HEALTH MANAGEMENT ISTITUTO DI MANAGEMENT SANITARIO FIRENZE

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1 1 OGGETTO TURNI DI GUARDIA E LAVORO STRAORDINARIO QUESITO (posto in data 14 agosto 2013 ) Possono essere imposti da parte dell'amministrazione e con il consenso del responsabile di struttura complessa, turni di guardia a pagamento (come straordinario), anche senza il consenso delle organizzazioni sindacali? I colleghi che non approvano tale scelta possono avere ripercussioni sulla retribuzione di risultato? RISPOSTA (inviata in data 15 agosto 2013) La risposta alla prima domanda è senz altro positiva, perché quanto richiesto dall Amministrazione rientra in quei poteri di organizzazione che l articolo 5 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, nel testo modificato dal decreto legislativo 27 ottobre 2009, n. 150, conferisce alle amministrazioni pubbliche. Il citato articolo 5 dispone infatti che Nell'ambito delle leggi e degli atti organizzativi che le amministrazioni pubbliche devono adottare per disciplinare il proprio assetto interno, le determinazioni per l'organizzazione degli uffici, le misure inerenti alla gestione dei rapporti di lavoro sono assunte in via esclusiva dagli organi preposti alla gestione con la capacità e i poteri del privato datore di lavoro, fatti salvi la sola informazione ai sindacati per le determinazioni relative all'organizzazione degli uffici ovvero, limitatamente alle misure riguardanti i rapporti di lavoro, l'esame congiunto, ove previsti nei contratti nazionali di lavoro. Rientrano, in particolare, nell'esercizio dei poteri dirigenziali le misure inerenti la gestione delle risorse umane, nel rispetto del principio di pari opportunità, nonché la direzione e l'organizzazione del lavoro nell'ambito degli uffici.

2 2 Va peraltro aggiunto che la normativa contrattuale della dirigenza medica in materia di orario di lavoro dispone che Nell'ambito dell'assetto organizzativo dell'azienda, i dirigenti assicurano la propria presenza in servizio ed il proprio tempo di lavoro, articolando in modo flessibile l'impegno di servizio per correlarlo alle esigenze della struttura cui sono preposti ed all'espletamento dell'incarico affidato, in relazione agli obiettivi e programmi da realizzare, definendo l orario di lavoro ed i piani per assicurare le emergenze in atti aziendali che devono essere adottati previa concertazione con le organizzazioni sindacali. I volumi prestazionali richiesti all'equipe ed i relativi tempi di attesa massimi per la fruizione delle prestazioni stesse vengono definiti con le procedure stabilite dall'articolo 65, comma 6 del CCNL 5 dicembre 1996 (che disciplina la gestione per budget) nell'assegnazione degli obiettivi annuali ai dirigenti di ciascuna unità operativa, stabilendo la previsione oraria per la realizzazione di detti programmi. L'impegno di servizio necessario per il raggiungimento degli obiettivi prestazionali eccedenti l'orario contrattuale è negoziato con le procedure e per gli effetti dell'articolo 65, comma 6 citato. (CCNL 2002_2005,articolo 14, comma 1) La normativa contrattuale richiama il principio della flessibilità, che è riconducibile ai principi generali sanciti dall articolo 2104 del codice civile per quanto concerne il lavoro dipendente (Il prestatore di lavoro deve usare la diligenza richiesta dalla natura della prestazione dovuta, dall'interesse dell'impresa e da quello superiore della produzione nazionale. Deve inoltre osservare le disposizioni per l'esecuzione e per la disciplina del lavoro impartite dall'imprenditore e dai collaboratori di questo dai quali gerarchicamente dipende). codice civile che costituisce fonte primaria nella disciplina dei rapporti di lavoro dei dipendenti pubblici, come esplicitamente precisato dal comma 2 dell articolo 2 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165 I rapporti di lavoro dei dipendenti delle amministrazioni pubbliche sono disciplinati dalle disposizioni del capo I, titolo II, del libro V del codice civile e dalle leggi sui rapporti di lavoro subordinato nell'impresa, fatte salve le diverse disposizioni contenute nel presente decreto che costituiscono disposizioni a carattere imperativo. In sintesi rifiutarsi di ottemperare a quanto richiesto, coprire alcuni turni di guardia utilizzando ore di lavoro straordinario retribuite come tali, può configurarsi come illecito disciplinare e comportare sanzioni

3 3 che vanno ben oltre la perdita della retribuzione di risultato. Questo ovviamente in linea di principio, ed interpretando una evoluzione normativa che pone in primo piano le fonti normative rispetto alle fonti contrattuali nella disciplina del rapporto di lavoro. Non si può prescindere purtroppo dal fatto che anche in relazione alla crisi economica ed alle misure di contenimento dei costi del lavoro nelle amministrazioni pubbliche tutti i dipendenti pubblici, e tra questi anche i medici dipendenti del SSN, hanno visto ridotte se non addirittura cancellate prerogative e tutele che fino a qualche anno fa sarebbe stato del tutto impensabile mettere in discussione. Ovviamente le conseguenze di un rifiuto che dovesse essere opposto ad una richiesta che in sé non appare irricevibile (a meno che tale richiesta non si esprima in termini quantitativi inaccettabili) dipendono dal contesto specifico, dagli stili di direzione adottati, dalla qualità dei rapporti interpersonali, in sostanza da una serie di variabili che determinano l organizzazione di fatto, a volte molto diversa da quella che le norme ed i regolamenti disegnano. L unica difesa che appare possibile è l esercizio di un ruolo forte da parte delle organizzazioni sindacali aziendali, che possa e sappia rappresentare alla direzione generale un aspetto scarsamente preso in considerazione del citato articolo 5 del decreto legislativo 165, che troppo spesso le amministrazioni pubbliche interpretano quale legittimazione di un potere assoluto dimenticando che lo stesso articolo 5 precisa che il potere di organizzazione deve essere esercitato nell ambito delle leggi e degli atti adottati dalle amministrazioni pubbliche per disciplinare il proprio assetto interno. Lo spazio possibile di intervento delle organizzazioni sindacali non è pertanto sul singolo e specifico provvedimento, ma nel precisare, nell ambito del regolamento aziendale che disciplina la continuità assistenziale, le guardie e le pronte disponibilità, in quale misura possono essere utilizzati gli istituti che si applicano quando l orario contrattuale non è sufficiente ad assicurare tutte le attività che devono essere svolte per raggiungere gli obiettivi assegnati (lavoro straordinario, recupero orario, prestazioni aggiuntive).

4 4 INDICAZIONI OPERATIVE Occorre in primo luogo verificare se le linee guida regionali in materia di continuità assistenziale definiscono criteri e impongono vincoli specifici che rendano ad esempio impossibile utilizzare l articolo 55 del CCNL che consente di retribuire i turni di guardia al di fuori dell orario contrattuale in maniera molto più remunerativa di quanto non sia la retribuzione oraria come lavoro straordinario. In secondo luogo è ovviamente necessario analizzare il regolamento aziendale in materia di continuità assistenziale per verificare quali spazi sono in esso lasciati all utilizzo di istituti alternativi rispetto al lavoro straordinario. Acquisiti così gli elementi di conoscenza essenziali le organizzazioni sindacali aziendali devono richiedere un incontro al direttore generale, nell ambito del quale proporre integrazioni e modifiche al regolamento aziendale in materia di emergenza che disciplinino in maniera più favorevole ai medici interessati le modalità di copertura dei turni. Interessante notare a questo riguardo che il comma 1 dell articolo 28 del CCNL 10 febbraio 2004, che disciplina il lavoro straordinario, precisa che Il lavoro straordinario non può essere utilizzato come fattore ordinario di programmazione del lavoro. Le relative prestazioni hanno carattere eccezionale e devono rispondere ad effettive esigenze di servizio. L applicazione letterale di questa norma consentirebbe l utilizzo del lavoro straordinario per coprire turni di guardia come opzione eccezionale a fronte di situazioni non prevedibili, nelle quali l esigenza di assicurare comunque la continuità assistenziale rende possibile ricorrere a questa modalità di lavoro, ed aprirebbe spazi per concordare con la direzione aziendale l utilizzo di altri istituti per far fronte ad esigenze connesse con evidenti carenze della dotazione organica. Anche se l esito di una negoziazione in questa direzione non è certo scontato, quantomeno esistono i presupposti giuridici per porre il problema e proporre soluzioni alternative. L indicazione sostanziale è in sintesi quella di risolvere il problema non a livello di unità operativa, né tantomeno a livello personale, ma nell ambito di regolamenti che in maniera trasparente ed obiettiva stabiliscano criteri, principi e procedure che siano vincolanti per tutti.

5 5 RIFERIMENTI NORMATIVI NORME DI CARATTERE GENERALE IN MATERIA DI TURNI L articolazione della presenza del personale in turni di servizio è materia che da sempre è stata oggetto di attenzione nella normativa contrattuale che disciplina il rapporto di lavoro. Già nel DPR 25 giugno 1983, n. 348 (il primo contratto di lavoro, di natura pubblicistica, del personale delle unità sanitarie locali) l articolo 6, avente ad oggetto turni di servizio ed organizzazione del lavoro, disponeva: Allo scopo di accrescere la qualità e la produttività dei servizi, l'organizzazione del lavoro può essere basata su più turni giornalieri e deve tendere alla utilizzazione delle strutture nell'arco della settimana e, in prospettiva, alla copertura delle esigenze di servizio, dove necessario, anche nell'arco delle 24 ore, mediante opportuno adeguamento degli organici salva la normativa vigente in materia. Gli orari e i turni di lavoro devono essere stabiliti ai sensi dell'articolo 32 del decreto del Presidente della Repubblica n. 761/1979 tenendo conto della necessità di una razionale ed economica distribuzione del personale in relazione alle esigenze degli utenti e sulla base di criteri generali concordati con le organizzazioni sindacali interessate. Il personale è tenuto a svolgere la propria attività nell'ambito del complesso dei presidi, servizi e uffici della unità sanitaria locale, nel rispetto dei diritti di ciascuna posizione funzionale e profilo professionale. L'organizzazione del lavoro deve proporsi di conseguire la presenza attiva dei medici nei servizi almeno per 12 ore diurne, valorizzando le funzioni degli aiuti corresponsabili e dei coadiutori. Per il personale medico pertanto nei servizi ove ciò è richiesto la distribuzione degli operatori deve essere operata su due turni, comprimendo al massimo il ricorso agli istituti della guardia medica e della pronta disponibilità.

6 6 NORME DI CARATTERE GENERALE IN MATERIA DI TURNI Il lavoro deve essere organizzato in modo da valorizzare il ruolo interdisciplinare delle équipe e la responsabilità di ogni operatore nell'assolvimento dei propri compiti istituzionali. Sulla base dei criteri stabiliti dal comitato di gestione gli orari ed i turni di servizio saranno definiti dall'ufficio di direzione, su proposta del responsabile del servizio o presidio multizonale, previo confronto con le organizzazioni sindacali interessate. Nel richiamato articolo 32 del DPR 20 dicembre 1979, n.761, per quanto concerne l articolazione dei turni di servizio si legge Gli orari e i turni di lavoro devono essere stabiliti tenendo conto delle necessità di una razionale ed economica utilizzazione e distribuzione del personale in relazione alle esigenze degli utenti e sulla base di criteri generali concordati con le organizzazioni sindacali interessate. I principi chiave cui deve riferirsi l organizzazione del lavoro e specificamente l articolazione dei turni di servizio richiamati in quel primo contratto nazionale di lavoro sono riconducibili ai seguenti: la razionalità (che si esprime in una equilibrata ripartizione) l economicità (riducendo al minimo il ricorso ad istituti che comportano costi aggiuntivi, quali la guardia e la reperibilità) il rispetto delle esigenze degli utenti il confronto con le organizzazioni sindacali interessate Principi sostanzialmente ad essi sovrapponibili sono enunciati nell articolo 2 del decreto legislativo 30 marzo 2001, che costituisce come noto il quadro normativo generale che disciplina il rapporto di lavoro dei dipendenti delle amministrazioni pubbliche 1. Le amministrazioni pubbliche definiscono, secondo principi generali fissati da disposizioni di legge e, sulla base dei medesimi, mediante atti organizzativi secondo i rispettivi ordinamenti, le linee fondamentali di organizzazione degli uffici; individuano gli uffici di maggiore rilevanza e i modi di conferimento della titolarità dei medesimi; determinano le dotazioni organiche complessive. Esse ispirano la loro organizzazione ai seguenti criteri:

7 7 NORME DI CARATTERE GENERALE IN MATERIA DI TURNI a) funzionalità rispetto ai compiti e ai programmi di attività, nel perseguimento degli obiettivi di efficienza, efficacia ed economicità. A tal fine, periodicamente e comunque all'atto della definizione dei programmi operativi e dell'assegnazione delle risorse, si procede a specifica verifica e ad eventuale revisione; b) ampia flessibilità, garantendo adeguati margini alle determinazioni operative e gestionali da assumersi per l organizzazione degli uffici e la gestione dei rapporti di lavoro; c) collegamento delle attività degli uffici, adeguandosi al dovere di comunicazione interna ed esterna, ed interconnessione mediante sistemi informatici e statistici pubblici; d) garanzia dell'imparzialità e della trasparenza dell'azione amministrativa, anche attraverso l'istituzione di apposite strutture per l'informazione ai cittadini e attribuzione ad un unico ufficio, per ciascun procedimento, della responsabilità complessiva dello stesso; e) armonizzazione degli orari di servizio e di apertura degli uffici con le esigenze dell'utenza e con gli orari delle amministrazioni pubbliche dei Paesi dell'unione europea. L attuale riferimento normativo in materia di orario di lavoro di un dirigente medico è l articolo 14 del CCNL 2002_2005, di seguito integralmente riportato.

8 8 CCNL 2002_2005 ARTICOLO 14 orario di lavoro dei dirigenti 1. Nell'ambito dell'assetto organizzativo dell'azienda, i dirigenti assicurano la propria presenza in servizio ed il proprio tempo di lavoro, articolando in modo flessibile l'impegno di servizio per correlarlo alle esigenze della struttura cui sono preposti ed all'espletamento dell'incarico affidato, in relazione agli obiettivi e programmi da realizzare, secondo modalità che devono essere stabilite dall azienda previa concertazione con le organizzazioni sindacali. I volumi prestazionali richiesti all'equipe ed i relativi tempi di attesa massimi per la fruizione delle prestazioni stesse vengono definiti con le procedure di budget con le quali si procede all'assegnazione degli obiettivi annuali ai dirigenti di ciascuna unità operativa, stabilendo la previsione oraria per la realizzazione di detti programmi. L'impegno di servizio necessario per il raggiungimento degli obiettivi prestazionali eccedenti l'orario dovuto contrattualmente è negoziato con le stesse procedure di budget. Sempre in sede di budget vengono individuati anche gli strumenti orientati a ridurre le liste di attesa. 2. L'orario di lavoro dei dirigenti è confermato in 38 ore settimanali, al fine di assicurare il mantenimento del livello di efficienza raggiunto dai servizi sanitari e per favorire lo svolgimento delle attività gestionali e/o professionali, correlate all'incarico affidato e conseguente agli obiettivi di budget negoziati a livello aziendale, nonché quelle di didattica, ricerca ed aggiornamento. 3. Il conseguimento degli obiettivi correlati all'impegno di servizio di cui ai commi 1 e 2 è verificato trimestralmente ai fini dell analisi del raggiungimento degli obiettivi di budget per la conseguente erogazione della retribuzione di risultato.

9 9 4. Nello svolgimento dell'orario di lavoro previsto per i dirigenti medici e veterinari, quattro ore dell'orario settimanale sono destinate ad attività non assistenziali, quali l'aggiornamento professionale, l'ecm, la partecipazione ad attività didattiche, la ricerca finalizzata.. Tale riserva di ore non rientra nella normale attività assistenziale, non può essere oggetto di separata ed aggiuntiva retribuzione. Essa va utilizzata di norma con cadenza settimanale ma, anche per particolari necessità di servizio, può essere cumulata in ragione di anno per impieghi come sopra specificati ovvero, infine, utilizzata anche per l'aggiornamento facoltativo in aggiunta agli otto giorni l anno di permesso retribuito per la partecipazione a convegni, congressi, corsi di aggiornamento facoltativi previsti dall'articolo 23, comma 1, del CCNL 5 dicembre Tale riserva va resa in ogni caso compatibile con le esigenze funzionali della struttura di appartenenza e non può in alcun modo comportare una mera riduzione dell'orario di lavoro. 5. L'azienda, con le procedure di budget, può utilizzare, in forma cumulata, 30 minuti settimanali delle quattro ore riservate ad attività non assistenziali, per un totale massimo di n. 26 ore annue, prioritariamente, per contribuire alla riduzione delle liste di attesa ovvero per il perseguimento di obiettivi assistenziali e di prevenzione definiti con le medesime procedure. 6. Ove per il raggiungimento degli obiettivi prestazionali eccedenti quelli negoziati in sede di budget, sia necessario un impegno aggiuntivo, l'azienda, sulla base delle linee di indirizzo che la Regione può emanare in questa materia, ed ove ne ricorrano i requisiti e le condizioni, può concordare con l'equipe interessata l'applicazione dell'istituto previsto dall'articolo 55, comma 2 del CCNL 1998_2001, che prevede la remunerazione dell impegno aggiuntivo richiesto come prestazioni aggiuntive in base al regolamento adottato dall azienda sulla base di criteri generali che devono essere stabiliti previa contrattazione con le organizzazioni sindacali aziendali. La misura della tariffa oraria da erogare per tali prestazioni è di 60,00 lordi. Nell'individuazione dei criteri generali per l'adozione di tale atto dovrà essere indicato che l'esercizio dell'attività libero professionale di cui all'articolo 55 comma 2 è possibile dopo aver garantito gli obiettivi prestazionali negoziati.

10 10 7. La presenza del dirigente medico nei servizi ospedalieri delle aziende nonché in particolari servizi del territorio individuati in sede aziendale con le procedure di cui al comma 1, deve essere assicurata nell'arco delle 24 ore e per tutti i giorni della settimana mediante una opportuna programmazione ed una funzionale e preventiva articolazione degli orari e dei turni di guardia. Con l'articolazione del normale orario di lavoro nell'arco delle dodici ore di servizio diurne, la presenza medica è destinata a far fronte alle esigenze ordinarie e di emergenza che avvengano nel medesimo periodo orario. L'azienda individua i servizi ove la presenza medica deve essere garantita attraverso una turnazione per la copertura dell'intero arco delle 24 ore. 10. Tutti i dirigenti medici, indipendentemente dall'esclusività del rapporto di lavoro, sono tenuti ad assicurare i servizi di guardia e di pronta disponibilità.

11 11 CCNL 2002_2005 ARTICOLO 16 Guardia 1. Nelle ore notturne e nei giorni festivi, la continuità assistenziale e le urgenze/emergenze dei servizi ospedalieri e, laddove previsto, di quelli territoriali, sono assicurate, nell ambito del piano aziendale per le urgenze ed emergenze che deve essere adottato dall azienda previa concertazione con le organizzazioni sindacali, mediante: a) il dipartimento di emergenza, se istituito, eventualmente integrato, ove necessario da altri servizi di guardia o di pronta disponibilità; b) la guardia medica di unità operativa o tra unità operative appartenenti ad aree funzionali omogenee e dei servizi speciali di diagnosi e cura; c) la guardia medica nei servizi territoriali ove previsto. 2. Il servizio di guardia medica è svolto all'interno del normale orario di lavoro. 3. Il servizio di guardia è assicurato da tutti i dirigenti esclusi quelli di struttura complessa. 4. Fermo restando che le Regioni possono dare indicazioni operative alle quali dovranno attenersi le singole aziende nell organizzazione della continuità assistenziale, le parti a titolo esemplificativo rinviano all'allegato 2 per quanto attiene alle tipologie assistenziali minime nelle quali deve essere prevista la guardia medica di unità operativa.

12 12 (CCNL 2002_2005, ALLEGATO 2) In riferimento all'articolo 16, in attesa dei criteri generali da emanarsi a cura delle singole Regioni per la razionalizzazione ed ottimizzazione delle attività connesse alla continuità assistenziale ed urgenza emergenza, le parti si danno atto che la guardia medica di unità operativa (divisionale) dovrebbe essere prevista almeno nelle seguenti tipologie assistenziali: ostetricia, pediatria con neonatologia; unità di terapia intensiva e semi intensiva (rianimatorie, cardiologiche, respiratorie, metaboliche); attività di alta specialità, di cui al decreto del Ministro della Salute del 29 gennaio Tale previsione riguarda anche le specialità di anestesia, laboratorio analisi e radiodiagnostica negli ospedali sede di dipartimento di urgenza ed emergenza di primo e secondo livello. Il servizio di guardia istituito per aree funzionali omogenee (interdivisionale) può essere previsto solo per aree che insistono sulla stessa sede. Il servizio di guardia notturno e quello festivo devono essere distribuiti in turni uniformi fra tutti i componenti l'equipe. Le parti si impegnano, inoltre, a perseguire modelli organizzativi per la razionalizzazione ed ottimizzazione dei servizi di guardia.

13 13 CCNL 10 febbraio 2004 Integrativo del CCNL Articolo 28 Lavoro straordinario 1. Il lavoro straordinario non può essere utilizzato come fattore ordinario di programmazione del lavoro. Le relative prestazioni hanno carattere eccezionale e devono rispondere ad effettive esigenze di servizio. 2. Le prestazioni di lavoro straordinario sono consentite ai soli dirigenti che non siano titolari di un incarico di struttura complessa, per i servizi di guardia e di pronta disponibilità nonché per altre attività non programmabili. Le ore di lavoro straordinario possono essere compensate a domanda del dirigente con riposi sostitutivi da fruire, compatibilmente con le esigenze del servizio, di regola entro il mese successivo. 3. Il fondo per la corresponsione dei compensi per il lavoro straordinario il fondo per il trattamento accessorio legato alle condizioni di lavoro. 4. Le aziende determinano le quote di risorse del fondo che, in relazione alle esigenze di servizio preventivamente programmate ovvero previste per fronteggiare situazioni ed eventi di carattere eccezionale, vanno assegnate alle articolazioni aziendali individuate dal decreto legislativo 502/ La misura oraria dei compensi per lavoro straordinario è determinata maggiorando la misura oraria di lavoro ordinario calcolata convenzionalmente dividendo per 156 i seguenti elementi retributivi : a) stipendio tabellare in godimento; b) indennità integrativa speciale n godimento; c) rateo di tredicesima mensilità delle due precedenti voci.

14 14 6. La maggiorazione di cui al comma 5 è pari al 15% per lavoro straordinario diurno, al 30% per lavoro straordinario prestato nei giorni festivi o in orario notturno (dalle ore 22 alle ore 6 del giorno successivo) ed al 50% per quello prestato in orario notturno festivo. 7. L istituto del lavoro straordinario non si applica ai dirigenti di struttura complessa, per i quali, non essendo previsto un orario di servizio, la retribuzione di posizione e di risultato deve tenere conto anche delle eventuali particolari condizioni di lavoro. POTERI DI ORGANIZZAZIONE Decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165 Norme generali sull'ordinamento del lavoro alle dipendenze delle amministrazioni pubbliche. ARTICOLO 5 Poteri di organizzazione 2. Nell'ambito delle leggi e degli atti organizzativi attraverso i quali le amministrazioni pubbliche definiscono, secondo principi generali fissati da disposizioni di legge e, sulla base dei medesimi, secondo i rispettivi ordinamenti, le linee fondamentali di organizzazione degli uffici; individuano gli uffici di maggiore rilevanza e i modi di conferimento della titolarità dei medesimi; determinano le dotazioni organiche complessive, le determinazioni per l'organizzazione degli uffici e le misure inerenti alla gestione dei rapporti di lavoro sono assunte in via esclusiva dagli organi preposti alla gestione con la capacità e i poteri del privato datore di lavoro, fatta salva la sola informazione ai sindacati, ove prevista nei contratti collettivi di lavoro. Rientrano, in particolare, nell'esercizio dei poteri dirigenziali le misure inerenti la gestione delle risorse umane nel rispetto del principio di pari opportunità, nonché la direzione, l'organizzazione del lavoro nell'ambito degli uffici

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