I distanziometri e la misura delle distanze pag. 48

Dimensione: px
Iniziare la visualizzazioe della pagina:

Download "I distanziometri e la misura delle distanze pag. 48"

Transcript

1 IV Indice Modulo 1 pag Premessa Elementi costitutivi di un teodolite ottico-meccanico Elementi costitutivi del cannocchiale Utilizzo del cannocchiale Le caratteristiche ottiche del cannocchiale Le condizioni di esattezza dei teodoliti Condizioni di rettifica 8 Errore di verticalità 10 Errore di orizzontalità e di collimazione 12 Corretta posizione dell indice zenitale Condizioni di costruzione 13 Condizione di non ortogonalità 13 Eccentricità dell alidada e del cannocchiale 14 Eccentricità dell asse di collimazione 14 Imperfetta graduazione dei cerchi 16 Gli errori residui di rettifica e la regola di Bessel Messa in stazione del goniometro Misura degli angoli orizzontali Misura degli angoli orizzontali con stazione fuori centro 21 Determinazione dell eccentricità del punto di stazione Misura degli angoli orizzontali con segnale fuori centro Misura degli angoli verticali Misura degli angoli verticali con stazione fuori centro Misura degli angoli verticali con segnale fuori centro Mezzi per apprezzare i piccoli intervalli delle graduazioni Il nonio o veniero 26 La lettura del nonio Il micrometro a stima Il micrometro a scala Il microscopio a micrometro ottico Il microscopio a coincidenza di immagini Il microscopio a simmetria di immagini 30 La misura fotografica ed elettronica degli angoli 31 Esercizi svolti 31 Domande a risposta multipla 44 Domande a risposta aperta 45 Esercizi proposti 46 Modulo 2 I distanziometri e la misura delle distanze pag Premessa Misura diretta delle distanze Misura indiretta delle distanze Le stadie o mire 50 Stadie verticali comuni 50 Stadie verticali di invar 51 Stadie verticali codificate 52

2 V Modulo 3 Stadie orizzontali non graduate con scopi 52 Stadie orizzontali graduate Metodi stadimetrici 53 Metodo con stadia verticale e angolo parallattico variabile 53 Metodo ad angolo parallattico costante e stadia verticale 56 Metodo con stadia orizzontale e angolo parallattico variabile 60 Metodo con stadia orizzontale e angolo parallattico costante Metodi non stadimetrici Metodi ad onde elettromagnetiche I distanziometri elettronici Elementi costitutivi dei distanziometri elettronici Distanziometri a misurazione di fase 63 La modulazione del segnale Distanziometri a misurazione di impulsi Precisione e portata dei distanziometri I distanziometri usati in campo topografico Teoria degli errori per la misura indiretta delle distanze Precisione dei metodi con stadia verticale Precisione dei metodi con stadia orizzontale 73 Esercizi svolti 73 Domande a risposta multipla 88 Domande a risposta aperta 89 Esercizi proposti 90 I livelli e la misura dei dislivelli pag Premessa Quote, pendenze e dislivelli Errore di sfericità e di rifrazione Le livellazioni Livellazioni con visuale orizzontale 96 Livellazione geometrica con stazione in un estremo 96 Livellazione geometrica con stazione in vicinanza di un estremo 97 Livellazione geometrica reciproca con stazione negli estremi 98 Livellazione geometrica reciproca con stazione in vicinanza degli estremi 99 Livellazione geometrica dal mezzo 99 Livellazione geometrica composta dal mezzo 100 Precisione della livellazione geometrica dal mezzo Livellazioni con visuale inclinata 102 Livellazione ecclimetrica 102 Livellazione tacheometrica 103 Livellazione clisimetrica 104 Livellazione trigonometrica Determinazione del coefficiente di rifrazione Livellazioni senza visuale I livelli Classificazione dei livelli 109 Livelli a cannocchiale fisso senza vite di elevazione 109 Livelli a cannocchiale fisso con vite di elevazione 110 Livelli a manicotto 111 Livelli automatici 112 Livelli digitali 112 Livelli laser 112 Livelli zenitali e nadirali Precisione dei livelli 113 Esercizi svolti 114 Domande a risposta multipla 123 Domande a risposta aperta 124 Esercizi proposti 125 RCS Libri S.p.A. - Divisione Education, Milano

3 VI Modulo 4 Modulo 5 Il rilievo planimetrico pag Premessa La realizzazione del rilievo planimetrico Le reti di inquadramento Precisione, controllo e compensazione delle reti di inquadramento La compensazione empirica delle triangolazioni topografiche Collegamento dei punti delle reti di inquadramento Rilevamento planimetrico per triangolazioni 132 Le triangolazioni dell I.G.M. 135 Triangolazione catastale Rilevamento planimetrico per trilaterazioni Rilevamenti planimetrici per intersezioni 138 Intersezioni dirette in avanti semplici 139 Intersezione diretta in avanti multipla 140 Intersezione diretta laterale semplice 140 Intersezione diretta laterale multipla 141 Intersezione all indietro o inversa semplice (problema di Snellius) 141 Considerazioni sul problema di Snellius 146 Intersezione all indietro o inversa multipla 147 Doppia intersezione inversa (problema di Hansen) 147 Considerazione sul problema di Hansen 151 Doppia intersezione in avanti semplice Rilevamenti planimetrici per poligonazioni 152 Scelta dei vertici di una poligonale 152 Classificazione delle poligonali 153 Orientamento delle poligonali 154 Misura dei lati e degli angoli di una poligonale 155 Compensazione delle poligonali 157 Calcolo delle poligonali 159 Poligonale aperta non orientata 160 Poligonale aperta, orientata, con un estremo vincolato 161 Poligonale aperta, orientata, con vertici noti non reciprocamente visibili, appoggiata a due punti noti 162 Poligonale aperta, orientata, con vertici noti non reciprocamente visibili, appoggiata a un punto noto 164 Poligonale aperta, orientata, con vertici noti reciprocamente visibili, senza appoggio 166 Poligonale aperta, orientata, con vertici noti non reciprocamente visibili, senza appoggio 168 Poligonale aperta, non orientata, con vertici noti ma reciprocamente visibili 170 Poligonale chiusa, orientata 171 Poligonale chiusa, non orientata 173 Il rilievo altimetrico delle poligonali 176 Esercizi svolti Rilievo celerimetrico Collegamento di stazioni celerimetriche Collegamento diretto o a punto indietro Collegamento Moinot Collegamento Villani o misto Collegamento Porro o indiretto 214 Domande a risposta multipla 216 Domande a risposta aperta 217 Esercizi proposti 218 Il rilievo altimetrico pag Premessa Rilievo altimetrico lungo una linea Livellazione geometrica da un estremo 221

4 VII Livellazione geometrica dal mezzo Livellazione tacheometrica e clisimetrica Rilievo altimetrico su di una striscia Livellazione di alta precisione dell I.G.M Rappresentazione plano-altimetrica del terreno Rappresentazione mediante piani quotati Rappresentazione mediante curve di livello 227 Leggere un piano a curve di livello Trasformazione di un piano quotato in un piano a curve di livello 229 Domande a risposta multipla 231 Domande a risposta aperta 232 Modulo 6 Il GPS pag Premessa Struttura del sistema GPS Il segmento spaziale 235 Caratteristiche dei satelliti Il segmento di controllo Il segmento di utilizzo Il sistema di rferiment WGS Il segnale dei satelliti del sistema GPS I codici binari Determinazione delle distanze tra i satelliti e l antenna del ricevitore Procedure di rilievo Limiti del rilievo GPS Applicazioni del sistema GPS 247 Domande a risposta multipla 249 Domande a risposta aperta 250 Modulo 7 Le rappresentazioni cartografiche pag Premessa Le deformazioni cartografiche Le equazioni della carta Classificazione delle carte Le proiezioni prospettiche Esempi di proiezioni prospettiche Le proiezioni per sviluppo Esempi di proiezioni per sviluppo Proiezioni modificate e convenzionali La cartografia italiana Evoluzione del sistema cartografico nazionale La cartografica UTM e UPS Le carte dell IGM La declinazione magnetica L orientamento delle carte 277 Orientamento con la bussola 277 Orientamento empirico con il sole e l orologio 277 Orientamento empirico con la Stella Polare 278 Orientamento empirico con la Luna La produzione cartografica La nuova produzione cartografica 281

5 VIII Modulo Il telerilevamento Il Sistema Informativo geografico (GIS) Il Sistema Informativo territoriale (SIT) La cartografia Tecnica e la cartografia Tematica La Carta Tecnica Regionale (CTR) La carta tecnica regionale numerica (CTRN) Le ortofotocarte regionali Le carte tematiche Come costruire una carta tematica La carta pedologica La carta dell uso reale del suolo La carta geologica La carta delle unità geomorfologiche Esempi di tematismi 293 Esercizi svolti 318 Domande a risposta multipla 322 Domande a risposta aperta 323 Gli aggiornamenti catastali pag Premessa Tipi di aggiornamento L oggetto dell aggiornamento Strumenti e tolleranze nelle operazioni di aggiornamento La rete dei punti fiduciali Il rilievo planimetrico e altimetrico Rilievo per allineamenti e squadri Rilievo celerimetrico Rilievo GPS Rilievo misto Rilievo altimetrico Procedura di aggiornamento catastale Libretto delle misure Tipologia delle righe del programma PREGEO Esercitazioni Pregeo 341 Frazionamento 341 Tipo mappale Dati simulazione Schema del rilievo Libretto delle misure Il modello censuario Elaborazione del libretto Proposta di aggiornamento 377 Carica EdM in PREGEO 378 Estratto di mappa autoallestito 380 Associazione del libretto all estratto di mappa 382 Produzione dello stralcio dell estratto di mappa 383 Proposta di aggiornamento 385 Presentazione atto di aggiornamento 388 Esempi di stampati Esercitazione Docfa Dati simulazione e sintesi dell esercitazione Tabella delle categorie catastali Elenco pulsanti del programma Docfa Utilizzo del programma Docfa 396 Esempio di stampa 422 Domande a risposta multipla 423 Domande a risposta aperta 424

6 I goniometri e la misura degli angoli Modulo Premessa 1.2 Elementi costitutivi di un teodolite ottico-meccanico 1.3 Le condizioni di esattezza dei teodoliti 1.4 Messa in stazione del goniometro 1.5 Misura degli angoli orizzontali 1.6 Misura degli angoli verticali Prerequisiti Conoscenze matematiche di base. Conoscenze di geometria di base. Conoscenze di fisica. Conoscenza del funzionamento degli strumenti ottici semplici. Conoscenza degli strumenti semplici. 1.7 Mezzi per apprezzare i piccoli interventi delle gradazioni 1.8 La misura fotografica ed elettronica degli angoli Obiettivi Saper scegliere lo strumento in base alla precisione richiesta. Conoscere i fattori che influenzano la precisione delle misure. Conoscere le metodologie operative nella determinazione degli angoli. Saper utilizzare i goniometri in modo corretto.

7 2 modulo 1 I goniometri e la misura degli angoli 1.1 Premessa Gli strumenti che consentono la misura degli angoli orizzontali (azimutali) e verticali (zenitali) prendono il nome generico di goniometri (dal greco goníos = angolo e métron = misura); si classificano in: 1. azimutali, misurano solo angoli orizzontali: gli squadri graduati a riflessione o rifrazione; gli squadri graduati a traguardi; le bussole a cannocchiale (danno gli azimut magnetici); 2. ecclimetri, misurano solo angoli verticali: a traguardi; a cannocchiale; 3. goniometri universali, misurano sia angoli orizzontali che verticali: tacheometri con precisione del primo centesimale (in genere varia da 1 c a 5 c ); teodoliti con precisione del secondo centesimale (in genere varia da 0,5 cc a 10 cc ); 4. goniografi, permettono di tracciare gli angoli orizzontali direttamente sulla carta: tavoletta pretoriana; 5. sestanti, consentono la misurazione di angoli contenuti in piani qualsiasi, detti angoli di posizione. Di tutti questi strumenti topografici che sono stati ricordati i goniometri di uso comune, che oggi possono interessare a un geometra, sono quelli universali e, in particolare, i teodoliti (dato che i tacheometri non sono più prodotti). 1.2 Elementi costitutivi di un teodolite ottico-meccanico Gli elementi principali che costituiscono un teodolite sono ( fig. 1.1): treppiede; basamento; piombino ottico; cerchi graduati (orizzontale e verticale); microscopi di lettura; alidada; livelle (toriche e sferiche); cannocchiale; viti dei grandi spostamenti e viti dei piccoli spostamenti. a. Il treppiede, è un elemento indipendente dallo strumento, ma necessario per una

8 Modulo 1 3 figura 1.1 comoda osservazione; è costituito da tre gambe (di legno o metallo) incernierate a una piattaforma sulla quale si trova una grossa vite per il fissaggio dello strumento. b. Il basamento, è costituito da una parte superiore a contatto con il cerchio orizzontale e da una parte inferiore staccabile; la parte superiore in genere è provvista di piombino ottico per poter posizionare lo strumento sulla verticale passante per il punto di stazione a terra; se il piombino ottico non fosse presente in questo elemento allora lo si potrebbe trovare sull alidada; la parte inferiore, detta tricuspide, è formata da una piastra metallica piana che va appoggiata sulla piattaforma del treppiede, sopra alla quale si trovano tre bracci disposti a 120 alle cui estremità vi sono 3 viti, dette viti di base o viti calanti; queste viti, insieme alla livella sferica (anch essa fissata alla tricuspide), consentono di rendere orizzontale il piano del cerchio graduato; essendo questa parte staccabile dal resto dello strumento, permette di sostituire il goniometro con una mira senza dover effettuare nuovamente la procedura di stazionamento. c. Il cerchio orizzontale è costituito da una corona circolare di vetro, interna allo strumento, sulla quale è incisa una graduazione, sessagesiamale o centesimale, in senso orario o antiorario; l illuminazione del cerchio e del relativo microscopio di lettura avviene tramite uno specchietto che convoglia la luce internamente allo strumento mediante una serie di prismi. d. L alidada, è la parte superiore dello strumento e ruota attorno all asse Z-Z detto asse principale dello strumento; i due montanti verticali, che ne conferiscono la tipica forma di U, servono per sostenere il cannocchiale identificandone l asse R-R di rotazione; inoltre, in uno di essi è contenuto il cerchio verticale che ha le stesse caratteristiche di quello orizzontale. L alidada è, inoltre, provvista di una livella torica per rendere orizzontale il piano del cerchio graduato. e. Il cannocchiale, è a lunghezza costante con reticolo distanziometrico e il suo asse di collimazione C-C è perpendicolare all asse R-R di rotazione; accanto al cannocchiale si trova un microscopio composto che permette la lettura simultanea dei due cerchi graduati; per facilitare le operazioni di collimazione degli oggetti il cannocchiale ha, inoltre, un mirino di puntamento. f. Le viti dei grandi spostamenti e le viti dei piccoli spostamenti, servono per poter eseguire il puntamento ai segnali e le letture ai cerchi graduati. RCS Libri S.p.A. - Divisione Education, Milano

9 4 Modulo Elementi costitutivi del cannocchiale Come già visto nel primo volume, i cannocchiali permettono di osservare gli oggetti lontani e, nel caso del cannocchiale astronomico, si ha un immagine capovolta, mentre con quelli terrestre e di Galileo si ha un immagine dritta. Il cannocchiale usato in campo topografico è quello astronomico, detto anche cannocchiale di Keplero, che è costituito da tre tubi cilindrici coassiali ( fig. 1.2): un tubo alla cui estremità è montato l oculare che può scorrere all interno del tubo contenente il reticolo; un tubo contenente il reticolo (fissato vicino al fuoco della lente dell oculare) che può scorrere all interno del tubo contenente l obbiettivo; un tubo alla cui estremità è montato l obbiettivo. figura 1.2 Le parti principali che caratterizzano questo cannocchiale sono: a. l obbiettivo; b. l oculare; c. il reticolo. a. L obbiettivo può essere costituito da una lente convergente a grande distanza focale oppure, per ridurre l effetto delle aberrazioni cromatiche, da un sistema di lenti che si comporta in modo analogo. In genere vengono accoppiate una lente convergente biconvessa di vetro crow (ai sali di sodio) e una lente divergente biconvessa di vetro flint (ai sali di piombo) ( fig. 1.3). figura 1.3 osservazione L aberrazione cromatica è semplice da riconoscere perché gli oggetti presentano degli aloni colorati più o meno diffusi; sono dovuti all impossibilità per una lente di mettere a fuoco tutte le lunghezze d onda (e quindi i colori) nello stesso piano focale per via della dispersione che la luce subisce attraversando materiali di diversa densità. b. L oculare è costituito da una lente convergente a corta distanza focale oppure, per ridurre l effetto delle aberrazioni cromatiche e di sfericità, da un sistema di lenti che si comporta in modo analogo; la lente rivolta verso l obbiettivo viene detta collettiva, mentre quella verso l osservatore viene detta lente dell occhio. Gli oculari possono essere: a fuoco esterno o positivi, in quanto il primo fuoco del sistema è esterno alle due lenti tra i quali si possono ricordare: oculare di Kellner, dove la lente dell occhio è costituita da una lente biconvessa e da una piano-concava, mentre la lente collettiva è formata da una lente piano-convessa ( fig. 1.4); oculare di Ramsden, costituito da due lenti piano-convesse con le parti curve verso l interno ( fig. 1.5);

10 Modulo 1 5 a fuoco interno o negativi, in quanto il primo fuoco del sistema è interno alle due lenti tra i quali si può ricordare: oculare di Huyghens, costituito da due lenti piano-convesse fra le quali si trova il reticolo ( fig. 1.6). figura 1.4 figura 1.5 figura 1.6 Tra gli oculari si può anche ricordare l oculare a prismi, che permette di deviare i raggi luminosi di 90 ( fig. 1.7). c. Il reticolo è costituito da un vetrino sul quale sono incise dei sottilissimi tratti, uno verticale e uno orizzontale il cui punto di intersezione definisce il centro del reticolo; a seconda del tipo di reticolo vi sono poi altri tratti incisi, orizzontali e verticali, equidistanti e anche obliqui ( fig. 1.8). figura 1.7 La retta che unisce il centro del reticolo con il centro ottico dell obbiettivo si chiama asse di collimazione. figura 1.8

11 6 Modulo Utilizzo del cannocchiale Per poter utilizzare il cannocchiale astronomico si devono effettuare due operazioni: a. l adattamento alla vista, che consiste nello spostare l oculare fino a quando si vedono nitidamente i fili del reticolo ovvero fino a che l immagine dei fili del reticolo fornita dall oculare non si forma alla distanza della visione distinta dell operatore. Per effettuare agevolmente l adattamento alla vista conviene dirigere il cannocchiale verso una parete chiara oppure verso il cielo; una volta effettuata questa operazione, quando si orienta il cannocchiale verso il punto da osservare, l immagine di quest ultimo appare sfuocata cioè non nitida, ma confusa; quindi, si deve effettuare anche un adattamento alla distanza; b. l adattamento alla distanza, che consiste nello spostare il tubo del reticolo rispetto al tubo dell obbiettivo fino a quando l immagine dell oggetto appare nitidamente (insieme a quella dei fili del reticolo) ovvero fino a quando l immagine dell oggetto non si forma alla distanza della visione distinta dell operatore. L adattamento alla distanza deve essere eseguita tutte le volte che viene collimato un nuovo oggetto. I fili del reticolo e l immagine dell oggetto fornita dall obbiettivo devono appartenere allo stesso piano, cioè essere perfettamente coincidenti; questa condizione viene verificata collimando un oggetto ed effettuando piccoli spostamenti dell occhio davanti all oculare guardando con attenzione un filo del reticolo; se il filo rimane fisso rispetto all immagine la condizione è verificata, mentre se il filo sembra spostarsi rispetto all immagine non si ha la perfetta coincidenza e la collimazione è affetta da un errore detto errore di parallasse. Per eliminare tale errore bisogna ripetere le operazioni di adattamento alla vista e alla distanza. Nell adattamento alla distanza il cannocchiale varia di lunghezza in quanto il tubo contenente l obbiettivo e quello contenente il reticolo scorrono l uno dentro l altro, ma il piccolissimo gioco che permette questo movimento di scorrimento permette l entrata di umidità e polvere all interno del cannocchiale. Questo provoca un appannamento delle lenti che pregiudica le operazioni di misurazione e, quindi, sono necessarie delle operazioni di pulitura molto laboriose e con il pericolo di provocare danneggiamenti al cannocchiale stesso. Per questo motivo il cannocchiale astronomico non è stato più utilizzato negli strumenti topografici ed è stato sostituito dal cannocchiale a lunghezza costante. Il cannocchiale a lunghezza costante è un evoluzione del cannocchiale astronomico, in quanto l unica differenza sostanziale riguarda il fatto che obbiettivo e oculare sono sullo stesso tubo a distanza fissa. Tra il reticolo e l obbiettivo vi è una lente divergente detta di focamento fissata a un supporto che può far scorrere internamente la lente stessa ( fig. 1.9). figura 1.9

12 Modulo 1 7 Questa lente fa parte del sistema obbiettivo che risulta, quindi, composto da tre lenti; muovendo questa lente variano le caratteristiche ottiche del sistema obbiettivo, in particolare la sua distanza focale. La variazione della distanza focale comporta anche una variazione di ingrandimento la cui entità è però trascurabile, tale cioè da non compromettere il funzionamento del cannocchiale. Ovviamente l adattamento alla distanza per questo strumento avviene agendo sulla lente di focamento. In alcuni tipi di cannocchiale a lunghezza costante, l immagine viene raddrizzata mediante un prisma di forma particolare collocato tra il reticolo e la lente di focamento ( fig ). figura Le caratteristiche ottiche del cannocchiale Le caratteristiche principali di un cannocchiale sono: 1. ingrandimento normale I N : è indipendente dalla distanza ed è il rapporto tra il fuoco dell obbiettivo e il fuoco dell oculare I N f 1 ; per i cannocchiali si hanno dei valori f 2 variabili a seconda della loro precisione, compresi tra i 20 e i 45 ingrandimenti; 2. sensibilità: è l angolo minimo al di sotto del quale, con il cannocchiale, non si riesce più a distinguere due punti tra loro separati; questo angolo, a occhio nudo viene detto acuità visiva e mediamente vale 60 (da non confondere con la distanza della visione distinta che è la distanza a cui, senza fatica, si riesce a vedere nitidamente un oggetto e che equivale a 25 cm): Considerando l ingrandimento del cannocchiale, la sensibilità sarà quindi: s 60. In base al valore dell acuità visi- I N I N va (o della sensibilità di un cannocchiale) è possibile determinare la dimensione d che deve avere un oggetto posto a una distanza D per poter essere visto in modo distinto: d D r D s D I N ,0003 D ; I N 3. chiarezza: è il rapporto tra la chiarezza di un oggetto visto con il cannocchiale e la chiarezza di un oggetto visto a occhio nudo e, siccome di norma la prima è meno chiara della seconda, tale rapporto è generalmente minore dell unità; la chiarezza risulta essere: c K R 2 con: K costante, R raggio utile o apertura obbiettivo, r r 2 2 I N raggio della pupilla;

13 8 Modulo 1 4. campo: è l angolo del triangolo, che ha come vertici le due estremità del reticolo e il centro ottico dell obbiettivo; si calcola mediante la formula: K I N ; l anello metallico su cui è fissato il reticolo funziona anche da diaframma consentendo solo a una parte dei raggi provenienti dall obbiettivo di raggiungere l oculare ( fig ); figura portata: è la massima distanza alla quale un oggetto è distintamente osservabile con il cannocchiale; dipende dalle dimensioni e dalla chiarezza dell oggetto, ma anche dall ingrandimento del cannocchiale; 6. fattore crepuscolare: è la capacità di distinguere un segnale con scarsa condizione di luce; si determina tramite la formula: f 21I A D2 con D diametro dell obbiettivo e I A ingrandimento angolare. 1.3 Le condizioni di esattezza dei teodoliti Per il corretto utilizzo del goniometro devono essere soddisfatte delle condizioni di costruzione, il cui onere spetta alla casa costruttrice dello strumento, e delle condizioni di rettifica che devono essere verificate dall operatore prima di eseguire le misure (variano da strumento a strumento) Condizioni di rettifica Il goniometro possiede 3 assi di rotazione ( fig ) il cui punto di incontro è detto centro dello strumento: figura 1.12

14 Modulo 1 9 Tali assi devono soddisfare alle seguenti condizioni di rettifica: 1. l asse primario o principale Z-Z, che è l asse di rotazione dell alidada, deve essere verticale. Se la condizione non è soddisfatta si ha un angolo v formato dall asse di rotazione Z-Z dell alidada e la verticale ( fig ). L errore che si commette nella misurazione degli angoli orizzontali viene detto errore di verticalità e si ricava dalla formula: e v v tang cos 2. l asse secondario R-R, che è l asse di rotazione del cannocchiale, deve essere orizzontale. Se la condizione non è soddisfatta si ha un angolo v formato dall asse di rotazione R-R del cannocchiale e il piano orizzontale ( fig ). L errore che si commette nella misurazione degli angoli orizzontali viene detto errore di orizzontalità e si ricava dalla formula: e i i tang figura l asse di collimazione C-C, che è l asse di inclinazione del cannocchiale, deve essere perpendicolare al suo asse di rotazione R-R. Se la condizione non è soddisfatta si ha un angolo c formato dall asse di collimazione C-C e il piano normale all asse di rotazione R-R ( fig ). L errore che si commette nella misurazione degli angoli orizzontali viene detto errore di collimazione e si ricava dalla formula: e c c sec Nella misura di un angolo orizzontale si commette, quindi, un errore totale dato da: figura 1.14 e tot 1v tang cos 2 1i tang 2 1c sec 2 Nelle formule esaminate, che determinano l entità degli errori, si ha: angolo di inclinazione del cannocchiale e lettura al cerchio orizzontale. Le condizioni di rettifica che devono essere soddisfatte dall operatore sono quindi: a. verticalità dell asse primario; b. ortogonalità fra asse secondario e asse di collimazione; c. orizzontalità dell asse secondario; d. corretta posizione dell indice zenitale. Queste condizioni di esattezza sono verificabili e rettificabili. figura 1.15

15 10 Modulo 1 Errore di verticalità L errore di verticalità dell asse primario non è eliminabile, ma può essere limitato facendo una rettifica accurata. La verticalità dell asse viene valutata osservando il centramento delle livelle sferiche e toriche presenti sul basamento e sull alidada dello strumento; quindi si procede alla rettifica, che viene effettuata rendendo orizzontale il piano perpendicolare all asse primario mediante: a. la livella sferica dell alidada o del basamento; b. la livella torica dell alidada. Ricordando che i goniometri hanno sul basamento tre bracci disposti a 120 terminanti con tre viti calanti, che chiameremo C 1, C 2, C 3, e che un piano è individuato da due rette tra loro perpendicolari, che chiameremo retta a-a, congiungente le due viti calanti C 1 e C 2, retta b- b perpendicolare a tale congiungente e passante per la terza vite C 3. Vediamo come rendere orizzontale il piano individuato da queste due rette. a. L operazione di rettifica per rendere orizzontale il piano mediante livella sferica si esegue nel seguente modo ( fig ): con la bolla in posizione 1 si dispongono le tre viti di rettifica V 1, V 2 e V 3, nella stessa direzione delle tre viti calanti C 1, C 2 e C 3 ; ruotando le due viti calanti C 1 e con movimento uguale e contrario, si sposta la bolla lungo la direzione parallela alla congiungente delle due viti stesse fino a raggiungere la posizione 2; infine, agendo sulla vite calante C 1 si sposta la bolla lungo la direzione ortogonale alla precedente e passante per la vite stessa, passando dalla posizione 2 alla posizione 3. A questo punto si ruota la livella di 180 : se la bolla rimane centrata, la livella è rettificata e il piano è orizzontale; se, invece, dopo la rotazione la bolla si sposta bisogna intervenire correggendo lo spostamento per metà con le viti della livella e per metà con le viti del piano, operando nel seguente modo ( fig ): la bolla dalla posizione A viene prima spostata nella posizione B tramite le due viti di rettifica V 1 e V 2 ; in seguito, agendo sulla terza vite V 3, la si sposta dalla posizione B alla posizione C; successivamente, si agisce sulle due viti calanti C 1 e C 2 con rotazione uguale e contraria spostando la bolla dalla posizione C alla posizione D; infine, agendo sulla terza vite si sposta la bolla in posizione centrale E. figura 1.16 figura 1.17

16 Modulo 1 11 b. L operazione di rettifica per rendere orizzontale il piano mediante livella torica si esegue nel seguente modo: si dispone la bolla in posizione tale da essere parallela alla retta a-a, quindi si centra la bolla ruotando, con movimento uguale e contrario, le due viti (il movimento in coppia delle viti è più efficace del movimento singolo in quanto all abbassamento di una vite si ha contemporaneamente l innalzamento dell altra) ( fig ); si inverte la posizione degli estremi della bolla ruotandola di 180 (mantenendo cioè la sua posizione in direzione parallela alla retta a- a); quindi, se la bolla non rimane centrata si corregge lo spostamento per metà con la vite di rettifica verticale della livella e per metà con le due viti ( fig ). In questo modo tutte le rette parallele alla direzione a- a saranno orizzontali; si ruota la base di 90 in modo che la livella si porti nella direzione parallela alla retta b b ( fig ) e, agendo sulla terza vite C 1, si centra la bolla rendendo orizzontali anche tutte le rette parallele alla direzione b b e, quindi, il piano stesso. figura 1.18 figura 1.19 Si può rendere orizzontale il piano anche senza rettificare la livella, procedendo nel seguente modo: dopo aver invertito la posizione della livella con la rotazione di 180, l eventuale spostamento che può avere la bolla si corregge per metà con le due viti C 1 e C 2 ; quindi, osservando di quanto rimane spostata la bolla e verso quale direzione, si ruota la livella di 90 e si ruotano le restanti viti calanti ripristinando la posizione della bolla. figura 1.20

17 12 Modulo 1 Errore di orizzontalità e di collimazione Gli errori di orizzontalità dell asse secondario e l errore di collimazione, negli strumenti moderni, non sono rettificabili se non in laboratorio data la complessità dell operazione; tuttavia, le case costruttrici garantiscono queste condizioni di esattezza nei limiti di approssimazione dello strumento. È possibile però verificare se queste condizioni sono soddisfatte procedendo nel seguente modo: dopo aver reso verticale l asse primario a una distanza di circa 50 metri, si distende un filo a piombo; con il cannocchiale in posizione quasi orizzontale si esegue la collimazione del filo; si muove il cannocchiale verso l alto e verso il basso e se entrambe le condizioni sono verificate allora il centro dei fili del reticolo seguirà l immagine del filo a piombo. Nel caso in cui si le condizioni non siano soddisfatte, si può determinare ugualmente e in modo preciso l angolo orizzontale senza dover necessariamente eseguire la rettifica. Vediamo come vengono effettuate queste operazioni. a. Errore di orizzontalità Quando abbiamo un errore di orizzontalità, per determinare l angolo correttamente senza effettuare la rettifica, le operazioni da eseguire sono le seguenti: si rende il cannocchiale pressoché orizzontale con il cerchio verticale alla sinistra (C.S.), si collima un generico punto P e si esegue la lettura l a un indice del cerchio graduato orizzontale; si capovolge il cannocchiale e ruotando l alidada si mette lo strumento in modo che il cerchio verticale sia a destra (C.D.) e si collima nuovamente il punto P eseguendo la seconda lettura allo stesso indice. Il valore dell angolo cercato si ottiene con la formula: u l l se l 180 e se l 180 l ed l sono le letture coniugate. b. Errore di collimazione Quando abbiamo un errore di orizzontalità, per determinare l angolo correttamente senza effettuare la rettifica, le operazioni da eseguire sono le seguenti: con il cannocchiale molto inclinato e con il cerchio verticale alla sinistra (C.S.), si collima un generico punto P e si esegue la lettura l a un indice del cerchio graduato orizzontale; si capovolge il cannocchiale e ruotando l alidada si mette lo strumento in modo che il cerchio verticale sia a destra (C.D.) e si collima nuovamente il punto P eseguendo la seconda lettura allo stesso indice. Il valore dell angolo cercato si ottiene con la formula: u l l se l 180 e se l 180 l ed l sono le letture coniugate. Corretta posizione dell indice zenitale Gli errori più temibili per la misura degli angoli verticali sono dovuti all errore dell indice zenitale e alla non verticalità dell asse primario. La non corretta posizione dell indice zenitale si verifica quando, supponendo di porre il cannocchiale in posizione verticale e di poter effettuare la corrispondente lettura, si ottiene un valore dell angolo diverso da zero, detto zenit strumentale.

18 Modulo 1 13 Per determinare l angolo correttamente senza effettuare la rettifica, le operazioni da eseguire sono le seguenti: con il cannocchiale avente il cerchio verticale alla sinistra (C.S.), si collima un generico punto P e si esegue la lettura l a un indice del cerchio graduato verticale; si capovolge il cannocchiale e, ruotando l alidada, si mette lo strumento in modo che il cerchio verticale sia a destra (C.D.) e si collima nuovamente il punto P eseguendo la seconda lettura allo stesso indice. l l 360 Il valore dell angolo cercato si ottiene con la formula: l ed l sono le letture coniugate. 2 l l 360 Il valore dello zenit si determina invece mediante la formula: z. 2 In alcuni strumenti il controllo della verticalità è affidato a una livella torica, detta livella zenitale, montata sugli indici di lettura del cerchio verticale e provvista di viti di rettifica, la cui sensibilità è maggiore di quella montata sull alidada oppure da dei particolari compensatori meccanici che, sfruttando le proprietà del pendolo, mantengono l indice del cerchio nella giusta posizione verticale anche se l asse principale non è perfettamente verticale Condizioni di costruzione Le condizioni che devono essere soddisfatte dalla casa costruttrice dei goniometri sono: 1. l asse primario deve essere perpendicolare al piano del cerchio orizzontale; se la condizione non è soddisfatta la lettura al cerchio orizzontale è affetta da un errore di non ortogonalità; 2. l asse secondario deve essere perpendicolare al piano del cerchio verticale; se la condizione non è soddisfatta la lettura al cerchio verticale è affetta da un errore di non ortogonalità; 3. l asse primario deve passare per il centro del cerchio orizzontale; se la condizione non è soddisfatta la lettura al cerchio orizzontale è affetta da un errore di eccentricità dell alidada; 4. l asse secondario deve passare per il centro del cerchio verticale; se la condizione non è soddisfatta la lettura al cerchio verticale è affetta da un errore di eccentricità del cannocchiale; 5. l asse di collimazione deve intersecare l asse primario; se la condizione non è soddisfatta la lettura al cerchio orizzontale è affetta da un errore di eccentricità dell asse di collimazione, mentre la lettura al cerchio verticale non risente in modo sensibile dell errore; 6. la graduazione dei cerchi, orizzontale e verticale, deve essere corretta; se la condizione non è soddisfatta la lettura al cerchio orizzontale e verticale è affetta da un errore di graduazione dei cerchi. Queste condizioni di esattezza sono verificabili e non rettificabili, ma si può eliminare l influenza negativa che hanno sulle misurazioni senza effettuare rettifiche. Nelle rettifiche che verranno esaminate si supporrà sempre che il cannocchiale sia capovolgibile, come in effetti lo è in tutti gli strumenti moderni. Condizione di non ortogonalità Le condizioni di non ortogonalità dell asse primario e secondario, forniscono degli errori nella misura degli angoli orizzontali e verticali del tutto trascurabili, in quanto le case costruttrici riescono a mantenere l errore di non ortogonalità entro dei limiti tali da non influenzare le misure angolari (un errore di non ortogonalità di 1 corrisponde a un errore di lettura ai cerchi di 0,004 ).

19 14 Modulo 1 Eccentricità dell alidada e del cannocchiale Consideriamo ora i casi dell eccentricità dell alidada e del cannocchiale. Se l asse primario (o l asse secondario) passa per il centro C del cerchio orizzontale (o verticale), ruotando l alidada (o il cannocchiale) e collimando un generico punto P, si esegue la lettura corretta l 1 ; se l asse, invece, passa per un punto C * con una eccentricità e CC *, si esegue la lettura l 1 * affetta dall errore e si ha: l 1 l 1 * e ( fig ). Considerando il triangolo qualunque PCC * si ha: sen e e rad e sen e e sen l r e e sen l r ma quindi figura 1.21 L errore assume un valore massimo per l 90 (o 270 ), quindi per sen l 1. Non si riesce a realizzare il centramento perfetto dei cerchi, ma le case costruttrici riescono a contenere l eccentricità e nell ordine di 0,001 mm; quindi, per un raggio del cerchio graduato r 50 mm l errore di misura angolare risulta essere di circa 4 ovvero 0 g,0013. Se l errore è trascurabile per gli strumenti meno precisi, non lo è per quelli più precisi; si può eseguire una lettura corretta solo se si dispone di un secondo indice di lettura diametralmente opposto; infatti, se il centramento è perfetto, all indice opposto si esegue la lettura l 2 ; se, invece, non lo è si esegue la lettura l 2 * affetta dall errore e si ha: l 2 l 2 * e quindi siccome l 1 l allora l 1 l 2 * e 180. Sommando membro a membro si ottiene: l 1 l 1 * l 1 l * l 1 l * 1 l 2 * 180 l 1 l 1* l 2 * Viene messo il segno positivo se l 1 7 l 2, negativo se l 1 6 l 2 come nel nostro caso. Effettuando la media delle letture agli indici diametralmente opposti si riesce a eliminare gli errori di misurazione degli angoli orizzontali e verticali dovuti all eccentricità dell alidada e del cannocchiale. Nei teodoliti moderni, con il metodo della coincidenza o quello della simmetria delle immagini, si ottiene la media automaticamente. osservazione Quando si calcola un angolo come differenza di due letture, l errore raddoppia. Eccentricità dell asse di collimazione Vediamo di esaminare il problema riguardante l imperfetta intersezione dell asse di collimazione con l asse primario.

20 Modulo 1 15 Un tempo alcuni strumenti avevano il cannocchiale appositamente eccentrico per poter avere notevoli ingrandimenti e per poter collimare punti molto alti. Negli strumenti moderni il cannocchiale si trova al centro e solo problemi di costruzione o di usura possono determinare questo tipo di problema. Collimando un generico punto P, senza l eccentricità, si esegue la lettura corretta l 1 ( fig ), se invece l asse di collimazione ha una eccentricità e CC * (posizione A) si esegue la lettura l 1 * affetta dall errore e si ha: l 1 l 1 * e. Considerando il triangolo rettangolo si ha: ma sen e e rad e PCC * sen e e D e quindi e. D L errore di misura angolare, considerando l eccentricità e di 1 mm e una distanza D pari a 100 metri, vale circa 2 e non può essere trascurato. Allora a questo punto, si capovolge il cannocchiale e si ruota l alidada in senso orario fino ad effettuare nuovamente la collimazione del punto P ( fig ); quindi, si esegue una seconda lettura allo stesso indice, detta lettura coniugata, ottenendo una lettura l 2 se non c è l eccentricità o una lettura l 2 * affetta dall errore nel caso in cui ci fosse (posizione B), con l 2 l 2 * e. figura 1.22 figura 1.23 Analogamente a prima si ha: l 1 l quindi l 1 l 2 * e 180. Sommando membro a membro si ottiene: l 1 l* 1 l 1 l* l 1 l* 1 l * da cui si ottiene l 1 l 1 * l 2 * 180 2

21 16 Modulo 1 Viene messo il segno positivo se l 1 7 l 2, negativo se l 1 6 l 2 come nel nostro caso. Effettuando la media delle letture coniugate si riesce a eliminare l errore di misurazione degli angoli orizzontali dovuto all eccentricità dell asse di collimazione. osservazione Quando si calcola un angolo come differenza di due letture, l errore in genere è minore e si annulla se le distanze dei due punti rispetto al punto di stazione sono uguali. Imperfetta graduazione dei cerchi Per quanto riguarda l imperfetta graduazione dei cerchi, che dipende dalla suddivisione in parti non tutte uguali del cerchio graduato, si può affermare che questo errore, per gli strumenti moderni, ha un valore di circa 0,7 che non può essere ignorato. A differenza degli errori visti in precedenza, questo non può essere eliminato ma solo attenuato mediante l applicazione di opportuni procedimenti. Per poter ridurre gli effetti di questo errore si usano il metodo della reiterazione e il metodo della ripetizione, che consentono di effettuare la lettura dell angolo orizzontale, compreso tra due direzioni, su diversi settori del cerchio graduato orizzontale. Un teodolite si dice reiteratore ( fig ) quando il cerchio orizzontale è indipendente dal basamento e dall alidada; lo strumento presenta una vite che consente il fissaggio dell alidada con il basamento. Un teodolite si dice ripetitore ( fig ) se ha due viti, una che consente il fissaggio dell alidada con il cerchio orizzontale e l altra che consente il fissaggio del cerchio orizzontale con il basamento. Le due vite funzionano nel seguente modo: con le due viti bloccate lo strumento non ruota attorno al suo asse primario; sbloccando la vite alidada-cerchio orizzontale, ruotando lo strumento, il cerchio orizzontale ruota insieme all alidada e quindi le letture degli angoli orizzontali non possono essere eseguite perché rimane invariata; sbloccando la vite cerchio orizzontale-basamento, ruotando lo strumento, il cerchio orizzontale rimane fermo e quindi è possibile effettuare le letture degli angoli orizzontali. Metodo della ripetizione Prima di illustrare il metodo, per semplicità chiameremo: vite 1 la vite cerchio orizzontale-basamento vite 2 la vite alidada-cerchio orizzontale Per misurare l angolo orizzontale ˆ si opera nel seguente modo: a. con la vite 1 bloccata e la vite 2 sbloccata, dal punto di stazione O si collimano i punti A e B effettuando le relative letture e, in questo modo 1 l I I B l A ( fig ); AOB l A I l B I figura 1.24 figura 1.25

22 Modulo 1 17 una volta effettuata la seconda lettura cioè I l B si sblocca la vite 1 e si blocca la vite 2; quindi, si ritorna a collimare il punto A; b. una volta collimato il punto A (dopo aver ruotato in senso antiorario di un angolo pari a 1 ) ( fig. 1.27) non si esegue la sua lettura in quanto l II I A l B, ma si agisce ancora sulle viti bloccando la vite 1 e sbloccando la vite 2; quindi, si collima il punto B e si esegue la relativa lettura II. In questo modo 2 l II B l II A l II I l B B l B ; c. a questo punto si ripete il procedimento agendo sulle viti una prima volta per ritornare a collimare il punto A e agendo una seconda volta per collimare il punto B ( fig ) ed III eseguire la terza lettura ; si avrà: l III II l B A l B e quindi 3 l III B l III A l III II B l B. Supponendo di fermarci a tre ripetizioni, l angolo che si vuole ricavare sarà: l B I l A I 2 1l B II l B I 2 1l B III l B II 2 3 1l B III l A I 2 3 In generale, nel caso di n ripetizioni, la formula per il calcolo dell angolo cercato è: ln B l I A Questo metodo è preciso (perché può essere effettuato con solo due letture al cerchio), ma sconsigliato a causa del trascinamento del cerchio dovuto all usura e alle perturbazioni al treppiede; quindi, il suo uso è consigliato solo per gli strumenti meno precisi. n figura 1.26 figura 1.27 osservazione Se l indice di lettura passa per lo zero del cerchio graduato, la differenza è negativa e bisogna aggiungere un angolo giro ogni m volte che l indice è passato per lo zero, quindi: ln B l I A 1360 m2 n figura 1.28

23 18 Modulo 1 Metodo della reiterazione Con questo metodo si realizza la rotazione del cerchio graduato in modo indipendente dall alidada mediante una vite oppure a mano. Volendo misurare l angolo orizzontale ˆ si opera nel seguente modo: a. lasciando fermo il cerchio, dal punto di stazione O si collimano i due punti A e B eseguendo le corrispondenti lettura al cerchio graduato l A e l B, in questo modo I I I 1 l B l I A ;; sempre collimando B si ruota il cerchio graduato di un valore pari a circa con n numero delle reiterazioni previste; 360 n II II b. si esegue la seconda lettura l B e, collimando il punto A, si esegue la seconda lettura l A ; quindi si avrà 2 l II II B l A, poi sempre collimando il 360 punto A si ruota ancora di un valore pari a circa n ; c. a questo punto si ripete il procedimento eseguendo la terza lettura l A e collimando il punto B si esegue la lettura III ottenendo 3 l III III B l A e così via. l B III AOB L errore di graduazione si compensa leggendo lo stesso angolo su più parti del cerchio ( fig ). Facendo tre reiterazioni, l angolo che si vuole ricavare sarà: figura l B I l A I 2 1l B II l A II 2 1l B III l A III 2 3 1l B I l B II l B III 2 1l A I l A II l A III 2 3 In generale, nel caso di n reiterazioni, la formula per il calcolo dell angolo cercato è: l B l A n Il metodo della reiterazione è più semplice e rapido, ma meno preciso. osservazione Con i metodi della reiterazione e della ricezione si possono ridurre anche gli errori di collimazione o di puntamento e gli errori di lettura quando si stimano gli angoli. Gli errori residui di rettifica e la regola di Bessel Si è visto che l errore di verticalità non è eliminabile; quello di non ortogonalità, anche se non è eliminabile, è trascurabile. Rimangono pur sempre degli errori, detti errori residui di rettifica, che riguardano: l errore di collimazione; l errore di inclinazione; l errore di eccentricità dell alidada; l errore di eccentricità del cannocchiale. Per poter eliminare questi errori residui oppure nell ipotesi di non aver potuto o voluto effettuare le rettifiche di cui sopra, si usa la regola di Bessel secondo la quale: per misurare un angolo orizzontale compreso tra due direzioni si deve effettuare per ogni punto collimato la media aritmetica delle due letture la I e la II agli indici diametralmente opposti con il cannocchiale in posizione (C.S.) e delle due letture la III e la IV agli stessi indici con il cannocchiale in posizione (C.D.).

24 Modulo La misura fotografica ed elettronica degli angoli I teodoliti moderni sono strutturati in modo da effettuare le letture angolari in modo differente dai teodoliti ottico-meccanici; in alcuni casi cambia solo il tipo di lettura, in altri cambia anche la struttura del cerchio goniometrico in cui non sono più presenti i tratti e i numeri rappresentanti la graduazione. Tra i metodi si possono ricordare : metodo di lettura fotografica, attraverso cui la lettura degli angoli viene fatta a tavolino in quanto a ogni collimazione viene fotografata la porzione di cerchio interessato dall indice di lettura e la livella dello strumento per verificare anche la condizione di rettifica; la fotografia, una volta sviluppata, viene osservata mediante un micrometro ottico a lastra pian-parallela; metodo di lettura a codice, attraverso cui il cerchio presenta una graduazione a codice costituita da rettangolini neri su sfondo bianco, aventi diverse larghezze e lunghezze; a ogni collimazione è sufficiente premere un bottone per azionare la relativa ripresa fotografica (si possono effettuare diverse centinaia di registrazioni per ogni pellicola); L indice di lettura è sostituito da una cellula fotoelettrica per l interpretazione dei rettangolini e per il conteggio dei tratti compresi nell intervallo di misura; metodo di lettura digitale, il cui procedimento di lettura è simile al precedente, ma con la differenza che il cerchio goniometrico in questo caso è costituito da tratti trasparenti alla luce alternati a tratti opachi. La lettura elettronica fornisce anche il valore degli angoli diametralmente opposti e prende in considerazione anche tutta la superficie del cerchio in modo da eliminare rispettivamente l errore di eccentricità dell alidada e l errore di graduazione. esercizio svolto 1 Determinare il valore degli angoli in gradi sessagesimali, al cerchio verticale e al cerchio orizzontale, nel seguente micrometro a stima: V H Soluzione Cerchio verticale: sulla scala principale si legge 86 40, si stimano 5, quindi Cerchio orizzontale: sulla scala principale si legge 275, si stimano 8, quindi

25 32 Modulo 1 esercizio svolto 2 Determinare il valore degli angoli in gradi centesimali, al cerchio verticale e al cerchio orizzontale, nel seguente micrometro a stima: V H Soluzione Cerchio verticale: sulla scala principale si legge 96 g 60 c, si stimano 5 c, quindi 96 g 65 c. Cerchio orizzontale: sulla scala principale si legge 344 g 50 c, si stimano 3 c, quindi 344 g 53 c. esercizio svolto 3 Determinare il valore degli angoli in gradi sessagesimali, al cerchio verticale e al cerchio orizzontale, nel seguente micrometro a stima: V H Soluzione Cerchio verticale: sulla scala principale si legge , si stimano 00, quindi Cerchio orizzontale: sulla scala principale si legge , si stimano 25, quindi

-

- STAZIONE TOTALE E costituita dal sistema basetta-base, che viene fissato sulla testa rettificata del treppiede di supporto, dall alidada, un dispositivo a U che si innesta sulla base tramite un perno (attorno

Dettagli

I.S.I.S. CUCUZZA SEZ. GEOMETRI C A L T A G I R O N E PROGRAMMA DI TOPOGRAFIA

I.S.I.S. CUCUZZA SEZ. GEOMETRI C A L T A G I R O N E PROGRAMMA DI TOPOGRAFIA I.S.I.S. CUCUZZA SEZ. GEOMETRI C A L T A G I R O N E PROGRAMMA DI TOPOGRAFIA Svolto nella classe IV Sezione C ANNO SCOLASTICO 2005-2006 I GONIOMETRI - Premessa - Microscopio semplice e composto - Il teodolite

Dettagli

TEODOLITE. a.a ABILITA' INFORMATICHE - RILIEVO DIGITALE INTEGRATO PROF. ARCH. ORNELLA ZERLENGA / ARCH. VINCENZO CIRILLO

TEODOLITE. a.a ABILITA' INFORMATICHE - RILIEVO DIGITALE INTEGRATO PROF. ARCH. ORNELLA ZERLENGA / ARCH. VINCENZO CIRILLO O Il TEODOLITE è uno strumento ottico a cannocchiale che permette di misurare angoli azimutali e zenitali. Le parti principali del teodolite sono il cannocchiale, collegato mediante due perni all alidada,

Dettagli

Risposte ai quesiti posti nella verifica

Risposte ai quesiti posti nella verifica Risposte ai quesiti posti nella verifica classe 4^A Geometri 1) Qual è l espressione del dislivello nella livellazione clisimetrica? AB =Dp+h-l dove: p=pendenza D=distanza h=altezza strumento l=lettura,

Dettagli

I goniometri e la misura degli angoli

I goniometri e la misura degli angoli I goniometri e la misura degli angoli 1.1 Premesse Gli strumenti che consentono la misura degli angoli orizzontali (azimutali) e verticali (zenitali) prendono il nome generico di goniometri (dal greco

Dettagli

1 RICHIAMI DI OTTICA GEOMETRICA E CENNI SUGLI STRUMENTI DIOTTRICI 1.1 Ipotesi preliminari 1.2 I fenomeni della riflessione e della rifrazione 2 1.

1 RICHIAMI DI OTTICA GEOMETRICA E CENNI SUGLI STRUMENTI DIOTTRICI 1.1 Ipotesi preliminari 1.2 I fenomeni della riflessione e della rifrazione 2 1. 1 RICHIAMI DI OTTICA GEOMETRICA E CENNI SUGLI STRUMENTI DIOTTRICI 1.1 Ipotesi preliminari 1.2 I fenomeni della riflessione e della rifrazione 2 1.3 Specchi piani 5 1.4 Prismi e lamine 6 1.5 La formula

Dettagli

L alidada è una struttura a due bracci che ruota intorno all asse primario.

L alidada è una struttura a due bracci che ruota intorno all asse primario. ALIDADA e CORPO dello STRUMENTO L alidada è una struttura a due bracci che ruota intorno all asse primario. Sull alidada, solidali ad essa, si trovano gli indici di lettura del cerchio azimutale, e gli

Dettagli

RILIEVO E RAPPRESENTAZIONE DEL TERRITORIO

RILIEVO E RAPPRESENTAZIONE DEL TERRITORIO Corsi di Laurea in: - Gestione tecnica del territorio agroforestale e Sviluppo rurale - Scienze forestali e ambientali - Costruzioni rurali e Topografia RILIEVO E RAPPRESENTAZIONE DEL TERRITORIO STRUMENTI

Dettagli

*COS È IL SETUP DEL TEODOLITE. 1. imporre il passaggio dell asse principale per il punto di stazione segnalato a terra;

*COS È IL SETUP DEL TEODOLITE. 1. imporre il passaggio dell asse principale per il punto di stazione segnalato a terra; *COS È IL SETUP DEL TEODOLITE Il setup (messa in stazione) del teodolite comprende le operazioni necessarie affinché il teodolite sia in grado di misurare gli angoli. Fondamentalmente consiste nel: 1.

Dettagli

LA MISURA ELEMENTARE DEGLI ANGOLI

LA MISURA ELEMENTARE DEGLI ANGOLI 2 LA MISURA ELEMENTARE DEGLI ANGOLI La misura di un angolo si realizza sempre in modo diretto confrontando i valori angolari, assunti come unità di misura, riportati su un cerchio graduato. Qualsiasi strumento

Dettagli

Grandezze geometriche e fisiche. In topografia si studiano le grandezze geometriche: superfici angoli

Grandezze geometriche e fisiche. In topografia si studiano le grandezze geometriche: superfici angoli Topografia la scienza che studia i mezzi e i procedimenti operativi per il rilevamento e la rappresentazione grafica, su superficie piana (un foglio di carta) di una porzione limitata di terreno.... è

Dettagli

Si definisce Dislivello D AB la differenza tra la quota del punto avanti (punto B,) e la quota del punto A (punti indietro):

Si definisce Dislivello D AB la differenza tra la quota del punto avanti (punto B,) e la quota del punto A (punti indietro): DISLIVELLI Si definisce Dislivello D AB la differenza tra la quota del punto avanti (punto B,) e la quota del punto A (punti indietro): D AB = Q B -Q A Il dislivello dimensionalmente è una lunghezza (m)

Dettagli

Prof. Triolo giovanni 1

Prof. Triolo giovanni 1 Prof. Triolo giovanni 1 Segnali provvisori Questi segnali sono utilizzati per materializzare i punti sul terreno per un definito e limitato periodo di tempo, talvolta coincidente con la durata del rilievo,

Dettagli

ARGOMENTO XXXXXXXXXXXXXXXXXXXX B04 XXXXXXXXXXXXXXXXXXXXX XXXXXXXXX. Topografia. Tratto dalle dispense D04 11/05/2011

ARGOMENTO XXXXXXXXXXXXXXXXXXXX B04 XXXXXXXXXXXXXXXXXXXXX XXXXXXXXX. Topografia. Tratto dalle dispense D04 11/05/2011 ARGOMENTO B04 X Topografia Tratto dalle dispense D04 1 11/05/2011 CIRCOLO TRIGONOMETRICO TOPOGRAFICO ARGOMENTO X 2 SISTEMI ANGOLARI E CONVERSIONI ARGOMENTO X Basta ricordare che: a : 180 = a g : 200 g

Dettagli

LE LIVELLAZIONI. Sono delle operazioni topografiche che consentono di misurare il dislivello tra due punti. Si possono classificare in:

LE LIVELLAZIONI. Sono delle operazioni topografiche che consentono di misurare il dislivello tra due punti. Si possono classificare in: LE LIVELLZIONI Sono delle operazioni topografiche che consentono di misurare il dislivello tra due punti. Si possono classificare in: TCHEOMETRIC d

Dettagli

Questionario di LONGIMERI - LIVELLE. per la classe 3^ Geometri

Questionario di LONGIMERI - LIVELLE. per la classe 3^ Geometri Questionario di LONGIMERI - LIVELLE per la classe 3^ Geometri Questo questionario è impostato su 26 domande disponibili e ideate per la verifica prevista dopo la parte di corso fino ad oggi svolta. Tutte

Dettagli

Il rilievo topografico ha lo scopo di determinare, mediante misure, la posizione completa dei punti

Il rilievo topografico ha lo scopo di determinare, mediante misure, la posizione completa dei punti CELERIMENSUR Il rilievo topografico ha lo scopo di determinare, CRITERI ORGNIZZTIVI DEI RILIEVI mediante misure, la posizione completa dei punti individuati sul terreno, calcolandone le coordinate plano

Dettagli

CLASSIFICAZIONE DEI GONIOMETRI

CLASSIFICAZIONE DEI GONIOMETRI CLASSIFICAZIONE DEI GONIOMETRI All origine della moderna Topografia ( 700/ 800) i goniometri assumevano nomi particolari in corrispondenza del tipo di angoli che erano in grado di misurare: UNIVERSALI

Dettagli

UNITÀ I1-3 LE INTERSEZIONI

UNITÀ I1-3 LE INTERSEZIONI UNITÀ I1-3 LE INTERSEZIONI IL PRINCIPIO DELLE INTERSEZIONI Le intersezioni costituiscono, nella topografia classica, un metodo di rilievo di appoggio non autonomo, ma da utilizzare in particolari contesti

Dettagli

PIANO DI LAVORO PREVENTIVO a. s INDIRIZZO COSTRUZIONI AMBIENTE E TERRITORIO

PIANO DI LAVORO PREVENTIVO a. s INDIRIZZO COSTRUZIONI AMBIENTE E TERRITORIO ISTITUTO TECNICO PER GEOMETRI " PACINOTTI" PIANO DI LAVORO PREVENTIVO a. s. 2016-2017 INDIRIZZO COSTRUZIONI AMBIENTE E TERRITORIO Classe 4E Materia TOPOGRAFIA Docente Prof. Domenico Stumpo LIVELLO DI PARTENZA

Dettagli

> valutazione degli scarti esistenti tra la forma approssimata e quella reale della Terra

> valutazione degli scarti esistenti tra la forma approssimata e quella reale della Terra TOPOGRAFIA Geodesia Studio della forma e delle dimensioni della Terra > scelta di modelli semplificati della Terra > valutazione degli scarti esistenti tra la forma approssimata e quella reale della Terra

Dettagli

STRUMENTI SEMPLICI - PROF. FERRARIO 2014/15

STRUMENTI SEMPLICI - PROF. FERRARIO 2014/15 Segnali e mire: le funzioni I segnali sono manufatti in grado di materializzare, senza ambiguità, un punto sul terreno; le mire sono manufatti che permettono la visibilità a distanza del segnale. I segnali

Dettagli

LE RAGIONI DEL METODO DI MISURA INDIRETTA

LE RAGIONI DEL METODO DI MISURA INDIRETTA MISURE INDIRETTE LE RAGIONI DEL METODO DI MISURA INDIRETTA I metodi di misura indiretta delle distanze sono stati concepiti e si sono sviluppati nell 800 con lo scopo di sostituire la misura diretta, quando

Dettagli

Lezione 6 Richiami di Geometria Analitica

Lezione 6 Richiami di Geometria Analitica 1 Piano cartesiano Lezione 6 Richiami di Geometria Analitica Consideriamo nel piano due rette perpendicolari che si intersecano in un punto O Consideriamo ciascuna di queste rette come retta orientata

Dettagli

SENSORI E RETI: SENSORI PUNTUALI. Docente: Ing. M. Perrelli Referente: Prof. G. Artese

SENSORI E RETI: SENSORI PUNTUALI. Docente: Ing. M. Perrelli Referente: Prof. G. Artese SENSORI E RETI: SENSORI PUNTUALI Docente: Ing. M. Perrelli Referente: Prof. G. Artese 18/07/2013 CONTENUTI DELLA LEZIONE Evoluzione dei sensori Metodologie di misura Reti Puntuali Implementazione di attività

Dettagli

Condizione di allineamento di tre punti

Condizione di allineamento di tre punti LA RETTA L equazione lineare in x e y L equazione: 0 con,,, e non contemporaneamente nulli, si dice equazione lineare nelle due variabili e. Ogni coppia ; tale che: 0 si dice soluzione dell equazione.

Dettagli

MISURA DI LUNGHEZZE D ONDA CON UNO SPETTROSCOPIO A RETICOLO DI DIFFRAZIONE

MISURA DI LUNGHEZZE D ONDA CON UNO SPETTROSCOPIO A RETICOLO DI DIFFRAZIONE MISURA DI LUNGHEZZE D ONDA CON UNO SPETTROSCOPIO A RETICOLO DI DIFFRAZIONE Il reticolo di diffrazione può essere utilizzato per determinare la lunghezza d onda di una radiazione monocromatica. Detto d

Dettagli

1 MISURA DI ANGOLI 1.1. DEFINIZIONE DEGLI ANGOLI UTILIZZATI IN TOPOGRAFIA

1 MISURA DI ANGOLI 1.1. DEFINIZIONE DEGLI ANGOLI UTILIZZATI IN TOPOGRAFIA 1 MISURA DI ANGOLI 1.1. DEFINIZIONE DEGLI ANGOLI UTILIZZATI IN TOPOGRAFIA ANGOLO AZIMUTALE Si definisce angolo azimutale ASB la sezione retta dell angolo diedro compreso tra i due piani contenenti la verticale

Dettagli

LA CELERIMENSURA RILEVAMENTO PLANO-ALTIMETRICO DI DETTAGLIO E DI APPOGGIO

LA CELERIMENSURA RILEVAMENTO PLANO-ALTIMETRICO DI DETTAGLIO E DI APPOGGIO LA CELERIMENSURA RILEVAMENTO PLANO-ALTIMETRICO DI DETTAGLIO E DI APPOGGIO GENERALITA Nelle operazioni di rilievo plano-altimetrico, relative alla determinazione della posizione dei punti di appoggio (reti

Dettagli

RILEVAMENTO METRICO IN AMBITO LOCALE. 1. Determinazione della posizione dei punti su un edificio.

RILEVAMENTO METRICO IN AMBITO LOCALE. 1. Determinazione della posizione dei punti su un edificio. RILEVAMENTO METRICO IN AMBITO LOCALE 1. Determinazione della posizione dei punti su un edificio. 1.1. Determinazione per coordinate polari - Si supponga che siano note le coordinate cartesiane (x 0, y

Dettagli

livelli livellazioni geometriche linea di mira orizzontale parallela al piano superficie di riferimento passato cannocchiale mobile

livelli livellazioni geometriche linea di mira orizzontale parallela al piano superficie di riferimento passato cannocchiale mobile I LIVELLI 2 I LIVELLI I livelli sono strumenti espressamente concepiti per eseguire in modo esclusivo le livellazioni geometriche. Con essi (dopo la messa in stazione), la linea di mira del cannocchiale

Dettagli

RILIEVO: PROGETTAZIONE DEL RILIEVO

RILIEVO: PROGETTAZIONE DEL RILIEVO RILIEVO: Insieme di operazioni, di misurazione e di analisi, tese alla documentazione di un oggetto in tutte le sue complessità: Caratteristiche metriche tridimensionali Caratteristiche formali e strutturali

Dettagli

LA MISURA ELEMENTARE DEGLI ANGOLI

LA MISURA ELEMENTARE DEGLI ANGOLI 2 LA MISURA ELEMENTARE DEGLI ANGOLI La misura di un angolo si realizza sempre in modo diretto confrontando i valori angolari, assunti come unità di misura, riportati su un cerchio graduato. Qualsiasi strumento

Dettagli

Quadro riassuntivo di geometria analitica

Quadro riassuntivo di geometria analitica Quadro riassuntivo di geometria analitica IL PIANO CARTESIANO (detta ascissa o coordinata x) e y quella dall'asse x (detta ordinata o coordinata y). Le coordinate di un punto P sono: entrambe positive

Dettagli

LEA_IT_COD Collimatore ottico di precisione. Strumenti e Sistemi di Monitoraggio Geotecnico e Strutturale

LEA_IT_COD Collimatore ottico di precisione.  Strumenti e Sistemi di Monitoraggio Geotecnico e Strutturale LEA_IT_COD1101100 Collimatore ottico di precisione LEA_IT_COD1101100 Collimatore ottico di precisione Descrizione _ Il collimatore ottico di allineamento è uno strumento progettato appositamente per i

Dettagli

Ottica geometrica. Propagazione per raggi luminosi (pennello di luce molto sottile)

Ottica geometrica. Propagazione per raggi luminosi (pennello di luce molto sottile) Ottica geometrica Propagazione per raggi luminosi (pennello di luce molto sottile) All interno di un mezzo omogeneo la propagazione e rettilinea: i raggi luminosi sono pertanto rappresentati da tratti

Dettagli

OTTICA GEOMETRICA. Ovvero la retta perpendicolare alla superficie riflettente. Figura 1. Figura 2

OTTICA GEOMETRICA. Ovvero la retta perpendicolare alla superficie riflettente. Figura 1. Figura 2 OTTICA GEOMETRICA L ottica geometrica si occupa di tutta quella branca della fisica che ha a che fare con lenti, specchi, vetri e cose simili. Viene chiamata geometrica in quanto non interessa la natura

Dettagli

MEZZI E STRUMENTI. Capitolo RILEVAMENTO TOPOGRAFICO

MEZZI E STRUMENTI. Capitolo RILEVAMENTO TOPOGRAFICO Capitolo 5 MEZZI E STRUMENTI 5.1 RILEVAMENTO TOPOGRAFICO Il rilevamento topografico di una porzione di superficie terrestre é la totalità delle operazioni che permettono di avere, come risultato finale,

Dettagli

Questionario di RILIEVO. per la classe 3^ Geometri

Questionario di RILIEVO. per la classe 3^ Geometri Questionario di RILIEVO per la classe 3^ Geometri Questo questionario è impostato su 23 domande disponibili e ideate per la verifica prevista dopo la parte di corso fino ad oggi svolta. Tutte le domande

Dettagli

ISTITUTO DI ISTRUZIONE SUPERIORE CRESCENZI PACINOTTI. CONSUNTIVO DELLA PROGRAMMAZIONE SVOLTA a. s

ISTITUTO DI ISTRUZIONE SUPERIORE CRESCENZI PACINOTTI. CONSUNTIVO DELLA PROGRAMMAZIONE SVOLTA a. s ISTITUTO DI ISTRUZIONE SUPERIORE CRESCENZI PACINOTTI CONSUNTIVO DELLA PROGRAMMAZIONE SVOLTA a. s. 2015-2016 Classe 4GEO Materia TOPOGRAFIA/COSTRUZIONI Docente Prof. Domenico Stumpo OBIETTIVI DELL APPRENDIMENTO

Dettagli

SUPERIORE DI SAN DANIELE DEL FRIULI VINCENZO MANZINI CORSI DI STUDIO:

SUPERIORE DI SAN DANIELE DEL FRIULI VINCENZO MANZINI CORSI DI STUDIO: ISTITUTO STATALE di ISTRUZIONE SUPERIORE DI SAN DANIELE DEL FRIULI VINCENZO MANZINI CORSI DI STUDIO: Amministrazione, Finanza e Marketing/IGEA Costruzioni, Ambiente e Territorio/Geometri Liceo Linguistico/Linguistico

Dettagli

Esperimento sull ottica

Esperimento sull ottica Esperimento sull ottica Gruppo: Valentina Sotgiu, Irene Sini, Giorgia Canetto, Federica Pitzalis, Federica Schirru, Jessica Atzeni, Martina Putzu, Veronica, Orgiu e Deborah Pilleri. Teoria di riferimento:

Dettagli

STRUMENTI SEMPLICI - PROF. FERRARIO 2014/15

STRUMENTI SEMPLICI - PROF. FERRARIO 2014/15 RIFLESSIONE PRELIMINARE Questi strumenti ormai non fanno più parte della dotazione strumentale del moderno topografo e, attualmente, conservano solo valenze storiche. Per quale motivo se ne affronta allora

Dettagli

RILIEVO DIRETTO: strumenti e metodi. dr. arch. anna christiana maiorano _03

RILIEVO DIRETTO: strumenti e metodi. dr. arch. anna christiana maiorano _03 RILIEVO DIRETTO: strumenti e metodi dr. arch. anna christiana maiorano gli strumenti per il rilevamento architettonico Nel rilevamento architettonico e urbano vengono impiegati, per compiere le diverse

Dettagli

Misure di fenomeni di aberrazione di una lente

Misure di fenomeni di aberrazione di una lente Padova, gennaio 00 Misure di fenomeni di aberrazione di una lente Indicare il numero identificativo e le caratteristiche geometriche della lente utilizzata: Lente num. =... Spessore =... Spigolo =... Indice

Dettagli

Laboratorio di Ottica, Spettroscopia, Astrofisica

Laboratorio di Ottica, Spettroscopia, Astrofisica Università degli Studi di Palermo Facoltà di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali Corso di Laurea in Fisica Progetto Lauree Scientifiche Laboratorio di Ottica, Spettroscopia, Astrofisica Antonio Maggio

Dettagli

PROGRAMMAZIONE PREVENTIVA (Con Insegnante Tecnico Pratico) Codice Mod. RQ 10.3 Pag 1/5

PROGRAMMAZIONE PREVENTIVA (Con Insegnante Tecnico Pratico) Codice Mod. RQ 10.3 Pag 1/5 I.T.C.S. ERASMO DA ROTTERDAM Liceo Artistico indirizzo Grafica - Liceo delle Scienze Umane opz. Economico sociale ITI Informatica e telecomunicazioni - ITI Costruzioni, ambiente e territorio Via Varalli,

Dettagli

Effetto convergente di uno specchio concavo: osservazione. Dimostrare la riflessione di raggi paralleli su uno specchio concavo

Effetto convergente di uno specchio concavo: osservazione. Dimostrare la riflessione di raggi paralleli su uno specchio concavo ESPERIENZA 7 Effetto convergente di uno specchio concavo: osservazione 1. Argomenti Dimostrare la riflessione di raggi paralleli su uno specchio concavo 2. Montaggio Fig. 1 3. Note al montaggio 3.1 Fissare

Dettagli

Verifica di Topografia

Verifica di Topografia ISTITUTO TECNICO STATALE COMMERCIALE E PER GEOMETRI " In Memoria dei Morti per la Patria " * CHIAVARI * ANNO SCOLASTICO 2010-2011 Verifica di Topografia classe 5^ Geometri 1) Se il seno e il coseno di

Dettagli

IL PRINCIPIO DELLE INTERSEZIONI

IL PRINCIPIO DELLE INTERSEZIONI IL PRINCIPIO DELLE INTERSEZIONI Le intersezioni costituiscono, nella topografia classica, un metodo di rilievo di appoggio non autonomo, ma da utilizzare in particolari contesti a integrazione di altre

Dettagli

RILIEVO E RAPPRESENTAZIONE DEL TERRITORIO

RILIEVO E RAPPRESENTAZIONE DEL TERRITORIO Corsi di Laurea in: - Gestione tecnica del territorio agroforestale e Sviluppo rurale - Scienze forestali e ambientali - Costruzioni rurali e Topografia RILIEVO E RAPPRESENTAZIONE DEL TERRITORIO 4. Il

Dettagli

ACUITÀ VISIVA, DIOTTRIE E LENTI CORRETTIVE: TUTTO CIÒ CHE NON SERVE SAPERE PER GUARIRE LA VISTA

ACUITÀ VISIVA, DIOTTRIE E LENTI CORRETTIVE: TUTTO CIÒ CHE NON SERVE SAPERE PER GUARIRE LA VISTA ACUITÀ VISIVA, DIOTTRIE E LENTI CORRETTIVE: TUTTO CIÒ CHE NON SERVE SAPERE PER GUARIRE LA VISTA Ci proponiamo in questo articolo di gettare luce su tre argomenti sempre molto confusi e malcompresi: l acuità

Dettagli

GIS - corso base Corso base sul GIS opensource, i Sistemi Informativi Territoriali e la pianificazione partecipata

GIS - corso base Corso base sul GIS opensource, i Sistemi Informativi Territoriali e la pianificazione partecipata GIS - corso base Corso base sul GIS opensource, i Sistemi Informativi Territoriali e la pianificazione partecipata Irene Oppo Responsabile trattamento del dato geografico Nuoro, 06 06 2016 Cos'è una Carta

Dettagli

GEOMETRIA ANALITICA

GEOMETRIA ANALITICA GEOMETRIA ANALITICA matematica@blogscuola.it LE COORDINATE CARTESIANE Quando si vuole fissare un sistema di coordinate cartesiane su una retta r, è necessario considerare: un punto O detto origine; un

Dettagli

Piano cartesiano e retta

Piano cartesiano e retta Piano cartesiano e retta Il punto, la retta e il piano sono concetti primitivi di cui non si da una definizione rigorosa, essi sono i tre enti geometrici fondamentali della geometria euclidea. Osservazione

Dettagli

Rilievo e Rilevamento I metodi di rilevamento si basano sulla determinazione della posizione di un certo numero di punti dell oggetto che ne

Rilievo e Rilevamento I metodi di rilevamento si basano sulla determinazione della posizione di un certo numero di punti dell oggetto che ne Rilievo e Rilevamento I metodi di rilevamento si basano sulla determinazione della posizione di un certo numero di punti dell oggetto che ne permettano la rappresentazione ed un successivo utilizzo di

Dettagli

asse fuoco vertice direttrice Fig. D3.1 Parabola.

asse fuoco vertice direttrice Fig. D3.1 Parabola. D3. Parabola D3.1 Definizione di parabola come luogo di punti Definizione: una parabola è formata dai punti equidistanti da un punto detto fuoco e da una retta detta direttrice. L equazione della parabola

Dettagli

Le rappresentazioni cartografiche sono modelli della superficie terrestre RIDOTTI APPROSSIMATI SIMBOLICI

Le rappresentazioni cartografiche sono modelli della superficie terrestre RIDOTTI APPROSSIMATI SIMBOLICI Le rappresentazioni cartografiche sono modelli della superficie terrestre RIDOTTI APPROSSIMATI SIMBOLICI Le rappresentazioni cartografiche sono modelli della superficie terrestre RIDOTTI APPROSSIMATI SIMBOLICI

Dettagli

topografia FG-040 FG-020 FG-005 AUTOLIVELLI PER TOPOGRAFIA

topografia FG-040 FG-020 FG-005 AUTOLIVELLI PER TOPOGRAFIA 46 AUTOLIVELLI PER TOPOGRAFIA FG-040 L'autolivello FG-040 è costruito con materiali e ottiche di elevata qualità. La semplicità d'uso abbinata alla precisione di livellazione rende questo strumento adatto

Dettagli

DIPARTIMENTO DI TOPOGRAFIA E FOTOGRAMMETRIA

DIPARTIMENTO DI TOPOGRAFIA E FOTOGRAMMETRIA DIPARTIMENTO DI TOPOGRAFIA E FOTOGRAMMETRIA PROGRAMMA SVOLTO DI TOPOGRAFIA A.S. 2013-2014 CLASSE IIIB CAT ELEMENTI DI TRIGONOMETRIA E GONIOMETRIA (Unità A1-A2-A3) Unità di misura degli angoli e trasformazioni

Dettagli

ELEMENTI DI TOPOGRAFIA

ELEMENTI DI TOPOGRAFIA Il fascicolo è un supporto didattico destinato agli studenti [allievi geometri]. Raccoglie parte dei contenuti esposti durante le lezioni di Topografia tenute presso l I.I.S. Morea-Vivarelli (sede Morea)

Dettagli

SPECCHI. Dalla posizione dell'immagine non emergono raggi luminosi; essa si trova sull'immaginario prolungamento dei raggi di luce riflessa.

SPECCHI. Dalla posizione dell'immagine non emergono raggi luminosi; essa si trova sull'immaginario prolungamento dei raggi di luce riflessa. SPECCHI SPECCHI PIANI Per specchio si intende un dispositivo la cui superficie è in grado di riflettere immagini di oggetti posti davanti a essa. Uno specchio è piano se la superficie riflettente è piana.

Dettagli

L USO DEL MICROSCOPIO OTTICO

L USO DEL MICROSCOPIO OTTICO L USO DEL MICROSCOPIO OTTICO Visualizzazione dei microrganismi La visualizzazione dei microrganismi richiede l uso del microscopio ottico o del microscopio elettronico. Il microscopio ottico composto in

Dettagli

[ RITORNA ALLE DOMANDE] 2) Definisci la parabola come luogo geometrico. 1) Che cos è una conica?

[ RITORNA ALLE DOMANDE] 2) Definisci la parabola come luogo geometrico. 1) Che cos è una conica? Matematica 1) Che cos è una conica? 2) Definisci la parabola come luogo geometrico. 3) Qual è l equazione di una parabola con asse di simmetria parallelo all asse delle y? 4) Qual è l equazione di una

Dettagli

Appunti di Trigonometria per il corso di Matematica di base

Appunti di Trigonometria per il corso di Matematica di base Appunti di Trigonometria per il corso di Matematica di base di Giovanna Neve Diploma accademico di primo livello per il corso di Tecnico di Sala di Registrazione Conservatorio C. Pollini Padova Indice

Dettagli

a.a. 2005/2006 Laurea Specialistica in Fisica Corso di Fisica Medica 1 Ottica 28/2/2006

a.a. 2005/2006 Laurea Specialistica in Fisica Corso di Fisica Medica 1 Ottica 28/2/2006 a.a. 2005/2006 Laurea Specialistica in Fisica Corso di Fisica Medica 1 Ottica 28/2/2006 Leggi dell ottica 1. Il raggio incidente, il raggio riflesso e il raggio rifratto giacciono sullo stesso piano 2.

Dettagli

TAVOLA DI PROGRAMMAZIONE

TAVOLA DI PROGRAMMAZIONE MATERIA: TOPOGRAFIA CLASSI: 3^ I QUADRIMESTRE dattica metodologiche, in situazioni stuo e/o lavoro inviduale o e in particolare nelle eorazioni: - della trigonometria - delle problematiche relative al

Dettagli

APPUNTI DI TOPOGRAFIA MODULO 4

APPUNTI DI TOPOGRAFIA MODULO 4 APPUNTI DI TOPOGRAFIA MODULO 4 SEGNALAZIONE DEI PUNTI, STRUMENTI E MISURE ANGOLARI PROF. SPADARO EMANUELE UNITA DIDATTICA N 1 SEGNALAZIONE DEI PUNTI E STRUMENTI SEMPLICI http://spadaroemanueletopografia.bloog.it/

Dettagli

GEOMETRIA ANALITICA. Il Piano cartesiano

GEOMETRIA ANALITICA. Il Piano cartesiano GEOMETRIA ANALITICA La geometria analitica consente di studiare e rappresentare per via algebrica informazioni di tipo geometrico. Lo studio favorisce una più immediata visualizzazione di informazioni,

Dettagli

CONDIZIONI DI COSTRUZIONE E RETTIFICA. MISURA DEGLI ANGOLI

CONDIZIONI DI COSTRUZIONE E RETTIFICA. MISURA DEGLI ANGOLI Condizioni di costruzione e rettifica. ppunti di Toporafia CONDIZIONI DI COSTRUZIONE E RETTIFIC. MISUR DEGI NGOI er quanto la realizzazione dei componenti deli strumenti toporafici ed il loro assemblaio

Dettagli

UNITÀ DIDATTICA 5 LA RETTA

UNITÀ DIDATTICA 5 LA RETTA UNITÀ DIDATTICA 5 LA RETTA 5.1 - La retta Equazione generica della retta Dalle considerazioni emerse nel precedente capitolo abbiamo compreso come una funzione possa essere rappresentata da un insieme

Dettagli

I esonero di Ottica Geometria a.a compito A

I esonero di Ottica Geometria a.a compito A I esonero di Ottica Geometria a.a. 2016-17 compito A Un onda elettromagnetica piana con frequenza 5x10 12 Hz entra con incidenza normale in un mezzo spesso 10 Km. Sapendo che la luce impiega un tempo t=50

Dettagli

1. (Da Medicina e Odontoiatria 2012) Determinare l'area del triangolo che ha come vertici i punti (0,0), (0,1), (13,12) del piano cartesiano:

1. (Da Medicina e Odontoiatria 2012) Determinare l'area del triangolo che ha come vertici i punti (0,0), (0,1), (13,12) del piano cartesiano: QUESITI 1 PIANO CARTESIANO 1. (Da Medicina e Odontoiatria 2012) Determinare l'area del triangolo che ha come vertici i punti (0,0), (0,1), (13,12) del piano cartesiano: a) 6 b) 13/2 c) 12 d) 13 e) 78 2.

Dettagli

La teoria degli errori

La teoria degli errori La teoria degli errori TEORIA 1 Errori nelle misure indirette: funzioni lineari Errore medio unitario ed errore relativo 3 Errori nelle misure indirette: funzioni non lineari 4 Errori nella misura della

Dettagli

ONDE ELETTROMAGNETICHE

ONDE ELETTROMAGNETICHE Fisica generale II, a.a. 01/014 OND LTTROMAGNTICH 10.1. Si consideri un onda elettromagnetica piana sinusoidale che si propaga nel vuoto nella direzione positiva dell asse x. La lunghezza d onda è = 50.0

Dettagli

SISTEMI DI RIFERIMENTO CARTOGRAFICI

SISTEMI DI RIFERIMENTO CARTOGRAFICI SISTEMI DI RIFERIMENTO CARTOGRAFICI Nelle operazioni di restituzione i punti rilevati vengono elaborati e rappresentati nei seguenti sistemi di riferimento: 1. LOCALE (o ARBITRARIO) - Elaborazioni sul

Dettagli

STRUMENTI TOPOGRAFICI

STRUMENTI TOPOGRAFICI STRUMENTI TOPOGRAFICI Goniometri, distanziometri, stazioni totali Gli strumenti in grado di effettuare misure di angoli sono detti goniometri; in base alla loro precisione si distinguono in tacheometri

Dettagli

DETERMINAZIONE DELL INDICE DI RIFRAZIONE DI UN PRISMA DI VETRO CON UNO SPETTROSCOPIO E MISURA DI LUNGHEZZE D ONDA

DETERMINAZIONE DELL INDICE DI RIFRAZIONE DI UN PRISMA DI VETRO CON UNO SPETTROSCOPIO E MISURA DI LUNGHEZZE D ONDA DETERMINAZIONE DELL INDICE DI RIFRAZIONE DI UN PRISMA DI VETRO CON UNO SPETTROSCOPIO E MISURA DI LUNGHEZZE D ONDA Per un prisma di vetro posto nella condizione di deviazione minima sussiste la seguente

Dettagli

Risposte ai quesiti D E H D

Risposte ai quesiti D E H D Perugia, dic. 2009/gen. 2010 Risposte ai quesiti 1. Dati i quadrati CD e C D, come in figura, provare che la perpendicolare uscente da alla retta DD passa per il punto medio del segmento quale che sia

Dettagli

RILIEVO E RAPPRESENTAZIONE DEL TERRITORIO GEOMATICA

RILIEVO E RAPPRESENTAZIONE DEL TERRITORIO GEOMATICA GEOMATICA Geomatica è un neologismo, sempre più diffuso anche se non ancora universalmente accettato, che include tutte le discipline del rilevamento territoriale e ambientale, e sottolinea che in esse

Dettagli

LE LENTI E L OCCHIO UMANO Prof. Erasmo Modica erasmo@galois.it

LE LENTI E L OCCHIO UMANO Prof. Erasmo Modica erasmo@galois.it LE LENTI E L OCCHIO UMANO Prof. Erasmo Modica erasmo@galois.it LE LENTI E LE LORO PROPRIETÀ Una lente è uno strumento costituito da un mezzo trasparente delimitato da due superfici curve, oppure da una

Dettagli

Dalle Norme Ministeriali. ISTITUTI TECNICI SETTORE TECNOLOGICO Indirizzo Costruzioni, Ambiente e Territorio TOPOGRAFIA.

Dalle Norme Ministeriali. ISTITUTI TECNICI SETTORE TECNOLOGICO Indirizzo Costruzioni, Ambiente e Territorio TOPOGRAFIA. Dalle Norme Ministeriali ISTITUTI TECNICI SETTORE TECNOLOGICO Indirizzo Costruzioni, Ambiente e Territorio Il docente di Topografia concorre a far conseguire allo studente, al termine del percorso quinquennale,

Dettagli

Il Rilievo ed il disegno. La documentazione grafica è parte della documentazione di uno scavo archeologico.

Il Rilievo ed il disegno. La documentazione grafica è parte della documentazione di uno scavo archeologico. Il Rilievo ed il disegno La documentazione grafica è parte della documentazione di uno scavo archeologico. La documentazione grafica è composta da: -Planimetria generale dell area di scavo -Piante di fase

Dettagli

CORSI I.D.E.I. - LA PARABOLA CLASSI QUARTE Prof. E. Modica

CORSI I.D.E.I. - LA PARABOLA CLASSI QUARTE Prof. E. Modica ISTITUTO PROVINCIALE DI CULTURA E LINGUE NINNI CASSARÀ SEDE DI VIA FATTORI CORSI I.D.E.I. - LA PARABOLA CLASSI QUARTE Prof. E. Modica erasmo@galois.it DEFINIZIONI Definizione. Dicesi parabola il luogo

Dettagli

TABELLA COMPARATIVA tra i software di TOPOGRAFIA CATASTALE Prodotti da S.C.S.

TABELLA COMPARATIVA tra i software di TOPOGRAFIA CATASTALE Prodotti da S.C.S. TABELLA COMPARATIVA tra i software di TOPOGRAFIA CATASTALE Prodotti da S.C.S. Nella tabella che segue esponiamo le diverse prestazioni dei tre programmi di Topografia Catastale e di Base - - QUATTRO SOLUZIONI

Dettagli

1 p. 1 q 1 R. altrimenti se il mezzo circostante ha un indice di rifrazione n 0. , al posto di n si deve usare

1 p. 1 q 1 R. altrimenti se il mezzo circostante ha un indice di rifrazione n 0. , al posto di n si deve usare 2 Lenti Le lenti sono costituite da un mezzo rifrangente, di indice di rifrazione n, omogeneo, delimitato da superfici sferiche nel caso in cui il mezzo circostante é l aria: l equazione delle lenti é

Dettagli

Una balestra un po più complessa: la balestriglia

Una balestra un po più complessa: la balestriglia MISURE ANGOLARI 1 2 Una balestra un po più complessa: la balestriglia Uno strumento utilissimo in astronomia è la balestriglia, chiamata un tempo bastone di Giacobbe oppure raggio astronomico o croce astronomica

Dettagli

C I R C O N F E R E N Z A...

C I R C O N F E R E N Z A... C I R C O N F E R E N Z A... ESERCITAZIONI SVOLTE 3 Equazione della circonferenza di noto centro C e raggio r... 3 Equazione della circonferenza di centro C passante per un punto A... 3 Equazione della

Dettagli

Nel caso precedente, lo zero del. all angolo da misurare, la differenza delle letture (p.avanti p.indietro) p risulta positiva.

Nel caso precedente, lo zero del. all angolo da misurare, la differenza delle letture (p.avanti p.indietro) p risulta positiva. MISURA DEGLI ANGOLI AZIMUTALI Con il teodolite in stazione nel punto S, si collimano il punto indietro A e il punto avanti B, esi eseguono le rispettive e letture e al cerchio c azimutale l A e l B. La

Dettagli

DISPENSE DI PROGETTAZIONE OTTICA PROGETTAZIONE DI STRUMENTI OTTICI. Cap.5 STRUMENTI OTTICI

DISPENSE DI PROGETTAZIONE OTTICA PROGETTAZIONE DI STRUMENTI OTTICI. Cap.5 STRUMENTI OTTICI DISPENSE DI PROGETTAZIONE OTTICA PROGETTAZIONE DI STRUMENTI OTTICI Cap.5 STRUMENTI OTTICI Ing. Fabrizio Liberati Cap. 5 STRUMENTI OTTICI Gli strumenti ottici utilizzati direttamente dall occhio umano,

Dettagli

Corso di laurea in Ingegneria per l Ambiente e il Terrirorio a.a Misura degli angoli ABC

Corso di laurea in Ingegneria per l Ambiente e il Terrirorio a.a Misura degli angoli ABC z B Misura degli angoli ABC B 0 Corso di laurea in Ingegneria per l Ambiente e il Terrirorio a.a. 2006-2007 L angolo azimutale fra A e B misurato in O è la sezione normale dell angolo diedro formato dal

Dettagli

COMPLEMENTI DI TOPOGRAFIA 1. COORDINATE PLANIMETRICHE

COMPLEMENTI DI TOPOGRAFIA 1. COORDINATE PLANIMETRICHE OMLMTI DI TOOGRFI 1. OORDIT LIMTRIH In Topografia le determinazioni planimetriche di punti vengono effettuate partendo da altri punti di coordinate note (punti trigonometrici). Il sistema di coordinate

Dettagli

figura. A figura. B Il modulo è la lunghezza o intensità del vettore. Il punto di applicazione è l origine del vettore detto anche coda.

figura. A figura. B Il modulo è la lunghezza o intensità del vettore. Il punto di applicazione è l origine del vettore detto anche coda. Martinelli Sara 1A Lab. Di fisica del Liceo Scopo: verificare la regola del parallelogramma. Materiale utilizzato: Telaio 5 morse Asta orizzontale Base metallica 2 piantane verticali Pesi Goniometro stampato

Dettagli

LEA_IT_PND Coordinometro ottico. Strumenti e Sistemi di Monitoraggio Geotecnico e Strutturale

LEA_IT_PND Coordinometro ottico.  Strumenti e Sistemi di Monitoraggio Geotecnico e Strutturale LEA_IT_PND4001001 Coordinometro ottico LEA_IT_PND4001001 Coordinometro ottico Descrizione _ Il coordinometro ottico, progettato e realizzato molti anni orsono dalle Officine Galileo di Firenze, fa oggi

Dettagli

Svolgimento prova di esame anno 2004

Svolgimento prova di esame anno 2004 Svolgimento prova di esame anno 2004 Calcolo delle coordinate cartesiane (x,y) dei punti del rilievo rispetto a sistema di riferimento locale avente origine nella stazione 100 In prima analisi occorre

Dettagli

Società alpina delle Giulie Sezione di Trieste del Club Alpino Italiano. Topografia e orientamento

Società alpina delle Giulie Sezione di Trieste del Club Alpino Italiano. Topografia e orientamento Società alpina delle Giulie Sezione di Trieste del Club Alpino Italiano Topografia e orientamento Introduzione Per un alpinista sapersi orientare in montagna è altrettanto importante che saper arrampicare

Dettagli

RIFLESSIONE TOTALE, DIOTTRO

RIFLESSIONE TOTALE, DIOTTRO RIFLESSIONE TOTALE, DIOTTRO 11.1. In un parallelepipedo di quarzo (n q = 1.553) è scavato un cilindro di raggio R = 10 cm ripieno di acetone (n a = 1.358). Un fascio uniforme di luce di sezione LxL = 20x20

Dettagli

L errore percentuale di una misura è l errore relativo moltiplicato per 100 ed espresso in percentuale. Si indica con e p e risulta: e ( e 100)%

L errore percentuale di una misura è l errore relativo moltiplicato per 100 ed espresso in percentuale. Si indica con e p e risulta: e ( e 100)% UNITÀ L ELBORZIONE DEI DTI IN FISIC 1. Gli errori di misura.. Errori di sensibilità, errori casuali, errori sistematici. 3. La stima dell errore. 4. La media, la semidispersione e lo scarto quadratico

Dettagli

Stabilire se il punto di coordinate (1,1) appartiene alla circonferenza centrata nell origine e di raggio 1.

Stabilire se il punto di coordinate (1,1) appartiene alla circonferenza centrata nell origine e di raggio 1. Definizione di circonferenza e cerchio. Equazione della circonferenza centrata in O e di raggio R. Esercizi. La circonferenza e il cerchio Definizioni: dato un punto C nel piano cartesiano e dato un numero

Dettagli

ESPERIMENTO 6: OTTICA GEOMETRICA E DIFFRAZIONE

ESPERIMENTO 6: OTTICA GEOMETRICA E DIFFRAZIONE ESPERIMENTO 6: OTTICA GEOMETRICA E DIFFRAZIONE Scopo dell esperimento: studiare l ottica geometrica e i fenomeni di diffrazione MATERIALE A DISPOSIZIONE: 1 banco ottico 1 blocco di plexiglass 2 lenti con

Dettagli