PILLOLE LINGUISTICHE NAPOLETANE

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1 PILLOLE LINGUISTICHE NAPOLETANE 45- PRESENZA, SCRITTURA E PRONUNZIA delle VOCALI EVANESCENTI Carlo Iandolo

2 Cerchiamo qui di chiarire e forse risolvere il problema della scrittura d alcune vocali soprattutto atone e della loro pronunzia, ora integra e ora evanescente e biascicata, che crea tante difficoltà a chi non è campano. L ufficiale grafia con la e - o toniche rappresenta sempre un suono pieno e chiaro: ess. a cèveza, e ddéte, a fèsta, a pèrzeca, a sénga, i vèngo, ll arrunzóne, córreno, cósere, a percòca, pógneno, pòrtano Se invece esse sono atone, alcune di esse hanno quasi sempre timbro ridotto ed evanescente, come preciseremo specificamente fra poco (nelle lettere b, c) Se è vero che in ogni posizione la a atona ha suono semichiaro e semipieno, cioè conservando quasi il suo suono naturale, ma ridotto rispetto a quello dell italiano e a quando risulta tonica, è ora tempo di segnalare dettagliatamente dove e quando si profila il suono evanescente, che qui momentaneamente (per motivi di chiarezza didattica e fonetica) segnaliamo in esponente con grafia minore, per una migliore e piú immediata individuazione delle combinazioni di pronunzia. a) In genere, in sillaba iniziale, le atone rappresentate sia da qualsiasi dittongo che dalle tre vocali a, i, u hanno sempre suono pieno e chiaro. Ess.: chianozza, cchiesella, chiovellecà, chiuvetiell o ; a cammarella, o lascit o, o panar o, a vajassa ; a pipparella, o piscator e, o ricchin o, a signurina ; o culor e, o cupierchi o, o furastier o, o pullast o Carlo Iandolo. Pillole-45. Vocali evanescenti 2

3 b) In qualsiasi luogo di parola la specifica e atona ha suono indistinto, come già detto, sostituendo talvolta la vocale i e rappresentando specie la e (ess. d e ritt o, dummen e ca, quares e ma, Napul e, quas e quas e, sient e!, vint e ; b e nn e ric e r e, facimm o c e a croc e!, nuj e, perd e r e, s e ntiment o, venn e r e ); tuttavia in casi eccezionali l accento secondario della sillaba iniziale fa recuperare il timbro pieno, affiancandolo a quello normalmente labile. Ess.: cerasella / c e rasella, perzechella / p e rzechella, regginella / r e gginella, semmulus o / s e mmulus o, Ter e sina / T e r e sina, verginella / v e rginella, vermiciell e / v e rmiciell e N.B. La vocale evanescente s inserisce improvvisa fra due consonanti specie quando esse hanno subíto la metatesi (= scambio di posizione). Ess.: (herbam > *evra-m >) ev e ra; (conserva > *cunzerva >) cunzev e ra, (sorba > *sovra >) sov e ra Un ulteriore nascita di vocale evanescente avviene quando il dittongo tonico ié diventa mobile, perdendo il suo accento che si sposta in avanti. Ess.: ciel o c e lest e, fiet o f e tent e, liett o l e tticciull o, piett o p e ttural e, vient o v e nticiell o Carlo Iandolo. Pillole-45. Vocali evanescenti 3

4 c) In sillaba iniziale e interna la specifica vocale atona o si trasforma quasi puntualmente in u nella scrittura e nel suono (cumpagn o, cuntrari o, dummen e ca, fucular e, furastier o, Napul e, diavul o, napulitan o, Niculin o, pasturiell o, p e rdunà, sapurit o, vuzzulosa ); cosí in alcuni binomi lessicali strettamente legati (aggiu parlat o, chianu chian o, bbellu guaglion e, bbruttu tiemp o, menu mal e, n atu signal e ). Invece in altre occasioni, talvolta nell interno di parola e sempre alla fine di esse, tale o atona rimane tale come segno grafico, ma con puntuale suono evanescente (pin o l o, pop o l o, prov o la, ruot o l o, semm o la, vruci o l o, vruocc o l o, zepp o la ; chiatt o, libbr o, monac o, parlamm o!, vient o, anche in parole composte: o cap o stazzion e, o cas o cavall o, o cav o l o scior e ) Tuttavia: Nella prima sillaba d una ventina di parole la o atona mostra una pronunzia normale e piena, talvolta per l accento secondario, talaltra per influsso del corrispondente italiano moderno: a colazzion e, o corridor e, a costruzzion e, a lotteria, a notarella, ll operai o, ll operazzion e, ll orari o, ll orefic e, ll osteria, ll ovajuol o, Montesant o, Poggioreal e, a popolazzion e, o solachianiell o, a vocazzion e, a votapesc e Carlo Iandolo. Pillole-45. Vocali evanescenti 4

5 d) In genere, nell interno di parola il riconoscimento delle imprevedibili vocali evanescenti trova avvantaggiato l istinto dei Napoletani, che colgono sempre l esattezza della pronunzia. Tuttavia, in linea di massima, soltanto a, u (meno puntualmente l originario segno i, di rado anche u ) conservano il loro autentico suono pieno. Ess.: o panariell o ; o bbiscuttin o, a parulella ; a forbic e, a paggina, o s e ntiment o, o surdiglin o, o suricill o Ma: dummen e ca = domenica, o limm e t o = il limite, rus e cà = (lat. volg. *rosic-ulare, *rosicare), sciav e ca = sciabica, urd e m o = ultimo, lat. celsa = (albero) alto > lat. volgare *celza > *ceuza: poi col suono intermedio -v- e con strana pronunzia evanescente della vocale centrale atona > cev u za / cev e za = gelsa ; cosí ( altu-m > *auto >) av u t o / av e t o = alto ; (calidu-m > *caldu-m >) *cauru > cav u r o / cav e r o = caldo ; (calcio >) *caucio > cav u cio / cav e ci o ecc. Carlo Iandolo. Pillole-45. Vocali evanescenti 5

6 In genere nell ultima sillaba d una parola ripetiamo che qualsiasi vocale atona ha suono evanescente, tranne a, u (quest ultimo in binomi strettamente unitari). Ess.: a casa, a femm e na, a spesa ; addu Cicci o, aggiu vinciut o, bbellu mi o, che bbruttu tiemp o, chianu chian o, menu mal e, n atu juorn o ; quas e quas e (= quasi quasi, come scrisse Di Giacomo), tu dic e, vint e Di contro a tutti gli altri casi dal suono evanescente, la -i terminale atona d una quindicina di aggettivi (ati, bbelli, bboni, bbrutti, chellli, chesti, cierti, grandi cosí anche l antico articolo li ogni, quali, quanti, sti, tali, troppi + sostantivi plurali) egualmente conserva la piena articolazione della pronunzia quand è strettamente gemellata con l immediata successione di sostantivi plurali, qualsiasi sia la loro iniziale e il loro genere (ma il femminile ha il raddoppiamento iniziale). Ess.: *ati uommeni > ati uommene, *cierti signuri > cierti signure, *bbelli ssignore; bbelli ssignor e ; *troppi guagliune > troppi guagliun e, *tanti gguaglione > tanti gguaglion e N.B. L aggiuntivo inserimento della vocale evanescente al termine dell ultima sillaba si verifica nei seguenti casi: nelle parole che finiscono con i dittonghi -ai, -ei, -oi, -ui (ess.: maj e, sej e, ddoj e, nuj e ) nelle parole che in italiano finiscono con insolita consonante. Ess.: bbarr e, cachisse, gass e, gratiss e, lapp e s e, pullmann e, tramm e Eduardo Dalbono ( ) Carlo Iandolo Carlo Iandolo. Pillole-45. Vocali evanescenti 6

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