Perché studiare la metrica?
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- Dorotea Gagliardi
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1 Perché studiare la metrica?
2 Premessa Assumiamo come appartenente all ambito della poesia (forma-poesia), e dunque passibile di studio metrico, qualsiasi testo prodotto e recepito come letterario il quale si presenti suddiviso in segmenti tali, per estensione e per eventuali altre caratteristiche, da essere identificati come versi (A. Menichetti, Metrica italiana, Padova, Antenore, 1993, p. 1)
3 Prosa / poesia L opposizione non va radicalizzata MA la poesia è una forma più vincolata della prosa (quest ultima è oratio soluta per Cicerone e Quintilliano) Però la poesia ha anche più risorse: segmentazione versale, possibile discordanza tra accento linguistico e metrico, speciale sillabazione, libertà sintattica, maggiori possibilità lessicali
4 Superiorità della poesia: cfr. grammatici medievali e Umanisti Attenuazione dell opposizione poesia / prosa in età moderna, in particolare dall Ottocento
5 La metrica non comunica significati linguistici MA il testo poetico è: ciò che si dice + come si dice Conoscere la metrica nelle situazioni storiche significa conoscere i confini entro i quali il discorso poetico si muove
6 Poesia e versificazione Poesia e versificazione non sono la stessa cosa. La versificazione è un fatto tecnico, formale La poesia è un concetto culturale La metrica si occupa dunque della versificazione, cioè di tutti i discorsi in versi, poetici o no La metrica definisce le regole degli autori, descrive le strutture formali del discorso in versi, esamina il mutare delle regole nel tempo
7 Che cos è un verso? Una riga di scrittura interrotta da un a capo che spesso non coincide con la fine della frase? Scrivere in colonna non è sempre stata consuetudine dominante (vedi i mss medievali) Con la versificazione libera la disposizione sulla pagina diventa come uno spartito, indispensabile al lettore per identificare il verso
8 Il discorso in versi è scandito non solo in segmenti sintattici (cioè in frasi), m anche in segmenti non sintattici. Il discorso in versi possiede una scansione puramente formale, indipendente dalla struttura sintattica Il verso, dunque, è l unità di base della scansione del discorso in versi; l unità minima che può costituire da sola un discorso in versi compiuto
9 Che cos è una strofa? Struttura intermedia che interrompe la sequenza di versi La struttura strofica è propria dei testi in rima (identità di suono della parte finale di due versi dall ultima vocale tonica compresa) La strofa può essere anche senza rima, ma identificata dalla successione regolare di più tipi di versi: es. 3 endecas. + quinario = strofa saffica (Carducci); 4 endecas. sdruccioli = strofa asclepiadea (Carducci) Nei testi di struttura libera le strofe sono sezioni del discorso in versi segnalate con la divisione grafica
10 Metro e ritmo Due aspetti correlati fra loro Ritmo: disporsi nel tempo di elementi. Nella metrica it. disporsi in determinate posizioni di sillabe toniche e atone, di misure sillabiche Metro: norma entro la quale il ritmo si realizza. Es: il sonetto è composto da 14 endecas. con toniche determinate sillabe e con determinato schema rimico metro Le accentazioni effettive dei versi, la scelta dello schema rimico sono operazioni individuali ritmo
11 Forme metriche e prosodia I fatti metrici sono di due tipi: Le strutture testuali o forme metriche (livello superiore) e le regole che presiedono alla loro composizione Gli elementi di suono che formano il verso (sillaba, accento) e lo mettono in relazione con altri versi (rima); regole della versificazione fonetiche prosodia
12 Forme metriche e generi Rapporto tra forme metriche e generi letterari Il poema ( ) si scrive in terza rima o in ottava rima; poi anche in endecasillabi sciolti Per Dante la poesia lirica (amorosa, morale, politica) si esprime nella canzone, nella ballata e nel sonetto Petrarca inserisce inoltre nel Canzoniere la sestina e il madrigale
13 Computo sillabico Nella metrica italiana due versi sono dello stesso tipo se hanno lo stesso numero di sillabe (non lo stesso numero di fonemi!) Es: cosa, costo, strambo sono parole bisillabe anche se contengono 4, 5, 7 fonemi Per stabilire il numero di sillabe di un verso si contano le sillabe fino all ultima tonica Verso piano (dopo l ultima tonica c è ancora una sillaba atona), verso tronco (il verso termina con l ultima tonica), verso sdrucciolo (dopo l ultima tonica ci sono due sillabe atone)
14 Nella terminologia italiana si definisce la misura del verso contando sempre una sillaba in più rispetto all ultima tonica Questo principio di computo sillabico deriva dalla metrica provenzale e francese antica. Unica differenza: in quella tradizione i versi prendono il nome dalla posizione dell ultima sillaba tonica Es: endecasillabo = décasyllabe
15 Parisillabi e imparisillabi Dante è il primo a distinguerli i versi con numero pari o dispari di sillabe sulla base dell uscita piana Per Dante gli imparisillabi (tranne il novenario) sono adatti allo stile elevato; i parisillabi invece sono rozzi
16 Dieresi: un nesso di due vocali entro parola vale due sillabe Sineresi: un nesso di due vocali entro parola vale una sillaba Dialefe: la vocale finale di una parola e l iniziale della successiva valgono due sillabe Sinalefe: la vocale finale di una parola e l iniziale della successiva valgono una sillaba
17 Nessi di vocale tonica + atona Nessi di vocale tonica + atona in fine di parola valgono due sillabe alla fine del verso, una sillaba all interno (tendenzialmente) Es: primavera per me non è pur ma10i11 9, 14) (Rvf, ma dentro dove già6 mai7 non aggiorna (Rvf, 9, 7)
18 Nessi bisillabici I nessi di a, e, o + vocale tonica sono di regola bisillabici. es: paese, beato, soavi Nessi di due vocali separate da -iconsonantica (es: noia) Esistono però eccezioni: e sopra la lor tetra / noia le facezie e le novelle spandi (Parini, La caduta, 59-60) noia monosillabo
19 Sinalefe e dialefe Quando si incontrano nel verso vocale finale di parola e iniziale della seguente è normale la sinalefe Es: Ahi quanto a dir qual era è cosa dura (Inf. I, 4) Più raramente si può avere dialefe (le due vocali valgono per due sillabe distinte) Tant era pien di sonno7 a8 quel punto (Inf. I, 10)
20 Isosillabismo e anisosillabismo Tradizione metrica italiana isosillabica: i versi dello stesso tipo (es. endecasillabo) hanno sempre lo stesso numero di sillabe. Ipermetro (verso che eccede la misura prevista); ipometro (verso che non raggiunge la misura prevista) Poesia antica anche anisosillabica: in questa poesia prevale la rima sull esattezza del numero sillabico Anisosillabismo tipico della versificazione giullaresca. Il verso più tipico oscilla fra 8 e 9 sillabe
21 Es. laude, poesia didascalica settentrionale Cfr. Jacopone (in Poeti del Duecento, II, p. 128) Molto me so delongato (ott.) Da la via che li santi ho calcato (dec.) Delongato me so da la via (dec.) E storto me so en pocresia (nov.) E mustro a la gente ch io sia (nov.) En lo spirito alluminato. (nov.)
22 Accenti Con accenti del verso si intende che le sillabe che occupano determinate posizioni sono toniche (es: accento di 4 ) Schema accentuativo: disposizione degli accenti principali nel verso Accenti principali: quelli richiesti dal metro (es: endecasillabo con accenti di 4 /6 e 10 )
23 Versi con accentazione fissa Distribuzione rigida delle sillabe toniche. Decasillabo ( ) Novenario ( ) Ottonario (3-7 ) Senario (2-5 ) Versi ad accenti variabili: endecasillabo (4 /6-10 ), settenario (1 /2 /3 /4-6 ), quinario (1 /2-4 )
24 Spostamenti d accento Diastole: spostamento in avanti Sistole: spostamento indietro Non per licenza poetica ma nell ambito di doppie forme proprie della lingua antica. Es: umìle, simìle (per provenzalismo) Pièta (forma etimologica da pietas)
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