urbino Direttore S.C. Pediatria d Urgenza OIRM - Torino Mortalità intra-ospedaliera Indicatore globale della qualità delle cure Percentuale di bambini

Dettagli

L organizzazione di un Sistema di Risposta Rapida (RRS) per la gestione delle emergenze intraospedaliere:

L organizzazione di un Sistema di Risposta Rapida (RRS) per la gestione delle emergenze intraospedaliere: L organizzazione di un Sistema di Risposta Rapida (RRS) per la gestione delle emergenze intraospedaliere: l esperienza formativa dell ospedale Maggiore di Bologna GUGLIELMO IMBRÌACO GAETANO TAMMARO MORTALITÀ

Dettagli

Il malato al centro dell'ospedale per intensità di cura. M. Feri -Arezzo-

Il malato al centro dell'ospedale per intensità di cura. M. Feri -Arezzo- Il malato al centro dell'ospedale per intensità di cura M. Feri -Arezzo- Ospedale per intensità di cura da dove nasce? In Toscana la legge n. 22 (8/3/2000) e la successiva n. 40 (24/2/2005) prevedono

Dettagli

Progetto CIELO. Emergenze Intraospedaliere. Evoluzione nella gestione delle. Prevenzione dell arresto cardiaco negli ospedali per Acuti

Progetto CIELO. Emergenze Intraospedaliere. Evoluzione nella gestione delle. Prevenzione dell arresto cardiaco negli ospedali per Acuti Progetto CIELO Evoluzione nella gestione delle Emergenze Intraospedaliere Prevenzione dell arresto cardiaco negli ospedali per Acuti U.O.C. ANESTESIA RIANIMAZIONE Lamberto Padovan Ospedale sicuro? NICE

Dettagli

PPDS01 Procedura di Presidio per la gestione delle emergenze cliniche p.o. Pescia SS. Cosma e Damiano e struttura Ex- Filanda

PPDS01 Procedura di Presidio per la gestione delle emergenze cliniche p.o. Pescia SS. Cosma e Damiano e struttura Ex- Filanda emergenze cliniche p.o. Pescia SS. Cosma e Damiano e struttura Ex- REV. DATA AUTORIZZAZIONI REDATTO VERIFICATO APPROVATO 0 26.06.2001 Dott. Luca Rosso Dott. Giovanni Brunelleschi Resp. Sistema Qualità

Dettagli

00PP07 GESTIONE EMERGENZE CLINICHE

00PP07 GESTIONE EMERGENZE CLINICHE Pag. 2 di 9 SCOPO La presente procedura definisce le modalità e le responsabilità relative alla gestione delle Emergenze Cliniche, qualora si verifichino a carico delle diverse categorie di persone che

Dettagli

Il Triage. Il triage non serve a diminuire i tempi d attesa ma a ridistribuire i pazienti in favore di chi è più grave LE FASI DEL PROCESSO DI TRIAGE

Il Triage. Il triage non serve a diminuire i tempi d attesa ma a ridistribuire i pazienti in favore di chi è più grave LE FASI DEL PROCESSO DI TRIAGE Il Triage Roberto Caronna Dipartimento di Scienze Chirurgiche UOC Chirurgia Generale N Il triage non serve a diminuire i tempi d attesa ma a ridistribuire i pazienti in favore di chi è più grave roberto.caronna@uniroma1.it

Dettagli

PIANO REGIONALE DELLA PREVENZIONE

PIANO REGIONALE DELLA PREVENZIONE REGIONE LIGURIA Dipartimento Salute e Servizi Sociali Settore Prevenzione, Igiene e Sanità Pubblica PIANO REGIONALE DELLA PREVENZIONE SORVEGLIANZA DELLE INFEZIONI CONNESSE ALLE PRATICHE ASSISTENZIALI Anno

Dettagli

Evoluzione della domanda di salute. attuali orientamenti sanitari. l Azienda Ospedaliera Ospedale Niguarda Ca Granda. nuovo modello organizzativo

Evoluzione della domanda di salute. attuali orientamenti sanitari. l Azienda Ospedaliera Ospedale Niguarda Ca Granda. nuovo modello organizzativo Evoluzione della domanda di salute attuali orientamenti sanitari l Azienda Ospedaliera Ospedale Niguarda Ca Granda nuovo modello organizzativo per un efficace gestione dei diversi percorsi clinico-assistenziali,

Dettagli

Valutazione Servizio di Emergenza Intraospedaliera Senese

Valutazione Servizio di Emergenza Intraospedaliera Senese Valutazione Servizio di Emergenza Intraospedaliera Senese R. Lopez, L. Sanarico, B. Bidi, E. Mastrocinque, P. Mongelli, L. Cubattoli, F. Franchi, E. Zei, S. Scolleta UOC Rianimazione e Medicina Critica

Dettagli

26/03/2009 EMERGENTI DA AFFRONTARE. Tale aspetto metodologico riguarda in modo

26/03/2009 EMERGENTI DA AFFRONTARE. Tale aspetto metodologico riguarda in modo LA SALUTE PER TUTTI Il raggiungimento della "salute per tutti" è "mandatorio" per il XXI secolo da parte dell'organizzazione Mondiale della Sanità (WHO). Documento ufficiale pubblicato nel 1999: La "Public

Dettagli

NATIONAL EARLY WARNING SCORE (NEWS) Misurazione Standardizzata della Gravità della Malattia. Dott. Pelati Cristiano

NATIONAL EARLY WARNING SCORE (NEWS) Misurazione Standardizzata della Gravità della Malattia. Dott. Pelati Cristiano NATIONAL EARLY WARNING SCORE (NEWS) Misurazione Standardizzata della Gravità della Malattia Dott. Pelati Cristiano BACKGROUND. 2006: l'agenzia Sanitaria Britannica produce un rapporto dove stima che in

Dettagli

Terapia del dolore: L opportunità di linee guida trasversali alle diverse aree specialistiche nell ottica di un approccio terapeutico appropriato

Terapia del dolore: L opportunità di linee guida trasversali alle diverse aree specialistiche nell ottica di un approccio terapeutico appropriato Terapia del dolore: L opportunità di linee guida trasversali alle diverse aree specialistiche nell ottica di un approccio terapeutico appropriato 2019-2021 Garantire l applicazione della legge 38/2010

Dettagli

La Gestione del Rischio Clinico all interno dei servizi sanitari delle carceri toscane

La Gestione del Rischio Clinico all interno dei servizi sanitari delle carceri toscane 30/05/3013 Dr. Alessandro Cerri Lab Gestione Rischio Clinico Regione Toscana La Gestione del Rischio Clinico all interno dei servizi sanitari delle carceri toscane «La Sanità Penitenziaria dopo la Riforma»

Dettagli

Retraining Basic Life Support Defibrillation (BLSD) CORSO 2016 Direttore del Corso: Dott.ssa MENCARELLI MARINA

Retraining Basic Life Support Defibrillation (BLSD) CORSO 2016 Direttore del Corso: Dott.ssa MENCARELLI MARINA Dipartimento: DIRMT Direttore: Dr.ssa Maria Antonietta Lupi Retraining Basic Life Support Defibrillation (BLSD) CORSO 2016 Direttore del Corso: Dott.ssa MENCARELLI MARINA PRESENTAZIONE: La rianimazione

Dettagli

Istruttori abilitati (PAD) presso sede SARC: 6

Istruttori abilitati (PAD) presso sede SARC: 6 Istruttori abilitati (PAD) presso sede SARC: 6 Personale LAICO formato dai nostri istruttori: anno 2014 --> 68 persone anno 2015 --> 135 persone 1 / 6 Durata corso: 5 ore Giorni disponibili: sabato e domenica

Dettagli

La gestione del dolore acuto in area critica

La gestione del dolore acuto in area critica Cento maggio 2002 La gestione del dolore acuto in area critica CSI M.G. Cristofori trattamento non farmacologico Condizione di salute e ricorso ai servizi sanitari * Percentuale di intervistati che ha

Dettagli

Programma Formativo Aziendale 2013

Programma Formativo Aziendale 2013 Programma Formativo Aziendale 2013 Presso l IRCCS Centro Neurolesi Bonino-Pulejo di Messina, integrare la ricerca, l assistenza e la formazione rappresenta non solo un obiettivo istituzionale, ma, soprattutto,

Dettagli

I ricoveri urgenti dei malati oncologici

I ricoveri urgenti dei malati oncologici I ricoveri urgenti dei malati oncologici Gianmauro Numico AO S.S. Antonio e Biagio e C. Arrigo, Alessandria Collegio Italiano Primari Oncologi Ospedalieri (CIPOMO) Network Italiano Cure di Supporto in

Dettagli

Risposta all Emergenza Intraospedaliera da parte dell U.O. Terapia Intensiva

Risposta all Emergenza Intraospedaliera da parte dell U.O. Terapia Intensiva Pag.1 di 5 1. ggetto e scopo Raggiungere un uniformità d intervento, tra tutto il personale sia del comparto sanitario che non, dipendente dell A.S.L.2 La procedura soddisfa il criterio C.3.1.7. Del requisito

Dettagli

Retraining Basic Life Support Defibrillation (BLSD) CORSO 2018 Direttore del Corso: Dott.ssa MENCARELLI MARINA

Retraining Basic Life Support Defibrillation (BLSD) CORSO 2018 Direttore del Corso: Dott.ssa MENCARELLI MARINA Dipartimento: DIRMT Direttore: Dr.ssa Daniela Spadini Retraining Basic Life Support Defibrillation (BLSD) CORSO 2018 Direttore del Corso: Dott.ssa MENCARELLI MARINA PRESENTAZIONE: La rianimazione cardiopolmonare

Dettagli

Intensità di cura: esperienza delle UU.OO di Medicina Interna di Trento e Rovereto

Intensità di cura: esperienza delle UU.OO di Medicina Interna di Trento e Rovereto Intensità di cura: esperienza delle UU.OO di Medicina Interna di Trento e Rovereto Stefano Toccoli Ilaria Nannini IX Congresso Nazionale ANIMO Bologna, 11 maggio 2014 I sottoscritti STEFANO TOCCOLI e ILARIA

Dettagli

Illustrazione dei contenuti e prospettive future

Illustrazione dei contenuti e prospettive future Roma 6 Maggio 2014 Sala Tirreno Regione Lazio DCA 429/2013 Raccomandazioni per la stesura degli atti aziendali L organizzazione del Distretto Illustrazione dei contenuti e prospettive future Mete Rosario

Dettagli

Tiziana Frittelli. Gestione per processi nelle Aziende da reingegnerizzare

Tiziana Frittelli. Gestione per processi nelle Aziende da reingegnerizzare Tiziana Frittelli Gestione per processi nelle Aziende da reingegnerizzare Criticita interne Grave deficit Organizzazione tradizionale per reparti specialistici Scarsa cultura di processo Forte urgenza

Dettagli

PIANO DI EMERGENZA SANITARIA INTRA-OSPEDALIERA

PIANO DI EMERGENZA SANITARIA INTRA-OSPEDALIERA PIANO DI EMERGENZA SANITARIA INTRA-OSPEDALIERA Az. Osp. Luigi SACCO di Milano IL PIANO DI EMERGENZA SANITARIA DELL A AZIENDA OSPEDALIERA L. SACCO La peculiarità dell Azienda Sacco, in quanto Ospedale,

Dettagli

RIAC Piemonte: 3 anni di raccolta dati. Giulio Radeschi (Gruppo Tecnico Regionale per l emergenza intraospedaliera - Regione Piemonte)

RIAC Piemonte: 3 anni di raccolta dati. Giulio Radeschi (Gruppo Tecnico Regionale per l emergenza intraospedaliera - Regione Piemonte) RIAC Piemonte: 3 anni di raccolta dati Giulio Radeschi (Gruppo Tecnico Regionale per l emergenza intraospedaliera - Regione Piemonte) Il contesto e i suoi obiettivi Il Registro - RIAC La rete degli Centri

Dettagli

Corsi di formazione e di aggiornamento professionale per la prevenzione e lotta contro l AIDS

Corsi di formazione e di aggiornamento professionale per la prevenzione e lotta contro l AIDS Allegato alla Delib.G.R. n. 49/15 del 7.12.2011 Corsi di formazione e di aggiornamento professionale per la prevenzione e lotta contro l AIDS 1. Scenario normativo Nell ambito del piano degli interventi

Dettagli

ASSESSORATO DELL IGIENE E SANITA E DELL ASSISTENZA SOCIALE

ASSESSORATO DELL IGIENE E SANITA E DELL ASSISTENZA SOCIALE L osservazione Breve Intensiva (OBI) è uno strumento per l osservazione e la gestione clinica temporanea in regime di non ricovero la cui durata è limitata a 24 ore. Nell ambito di tale attività possono

Dettagli

Quando e come utilizzare il Day Hospital: opportunità limiti organizzativi e normativi

Quando e come utilizzare il Day Hospital: opportunità limiti organizzativi e normativi Lo Scompenso Cardiaco Cronico (SCC): un modello di collaborazione ospedale-territorio per la qualità dell assistenza e l economia l delle risorse 30/11/2010 LE ALTERNATIVE AL RICOVERO ORDINARIO Quando

Dettagli

F O R M A T O E U R O P E O

F O R M A T O E U R O P E O F O R M A T O E U R O P E O P E R I L C U R R I C U L U M V I T A E INFORMAZIONI PERSONALI Nome LOBINA LINO Indirizzo Telefono ufficio 0706092267 Fax E-mail Nazionalità Italiana Data di nascita ESPERIENZA

Dettagli

Ruolo del Distretto. Approfondimenti e riflessioni. DCA 206/2013 e gli atti di autonomia aziendale. Roma 11 Settembre 2013 Sala Tirreno Regione Lazio

Ruolo del Distretto. Approfondimenti e riflessioni. DCA 206/2013 e gli atti di autonomia aziendale. Roma 11 Settembre 2013 Sala Tirreno Regione Lazio Roma 11 Settembre 2013 Sala Tirreno Regione Lazio DCA 206/2013 e gli atti di autonomia aziendale Ruolo del Distretto Approfondimenti e riflessioni Mete Rosario: Presidente Card Lazio Direttore Distretto

Dettagli

Proposta della Fimmg E.R. per la gestione della cronicità nella Regione Emilia Romagna

Proposta della Fimmg E.R. per la gestione della cronicità nella Regione Emilia Romagna Proposta della Fimmg E.R. per la gestione della cronicità nella Regione Emilia Romagna Proposta per la gestione della cronicità in Emilia Romagna Il Piano Nazionale della Cronicità identifica le cure primarie

Dettagli

Azienda USL Toscana centro

Azienda USL Toscana centro Sistemi a risposta rapida: un supporto all assistenza infermieristica nel processo di cura del paziente neurologico Lucia Magnani Firenze, 7 Aprile 2018 AZIENDA USL TOSCANA CENTRO L' ingloba le ex Ausl

Dettagli

AZIENDA OSPEDALIERA DEI COLLI Monaldi-Cotugno-CTO Sede: Via Leonardo Bianchi NAPOLI

AZIENDA OSPEDALIERA DEI COLLI Monaldi-Cotugno-CTO Sede: Via Leonardo Bianchi NAPOLI AZIENDA OSPEDALIERA DEI COLLI Monaldi-Cotugno-CTO Sede: Via Leonardo Bianchi 80131 NAPOLI Servizio proponente: UOC Formazione e Aggiornamento DETERMINA DIRIGENZIALE n 193 del 11/04/2019 OGGETTO:Progetto

Dettagli

Responsabilità Operative. Responsabilità Decisionali O O O O O

Responsabilità Operative. Responsabilità Decisionali O O O O O Pag.1 di 3 1. Oggetto e scopo Uniformare le modalità di intervento ed esecuzione del lavoro da parte di tutto il personale dell U.O. di Terapia intensiva di I e II livello, che effettua i trasporti. La

Dettagli

vai alla scheda del libro

vai alla scheda del libro vai alla scheda del libro della stessa collana delle della TECNICHE SICUREZZA di RIANIMAZIONE negli UFFICI BLSD Manuale per gli OPERATORI LAICI delle TECNICHE di RIANIMAZIONE BLSD Manuale per gli OPERATORI

Dettagli

Report annuale Arresti Cardiaci Regione Piemonte

Report annuale Arresti Cardiaci Regione Piemonte Report annuale Arresti Cardiaci - Versione.5. Dati aggiornati al 9//5 Eventi AC documentati 7 (3 -.) Pazienti con AC 53 Ricoveri Ordinari 33. Incidenza eventi, Incid. regionale di riferimento, Mortalità

Dettagli

ASSESSORATO DELL IGIENE E SANITA E DELL ASSISTENZA SOCIALE REQUISITI SPECIFICI. AREA EMERGENZA URGENZA: Osservazione Breve Intensiva

ASSESSORATO DELL IGIENE E SANITA E DELL ASSISTENZA SOCIALE REQUISITI SPECIFICI. AREA EMERGENZA URGENZA: Osservazione Breve Intensiva L osservazione Breve Intensiva (OBI) è uno strumento per l osservazione e la gestione clinica temporanea in regime di non ricovero la cui durata è limitata a 24 ore. Nell ambito di tale attività possono

Dettagli

programmi operativi prime esperienze L attività dell AReSS piemonte sull audit clinico fra progettualità

programmi operativi prime esperienze L attività dell AReSS piemonte sull audit clinico fra progettualità L attività dell AReSS Piemonte sull audit fra, e : formazione dei facilitatori nella Medicina Generale L AReSS viene coinvolta nel progetto quando alcune AA.SS.RR. avevano già aderito al progetto proposto

Dettagli

Rete Pneumologica. PSR nessun riferimento alle Malattie Respiratorie

Rete Pneumologica. PSR nessun riferimento alle Malattie Respiratorie Rete Pneumologica PSR 2008-2010 nessun riferimento alle Malattie Respiratorie Aree tematiche di interesse. Una analisi accurata dell incidenza delle Malattie Respiratorie in Liguria, in termini di severità,

Dettagli

Report annuale Arresti Cardiaci Regione Piemonte

Report annuale Arresti Cardiaci Regione Piemonte Versione.. Dati aggiornati al // Eventi AC documentati (7 -.9) Pazienti con AC 77 Ricoveri Ordinari. Incidenza eventi, Incid. regionale di riferimento, Mortalità ospedaliera % tra parentesi il range atteso

Dettagli

PROCEDURA AZI ENUALE APPLICAZIONE SCHEDA MEWS (Modified-Early-Warning-Score) P.A.I00 APPLICAZIONE SCHEDA MEWS (Modified-Early-Warning-Score)

PROCEDURA AZI ENUALE APPLICAZIONE SCHEDA MEWS (Modified-Early-Warning-Score) P.A.I00 APPLICAZIONE SCHEDA MEWS (Modified-Early-Warning-Score) Az. Osp. Univo PROCEDURA AZI ENUALE P.A.IOO Rev.OO Pago l di 6 P.A.I00 REOA1TA F.\$ I NOME F l\zio:'l'e DATA Prof. G. Pril'item Direttore U.O. Igiene ed Epidemiologia U. 2t lcelzoll Direttore U.O. Direzione

Dettagli

Basic Life Support Defibrillation (BLSD) CORSO 2016 Direttore del Corso: Dott.ssa Marina Mencarelli

Basic Life Support Defibrillation (BLSD) CORSO 2016 Direttore del Corso: Dott.ssa Marina Mencarelli Dipartimento: DIRMT Direttore: Dr.ssa Maria Antonietta Lupi Basic Life Support Defibrillation (BLSD) CORSO 2016 Direttore del Corso: Dott.ssa Marina Mencarelli PRESENTAZIONE: La rianimazione cardiopolmonare

Dettagli

MODELLI ORGANIZZATIVI PER IL PAZIENTE CHIRURGICO PSSR PRIMI INDIRIZZI DI PROGRAMMAZIONE PER IL TRATTAMENTO DEL PAZIENTE CHIRURGICO

MODELLI ORGANIZZATIVI PER IL PAZIENTE CHIRURGICO PSSR PRIMI INDIRIZZI DI PROGRAMMAZIONE PER IL TRATTAMENTO DEL PAZIENTE CHIRURGICO MODELLI ORGANIZZATIVI PER IL PAZIENTE CHIRURGICO PSSR 2019-2023 PRIMI INDIRIZZI DI PROGRAMMAZIONE PER IL TRATTAMENTO DEL PAZIENTE CHIRURGICO Claudio Pilerci Il sistema di rete ospedaliero aspetti programmatori

Dettagli

IL RUOLO ATTUALE DELL OBI

IL RUOLO ATTUALE DELL OBI IL RUOLO ATTUALE DELL OBI DOTT ANTONIO SIMONE UOC PRONTO SOCCORSO E MEDICINA D URGENZA OSPEDALE SANDRO PERTINI ROMA ALSRM2 DIRETTORE DOTT F R PUGLIESE NAPOLI 19/10/2016 ISTITUZIONE DELL O.B.I OSSERVAZIONE

Dettagli

Cure Palliative: la visione del MMG. Dott. Luca Bellazzi Vigevano

Cure Palliative: la visione del MMG. Dott. Luca Bellazzi Vigevano Cure Palliative: la visione del MMG Dott. Luca Bellazzi Vigevano Il quadro Il quadro Legge 15 marzo 2010, n. 38 concernente Disposizioni per garantire l'accesso alle cure palliative e alla terapia

Dettagli

I.R.C.C.S. Azienda Ospedaliera Universitaria San Martino - IST Istituto Nazionale per la Ricerca sul Cancro

I.R.C.C.S. Azienda Ospedaliera Universitaria San Martino - IST Istituto Nazionale per la Ricerca sul Cancro I.R.C.C.S. Azienda Ospedaliera Universitaria San Martino - IST Istituto Nazionale per la Ricerca sul Cancro Documento Organizzativo dell Unità Operativa CLINICA di MEDICINA INTERNA A INDIRIZZO ONCOLOGICO

Dettagli

RELAZIONE ANNUALE di RISK MANAGEMENT (ai sensi dell art.2 c.5 legge 8 marzo 2017 n. 24, legge Gelli ) ANNO 2018 IRCCS Neuromed

RELAZIONE ANNUALE di RISK MANAGEMENT (ai sensi dell art.2 c.5 legge 8 marzo 2017 n. 24, legge Gelli ) ANNO 2018 IRCCS Neuromed RELAZIONE ANNUALE di RISK MANAGEMENT (ai sensi dell art.2 c.5 legge 8 marzo 2017 n. 24, legge Gelli ) ANNO 2018 IRCCS Neuromed 1. IL PROGETTO RISK MANAGEMENT: GESTIONE DEL RISCHIO CLINICO NEUROMED Il Risk

Dettagli

SIPed: definizione, indicazioni, survey

SIPed: definizione, indicazioni, survey Il bambino a rischio : chi? come? dove? quando? SIPed: definizione, indicazioni, survey Maria Giovanna Paglietti! U.O.C. Broncopneumologia! Direttore Renato Cutrera! Dipartimento Pediatrico Universitario

Dettagli

IL RUOLO E LE RESPONSABILITA DEI PROFESSIONISTI DELL AREA INFERMIERISTICA ED OSTETRICA NEL DIPARTIMENTO

IL RUOLO E LE RESPONSABILITA DEI PROFESSIONISTI DELL AREA INFERMIERISTICA ED OSTETRICA NEL DIPARTIMENTO PROGETTO FORMATIVO AZIENDALE Titolo del progetto: IL RUOLO E LE RESPONSABILITA DEI PROFESSIONISTI DELL AREA INFERMIERISTIA ED OSTETRIA NEL DIPARTIMENTO Destinatari: Professioni cui l evento formativo è

Dettagli

RIORGANIZZAZIONE PER INTENSITA DI CURE IN UNA MEDICINA: S.O.C. Medicina P.O. Gemona

RIORGANIZZAZIONE PER INTENSITA DI CURE IN UNA MEDICINA: S.O.C. Medicina P.O. Gemona RIORGANIZZAZIONE PER INTENSITA DI CURE IN UNA MEDICINA: S.O.C. Medicina P.O. Gemona Palmanova, 17 dicembre 2011 Dott.ssa Paola Zuliani ESEMPIO PRATICO- anno 2009- Obiettivo di Budget: Sperimentare un organizzazione

Dettagli

(Lista di controllo SPEC. AMB.) cognome nome

(Lista di controllo SPEC. AMB.) cognome nome Dichiarazione del possesso dei requisiti ulteriori di qualità generali e specifici previsti per l accreditamento REQUISITI delle STRUTTURE CHE EROGANO PRESTAZIONI SPECIALISTICHE IN REGIME AMBULATORIALE

Dettagli

1.2 - Prevenzione Attiva delle Complicanze del Diabete Tipo 2. Torino, 03/02/2008

1.2 - Prevenzione Attiva delle Complicanze del Diabete Tipo 2. Torino, 03/02/2008 Torino, 03/02/2008 Al Direttore Operativo del CCM Regione: Piemonte Titolo del progetto: Prevenzione attiva delle complicanze del diabete tipo 2 (Gestione integrata del diabete tipo 2) Referente: Dr. Roberto

Dettagli

Prevenire gli errori di comunicazione: l identificazione del lato del sito chirurgico

Prevenire gli errori di comunicazione: l identificazione del lato del sito chirurgico 2010 Quaderni per la qualità e la sicurezza del paziente Prevenire gli errori di comunicazione: l identificazione del lato del sito chirurgico 15 presentazione Dr. Armando Giacalone Direttore Generale

Dettagli

L infermiere esperto in terapia intensiva coronarica Utic centro spoke. Paola Sanvito

L infermiere esperto in terapia intensiva coronarica Utic centro spoke. Paola Sanvito L infermiere esperto in terapia intensiva coronarica Utic centro spoke Paola Sanvito Complessità assistenziale Verbania NOVARA Borgomanero Domodossola Rete Ima MODELLO ORGANIZZATIVO Il modello organizzativo

Dettagli

PIANO DELLA FORMAZIONE 2014

PIANO DELLA FORMAZIONE 2014 Azienda pubblica di servizi alla persona OPERA PIA COIANIZ 33017 TARCENTO (Udine) Via P. Coianiz, n. 8 Area delle Cure Sanitarie e Socioassistenziali PIANO DELLA FORMAZIONE 2014 dott. Carla Papparotto

Dettagli

Retraining Basic Life Support e Defibrillation

Retraining Basic Life Support e Defibrillation Descrizione generale Il corso di Retraining Basic Life Support Defibrillation secondo le linee guida IRC/ERC (Italian Resuscitation Council/European Resuscitation Council) viene rivolto a tutto il personale

Dettagli

La documentazione infermieristica e/o integrata quale strumento per la qualità e la gestione del rischio.

La documentazione infermieristica e/o integrata quale strumento per la qualità e la gestione del rischio. La documentazione infermieristica e/o integrata quale strumento per la qualità e la gestione del rischio. Il sistema sanitario è un sistema complesso in cui interagiscono molteplici fattori: prestazioni

Dettagli

Dott.Patrizia Ruggeri. 1 Febbraio 2017

Dott.Patrizia Ruggeri. 1 Febbraio 2017 Dott.Patrizia Ruggeri 1 Febbraio 2017 MEDICI DIABETOLOGI DIABETE MALATTIA CRONICA CHRONIC CARE MODEL Centralità della Persona Gestione Integrata Passare dalla cura al prendersi cura significa superare

Dettagli

OSPEDALE POLICLINICO SAN MARTINO

OSPEDALE POLICLINICO SAN MARTINO DocOrg 001 OSPEDALE POLICLINICO SAN MARTINO Documento Organizzativo dell Unità Operativa Day Hospital U02H Dipartimento MEDICINA INTERNA GENERALE E SPECIALISTICA (DIPME) Redatto-Controllato R.A.Q. U.O.

Dettagli

UN ESEMPIO DI GESTIONE INTEGRATA OSPEDALE TERRITORIO. Piero Luigi GIULIANO

UN ESEMPIO DI GESTIONE INTEGRATA OSPEDALE TERRITORIO. Piero Luigi GIULIANO GLI ACCESSI VENOSI: COME MIGLIORARNE LA GESTIONE COINVOLGENDO I SERVIZI TERRITORIALI TORINO 17 OTTOBRE 2018 UN ESEMPIO DI GESTIONE INTEGRATA OSPEDALE TERRITORIO Piero Luigi GIULIANO keyword Rete oncologica

Dettagli

SOSTENIBILITA E VERA INNOVAZIONE: QUALI SISTEMI DI GOVERNANCE?

SOSTENIBILITA E VERA INNOVAZIONE: QUALI SISTEMI DI GOVERNANCE? Il futuro del SSN tra modelli organizzativi, sostenibilità e innovazione SOSTENIBILITA E VERA INNOVAZIONE: QUALI SISTEMI DI GOVERNANCE? Asiago 16 settembre 2016 Giulio Fornero 1 Appropriatezza Intervento

Dettagli

COMUNICATO STAMPA L ATTIVITA DEL PRONTO SOCCORSO DI ADRIA:

COMUNICATO STAMPA L ATTIVITA DEL PRONTO SOCCORSO DI ADRIA: COMUNICATO STAMPA L ATTIVITA DEL PRONTO SOCCORSO DI ADRIA: accoglienza, triage, braccialetto elettronico, monitoraggio continuo dei tempi d attesa e osservazione breve intensiva L attenzione dell Azienda

Dettagli

ALLEGATOA alla Dgr n del 16 luglio 2013 pag. 1/6

ALLEGATOA alla Dgr n del 16 luglio 2013 pag. 1/6 giunta regionale 9^ legislatura ALLEGATOA alla Dgr n. 1230 del 16 luglio 2013 pag. 1/6 CONVENZIONE DI RICERCA TRA LA REGIONE DEL VENETO E L ISTITUTO DI RICERCHE FARMACOLOGICHE MARIO NEGRI PER LA VALUTAZIONE

Dettagli

I modelli organizzativi e gli standard dopo il DM 70 del Paolo Groff

I modelli organizzativi e gli standard dopo il DM 70 del Paolo Groff I modelli organizzativi e gli standard dopo il DM 70 del 2015 Paolo Groff 1 Policy Statement: standard di riferimento per le MeCAU, 2017 DPR 27/03/1992 (e succ. Atto di Intesa Stato- Regioni, GU 17/05/1992):

Dettagli

Il progetto regionale di ricerca MACONDO

Il progetto regionale di ricerca MACONDO Il progetto regionale di ricerca MACONDO Valutazione dell'assistenza domiciliare al paziente oncologico, con particolare riferimento al riconoscimento e al controllo del dolore in una rete di assistenza

Dettagli

TRIAGE QUANTI CODICE COLORE? Daniele Marchisio TRIAGE: QUANTI CODICI COLORE? Gruppo Formazione Triage A. O. Città della Salute e della Scienza Torino

TRIAGE QUANTI CODICE COLORE? Daniele Marchisio TRIAGE: QUANTI CODICI COLORE? Gruppo Formazione Triage A. O. Città della Salute e della Scienza Torino TRIAGE QUANTI CODICE COLORE?????? Daniele Marchisio Gruppo Formazione Triage A. O. Città della Salute e della Scienza Torino MODELLO DI RIFERIMENTO Approccio olistico alla persona Realizzazione presa in

Dettagli

S.C. Pediatria PO di Moncalieri ASL 8 (poi TO5) Chieri. Date Dal 7 febbraio 1994 al 7 settembre 1997

S.C. Pediatria PO di Moncalieri ASL 8 (poi TO5) Chieri. Date Dal 7 febbraio 1994 al 7 settembre 1997 CURRICULUM VITAE ELABORATO SULLA BASE DEL FORMATO EUROPEO INFORMAZIONI PERSONALI Nome Indirizzo lavoro Anna Coni Piazza A. Ferdinando, 3 Moncalieri Telefono 338 7061541 Fax 011 6930229 E-mail Nazionalità

Dettagli

Nuovi orientamenti organizzativi del Pronto Soccorso Pediatrico

Nuovi orientamenti organizzativi del Pronto Soccorso Pediatrico Nuovi orientamenti organizzativi del Pronto Soccorso Pediatrico Nicola Pirozzi DEA-ARCO Premessa Ruolo del PS Pediatrico nella rete regionale Nella Rete Regionale Pediatrica, la gestione dell emergenza

Dettagli

www.areu.lombardia.it.!!!!!!!! a QUALSIASI cittadino che possa trovarsi di fronte a una persona colta da malore. RICONOSCERE i segni di allarme di un Arresto Cardio Circolatorio (ACC) Saper ALLERTARE correttamente

Dettagli

La gestione dei percorsi di cura nella BPCO: un progetto di audit clinico. domenico tangolo

La gestione dei percorsi di cura nella BPCO: un progetto di audit clinico. domenico tangolo La gestione dei percorsi di cura nella BPCO: un progetto di audit clinico domenico tangolo Il progetto QuADRO (Qualità-Audit-Dati- Ricerca-Outcome) si pone come obiettivo di consolidare di una metodologia

Dettagli

C.P.S.E. L. Sasso C.P.S.I. B. Lomello. S.C. Cardiologia Rivoli

C.P.S.E. L. Sasso C.P.S.I. B. Lomello. S.C. Cardiologia Rivoli C.P.S.E. L. Sasso C.P.S.I. B. Lomello S.C. Cardiologia Rivoli L EPIDEMIA DEL MILLENNIO COS E LO SCOMPENSO CARDIACO E un deficit della funzione di pompa del cuore con incapacità di assicurare una adeguata

Dettagli

JOB DESCRIPTION PER DIRETTORE USC TERAPIA INTENSIVA E SUBINTENSIVA (TIS) La Struttura Complessa Terapia Intensiva e Subintensiva (TIS)

JOB DESCRIPTION PER DIRETTORE USC TERAPIA INTENSIVA E SUBINTENSIVA (TIS) La Struttura Complessa Terapia Intensiva e Subintensiva (TIS) JOB DESCRIPTION PER DIRETTORE USC TERAPIA INTENSIVA E SUBINTENSIVA (TIS) La Struttura Complessa Terapia Intensiva e Subintensiva (TIS) La Struttura Complessa Terapia Intensiva e Subintensiva (TIS) afferisce

Dettagli

Convegno CARD S. Bonifacio

Convegno CARD S. Bonifacio Convegno CARD S. Bonifacio 7-10-2016 La dimissione del paziente dall ospedale verso l ospedale di comunità. Valutazione di 6 anni di attività dell ospedale di comunità di Tregnago Dr. Roberto Borin Cure

Dettagli

!!!!!!!! UNIVERSITA +DEGLI+STUDI+DI+PISA+

!!!!!!!! UNIVERSITA +DEGLI+STUDI+DI+PISA+ UNIVERSITA DEGLISTUDIDIPISA FACOLTA DIMEDICINAECHIRURGIA CORSODILAUREAININFERMIERISTICA (abilitanteallaprofessionesanitariadiinfermiere) Relatore: Prof.ssaAnnaFornari See & Treat una possibile soluzione

Dettagli

Progetti Obiettivo di Piano Sanitario Nazionale Accordo Stato Regione del 26/10/2017 CSR/181

Progetti Obiettivo di Piano Sanitario Nazionale Accordo Stato Regione del 26/10/2017 CSR/181 Progetti Obiettivo di Piano Sanitario Nazionale Accordo Stato Regione del 26/10/2017 CSR/181 Regione Proponente Sicilia Linea progettuale Titolo del Progetto Durata del Progetto Linea 5. Gestione della

Dettagli

U.C.C.P. San Giorgio del Sannio: presentazione primi dati di attività

U.C.C.P. San Giorgio del Sannio: presentazione primi dati di attività Emergenza cronicità in Campania: nuovi modelli organizzativi AFT e UCCP U.C.C.P. San Giorgio del Sannio: presentazione primi dati di attività Dott. Alessandro Cataffo Resp.le UOC Assistenza Sanitaria Distretto

Dettagli

La continuità assistenziale

La continuità assistenziale Le reti oncologiche regionali Presente, problematiche e prospettive future La continuità assistenziale Giuseppe Nastasi U.O.C. Oncologia Medica A.O. Bolognini - Seriate (BG) Camera dei Deputati - Palazzo

Dettagli

UNITÁ OPERATIVA ANESTESIA E TERAPIA INTENSIVA AREA NORD - TERAPIA INTENSIVA BENTIVOGLIO DIPARTIMENTO SERVIZI

UNITÁ OPERATIVA ANESTESIA E TERAPIA INTENSIVA AREA NORD - TERAPIA INTENSIVA BENTIVOGLIO DIPARTIMENTO SERVIZI UNITÁ OPERATIVA ANESTESIA E TERAPIA INTENSIVA AREA NORD - TERAPIA INTENSIVA BENTIVOGLIO DIPARTIMENTO SERVIZI 1/9 Attività L'unità operativa di Anestesia e Terapia Intensiva Area Nord eroga le proprie prestazioni

Dettagli

Cloruro Di Potassio 27/05/2005 (Livello 2)

Cloruro Di Potassio 27/05/2005 (Livello 2) Cloruro Di Potassio 27/05/2005 (Livello 2) Ministero Della Salute Raccomandazioni Sul Corretto Utilizzo Delle Soluzioni Concentrate di Cloruro di Potassio E Altre Soluzioni Concentrate con Potassio Documento

Dettagli

Percorso scompenso cardiaco secondo Chronic Care nella zona montana: a che punto siamo, quali sono i problemi e quali le prospettive di sviluppo.

Percorso scompenso cardiaco secondo Chronic Care nella zona montana: a che punto siamo, quali sono i problemi e quali le prospettive di sviluppo. Percorso scompenso cardiaco secondo Chronic Care nella zona montana: a che punto siamo, quali sono i problemi e quali le prospettive di sviluppo. Scompenso cardiaco Lo scompenso cardiaco rappresenta una

Dettagli

Salvatore Lanzarone* Ivana Finiguerra *, Leonardo Fuggetta* *Ospedale San Giovanni Bosco di Torino

Salvatore Lanzarone* Ivana Finiguerra *, Leonardo Fuggetta* *Ospedale San Giovanni Bosco di Torino L impiego della checklist per la sicurezza del paziente in S.O. nel Presidio Ospedaliero San Giovanni Bosco di Torino: analisi delle criticità e pianificazione delle azioni di miglioramento Salvatore Lanzarone*

Dettagli

PROGRAMMA: EVENTO RESIDENZIALE P.O. DI TRADATE

PROGRAMMA: EVENTO RESIDENZIALE P.O. DI TRADATE PROGRAMMA: EVENTO RESIDENZIALE TITOLO EVENTO: EMERGENZA INTRAOSPEDALIERA:RETRAINING. P.O. DI TRADATE Tipologia formativa: CORSO RESIDENZIALE ID evento: 79363 Sede e date: P.O. Tradate, c/o Punto Prelievi

Dettagli

FINALITÀ, ORGANIGRAMMA, FUNZIONI DEL DIPARTIMENTO DI EMERGENZA URGENZA FINALITÀ, ORGANIGRAMMA, FUNZIONI DEL DIPARTIMENTO DI EMERGENZA URGENZA

FINALITÀ, ORGANIGRAMMA, FUNZIONI DEL DIPARTIMENTO DI EMERGENZA URGENZA FINALITÀ, ORGANIGRAMMA, FUNZIONI DEL DIPARTIMENTO DI EMERGENZA URGENZA Pagina 1 di 5 FINALITÀ, ORGANIGRAMMA, FUNZIONI DEL N. Revisione Data Motivo della revisione Redatto Verificato Approvato 0 20/03/2013 Direttore Dipartimento Emergenza Urgenza Ufficio Processi e Accreditamento

Dettagli

RELAZIONE FINALE SUGLI OBIETTIVI DELLA U.O. RISCHIO CLINICO DELL ASP DI RAGUSA

RELAZIONE FINALE SUGLI OBIETTIVI DELLA U.O. RISCHIO CLINICO DELL ASP DI RAGUSA RELAZIONE FINALE SUGLI OBIETTIVI DELLA U.O. RISCHIO CLINICO DELL ASP DI RAGUSA SCHEDA 7 : GESTIONE DEL RISCHIO CLINICO Gli obiettivi dell anno 2011 sono: 1) Piano aziendale per la gestione del rischio

Dettagli

Report annuale Emergenza Con Polso Regione Piemonte

Report annuale Emergenza Con Polso Regione Piemonte Versione 1.8. Dati aggiornati al 6/12/216 Eventi ECP documentati 1.512 (2.524-12.621) Pazienti con ECP 1.512 Ricoveri 252.412 Dose MET 5,99 Mortalità ospedaliera 5% tra parentesi il range atteso Dose MET

Dettagli

BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE CAMPANIA - N. 6 DEL 22 GENNAIO 2007

BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE CAMPANIA - N. 6 DEL 22 GENNAIO 2007 REGIONE CAMPANIA - Giunta Regionale - Seduta del 22 dicembre 2006 - Deliberazione N. 2132 - Area Generale di Coordinamento N. 20 - Assistenza Sanitaria - Approvazione progetto per diagnosi,trattamento

Dettagli

ALLEGATO A. Raccomandazioni per la realizzazione di un programma di Antibiotic Stewardship in ospedale

ALLEGATO A. Raccomandazioni per la realizzazione di un programma di Antibiotic Stewardship in ospedale ALLEGATO A Raccomandazioni per la realizzazione di un programma di Antibiotic Stewardship in ospedale Premessa In Toscana, negli ospedali durante il 2014 sono stati consumati 88,9 DDD di antibiotici per

Dettagli

PRONTO SOCCORSO Dipartimento Emergenza

PRONTO SOCCORSO Dipartimento Emergenza PRONTO SOCCORSO Dipartimento Emergenza 1/9 Attività I Pronto Soccorso dell Azienda USL di Bologna hanno sede presso i seguenti ospedali: - Bazzano - Bentivoglio - Budrio - Maggiore di Bologna - Porretta

Dettagli

PROGRAMMA REGIONALE DI FORMAZIONE TRIENNALE IN TERAPIA DEL DOLORE

PROGRAMMA REGIONALE DI FORMAZIONE TRIENNALE IN TERAPIA DEL DOLORE PROGRAMMA REGIONALE DI FORMAZIONE TRIENNALE IN TERAPIA DEL DOLORE Tipologia formativa: Workshop ID evento: SDS 16033/AI Sede: Sala Convegni, Palazzo Sistema, Via Taramelli 26, Milano BREVE PREMESSA La

Dettagli

Integrazione ospedale territorio: l esperienza di una Azienda Ospedaliero Universitaria e una Azienda Sanitaria Locale Romana.

Integrazione ospedale territorio: l esperienza di una Azienda Ospedaliero Universitaria e una Azienda Sanitaria Locale Romana. Integrazione ospedale territorio: l esperienza di una Azienda Ospedaliero Universitaria e una Azienda Sanitaria Locale Romana Assunta De Luca IL CONTESTO L aumento dell aspettativa di vita nei paesi industrializzati

Dettagli

CONTENUTI SPECIFICI PSICOLOGO SPECIALISTA

CONTENUTI SPECIFICI PSICOLOGO SPECIALISTA Il documento è stato sviluppato dai professionisti della Rete Locale di Cure Palliative dell Azienda USL della Romagna che hanno partecipato ai percorsi formativi organizzati con la collaborazione dell

Dettagli

Piano di gestione del Sovraffollamento Vers 04 del SCHEDE DEI LIVELLI DI ALLERTA

Piano di gestione del Sovraffollamento Vers 04 del SCHEDE DEI LIVELLI DI ALLERTA Piano di gestione del Sovraffollamento Vers 04 del 30.3.2018 SCHEDE DEI LIVELLI DI ALLERTA Pagina 1 di 6 SATURAZIONE PRONTO SOCCORSO AZIONE 1 - SCENARIO DI IPERAFFLUSSO AL PRONTO SOCCORSO O SOVRAFFOLLAMENTO

Dettagli

Le buone pratiche. Sicurezza in sala operatoria: esperienze regionali a confronto - REGIONE SICILIA - Tommaso Mannone Risk manager

Le buone pratiche. Sicurezza in sala operatoria: esperienze regionali a confronto - REGIONE SICILIA - Tommaso Mannone Risk manager Le buone pratiche. Sicurezza in sala operatoria: esperienze regionali a confronto - REGIONE SICILIA - Tommaso Mannone Risk manager Regione Siciliana - Assessorato della Salute D.A. 3181 del 23 dicembre

Dettagli

AZIENDA OSPEDALIERA DEI COLLI Monaldi-Cotugno-CTO Sede: Via Leonardo Bianchi NAPOLI

AZIENDA OSPEDALIERA DEI COLLI Monaldi-Cotugno-CTO Sede: Via Leonardo Bianchi NAPOLI AZIENDA OSPEDALIERA DEI COLLI Monaldi-Cotugno-CTO Sede: Via Leonardo Bianchi 80131 NAPOLI Servizio proponente: UOC Formazione e Aggiornamento DETERMINA DIRIGENZIALE n 192 del 11/04/2019 OGGETTO:Progetto

Dettagli

Gestione delle cronicità: dai PDTA ai piani assistenziali individuali per un assistenza di precisione (Il caso della Sanità d Iniziativa in Toscana)

Gestione delle cronicità: dai PDTA ai piani assistenziali individuali per un assistenza di precisione (Il caso della Sanità d Iniziativa in Toscana) Gestione delle cronicità: dai PDTA ai piani assistenziali individuali per un assistenza di precisione (Il caso della Sanità d Iniziativa in Toscana) paolo.francesconi@ars.toscana.it Di cosa voglio parlarvi

Dettagli

Una testimonianza ROMA, 18 NOVEMBRE 2017 SESSIONI NURSING AND TECHNICAL I SESSIONE FOCUS SUL PAZIENTE CON SCOMPENSO CARDIACO: CURARE E PRENDERSI CURA

Una testimonianza ROMA, 18 NOVEMBRE 2017 SESSIONI NURSING AND TECHNICAL I SESSIONE FOCUS SUL PAZIENTE CON SCOMPENSO CARDIACO: CURARE E PRENDERSI CURA Una testimonianza ROMA, 18 NOVEMBRE 2017 SESSIONI NURSING AND TECHNICAL I SESSIONE FOCUS SUL PAZIENTE CON SCOMPENSO CARDIACO: CURARE E PRENDERSI CURA Gli Associati Il Presidente Una testimonianza La Segreteria

Dettagli

REGIONANDO 2000 REGIONE AUTONOMA FRIULI VENEZIA GIULIA AGENZIA REGIONALE DELLA SANITÀ

REGIONANDO 2000 REGIONE AUTONOMA FRIULI VENEZIA GIULIA AGENZIA REGIONALE DELLA SANITÀ REGIONANDO 2000 REGIONE AUTONOMA FRIULI VENEZIA GIULIA AGENZIA REGIONALE DELLA SANITÀ CERTIFICAZIONE ANNUALE DELLA QUALITÀ SU PREVENZIONE E CURA DELLE LESIONI DA DECUBITO. Le lesioni da decubito (LD) sono

Dettagli