Approfondimento: l'osservazione dei materiali con le lenti d'ingrandimento 1
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- Concetta Bruno
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1 Materiali di scarto industriale per una pedagogia sostenibile Carte d identità per materiali imperfetti Un progetto tra corpo e parole Serena Sardi, insegnante di scuola dell'infanzia, Milano Approfondimento: l'osservazione dei materiali con le lenti d'ingrandimento 1 In questo incontro i bambini vengono divisi in piccoli gruppi e si propongono loro diverse attività: osservazione dei materiali ad occhio nudo e con la lente d'ingrandimento (per cercare nuovi indizi e soffermarsi sui particolari); analisi delle loro caratteristiche; fotografie dei materiali (da inserire nelle carte d'identità). Queste attività possono essere intese come un tentativo di dare ai bambini la possibilità di parlare di questi oggetti, di indagare le loro caratteristiche e di cercare le parole per definire le loro qualità. Il compito dell'adulto è quello di agevolare l indagine e l osservazione, cercando però di intervenire il meno possibile. Primo gruppo: Alice M, Clara, Emanuele e Sofia Prima di iniziare l'esplorazione dei materiali scelti 2 con la lente d'ingrandimento, si chiede ai bambini di ricordare ciò che era stato detto negli incontri precedenti. Questo momento iniziale serve come occasione di riflessione e di verifica, per capire che cosa è rimasto nella memoria dei bambini. I loro racconti sono coerenti con ciò che è stato fatto fino a quel momento e le descrizioni risultano essere sempre più precise. Questo può dipendere dal fatto che sono trascorsi quasi tre mesi da quando i bambini hanno visto i materiali per la prima volta e quindi la loro familiarità con essi è aumentata e si è consolidata: Emanuele: Questo tubo è fatto di plastica, è viola, è un tubo. Puoi far sentire il suono nelle orecchie. Ci sono due buchi. 1 2 Attività tratta dal Diario di Bordo del I materiali scelti da questi bambini sono: lastre di plexiglass rosa, arancione e blu, tubo viola
2 Adulto: E se ci passi sopra la mano che cosa senti?. Emanuele: Che gratta. Adulto: Che parola si può usare per dire che una cosa quando la tocchi gratta? Sofia: Che fa lo stesso verso della ranocchia. Alice M: Sembra che fa rrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrr. Dal momento che nessun bambino interviene in aiuto della compagna si decide di utilizzare il suono onomatopeico appena prodotto e introdurre il termine corretto: Adulto: La parola infatti inizia con questo suono rrrr. Si dice che è RUVIDO. Sofia: La mia è una cosa blu, è di plastica e si vede lo stesso colore se metti una mano dietro. È liscia, è dura. Adulto: Come chiameresti questo materiale? Sofia: Cartina colorata. Adulto: Fa qualche rumore?. Sofia: No. Clara: Non è vero lo fa senti. Emanuele: Sembra che qualcuno sta pulendo con uno straccio. Alice M: Si sembra. Emanuele: Che qualcuno sta spazzando. La richiesta di parlare del rumore prodotto dal materiale nasce dalle osservazioni sul campo. I bambini nei loro giochi, infatti, hanno sperimentato, e continuano a sperimentare, le potenzialità sonore dei materiali. Si è quindi sentita l'esigenza di capire in che modo questo potesse essere verbalizzato; si è scoperto che i bambini utilizzano delle similitudini. Successivamente si interviene invitando i bambini a mettere la mano dietro ad uno dei materiali presenti sul tavolo. Questa azione li porta ad accorgersi che la mano si vede anche se non molto chiaramente; diventa così molto interessante ascoltare i loro ragionamenti:
3 Sofia: Si vede la mano perché dietro c'è il sole. Alice M: Perché la luce del sole... Clara: Lo fa diventare chiaro e si vede! Sofia: Se lo metti vicino al sole è trasparente, se non lo metti vicino al sole è blu. Questa ipotesi viene verificata avvicinando la lastra alla finestra. In effetti i bambini hanno ragione: vicino alla finestra il blu si attenua e sembra quasi trasparente, se invece ci si allontana il blu è molto più intenso. A questo punto viene consegnata ai bambini una lente d'ingrandimento, invitandoli a cercare degli indizi come dei veri e propri investigatori e a scoprire se ci sono degli elementi che ad occhio nudo non era stato possibile individuare. Si nota che non solo guardano con attenzione il loro materiale, ma anche gli oggetti dei compagni diventano materia d'indagine: Sofia: Io non vedo nessun dettaglio. Emanuele: Io dentro al tubo vedo un po' di viola e un po' di nero. Clara: Ci sono delle goccioline di colla. Alice M: Qui si vedono delle righe. Clara: Qui si vede grande. Sofia: Magari non sono righe, è solo sporco. Clara: Ho trovato dei puntini neri che prima non avevo visto. Alice M: Io ho trovato delle goccioline. Clara: Dei pezzi di colla calda. Emanuele: Io ho visto che dentro è nero. Secondo gruppo: Karim, Alessandro, Alice C, Alessandra Anche con questo gruppo l'attività inizia con la richiesta ai bambini di raccontare ciò che era stato detto dei materiali da loro scelti 3 negli incontri precedenti. La motivazione è sempre la stessa: 3 I materiali scelti da questo gruppo di bambini sono: imbuto bianco, tubo viola, campanella rossa e rocchetto marrone
4 creare un momento di riflessione e di condivisione per verificare ciò che è rimasto impresso nella loro memoria. Alice C: Abbiamo detto come sono fatti questi materiali. Karim: Li abbiamo descritti. Alice C: Il mio è di ferro, è rosso, ha la forma della campanella. C'è un buchino. Alessandro: Il mio è una trombetta. Quando metti sopra il dito gratta. L'espressione è la stessa utilizzata anche dall'altro gruppo. Si decide quindi di insistere su questo aspetto per vedere che cosa emerge: Adulto: C'è una parola per dire che un materiale gratta? Karim: Si, ma non me la ricordo. Adulto: Prova a pensarci. Karim: ru, ru...vi, RUVIO! Adulto: Ci siamo quasi. Alessandro: RUVIDO! Karim: Già ruvido. In questa occasione, quindi, l'intervento dell'adulto non è stato necessario. L aiuto di Alessandro ha permesso a Karim di confermare il nome che aveva in mente, ma che non era sicuro di ricordare. Si decide allora di insistere su questo concetto, per cercare di consolidarlo nei bambini: Adulto: E' ruvido da tutte le parti il tuo materiale? Alessandro: Fuori è ruvido, dentro è liscio, l'etichetta è morbida. Curiosi di capire che tipo di linguaggio utilizzino i bambini di questo gruppo per descrivere i rumori dei materiali, si interviene in questa direzione: Adulto: Fa dei rumori? Alessandro prova a cercarli. Ci soffia dentro, gratta il tubo con le dita e lo fa rotolare sul tavolo. Alice C. è sempre intenta a cercare i suoni delle sue campanelle e ogni tanto interrompe l indagine
5 dei compagni per farli sentire. Alessandro trova un altro rumore: preme l'etichetta interna dell'imbuto e dice: Sembra una pallina piena di sabbia. Anche in questo caso la similitudine è l'artificio retorico utilizzato dai bambini. La descrizione dei materiali prosegue e i dettagli vengono sempre più sottolineati. Karim: Il mio è un tubo, è a righe. È di plastica. Fuori è ruvido e anche dentro. Quando parli si sente dall'altra parte. È tagliato. L unica difficoltà che si riscontra riguarda il nome di un particolare materiale: i bambini non riescono a darne una definizione. Dal momento che il compito dell'adulto è anche quello di permettere ai bambini di poter chiamare le cose con il loro nome, si decide di dire loro che l'oggetto si chiama rocchetto, parola che non hanno mai sentito, ma che d'ora in poi potranno usare per nominarlo. Interessanti sono le ipotesi formulate dai bambini rispetto a questo termine: Karim: Secondo me si chiama così perché ha i buchi. Alessandro: Perché è un tubo diverso. Terminata la descrizione dei materiali, viene consegnata a ciascun bambino una lente d ingrandimento: Abbiamo guardato i materiali, adesso vi do uno strumento che ci permette di guardarli meglio. Vi do le lenti d'ingrandimento. Osservate i materiali e ditemi se trovate dei particolari, degli elementi che prima non avevate visto. I bambini, grazie a questo strumento, individuano dettagli che ad occhio nudo erano poco visibili e appaiono molto soddisfatti delle loro scoperte: Alessandro: Io vedo grandissimo. Alice C: Ho scoperto che il ferro è graffiato. Karim: Ho trovato dei numeri scritti sul tubo. Alessandra: Io vedo grande grande. Alessandro: Mi sa che c'è un numero di telefono. Alice C: C'è un numero 6 qui. Karim: Dentro è tutto viola. Ho scoperto delle righette sottilissime sulle righe del tubo. Alice C: Serena, qui invece c'è un 9.
6 Alice C: No Serena, è lo stesso numero, se giri così sembra 6, se giri così sembra 9. Alessandro: Io ho visto un numero 3. Per entrambi i gruppi osservare i materiali con le lenti d'ingrandimento ha dato i suoi frutti. Utilizzando questo strumento, i bambini sono stati costretti a focalizzare la loro attenzione sull'oggetto e hanno così scoperto nuovi particolari che fino a quel momento non era stato facile individuare (per esempio i numeri stampati sul tubo o quelli incisi all interno delle campanelle). Si ritiene che questa operazione abbia facilitato la comprensione, l'apprendimento e la memorizzazione delle caratteristiche dei materiali. C'è da sottolineare anche il fatto che questa proposta arriva in un momento in cui i bambini si sentono più competenti rispetto ai materiali con cui hanno a che fare: tutte le attività che vanno dall'avvio del percorso al momento appena descritto sono servite ai bambini per fare nuove scoperte e acquisire una maggiore conoscenza degli oggetti in questione.
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