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- Mirella Colli
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2 L uso privato e a scopo di studio dei testi e delle immagini contenuti nel presente volume è consentito. La riproduzione anche parziale per altri scopi ed in contesti pubblici o commerciali costituisce violazione dei diritti d autore.
3 GIOVANNI SOMMO LA CERAMICA PROTOSTORICA DI «RICODINO» - TRINO GRUPPO ARCHEOLOGICO VERCELLESE Vercelli 1979 Edizione elettronica Archeovercelli 2013
4 AL RAGIONIER SILVINO BORLA, DIRETTORE DEL MUSEO CIVICO DI TRINO, INFATICABILE RICERCATORE, ED AL SIGNOR DOMENICO MOLZINO SUO COLLABORATORE INSEPARABILE
5 PREMESSA La prima pubblicazione del materiale protostorico della regione Ricodino, presso Trino, si trova in Bollettino Storico Vercellese numero 9, 1977 (S. Borla - Il Pagus Ricodunum e la Chiesa di S. Stefano nel territorio di Trino -). Precedentemente, come ricordò Borla, ne avevo dato notizia in Archeologia Bollettino del Gruppo Archeologico Vercellese n. 1 - Maggio-Aprile 1976 anno II, in quanto il Gruppo si occupò della prima catalogazione ed io ebbi il merito di azzeccarne l inquadramento cronologico. Scrive Borla nel saggio citato, nota 23 pag. 48: La ceramica è stata studiata da Gianni Sommo il quale ne ha dato notizia... da cui abbiamo tratto le citazioni nel testo, la Soprintendenza per i Beni Archeologici del Piemonte ha poi confermato la datazione proposta dal Sommo. In quell occasione furono pubblicati alcuni disegni tratti dal catalogo approntato a cura del Gruppo ed alcuni rilievi da noi eseguiti, ma, poichè il saggio si occupava del Pagus Ricodunum nel suo complesso, l aspetto protostorico e gli aspetti tecnici; riguardanti la ceramica e le sue caratteristiche vennero trattati in proporzione. A tutt oggi, quindi, non esiste uno studio specialistico che riguardi la ceramica di Ricodino, conferendole quell importanza di documento protostorico che conserva per il nostro territorio. Molti dei frammenti rinvenuti nel 1975 ed altri aggiuntisi da recuperi successivi sono ora conservati presso il Museo didattico di Trino, recentemente inaugurato (settembre 1978). In quell occasione il Ragionier Borla mi confermò che ancora si attendeva la persona di buona volontà e specificatamente preparata che si accollasse la catalogazione sistematica del notevole numero di reperti accumulatisi. Resta, inoltre, inspiegabile il fatto che a tre anni dal rinvenimento dei primi frammenti di ceramica e di cannicciato, sicuramente individuati come protostorici, ancora si attenda un sondaggio preliminare stratigrafico che chiarisca l origine e l ampiezza del sito e ne protegga l esistenza. Si noti, inifatti, che se nel 1975 lo strato protostorico o contenente i frammenti si trovava a 80 cm. circa, ora, in seguito a spianamenti agricoli, esso è a pochi centimetri dalla superficie arata. 3
6 Le stesse fondazioni di costruzioni tardo romane, allora individuate e rilevate, pare che oggi non esistano più, asportate dall abbassamento della risaia. Per questo complesso di ragioni e avendo il Gruppo ancora in deposito alcuni campioni di impasto non catalogati, ho ritenuto doveroso, anche in vista di uno studio esaustivo e specialistico che si auspica, riordinare i dati in mio possesso ed il catalogo dei frammenti selezionati per forma e decorazioni tipiche. Se la presente pubblicazione sarà utile o potrà stimolare un successivo e più ampio, nonchè più puntuale, lavoro di catalogazione e confronto, essa avrà assolto al suo più importante compito. G. SOMMO (Direttore Gruppo Archeologico Vercellese) NOTA ALLA PRESENTE EDIZIONE La scelta di trasformare questo opuscolo del 1979 nel presente formato elettronico e di rinnovarne così la memoria è dettata, oltre che dal generico proponimento di rendere interamente di pubblico dominio la non indifferente produzione del GAV durante il trentennio della sua attività, dalla natura veramente pionieristica dell argomento trattato. In quegli anni, infatti, sulla ceramica protostorica in Piemonte non esistevano molte fonti e i dubbi che si trattasse di una produzione casalinga di contenitori da attribuire ai secoli oscuri del Medioevo erano ancora piuttosto radicati. Ma la possibilità di confrontare i materiali rinvenuti a Trino con quelli dell insediamento lacustre di Viverone mi decisero sull opportunità della pubblicazione. Non ho avuto occasione di pentirmene. Doverosa, inoltre, la decisione di aggiungere le foto dello scavo scattate nel 1974, e ormai storiche, e di correggere alcuni errori di impaginazione. G.S.
7 LA CERAMICA DI RICODINO Il sito, detto di Ricodino, si trova a poche centinaia di metri in linea d aria a Est della Città di Trino, proprio in direzione di S. Michele, sul fosso Cerchetta. La sua localizzazione risale al 1971, quando fu esplorato parzialmente uno dei due ambienti quadrati tardo romani (l ambiente Ovest lato destro) che saranno successivamente origine dell individuazione dei resti ceramici in oggetto. La zona è compresa fra le particelle 129 e 130 e ricopre la superficie di un migliaio di metri quadrati. Per l esatta localizzazione e la pianta delle fondazioni, rinvenute in successive ricognizioni, si rimanda a pag. 40 e 41 della relazione del Borla in Bollettino Storico Vercellese n ll complesso dei ritrovamenti ed il loro rilievo, oltre che gettare una luce nuova sulla storia dei primi insediamenti in questa zona, porta, nel 1974, a1l individuazione dei frammenti di tipo protostorico ad un livello di poco inferiore a quello delle fondazioni romane. Del resto le sorprese sembrano non essere terminate, ultima quella della scoperta di un insediamento Paleolitico su un pianoro di Montarolo, presso Trino. (F. Fedele Scoperte paletnologiche a Trino. Notizia preliminare in Studi Trentini di Scienze Naturali 1974, pp ). Certo la presenza del Po, il cui corso dovette in antico essere assai più ampio,non potè che favorire tutta una serie di occupazioni umane che, con varie motivazioni, perdureranno in epoca romana ed attuale. Se, come credo, il fiume ha una funzione fondamentale nella logica dei successivi insediamenti umani e specialmente in epoca romana, essa appare ancor più importante in epoche in cui rare e malagevoli erano le vie di comunicazione e di trasporto terrestri. Di tutto ciò siamo ancora ben lontani dal possedere la chiave, come poco o nulla sappiamo di quella stirpe celto-ligure di cui parlano gli Autori e che formò il substrato della romanizzazione. ln tutto il territorio che va dall area Golasecchiana Occidentale ai confini del Vercellese, segnati dai ritrovamenti, sostanzialmente nuovi, delle palafitte di Viverone, rare e sporadiche sono le notizie riguardanti ritrovamenti di sicuro contenuto protostorico. 5
8 Oltre alla Facies di Viverone, possiamo riferire di un castelliere presso la Burcina (Biella), del castelliere della Bessa di Mongrando, dei ritrovamenti del Monfenera presso Borgosesia e della ceramica di cui ci occupiamo. Certo molti sono i rinvenimenti sporadici nel territorio considerato, ma solo quelli sopra esposti fanno riferimento con certezza a stanziamenti protostorici più o meno studiati ed esplorati. La stessa definizione di castelliere trova differente realtà se si mettono a confronto le caratteristiche di quello di Mongrando con quello celtico di Biella, cosi come, pur essendo pressapoco coeve, le ceramiche dell uno e dell altro. Esiste quindi una notevole incertezza, parlando di protostoria locale, ed una situazione di sovrapposizione ed interdipendenza che rendono, difficile una schematica e chiara esposizione della situazione delle culture e delle popolazioni stanziate in quest area del Piemonte nel primo millenio a. C. Per tali ragioni il collocamento della ceramica di Ricodino in un esatto quadro cronologico e storico appare impresa difficile anche per lo specialista, allo stato attuale dei ritrovamenti. E inoltre ampiamente dimostrato il perdurare, in pieno I secolo d. C., di tecniche di decorazione ceramica assai simili a quelle dell Età del ferro, sia pure accompagnate dall uso del tornio e della depurazione. ll ritrovamento, avvenuto nel 1975, di questa ceramica rozza e frammentata, nell angolo ovest dell ambiente sinistro (tav. 2), fece subito pensare ad un piccolo stanziamento dell età del ferro, anche per la presenza di cannicciato di capanna; inequivocabile. Il fatto che sul pavimento in coccio pesto dello stesso ambiente si adagiasse una sepoltura tarda, testimoniata solo da frammenti delle ossa lunghe ancora in sito, fa ritenere che il livello di questa pavimentazione corrisponda, all incirca, con il livello del piano di campagna in epoca romana. (Alla quota di sessanta centimetri circa si aggiungano una ventina di centimetri dovuti all asportazione di humus per effetto delle lavorazioni agricole). Appena al di sotto degli ottanta centimetri affiorò, in terreno nerastro, la massa dei frammenti protostorici uniti a frammenti di cannicciato e denti d animale. Successivamente l area della presenza protostorica fu definita su di un ampiezza maggiore (si veda di S. Borla op. cit.) che, tuttavia, non è ancora ben delimitata. Citerò inoltre, per averlo appreso a voce, il fatto che, a memoria d uomo,so- 6
9 pravvive il ricordo di pali infitti nel terreno in quella zona, il cui nome, ancora nel 1689, era di Ricodino, dal contenuto celtico indubbio. L esistenza di un abitato protostorico cui si sovrappose, forse in epoca tardo antica, uno stanziamento agricolo appare sufficientemente provata; restano molti dubbi di carattere stratigrafico e riguardanti ampiezza e consistenza del deposito di resti ceramici. Al loro chiarmento certo non giova la disinvoltura con cui si sono compiuti spianamenti e sistemazioni del terreno agricolo che, anzi, rischiano di obliare per sempre una testimonianza di grande interesse che certo meriterebbe un attenzione assai più diligente. L inquadramento cronologico della ceramica di Ricodino è quindi possibile tenuto conto delle proprie caratteristiche tecniche e decorative, cui la presenza di resti tardi a quota superiore nulla toglie o aggiunge, trattandosi di resti assolutamente distinti e la cui giacitura non è stata rimaneggiata dalle fondazioni. I frammenti qui descritti provengono, come si è già detto, dal primo recupero del 1975 e le loro caratteristiche non sono omogenee in quanto, pure disponendo di pochi esempi, vi si distinguono tre gruppi differenti per lavorazione ed impasto: a) assenza di ingubbiatura, degrassante evidente con particelle di mica e quarzo anche di grana notevole, impasti di colore dal grigiastro,al rossastro,al giallastro. Decorazioni esclusivamente plastiche ottenute, fatta eccezione per il n. 17, con tecnica manuale. b) frammenti di impasto analogo ai precedenti con depurazione e levigatura più accurata. (n. 1, 5, 24). c) frammenti di ceramica molto ben depurata di spessore assai ridotto e presentanti caratteristiche di lavorazione molto evolute in rapporto con i precedenti esempi. (n. 20 e 36). In particolare il frammento n. 36 presenta oltre che impasto assolutamente depurato una vernice o ingubbio nerastro. Questa suddivisione, sorta dall esame di quanto ci è pervenuto, è, naturalmente, puramente indicativa e limitata dall esiguità dei ritrovamenti che ho potuto esaminare. Certo lo studio di un maggior numero di resti e una migliore conoscenza della stratigrafia potrà dirci molto di più, e tale studio speriamo di poter vedere presto. 7
10 Le decorazioni presenti possono essere così raggruppate: Bande orizzontali di impressioni digitali sul corpo 0 sull orlo, distanziate o a pizzicato ; nello spessore o su cordonature applicate. Tacche eseguite con l unghia sul bordo, impressioni a bastoncello. Solcature parallele ottenute con le dita attorno al vaso. (es. 25 e 8). Bugne e peduncoli sporgenti dal corpo del vaso. Decorazioni incise a crudo. (solo per il n. 20). Per ciò che riguarda le forme ricostruibili possiamo distinguere principalmente (tav. 11): olle di grandi dimensioni con bordi verticali leggermente estroflessi, tazza a bordo verticale, olletta a bordo svasato e carenatura (36). Fondi piani, privi di piede con assenza di decorazioni. La definizione di rozze stoviglie è quindi azzeccata, riferendosi principalmente, questi recipienti, all uso domestico. I confronti possibili, oltre che con i frammenti di tipo analogo di Balzola, Caresana e Borgosesia (Nota 24 pag. 51 Borla op. cit.) che dimostrano una certa diffusione nella zona meridionale di questa cultura e la loro presenza anche al nord, (presenze sporadiche che dovrebbero essere assai meglio studiate), riguardano le stoviglie degli abitati dell età del ferro golasecchiana, le ceramiche del Castelliere e del focolare della Bessa, le stesse ceramiche di epoca romana, diffusissime in un vasto territorio, che conservano decorazioni plastiche a pizzicato fino al 1 e II secolo d.c., testimoniando in forme (coppa golasecchiana) e decorazioni (pizzicato plastico sul piede del vaso) retaggi proto-romani comuni ad una vasta area. (Vedasi Stanziamenti di epoca romana nella Baraggia di Masserano G.A.V. Quaderni n. 2/1976 e G. Sommo lnsediamento romano nella Baraggia Vercellese in Mondo Archeologico n Gennaio 1978). Somiglianze notevoli esistono fra la decorazione digitale sul corpo della ceramica trinese con i frammenti 16, 16a, 16b, 16c provenienti da un focolare della Bessa,pubblicati in Un castelliere della Bessa nel Biellese occidentale da Patrizia Schramli, Milano 1971 Ist. Lombardo Accademia di Scienze e Lettere. Anche altri frammenti descritti nel volume citato offrono le caratteristiche di impronte di polpastrelli e di unghiate che, comunque, rappresentano una delle soluzioni decorative più immediate e letteralmente a portata di mano. 8
11 Anche alcune forme e decorazioni delle ceramiche rinvenute a Viverone possono trovare nella nostra alcuni caratteri di parentela, del resto ovvi, come le incavature parallele ottenute con il passaggio delle dita sul corpo del vaso. Certo occorre una cautela notevole nel confrontare materiali il cui studio o è parziale o riguarda aree distanti dalla nostra; la mia intenzione è stata semplicemente quella di reperire qualche termine di paragone utile ad inserire la ceramica di Ricodino, databile alla metà del I millenio a.c., fra le poche testimonianze protostoriche della Provincia di Vercelli. 9
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13 C A T A L O G O Bordi 1 Parte di tazza costituita da tre frammenti. Spessore da 5 a 10 mm. circa. lmpasto rosso e nerastro all esterno, grigio all interno, relativamente depurato con inclusi di piccola grana. Altezza cm. 9,6, diametro base cm. 5, diametro supposto, all imboccatura, cm. 12. Presenta una decorazione sul bordo costituita da tacche eseguite con l unghia. 2 Frammenti di bordo di recipiente avente collo leggermente estroflesso. Spessore mm. 6, impasto rossiccio alquanto depurato e levigato. Non presenta decorazioni. 3 Frammento di bordo leggermente svasato. Spessore mm.10, impasto grigio con inclusi di grossa grana. Presenta una decorazione digitale impressa su banda orizzontale poco a valle del bordo. 4 Frammento di bordo estroflesso di grande recipiente. Spessore mm. 11, impasto con notevoli inclusioni, di color camoscio scuro. Presenta una decorazione sul bordo costituita da una serie di coppie di tacche impresse a bastonce1lo. 7 Frammento di bordo con leggera estroflessione. Spessore mm. 11, impasto color camoscio, molto grossolano. Presenta una decorazione digitale impressa verticalmente sull orlo. 8 Frammento di bordo. Spessore mm. 9, impasto color camoscio con inclusioni di media grana. Presenta, poco a valle dell orlo, una decorazione digitale costituita da due solcature parallele intervallate da una banda di impressioni digitali regolarmente distanziate. 11
14 9 Frammento di bordo estroflesso ad angolo retto. Spessore mm. 10, impasto bruno all interno, arancio all esterno con inclusioni di grossa grana. Presenta, appena a valle dell estroflessione del bordo, una doppia banda di impressioni digitali di cui la prima conserva chiaramente i segni dell unghia. 10 Frammento di bordo di grande recipiente. Spessore mm. 8, impasto grossolano color camoscio. Presenta sul colmo del bordo estroflesso una serie di impressioni digitali eseguite verticalmente. 11 Frammento di bordo estroflesso di grande recipiente. Spessore mm. 10, impasto bruno rossiccio, molto grossolano. Presenta, sul bordo ed al di sotto di esso, impressioni digitali con chiari segni dell unghia. 17 F rammento di bordo estroflesso ed appiattito. Spessore mm. 13, impasto color camoscio con notevole percentuale di inclusi. Presenta, sull appiattimento del colmo, impressioni cilindriche a bastoncello perpendicolari all asse del vaso, distanziate regolarmente di circa mm Frammento di bordo, estroflesso ed arrotondato, di grande recipiente. Spessore mm. 13, impasto bruno nerastro piuttosto depurato. Accurata levigatura esterna, assenza di decorazioni. 25 Parte di bordo di grande recipiente costituito da due frammenti. Spessore mm. 7, impasto color camoscio scuro piuttosto depurato. Presenta una decorazione a piccole tacche sull orlo. Il diametro ricostruibile all imboccatura è di circa cm Parte di bordo e spalla di piccolo recipiente a orlo svasato, costituito da numero tre frammenti. Spessore mm. 4, impasto rosso mattone, assolutamente privo di inclusioni. ll colore bruno delle superfici sembra ottenuto mediante ingubbio. ll diametro ricostruibile all imboccatura è di circa cm
15 Fondi 26 Frammento di fondo. Spessore mm. 9, impasto color bruno rosato, internamente nerastro, con media percentuale di inclusi anche di grossa grana. lnclinazione della parete rispetto al fondo circa 30, fondo piano, privo di piede. 27 Frammento di fondo. Spessore mm , impasto color camoscio e grigio, internamente nero con inclusi frequentissimi anche di notevoli dimensioni. lnclinazione della parete circa Frammento di fondo. Spessore mm. 14, impasto color camoscio, internamente bruno, ricco di inclusi di piccole dimensioni. Inclinazione della parte analoga alle precedenti Parte di fondo di grosso recipiente con appena avvertibile accenno di piede e solcatura all interno. Spessore mm. 20, impasto color rosso mattone molto ricco di inclusi anche di grossa grana. L esterno è caratterizzato da una grossolana levigatura con chiare impronte digitali. 13
16 Frammenti significativi 5 Frarnmento di parete con ansa sporgente o bugna. Spessore mm. 9, impasto grigio brunastro abbastanza depurato e levigato. 6 Frarnmento di parete di grande recipiente. Spessore mm. 9, impasto rosso mattone. Presenta una cordonatura orizzontale di impressioni digitali. 12 Frarnmento di parete. Spessore mm. 12, impasto rossiccio con inclusio ni abbondanti. Presenta una decorazione plastica a pizzicato su due bande orizzontali contigue. 13 F rarnmento di parete in tutto simile per caratteristiche al n. 6. I due frammenti potrebbero appartenere allo stesso vaso. 14 Frarnmento di parete. Spessore mm. 10, impasto color camoscio ricco di inclusi. Presenta una cordonatura sporgente larga mm. 20 con impressioni digitali intervallate. 15 Frarnmento di parete presentante bugna sporgente di circa mm. 15. Spessore mm. 10, impasto color camoscio con grossi inclusi. 16 Frarnmento di parete di grande recipiente. Spessore mm. 11, impasto rosso mattone con abbondanti inclusi. Presenta una cordonatura sporgente larga mm. 20 con impressioni digitali intervallate. In questo frammento si distingue nettamente la successiva applicazione della cordonatura al corpo del vaso. 18 F rammento di parete. Spessore mm. 11, impasto rosso nerastro con inclusioni di piccola grana. Presenta levigatura all interno e bugna sporgente mm. 17 all esterno. 14
17 19 Frarnmento di parete. Spessore mm. 7, impasto nero all interno, rosso al1 esterno. Presenta una doppia banda di decorazioni plastiche a pizzicato. 20 Frarnmento di parete. Spessore mm. 6, impasto nerastro molto depurato. Presenta un delicato motivo decorativo costituito da incisioni eseguite a crudo. 21 Frammento di parete. Spessore mm. 14, impasto camoscio ricco di inclusioni. Presenta netta l impronta dell unghia, probabilmente del pollice, sulla superficie interna. 22 Frammento di parete. Spessore mm. 11, impasto camoscio con inclusi anche di notevoli dimensioni. Presenta due peduncoli sporgenti, uno dei quali parzialmente corroso, di mm Frammento di parete. Spessore mm. 12, impasto rosso all esterno, bruno all interno, con inclusioni di media grandezza. Presenta un cordone plastico applicato,in parte corroso, dove probabilmente originava un ansa a becco. Alcune impressioni si distinguono a lato della radice dell ansa. 28 Frammento di parete. Spessore mm. 10, impasto camoscio molto ricco di inclusi. Presenta una cordonatura plastica rilevata con decorazioni a tacche intervallate. 35 Frammento di parete. Spessore mm. 9, impasto rosso mattone, levigato all esterno e abbastanza depurato. Presenta una profonda solcatura orizzontale eseguita con tecnica manuale. 15
18 Cannicciato e frammenti vari in argilla 29 Frammento di cannicciato in argilla cotta al sole. impasto grigiastro con grandi inclusi. Esterno levigato. All interno i solchi lasciati dalle canne. 30 Numero quattro frammenti d argilla informe cotta al sole. impasto camoscio chiaro. Presentano tutti un lato levigato e piano ed il lato opposto irregolare come se fosse l impronta di una cavità del terreno in cui si fosse colata l argilla. Denti d animale Denti o frammenti di denti d animale rinvenuti associati strettamente ai resti ceramici. Ogni altra descrizione che non sia di carattere osteologico ci sembra superflua. Si rimanda all illustrazione. (Tav. 10). 16
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38 BIBLIOGRAFIA Archeologia Bollettino del G.A.V. - Anno II - n. 1 Maggio/Aprile Bollettino Storico Vercellese - n (S. Borla - Il Pagus Ricodunum e la Chiesa di S.Stefano nel territorio di Trino). Il Museo Didattico di Trino 0 Museo Civico Gian Andrea lrico -V. Viale - Trino Un castelliere della Bessa nel Biellese Occidentale - A. Clemente, P. Schramli, G. Donna D Oldenieo, Ferrante Rittatore Vonwiller -Milano 1971 Civiltà del Canavese - P. Ramella - Ivrea Stanziamenti di epoca romana nella Baraggia di Masserano G.A.V. Quademi n. 2 - Vercelli Insediamento romano nella Baraggia Vercellese in Mondo Archeologico - n. 23 gennaio G. Sommo. Ricerche nel territorio della cultura di Golasecca - Angelo Maria Bonomi in Sibrium - vol. IX Scoperte Paletnologiche a Trino - F. Fedele in Studi Trentini di Scienze Naturali La stazione preistorica del Monte Fenera (Borgosesia) - F. Strobino in Contributi alla storia della Valsesia - Varallo Materiale fotografico dell Archivio fotografico del Gruppo Archeologico Vercellese - Disegni di A. M. Balma e G. Sommo.
39 Regione Maranzana (Ricodino) dicembre1974. Ambiente ovest.
40 Regione Maranzana(Ricodino) dicembre1974. Ambiente ovest.
41 Regione Maranzana(Ricodino) dicembre1974. Ambiente ovest.
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