Chimica Fisica dello Stato Solido 4 crediti lezioni frontali (32 ore) + 2 crediti (24 ore) di laboratorio/esercitazione
|
|
- Arrigo Forte
- 7 anni fa
- Visualizzazioni
Transcript
1 Chimica Fisica dello Stato Solido 4 crediti lezioni frontali (3 ore) + crediti (4 ore) di laboratorio/esercitazione Richiami di cristallochimica Reticolo reciproco Diffrazione di raggi X e di Neutroni Produzione Raggi X (Tubi, Sincrotroni); Interazione tra la materia e i raggi X; Legge di Bragg; Fattore di Struttura; Strumentazione; Metodo di Rietveld Neutroni e loro caratteristiche Produzione dei Neutroni (Reattori Nucleari, Sorgenti di Spallazione) Confronto tra raggi X e neutroni Scattering Totale in Materiali Disordinati Ampiezza di Scattering Totale Equazione di Debye Funzioni di distribuzione di coppia Spettroscopia di Assorbimento di Raggi X Meccanismo di assorbimento di Raggi X Esperimenti di Assorbimento di Raggi X Extended X-ray Absorption Fine Structure (EXAFS) Elaborazione dati X-ray Absorption Near Edge Structure (XANES) Materiale didattico: dispense fornite durante il corso
2 Lo Stato Solido Cristallino In tutti gli stati di aggregazione la materia è sempre costituita da atomi, ioni o molecole. La materia è microscopicamente disomogenea Nei solidi cristallini la disposizione di atomi (o ioni o molecole) è periodica
3 Il cristallo è un corpo anisotropo omogeneo costituito da un ordine periodico tridimensionale di atomi o ioni o molecole La distribuzione di ioni atomi o molecole è periodicamente omogenea in tre dimensioni I solidi possono presentarsi in forma di: monocristalli (periodicità perfetta su tutto il solido), policristalli (grani di dimensione variabile separati da bordi di grano Oppure possono essere Amorfi o non-cristallini
4 Reticolo La disposizione periodica tridimensionale tipica dei cristalli può essere rappresentata attraverso un reticolo (ovvero una griglia di punti). Ciascun punto del reticolo può essere un atomo, una molecola, una serie di molecole etc. a seconda della complessità del sistema. c b a In questo caso (Polonio) a ciascun punto corrisponde un atomo
5 Cella Unitaria (la più piccola unità di ripetizione che mostra la simmetria completa della struttura cristallina) c b a Prendiamo un sistema di assi cristallografici a, b, c diretti come i vettori r r r a, b, c Tali vettori definiscono la cella unitaria La cella unitaria è descritta da 6 parametri reticolari lunghezze dei vettori di traslazione: r r r a = a ;b = b ;c = c b r c r a r c r a r b r angoli tra gli assi: α (angolo tra e ); β (angolo tra e ); γ (angolo tra e )
6 Sette forme differenti di cella unitaria - Sette Sistemi cristallini Sistema Lunghezze e angoli degli assi Cubico Tetragonale Ortorombico Romboedrico Esagonale Monoclino a a a a a a = b = c; α = β = γ = 90 = b c; α = β = γ = 90 b c; α = β = γ = 90 = b = c; α = β = γ 90 = b c; α = β = 90 ; γ = 10 b c; α = γ = 90 ; β > 90 Triclino a b c; α β γ 90
7 I reticoli di Bravais 14 reticoli di Bravais (7 primitivi e 7 centrati) rappresentano gli unici 14 modi in cui è possibile riempire lo spazio con un reticolo tridimensionale di punti
8 Struttura cristallina Per passare dal reticolo alla struttura i punti del reticolo devono essere occupati da atomi, ioni o molecole Molecola ABC (motivo che si ripete) con A coincidente con l origine, B e C all interno della cella unitaria A: 0,0,0 B: x 1,y 1,z 1 C: x,y,z
9 Gli esperimenti di diffrazione forniscono segnali che corrispondono a piani reticolari Piani reticolari Piano interseca gli assi a, b,c nei punti m00, 0n0, 00p Le coordinate delle intercette sui tre assi (m,n,p) definiscono completamente la posizione del piano reticolare. Però una delle intercette può essere
10 Per definire univocamente il piano si usano i cosiddetti indici di Miller (hkl) Il piano è in realtà uno dei tanti piani di una Famiglia tra loro paralleli e equidistanti Il primo piano della famiglia a partire dall origine intercetta gli assi nei punti a/h; b/k; c/l Gli indici di Miller (h,k,l) sono dati quindi dal rapporto tra la lunghezza di un asse e l intercetta del piano sull asse stesso
11 Distanze interplanari
12 Le distanze interplanari possono essere espresse in funzione dei paramentri di cella e degli indici di Miller La distanza tra l'origine e il piano hkl è d hkl Applicando la trigonometria possiamo vedere che valgono le seguenti relazioni: (a/h) cos α = d hkl e quindi: cos α = (h/a) d hkl analogamente valgono: cos ß = (k/b) d hkl cos γ = (l/c) d hkl Per il reticolo ortorombico (tutti angoli pari a 90 ): (cos α) +(cos ß ) +(cos γ) = 1 quindi: (h/a) d hkl + (k/b) d hkl + (l/c) d hkl = 1 Per un cristallo cubico: 1/d hkl = 1/a * (h +k +l )
13 Monoclino Esagonale Cubico Tetragonale Ortorombico 1 c l b k a h d hkl + + = 1 c l a k h d hkl + + = 1 a l k h d hkl + + = c l a k hk h d hkl = β β β β 4 sin cos sin sin 1 c a hl c l b k a h d hkl =
14 Le sette diverse forme di cella unitaria derivano dalla presenza di elementi di simmetria La conoscenza della simmetria cristallina facilita notevolmente lo studio strutturale I principi di simmetria nei cristalli sono gli stessi di quelli della simmetria molecolare N.B. Diversa simbologia per indicare gli elementi di simmetria adottata dai cristallografi
15 Elementi di simmetria puntuali Oltre alla traslazione esistono altre operazioni di simmetria: Operazioni di simmetria puntuale: lasciano invariato almeno un punto. 1) Inversione rispetto a un punto (lascia invariato il centro di inversione) ) Rotazione rispetto ad un asse (lascia invariati i punti sull asse) 3) Riflessione rispetto a un piano (lascia invariati i punti sul piano) 4) Rotoinversione combinazione di una rotazione rispetto ad un asse e una inversione rispetto ad un punto (lascia invariato il centro di inversione) 5) Rotoriflessione - combinazione di una rotazione rispetto ad un asse e una riflessione rispetto a un piano (lascia invariato il punto di intersezione tra il piano e l asse)
16 Assi di rotazione Solo assi di rotazione di ordine,3,4, e 6 (simbolo,3,4,6) Non esiste un asse di rotazione 5, ciò non vuol dire che non esiste la simmetria di ordine 5 in una oggetto (molecola) ma che con quell oggetto non si può riempire lo spazio.
17 Piani di riflessione Centri di inversione Non tutti gli elementi di simmetria sono necessari: molti assi di rotoriflessione e rotoinversione in realtà corrispondono ad altri elementi di simmetria. Es: l asse di rotoinversione di ordine 1 corrisponde al centro di inversione, quello di ordine ad un piano di riflessione perpendicolare ad esso etc.
18 Operazioni di simmetria composite Assi di rotoinversione (simboli 1,,3,4,6 )
19 Gli elementi di simmetria puntuale (ovvero che non comportano traslazione) di interesse cristallografico sono: gli assi di rotazione propri (1,,3,4,6) 1,,3,4,6 e gli assi di rotoinversione ( ) Possono essere presenti singolarmente o in combinazione con altri. 3 gruppi cristallini di simmetria puntuale (Point Groups) Ciascun cristallo appartiene a uno di questi gruppi
20
21 Elementi di simmetria spaziali (che comportano traslazione) 1) assi elicogiri o assi di roto-traslazione (screw axes) Associano un operazione di traslazione ad una rotazione. La traslazione avviene parallelamente all asse di rotazione; l entità della traslazione è sempre una frazione del periodo di traslazione del reticolo. Perché si ottenga una posizione equivalente per traslazione a quella di partenza ripetendo l operazione di simmetria n volte, è necessario che l entità della traslazione soddisfi la seguente equazione: pτ = 1 n p < n, numeri interi; τ periodo di traslazione n p : sono assi di simmetria di ordine n con componente di traslazione lungo l'asse a pari a p/n. ( 1 ;3 1,3 ;4 1,4,4 3 ;6 1,6,6 3,6 4,6 5 )
22
23
24
25
26 ) Piani di scorrimento o slittopiani (glide planes) Associano un operazione di traslazione ad una riflessione a, b, c slittopiani con componente di traslazione di a/, b/ o c/ n, slittopiano diagonale con componente di traslazione (a+b)/, (a+c)/, (b+c)/ o (a+b+c)/ d, slittopiano diamondoide con componenti di traslazione (a+b)/4, (a+c)/4, (b+c)/4 o (a+b+c)/4.
27 la linea verde tratteggiata è una linea di scorrimento (riflessione + traslazione) con periodo traslazionale di 1/ lungo la direzione della linea stessa.
28 3 GRUPPI PUNTUALI in 3D 14 RETICOLI 3D 30 GRUPPI SPAZIALI GRUPPI DI SIMMETRIA TRIDIMENSIONALE ASSI DI ROTO-TRASLAZIONE PIANI DI SCORRIMENTO
29 Gruppi Spaziali Combinando i gruppi di simmetria puntuale con le operazioni di traslazione si ottengono 30 gruppi spaziali I gruppi spaziali rappresentano tutte le possibili disposizioni in tre dimensioni di oggetti tridimensionali. Ciascun cristallo deve necessariamente appartenere a uno dei 30 gruppi spaziali. Se si conosce il gruppo spaziale (e quindi la simmetria del cristallo) per costruire la struttura si devono conoscere solo le coordinate degli atomi che costituiscono l unità asimmetrica
30 unità asimmetricha, cella unitaria e reticolo unità asimmetrica: unità minima che è in grado di generare l intero reticolo (tramite le operazioni di simmetria e le traslazioni) cella unitaria: unità minima in grado di generare l'intero reticolo con la sola traslazione nelle direzioni dei suoi lati di base
31 Il simbolismo dei gruppi spaziali A ciascun gruppo spaziale è stato convenzionalmente associato un numero, progressivo da 1 a 30, e a un simbolo che lo rendono univocamente identificabile. La prima lettera identifica il tipo di reticolo: P: primitivo C: centratura della faccia C (analogamente per A o B) F: centratura di tutte le facce I: centratura di corpo Accanto alla lettera compaiono simboli che identificano il tipo di simmetria con convenzione identica a quella dei gruppi di simmetrie puntuali.
32 Reticolo triclino: Un solo tipo di reticolo (primitivo, P) e due soli tipi di simmetrie (1 e -1). P 1: gruppo spaziale triclino (ovviamente primitivo) che contiene un centro di simmetria. P 1 non possiede elementi di simmetria
33 Reticolo monoclino La prima lettera indica se la cella è primitiva (P) o centrata Simbolo che descrive il tipo di elemento presente lungo l'asse monoclino (ossia perpendicolarmente alla faccia obliqua). P /m: gruppo spaziale monoclino primitivo, asse binario perpendicolare ad un piano di riflessione. reticolo primitivo centrato Gruppo puntuale m /m m Gruppo spaziale P, P 1 Pm, Pc P/m, P 1 /m, P/c, P 1 /c C Cm, Cc /m C/m, C/c
34 Tavole dei gruppi spaziali (International Tables for X-ray Crystallography)
35
36 Il numero di punti equivalenti (generati dalla simmetria puntuale) nella cella unitaria è chiamata molteplicità. I punti all'interno della cella che stanno in posizione generale possiedono molteplicità uguale a quella del gruppo I punti in posizione speciale hanno molteplicità inferiore
37 Reticolo reciproco E un concetto per certi versi astratto ma ci aiuta a capire i risultati degli esperimenti di diffrazione sui cristalli Il disegno di un reticolo cristallino diventerebbe rapidamente incomprensibile se disegnassimo tutti i possibili piani reticolari. Una famiglia di piani è caratterizzata da: Orientazione del piano nel cristallo (indici di Miller) Distanza tra i piani (d hkl )
38 Ciascuna famiglia di piani hkl è rappresentata da un unico punto nel reticolo reciproco
39 Il reticolo reciproco: importanza Lo spazio reciproco è lo spazio dell esperimento di diffrazione. L esempio in Figura è il pattern di diffrazione di un cristallo raccolto su un film fotografico. Ciascun punto corrisponde a una famiglia di piani di uno strato del reticolo reciproco.
40 Regole di costruzione del reticolo reciproco: Si prende un origine comune, da cui partono i vettori che caratterizzano le normali ai piani. Si troncano i vettori a valori d 1 * e d *, lunghi K/d 1 e K/d (K è una costante arbitraria, normalmente pari a 1) d 1 * e d * sono vettori del reticolo reciproco, si misurano in [Lunghezza] -1, ad esempio Å -1 Ne consegue che se d 1 = 0.5Å e K = 1, d 1 * = 1/0.5 Å =.0 Å -1 Quindi a vettori reali lunghi (distanze interplanari lunghe) corrispondono vettori reciproci corti (e viceversa).
41 cella unitaria del reticolo reciproco Terna assiale di riferimento a*, b*, c* a* = d* 100 al piano (bc) del reticolo diretto a* = 1/d 100 b* = d* 010 al piano (ac) del reticolo diretto b* = 1/d 010 c* = d* 001 al piano (ab) del reticolo diretto c* = 1/d 001 La terna (hkl) nello spazio diretto è associata ad una famiglia di piani paralleli, nello spazio reciproco indica le componenti del vettore d* hkl Nello spazio diretto i punti del reticolo sono definiti dai vettori r uvw = ua + vb + wc Nello spazio reciproco, d* hkl = ha* + kb* + lc*, le componenti del vettore reciproco sono gli indici di Miller (hkl)
42
43 relazioni tra spazio diretto e spazio reciproco Prendiamo una cella monoclina. c* è perpendicolare al piano generato da a e b, quindi valgono le relazioni di prodotto scalare: c* a = 0 c* b = 0 Analogamente, per a* e b* valgono le relazioni: a* c = 0 e a* b = 0 b* a = 0 e b* c = 0
44 Invece, per c c* = c c* cos φ Dato che c* = 1/d 001 ; c cos φ = d 001 c c* = c c* cos φ = d 001 /d 001 = 1 e, analogamente, a a* = b b* =1 Quindi, si può definire spazio reciproco dello spazio reale quello generato dai vettori a*, b* e c*, tali per cui: a a* = 1 a b* = 0 a c* = 0 b a* = 0 b b* = 1 b c* = 0 c a* = 0 c b* = 0 c c* = 1
45 Raggi X Scoperti da Roengten nel 1895 La lunghezza d onda dei raggi X è dello stesso ordine di grandezza delle spaziature tra gli atomi in un cristallo Si tratta di una radiazione ionizzante!!!
46 I raggi X possono essere prodotti utilizzando due modi principali : Eccitazione di elettroni di core negli atomi Questo è il metodo usato nei tubi a raggi X, nei dispositivi di laboratorio Accelerazione di elettroni liberi Metodo usato nei sincrotroni
47 Tubo a raggi X W target X-rays Vacuum Come funziona: Elettroni prodotti da un filamento di tungsteno riscaldato (catodo) accelerati da una elevata ddp Colpiscono il bersaglio (anodo) costituito da un elemento metallico Vengono emessi raggi X Caratteristiche: Usato in laboratorio Costo ~ migliaia di Euro Richiede acqua e alta tensione
48 Spettro di emissione di un tubo a raggi X Radiazione bianca (Brehmsstralung) dovuta al frenamento e perdita di energia degli elettroni a seguito degli urti con gli atomi del bersaglio E max = ev = hv max = hc λ min λ hc 1400 ev V min = = λ misurato in Å V misurato in Volts L energia massima dei fotoni (e quindi la minima lunghezza d onda) dipende SOLO dall energia degli elettroni incidenti ed è indipendente dalla natura del materiale.
49 Radiazione caratteristica monocromatica prodotta quando gli elettroni hanno energia sufficiente a scalzare un elettrone da livelli di core N.B. Radiazione caratteristica compare solo se si supera una certa tensione di accelerazione
50 Simbologia usata per indicare la radiazione X prodotta in un tubo Kα Kβ p 1s 3p 1s Kα ha energia minore e intensità maggiore della Kβ
51 N.B. La radiazione Kα è in realtà un doppietto ( possibili stati di spin) Kα 1 Kα (Kα 1 ha intensità doppia rispetto a Kα ) K β K α L α K L M L K α K α1 I II III Energy K state K α K β L state L α N state ground state
52 La lunghezza d onda della radiazione prodotta dipende dal Numero Atomico del metallo usato come bersaglio Legge di Moseley v = k( Z σ ) All aumentare di Z ν aumenta e λ diminuisce Elementi utilizzati come bersaglio e lunghezza d onda della radiazione X (Å) Anodo Kα 1 Kα Kα Cr Fe Cu Mo Ag
53 La radiazione Kα è quella normalmente utilizzata per gli esperimenti di diffrazione di raggi X (è la più intensa) Come eliminare la Kβ e la radiazione bianca? Il modo più semplice è utilizzare un filtro I filtri sfruttano la variazione netta del coefficiente di assorbimento dei raggi X in corrispondenza di ben precisi valori di lunghezza d onda Anodo Kα(Å) Filtro Cr Fe Cu Mo Ag V Mn Ni Zr Pd Il filtro non elimina completamente la radiazione Kβ. Per eliminarla completamente si deve usare un cristallo monocromatore (sfrutta la legge di Bragg)
54 Sincrotrone Come funziona: Un fascio di elettroni viene accelerato in un anello Viene prodotta radiazione elettromagnetica in direzione tangenziale all anello tangential downwards Caratteristiche: Usato in grandi infrastrutture Intensità molto più elevata della radiazione prodotta da un tubo Costi centinaia di milioni Euro
55 Elettra, Trieste ESRF, Grenoble
56 Interazione dei raggi X con la materia Emissione di fotoelettroni Fascio incidente (I 0 ) di raggi X Fluorescenza Scattering coerente e incoerente Assorbimento (I) calore Lo scattering coerente dei raggi X è responsabile degli effetti di diffrazione Gli elettroni diventano sorgenti secondarie di radiazione X avente la stessa λ della radiazione incidente
57 Il fenomeno della diffrazione La diffrazione è un complesso fenomeno di diffusione (o scattering) e interferenza originato dall interazione di onde elettromagnetiche (raggi X) o particelle relativistiche (neutroni e elettroni) aventi appropriata lunghezza d onda (dell ordine dell Å) con un reticolo cristallino. Il processo di diffusione (o scattering) L interazione di un onda elettromagnetica con la materia avviene essenzialmente attraverso due processi di scattering che riflettono il dualismo onda-particella della radiazione incidente: a) scattering elastico: i fotoni della radiazione incidente vengono deviati in ogni direzione dello spazio senza perdita di energia. Esiste dunque una precisa relazione fra radiazione incidente e radiazione diffusa per cui il processo viene definito coerente. Questo processo è alla base della diffrazione. b) scattering non-elastico: il fotone cede parte della sua energia; la radiazione diffusa risultante ha quindi lunghezza d onda maggiore di quella incidente. Non essendoci alcuna relazione fra radiazione incidente e radiazione diffusa, questo tipo di scattering è definito incoerente. Questo fenomeno non dà luogo a processi di interferenza.
58 Interazione raggi X con: Una singola particella La particella diffonde il fascio incidente uniformemente in tutte le direzioni Un materiale cristallino I fasci diffusi si combinano construttivamente in certe direzioni
59 λ/ Interferenza Costruttiva Interferenza distruttiva
60 Scattering di RX Il fenomeno della diffrazione è analogo all interferenza della luce con un reticolo ottico. Lungo alcune direzioni (direzione 3) i fasci diffratti A e B si trovano esattamente sfasati di mezza lunghezza d onda: si ha interferenza distruttiva e lungo la direzione 3 si avrà intensità nulla. Lungo le direzioni 1 e i due fasci sono in fase e avremo un massimo di intensità lungo quelle direzioni. Tra le direzioni 1 e avremo tutte le gradazioni intermedie. Se però considero un reticolo ottico devo considerare non solo fasci ma milioni, questo fa si che si abbia una grande intensità esattamente per le direzioni 1 e e intensità praticamente nulla per tutte le altre.
61 Condizioni di Laue Max von Laue interpretò la diffrazione di raggi X da parte dei cristalli considerando che la disposizione periodica tridimensionale degli atomi corrisponde a un reticolo tridimensionale di diffrazione (analogia con la diffrazione della luce da parte di un reticolo ottico) Partiamo da un reticolo monodimensionale costituito da un atomo situato nei nodi reticolari che agiscono come centri di scattering Radiazione S 0 incide con angolo di incidenza φ su un filare monodimensionale. Radiazione diffratta S forma un angolo θ con il fascio incidente Interferenza è costruttiva solo se la differenza di cammino ottico dei raggi scatterati da due contigui è pari a un multiplo della lunghezza d onda
62 Differenza di cammino sul raggio incidente (r), e sul raggio diffratto (r'). r' - r = a cos(θ) - a cos (φ) = h λ h numero intero. In termini vettoriali: r' - r = a (S-S 0 ) = h λ I raggi diffratti giacciono su coni, detti di Laue, associati ai diversi valori di h.
63 Il cristallo (e il relativo reticolo) è tridimensionale dobbiamo scrivere relazioni analoghe per le altre due direzioni Condizioni di Laue per la diffrazione: a. (S-S 0 ) = h λ b. (S-S 0 ) = k λ c. (S-S 0 ) = l λ Le tre equazioni di Laue devono essere contemporaneamente soddisfatte, la diffrazione avviene solo lungo le direzioni comuni a tre superfici coniche.
64 L approccio di Laue seppure corretto è poco pratico (tre equazioni devono essere soddisfatte contemporaneamente). Bragg (padre e figlio) immaginarono il fenomeno in termini di riflessione dei raggi X da parte di piani reticolare infinitamente estesi. Approccio dei Bragg non è corretto dal punto di vista fisico (il vero fenomeno che avviene è la diffusione e l interferenza tra onde diffuse) ma fornisce una espressione semplice (una unica equazione) e del tutto equivalente alle tre condizioni di Laue (la direzione del fascio riflesso della legge di Bragg concide con la direzione che soddisfa contemporaneamente le 3 equazioni di Laue) Nell approccio di Bragg i piani reticolari sono immaginati essere semiriflettenti I raggi X incidono su un pianoe vengono in parte riflessi, in parte trasmessi
65 La riflessione avviene anche sui piani sottostanti Interferenza è costruttiva solo se la differenza di cammino tra i raggi riflessi da piani contigui è pari a un multiplo della lunghezza d onda r + r = d hkl sin(θ) + d hkl sin(θ) = n λ d hkl sin(θ) = n λ Legge di Bragg d nh nk nl sin(θ) = λ N.B. La direzione dei fascio diffratto prevista dalle tre condizioni di Laue coincide con quella prevista dalla legge di Bragg
66 d sinθ = λ d = distanza interplanare La direzione dei raggi diffratti dipende UNICAMENTE dal reticolo di traslazione, cioè dai parametri della cella elementare, indipendentemente dagli atomi che essa contiene PROPORZIONALITÀ INVERSA TRA sinθ e d strutture con d grandi mostreranno pattern di diffrazione compressi, e viceversa per strutture con d piccoli 1/d = (/λ) sinθ 1/d sinθ Il pattern di diffrazione è una immagine del reticolo reciproco
67 Interpretazione in termini vettoriali della legge di Bragg Il vettore differenza (S-S 0 ) tra il vettore unitario sulla direzione dell'onda incidente (S 0 ) e quello sull onda diffratta (S) è parallelo al vettore del reticolo reciproco d* hkl. S-S 0 = sin(θ) d* hkl = 1/d hkl λ = d hkl sin(θ) = S-S 0 / d* hkl Da cui si può scrivere la legge di Bragg come: (S-S 0 ) / λ = d* hkl = ha* + kb* + lc* Quando la legge di Bragg è soddisfatta il vettore (S-S 0 ) / λ coincide con il vettore del reticolo reciproco dei piani che sono in condizioni di riflessione
68 Interpretazione di Ewald Sintesi "geometrica" delle condizioni di diffrazione (ci fa capire come effettuare un esperimento di diffrazione) Ewald suggerì di costruire una sfera (sfera di Ewald) di raggio 1/λ con il cristallo (reticolo diretto) al centro L'origine del reticolo reciproco è fissata nell'intersezione tra la sfera ed il prolungamento del vettore S 0. il punto di intersezione tra la sfera e il vettore S è un punto del reticolo reciproco Un piano hkl si trova in condizioni di diffrazione se il corrispondente vettore del reticolo reciproco giace sulla superficie della sfera di Ewald
69 Alcuni punti si trovano sulla sfera Come possono essere osservate le diffrazioni di altri piani? Possiamo immaginare due "metodi": ruotare il reticolo reale (quindi il cristallo) mantenendo costante λ (Metodo di Bragg) modificare il raggio della sfera di Ewald (quindi la lunghezza dell'onda incidente) in modo che altri nodi siano toccati dalla sfera (metodo di Laue).
70 Esercizio Un cristallo di Fe (bcc a=.866 Å) viene sottoposto a un esperimento di diffrazione di Raggi X utilizzando la radiazione Cr Kα (λ=.91 Å) Calcolare i valori delle distanze interplanari d hkl Calcolare gli angoli di Bragg (N.B. in effetti si osservano solo riflessi con h+k+l=n) Calcolare gli angoli di Bragg usando la radiazione Mo Kα (λ= Å)
71 La legge di Bragg (e le equazioni di Laue) fornisce eslusivamente le condizioni per avere un fascio diffratto. Non dice se il fascio diffratto sarà più o meno intenso (non tiene conto della struttura ma solo del reticolo) Dai valori angolari a cui si osservano i riflessi di Bragg è possibile ottenere le informazioni sulla forma e dimensione della cella unitaria d sin( θ ) = λ d = sin sin h ( θ1) ( θ ) a + k = 1 h h + l + k + k 1 + l + l 1 Θ 8,45 47,31 56,1 69,13 d hkl 3,13 1,9 1,64 1,36 sen 0,06 0,16 0, 0,3 sen / sen 1,00,66 3,66 5,33,00 5,33 7,33 10,66 3,00 7,99 10,99 15,99 hkl ,37 1,5 0,38 6,33 1,65 18, ,03 1,11 0,48 7,99 15,99 3, ,94 1,04 0,54 8,99 17,98 6,97 333
72 I segnali corrispondenti alle diverse famiglie di piani differiscono anche per l intensità. Le intensità dei segnali di diffrazione dipendono dalla posizione degli atomi nella cella elementare ovvero dalla struttura Fisica del processo di scattering elastico L intensità di ciascun riflesso di Bragg da parte del cristallo è il risultato di una serie di processi Scattering da parte di un singolo elettrone Scattering da parte di ciascun atomo Scattering di tutti gli atomi presenti nella cella unitaria
73 Scattering elastico da parte di un elettrone singolo L elettrone oscilla in fase con la radiazione incidente e produce una radiazione scatterata (diffusa) avente la stessa lunghezza l onda della radiazione incidente. L intensità della radiazione scatterata da un singolo elettrone segue l equazione di Thompson: I = I 0 m e e 4 r c 4 1+ cos (θ ) I 0 e m e c r θ Intensita incidente carica elettrone massa elettrone velocita della luce distanza elettrone-detector angolo tra direzione fascio incidente e fascio diffuso
74 Scattering da parte di un atomo Il contributo totale da parte di un atomo è la somma dei contributi di ciascun elettrone. I A f A (fattore di scattering atomico) Interferenza delle onde scatterate dai diversi elettroni e costruttiva solo nella direzione della radiazione incidente, nelle altre direzioni è parzialmente distruttiva
75 Il fattore di scattering atomico, f A (s), dipende quindi dalla distribuzione di densità elettronica dell atomo. In particolare f A (s) è la trasformata di Fourier della densità elettronica dell atomo s = 4π sinθ λ f A ( s) = ρ( r) V sin( sr) sr dr Ciascun elettrone contribuisce in modo diverso a seconda del tipo di orbitale che lo ospita
76 Conseguenze 1- i pattern di diffrazione della maggior parte delle sostanze contengono solo riflessi poco intensi sopra i è difficile localizzare gli atomi leggeri perché contribuiscono poco allo scattering complessivo
77 f exp Bsin λ = f0 θ Moto termico B fattore di Debye Waller termico
78 Scattering da parte di un cristallo Ciascun atomo presente nella cella unitaria contribuisce con un onda. La risultante delle onde prodotte da ciascun atomo nella cella unitaria è un onda la cui ampiezza prende il nome di: Fattore di Struttura del Cristallo F hkl La differenza di cammino ottico tra le onde diffuse da ciascun atomo dipende dalla posizione relativa dei due atomi e dalla direzione di incidenza e diffrazione (quindi da quale piano è in condizioni di Bragg). Ciascun reticolo può essere scisso in una serie di reticoli atomici uguali tra loro. Per ognuno di essi le condizioni di Bragg sono le stesse
79 Ciascuna onda può essere descritta attraverso l equazione complessa rappresentabile nel piano di gauss L'ampiezza totale scatterata da un cristallo è la somma dei contributi di tutti gli atomi presenti nella cella elementare (Fattore di Struttura). L onda scatterata da ciascun atomo possiede una certa differenza di fase rispetto all origine (non necessariamente esiste un atomo all origine): r F hkl = n j= 1 f j ( ) i exp ϕ j ϕ j = π ( hx j + ky j + lz j )
80 Possiamo rappresentare graficamente la combinazione di onde scatterate da ciascun atomo e determinare il fattore di struttura, che sarà caratterizzato da un certo modulo ed una certa fase totale. r F hkl n = j= 1 f i exp ( iϕ ) = F exp( iϕ) j hkl L'intensità totale misurata per la diffrazione da parte di una certa famiglia di piani con indici hkl è proporzionale al quadrato del modulo del fattore di struttura relativo di quel piano.
81 Lo sfasamento dipende dalla posizione e dagli indici Miller P e Q individuano reticoli traslati di x i (lungo a) e y i (lungo b) Quando i piani hk sono in condizioni di Bragg tutti gli atomi P scatterano in fase Anche i piani hk riferiti agli atomi Q scatterano in fase tra loro Lo sfasamento dei raggi diffusi da P e Q lungo gli assi x e y risulta: ϕx = π X a / h ϕ y ; = π Y b / k Lo sfasamento totale dei raggi diffusi da P e Q risulta: ϕ = π ( h + k ) = π ( hx + ky) X a Y b Lo sfasamento per l atomo j-esimo risulta: ϕ j = π ( hx j + ky j )
82 ( ) = = n j j j hkl i f F 1 exp ϕ r ) ( sin ) ( cos 1 1 j j j n j j n j j j j j hkl lz ky hx f i lz ky hx f F = = = π π = + + = n j j j j j hkl lz ky hx i f F 1 ) ( exp π r
83 n n = j j j j j= 1 j= 1 F f cos π ( hx + ky + lz ) + i f sin π ( hx + ky + lz hkl Nel caso di cristalli centrosimmetrici il termine immaginario vale sempre zero (per ogni atomo in posizione x,y,z c è né uno identico in posizione x,-y,-z) A seconda della simmetria del cristallo F hkl è sistematicamente uguale a zero per certi valori di hkl j j j j )
84 Assenze sistematiche nei reticoli centrati l set di piani P nel caso A produce onde diffratte in fase. Nel caso B dobbiamo considerare anche la famiglia di piani Q (linee tratteggiate) in posizione intermedia tra i piani P. Le onde diffratte dai piani Q saranno fuori fase con quelle riflesse dai piani P, dando interferenza completamente distruttiva poichè i piani P e Q contengono gli stessi atomi ed hanno uguale densità
85 Se è nota la struttura del cristallo è possibile calcolare facilmente il fattore di struttura per ogni famiglia di piani a Cristallo di Fe (bcc a=.866 Å) Fe 0,0,0 Fe ½, ½, ½ c z x y b Abbiamo visto come calcolare gli angoli di Bragg, ora calcoliamo le intensità per le seguenti famiglie di piani. Piani 100 Piani 110 n n = j j j j j= 1 j= 1 F f cos π ( hx + ky + lz ) + i f sin π ( hx + ky + lz hkl j j j j )
86 0 0) (0 1) (1 ) sin sin 0 ( ) cos cos0 ( ) 0 0 (1 sin ) 0 0 (1 cos = + + = = = = = = i f f f i f f z y x f i z y x f F Fe Fe Fe Fe Fe j j j j Fe j j j j Fe π π π π r Fe Fe Fe Fe Fe Fe Fe j j j j Fe j j j j Fe f i f f f f i f f z y x f i z y x f F 0) (0 ) ( )) 1 1 ( sin 0) (0 sin ( )) 1 1 ( cos 0) (0 cos ( ) 0 1 (1 sin ) 0 1 (1 cos = = = = = = = = π π π π π π r Valore di f Fe corrispondente a θ 110 di Bragg
87 c a Cloruro di Cs b z x Cella Primitiva a=4.110 Å y Cl: 0,0,0 Cs: ½, ½, ½ r F 100 = j= 1 f i cos π (1x j + 0y j + 0z j ) + i j= 1 f j sin π (1x j + 0y j + 0z j ) = = ( f Cl f Cl cos0 + f Cs f Cs + i(0 + 0) = cosπ ) + i( f Cl f f Cs Cl sin 0 + f Cs sinπ ) =
88 L'intensità misurata per ogni segnale di diffrazione dipende: dall'intensità incidente (I 0 ) da fattori strumentali e geometrici Fattore polarizzazione, se il raggio incidente non è polarizzato, la polarizzazione del fascio diffratto sarà : P = (1+cosθ)/ Fattore Lorentz: ciascun nodo reticolare attraversa la sfera di Ewald con una differente velocità e quindi produce un raggio diffratto per un tempo differente dal volume del materiale cristallino e dal suo assorbimento µ assorbimento da parte del cristallo attenua sia il raggio incidente che il raggio diffratto. L'assorbimento è funzione delle specie atomiche presenti (in genere atomi più pesanti sono più assorbenti) ma anche della lunghezza d'onda della radiazione incidente dal fattore di struttura (F hkl ) del relativo piano in diffrazione
89 Dalle intensità diffratte, fatte le opportune correzioni, possiamo ricavare il modulo dei Fattori di struttura osservati Se conoscessimo i fattori di struttura in modulo e fase potremo determinare la struttura, dato che le posizioni degli atomi nella cella elementare sarebbero univocamente determinabili Tra reticolo cristallino (reticolo diretto) e reticolo reciproco esiste una precisa relazione. Analogamente, tra distribuzione di densità elettronica e pattern di diffrazione esiste una relazione matematica, più precisamente la trasformata di Fourier. Abbiamo già visto che il fattore di diffusione atomico è pari alla trasformata di Fourier della densità elettronica dell atomo: f A ( s) = ρ( r) V sin( sr) dr sr
90 Il fattore di struttura è la trasformata di Fourier della densità elettronica della cella elementare
91 Così come è possibile ricostruire il reticolo diretto conoscendo il reticolo reciproco, conoscendo il fattore di struttura (in modulo e in fase) è possibile ottenere la distribuzione di densità elettronica della cella elementare.
92 Se l esperimento di diffrazione condotto sul cristallo (spazio reale) fornisse i Fattori di Struttura (spazio reciproco) in modulo e in fase, la trasformata di Fourier dei Fattori di Struttura fornirebbe la densità elettronica del cristallo. Poiché il numero di punti del reticolo reciproco accessibili è limitato la ricostruzione della densità elettronica risulterebbe comunque un pò distorta
93 Il problema della fase. La determinazione della struttura è apparentemente impedita dal fatto che dall esperimento si ottengono le intensità e quindi F ma non è possibile conoscere i F I Fattori di struttura F sono infatti numeri complessi F= F e iφ esperimenti forniscono il modulo di F ma non la fase φ. e gli Questa difficoltà nella ricostruzione automatica della struttura dal pattern di diffrazione è nota tecnicamente come problema della fase.
94 Metodi utilizzati per risolvere il problema della fase Il problema in generale deve avere soluzione, anche se non univoca )] ( ) ( ) ( [ cos 1 1 k j k j N k j k j k j N j j hkl z z l y y k x x h f f f F = = > = π Il numero di queste relazioni è pari al numero di segnali di diffrazione osservati. Tuttavia le incognite compaiono come argomenti di funzioni trigonometriche. La risoluzione non può essere fatta in modo analitico.
95 Metodo per tentativi Modello di struttura iniziale fornisce una soluzione approssimata che può essere affinata fino a trovare il miglior accordo (fattore di accordo R) con i dati sperimentali. R = hkl F o hkl hkl F o hkl F c hkl Se si calcola la densità elettronica usando i moduli dei fattori di struttura osservati e le fasi dei calcolati si noteranno dettagli strutturali non presenti nel modello iniziale. Queste informazioni possono essere usate per costruire un modello migliore 1 ρ( r) = F hkl exp iφ V h, k, l= [ π ] hkl
96 Sintesi di Patterson Utilizza le intensità sperimentali anziché i Fattori di Struttura. Anziché fornire una mappa della densità elettronica del cristallo fornisce una mappa in cui compaiono massimi in corrispondenza a distanze tra coppie di atomi nel cristallo
97 Manipolando opportunamente la somma dei fattori di struttura che fornisce la densità elettronica è possibile costruire una nuova funzione (di Patterson) che non dipenda più dalla fase, ma solo dal modulo del fattore di struttura 1 ρ( r) = Fhkl exp π V h, k, l= [ i( hx + ky + lz )] j j j P( u, v, w) = π hkl F exp i( hu + kv + hkl lw) Il vettori u, v e w, variabili nella funzione di Patterson, non rappresentano coordinate atomiche, bensì distanze interatomiche
98 Espressa nello spazio diretto la funzione di Patterson assume la seguente forma:
99 Lo spazio della funzione di Patterson è lo stesso della densità elettronica, ma ciascun massimo si riferisce a una distanza tra due atomi diffusori. L intensità di ciascun massimo è data dal prodotto dei fattori di scattering degli atomi coinvolti.
100 Analizzando le mappe di Patterson (sono sempre centrosimmetriche) è possibile ricostruire la posizione dei singoli diffusori atomici, soprattutto se in presenza di alcuni atomi pesanti (molto più pesanti degli altri). Tuttavia, l'analisi di Patterson diviene molto più difficile in presenza di distribuzione piuttosto omogenea di densità elettronica, generata da atomi di simile numero atomico.
101 Metodi diretti Derivano le fasi dei segnali di diffrazione direttamente da relazioni dirette tra i moduli dei fattori di struttura osservati. Storicamente tali metodi si sono sviluppati negli anni '50, combinando analisi statistiche sulle intensità dei riflessi. Per esempio, poiché la densità elettronica non può avere valore negativo e si concentra prevalentemente in zone di massimi (corrispondenti ai nuclei), si può scrivere la cosiddetta relazione di Sayre: F φ hkl hkl = k φ h' k ' l' h' k ' l' φ F h' k ' l' h h', k k ', l l' h h', k k ', l l' Relazioni simili applicate contemporaneamente consentono di stimare con una certa accuratezza la fase di alcuni riflessi e quindi consentire di abbozzare una preliminare risoluzione della struttura. F
102 Affinamento della struttura Dopo aver individuato tutti gli atomi, la trasformata fornisce solo quei dettagli della densità che deviano dal modello adottato, ad esempio i dettagli dovuti al moto termico degli atomi e quelli relativi al legame chimico: I metodi di affinamento dei parametri che descrivono un certo modello strutturale, consentono di "migliorare" le coordinate atomiche (oppure i loro parametri termici) attraverso il confronto tra i fattori di struttura calcolati e quelli osservati. La procedura di minimizzazione delle differenze tra (F hkl ) calc e (F hkl ) osserv. si effettua tramite il metodo dei minimi quadrati. I parametri strutturali vengono modificati fino a quando non si ottiene la minima differenza tra osservazione e calcolo.
103 Tecniche sperimentali L esperimento di diffrazione di raggi X richiede: Sorgente (tubo o sincrotrone) Strumenti di laboratorio usano tubo a raggi X Campione (monocristallo o polvere) Monocristallo (o cristallo singolo) più adatto per l analisi strutturale Campione policristallino più semplice usato soprattutto per analisi qualitativa e quantitativa Rivelatore (lastra fotografica o metodi a contatore) Metodi a lastra fotografiva hanno solo interesse storico, ma oggi si usano anche contatori bidimensionali che forniscono pattern di diffrazione molto simili a quelli delle lastre fotografiche
104 Rivelatori per Raggi X usati in diffrazione Film fotografici: elevata accuratezza risolutiva, ma scarsa accuratezza nella misura dell'intensità. Camere di ionizzazione: Tubo contenente una miscela di gas (es. He-Ar) che viene ionizzata dai raggi X. Viene applicato un voltaggio per convogliare gli ioni (e gli elettroni) prodotti ottenendo un pulso Scintillatori: Materiali che emettono luce quando irradiati con raggi X. Un fotomoltiplicatore rivela la luce e emette un pulso. Accurata misura delle intensità ed delle posizioni, difetto di poter misurare una sola intensità diffratta alla volta Semiconduttore: I raggi X creano una coppia elettrone-buca Viene applicato un voltaggio per convogliare gli elettroni e produrre un pulso
105 Rivelatori CCD (Charged Couple Device) Rivelatori bidimensionali a stato solido e di tipo quantico. La stessa "simultaneità" di una lastra, con migliore misura delle intensità diffratte. Peccano in potere risolutivo, a causa delle dimensioni dei chip.
106 camere a CCD. La radiazione X viene assorbita da uno schermo di fosfori, che "traduce" il segnale X in segnale di luce visibile e poi immagazzinata sul rivelatore a CCD, da cui è possibile leggere l'immagine (fotografia) digitalizzata della diffrazione.
107 Camere a film per cristallo singolo Cristallo rotante L indicizzazione è difficile, su ciascuna linea variano contemporaneamente due indici di Miller
108 Camera di Weissenberg Associa rotazione del cristallo alla traslazione del film
109 Il pattern sembra più complesso ma l indicizzazione è molto semplice
110 Diffrattometri per monocristallo (4 cerchi) Diffrattometro composto da tubo a raggi X, che fornisce la radiazione, che viene monocromatizzata e collimata, da un goniometro atto a muovere opportunamente il cristallo e da un rivelatore di radiazione X:
111 COLLIMATORI I raggi X non possono essere deviati da lenti. Pertanto, la collimazione del raggio incidente avviene attraverso opportuni strumenti (fenditure soller) che mediante riflessioni multiple concentrano l'intensità fuoriuscita dal tubo verso il centro del goniometro.
112 Il cristallo viene montato su una testina goniometrica, tramite la quale viene ruotato in precise posizioni senza farlo uscire dal fascio incidente. testina goniometrica
113 Modalità di un esperimento di diffrazione su cristallo singolo Preparazione del cristallo Crescere cristalli di dimensioni e qualità adeguate all esperimento. Controllo preliminare al microscopio ottico, e, a volte, al microscopio a luce polarizzata. Determinazione della cella elementare Si identificano i segnali di diffrazione, si determinano i vettori reciproci e quindi la cella del reticolo reciproco, e successivamente quella del reticolo diretto. Ciascun picco deve essere indicizzato ossia bisogna assegnare al picco una precisa terna di indici di Miller Raccolta delle intensità diffratte Sequenza di scansioni in modo da portare il maggior numero di nodi del reticolo reciproco sulla superficie della sfera di Ewald e quindi in condizioni per cui i piani ad essi associati si troveranno a soddisfare la legge di Bragg.
114 Determinazione del gruppo spaziale Per determinare a quale dei 30 gruppi spaziali il cristallo appartiene si sfrutta il fatto che alcune riflessioni associate a determinati piani hkl, risultano nulle, o meglio assenti, a causa della simmetria del cristallo. assenze sistematiche Numero di Molecole nella Cella Elementare Si misura la densità della sostanza. Risulta che: d = peso( g) Volume( cm 3 ) = Z M N ( g / mol) 10 3 ( Α ) V cella 4 Dove M è il peso molecolare, N è il numero di Avogadro e Z è il numero di molecole nella cella elementare
115 Risoluzione e affinamento della struttura I fattori di struttura contengono informazioni sulle posizioni degli atomi. Tuttavia, non si può determinarne la fase. La risoluzione della struttura stima la relazione di fase "perduta" posizionando i centri diffusori all'interno della cella unitaria. L affinamento viene eseguito partendo dal modello iniziale con un processo di minimizzazione che sfrutta o cicli di serie di Fourier o cicli di serie di Fourier differenza
116 Dal cristallo singolo alle polveri Un campione monocristallino fornisce informazioni molto accurate e precisamente localizzate della posizione dei segnali (e quindi dei nodi del reticolo reciproco da cui ricavare la cella unitaria del reticolo cristallino). Ciascun riflesso è misurato singolarmente e la sua intensità può essere impiegata per derivare il fattore di struttura di quella riflessione (e quindi per la risoluzione strutturale). Se disponiamo di un campione policristallino, si perde la possibilità di localizzare ciascun nodo del reticolo reciproco. L'informazione "tridimensionale" del monocristallo viene ridotta ad una funzione monodimensionale (l'angolo di diffrazione, θ), rendendo molto più complesso l'ottenimento delle informazioni sul reticolo cristallino.
117 Diffrazione di raggi X su campioni policristallini Se idealmente il numero di particelle cristalline in diffrazione è molto elevato e tutte le possibili orientazioni sono ugualmente rappresentate, allora ciascun punto del reticolo reciproco sarà di fatto rappresentato da un insieme di linee contigue che formano la superficie di un cono di diffrazione
118 Camera di Debye Si originano contemporaneamente i fasci diffratti per diverse famiglie di piani. Per ciascuna famiglia di piani i fasci diffratti si trovano su un cono che tagliano la lastra fotografica su una coppia di archi
119
120 Diffrattometri per campioni policristallini ( cerchi) Si varia con continuità e sincronicamente l angolo tra fascio incidente e campione e quello tra campione e rivelatore
121 Geometria di Bragg-Brentano Con questa geometria, il campione è sempre in una precisa posizione "focalizzata", che viene preservata cambiando simultaneamente l'angolo incidente e quello di rivelazione (θ-θ, con sorgente mobile e campione fisso), oppure variando opportunamente l'orientazione del campione e l'angolo di rivelazione (ω-θ).
122 Geometria Bragg-Brentano con monocromatore su fascio diffratto
123 00 Intensità (conteggi/sec) θ Il diffrattogramma di polveri misura le intensità diffratte solo per distanze radiali d* hkl = sinθ/λ. Tutti i riflessi equivalenti per simmetria si sovrappongono completamente La principale limitazione del metodo delle polveri nell'analisi strutturale deriva dalla necessità di ricostruire geometricamente il reticolo reciproco tridimensionale da dati monodimensionali.
124 Quantità osservabili Posizione dei picchi Intensità dei picchi Forma dei picchi Fondo sottostante i picchi Posizione dei picchi: Dipende esclusivamente dalla cella elementare del materiale in esame. E possibile dai dati di polveri determinare e affinare le costanti di cella con elevata precisione. Su questo dato viene in gran parte basata il riconoscimento di fasi incognite Intensità dei picchi: L'intensità diffratta si ottiene integrando l'area di ciascun picco, dopo aver sottratto il contributo di fondo. Una misura approssimata si ottiene dal massimo valore dei conteggi di ciascun picco. Le intensità sono proporzionali al fattore di struttura, inoltre le intensità diffratte da ciascuna fase presente in una miscela di un campione polifasico sono proporzionali alla frazione di quella fase.
125 La forma del picco e fattori che la influenzano I fattori che influenzano la forma del picco sono: STRUMENTALI: divergenza del raggio incidente e/o del raggio diffratto; risoluzione del rivelatore e modalità di scansione del picco; dimensioni del campione. DEL CAMPIONE: mosaicità delle particelle cristalline e loro dimensione, oppure possibili deformazioni (stress ecc.). Per quanto riguarda la dimensione delle particelle, vale la relazione di Debye- Scherrer: dove K è una semplice costante di proporzionalità e D è la dimensione media delle particelle.
126 Procedura sperimentale selezione del campione (microcristallinità) macinazione per migliorare l omogeneità riducendo le dimensioni delle particelle (ma non troppo per evitare l allargamento dei picchi) deposizione del campione su supporto centratura del supporto nel goniometro scansione (selezionando il tipo di scansione, la velocità ecc.)
127 Analisi qualitativa L analisi qualitativa si riferisce alla identificazione di fasi presenti in miscele oppure al riconoscimento di fasi a componente singolo. co-presenza di più fasi Se in un campione policristallino esistono più fasi, la diffrazione da polveri conterrà picchi corrispondenti a distanze interplanari di tutte le fasi
128 La struttura cristallina di molte fasi solide è nota, perché identificata con metodi diffrattometrici a partire dalla introduzione di queste tecniche, cioè a partire dalla prima metà del XX secolo. La principale "risorsa" di informazioni per l identificazione di fasi ignote è il Powder Diffraction File, ossia un archivio elettronico (o cartaceo) dove sono contenute informazioni cristallografiche per più di fasi inorganiche ed organiche. La diffrazione è una informazione primaria, che combinata con l analisi elementare identifica senza ambiguità una certa fase cristallina.
129
130 Analisi quantitativa La determinazione dell'ammontare di una fase in un dato campione solido è possibile analizzando le intensità del picchi. Se vi sono più fasi nel campione, l'intensità misurata avrà contributi da ciascuna di esse, con picchi proporzionali alla presenza relativa di quella fase. L'analisi quantitativa consiste dunque non solo nel riconoscimento delle varie fasi presenti, ma anche nel calcolo della composizione percentuale (in volume) del campione.
131 L'intensità dovuta alla diffrazione di un piano hkl della fase α in un sistema a molte fasi è data da: dove V α è il volume della fase α, mentre µ m è il coefficiente di assorbimento di massa dell'intero campione, che è determinabile a partire dai singoli coefficienti di ciascuna delle fasi j, proporzionalmente alla loro presenza in peso W j :
132 Il volume della fase α è ricavabile conoscendo la densità di ciascuna fase e la densità totale: L intensità di un picco della fase α sarà quindi proporzionale alla sua frazione in peso e inversamente proporzionale alla densità di quella fase e all assorbimento del campione:
133 Vi sono molte possibili strategie per ricostruire la composizione di un campione: considerare i rapporti di intensità tra i picchi appartenenti a fasi diverse considerare il rapporto tra l intensità di un picco nel campione e l intensità dello stesso in un campione puro di quella fase aggiungere una quantità nota di un altra fase al campione modellare l intero profilo di diffrazione affinando così possibili valori per le differenti fasi
134 Metodo di Rietveld Metodo di affinamento di una struttura che utilizza l intero profilo di diffrazione misurato con un diffrattometro per polveri E il migliore metodo per ottenere il maggior numero di informazioni strutturali sfruttando l intero profilo di diffrazione di polveri Informazioni ottenibili: Parametri di cella Posizioni Atomi nella cella elementare Fattori di occupazione Fattori di Debye Waller (disordine termico) Analisi quantitativa di sistemi a più fasi Dimensioni medie domini di diffrazione cristallini
135 Un pò di storia Hugo Rietveld introduce l idea di un metodo di affinamento basato sui profili di diffrazione (1966,1967) Rietveld sviluppa il primo programma per l analisi di dati di diffrazione neutronica (1969) Malmos & Thomas applicano per la prima volta il metodo di Rietveld su dati di diffrazione di raggi X su una camera a film (1977) Khattack & Cox applicano per la prima volta il metodo a dati raccolti su un diffrattometro a raggi X (1977) Prima conferenza dedicata all analisi dei profili di diffrazione sponsorizzata da IUCr in Polonia dove viene suggerito l uso del termine Rietveld Method (1978)
136 Il metodo si basa sulla minimizzazione di una funzione che rappresenta la differenza tra il profilo sperimentale e quello calcolato Dove W è un peso (solitamente l inverso di y) è c è un fattore di scala Modello Dati sperimentali Affinamento Rietveld Modello affinato
137 Qualunque punto del profilo di diffrazione fornisce quanlche informazione, anche i punti in cui le intensità sono pari a 0 Gli altri metodi seguono separatamente due stadi: -Assegnazione dei picchi alle famiglie di piani -Affinamento della struttura usando le intensità individuali dei picchi Parametri affinabili simultaneamente per ogni fase presente: -x i, y i, z i B i N i (coordinate, fattore DW, occupazione) -Fattore di scala -Parametri del profilo di riga -Parametri cella -Orientazioni preferenziali -Dimensioni cristalliti e strain
Interazione dei raggi X con la materia
Interazione dei raggi X con la materia Emissione di fotoelettroni Fascio incidente (I 0 ) di raggi X Fluorescenza Scattering coerente e incoerente Assorbimento (I) calore Lo scattering coerente dei raggi
DettagliUna famiglia di piani è caratterizzata da: Orientazione del piano nel cristallo (indici di Miller) Distanza tra i piani (d hkl
Reticolo reciproco E un concetto per certi versi astratto ma ci aiuta a capire i risultati degli esperimenti di diffrazione sui cristalli Il disegno di un reticolo cristallino diventerebbe rapidamente
DettagliMateriale didattico: dispense fornite durante il corso
Struttura e Proprietà dei Materiali 6 crediti lezioni frontali+ 3 crediti di laboratorio Richiami di cristallochimica Reticolo reciproco Diffrazione di raggi X e di Neutroni Produzione Raggi X (Tubi, Sincrotroni)
DettagliDiffrazione di raggi X su polveri
Diffrazione di raggi X su polveri Cenni di cristallochimica Generazione dei raggi X Diffrazione dei raggi X da parte dei cristalli Equazioni di Laue e Legge di Bragg Metodi diffrattometrici Motodo delle
DettagliDiffrazione di Raggi X
Diffrazione di Raggi X 1. Laue, Friedrich, Knipping (Monaco, 1912): diffrazione da reticolo tridimensionale 2. Ewald (Tesi di dottorato, Monaco, 1913): costruzione del reticolo reciproco 3. Bragg and Bragg
DettagliDiffrazione di Raggi-X da Monocristalli A.A Marco Nardini Dipartimento di Scienze Biomolecolari e Biotecnologie Università di Milano
Diffrazione di Raggi-X da Monocristalli A.A. 2009-2010 Marco Nardini Dipartimento di Scienze Biomolecolari e Biotecnologie Università di Milano Raccolta Dati di Diffrazione: Diffrazione di Raggi X Raccolta
DettagliDiffrazione di raggi X
Diffrazione di raggi X Campione radiazione rivelatore tecnica monocromatica pellicole Oscillante Weissenberg Buerger Gandolfi Cristallo singolo Contatore (convenzionale, IP, CCD) Diffrattometro a 4-cerchi
DettagliMetodo di Rietveld. Metodo di affinamento di una struttura che utilizza l intero profilo di diffrazione misurato con un diffrattometro per polveri
Metodo di Rietveld Metodo di affinamento di una struttura che utilizza l intero profilo di diffrazione misurato con un diffrattometro per polveri E il migliore metodo per ottenere il maggior numero di
DettagliSimmetrie Cristallografiche A.A Marco Nardini Dipartimento di Scienze Biomolecolari e Biotecnologie Università di Milano
A.A. 2009-2010 Marco Nardini Dipartimento di Scienze Biomolecolari e Biotecnologie Università di Milano Reticolo Cristallino: insieme di punti detti nodi separati da intervalli a, b, e c (reticolo di ripetizione)
DettagliStruttura e geometria cristallina
Struttura e geometria cristallina Tecnologia Meccanica RETICOLO SPAZIALE E CELLE UNITARIE Gli atomi, disposti in configurazioni ripetitive 3D, con ordine a lungo raggio (LRO), danno luogo alla struttura
DettagliCorso di Mineralogia
Corso di Mineralogia Scienze Geologiche A.A. 2016 / 2017 Elementi di cristallografia strutturale (pdf # 06) (2) - Mineralogia 2016/2017_cristallografia CRISTALLOGRAFIA STRUTTURALE Cristallografia morfologica
DettagliGeminazione. Un elemento di simmetria non presente nel gruppo puntuale mette in relazione due cristalli diversi. e z. s m. n i
Geminazione Un elemento di simmetria non presente nel gruppo puntuale mette in relazione due cristalli diversi m m m n Pia i od e ion z i s po m co Tipi di geminati Angoli rientranti (010) Sono segnati
DettagliTecniche di Analisi Termica e Diffrazione di Raggi X
LABORATORIO DI CHIMICA FISICA A.A 011/01 I MODULO 6 crediti (Anna Corrias) Tecniche di Analisi Termica e Diffrazione di Raggi X Analisi Termica Cenni teorici Descrizione esperienze di laboratorio: (Decomposizione
DettagliL'intensità misurata per ogni segnale di diffrazione dipende:
L'intensità misurata per ogni segnale di diffrazione dipende: dall'intensità incidente (I 0 ) da fattori strumentali e geometrici Fattore polarizzazione, se il raggio incidente non è polarizzato, la polarizzazione
DettagliElettronica dello Stato Solido Lezione 2: I cristalli. Daniele Ielmini DEI Politecnico di Milano
Elettronica dello Stato Solido Lezione 2: I cristalli Daniele Ielmini DEI Politecnico di Milano ielmini@elet.polimi.it D. Ielmini Elettronica dello Stato Solido 02 2 Outline Definizione del problema Struttura
DettagliLo stato solido. Solido: qualsiasi corpo rigido e incomprimibile che ha forma e volume propri. amorfi. cristallini
Lo stato solido Solido: qualsiasi corpo rigido e incomprimibile che ha forma e volume propri Solidi amorfi cristallini Cella elementare: la più piccola porzione del reticolo cristallino che ne possiede
DettagliCorso di Mineralogia
Corso di Mineralogia Scienze Geologiche A.A. 2017 / 2018 Elementi di cristallografia strutturale (pdf # 06) (2) - Mineralogia 2017/2018_cristallografia CRISTALLOGRAFIA STRUTTURALE Cristallografia morfologica
DettagliI cristalli se irradiati con un opportuna lunghezza d onda danno luogo al fenomeno della diffrazione
I cristalli se irradiati con un opportuna lunghezza d onda danno luogo al fenomeno della diffrazione cristallo rivelatore Radiazione incidente: raggi X, γ elettroni, neutroni raggi diffratti Diffusione
DettagliDIFFRAZIONE DI ONDE NEI CRISTALLI
DIFFRAZIONE DI ONDE NEI CRISTALLI Quando in cristallo si propaga un onda con λ a,b,c si verifica diffrazione dal suo studio è possibile ottenere informazioni su: Simmetria del cristallo (tipo di reticolo)
DettagliSistemi cristallini 1
Sistemi cristallini Esercizio Calcolare la densità atomica definita come il rapporto tra il numero di atomi e il volume unitario per ) il litio sapendo che la distanza tra i centri dei primi vicini è R
DettagliDiffusione dei raggi X da parte di un elettrone
Diffusione dei raggi X da parte di un elettrone Consideriamo un onda elettro-magnetica piana polarizzata lungo x che si propaga lungo z L onda interagisce con un singolo elettrone (libero) inducendo un
DettagliChimica fisica superiore Modulo 1 Esercitazione 1 Laboratorio di diffrazione Strumento e condizioni di misura Sergio Brutti
Chimica fisica superiore Modulo 1 Esercitazione 1 Laboratorio di diffrazione Strumento e condizioni di misura Sergio Brutti Esperimento di diffrazione Consideriamo un sistema sperimentale costituito da
DettagliElettronica dello Stato Solido Lezione 2: I cristalli. Daniele Ielmini DEI Politecnico di Milano
Elettronica dello Stato Solido Lezione 2: I cristalli Daniele Ielmini DEI Politecnico di Milano ielmini@elet.polimi.it Outline Definizione del problema Struttura cristallina Diffrazione Conclusioni D.
DettagliApparati per uso industriale e ricerca Dott.ssa Alessandra Bernardini
Apparati per uso industriale e ricerca Dott.ssa Alessandra Bernardini 1 Apparecchiature radiologiche per analisi industriali e ricerca Le apparecchiature a raggi X utilizzate nell industria utilizzano
DettagliDiffrazione da reticolo.
Reticolo della presente reciproco. opera. Diffrazione da reticolo. 1 Reticolo reciproco Sistema reticolare: periodico > ogni grandezza fisica sarà periodica con stesso periodo. Ogni grandezza Enrico Silva
DettagliReticoli di Bravais e sistemi cristallini
Reticoli di Bravais e sistemi cristallini Come in 2D, anche in 3D si individuano un motivo, che si ripete in modo periodico nello spazio e un reticolo (disposizione di punti, ciscuno che possiede lo stesso
DettagliScritto Appello II, Materia Condensata. AA 2017/2018
Scritto Appello II, Materia Condensata. AA 017/018 19/0/018 Coloro che hanno superato il primo esonero dovranno svolgere gli esercizi 3 e 4 in un tempo massimo di due ore (il punteggio sarà riportato in
DettagliESPERIMENTO DI YOUNG DOPPIA FENDITURA
ESPERIMENTO DI YOUNG DOPPIA FENDITURA Larghezza fenditure a > d (L = distanza fenditure - schermo; d = distanza tra le fenditure) Evidenza della natura ondulatoria della luce Luce monocromatica
DettagliSOLIDI. 10/05/2007 Chimica e Scienza e Tecnologia dei Materiali Elettrici L6 1
SOLIDI Stato di aggregazione della materia caratterizzato da forma e volume proprio; gli atomi (ioni, molecole) si trovano in posizioni fisse e molto spesso ordinate nello spazio: Solido amorfo: ordine
DettagliE possibile definire gli indici delle facce di un cristallo come un rapporto di rapporti parametrici.
INDICIZZAZIONE DELLE FACCE E possibile definire gli indici delle facce di un cristallo come un rapporto di rapporti parametrici. Essi saranno una terna di numeri (h,k,l) primi fra loro (generalmente piccoli).
DettagliElementi di strutturistica cristallina III
Chimica fisica superiore Modulo 1 Elementi di strutturistica cristallina III Sergio Brutti Reticoli tri-dimensionali Consideriamo nuovamente i 14 reticoli di Bravais Basi cristalline Analogamente che al
DettagliChimica fisica superiore Modulo 1 Esercitazione 1 Laboratorio di diffrazione Strumento e condizioni di misura Sergio Brutti
Chimica fisica superiore Modulo 1 Esercitazione 1 Laboratorio di diffrazione Strumento e condizioni di misura Sergio Brutti Visione semplificata di un esperimento Un esperimento di diffrazione si realizza
DettagliLa diffrazione. Prof. F. Soramel Fisica Generale II - A.A. 2004/05 1
La diffrazione Il fenomeno della diffrazione si incontra ogni volta che la luce incontra un ostacolo o un apertura di dimensioni paragonabili alla sua lunghezza d onda. L effetto della diffrazione è quello
DettagliReticoli e Diffrazione - Testi degli esercizi. Fisica della Materia Condensata
Reticoli e Diffrazione - Testi degli esercizi Fisica della Materia Condensata A.A. 2015/2016 Reticoli e Diffrazione Esercizio 1 Calcolare il fattore di struttura cristallino F( G) per il reticolo cubico
Dettaglifenomeno livelli interni atomici legami chimici vibrazioni nm Å
Spettroscopia Misura e studio dell andamento dell intensità della radiazione elettromagnetica/corpuscolare in funzione della frequenza (energia/lunghezza d onda) della radiazione stessa Quale tipo di informazione
DettagliIntroduzione alla diffrazione
Chimica fisica superiore Modulo 1 Introduzione alla diffrazione Sergio Brutti Determinazione di strutture cristalline Come è possibile determinare sperimentalmente l arrangiamento strutturale di un cristallo?
DettagliNATURA E PROPRIETA DEI RAGGI X W.Roentgen (1895) Nello spettro di emissione RX si distinguono:
STATO SOLIDO NATURA E PROPRIETA DEI RAGGI X W.Roentgen (1895) I raggi x sono costituiti da radiazioni elettromagnetiche di altissima frequenza e bassissima lunghezza d onda ( 1 Å ), molto energetiche,
DettagliSistemi cristallini - Soluzioni degli esercizi. Fisica della Materia Condensata
Sistemi cristallini - Soluzioni degli esercizi Fisica della Materia Condensata A.A. 05/06 Indice Esercizio Esercizio Esercizio 6 Esercizio 9 Esercizio 5 Esercizio 6 Esercizio 7 Esercizio 8 6 Esercizio
DettagliDispositivi a raggi X
Dispositivi a raggi X Università degli Studi di Cagliari Servizio di Fisica Sanitaria e Radioprotezione TUBO A RAGGI X v FILAMENTO BERSAGLIO DI TUNGSTENO CIRCUITO DEL FILAMENTO CATODO CUFFIA APERTURA TUBO
DettagliSpettro elettromagnetico
Spettro elettromagnetico Sorgenti Finestre Tipo Oggetti rilevabili Raggi γ ev Raggi X Lunghezza d onda E hc = hν = = λ 12. 39 λ( A o ) Visibile Infrarosso icro onde Onde-radio Dimensione degli oggetti
DettagliReticoli, basi e strutture cristalline in 1D
Reticoli, basi e strutture cristalline in 1D a a vettore primitivo del reticolo diretto (o di Bravais) R = na n=1,2,. vettori principali del reticolo diretto di Bravais, unidimensionale e di parametro
DettagliSTRUTTURA DEI SOLIDI
STRUTTURA DEI SOLIDI I solidi possono essere classificati in funzione della regolarità con cui gli atomi o gli ioni si dispongono nello spazio. Un materiale è detto cristallino se caratterizzato da configuarazioni
DettagliL ATOMO SECONDO LA MECCANICA ONDULATORIA IL DUALISMO ONDA-PARTICELLA. (Plank Einstein)
L ATOMO SECONDO LA MECCANICA ONDULATORIA IL DUALISMO ONDA-PARTICELLA POSTULATO DI DE BROGLIÈ Se alla luce, che è un fenomeno ondulatorio, sono associate anche le caratteristiche corpuscolari della materia
DettagliLa Funzione di Patterson A.A Marco Nardini Dipartimento di Scienze Biomolecolari e Biotecnologie Università di Milano
A.A. 2009-2010 Marco Nardini Dipartimento di Scienze Biomolecolari e Biotecnologie Università di Milano La Funzione di Patterson Sviluppo in serie di Fourier svolto con i quadrati dei moduli dei fattori
Dettaglinasce la spettroscopia come tecnica di analisi chimica
sviluppo storico della spettroscopia: il reticolo di diffrazione *1810 Fraunhofer sviluppa il diffrattometro a reticolo e misura ben 700 righe, fra righe chiare (di emissione) e righe scure (di assorbimento);
DettagliSistemi cristallini - Soluzioni degli esercizi
Sistemi cristallini - Soluzioni degli esercizi Fisica della Materia Condensata Dipartimento di Matematica e Fisica Università degli Studi Roma Tre A.A. 06/07 Sistemi cristallini Esercizio.........................................
DettagliI SOLIDI CRISTALLINI ED IL RETICOLO CRISTALLINO
I SOLIDI CRISTALLINI ED IL RETICOLO CRISTALLINO A differenza dei solidi amorfi, caratterizzati da disordine spaziale delle particelle (atomi o molecole) e isotropia delle proprietà fisiche, il solido cristallino
DettagliOttica fisica - Interferenza
Ottica fisica - Interferenza 1. Principi di sovrapposizione e di Huygens 2. Interferenza 3. Riflessione e trasmissione della luce VIII - 0 Principio di sovrapposizione In un sistema meccanico in cui si
DettagliDispersione dei raggi X
Dispersione dei raggi X Nello studio delle proprietà strutturali di macromolecole, le tecniche più potenti sono quelle basate sulla dispersione dei raggi X. Attraverso la cristallografia dei raggi X si
DettagliGLI ORBITALI ATOMICI
GLI ORBITALI ATOMICI Orbitali atomici e loro rappresentazione Le funzioni d onda Ψ n che derivano dalla risoluzione dell equazione d onda e descrivono il moto degli elettroni nell atomo si dicono orbitali
DettagliFisica II - CdL Chimica. Interferenza Coerenza Diffrazione Polarizzazione
Interferenza Coerenza Diffrazione Polarizzazione Fenomeni interferenziali Interferenza: combinazione di onde identiche provenienti da diverse sorgenti che si sovrappongono in un punto dello spazio costruttiva
DettagliLa Cristallografia. 1: la traslazione
La Cristallografia 1: la traslazione Spiega: Perché i cristalli hanno le facce Come le chiamiamo Come si dividono le celle elementari (e i cristalli macroscopici) La traslazione Reticolo unidimensionale
DettagliLo Spettro Elettromagnetico
Spettroscopia 1 Lo Spettro Elettromagnetico Lo spettro elettromagnetico è costituito da un insieme continuo di radiazioni (campi elettrici e magnetici che variano nel tempo, autogenerandosi) che va dai
DettagliFisica della Materia Condensata
Fisica della Materia Condensata Prof. Paola Gallo Soluzioni della prova di esame del II appello - 13 Febbraio 2017 Esercizio 1 Considerare un cristallo con reticolo monoclino semplice con base monoatomica.
DettagliGEOMETRIA ANALITICA NELLO SPAZIO (3D Geometry)
GEOMETRIA ANALITICA NELLO SPAZIO (3D Geometry) SISTEMA DI RIFERIMENTO NELLO SPAZIO La geometria analitica dello spazio è molto simile alla geometria analitica del piano. Per questo motivo le formule sono
Dettagliprodurrebbe separatamente in per quel punto. Si dice che i fasci emessi in queste condizioni da S
NRFRNZA. Da un punto di vista generale, con il nome di interferenza andrebbero indicati tutti quei fenomeni che derivano dalla sovrapposizione di onde luose diverse in una certa regione: in realtà ci si
Dettagli6) Si considerino due polarizzatori ideali (il primo orientato in direzione verticale e il secondo in
1) Un onda monocromatica polarizzata, con componenti del campo elettrico uguali a: E x = (1/2) 1/2 cos(kz - t) E y = (1/2) 1/2 sen(kz - t + /4), passa attraverso polarizzatori ideali, il primo orientato
DettagliCorso di Master Universitario di I livello in VERIFICHE DI QUALITA IN RADIODIAGNOSTICA, MEDICINA NUCLEARE E RADIOTERAPIA
Corso di Master Universitario di I livello in VERIFICHE DI QUALITA IN RADIODIAGNOSTICA, MEDICINA NUCLEARE E RADIOTERAPIA Esame relativo al corso Tecnologie e tecniche di imaging radiodiagnostica Nome:
DettagliPosizioni Atomiche nelle Celle Unitarie Cubiche
Posizioni Atomiche nelle Celle Unitarie Cubiche Il sistema di coordinate cartesiane è usato per individuare gli atomi. In una cella unitaria cubica l asse x è la direzione che esce dal foglio. l asse y
DettagliRadiazione elettromagnetica
Spettroscopia Radiazione elettromagnetica: energia che si propaga in un mezzo fenomeno ondulatorio dovuto alla propagazione simultanea nello spazio di un campo elettrico (E) e di uno magnetico (M) perpendicolari
DettagliRivelatori Caratteristiche generale e concetti preliminari
Rivelatori Caratteristiche generale e concetti preliminari Stage Residenziale 2012 Indice Caratteristiche generali sensibilità, risposta, spettro d ampiezza, risoluzione energetica, efficienza, tempo morto
DettagliScienza dei Materiali 1 Esercitazioni
Scienza dei Materiali 1 Esercitazioni 2. Cristallografia dei materiali ver. 1.1 Reticoli cristallini Reticolo è una griglia tridimensionale di punti possiamo individuare un insieme minimo di punti (cella)
DettagliINDICE CAPITOLO 1 CAPITOLO 1
INDICE CAPITOLO. Cristalli.. Tipici piani reticolari di un cristallo cubico.2. Reticoli... Reticolo quadrato bidimensionale..2. Reticolo cubico semplice.. Celle unitarie... Primo esempio di arrangiamenti
DettagliSpettroscopia. 05/06/14 SPET.doc 0
Spettroscopia 05/06/14 SPET.doc 0 Spettroscopia Analisi del passaggio di un sistema da uno stato all altro con scambio di fotoni Spettroscopia di assorbimento Spettroscopia di emissione: In entrambi i
DettagliUniversità degli Studi dell Aquila Corso di Laurea in Scienze e Tecnologie Chimiche e dei Materiali Corso di Fisica della Materia Prof. L.
Università degli Studi dell Aquila Corso di Laurea in Scienze e Tecnologie Chimiche e dei Materiali Corso di Fisica della Materia Prof. L. Lozzi Testi degli esercizi svolti in aula Corpo Nero 1. Il corpo
DettagliDiffrazione dei raggi X
Diffrazione dei raggi X Marco Milanesio Università del Piemonte Orientale Mailto: marco.milanesio@mfn.unipmn.it URL: http://www.mfn.unipmn.it/~marcomi Tratta dai lucidi e dalle dispense ( libro pag. 345
DettagliEsploriamo la chimica
1 Valitutti, Tifi, Gentile Esploriamo la chimica Seconda edizione di Chimica: molecole in movimento Capitolo 8 La struttura dell atomo 1. La doppia natura della luce 2. L atomo di Bohr 3. Il modello atomico
DettagliSpettroscopia di assorbimento UV-Vis
Spettroscopia di assorbimento UV-Vis Metodi spettroscopici La spettroscopia studia i fenomeni alla base delle interazioni della radiazione con la materia Le tecniche spettroscopiche sono tutte quelle tecniche
DettagliL energia assorbita dall atomo durante l urto iniziale è la stessa del fotone che sarebbe emesso nel passaggio inverso, e quindi vale: m
QUESITI 1 Quesito Nell esperimento di Rutherford, una sottile lamina d oro fu bombardata con particelle alfa (positive) emesse da una sorgente radioattiva. Secondo il modello atomico di Thompson le particelle
DettagliIntroduzione. Cosa sono i dispositivi a semiconduttore?
Introduzione Cosa sono i dispositivi a semiconduttore? con poche eccezioni, qualunque cosa che abbia una risposta corrente-tensione non-lineare è un dispositivo a semiconduttore i semiconduttori possono
Dettagli2 HCl. H 2 + Cl 2 ATOMI E MOLECOLE. Ipotesi di Dalton
Ipotesi di Dalton ATOMI E MOLECOLE 1.! Un elemento è formato da particelle indivisibili chiamate atomi. 2.! Gli atomi di uno specifico elemento hanno proprietà identiche. 3.! Gli atomi si combinano secondo
DettagliSECONDA LEZIONE: interazioni della radiazione con la materia e statistica delle misure sperimentali
SECONDA LEZIONE: interazioni della radiazione con la materia e statistica delle misure sperimentali RADIAZIONI E MATERIA lunghezza d onda λ (m) 10-11 10-10 10-9 10-8 10-7 10-6 10-5 10-4 10-3 10-2 10-1
DettagliRadiazioni ionizzanti
Dipartimento di Fisica a.a. 2004/2005 Fisica Medica 2 Radiazioni ionizzanti 11/3/2005 Struttura atomica Atomo Nucleo Protone 10 10 m 10 14 m 10 15 m ev MeV GeV 3 3,0 0,3 0 0 0 Atomo Dimensioni lineari
DettagliSimmetria nei cristalli
Simmetria nei cristalli Un operazione di simmetria lascia invariato un cristallo, ovvero il cristallo trasformato è sovrapponibile al cristallo originario. Tali operazioni possono essere classificate in
DettagliPrincipio di Huygens principio di Huygens
Principio di Huygens La propagazione dei fronti d onda (superfici a fase costante) può essere ottenuta supponendo ad ogni istante un fronte d onda come la sorgente dei fronti d onda a istanti successivi
Dettagli1. Quali sono i piani compatti della struttura CFC e della struttura EC?
ESERCIZIO 2.1 Per il comportamento tecnologico dei materiali sono molto importanti i piani compatti e le linee compatte nelle strutture cristalline. Utilizzando gli indici di Miller rispondere ai seguenti
DettagliFacsimile di prova d esame Esempio di svolgimento
Geometria analitica 18 marzo 009 Facsimile di prova d esame Esempio di svolgimento 1 Nello spazio, riferito a coordinate cartesiane ortogonali e monometriche x,y,z, è assegnata la retta r di equazioni
DettagliFISICA APPLICATA 2 FENOMENI ONDULATORI - 2
FISICA APPLICATA 2 FENOMENI ONDULATORI - 2 DOWNLOAD Il pdf di questa lezione (onde2.pdf) è scaricabile dal sito http://www.ge.infn.it/ calvini/tsrm/ 10/10/2017 LE ONDE NELLO SPAZIO Finora si è considerata
DettagliCOMPETENZE ABILITÀ CONOSCENZE. descrivere la. Comprendere ed applicare analogie relative ai concetti presi in analisi. struttura.
ca descrivere la struttura dell atomo, la tavola periodica e le sue caratteristiche per spiegare le differenze tra i vari tipi di legami, descrivendoli e interpretandoli alla luce degli elettroni di valenza
Dettaglimvr = n h e 2 r = m v 2 e m r v = La configurazione elettronica r = e 2 m v 2 (1) Quantizzazione del momento angolare (2) 4 πε.
La configurazione elettronica Modello atomico di Bohr-Sommerfeld (1913) Legge fondamentale della meccanica classica F = m a. F Coulomb = 1 4 πε. q q ' F r centrifuga = m v r ε =8.85*10-1 Fm-1 (costante
DettagliEsperimento di Ottica
Esperimento di Ottica studio dei fenomeni di interferenza e diffrazione Capitolo 24 del Giancoli (Fisica con Fisica Moderna) Onde cresta valle x = lunghezza d onda A = ampiezza Onde elettromagnetiche la
DettagliAtomi a più elettroni
Atomi a più elettroni L atomo di elio è il più semplice sistema di atomo a più elettroni. Due sistemi di livelli tra i quali non si osservano transizioni Sistema di singoletto->paraelio Righe singole,
DettagliTecnologie e tecniche di imaging radiodiagnostica
Tecnologie e tecniche di imaging radiodiagnostica Parte 1 (Versione preliminare) Antonio Di Bartolomeo AA 2004-05 settembre 2005 1 1 Raggi X Introduzione ai raggi X Atomi (cenni) Radiazione elettromagnetica
Dettaglia) Discutere lo spettro osservato e ricavare la costante rotazionale B e la frequenza vibrazionale ν 0 ;
Esercizio 2 Un gas di molecole biatomiche viene illuminato da radiazione elettromagnetica dando in uscita uno spettro di diffusione e di assorbimento. La radiazione inviata con lunghezza d onda λ 0 = 4358Å
DettagliL atomo. Il neutrone ha una massa 1839 volte superiore a quella dell elettrone. 3. Le particelle fondamentali dell atomo
L atomo 3. Le particelle fondamentali dell atomo Gli atomi sono formati da tre particelle fondamentali: l elettrone con carica negativa; il protone con carica positiva; il neutrone privo di carica. Il
DettagliOTTICA ONDE INTERFERENZA DIFFRAZIONE RIFRAZIONE LENTI E OCCHIO
OTTICA ONDE INTERFERENZA DIFFRAZIONE RIFRAZIONE LENTI E OCCHIO 1 INTERFERENZA Massimi di luminosità Onda incidente L onda prodotta alla fenditura S0, che funge da sorgente, genera due onde alle fenditure
DettagliLa Produzione dei Raggi X
La Produzione dei Raggi X Master: Verifiche di Qualità in Radiodiagnostica, Medicina Nucleare e Radioterapia Lezione 2 Dr. Rocco Romano (Dottore di Ricerca) Facoltà di Farmacia, Università degli Studi
DettagliAppunti di geometria analitica dello spazio. di Fabio Maria Antoniali
Appunti di geometria analitica dello spazio di Fabio Maria Antoniali versione del 23 maggio 2017 1 Un po di teoria 1.1 Vettori e punti 1.1.1 Componenti cartesiane e vettoriali Fissato nello spazio un riferimento
DettagliAES spettroscopia Auger il processo Auger
AES spettroscopia Auger il processo Auger Sezione d urto di ionizzazione della shell K con elettroni Le transizioni Auger sono nominate indicando i tre livelli energetici coinvolti (usando la notazione
DettagliGeneralità delle onde elettromagnetiche
Generalità delle onde elettromagnetiche Ampiezza massima: E max (B max ) Lunghezza d onda: (m) E max (B max ) Periodo: (s) Frequenza: = 1 (s-1 ) Numero d onda: = 1 (m-1 ) = v Velocità della luce nel vuoto
DettagliLa matematica del CAD. Vettori e Matrici
La matematica del CAD Vettori e Matrici IUAV Disegno Digitale Camillo Trevisan I programmi CAD riducono tutti i problemi geometrici in problemi analitici: la proiezione di un punto su un piano viene, ad
DettagliTECNICHE SPETTROSCOPICHE
TECNICHE SPETTROSCOPICHE L interazione delle radiazioni elettromagnetiche con la materia e essenzialmente un fenomeno quantico, che dipende sia dalle proprieta della radiazione sia dalla natura della materia
DettagliFAM. 2. A che cosa corrisponde l intersezione delle iperboli con la retta y = 2? Rappresenta graficamente la situazione.
FAM Serie 6: Fenomeni ondulatori VI C. Ferrari Esercizio 1 Equazione dell iperbole ed interferenza Considera due sorgenti S 1 e S 2 poste sull asse Ox in x = d 2 e x = d 2. 1. Nel piano Oxy determina le
DettagliQuando lungo il percorso della luce vi sono fenditure ed ostacoli con dimensioni dello stesso ordine di grandezza della lunghezza d'onda incidente
OTTICA FISICA Quando lungo il percorso della luce vi sono fenditure ed ostacoli con dimensioni dello stesso ordine di grandezza della lunghezza d'onda incidente gli effetti sperimentali non sono spiegabili
DettagliPrincipio di Huygens
Ottica fisica La luce è stata considerata una particella da Newton fino a Young (inizi XIX secolo) Nell'800 si sono studiati i fenomeni ondulatori associati alla luce Nel secolo scorso alcuni effetti (fotoelettrico,
DettagliOttica fisica. Marcello Borromeo corso di Fisica per Farmacia - Anno Accademico
Ottica fisica La natura ondulatoria della luce è stata evidenziata da Young ai primi dell 800 usando l interferenza e confutando l idea corpuscolare di Newton Le onde elettromagnetiche sono state previste
DettagliCrisi della Fisica Classica & Fisica Quantistica
Crisi della Fisica Classica & Fisica Quantistica Guido Montagna Dipartimento di Fisica, Università di Pavia & INFN, Sezione di Pavia February 11, 2018 G. Montagna, Università di Pavia & INFN (Dipartimento
Dettagli