Il codice di autodisciplina

Dimensione: px
Iniziare la visualizzazioe della pagina:

Download "Il codice di autodisciplina"

Transcript

1 Il codice di autodisciplina Maria-Gaia Soana

2 Argomenti trattati: 1. Il quadro normativo di riferimento 1.1 La hard law 1.2 La normativa secondaria 2. La regolamentazione volontaria nazionale 2.1 Evoluzione storica 2.2 Il codice di autodisciplina del L adesione al codice di autodisciplina 4. La regolamentazione volontaria in Europa 5. Qualche spunto di riflessione 1

3 Argomenti trattati: 1. Il quadro normativo di riferimento 1.1 La hard law 1.2 La normativa secondaria 2. La regolamentazione volontaria nazionale 2.1 Evoluzione storica 2.2 Il codice di autodisciplina del L adesione al codice di autodisciplina 4. La regolamentazione volontaria in Europa 5. Qualche spunto di riflessione 2

4 Alla luce di alcune spinte comunitarie e dell esigenza di rendere più competitivo il sistema delle imprese italiane, dal 1998 in Italia sono stati adottati vari provvedimenti regolamentari in tema di corporate governance (hard law, normativa secondaria, soft law) 3

5 Argomenti trattati: 1. Il quadro normativo di riferimento 1.1 La hard law 1.2 La normativa secondaria 2. La regolamentazione volontaria nazionale 2.1 Evoluzione storica 2.2 Il codice di autodisciplina del L adesione al codice di autodisciplina 4. La regolamentazione volontaria in Europa 5. Qualche spunto di riflessione 4

6 I pilastri normativi (elenco non esaustivo) - D.lgs. 58 del 24/02/1998 (TUF) - D.lgs. 5 e 6 del 17/01/2003, in attuazione della legge n.366 del 3/10/2001 (Riforma Vietti) - Legge 262 del 28/12/2005 (Legge sul Risparmio) - BI: Disposizioni di vigilanza in materia di organizzazione e governo societario delle banche - BI: Nota dell 11 gennaio 2012 «Applicazione delle disposizioni di vigilanza in materia di organizzazione e governo societario delle banche» - D.lgs. 27 del 2010 (record date) - Legge 120/2011 Golfo-Mosca (quote rosa) 5

7 Risultati della ricerca dell associazione Disiano Preite Sistemi alternativi di amministrazione e controllo: un primo bilancio (marzo 2008) campione complessivo monistico dualistico spa srl società cooperative cooperative sociali società consortili per azioni totale

8 Argomenti trattati: 1. Il quadro normativo di riferimento 1.1 La hard law 1.2 La normativa secondaria 2. La regolamentazione volontaria nazionale 2.1 Evoluzione storica 2.2 Il codice di autodisciplina del L adesione al codice di autodisciplina 4. La regolamentazione volontaria in Europa 5. Qualche spunto di riflessione 7

9 - Borsa Italiana: Regolamento ed istruzioni al Regolamento dei mercati organizzati e gestiti da Borsa Italiana - Consob: Regolamento intermediari, mercati ed emittenti 8

10 Argomenti trattati: 1. Il quadro normativo di riferimento 1.1 La hard law 1.2 La normativa secondaria 2. La regolamentazione volontaria nazionale 2.1 Evoluzione storica 2.2 Il codice di autodisciplina del L adesione al codice di autodisciplina 4. La regolamentazione volontaria in Europa 5. Qualche spunto di riflessione 9

11 - Le norme di legge si sono prevalentemente incentrate sulla tutela delle minoranze proprietà concentrata - Le forme di autoregolamentazione sono intervenute sulle regole di composizione e funzionamento del consiglio di amministrazione proprietà diffusa 10

12 Argomenti trattati: 1. Il quadro normativo di riferimento 1.1 La hard law 1.2 La normativa secondaria 2. La regolamentazione volontaria nazionale 2.1 Evoluzione storica 2.2 Il codice di autodisciplina del L adesione al codice di autodisciplina 4. La regolamentazione volontaria in Europa 5. Qualche spunto di riflessione 11

13 - Sulla base dei risultati dell indagine del comitato coordinato da Stefano Preda nel 1999 viene elaborato il codice di autodisciplina - Revisione nel Revisione nel 2006, con integrazione nel Revisione nel

14 Argomenti trattati: 1. Il quadro normativo di riferimento 1.1 La hard law 1.2 La normativa secondaria 2. La regolamentazione volontaria nazionale 2.1 Evoluzione storica 2.2 Il codice di autodisciplina del L adesione al codice di autodisciplina 4. La regolamentazione volontaria in Europa 5. Qualche spunto di riflessione 13

15 Il nuovo codice si sviluppa in 10 articoli, suddivisi in principi, criteri applicativi e commenti: 1. Ruolo del consiglio di amministrazione 2. Composizione del consiglio di amministrazione 3. Amministratori indipendenti 4. Istituzione e funzionamento dei comitati interni al consiglio di amministrazione 14

16 5. Nomina degli amministratori 6. Remunerazione degli amministratori 7. Sistema di controllo interno e di gestione dei rischi 8. Sindaci 9. Rapporti con gli azionisti 10. Sistemi di amministrazione e controllo dualistico e monistico 15

17 a) Il consiglio di amministrazione - Ruolo: guidare l impresa con l obiettivo di creare valore per gli azionisti nel medio-lungo periodo esamina ed approva piani strategici, industriali e finanziari ed il sistema di governo societario dell emittente e del gruppo monitorandone periodicamente l attuazione definisce la natura e il livello di rischio compatibile con gli obiettivi strategici dell emittente adotta, su proposta del CEO o del presidente, una procedura per la gestione interna e la comunicazione all esterno di documenti e informazioni, soprattutto privilegiate 16

18 valuta l adeguatezza dell assetto organizzativo, amm.vo e contabile dell emittente e delle controllate aventi rilevanza strategica, con particolare riferimento al sistema di controllo interno e di gestione dei rischi stabilisce la periodicità (almeno trimestrale) con la quale gli organi delegati devono riferire al consiglio circa l attività svolta nell esercizio delle deleghe valuta l andamento della gestione confrontando periodicamente i risultati conseguiti con quelli programmati delibera in merito alle operazioni di rilievo, con particolare attenzione alle operazioni con parti correlate: stabilisce criteri generali per individuare le op. di significativo rilievo 17

19 fornisce informativa, nella relazione sul governo societario: (1) sulla propria composizione, indicando per ciascun componente la qualifica (esecutivo, non esecutivo, indipendente) il ruolo ricoperto all interno del consiglio, le principali caratteristiche professionali nonché l anzianità di carica dalla prima nomina; (2) sulle modalità di applicazione del presente articolo: in particolare, sul numero e sulla durata media delle riunioni del consiglio e del comitato esecutivo, ove presente, tenutesi nel corso dell esercizio nonché sulla relativa percentuale di partecipazione di ciascun amministratore; (3) sulle modalità di svolgimento del processo di autovalutazione. 18

20 effettua, almeno una volta all anno, una valutazione sul funzionamento del consiglio e dei suoi comitati, sulla loro dimensione e composizione, tenendo conto di elementi quali le caratteristiche professionali, di esperienza, anche manageriale, e di genere dei suoi componenti, nonché della loro anzianità di carica. Nel caso in cui il CdA si avvalga dell opera di consulenti esterni, la relazione sul governo societario fornisce informazioni sugli eventuali ulteriori servizi forniti da tali consulenti all emittente o a società in rapporto di controllo con lo stesso tenuto conto degli esiti della valutazione precedente, esprime agli azionisti, prima della nomina del nuovo consiglio, orientamenti sulle figure professionali la cui presenza in consiglio sia ritenuta opportuna 19

21 In mancanza di uno standard condiviso di riferimento, Ned Community è intervenuta al riguardo con il documento Board evaluation: regole, principi, best practice obiettivi 1. valutazione del funzionamento del cda e dei suoi comitati 2. identificazione di eventuali elementi per il suo miglioramento 3. raccolta di possibili raccomandazioni da trasferire agli azionisti e ai cda successivi 20

22 oggetto del giudizio - dimensione e composizione del cda - periodicità delle sue riunioni, trasparenza dei dibattiti - qualità e tempestività delle informazioni ricevute dai consiglieri (si auspica che siano fornite almeno 3 giorni prima del giorno fissato per l adunanza del cda) - capacità del cda di gestire situazioni di potenziale conflitto di interessi - possibilità per i consiglieri non esecutivi di partecipare alle riunioni dei comitati di cui non sono membri in qualità di uditori 21

23 autori del giudizio 1. la valutazione non si può delegare e spetta esclusivamente all organo amministrativo nella sua collegialità; 2. l attività istruttoria alla valutazione può essere svolta sia all interno del cda, anche per il tramite di Comitati, sia esternalizzata ad un soggetto terzo che garantisca un giudizio di obiettività 22

24 tempistica almeno una volta l anno, dandone informativa nella relazione annuale sulla governance modalità 1. valutazione analitica (completa, approfondita e di dettaglio) almeno in occasione dell adozione della prima procedura ed ogni qual volta lo si ritenga opportuno 2. in seguito la società potrà decidere di alternare di anno in anno una procedura di valutazione sintetica 23

25 - composizione: il cda è composto da esecutivi e non esecutivi, dotati di adeguata competenza e professionalità gli AD (anche delle controllate con rilevanza strategica ed i loro presidenti con deleghe di gestione o competenze strategiche) gli amm.ri con incarichi direttivi, anche nelle controllate/anti con rilevanza strategica se l incarico riguarda anche l emittente gli amministratori del comitato esecutivo in assenza dell AD o quando la partecipazione al comitato esecutivo comporta di fatto il coinvolgimento sistematico nella gestione 24

26 i non esecutivi apportano le loro specifiche competenze alle discussioni consiliari (soprattutto quando possono manifestarsi conflitti di interesse): il loro numero è tale da garantire che il loro giudizio possa avere un peso significativo nell assunzione delle decisioni consiliari è opportuno evitare la concentrazione di cariche sociali in una sola persona il CdA designa un amministratore indipendente quale lead independent director, nei seguenti casi: (i) se il presidente del Cda coincide col CEO, come pure nel (ii) se la carica di presidente è ricoperta dalla persona che controlla l emittente. 25

27 il consiglio di amministrazione degli emittenti appartenenti all indice FTSE-Mib designa un lead independent director se ciò è richiesto dalla maggioranza degli amministratori indipendenti, salvo diversa e motivata valutazione da parte del consiglio da rendere nota nell ambito della relazione sul governo societario; il LID collabora con il presidente del consiglio di amministrazione al fine di garantire che gli amministratori siano destinatari di flussi informativi completi e tempestivi. Il CEO di un emittente (A) non assume l incarico di amministratore di un altro emittente (B) non appartenente allo stesso gruppo, di cui sia CEO un amministratore dell emittente (A). 26

28 un numero adeguato di amministratori non esecutivi sono indipendenti, ovvero non intrattengono né hanno di recente intrattenuto (neppure indirettamente) con l emittente o con soggetti legati all emittente, relazioni tali da condizionarne attualmente l autonomia di giudizio negli emittenti appartenenti all indice FTSE-Mib almeno un terzo del CdA è costituito da indipendenti; se a tale quota corrisponde un numero non intero, quest ultimo è arrotondato per difetto. In ogni caso gli indipendenti non sono meno di 2 il cda valuta l indipendenza dei propri componenti non esecutivi dopo la nomina e, successivamente, con cadenza annuale, tenendo presente che un amministratore non appare, di norma, indipendente, nelle seguenti ipotesi: 27

29 a) non ha relazioni economiche con la società o sue controllate e collegate, il management, gli azionisti di controllo, di rilevanza tale da condizionarne l autonomia del giudizio b) non è un azionista rilevante, né partecipa a patti di sindacato che controllano la società stessa c) non essere parenti stretti dei soggetti citati, manager e azionisti d) non essere stati per i precedenti tre esercizi esponente di rilievo dell emittente o controllata e) non aver avuto significative relazioni commerciali, finanziarie o professionali 28

30 - remunerazione: la remunerazione degli amministratori e dei dirigenti con responsabilità strategiche è stabilita in misura sufficiente ad attrarre, trattenere e motivare persone dotate delle qualità professionali richieste per gestire con successo l emittente la remunerazione degli esecutivi e dei dirigenti con responsabilità strategiche è definita in modo tale da allineare i loro interessi con il perseguimento dell obiettivo della creazione di valore per gli azionisti nel medio-lungo periodo: per gli amministratori che svolgono funzioni attinenti alla gestione dell impresa una parte significativa della remunerazione è legata al raggiungimento di specifici obiettivi di performance, preventivamente indicati 29

31 - remunerazione: il consiglio di amministrazione definisce una politica per la remunerazione degli amministratori e dei dirigenti con responsabilità strategiche la remunerazione degli amministratori non esecutivi è commisurata all impegno richiesto a ciascuno di essi, tenuto anche conto dell eventuale partecipazione ai comitati: i loro compensi non sono - se non per una parte non significativa - legati ai risultati economici conseguiti dall emittente nessun amministratore prende parte alle riunioni del comitato per la remunerazione in cui vengono formulate le proposte al CdA relative alla propria remunerazione 30

32 b) Comitati interni al cda Il cda istituisce al proprio interno uno o più comitati con funzioni propositive e consultive, composto da almeno 3 membri (2 indipendenti se CdA<= 8 membri) : comitato nomine, comitato remunerazioni, comitato per il controllo interno e gestione dei rischi l istituzione di uno o più comitati può essere evitata riservando le relative funzioni all intero consiglio, sotto il coordinamento del presidente e alle seguenti condizioni: 31

33 (i) gli amministratori indipendenti rappresentino almeno la metà del consiglio di amministrazione, con arrotondamento all unità inferiore qualora il consiglio sia formato da un numero dispari di persone; (ii) all espletamento delle funzioni che il Codice attribuisce ai comitati siano dedicati, all interno delle sedute consiliari, adeguati spazi, dei quali venga dato conto nella relazione sul governo societario; (iii) limitatamente al comitato controllo e rischi, l emittente non sia controllato da un altra società quotata, o sottoposto a direzione e coordinamento. 32

34 Comitato nomine (maggioranza indipendenti) - esprime al Cda raccomandazioni in merito alle figure professionali la cui presenza all interno del consiglio sia ritenuta opportuna - propone al CdA candidati alla carica di amministratore nei casi di cooptazione, ove occorra sostituire amministratori indipendenti - il CdA valuta se adottare un piano per la successione degli amministratori esecutivi (se c è, ne dà informativa nella relazione sul governo societario); l istruttoria sulla predisposizione del piano è effettuata dal comitato per le nomine o da altro comitato interno al consiglio a ciò preposto 33

35 Comitato remunerazione (tutti indipendenti) - può essere composto da non esecutivi, in maggioranza indipendenti; in tal caso, il presidente è scelto tra gli indipendenti. Almeno un componente possiede un adeguata conoscenza ed esperienza sul tema finanziario-retributivo - valuta periodicamente l adeguatezza, la coerenza complessiva e la concreta applicazione della politica per la remunerazione degli amministratori e dei dirigenti con responsabilità strategiche - propone o esprime pareri al CdA sulla remunerazione degli esecutivi, nonché sulla fissazione degli obiettivi di performance correlati alla componente variabile di tale remunerazione 34

36 Comitato per il controllo interno (tutti indipendenti) Ogni emittente si dota di un sistema di controllo interno e di gestione dei rischi costituito dall insieme delle regole, delle procedure e delle strutture organizzative volte a consentire l identificazione, la misurazione, la gestione e il monitoraggio dei principali rischi. Il sistema di controllo interno e di gestione dei rischi coinvolge, ciascuno per le proprie competenze: a) il CdA, che svolge un ruolo di indirizzo e di valutazione dell adeguatezza del sistema e individua al suo interno: uno o più amm.ri incaricati del sistema di controllo interno e di gestione dei rischi ed il CCIR 35

37 Comitato per il controllo interno b) il responsabile della funzione di internal audit, incaricato di verificare che il sistema di controllo interno e di gestione dei rischi sia funzionante e adeguato; c) gli altri ruoli e funzioni aziendali con specifici compiti in tema di controllo interno e gestione dei rischi, articolati in relazione a dimensioni, complessità e profilo di rischio dell impresa; d) il collegio sindacale, anche in quanto CCIR e la revisione contabile, che vigila sull efficacia del sistema di controllo interno e di gestione dei rischi. 36

38 Comitato per il controllo interno - il comitato può essere composto da amministratori non esecutivi, in maggioranza indipendenti; in tal caso, il presidente del comitato è scelto tra gli amministratori indipendenti - nell eventuale scelta di non istituire il CCIR, i fattori considerare sono riconducibili alla complessità e al settore: ad esempio, la natura dell attività e l appartenenza a un settore regolamentato, il fatturato o l attivo di bilancio, il n.ro dei dipendenti, la capitalizzazione, il n.ro dei soggetti giuridici partecipati o controllati, lo svolgimento di attività in regioni o stati a rischio, il numero di componenti del CdA, le loro qualifiche professionali e la loro disponibilità di tempo 37

39 Comitato per il controllo interno - valuta, unitamente al dirigente preposto alla redazione dei documenti contabili societari, sentiti il revisore legale e il collegio sindacale, il corretto utilizzo dei principi contabili e, nel caso di gruppi, la loro omogeneità ai fini della redazione del bilancio consolidato; - esprime pareri su specifici aspetti inerenti alla identificazione dei principali rischi aziendali - esamina le relazioni periodiche, aventi per oggetto la valutazione del sistema di controllo interno e di gestione dei rischi, e quelle di particolare rilevanza predisposte dalla funzione internal audit; 38

40 Comitato per il controllo interno (tutti indipendenti) - monitora l autonomia, l adeguatezza, l efficacia e l efficienza della funzione di internal audit; - può chiedere alla funzione di internal audit lo svolgimento di verifiche su specifiche aree operative, dandone contestuale comunicazione al presidente del collegio sindacale; - riferisce al consiglio, almeno semestralmente, sull attività svolta nonché sull adeguatezza del sistema di controllo interno e di gestione dei rischi. Ai lavori partecipa il presidente del collegio sindacale o altro sindaco da lui designato; possono comunque partecipare anche gli altri sindaci. 39

41 c) Sindaci i sindaci agiscono in autonomia ed indipendenza anche rispetto agli azionisti che li hanno eletti i sindaci, che devono qualificarsi come indipendenti, accettano la carica quando ritengono di poter dedicare al loro compito il tempo necessario richiesto dalla carica Al collegio sindacale spetta un compito di vigilanza anche preventiva e non meramente ex post, che si traduce in una verifica sui processi il cui esito va portato all attenzione degli amministratori, affinché essi adottino le misure correttive eventualmente necessarie. 40

42 d) Sistemi dualistico e monistico In caso di adozione di un sistema di amministrazione e controllo dualistico o monistico, gli articoli precedenti si applicano in quanto compatibili, adattando le singole previsioni al particolare sistema adottato, in coerenza con gli obiettivi di buon governo societario, trasparenza informativa e tutela degli investitori e del mercato 41

43 Argomenti trattati: 1. Il quadro normativo di riferimento 1.1 La hard law 1.2 La normativa secondaria 2. La regolamentazione volontaria nazionale 2.1 Evoluzione storica 2.2 Il codice di autodisciplina del L adesione al codice di autodisciplina 4. La regolamentazione volontaria in Europa 5. Qualche spunto di riflessione 42

44 L adesione delle imprese al codice di autodisciplina è comunicata al mercato attraverso la relazione sul governo societario - Guida alla compilazione della relazione di corporate governance, Assonime (2004) - Format sperimentale per la relazione sul governo societario, Borsa Italiana (2008) - Format per la relazione sul governo societario e gli assetti proprietari, Borsa Italiana (2010) e (2012) 43

45 Dall ultimo rapporto Spencer Stuart Italia 2011 emergono i seguenti dati (CdA delle prime 100 società per capitalizzazione al 1/3/2011, incluse le 38 maggiori dell indice FTSE Mib) Dimensioni del cda 44

46 La presenza degli indipendenti 45

47 Altri incarichi dei consiglieri 46

48 Il voto di lista 47

49 Remunerazione dei presidenti 48

50 Remunerazione degli AD 49

51 Remunerazione degli indipendenti 50

52 Stock option esercitate 51

53 Argomenti trattati: 1. Il quadro normativo di riferimento 1.1 La hard law 1.2 La normativa secondaria 2. La regolamentazione volontaria nazionale 2.1 Evoluzione storica 2.2 Il codice di autodisciplina del L adesione al codice di autodisciplina 4. La regolamentazione volontaria in Europa 5. Qualche spunto di riflessione 52

54 I codici di condotta nazionali hanno validità solo nel Paese di riferimento e ne riflettono le peculiarità Bosch Report (Australia) Dey Report (Canada); ALI Principles (USA) NACD Report (USA) codici di vari Paesi ed organizzazioni internazionali Hong Kong Code of Best Practice Cadbury Report (UK) Greenbury Report (UK); Vienot Report (Francia) Business Roundtable (USA) Hampel Report (UK); Combined Code (UK); KonTrag (Germania) 53

55 Argomenti trattati: 1. Il quadro normativo di riferimento 1.1 La hard law 1.2 La normativa secondaria 2. La regolamentazione volontaria nazionale 2.1 Evoluzione storica 2.2 Il codice di autodisciplina del L adesione al codice di autodisciplina 4. La regolamentazione volontaria in Europa 5. Qualche spunto di riflessione 54

56 Come sostenuto dalla Commissione Europea, le origini della crisi sarebbero da ricercare nell incapacità dei consigli di identificare, comprendere e, in ultima istanza, controllare i rischi (Commissione Europea, 2010). Le aree di debolezza individuate riguarderebbero i seguenti aspetti: i consiglieri, ed in particolare quelli non esecutivi, dedicherebbero risorse e tempo insufficienti ai propri compiti consiliari; l autorevolezza e la reputazione del CEO renderebbero spesso arduo manifestare obiezioni o perfino porre domande in consiglio a causa di scarse competenze tecniche o di fiducia nelle proprie posizioni; 55

57 i membri dei singoli consigli spesso provengono da ambienti simili: limitata sarebbe pertanto la diversity di genere, ambiente sociale, cultura e formazione e, quindi, il confronto critico nei processi di decision making; la sensibilità dei consigli, ed in particolare dei presidenti, verso la valutazione delle performance dei singoli e del consiglio nel suo complesso, sarebbe limitata; i consigli sarebbero stati incapaci o, comunque, poco attenti, nella valutazione di adeguatezza del sistema di risk management rispetto al risk appetite della propria banca; i consigli sarebbero stati incapaci di riconoscere la natura sistemica di alcuni rischi e non avrebbero fornito informazioni sufficienti alle autorità di vigilanza. 56

58 La recente crisi economico-finanziaria ha registrato numerosi fallimenti di imprese (almeno formalmente) perfettamente compliant ai codici di autodisciplina in tema di governo societario. La maggior parte della letteratura, così come la prassi operativa, hanno trascurato l'analisi dei processi e delle dinamiche comportamentali che caratterizzano il consiglio di amministrazione 57

59 Secondo Shefrin (2007), quattro sono le principali distorsioni cognitive dei manager determinate da logiche euristiche che possono condurli a scelte non ottimali: 1. la rappresentatività (associazione esperienza) 2. la disponibilità (informazioni) 3. l'ancoraggio 4. l'affetto (decisioni dettate dall istinto) 58

60 Per quanto riguarda invece i principali bias comportamentali, Shefrin (2007) parla di: 1. eccessivo ottimismo (sovrapeso eventi positivi) 2. bias di conferma (ignorare informazioni contrarie al punto di vista del management) 3. illusione di controllo (dei risultati positivi) 4. overconfidence 59

61 Grazie dell attenzione

PRYSMIAN S.P.A. COMITATO CONTROLLO E RISCHI. Regolamento. Regolamento del Comitato Controllo e Rischi

PRYSMIAN S.P.A. COMITATO CONTROLLO E RISCHI. Regolamento. Regolamento del Comitato Controllo e Rischi PRYSMIAN S.P.A. COMITATO CONTROLLO E RISCHI Regolamento Regolamento del Comitato Controllo e Rischi Data approvazione: 16/01/2007 Ultima modifica: 08/11/2012 Regolamento del Comitato Controllo e Rischi

Dettagli

REGOLAMENTO DEL COMITATO CONTROLLO E RISCHI DI SNAM. Il presente Regolamento, approvato dal Consiglio di Amministrazione in data 12

REGOLAMENTO DEL COMITATO CONTROLLO E RISCHI DI SNAM. Il presente Regolamento, approvato dal Consiglio di Amministrazione in data 12 REGOLAMENTO DEL COMITATO CONTROLLO E RISCHI DI SNAM Il presente Regolamento, approvato dal Consiglio di Amministrazione in data 12 dicembre 2013, disciplina la composizione e la nomina, le modalità di

Dettagli

WORLD DUTY FREE S.P.A.

WORLD DUTY FREE S.P.A. WORLD DUTY FREE S.P.A. REGOLAMENTO DI FUNZIONAMENTO DEL COMITATO CONTROLLO E RISCHI E CORPORATE GOVERNANCE È istituito presso World Duty Free S.p.A. ( WDF ) un Comitato per il controllo interno, la gestione

Dettagli

REGOLAMENTO DEL COMITATO PER IL CONTROLLO INTERNO

REGOLAMENTO DEL COMITATO PER IL CONTROLLO INTERNO REGOLAMENTO DEL COMITATO PER IL CONTROLLO INTERNO Articolo 1 Premessa Il presente Regolamento disciplina la costituzione, il funzionamento ed i compiti del comitato per il Controllo Interno (il Comitato

Dettagli

REGOLAMENTO DEL COMITATO CONTROLLO E RISCHI. Art. 1 Costituzione - Presidenza

REGOLAMENTO DEL COMITATO CONTROLLO E RISCHI. Art. 1 Costituzione - Presidenza Una Società Finmeccanica REGOLAMENTO DEL COMITATO CONTROLLO E RISCHI Art. 1 Costituzione - Presidenza 1. Il Comitato Controllo e Rischi (il Comitato ) è costituito con delibera del Consiglio di Amministrazione

Dettagli

Introduzione. Introduzione. 1. I contenuti del Codice di Autodisciplina promosso da Borsa Italiana 2. Le modifiche approvate nel marzo 2010

Introduzione. Introduzione. 1. I contenuti del Codice di Autodisciplina promosso da Borsa Italiana 2. Le modifiche approvate nel marzo 2010 Oggetto: Sintetica descrizione del contenuto del Codice di Autodisciplina, promosso da Borsa Italiana S.p.A., approvato dal Comitato per la corporate governance nel marzo 2006 e successivamente modificato

Dettagli

COMPOSIZIONE QUALI-QUANTITATIVA OTTIMALE DEL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE

COMPOSIZIONE QUALI-QUANTITATIVA OTTIMALE DEL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE COMPOSIZIONE QUALI-QUANTITATIVA OTTIMALE DEL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE Approvato dal Consiglio di Amministrazione del 3 aprile 2013 Premessa Il presente documento è stato adottato dal Consiglio di amministrazione

Dettagli

MANDATO INTERNAL AUDIT

MANDATO INTERNAL AUDIT INTERNAL AUDIT MANDATO INTERNAL AUDIT Il presente Mandato Internal Audit di Società, previo parere favorevole del Comitato Controllo e Rischi in data 30 ottobre 2012 e sentito il Collegio Sindacale e l

Dettagli

Regolamento del Comitato Controllo e Rischi di Eni S.p.A.

Regolamento del Comitato Controllo e Rischi di Eni S.p.A. Regolamento del Comitato Controllo e Rischi di Eni S.p.A. Regolamento del Comitato Controllo e Rischi di Eni S.p.A. 1 Il presente Regolamento, approvato dal Consiglio di Amministrazione in data 1 giugno

Dettagli

Linee di indirizzo per il Sistema di Controllo Interno e di Gestione dei Rischi

Linee di indirizzo per il Sistema di Controllo Interno e di Gestione dei Rischi 3 Linee di indirizzo per il Sistema di Controllo Interno e di Gestione dei Rischi 1. Premessa Il Sistema di Controllo Interno e di Gestione dei Rischi di Fiat S.p.A. (la Società ) costituisce elemento

Dettagli

REGOLAMENTO COMITATO CONTROLLO, RISCHI, REMUNERAZIONE E NOMINE

REGOLAMENTO COMITATO CONTROLLO, RISCHI, REMUNERAZIONE E NOMINE REGOLAMENTO COMITATO CONTROLLO, RISCHI, REMUNERAZIONE E NOMINE 24 Luglio 2015 1 ARTICOLO 1 PREMESSA 1.1. Conto tenuto delle raccomandazioni contenute nel Codice di Autodisciplina di Borsa Italiana S.p.A.,

Dettagli

Vigilanza bancaria e finanziaria

Vigilanza bancaria e finanziaria Vigilanza bancaria e finanziaria DISPOSIZIONI DI VIGILANZA IN MATERIA DI POTERI DI DIREZIONE E COORDINAMENTO DELLA CAPOGRUPPO DI UN GRUPPO BANCARIO NEI CONFRONTI DELLE SOCIETÀ DI GESTIONE DEL RISPARMIO

Dettagli

CODICE DI AUTODISCIPLINA DELL ENI S.p.A. (la Società) IN ADESIONE AL CODICE PROMOSSO DA BORSA ITALIANA S.p.A.

CODICE DI AUTODISCIPLINA DELL ENI S.p.A. (la Società) IN ADESIONE AL CODICE PROMOSSO DA BORSA ITALIANA S.p.A. CODICE DI AUTODISCIPLINA DELL ENI S.p.A. (la Società) IN ADESIONE AL CODICE PROMOSSO DA BORSA ITALIANA S.p.A. 1. Ruolo del consiglio di amministrazione 2. Composizione del consiglio di amministrazione

Dettagli

Regolamento sui limiti al cumulo degli incarichi ricoperti dagli Amministratori del Gruppo Banco Popolare

Regolamento sui limiti al cumulo degli incarichi ricoperti dagli Amministratori del Gruppo Banco Popolare Regolamento sui limiti al cumulo degli incarichi ricoperti dagli Amministratori del Gruppo Banco Popolare febbraio 2013 1 1 PREMESSA... 3 1.1 Oggetto... 3 1.2 Perimetro di applicazione e modalità di recepimento...

Dettagli

CODICE DI AUTODISCIPLINA (aspetti generali - sintesi)

CODICE DI AUTODISCIPLINA (aspetti generali - sintesi) CODICE DI AUTODISCIPLINA (aspetti generali - sintesi) Codice di autodisciplina Sintetica descrizione del contenuto del Codice di Autodisciplina approvato nel marzo 2006 dal Comitato per la corporate governance

Dettagli

IL NUOVO CODICE DI AUTODISCIPLINA DELLE SOCIETA QUOTATE

IL NUOVO CODICE DI AUTODISCIPLINA DELLE SOCIETA QUOTATE IL NUOVO CODICE DI AUTODISCIPLINA DELLE SOCIETA QUOTATE 10 Febbraio 2012 Milano Auditorium ENEL - Via Carducci 13 Roma ENEL - Viale Regina Margherita 137 Indice Introduzione sulle modifiche apportate al

Dettagli

Servizi di revisione contabile e verifica delle informazioni finanziarie nel processo di listing e post listing

Servizi di revisione contabile e verifica delle informazioni finanziarie nel processo di listing e post listing Servizi di revisione contabile e verifica delle informazioni finanziarie nel processo di listing e post listing Nel seguito sono presentati i servizi di revisione contabile e verifica delle informazioni

Dettagli

LA REVISIONE LEGALE DEI CONTI

LA REVISIONE LEGALE DEI CONTI LA REVISIONE LEGALE DEI CONTI Comunicazione del revisore con i responsabili delle attività di governance e con il pubblico Dicembre 2013 Comunicazioni del revisore con i responsabili delle attività di

Dettagli

Corso di diritto commerciale avanzato a/a 2015-2016 Fabio Bonomo (fabio.bonomo@enel.com) Lezione del 9 ottobre 2015

Corso di diritto commerciale avanzato a/a 2015-2016 Fabio Bonomo (fabio.bonomo@enel.com) Lezione del 9 ottobre 2015 Corso di diritto commerciale avanzato a/a 2015-2016 Fabio Bonomo (fabio.bonomo@enel.com) Lezione del 9 ottobre 2015 1 Gli attori della Corporate Governance Le società Le società (corporations) organizzazioni

Dettagli

COMUNE DI PERUGIA AREA DEL PERSONALE DEL COMPARTO DELLE POSIZIONI ORGANIZZATIVE E DELLE ALTE PROFESSIONALITA

COMUNE DI PERUGIA AREA DEL PERSONALE DEL COMPARTO DELLE POSIZIONI ORGANIZZATIVE E DELLE ALTE PROFESSIONALITA COMUNE DI PERUGIA AREA DEL PERSONALE DEL COMPARTO DELLE POSIZIONI ORGANIZZATIVE E DELLE ALTE PROFESSIONALITA METODOLOGIA DI VALUTAZIONE DELLA PERFORMANCE Approvato con atto G.C. n. 492 del 07.12.2011 1

Dettagli

Approvazione CDA del 25 giugno 2009. Limiti al cumulo di incarichi ricoperti dagli amministratori di Unipol Gruppo Finanziario S.p.A.

Approvazione CDA del 25 giugno 2009. Limiti al cumulo di incarichi ricoperti dagli amministratori di Unipol Gruppo Finanziario S.p.A. Approvazione CDA del 25 giugno 2009 Limiti al cumulo di incarichi ricoperti dagli amministratori di Unipol Gruppo Finanziario S.p.A. Regolamento U n i p o l G r u p p o F i n a n z i a r i o S. p. A. Sede

Dettagli

La disclosure e il monitoraggio della corporate governance in Italia

La disclosure e il monitoraggio della corporate governance in Italia Comitato per la Corporate Governance La disclosure e il monitoraggio della corporate governance in Italia Gabriele Galateri di Genola e Carmine Di Noia Milano, 16 aprile 2014 1 La disclosure della corporate

Dettagli

SOMMARIO. Adottati con delibera del Consiglio di Amministrazione del 27 febbraio 2015

SOMMARIO. Adottati con delibera del Consiglio di Amministrazione del 27 febbraio 2015 PRIINCIIPII DII AUTODIISCIIPLIINA DII IINFRASTRUTTURE WIIRELESS IITALIIANE Adottati con delibera del Consiglio di Amministrazione del 27 febbraio 2015 SOMMARIO Articolo 1 Principi generali pag. 2 Articolo

Dettagli

Codice di Corporate Governance

Codice di Corporate Governance Approvato con deliberazione del Consiglio di Amministrazione n. 1 del 3 maggio 200 Indice 1 Introduzione 2 Organizzazione della Società 2.1 Assemblea dei Soci 2.2 Consiglio di Amministrazione 2.3 Presidente

Dettagli

MANDATO DI AUDIT DI GRUPPO

MANDATO DI AUDIT DI GRUPPO MANDATO DI AUDIT DI GRUPPO Data: Ottobre, 2013 UniCredit Group - Public MISSION E AMBITO DI COMPETENZA L Internal Audit è una funzione indipendente nominata dagli Organi di Governo della Società ed è parte

Dettagli

Le imprese (corporations) organizzazioni che forniscono beni o servizi al mercato coordinando diversi fattori: Forza lavoro Beni materiali ed

Le imprese (corporations) organizzazioni che forniscono beni o servizi al mercato coordinando diversi fattori: Forza lavoro Beni materiali ed Corso di diritto commerciale avanzato a/a 2014-20152015 Fabio Bonomo (fabio.bonomo@enel.com) Lezione del 10 ottobre 2014 1 Gli attori della dll Corporate Governance Le imprese Le imprese (corporations)

Dettagli

MANDATO DELLA FUNZIONE AUDIT. (Approvato dal Consiglio di Amministrazione di Enel Green Power il 12 marzo 2015)

MANDATO DELLA FUNZIONE AUDIT. (Approvato dal Consiglio di Amministrazione di Enel Green Power il 12 marzo 2015) MANDATO DELLA FUNZIONE AUDIT (Approvato dal Consiglio di Amministrazione di Enel Green Power il 12 marzo 2015) 1 INDICE DEI CONTENUTI 1. INTRODUZIONE E FINALITA DEL DOCUMENTO 2. MISSIONE 3. AMBITO 4. PROFESSIONALITA

Dettagli

CITTÀ DI IMOLA REGOLAMENTO DI DISCIPLINA DELLA VALUTAZIONE, INTEGRITÀ E TRASPARENZA DELLA PERFORMANCE

CITTÀ DI IMOLA REGOLAMENTO DI DISCIPLINA DELLA VALUTAZIONE, INTEGRITÀ E TRASPARENZA DELLA PERFORMANCE CITTÀ DI IMOLA REGOLAMENTO DI DISCIPLINA DELLA VALUTAZIONE, INTEGRITÀ E TRASPARENZA DELLA PERFORMANCE Approvato con deliberazione C.C. n. 30 del 23/02/2011 1 INDICE Titolo I Programmazione e valutazione

Dettagli

Il ruolo dell Internal Auditing

Il ruolo dell Internal Auditing Il ruolo dell Internal Auditing Meccanismi di governance, evoluzione dei controlli interni e Position Paper AIIA Milano, 16 marzo 2006 Carolyn Dittmeier Presidente AIIA 1 Alcuni nuovi meccanismi di governance

Dettagli

LINEE DI INDIRIZZO DEL SISTEMA DI CONTROLLO INTERNO E DI GESTIONE DEI RISCHI DEL GRUPPO TOD S S.P.A.

LINEE DI INDIRIZZO DEL SISTEMA DI CONTROLLO INTERNO E DI GESTIONE DEI RISCHI DEL GRUPPO TOD S S.P.A. LINEE DI INDIRIZZO DEL SISTEMA DI CONTROLLO INTERNO E DI GESTIONE DEI RISCHI DEL GRUPPO TOD S S.P.A. (APPROVATE DAL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE DELLA SOCIETÀ NELLA RIUNIONE DEL 10 MAGGIO 2012) TOD S S.P.A.

Dettagli

Risposta dell Associazione Bancaria Italiana al documento di consultazione CONSOB

Risposta dell Associazione Bancaria Italiana al documento di consultazione CONSOB Risposta dell Associazione Bancaria Italiana al documento di consultazione CONSOB Comunicazione in materia di informazione da fornire al pubblico in relazione alle indennità e benefici riconosciuti ad

Dettagli

L amministrazione ed il controllo nelle società quotate

L amministrazione ed il controllo nelle società quotate L amministrazione ed il controllo nelle società quotate a cura di Anita Mauro a cura del Comitato Pari Opportunità Gruppo di Lavoro L. 120/2011 Fonti della disciplina delle società quotate Norme del C.C.

Dettagli

NOTA AIFIRM Associazione Italiana Financial Industry Risk Managers 23 luglio 2013

NOTA AIFIRM Associazione Italiana Financial Industry Risk Managers 23 luglio 2013 NOTA AIFIRM Associazione Italiana Financial Industry Risk Managers 23 luglio 2013 E stato introdotto nell ordinamento di vigilanza italiano il concetto di risk appetite framework (RAF). E contenuto nella

Dettagli

REGOLAMENTO CONTENENTE I CRITERI PER L EROGAZIONE DEI PREMI DI RISULTATO AL PERSONALE DIPENDENTE

REGOLAMENTO CONTENENTE I CRITERI PER L EROGAZIONE DEI PREMI DI RISULTATO AL PERSONALE DIPENDENTE REGOLAMENTO CONTENENTE I CRITERI PER L EROGAZIONE DEI PREMI DI RISULTATO AL PERSONALE DIPENDENTE Approvato con deliberazione del Consiglio dei Delegati n. 13 del 30/12/2008 Approvato dalla Provincia di

Dettagli

LA VALUTAZIONE DELL ATTIVITA del CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE

LA VALUTAZIONE DELL ATTIVITA del CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE LA VALUTAZIONE DELL ATTIVITA del CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE Università Bocconi 30 gennaio 2006 Ordine Dottori Commercialisti 1 IL CUORE, LA MENTE, LA TUTELA Se i manager fanno muovere la macchina organizzativa,

Dettagli

REGOLAMENTO PER LA GESTIONE DEL PATRIMONIO DELLA FONDAZIONE BANCA DEL MONTE DI ROVIGO

REGOLAMENTO PER LA GESTIONE DEL PATRIMONIO DELLA FONDAZIONE BANCA DEL MONTE DI ROVIGO REGOLAMENTO PER LA GESTIONE DEL PATRIMONIO DELLA FONDAZIONE BANCA DEL MONTE DI ROVIGO AMBITO DI APPLICAZIONE TITOLO I PRINCIPI GENERALI Finalità del processo di gestione del patrimonio Fondo stabilizzazione

Dettagli

Comune di OLGIATE OLONA SISTEMA DI MISURAZIONE E VALUTAZIONE DELLA PERFORMANCE

Comune di OLGIATE OLONA SISTEMA DI MISURAZIONE E VALUTAZIONE DELLA PERFORMANCE Comune di OLGIATE OLONA SISTEMA DI MISURAZIONE E VALUTAZIONE DELLA PERFORMANCE 1. INTRODUZIONE La legge-delega 4 marzo 2009, n. 15, ed il decreto legislativo 27 ottobre 2009, n. 150, di seguito Decreto,

Dettagli

II.11 LA BANCA D ITALIA

II.11 LA BANCA D ITALIA Provvedimento del 24 marzo 2010. Regolamento recante la disciplina dell adozione degli atti di natura normativa o di contenuto generale della Banca d Italia nell esercizio delle funzioni di vigilanza bancaria

Dettagli

REGOLAMENTO SULL ISTITUZIONE ED IL FUNZIONAMENTO DEL NUCLEO DI VALUTAZIONE

REGOLAMENTO SULL ISTITUZIONE ED IL FUNZIONAMENTO DEL NUCLEO DI VALUTAZIONE COMUNE DI GHISALBA (Provincia di Bergamo) Approvato con Delibera di Giunta Comunale n. 111 del 13/10/2014 REGOLAMENTO SULL ISTITUZIONE ED IL FUNZIONAMENTO DEL NUCLEO DI VALUTAZIONE 1 Sommario Art. 1 -

Dettagli

REGOLAMENTO DEL SISTEMA DI CONTROLLO INTERNO E DI GESTIONE DEI RISCHI

REGOLAMENTO DEL SISTEMA DI CONTROLLO INTERNO E DI GESTIONE DEI RISCHI REGOLAMENTO DEL SISTEMA DI CONTROLLO INTERNO E DI GESTIONE DEI RISCHI ART. 1 PREMESSA...2 ART. 2 - CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE...2 ART. 3 - COMITATO CONTROLLO E RISCHI...3 ART. 4 - AMMINISTRATORE INCARICATO

Dettagli

REGOLAMENTO PER LA GESTIONE DEL PATRIMONIO

REGOLAMENTO PER LA GESTIONE DEL PATRIMONIO REGOLAMENTO PER LA GESTIONE DEL PATRIMONIO APPROVATO DAL CONSIGLIO GENERALE NELL ADUNANZA DEL 28/06/2013 Fondazione Cassa di Risparmio di Pesaro 1 INDICE AMBITO DI APPLICAZIONE p. 3 TITOLO I: PRINCIPI

Dettagli

REGOLAMENTO DEL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE. Art. 1 Il Consiglio di Amministrazione

REGOLAMENTO DEL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE. Art. 1 Il Consiglio di Amministrazione REGOLAMENTO DEL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE Art. 1 Il Consiglio di Amministrazione La Società è amministrata da un Consiglio di Amministrazione composto da un numero di membri non inferiore a sette e

Dettagli

Avvertenza: il presente Regolamento è in attesa di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana.

Avvertenza: il presente Regolamento è in attesa di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana. Avvertenza: il presente Regolamento è in attesa di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana. Regolamento recante la disciplina dell adozione degli atti di natura normativa o di

Dettagli

MODELLO ORGANIZZATIVO REGIONALE PER LA GESTIONE DEL RISCHIO CLINICO.

MODELLO ORGANIZZATIVO REGIONALE PER LA GESTIONE DEL RISCHIO CLINICO. ALLEGATO A MODELLO ORGANIZZATIVO REGIONALE PER LA GESTIONE DEL RISCHIO CLINICO. il sistema organizzativo che governa le modalità di erogazione delle cure non è ancora rivolto al controllo in modo sistemico

Dettagli

REGOLAMENTO COMUNALE PER L ISTITUZIONE ED IL FUNZIONAMENTO DEL NUCLEO DI VALUTAZIONE

REGOLAMENTO COMUNALE PER L ISTITUZIONE ED IL FUNZIONAMENTO DEL NUCLEO DI VALUTAZIONE COMUNE DI GARGNANO Provincia di Brescia REGOLAMENTO COMUNALE PER L ISTITUZIONE ED IL FUNZIONAMENTO DEL NUCLEO DI VALUTAZIONE - appendice al regolamento sull ordinamento degli uffici e dei servizi - (Approvato

Dettagli

MODELLO TEORICO DEI REQUISITI DI PROFESSIONALITA DEGLI AMMINISTRATORI

MODELLO TEORICO DEI REQUISITI DI PROFESSIONALITA DEGLI AMMINISTRATORI MODELLO TEORICO DEI REQUISITI DI PROFESSIONALITA DEGLI AMMINISTRATORI Approvato dal Consiglio di Amministrazione nella seduta del 3 marzo 202 OBIETTIVI Ai fini del corretto assolvimento delle funzioni

Dettagli

REGOLAMENTO PER LA GESTIONE DEL PATRIMONIO FONDAZIONE CASSA DI RISPARMIO DI FANO

REGOLAMENTO PER LA GESTIONE DEL PATRIMONIO FONDAZIONE CASSA DI RISPARMIO DI FANO REGOLAMENTO PER LA GESTIONE DEL PATRIMONIO FONDAZIONE CASSA DI RISPARMIO DI FANO 1 INDICE AMBITO DI APPLICAZIONE p. 3 TITOLO I: PRINCIPI GENERALI Art. 1 Finalità del processo di gestione del patrimonio

Dettagli

MITTEL S.p.A. PROCEDURA RELATIVA ALLE OPERAZIONI EFFETTUATE DAI SOGGETTI RILEVANTI AI SENSI DELL ART. 114, COMMA 7 DEL D. LGS. N.

MITTEL S.p.A. PROCEDURA RELATIVA ALLE OPERAZIONI EFFETTUATE DAI SOGGETTI RILEVANTI AI SENSI DELL ART. 114, COMMA 7 DEL D. LGS. N. MITTEL S.p.A. PROCEDURA RELATIVA ALLE OPERAZIONI EFFETTUATE DAI SOGGETTI RILEVANTI AI SENSI DELL ART. 114, COMMA 7 DEL D. LGS. N. 58/1998 (PROCEDURA INTERNAL DEALING ) Premessa Tenuto conto: - che dal

Dettagli

Elementi di Corporate Governance

Elementi di Corporate Governance Elementi di Corporate Governance Direzione d impresa Ing. Marco Greco 9 ottobre 2009 Definizione Il sistema di strutture, processi e meccanismi che regolano il governo dell impresa, ossia la direzione

Dettagli

ASSOCIAZIONE DEI DOTTORI COMMERCIALISTI E DEGLI ESPERTI CONTABILI DI TREVISO

ASSOCIAZIONE DEI DOTTORI COMMERCIALISTI E DEGLI ESPERTI CONTABILI DI TREVISO ASSOCIAZIONE DEI DOTTORI COMMERCIALISTI E DEGLI ESPERTI CONTABILI DI TREVISO REGOLAMENTO DELLE COMMISSIONI DI STUDIO SULLE MATERIE OGGETTO DELLA PROFESSIONE DEI DOTTORI COMMERCIALISTI E DEGLI ESPERTI CONTABILI

Dettagli

COMUNE DI ARZERGRANDE (Provincia di Padova) REGOLAMENTO DEI CONTROLLI INTERNI

COMUNE DI ARZERGRANDE (Provincia di Padova) REGOLAMENTO DEI CONTROLLI INTERNI COMUNE DI ARZERGRANDE (Provincia di Padova) REGOLAMENTO DEI CONTROLLI INTERNI Il presente regolamento: - è stato approvato con deliberazione del Consiglio Comunale n. 03 del 22/01/2013; - è stato pubblicato

Dettagli

Il controllo interno delle imprese

Il controllo interno delle imprese Corso di International Accounting Università degli Studi di Parma - Facoltà di Economia (Modulo 1 e Modulo 2) LAMIB Il controllo interno delle imprese Anno Accademico 2009-2010 1 SISTEMA DI CONTROLLO IL

Dettagli

I Consigli di Amministrazione delle società quotate in Italia Trend, Caratteristiche, Background dei Consiglieri

I Consigli di Amministrazione delle società quotate in Italia Trend, Caratteristiche, Background dei Consiglieri I Consigli di Amministrazione delle società quotate in Italia Trend, Caratteristiche, Background dei Consiglieri Enzo De Angelis Partner Spencer Stuart Responsabile Board Services Practice Roma. 21 Novembre

Dettagli

REGOLAMENTO RELATIVO ALLA ELEZIONE ED ATTRIBUZIONI DEI RAPPRESENTANTI DEI LAVORATORI PER LA SICUREZZA DEL COMPARTO DELLA ASL VITERBO

REGOLAMENTO RELATIVO ALLA ELEZIONE ED ATTRIBUZIONI DEI RAPPRESENTANTI DEI LAVORATORI PER LA SICUREZZA DEL COMPARTO DELLA ASL VITERBO REGIONE LAZIO AZIENDA SANITARIA LOCALE VITERBO REGOLAMENTO RELATIVO ALLA ELEZIONE ED ATTRIBUZIONI DEI RAPPRESENTANTI DEI LAVORATORI PER LA SICUREZZA DEL COMPARTO DELLA ASL VITERBO REVISIONE DATA 0 15.06.2004

Dettagli

COMPOSIZIONE QUALITATIVA E QUANTITATIVA OTTIMALE DEL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE

COMPOSIZIONE QUALITATIVA E QUANTITATIVA OTTIMALE DEL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE COMPOSIZIONE QUALITATIVA E QUANTITATIVA OTTIMALE DEL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE APRILE 2015 1 INDICE 1 INTRODUZIONE... 3 2 OBIETTIVI DEL DOCUMENTO... 4 3 PROFILO TEORICO DEL CONSIGLIERE... 5 3.1 Ruoli

Dettagli

IL SISTEMA DI CONTROLLO INTERNO

IL SISTEMA DI CONTROLLO INTERNO http://www.sinedi.com ARTICOLO 27 OTTOBRE 2008 IL SISTEMA DI CONTROLLO INTERNO PRODUZIONE DI VALORE E RISCHIO D IMPRESA Nel corso del tempo, ogni azienda deve gestire un adeguato portafoglio di strumenti

Dettagli

REGOLAMENTO PER IL FUNZIONAMENTO DEL COMITATO UNICO DI GARANZIA DELL AMMINISTRAZIONE COMUNALE DI RACCONIGI

REGOLAMENTO PER IL FUNZIONAMENTO DEL COMITATO UNICO DI GARANZIA DELL AMMINISTRAZIONE COMUNALE DI RACCONIGI REGOLAMENTO PER IL FUNZIONAMENTO DEL COMITATO UNICO DI GARANZIA DELL AMMINISTRAZIONE COMUNALE DI RACCONIGI Art. 1 Oggetto del Regolamento Il presente regolamento disciplina l attività del Comitato Unico

Dettagli

Codice di Comportamento

Codice di Comportamento Approvato con deliberazione del Consiglio di Amministrazione n. 15 del 3 maggio 2005 e successivamente modificato con deliberazione n. 12 del 2 marzo 2009 Indice Premessa 1 Codice Etico 2 Regolamento gare

Dettagli

Gli Amministratori di società quotate

Gli Amministratori di società quotate CORSO DI CORPORATE GOVERNANCE Gli Amministratori di società quotate Prof. Alberto Nobolo 1 Le fonti: - Codice civile 1942 modificato dal D. Lgs. n. 6/2003 Art. 2364, co. 1, nn. 2 e 3: nomina/revoca/attribuzione

Dettagli

ISA 610 e ISA 620 L'utilizzo durante la revisione dei revisori interni e degli esperti. Corso di revisione legale dei conti progredito

ISA 610 e ISA 620 L'utilizzo durante la revisione dei revisori interni e degli esperti. Corso di revisione legale dei conti progredito ISA 610 e ISA 620 L'utilizzo durante la revisione dei revisori interni e degli esperti. Corso di revisione legale dei conti progredito 1 ISA 610 USING THE WORK OF INTERNAL AUDITORS Questo principio tratta

Dettagli

Investimenti e Sviluppo S.p.A.

Investimenti e Sviluppo S.p.A. MAZARS & GUÉRARD Investimenti e Sviluppo S.p.A. Relazione della società di revisione sulla congruità del prezzo di emissione delle azioni relative all aumento di Capitale Sociale con esclusione del diritto

Dettagli

ωεχϖβνµθωερτψυιοπ ασδφγηϕκτψυιοπασδφγηϕκλζξχϖβνµθ ερτψυιοπασδφγηϕκλζξχϖβνµθωερτψυι οπασδφγηϕκλζξχϖβνµθωερτψυιοπασδ

ωεχϖβνµθωερτψυιοπ ασδφγηϕκτψυιοπασδφγηϕκλζξχϖβνµθ ερτψυιοπασδφγηϕκλζξχϖβνµθωερτψυι οπασδφγηϕκλζξχϖβνµθωερτψυιοπασδ ωεχϖβνµθωερτψυιοπ ασδφγηϕκτψυιοπασδφγηϕκλζξχϖβνµθ ωερτψυιοπασδφγηϕκλζξχϖβνµθωερτψ υιοπασδφγηϕκλζξχϖβνµθωερτψυιοπασ δφγηϕκλζξχϖβνµθωερτψυιοπασδφγηϕκ λζξχϖβνµθωερτψυιοπασδφγηϕκλζξχϖ βνµθωερτψυιοπασδφγηϕκλζξχϖβνµθω

Dettagli

CODICE DI CORPORATE GOVERNANCE DI GRUPPO

CODICE DI CORPORATE GOVERNANCE DI GRUPPO CODICE DI CORPORATE GOVERNANCE DI GRUPPO REVISIONE DICEMBRE 2011 INDICE PREMESSA..... pag. 4 A) REGOLE DI FUNZIONAMENTO DEGLI ORGANI GESTORI DI UNIPOL GRUPPO FINANZIARIO S.p.A...... pag. 6 A.1 CONSIGLIO

Dettagli

Manuale del Sistema di Gestione Integrato per la Qualità e l Ambiente INDICE

Manuale del Sistema di Gestione Integrato per la Qualità e l Ambiente INDICE Pag. 1 di 5 RESPONSABILITÀ DELLA DIREZIONE INDICE 1. Scopo... 2 2. Principi guida... 2 3. Politica per la qualità e l Ambiente... 2 4. Pianificazione... 2 5. Responsabilità, autorità e comunicazione...

Dettagli

Consiglio di Amministrazione di ERG S.p.A.

Consiglio di Amministrazione di ERG S.p.A. Consiglio di Amministrazione di ERG S.p.A. 1 BOARD PERFORMANCE REVIEW 2013 Documento di supporto predisposto dal Comitato Nomine e Compensi 2 2 Composizione del Consiglio di Amministrazione (al 31 dicembre

Dettagli

Nuova edizione del Codice di Autodisciplina

Nuova edizione del Codice di Autodisciplina Comitato per la Corporate Governance Nuova edizione del Codice di Autodisciplina Gabriele Galateri di Genola e Domenico Siniscalco Milano, 5 dicembre 2011 Il nuovo Comitato per la Corporate Governance

Dettagli

COMUNE DI SAN GILLIO PROVINCIA DI TORINO. Art. 1

COMUNE DI SAN GILLIO PROVINCIA DI TORINO. Art. 1 REGOLAMENTO DEI CONTROLLI INTERNI COMUNE DI SAN GILLIO PROVINCIA DI TORINO TITOLO I - PRINCIPI GENERALI Finalità e Ambito di applicazione Art. 1 Il presente Regolamento disciplina - in coordinamento con

Dettagli

REGOLAMENTO DI ORGANIZZAZIONE E FUNZIONAMENTO DELLE SEZIONI TERRITORIALI

REGOLAMENTO DI ORGANIZZAZIONE E FUNZIONAMENTO DELLE SEZIONI TERRITORIALI REGOLAMENTO DI ORGANIZZAZIONE E FUNZIONAMENTO DELLE SEZIONI TERRITORIALI dell AISLA Onlus Associazione Italiana Sclerosi Laterale Amiotrofica Organizzazione non lucrativa di utilità sociale Indice Titolo

Dettagli

Registro determinazioni n. 1275 Documento composto da n. 4 pagine Firmato con firma digitale ai sensi del D.Lgs. 82/2005 COMUNE DI TREVISO

Registro determinazioni n. 1275 Documento composto da n. 4 pagine Firmato con firma digitale ai sensi del D.Lgs. 82/2005 COMUNE DI TREVISO Registro determinazioni n. 1275 Documento composto da n. 4 pagine Firmato con firma digitale ai sensi del D.Lgs. 82/2005 COMUNE DI TREVISO area: codice ufficio: 102 SERVIZIO DI STAFF CONTROLLI R.A.S.S.

Dettagli

"Paolo Baffi" Centre on International Markets, Money and Regulation

Paolo Baffi Centre on International Markets, Money and Regulation Centro Permanente di Ricerca Permanent Research Centre Acronimo BAFFI CENTRE Denominazione "Paolo Baffi" Centre on International Markets, Money and Regulation Oggetto di attività Economia e diritto dei

Dettagli

FNM SpA Linee di Indirizzo del Sistema di Controllo Interno e Gestione dei Rischi

FNM SpA Linee di Indirizzo del Sistema di Controllo Interno e Gestione dei Rischi FNM SpA Linee di Indirizzo del Sistema di Controllo Interno e Gestione dei Rischi Approvate dal Consiglio di Amministrazione in data 17 aprile 2014 Linee di Indirizzo del SCIGR 1. Premessa Il Sistema di

Dettagli

AIFI. CODICE INTERNO DI COMPORTAMENTO per Investment Companies di private equity (contenuto minimo)

AIFI. CODICE INTERNO DI COMPORTAMENTO per Investment Companies di private equity (contenuto minimo) AIFI ASSOCIAZIONE ITALIANA DEL PRIVATE EQUITY E VENTURE CAPITAL CODICE INTERNO DI COMPORTAMENTO per Investment Companies di private equity (contenuto minimo) Indice LINEE GUIDA PER L ADOZIONE DEL PRESENTE

Dettagli

Comune di Montagnareale Provincia di Messina

Comune di Montagnareale Provincia di Messina REGOLAMENTO PER LA NOMINA ED IL FUNZIONAMENTO DELLA COMMISSIONE CONSILIARE PERMANENTE PER L ESAME DELLE NORME REGOLAMENTARI DELL ENTE INDICE Art. 1 - Oggetto del regolamento- definizioni. Art. 2 - Composizione,

Dettagli

R E G O L A M E N T O C O M U N A L E S U I

R E G O L A M E N T O C O M U N A L E S U I COMUNE DI REGGELLO PROVINCIA DI FIRENZE Allegato alla delibera del Consiglio Comunale n. 05 del 08 gennaio 2013 IL VICE SEGRETARIO COMUNALE R E G O L A M E N T O C O M U N A L E S U I C O N T R O L L I

Dettagli

Davide Campari-Milano S.p.A. Relazione del Consiglio di Amministrazione in ordine alle materie all Ordine del Giorno dell Assemblea degli azionisti

Davide Campari-Milano S.p.A. Relazione del Consiglio di Amministrazione in ordine alle materie all Ordine del Giorno dell Assemblea degli azionisti Davide Campari-Milano S.p.A. Relazione del Consiglio di Amministrazione in ordine alle materie all Ordine del Giorno dell Assemblea degli azionisti del 30 aprile 2013, ai sensi dell articolo 125-ter del

Dettagli

Disciplinare del Controllo di gestione

Disciplinare del Controllo di gestione Disciplinare del Controllo di gestione INDICE CAPO I - PRINCIPI E FINALITA ART. 1 Oggetto del Disciplinare pag. 3 ART. 2 Il controllo di gestione pag. 3 CAPO II - CONTABILITA ANALITICA ART. 3- Organizzazione

Dettagli

REGOLAMENTO DI DISCIPLINA DELLA VALUTAZIONE, INTEGRITA E TRASPARENZA DELLA PERFORMANCE

REGOLAMENTO DI DISCIPLINA DELLA VALUTAZIONE, INTEGRITA E TRASPARENZA DELLA PERFORMANCE COMUNE DI GAGGIO MONTANO Provin cia di Bologn a REGOLAMENTO DI DISCIPLINA DELLA VALUTAZIONE, INTEGRITA E TRASPARENZA DELLA PERFORMANCE Approvat o c on De libe raz ione Giunt a Munic ipale n. 1 5 6 in dat

Dettagli

PROCEDURE PER L APPROVAZIONE DELLA POLITICA DI REMUNERAZIONE

PROCEDURE PER L APPROVAZIONE DELLA POLITICA DI REMUNERAZIONE 31 della dicembre politica 2008 di PROCEDURE PER L APPROVAZIONE DELLA POLITICA DI REMUNERAZIONE 1. Premessa Il presente documento ("Procedure per l approvazione della politica di, per brevità, le Procedure

Dettagli

PIANO DELLA PERFORMANCE

PIANO DELLA PERFORMANCE PIANO DELLA PERFORMANCE PROGRAMMI E PROGETTI DELL AMMINISTRAZIONE PER IL PERIODO 2011-2012 - 2013 L Albero della Performance Consiglio Comunale Piano di mandato Sindaco e Giunta Comunale Piano della Performance

Dettagli

Chi è il Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza RLS

Chi è il Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza RLS Chi è il Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza RLS Definizione di RLS (Art 2, comma 1, lettera i) del D.Lgs. 9 aprile 2008, n. 81) persona eletta o designata per rappresentare i lavoratori per

Dettagli

Metodologie per l identificazione e la qualificazione del rischio nell attività del Collegio Sindacale

Metodologie per l identificazione e la qualificazione del rischio nell attività del Collegio Sindacale Metodologie per l identificazione e la qualificazione del rischio nell attività del Collegio Sindacale Prof. Valter Cantino Università degli Studi di Torino 1 IL RIFERIMENTO ALLA GESTIONE DEL RISCHIO NELLE

Dettagli

I principi guida dell Amministratore Indipendente

I principi guida dell Amministratore Indipendente S.A.F. SCUOLA DI ALTA FORMAZIONE Amministratori Indipendenti I principi guida dell Amministratore Indipendente Franco Morganti 23 Ottobre 2009 Milano Sala Falck, Fondazione Ambrosianeum Profilo Franco

Dettagli

IL SISTEMA DI MISURAZIONE E VALUTAZIONE DELLA PERFORMANCE

IL SISTEMA DI MISURAZIONE E VALUTAZIONE DELLA PERFORMANCE IL SISTEMA DI MISURAZIONE E VALUTAZIONE DELLA PERFORMANCE Come indicato nel Piano Annuale della Performance (P.A.P.), predisposto a partire dall anno 2015, l Azienda annualmente esplicita gli obiettivi,

Dettagli

Modello dei controlli di secondo e terzo livello

Modello dei controlli di secondo e terzo livello Modello dei controlli di secondo e terzo livello Vers def 24/4/2012_CLEN INDICE PREMESSA... 2 STRUTTURA DEL DOCUMENTO... 3 DEFINIZIONE DEI LIVELLI DI CONTROLLO... 3 RUOLI E RESPONSABILITA DELLE FUNZIONI

Dettagli

ESTRATTO DELLA POLITICA PER LA GESTIONE DELLE SITUAZIONI DI CONFLITTO DI INTERESSE GENERALI Investments Europe S.p.A. SGR

ESTRATTO DELLA POLITICA PER LA GESTIONE DELLE SITUAZIONI DI CONFLITTO DI INTERESSE GENERALI Investments Europe S.p.A. SGR ESTRATTO DELLA POLITICA PER LA GESTIONE DELLE SITUAZIONI DI CONFLITTO DI INTERESSE GENERALI Investments Europe S.p.A. SGR Politica per la gestione dei conflitti d interesse di GENERALI INVESTMENTS EUROPE

Dettagli

REGOLAMENTO PER L ISTITUZIONE E L APPLICAZIONE DEL SISTEMA DI MISURAZIONE E VALUTAZIONE DELLA PERFORMANCE

REGOLAMENTO PER L ISTITUZIONE E L APPLICAZIONE DEL SISTEMA DI MISURAZIONE E VALUTAZIONE DELLA PERFORMANCE REGOLAMENTO PER L ISTITUZIONE E L APPLICAZIONE DEL SISTEMA DI MISURAZIONE E VALUTAZIONE DELLA PERFORMANCE Approvato con delibera di Giunta Comunale n. 22 del 20.04.2011 in vigore dal 26.05.2011 TITOLO

Dettagli

1. PREMESSE 2. OGGETTO DEL CODICE

1. PREMESSE 2. OGGETTO DEL CODICE CODICE DI COMPORTAMENTO IN MATERIA DI OPERAZIONI EFFETTUATE SU AZIONI DADA E STRUMENTI FINANZIARI AD ESSE COLLEGATI 1 1. PREMESSE Il presente Codice di Comportamento di DADA S.p.A. è adottato anche ai

Dettagli

STATUTO DELLA FONDAZIONE R.E TE. IMPRESE ITALIA

STATUTO DELLA FONDAZIONE R.E TE. IMPRESE ITALIA STATUTO DELLA FONDAZIONE R.E TE. IMPRESE ITALIA Articolo 1. Denominazione e sede. Su iniziativa dell Associazione R.E TE. Imprese Italia è costituita la Fondazione R.E TE. Imprese Italia, con sede in Roma.

Dettagli

MANUALE DELLA QUALITÀ Pag. 1 di 6

MANUALE DELLA QUALITÀ Pag. 1 di 6 MANUALE DELLA QUALITÀ Pag. 1 di 6 INDICE GESTIONE DELLE RISORSE Messa a disposizione delle risorse Competenza, consapevolezza, addestramento Infrastrutture Ambiente di lavoro MANUALE DELLA QUALITÀ Pag.

Dettagli

REGOLAMENTO DELLA CONSULTA COMUNALE PER L AMBIENTE

REGOLAMENTO DELLA CONSULTA COMUNALE PER L AMBIENTE REGOLAMENTO DELLA CONSULTA COMUNALE PER L AMBIENTE approvato con approvato con deliberazione di Consiglio Comunale n. 18 del 14/02/2005 Pagina 1 di 5 Art. 1 ISTITUZIONE Il Comune di Bari istituisce la

Dettagli

REGOLAMENTO PROVINCIALE SUL PIANO DELLA PERFORMANCE E SUI SISTEMI DI MISURAZIONE E VALUTAZIONE

REGOLAMENTO PROVINCIALE SUL PIANO DELLA PERFORMANCE E SUI SISTEMI DI MISURAZIONE E VALUTAZIONE Approvato con Deliberazione di Giunta Provinciale n. 132 del 13.07.2011 REGOLAMENTO PROVINCIALE SUL PIANO DELLA PERFORMANCE E SUI SISTEMI DI MISURAZIONE E VALUTAZIONE ART. 1 FINALITÀ La Provincia di Brindisi,

Dettagli

Il Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza R.L.S. nel Decreto Legislativo 81/08 e 106/09 Articoli 48 e 50

Il Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza R.L.S. nel Decreto Legislativo 81/08 e 106/09 Articoli 48 e 50 Il Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza R.L.S. nel Decreto Legislativo 81/08 e 106/09 Articoli 48 e 50 Beppe Baffert USR CISL Piemonte . Nelle aziende con più di 15 lavoratori il RLS è eletto,

Dettagli

Sunshine Capital Investments S.p.A. Regolamento del COMITATO PER GLI INVESTIMENTI

Sunshine Capital Investments S.p.A. Regolamento del COMITATO PER GLI INVESTIMENTI Sunshine Capital Investments S.p.A. Regolamento del COMITATO PER GLI INVESTIMENTI 1 Premessa Il presente Regolamento disciplina il funzionamento del Comitato per gli Investimenti di Sunshine Capital Investments

Dettagli

ITALMOBILIARE SOCIETA PER AZIONI

ITALMOBILIARE SOCIETA PER AZIONI ITALMOBILIARE SOCIETA PER AZIONI COMUNICATO STAMPA Convocazione di Assemblea Gli aventi diritto al voto nell Assemblea degli azionisti ordinari di Italmobiliare S.p.A. sono convocati in Assemblea ordinaria

Dettagli

S i s t e m a d i v a l u t a z i o n e d e l l e p r e s t a z i o n i d e i d i p e n d e n t i

S i s t e m a d i v a l u t a z i o n e d e l l e p r e s t a z i o n i d e i d i p e n d e n t i S i s t e m a d i v a l u t a z i o n e d e l l e p r e s t a z i o n i d e i d i p e n d e n t i P r o d o t t o d a A l b e r t o P a o l i n i G r o s s e t o P a r c h e g g i s r l V e n g o n o p

Dettagli

Piano di Sviluppo Competenze

Piano di Sviluppo Competenze Piano di Sviluppo Competenze La proprietà e i diritti d'autore di questo documento e dei suoi allegati appartengono a RES. Le informazioni in esso contenute sono strettamente confidenziali. Il documento,

Dettagli

Codice di comportamento dei Soggetti rilevanti della Monrif S.p.A. e delle societa' controllate dalla Monrif S.p.A. "Internal Dealing"

Codice di comportamento dei Soggetti rilevanti della Monrif S.p.A. e delle societa' controllate dalla Monrif S.p.A. Internal Dealing Codice di comportamento dei Soggetti rilevanti della Monrif S.p.A. e delle societa' controllate dalla Monrif S.p.A. "Internal Dealing" Premessa A seguito del recepimento della direttiva Market Abuse con

Dettagli

QUESTIONARIO 3: MATURITA ORGANIZZATIVA

QUESTIONARIO 3: MATURITA ORGANIZZATIVA QUESTIONARIO 3: MATURITA ORGANIZZATIVA Caratteristiche generali 0 I R M 1 Leadership e coerenza degli obiettivi 2. Orientamento ai risultati I manager elaborano e formulano una chiara mission. Es.: I manager

Dettagli

Programma triennale per la trasparenza e l integrità 2014-2016. Giunta regionale Giornata della trasparenza 22 dicembre 2014 Palazzo Silone L Aquila

Programma triennale per la trasparenza e l integrità 2014-2016. Giunta regionale Giornata della trasparenza 22 dicembre 2014 Palazzo Silone L Aquila Programma triennale per la trasparenza e l integrità 2014-2016 Giunta regionale Giornata della trasparenza 22 dicembre 2014 Palazzo Silone L Aquila Percorso elaborazione ed approvazione PTTI 2014-2016

Dettagli

Fortune. Strategia per l esercizio dei diritti inerenti agli strumenti finanziari degli OICR gestiti. Unifortune Asset Management SGR SpA

Fortune. Strategia per l esercizio dei diritti inerenti agli strumenti finanziari degli OICR gestiti. Unifortune Asset Management SGR SpA Unifortune Asset Management SGR SpA diritti inerenti agli strumenti finanziari degli OICR gestiti Approvata dal Consiglio di Amministrazione del 26 maggio 2009 1 Premessa In attuazione dell art. 40, comma

Dettagli