VALBIOVIT ELENCO VARIETÀ MAPPE 1 E 2

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1 AZIENDA AGRICOLA SPERIMENTALE DIMOSTRATIVA AID RINASCITA DI SPILIMBERGO Dal 1979 al 2014, 35 anni di attività a supporto delle imprese agricole e del territorio. VALBIOVIT Recupero e valorizzazione della biodiversità dei vecchi vitigni friulani presenti in azienda Rinascita a Spilimbergo Questo catalogo interattivo contiene la descrizione del progetto Valbiovit, 22 schede descrittive dei vitigni locali e due mappe rappresentative del vigneto conservativo prima e dopo il recupero. Testi e fotografie a cura del Servizio Agricoltura della con la consulenza professionale del dott. agr. Augusto Fabbro.

2 Azienda Rinascita Obiettivo Il recupero e la valorizzazione del patrimonio dei vecchi vitigni locali presenti in azienda Rinascita a Spilimbergo per l agricoltura sociale e le attività didattiche. (Progetto VALBIOVIT RINASCITA 2014). Quadro di riferimento Attualmente la viticoltura regionale e nazionale si trovano, a prescindere dagli aspetti commerciali e di comunicazione, di fronte a un bivio: continuare sulla strada intrapresa della riduzione della piattaforma varietale oppure cercare dapprima di salvaguardare e successivamente di caratterizzare e valorizzare le risorse genetiche ancora reperibili. Un contesto di scelte che si inserisce in una cornice di mutate abitudini sociali del consumatore che hanno indotto un cambiamento nella funzione del vino. Da alimento, ha assunto le caratteristiche di un bene voluttuario straordinariamente utile a percepire e ricercare il legame tra la storia, la cultura, l identità e l ambiente di un territorio. L intervento di recupero in azienda Rinascita La è stata storicamente impegnata, sin dai primi anni del 1980, nell attività di recupero dei vecchi vitigni locali della regione. L originale raccolta dei materiali, in un primo vigneto conservativo realizzato in azienda Rinascita a Spilimbergo, ha generato anche nel recente passato importanti risultati storico-culturali e di impresa. Dal 2013 il Servizio Agricoltura ha ripreso la gestione del vigneto presente sui terreni demaniali che storicamente completavano l azienda Rinascita. Nel vigneto sono presenti nuclei di viti di età superiore ai trent anni riconducibili alla originaria raccolta dei vecchi vitigni locali. L intervento di recupero e conservazione si propone di identificare il materiale genetico presente in azienda Rinascita. Oltre al restauro della collezione esistente attraverso la moltiplicazione di viti sane per la sostituzione di quelle con problemi fitosanitari o morte, il progetto potrà concretizzarsi in una seconda fase anche nella realizzazione di un vigneto estensivo che recupera gli elementi della tradizione viticola friulana. Un modello di laboratorio all aperto adatto alle attività delle fattorie sociali e alla didattica, nonché funzionale alle esigenze di innovazione e sviluppo delle imprese agricole del territorio. Collaborazioni I.T.Ag. di Spilimbergo, Agenzia regionale per lo sviluppo rurale ERSA del, CRA - VIT Centro di ricerca per la viticoltura di Conegliano. Settore promozione e sviluppo del territorio Assessore: Elisa Coassin Dirigente: Sergio Bergnach SERVIZIO AGRICOLTURA Francesco Tomasello, Maria Cristina Li Gotti, Pietro Candon agricoltura@provincia.pordenone.it 1 - continua MAPPA 1 MAPPA 2

3 VITIGNI TRADIZIONALI DEL FRIULI VENEZIA GIULIA Vecchie viti per nuovi vini Progetto VALBIOVIT L attività storica di sperimentazione e di divulgazione dei temi della lotta guidata in viticoltura e della difesa integrata delle colture, ha caratterizzato sin dai primi anni 80 del secolo scorso l impegno tecnico dell Ufficio agrario su temi oggi tanto sentiti quali la salute degli operatori e dei consumatori e la tutela dell ambiente. Lo slancio per l innovazione tecnica è stato da subito accompagnato dalla consapevolezza che la raccolta e la conservazione delle vecchie viti, ancora presenti nei vigneti tradizionali della regione Friuli Venezia Giulia, era una occasione storica irripetibile per il futuro sviluppo del territorio. Con l impegno e la passione di amministratori e tecnici quali Enrico Murador, Armando Floreani, Dino Mucignat, Piero Pittaro, Ruggero Forti, Angelo Costacurta, Gianni Zuliani ed Emilio Bulfon nella sinergia e collaborazione tra diversi Enti è stata realizzata nei primi anni 80 in azienda Rinascita a Spilimbergo la prima raccolta dei vitigni tradizionali della regione Friuli Venezia Giulia con una particolare attenzione alla biodiversità viticola delle colline spilimberghesi. In due filari sono state messe a dimora delle famiglie costituite da nuclei di 5-6 viti della stessa varietà, ma di provenienza diversa. Le popolazioni rappresentative dei vitigni tradizionali frutto di questa prima attività di raccolta e classificazione sono state la base per successivi lavori che hanno portato, in un primo momento, all inserimento nel registro nazionale delle viti da vino di vitigni locali ormai famosi quali Ucelut, Sciaglin, Forgiarin, Piculit neri. In questi casi la capacità imprenditoriale ha saputo ben valorizzare il vino dei vitigni locali in stretto legame con il territorio e le sue peculiarità storiche e ambientali. Queste prime esperienze sono state raccolte nella pubblicazione del 1987 Dalle colline spilimberghesi nuove viti e nuovi vini di Bulfon, Forti e Zuliani. In seguito, nel 1991, è stato pubblicato il libro Delle viti in Friuli di Costacurta e Calò, valorizzando anche le esperienze maturate in azienda Rinascita a Spilimbergo. Nel tempo l attività di raccolta e conservazione, svolta in continuità dall ERSA Agenzia regionale per lo sviluppo rurale, ha portato al vigneto conservativo dell azienda agricola di Ersagricola di Pantianicco (UD), oggi divenuta azienda agricola La Delizia, e alla recente pubblicazione Le viti dimenticate - Un patrimonio riscoperto in a cura di P. Sivilotti, C. Petrussi e M. Stocco. 2 - continua MAPPA 1 MAPPA 2

4 IL VIGNETO CONSERVATIVO IN Progetto VALBIOVIT Con lo scioglimento della società SAASD srl, che ha gestito la Rinascita dal 2007 al 2011, nella primavera del 2012 l azienda è stata restituita dall ERSA alla. Questo Ente, alla luce del mutato scenario economico e politico ne ha rivisto la gestione passando, per i terreni di proprietà, da un modello di gestione diretta a una affidata a soggetto privato. È stato attivato un contratto d affitto ventennale funzionale al rinnovo degli impianti colturali, oramai obsoleti, e all attivazione di sinergie per l attività didattica del locale Istituto Tecnico Agrario (I.T.Ag.) con riferimento alle moderne tecniche di conduzione del vigneto. La, attraverso il Servizio Agricoltura, ha mantenuto la gestione diretta di una parte dei terreni demaniali che storicamente concorrevano alla formazione dell Azienda Rinascita. È palese l importanza storica, culturale e tecnica da attribuire alla primitiva raccolta dei vitigni tradizionali del Friuli Venezia Giulia ancora presente nel vigneto storico. Nel corso del 2014, è stata realizzata una attività di identificazione delle viti in relazione alle caratteristiche varietali e allo stato fitosanitario. A tale scopo sono state implementate le identificazioni fatte nel 2006 da ERSA con ulteriori 15 analisi molecolari del DNA attraverso il metodo dei marcatori satellitari eseguita dal SIV afferente al CRA-Vit di Conegliano (TV). L attività di ricerca e conservazione si completerà con la moltiplicazione dei vitigni presenti in modo da ricostituire, lungo un unico filare di bordo, le popolazioni originali dei vitigni tradizionali salvaguardando i ceppi storici ancora in condizioni fitosanitarie accettabili. Tenuto conto della necessità di rinnovare nel breve periodo l intero vigneto, è stata già avviata la rizollatura di alcuni ceppi storici (Tocai Friulano, Piculit Neri e Ucelut) meritevoli per dimensioni ed eccellente stato di conservazione. 3 - continua MAPPA 1 MAPPA 2

5 VITIGNI TRADIZIONALI: I FIGLI DI UNA VITICOLTURA SCOMPARSA Progetto VALBIOVIT Nella pubblicazione Le viti dimenticate. Un patrimonio riscoperto in pubblicato nel 2013 da ERSA Agenzia regionale per lo sviluppo rurale, Enos Costantini riassumeva le linee essenziali del valore dei vitigni autoctoni in riferimento alla viticoltura ed enologia attuali. I VITIGNI AUTOCTONI, ( ), furono selezionati in funzione di una viticoltura che aveva attraversato i secoli, ma che non esiste più. Solo 150 anni fa le viti: - erano sostenute da un tutore vivo (noi ricordiamo, quale esempio, le viti maritate a gelsi, aceri, piante da frutto); - non erano innestate; - non ricevevano trattamenti fitosanitari; - non erano fertilizzate, se non all impianto o, assai raramente con esigue quantità di letame, un bene assai raro. IL VINO ERA - un alimento che doveva fornire energia di pronta assimilazione; - una bevanda igienica, l unica in grado di sostituire l acqua nei luoghi e nei momenti in cui questa si rivelava pericolosa (ad es. durante le canicole estive); - un bene con cui pagare gli affitti ai proprietari dei fondi (nobiltà, clero; non esistevano i coltivatori diretti); - una droga per i poveri; - il risultato di un uvaggio (il monovitigno, es. il Picolit, ma solo nel Settecento, era destinato ai liquori, cioè vini dolci di alto pregio e di alto prezzo, privilegio di una ristretta élite); - frutto di empirismo (l enologia interventista non ha più di 50 anni); - ottenuto da viti non innestate; - ottenuto da viti allevate in modo completamente diverso rispetto a quello attuale; - ottenuto da vitigni che solo in piccolissima parte sono tuttora coltivati (dove sono i 303 vitigni elencati dal Vocabolario Friulano Nuovo Pirona stampato nel 1933?). GLI OBIETTIVI ERANO DIVERSI Gli anonimi selezionatori di tanti vitigni avevano obiettivi completamente diversi rispetto a quelli moderni, tanto per quanto concerne le pratiche di campagna che quelle di cantina. Si arrivava a soluzioni che oggi sono inimmaginabili, e che fanno sorridere chi non sa che il furto campestre era la più diffusa piaga dell agricoltura: nei coltivi meno sorvegliati venivano messe a dimora viti le 4 - continua MAPPA 1 MAPPA 2

6 Progetto VALBIOVIT cui uve risultavano immangiabili quali il Pinzanat. Nome di vitigni come Pudiese (significa cimice e, alla lettera, puzzone, puzzolente ) e Cimiciattola sono quanto mai parlanti. Nel Ritratto ampelografico d epoca di qualche vitigno si trova scritto attira i ladroni. risaliva alla notte dei tempi, e che assecondava il portamento lianoso della ampelidacea (vite). Va da sé che i vitigni erano stati selezionali per quella che si chiamava l alberata, o piantata, e, in friulano, plante (une plante di vits significa un filare di viti). Ancora cent anni fa le viti friulane s arrampicavano sugli alberi, in una forma di allevamento che ANALISI DEL DNA CON MARCATORI MICROSATELLITE (SSR) IDENTIFICAZIONE DELLE VARIETÀ DI VITE SIV: Servizio di identificazione delle varietà di vite CRA: Centro di ricerca per la viticoltura - Conegliano (TV) I microsatelliti (SSR) sono i marcatori del DNA più usati per identificare le varietà di vite: Questi marcatori definiscono il profilo molecolare del vitigno e riconoscono gli individui che fanno parte della stessa cultivar. Tuttavia non hanno potere discriminante a livello clonale (es. non distinguono un Merlot ISV-FV4 da un Merlot ISV- FV6) e inoltre non distinguono le viti che si differenziano dallo standard di riferimento a causa di mutazioni gemmarie (es. Pinot bianco da Pinot grigio e Pinot nero). Si stima che le varietà di vite esistenti siano , per questo l analisi SSR è di grande aiuto all ampelografia, perché semplifica e velocizza i chiarimenti di omonimie e sinonimie, consentendo un risparmio straordinario di tempo e di risorse. Link broschure SIV fine MAPPA 1 MAPPA 2

7 Elenco varietà BIANCHI Varietà iscritte nel registro nazionale varietà di vite Cividin...1 Glera Lunga...2 Ribolla Gialla...3 Sciaglin...4 Tocai Friulano...5 Ucelut...6 Varietà non iscritte nel registro nazionale varietà di vite Aghedene...7 ROSSI Varietà iscritte nel registro nazionale varietà di vite Cjanòrie...8 Forgiarin...9 Franconia...10 Fumàt...11 Piculit Neri...12 Pignolo...13 Refosco Nostrano...14 Schioppettino...15 Tazzelenghe...16 Varietà non iscritte nel registro nazionale varietà di vite Brambana...17 Codelungje...18 Cuneute...19 Curvin...20 Negrat...21 Pignoletta...22 MAPPA 1 MAPPA 2

8 Cividin B. 1 Nome della varietà: Cividin B. Codice: 388 Data di ammissione al Registro: 2/02/2006 Gazzetta ufficiale: G.U. 61 del 14/03/2006 Ammesso alla coltivazione: Produzione di vini IGP nei Comuni di Pinzano al Tagliamento e Castelnovo del Friuli (PN) e Forgaria nel Friuli (UD) In passato il Cividin era diffuso nella valle del Vipacco in Slovenia, nel Carso e nel Goriziano con presenze sporadiche anche nei Colli Orientali, nella Bassa Friulana e nella Pedemontana spilimberghese. In tutte queste località era quasi sempre utilizzato in taglio con altre varietà locali. Ora la sua coltivazione è molto sporadica e confinata quasi esclusivamente nella Pedemontana spilimberghese. AGRONOMICHE GENERALI Varietà a germogliamento precoce e maturazione tardiva. Il grappolo è di medie dimensioni, la fertilità totale è buona mentre quella basale è bassa, la produttività è medio-bassa. Le uve a maturazione presentano un grado zuccherino medio e un acidità elevata. ENOLOGICHE GENERALI media, un acidità elevata e un estratto secco totale medio. Il Cividin si caratterizza per possedere un corredo aromatico interessante ed elegante con note prevalenti floreali e di frutta tropicale con sensazioni minori ma ben distinte di terpeni. In bocca risulta un po povero e disarmonico per la predominanza dell acidità. Per queste sue caratteristiche si presta bene alla spumantizzazione.

9 Glera Lunga B. 12 Nome della varietà: Glera Lunga B. Codice: 359 Sinonimi ufficiali: Glera*, Serprino** Annotazioni relative alle sinonimie: *Ai soli fini della designazione. **Ai soli fini della designazione dei vini DO e IGT della di Padova. Data di ammissione al Registro: 6/12/2000 Gazzetta ufficiale: G.U. 170 del 24/07/2001 Ammesso alla coltivazione: provincia Treviso, Padova, Venezia, regione CENNI STORICI E ORIGINI Questa varietà appartiene alla grande famiglia delle Glere, di cui la Glera Lunga è attualmente la meno diffusa. Tuttavia nel lavoro di recupero delle vecchie varietà friulane questo vitigno è stato individuato in diversi antichi vigneti sparsi nel territorio regionale dove viene denominata in modo diverso. Ad esempio nella collezione dell Azienda Sperimentale Rinascita della è stata inizialmente catalogata come Ribolla spizade e dopo opportuna analisi molecolare è stata confermata essere in realtà Glera Lunga. AGRONOMICHE GENERALI Varietà di elevata vigoria a germogliamento precoce e maturazione media. Il grappolo è di grandi dimensioni e la produttività è elevata. Le uve a maturazione presentano un grado zuccherino medio-basso e un acidità media. ENOLOGICHE GENERALI Il vino è di colore giallo paglierino scarico con profumi vegetali, di media struttura e acidità. Si presta all uvaggio con la Glera Tonda apportando struttura ed eleganza.

10 Ribolla Gialla B. 13 Antichissimo vitigno friulano coltivato quasi esclusivamente nelle colline di Udine e Gorizia. Prima della Grande Guerra la Ribolla gialla costituiva infatti una delle principali basi della viticoltura della di Gorizia. Nel periodo successivo è stata quasi completamente sostituita da altre varietà più nobili quali il Tocai Friulano, il Sauvignon, lo Chardonnay e i Pinot. Sta ultimamente ritrovando un certo successo da quando viene utilizzata per la spumantizzazione. ENOLOGICHE GENERALI Il vino delle zone collinari meglio esposte è di colore paglierino chiaro, tendente al verdognolo, mediamente alcolico, asciutto, fresco, vinoso, abbastanza armonico e nel complesso gradevole. Risulta particolarmente adatto al taglio con altre varietà più nobili per portare freschezza. Nelle zone più fredde, o comunque in piano, i vini sono molto poveri e ultimamente si sono dimostrati interessanti per la spumantizzazione. Nome della varietà: Ribolla Gialla B. Codice: 208 Sinonimi ufficiali: Ribolla, Ribuele, Rebula Data di ammissione al Registro: 25/05/1970 Gazzetta ufficiale: G.U. 149 del 17/06/1970 Ammesso alla coltivazione: produzione di vini DOCG Rosazzo (UD). Produzione di vini DOP Colli orientali del Friuli (UD) e Collio (GO). Produzione di vini IGP provincia Pordenone, Udine (escluso DOP Colli Orientali), Gorizia (escluso DOP Collio. AGRONOMICHE GENERALI Varietà vigorosa a germogliamento tardivo e maturazione media, il grappolo è di medie dimensioni e la produttività è medio-alta. Le uve a maturazione presentano un grado zuccherino medio e un acidità medio-alta.

11 Sciaglin B. 14 Nome della varietà: Sciaglin B. Codice: 323 Data di ammissione al Registro: 20/01/1992 Gazzetta ufficiale: G.U. 53 del 4/03/1992 Ammesso alla coltivazione: Produzione di vini IGP nei Comuni di Pinzano al Tagliamento e Castelnovo del Friuli (PN) e Forgaria nel Friuli (UD) Vitigno noto nelle colline dello Spilimberghese già dal XV sec., nell Esposizione Regionale delle uve di Udine del 1863 veniva indicata l area di coltivazione di questa varietà in Vito d Asio e Faganga del Friuli mentre in quella del 1921 veniva estesa anche ai territori della pedemontana del Friuli Occidentale. Negli anni 30 il vitigno era ancora largamente coltivato (Poggi G., 1935). Il nome deriva da s cjale ovvero terrazzamenti e trova attualmente coltivazione solo nella Pedemontana spilimberghese. AGRONOMICHE GENERALI Varietà a vigoria media a germogliamento precoce e maturazione tardiva. Il grappolo è di medio/piccole dimensioni e la produttività è media. Le uve a maturazione presentano un grado zuccherino buono e un acidità media. ENOLOGICHE GENERALI buona, un acidità e un estratto secco medi. Il Sciaglin presenta un colore giallo paglierino mediamente intenso e si caratterizza per possedere un corredo aromatico intensamente fruttato con sentori di fiori di sambuco e peperone giallo e talvolta ricorda la frutta esotica e i fiori d acacia. Dopo il primo anno di vita il profumo fruttato si indebolisce a favore del fiore di artemisia. In bocca risulta ben strutturato, armonico con acidità equilibrata, debolmente tannico e di buona persistenza. Nel complesso produce un vino piacevole e gradevole.

12 Tocai Friulano B. 15 Nome della varietà: Tocai Friulano B. Codice: 235 Sinonimi ufficiali: Friulano*, Tai**, Tuchi *** Annotazioni relative alle sinonimie: * Ai soli fini della designazione dei V.Q.P.R.D. provenienti dalle uve raccolte nella regione. **Ai soli fini della designazione dei V.Q.P.R.D. e I.G.T. provenienti dalle uve raccolte nella regione Veneto. ***Ai soli fini della designazione dei vini DOP e IGP provenienti dalle uve raccolte nella regione Lombardia. Data di ammissione al Registro: 25/05/1970 Gazzetta ufficiale: G.U. 149 del 17/06/1970 Ammesso alla coltivazione: Produzione di vini DOCG Lison (VE) Rosazzo (UD). Produzione di vini DOP 19 Denominazioni. Produzione di vini IGP 60 Denominazioni. Dopo lunghe ed estenuanti diatribe è oramai consolidato che il vitigno Tocai Friulano corrisponde alla varietà francese Sauvignonasse (Calò 1991, ). Nel periodo post fillosserico questa varietà si è largamente diffusa in Friuli e nel Veneto orientale per i suoi caratteri distintivi di produttività, rusticità e vigoria. Da alcuni decenni la sua coltivazione si sta riducendo per concentrarsi soprattutto in collina e in misura minore nei terreni argillosi di pianura dove esprime i risultati enologici migliori. AGRONOMICHE GENERALI Varietà a germogliamento tardivo e maturazione media. Il grappolo è di medie dimensioni e la produttività è buona. Le uve a maturazione presentano un grado zuccherino medio e un acidità medio-bassa. ENOLOGICHE GENERALI media, un acidità medio-bassa e un estratto secco medio. Il Tocai Friulano presenta un colore giallo paglierino scarico con riflessi verdognoli e si caratterizza per possedere un corredo aromatico fruttato mediamente intenso. In bocca possiede una buona struttura, persistente, retrogusto di mandorla amara, alcolico. Nel complesso è un ottimo vino suscettibile di ulteriore miglioramento dopo leggero invecchiamento.

13 Ucelut B. 16 Nome della varietà: Ucelut B. Codice: 324 Data di ammissione al Registro: 20/01/1992 Gazzetta ufficiale: G.U. 53 del 4/03/1992 Ammesso alla coltivazione: produzione di vini IGP nei Comuni di Pinzano al Tagliamento e Castelnovo del Friuli (PN) e Forgaria nel Friuli (UD) Poco si sa sull origine di questo vitigno; appartiene alle cosiddette uve uccelline (G. Molon, 1906) ossia ai vitigni che fruttificano ai bordi dei boschi e le cui uve venivano appetite dagli uccelli. Presente nell Esposizione Regionale delle uve di Udine del 1863 dove i campioni provenivano dalle località di Ramuscello e San Giovanni; nel 1921 si indicava la zona di coltivazione della Uccellut nel comune di Castelnovo del Friuli. Il vitigno aveva evidentemente preso la via della collina ove dava qualità superiore, tant è che nella presunta zona d origine è praticamente scomparso mentre attualmente è coltivato solo nei comuni di Castelnovo del Friuli e Pinzano al Tagliamento. AGRONOMICHE GENERALI Varietà di vigoria media a germogliamento medio e maturazione medio-tardiva. Il grappolo è di medie dimensioni e la produttività è buona. Le uve a maturazione presentano un grado zuccherino elevato e un acidità buona. ENOLOGICHE GENERALI medio-alta, un acidità media e un estratto secco totale alto. L Ucelut possiede un colore giallo paglierino chiaro con riflessi verdognoli e si caratterizza per possedere un corredo aromatico intenso e complesso, in cui prevale il fiore di acacia, il miele e il bouquet di fiori di campo. In bocca risulta pieno, d notevole struttura e personalità, persistente ed equilibrato. Si presta anche a essere vinificato dolce come vino da dessert.

14 Aghedene B. 17 Varietà non iscritta nel registro nazionale varietà di vite DESCRIZIONE AMPELOGRAFICA Fonte: Le viti dimenticate (Petrussi, Sivilotti, Stocco) ERSA 2013 Germoglio: apice aperto con pigmentazione antocianica media diffusa su tutte la superficie delle foglioline apicali. L apice presenta una tomentosità da elevata a molto elevata. Le foglie successive del giovane germoglio sono verdi con una lieve bronzatura e presentano una elevata densità dei peli striscianti. Il portamento della vegetazione è semi-eretto. Foglia adulta: di media grandezza, pentagonale, con 5-7 lobi evidenti leggermente sovrapposti. Il seno peziolare è aperto con base a parentesi graffa. Il margine fogliare presenta denti grandi e lunghi. La pagina inferiore risulta quasi totalmente glabra sia nel lembo che nelle nervature. Acino: di medie dimensioni anche se variabili all interno del grappolo, di forma sferoidale con vinaccioli lunghi. La buccia presenta una colorazione verde-gialla uniforme. Grappolo: medio-grande di forma conica oblunga, molto spargolo con 3-4 ali evidenti. Fenologia Germogliamento: medio precoce. Fioritura, invaiatura e maturazione: molto tardiva. Chiamata in passato anche Agadene questa varietà è elencata nel 1893 tra i vitigni nostrani che hanno scarsa diffusione nel Cividalese (Bullettino 1893, 3). Nel 1935 il Perusini ricorda un vitigno detto Agadene, che ritiene da escludersi dai nuovi impianti, il quale è vinificato con la Ribolla gialla nonostante dia un prodotto molto scadente (Perusini 1935, 4). Infine anche Guido Poggi ha inserito l Agadene tra le varietà di minor pregio (Poggi 1935, 2). Attualmente esistono alcuni ceppi sparsi in vecchi vigneti del comprensorio dei Colli Orientali. COLTURALI E AGRONOMICHE La fertilità totale e basale sono buone, la produzione va da media ad abbondante. La vigoria è buona mentre la maggior parte dei ceppi evidenziano sintomi visivi di affezioni virali di varia entità. Le uve a maturazione non presentano problemi di marciumi, sono dotate di un tenore zuccherino basso con un acidità media. POTENZIALE ENOLOGICO bassa, un acidità titolabile media e un estratto secco totale basso. È un vino povero con un corredo aromatico molto semplice e poco intenso che migliora leggermente in annate più fredde. In bocca è privo di struttura e poco equilibrato. In sintesi si può dire che il nome (liquido così diluito da sembrare acqua) corrisponte fedelmente al vino che produce per cui questa varietà non risulta potenzialmente interessante.

15 Cjanòrie N. 8 Nome della varietà: Cjanòrie N. Codice: 390 Sinonimi: Cianoria, Chianorie, Rossarie, Vinosa Data di ammissione al Registro: 2/02/2006 Gazzetta ufficiale: G.U. 61 del 14/03/2006 Ammesso alla coltivazione: produzione di vini IGP nei Comuni di Pinzano al Tagliamento e Castelnovo del Friuli (PN) e Forgaria nel Friuli (UD). Il vitigno ha numerose citazioni bibliografiche (Di Maniago, Della Bona, Marzotto, 1923). Nell elenco del 1863 si trova coltivata a S. Stefano, Mereto, Vito d Asio, Gemona del Friuli. All Esposizione di Udine del 1921 si hanno sia una Chanòrie bianca che una Chanòrie nera. A inizio del secolo scorso la Cjanòrie è un vitigno coltivato in Friuli soprattutto nella zona di Gemona. Attualmente la sua presenza si limita ad alcuni sporadici piccoli vigneti nella Pedemontana spilimberghese. Il suo nome deriva da cjanor canuto con riferimento al colore chiaro delle foglie, degli acini e del vino che ne deriva. AGRONOMICHE GENERALI Varietà molto vigorosa a germogliamento precoce e maturazione molto tardiva. Il grappolo è di medie dimensioni, la fertilità è elevata come pure la produttività. Le uve a maturazione presentano un grado zuccherino e un acidità medie e un contenuto aromatico basso come pure il patrimonio polifenolico. ENOLOGICHE GENERALI medio-bassa, un acidità bassa e un estratto secco totale medio. Il vino si caratterizza per possedere un colore scarico e in bocca risulta povero e squilibrato per la prevalenza della nota acida. La Cjanòrie, specialmente se coltivata in pianura, dà un vino di scarsa personalità, scialbo e disarmonico e ricorda i vini della vecchia osteria di paese.

16 Forgiarin N. 9 Il nome molto probabilmente deriva da Forgaria nel Friuli, paese del Friuli occidentale. Presente nell Esposizione Regionale di Udine del 1863 dove veniva indicata l area di coltivazione nei colli di San Daniele del Friuli mentre nel PIRONA si afferma la presenza di questa varietà nello Spilimberghese e nel Maniaghese. Attualmente è coltivato e vinificato in purezza nei comuni di Pinzano al Tagliamento e Castelnovo del Friuli. ENOLOGICHE GENERALI media, un acidità media e un estratto secco totale buono. Il Forgiarin produce un vino elegante, di colore rosso rubino carico, profumo delicatamente fruttato con netto sentore di sottobosco e mandorle tostate. Al gusto è dotato di buona struttura, morbido con tannini non molto pronunciati. Nel complesso il vino Forgiarin risulta gradevole ed elegante. Nome della varietà: Forgiarin N. Codice: 321 Data di ammissione al Registro: 20/01/1992 Gazzetta ufficiale: G.U. 53 del 4/03/1992 Ammesso alla coltivazione: produzione di vini IGP nei Comuni di Pinzano al Tagliamento e Castelnovo del Friuli (PN) e Forgaria nel Friuli (UD). AGRONOMICHE GENERALI Varietà vigorosa a germogliamento medio e maturazione tardiva. Il grappolo è di medie dimensioni e la produttività è media. Le uve a maturazione presentano un grado zuccherino buono e un acidità media.

17 Franconia N. 10 BIOTIPO GRAPPOLO SPARGOLO BIOTIPO GRAPPOLO COMPATTO Nome della varietà: Franconia N. Codice: 086 Sinonimi: Blaufrànchis Data di ammissione al Registro: 22/03/1971 Gazzetta ufficiale: G.U. 98 del 24/04/1971 Ammesso alla coltivazione: produzione di vini IGP Regione Lombardia, Trento, Treviso, Venezia, Pordenone, Trieste, Udine (escluso DOP Colli Orientali), Gorizia (escluso DOP Isonzo). Produzione di vini DOP Colli orientali del Friuli (UD) e DOP Isonzo (GO). Nel 1886 il Blaufränkish è citato fra i vitigni che più si riscontrano resistenti ai danni della peronospora a Campolongo (Bullettino 1887, p. 82). Vitigno originario probabilmente dell Austria o della Croazia dove è coltivato e da cui è iniziata la diffusione in Friuli; viene anche chiamato Franconien Bleu, da cui il nome di Franconia col quale lo si designa comunemente; si è diffuso dapprima nei mandamenti di Cervignano del Friuli e Palmanova e ora è coltivato un po ovunque. Nella collezione presente presso l Azienda Sperimentale Rinascita della sono presenti 2 biotipi con grappolo morfologicamente diverso. AGRONOMICHE GENERALI Varietà molto vigorosa e rustica, ubiquitaria, con germogliamento precoce e maturazione media. Il grappolo è di medio-grandi dimensioni e la produttività è alta, non sempre costante. Le uve a maturazione presentano un acidità e un grado zuccherino medi. ENOLOGICHE GENERALI Viene utilizzato prevalentemente per la vinificazione in purezza, fornisce un vino di color rosso rubino intenso, con profumo vinoso-fruttato, di medio o buon corpo, buona l alcolicità ed equilibrata l acidità. Si presta molto bene per la produzione di vini da pasto comuni e di pronto consumo.

18 Fumàt N. 11 Nome della varietà: Fumàt N. Codice: 479 Data di ammissione al Registro: 15/05/2014 Gazzetta ufficiale: G.U. 127 del 4/06/2014 Ammesso alla coltivazione: in fase transitoria in regione Il vitigno ha numerose citazioni bibliografiche (Di Maniago, Della Bona, Bullettino Di Rosavenda Coceani Marzotto 1923). Questa varietà è stata ritrovata in passato in diverse località friulane (Mereto di Capitolo, San Giovanni al Natisone, Percoto, Lestizza, Fagagna e Spilimberghese). Già nella seconda metà dell 800 veniva raccomandata la coltivazione per le sue caratteristiche qualitative. Pur essendo uno dei migliori vitigni autoctoni la sua diffusione è attualmente molto limitata e sporadica. AGRONOMICHE GENERALI Varietà mediamente vigorosa a germogliamento precoce e maturazione molto tardiva. Il grappolo è di piccole dimensioni, la fertilità è buona e la produttività è media. Le uve a maturazione presentano un grado zuccherino medio, un acidità alta e un contenuto aromatico medio; il patrimonio polifenolico è medio, dovuto in particolare all elevato apporto di antociani. ENOLOGICHE GENERALI medio-bassa, un acidità media e un estratto secco totale medio. Il vino si caratterizza per possedere un colore carico; nel corredo aromatico si evidenziano note agrumate e fruttate e, in misura minore, erbacee e speziate. In bocca risulta gradevole grazie anche alla presenza di un acidità equilibrata. Nel complesso il Fumàt rappresenta quindi un vino completo e adatto in particolare a essere utilizzato per il taglio con i principali vini rossi prodotti in regione.

19 Piculit Neri N. 12 BIOTIPO A TILATTI BIOTIPO C Nome della varietà: Piculit Neri N. Codice: 322 BIOTIPO B SIMONUTTI BIOTIPO D OSTERIA VIGNA Data di ammissione al Registro: 20/01/1992 Gazzetta ufficiale: G.U. 53 del 4/03/1992 Già presente nell esposizione regionale delle uve di Udine del 1863, il Coceani nel 1921 ne indicava la coltivazione nel comune di Castelnovo del Friuli. Questa varietà potrebbe essere un progenitore del Refosco, cioè non modificato da incroci successivi (Giacomini, 2004, p. 98). Questa intuizione può essere suffragata dalle analisi molecolari compiute presso il CRA-VIT di Conegliano (Dei Refoschi, 2005, p ). Nel lavoro di recupero delle vecchie varietà friulane questo vitigno è stato individuato in diversi antichi vigneti sparsi nel territorio regionale. Nella collezione presente presso l Azienda Sperimentale Rinascita della sono presenti cinque biotipi provenienti in origine da quattro diversi vigneti come indicato nella documentazione storica aziendale. AGRONOMICHE GENERALI Varietà di buona vigoria a germogliamento medio e maturazione medio-tardiva. Il grappolo è da medio a piccolo a seconda dei biotipi e la produttività è medio-bassa. Le uve a maturazione presentano un grado zuccherino medio e un acidità medio-alta. ENOLOGICHE GENERALI media, un acidità medio-alta e un estratto secco totale medio. Il Piculit Neri è dotato di un colore rosso rubino scarico tendente al rosato, si caratterizza per possedere un corredo aromatico vinoso, intenso, delicato in cui predominano note di vaniglia e fiori di castagno e sottofondo di semi tostati. Dopo un anno di vita circa si evidenzia nettamente il sottobosco e il legno nobile bruciato, quello che i francesi chiamano fumé. Al gusto risulta elegante, morbido, gradevole con una notevole persistenza di gusto. Corpo abbastanza ricco, armonico, con acidità contenuta. È vino da bersi preferibilmente giovane per coglierlo nel pieno della sua fragranza e complessità. BIOTIPO E COSTABEORCHIA Ammesso alla coltivazione: produzione di vini IGP nei Comuni di Pinzano al Tagliamento e Castelnovo del Friuli (PN) e Forgaria nel Friuli (UD)

20 Pignolo N. 13 Nome della varietà: Pignolo N. Codice: 285 Data di ammissione al Registro: 14/06/1977 Gazzetta ufficiale: G.U. 238 del 1/09/1977 Ammesso alla coltivazione: produzione di vini IGP provincia Pordenone, Udine (escluso DOP Colli Orientali), Gorizia (escluso DOP Isonzo). Produzione di vini DOP Colli orientali del Friuli (UD) e DOP Isonzo (GO) Di tutta l antica viticoltura il Pignolo (in friulano Pignûl) è certamente l esemplare degno di maggior rilievo e che il vitigno sia vecchio e quotato lo provano le numerose citazioni storiche. Questo antico vitigno friulano era quasi scomparso per la sua scarsa produttività e la sua elevata suscettibilità all oidio. Alla fine degli anni 80, partendo da alcuni ceppi sparsi presenti a Rosazzo si è iniziato un processo di recupero e diffusione di questa varietà, in particolare nei Colli Orientali e nell Isonzo. AGRONOMICHE GENERALI Varietà poco vigorosa e di aspetto cespuglioso, a germogliamento medio e maturazione tardiva. Il grappolo è di piccole dimensioni e la produttività è bassa. Le uve a maturazione presentano un grado zuccherino buono e un acidità media. ENOLOGICHE GENERALI buona, un acidità media e un estratto secco totale elevato per la presenza di tannini. Il Pignolo presenta un colore rosso chiaro e si caratterizza per possedere un corredo aromatico armonico, pieno, tipicamente fruttato. In bocca risulta molto sapido e astringente per la notevole presenza di tannini. Per queste sue caratteristiche si presta bene alla produzione di vini a lunga evoluzione.

21 Refosco Nostrano N. 14 Nome della varietà: Refosco Nostrano N. Codice: 206 Sinonimi ufficiali: Refosco*, Refosco Grosso, Refoscone, Malvoise** Presente nella collezione Rinascita anni 80 con il nome di Mariabino (Analisi DNA ERSA 2006). Annotazioni relative alle sinonimie: *Ai soli fini della designazione. **Ai soli fini della designazione, per l esportazione o la spedizione verso altri Stati membri. Data di ammissione al Registro: 22/03/1971 Gazzetta ufficiale: G.U. 98 del 24/04/1971 Ammesso alla coltivazione: produzione di vini IGP regione Abruzzo, provincia Pordenone, Udine (escluso DOP Colli Orientali), Produzione di vini DOP Colli orientali del Friuli (UD). In passato si trova come Rifoscon nell elenco del 1863; nel 1893 Il Refoscone viene elencato tra le varietà con bassa diffusione nel Friuli occidentale e nella bassa pianura friulana (Bullettino 1893, 4). Presente all Esposizione di Udine del Il Refoscone è una varietà diversa dal Refosco di Faedis o Refosco nostrano (le differenze più macroscopiche stanno nella foglia e nelle maggiori dimensioni del grappolo). Nella collezione dell Azienda Sperimentale Rinascita della è stato inizialmente catalogato come Refoscone e dopo l attuale analisi molecolare è stato confermato essere in realtà Refosco nostrano. AGRONOMICHE GENERALI Varietà molto vigorosa a germogliamento precoce e maturazione tardiva. Il grappolo è di grandi dimensioni e la produttività è elevata. Le uve a maturazione presentano un grado zuccherino medio e un acidità media. ENOLOGICHE GENERALI, un acidità e un estratto secco medi. Il Refosco nostrano presenta un colore rosso vivo e si caratterizza per possedere un corredo aromatico poco intenso, vinoso. In bocca risulta un po povero e disarmonico. In generale è un vitigno che solo in collina ben esposta e in talune annate produce un vino alcolico e sufficientemente resistente all invecchiamento.

22 Schioppettino N. 15 Lo Schioppettino era già presente nel 1899 all Esposizione di Cividale ( Forum Julii, n.14, 8 aprile 1899). Questa varietà è coltivata quasi esclusivamente nel comprensorio di Albana e Prepotto. Il nome può derivare da scoppiettare in bocca sia per la presenza di anidride carbonica da fermentazione malolattica in bottiglia sia da degustazione degli acini per la buccia molto sottile e tesa. ENOLOGICHE GENERALI media, un acidità medio-alta e un estratto secco buono. Lo Schioppettino si caratterizza per possedere un corredo aromatico di buona intensità in cui prevalgono le note di confettura e spezie. Al gusto è un vino di corpo, leggermente tannico, giustamente alcolico e di buona acidità che si presta a una media evoluzione. Nome della varietà: Schioppettino N. Codice: 290 Data di ammissione al Registro: 14/06/1977 Gazzetta ufficiale: G.U. 238 del 1/09/1977 Ammesso alla coltivazione: produzione di vini DOP Colli orientali del Friuli (UD) e Isonzo (GO). Produzione di vini IGP provincia Udine (escluso DOP Colli Orientali), Gorizia (escluso DOP Isonzo). AGRONOMICHE GENERALI Varietà a germogliamento medio e maturazione tardiva. Il grappolo è di medie dimensioni e la produttività è variabile in quanto è molto soggetto alla colatura, inoltre è particolarmente sensibile alla peronospora del grappolo. Le uve a maturazione presentano un grado zuccherino medio e un acidità medio-alta.

23 Tazzelenghe N. 16 TAZZELENGHE TIPO A TAZZELENGHE TIPO C TAZZELENGHE TIPO B TAZZELENGHE TIPO D Nome della varietà: Tazzelenghe N. Codice: 293 Data di ammissione al Registro: 14/06/1977 Gazzetta ufficiale: G.U. 238 del 1/09/1977 Ammesso alla coltivazione: produzione di vini DOP Colli orientali del Friuli (UD). Produzione di vini IGP provincia Udine (escluso DOP Colli Orientali). Il vitigno ha numerose citazioni bibliografiche (Di Maniago, Bullettino 1893, 3 - Marzotto, 1923, Calò e Costacurta 1991). Presente nel catalogo dello Stabilimento agro-orticolo di Udine del 1864 e all Esposizione di Udine del Storicamente è coltivato nei terreni di Buttrio, Manzano e Corno di Rosazzo. Attualmente la sua coltivazione è molto limitata ad alcune aziende dei Colli Orientali. Nella collezione presente presso l Azienda Sperimentale Rinascita della sono presenti quattro biotipi con grappoli morfologicamente diversi. AGRONOMICHE GENERALI Varietà vigorosa a germogliamento medio e maturazione tardiva. Il grappolo generalmente è di medie dimensioni e la produttività è buona. Le uve a maturazione presentano un grado zuccherino medio e un acidità elevata. ENOLOGICHE GENERALI media, un acidità elevata e un estratto secco medio. Il Tazzelenghe presenta un colore rosso rubino carico e si caratterizza per possedere un corredo aromatico vinoso intenso, sapore acidulo e leggermente astringente per la elevata dotazione tannica. Necessita quindi di un periodo di invecchiamento per meglio maturare e ammorbidire i suoi alti contenuti di acidità fissa e tannini. Molto spesso l invecchiamento viene effettuato in barrique di rovere che oltre a promuovere una più armonica maturazione del vino gli conferisce un bouquet particolarmente apprezzato.

24 Brambana N. 17 Varietà non iscritta nel registro nazionale varietà di vite DESCRIZIONE AMPELOGRAFICA Fonte: Le viti dimenticate (Petrussi, Sivilotti, Stocco) ERSA 2013 Germoglio: apice aperto bianco con tomentosità molto elevata e intensità antocianica molto bassa relegata al margine delle foglioline apicali. Le foglie del giovane germoglio sono gialle su tutta la superficie e hanno una notevole presenza di peli striscianti. Il portamento della vegetazione è tendente all orizzontale. Foglia adulta: di medio-grande dimensione, pentagonale, con 5-7 lobi evidenti. Il seno peziolare è aperto con base a V. Il margine fogliare presenta denti corti e piccoli. La pagina inferiore risulta quasi totalmente glabra sia nel lembo che nelle nervature. Acino: di medie dimensioni e regolare all interno del grappolo, di forma sferoidale con vinaccioli di media lunghezza. La buccia risulta consistente con una colorazione blu scuro uniforme. Grappolo: medio, di forma cilindrico-piramidale, compatto con 1-2 ali. Fenologia: Germogliamento: precoce. Fioritura: tardiva. Invaiatura e maturazione: molto tardiva. Troviamo questa varietà in Calò e Costacurta 1991, dove è stata stilata una scheda ampelografia esaustiva. Le fonti storiche nominano una Brombòna o Brambòna, per errore probabilmente chiamata in seguito Brambana. Questa varietà era un tempo coltivata in maniera sporadica nel comprensorio di Latisana e Precenicco mentre ora è praticamente scomparsa. COLTURALI E AGRONOMICHE La fertilità totale e basale sono basse, la produzione va da media ad abbondante. La vigoria è buona e la maggior parte dei ceppi non evidenziano sintomi visivi di affezioni virali. Le uve a maturazione sono dotate di un tenore zuccherino basso con un acidità molto alta, il contenuto aromatico è basso mentre il patrimonio polifenolico risulta medio. POTENZIALE ENOLOGICO medio-bassa, un acidità titolabile media e un estratto secco totale medio. Al gusto è dotato di una discreta struttura dovuta a una buona dotazione polifenolica soprattutto grazie ai tannini; l acidità molto evidente lo rende però squilibrato. Il corredo aromatico è povero e senza note di particolare interesse. Il vino di Brambana nel complesso risulta comunque enologicamente interessante in quanto presenta un ottima intensità e tonalità di colore e i tannini risultano dolci e non amari.

25 Codelungje N. 18 Varietà non iscritta nel registro nazionale varietà di vite DESCRIZIONE AMPELOGRAFICA Fonte: Le viti dimenticate (Petrussi, Sivilotti, Stocco) ERSA 2013 Germoglio: apice aperto bianco con tomentosità molto elevata e intensità antocianica quasi assente. Le foglie del giovane germoglio sono gialle e hanno una presenza medio-elevata di peli striscianti. Il portamento della vegetazione è tendente al verticale. Foglia adulta: di grandi dimensioni, pentagonale, con 5-7 lobi evidenti. Il seno peziolare è chiuso e con la base a V. Il margine fogliare presenta denti piccoli ma evidenti. La pagina inferiore risulta mediamente tomentosa nel lembo ma non nelle nervature. Acino: di medie dimensioni e non uniforme all interno del grappolo, di forma sferoidale leggermente ellittica con vinaccioli di medio-lunghi. La buccia è poco consistente con una colorazione blu scuro uniforme. Grappolo: di grandi dimensioni sviluppato principalmente in lunghezza, di forma cilindrica, molto compatto con 1-2 ali ben visibili. Fenologia: Germogliamento: precoce. Fioritura: tardiva. Invaiatura e maturazione: molto tardiva. Troviamo questa varietà in Calò e Costacurta 1991, dove è stata stilata una scheda ampelografia esaustiva. Le fonti storiche nominano nell elenco del 1863 un Codelung nero e un Codelung bianco coltivati entrambi a Santo Stefano. È presente anche nell esposizione di Udine del Alla fine degli anni 90 qualche ceppo è stato ritrovato a Mereto di Tomba. Il nome coda lunga è dovuto probabilmente alla particolare lunghezza del grappolo. COLTURALI E AGRONOMICHE La fertilità totale e basale sono basse, la produzione è media. La vigoria è buona e la maggior parte dei ceppi non evidenziano sintomi visivi di affezioni virali. Le uve a maturazione sono dotate di un tenore zuccherino medio con un acidità elevata, il contenuto aromatico è basso mentre il patrimonio polifenolico risulta medio legato in particolare alla componente antocianica. POTENZIALE ENOLOGICO medio-bassa, un acidità titolabile alta e un estratto secco totale medio. Il vino di Codelungje si presenta nel complesso povero in quanto questa varietà è molto tardiva e non raggiunge praticamente mai la maturazione tecnologica.

26 Cuneute N. 19 Varietà non iscritta nel registro nazionale varietà di vite DESCRIZIONE AMPELOGRAFICA Sinonimi: Vercluna Fonte: Le viti dimenticate (Petrussi, Sivilotti, Stocco) ERSA 2013 Germoglio: apice aperto bianco con tomentosità media e intensità antocianica bassa ma diffusa. Le foglie del giovane germoglio sono bronzate su tutta la superficie assieme a una nulla o molto bassa presenza di peli striscianti. Il portamento della vegetazione è tendente al verticale. Foglia adulta: di medio-grande dimensione, tendenzialmente orbicolare senza lobature evidenti. Il seno peziolare è aperto con base a V. Il margine fogliare presenta denti piccoli, spigolosi e poco evidenti. La pagina inferiore risulta quasi totalmente glabra sia nel lembo che nelle nervature. Acino: di medie dimensioni e non uniforme all interno del grappolo, di forma sferoidale con vinaccioli piuttosto corti. La buccia presenta una colorazione blu scuro uniforme. Grappolo: medio-grande, di forma conica, compatto con diverse ali più o meno evidenti. Fenologia: Germogliamento: precoce. Fioritura: tardiva. Invaiatura e maturazione: molto tardiva. Troviamo questa varietà in Calò e Costacurta 1991, dove è stata stilata una scheda ampelografica esaustiva. È un vitigno storicamente coltivato nella alta pianura friulana assieme a Tazzelenghe e Refosco. Viti singole sono state reperite a Cormons e a S. Salvatore di Majano. Con l analisi del DNA (CRA-VIT di Susegana) è stato possibile verificare che la Vercluna altri non era che un sinonimo di Cuneute. Ora è praticamente presente solo nella collezione dell Azienda Rinascita e di Pantianicco. COLTURALI E AGRONOMICHE La fertilità totale è buona mentre quella basale è bassa, la produzione è abbondante. La vigoria risulta elevata e la maggior parte dei ceppi non evidenziano sintomi visivi di affezioni virali. Le uve a maturazione sono dotate di un tenore zuccherino basso con un acidità media mentre il patrimonio polifenolico risulta medio. POTENZIALE ENOLOGICO medio-bassa, un acidità titolabile media e un estratto secco totale buono. La Cuneute o Vercluna dà un vino con un colore rosso intenso; al naso emergono sentori di frutti rossi e frutti di bosco ed è sostenuto da una buona dotazione tannica che lo rende potenzialmente adatto all invecchiamento. Tuttavia il vino nel complesso risulta spigoloso e disarmonico con un leggero retrogusto amarognolo.

27 Curvin N. 20 Varietà non iscritta nel registro nazionale varietà di vite DESCRIZIONE AMPELOGRAFICA Fonte: Le viti dimenticate (Petrussi, Sivilotti, Stocco) ERSA 2013 Germoglio: apice aperto bianco con tomentosità medio-elevata e pigmentazione antocianica relegata al margine delle foglioline apicali. Le foglie del giovane germoglio sono bronzate e hanno una tomentosità medio-bassa. Il portamento della vegetazione è tendente all orizzontale. Foglia adulta: di media dimensione, pentagonale-orbicolare, eptalobata con seni laterali superiori chiusi. Il seno peziolare è chiuso con base a V o a parentesi graffa. Il margine fogliare presenta denti corti, piccoli e spesso arrotondati. La pagina inferiore risulta quasi totalmente glabra sia nel lembo che nelle nervature. Acino: di medio-piccole dimensioni e regolare all interno del grappolo, di forma sferoidale con leggera tendenza all ellissoidale e vinaccioli lunghi. La buccia presenta una colorazione blu scuro uniforme. Grappolo: medio, di forma cilindrico-piramidale, compatto con 1-2 ali. Fenologia: Germogliamento: precoce. Fioritura: tardiva. Invaiatura e maturazione: molto tardiva. È un vitigno che si trova citato in molti documenti e storicamente era coltivato in diverse zone del Friuli (nell elenco del 1863 il Curvin risulta coltivato a Scodovacca, Buttrio, Torre di Zuino, Faedis, Valvasone, Ariis, Cortello, Percotto, Lestizza, Fagagna, Vito d Asio). Infatti nella tradizione si ritenne il Curvin la varietà d uva nostrana, assieme al Refosco, più meritevole di essere propagata in tutto il Friuli perché dà vino ottimo e serbevole (Bullettino 1863, pag. 362). Attualmente è coltivata in modo molto sporadico in alcune zone dei Colli Orientali. COLTURALI E AGRONOMICHE La fertilità totale è buona, quella basale è bassa, la produzione è media e la vigoria è elevata, la maggior parte dei ceppi non evidenziano sintomi visivi di affezioni virali. Le uve a maturazione sono dotate di un tenore zuccherino basso con un acidità molto alta, il contenuto aromatico è medio come pure il patrimonio polifenolico. POTENZIALE ENOLOGICO medio-bassa, un acidità titolabile medio-alta e un estratto secco totale medio. Il Curvin da un vino con un colore rosso intenso, al naso emergono sentori di frutti tropicali e confettura accompagnate da note meno gradevoli di vegetale cotto e muffa ed è sostenuto da una buona dotazione tannica. Al gusto, la elevata acidità, unita alla astringenza tannica, ne pregiudicano la gradevolezza. Tuttavia il vino, con le dovute accortezze enologiche, potrebbe fornire un prodotto interessante e adatto al mercato attuale.

28 Negrat N. 21 Varietà non iscritta nel registro nazionale varietà di vite DESCRIZIONE AMPELOGRAFICA Fonte: Le viti dimenticate (Petrussi, Sivilotti, Stocco) ERSA 2013 Germoglio: apice aperto bianco con tomentosità elevata e intensità antocianica bassa ma diffusa su tutte la superficie delle foglioline apicali. Le foglie del giovane germoglio sono gialle e hanno una tomentosità media nel lembo che aumenta sulle nervature. Il portamento della vegetazione è tendente al verticale. Foglia adulta: di grandi dimensioni, pentagonale con 5 lobi non sempre evidenti. Il seno peziolare è leggermente aperto e con base a V. Il margine fogliare presenta denti medi. La tomentosità della pagina inferiore risulta media sia nel lembo che nelle nervature. Acino: di medie dimensioni e regolare all interno del grappolo, di forma sferoidale con vinaccioli lunghi. La buccia presenta una colorazione blu scuro uniforme. Grappolo: medio, di forma conica, compatto con 3-4 ali. Fenologia: Germogliamento: medio. Fioritura, invaiatura e maturazione: molto tardiva. È un vitigno che compare tra le varietà coltivate in Friuli già nella seconda metà dell Ottocento. L area di coltivazione si limitava al comprensorio di San Giorgio della Richinvelda. Nell elenco del 1863 è denominato Negrata. Presente all Esposizione di Udine del 1921 (Negratt). Poggi (1930) ne fa una attenta descrizione: È vecchia varietà forse di origine friulana, da un vino discreto da pasto, ma certamente non riterrei raccomandabile la propagazione di tale varietà. Attualmente è praticamente presente solo nella collezione dell Azienda Rinascita e di Pantianicco. COLTURALI E AGRONOMICHE La fertilità totale è media, quella basale è bassa, la produzione è alta e la vigoria è elevata, la maggior parte dei ceppi non evidenziano sintomi visivi di affezioni virali. Le uve a maturazione sono dotate di un tenore zuccherino medio con un acidità molto alta, il contenuto aromatico è medio-basso e il patrimonio polifenolico è medio. POTENZIALE ENOLOGICO medio-bassa, un acidità titolabile alta e un estratto secco totale medio. Il Negrat ha una colorazione buona sia per intensità che per tonalità, al naso è poco intenso con leggere note agrumate, fruttate e floreali. Al gusto, la elevata acidità, unita alla scarsa struttura, lo rendono squilibrato e disarmonico. Nel complesso risulta poco interessante e con ridotte potenzialità.

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