CONSIGLIO GENERALE CONFSAL

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1 CONFEDERAZIONE GENERALE SINDACATI AUTONOMI LAVORATORI CONSIGLIO GENERALE CONFSAL aprile 2016 LA CONFSAL DENUNCIA le gravi omissioni del Governo sulle POLITICHE ECONOMICHE, OCCUPAZIONALI, FISCALI, PREVIDENZIALI E CONTRATTUALI Relazione del Segretario Generale Marco Paolo Nigi 1

2 Colleghe, colleghi, amiche e amici, questo nostro Consiglio Generale cade subito dopo la presentazione al Parlamento da parte del Governo del documento di economia e finanza (DEF 2016) previsto dalla legge n. 39/2011. Ricordo a noi tutti che si tratta dell unico strumento organico di programmazione pluriennale economica e finanziaria. Pertanto, il documento 2016 riguarda la strategia economica e di finanza pubblica per il periodo e consta di tre sezioni: I Sezione il programma di stabilità con gli obiettivi di politica economica per un triennio; l aggiornamento delle previsioni per l anno finanziario 2016; l indicazione dell evoluzione economico-finanziaria internazionale; gli obiettivi programmatici. II Sezione L analisi e le tendenze della finanza pubblica nonché le indicazioni sulle modalità di copertura finanziaria degli interventi programmati. III Sezione Il programma nazionale di riforme con i provvedimenti organizzati per area di intervento. Il Governo Renzi, a distanza di due anni dal suo insediamento, non può più sottrarsi alla valutazione del suo operato di medio-breve periodo in relazione agli indicatori macro-economici e finanziari certificati dai suoi stessi 2

3 documenti ufficiali, comparati con quelli dell Eurozona e con quelli pubblicati dalle maggiori istituzioni e agenzie indipendenti italiane e internazionali. Le nuove previsioni su economia e finanza pubblica si possono sintetizzare come segue: PIL ,2% (-0,4% rispetto alla previsione del 2015); ,4% ,5% ,4% Debito pubblico (rispetto al PIL) ,4% (-0,3% rispetto al dato accertato del 2015 e +1% rispetto alla previsione del 2015) ,9% ,0% ,8% Indebitamento netto (rispetto al PIL) o ,3% (+0,1% rispetto alla previsione del 2015) o ,8% o ,9% o ,1% (pareggio di bilancio) Tasso di disoccupazione ,4% (-0,5% rispetto alla previsione del 2015) ,8% ,2% ,6% 3

4 Avanzo primario o ,7% (-0,3% rispetto alla previsione del 2015) o ,0% o ,7% o ,6% Investimenti ,2% (-0,4% rispetto alla previsione del 2015) % ,2% ,4% Spesa per interessi % (-0,3% rispetto alla previsione del 2015) ,8% ,6% ,5% Pressione fiscale ,8% (-0,7% rispetto alla previsione del 2015) ,7% ,9% ,9% 4

5 Il quadro previsionale degli otto maggiori indicatori su economia e conti pubblici, la cui attendibilità è ancora da verificare, può portare ad una Legge di Stabilità 2017 di circa 20 miliardi. Conseguentemente la manovra 2017, incentrata sull obiettivo della crescita dell 1,2% e degli investimenti del 2,2%, dovrà prevalentemente fare leva sul deficit e su tagli a spesa pubblica e sconti fiscali. Dagli interventi per minore spesa e maggiore entrata fiscale possono realizzarsi circa 8-9 miliardi di euro ovvero il 40/45% della copertura finanziaria, mentre i rimanenti 11/12 miliardi (60-65%) trovano corrispondenza nel deficit da concordare con l Unione Europea. I maggiori provvedimenti presenti nell agenda governativa riguardano: il lavoro per - riformare la contrattazione aziendale al fine di rendere esigibili e efficaci i contratti aziendali; - garantire la pace sociale in vigenza di contratto valido erga omnes; - affermare la prevalenza dei contratti aziendali su quelli nazionali in materie legate all organizzazione del lavoro e della produzione; - confermare la detassazione del premio di produttività, l esonero fiscale per il welfare aziendale contrattato con le parti sociali e la puntuale attuazione del sistema delle politiche attive (Agenzia ANPAL) al fine di ricollocare i disoccupati nel mercato del lavoro; le piccole e medie imprese per - sgravi a investitori e a coloro che si uniscono in rete; il fisco per - bonus e sconti fiscali; - la riduzione dell IRES dal 27,5% al 24%; 5

6 la razionalizzazione della spesa pubblica (spending review) con - la revisione della spesa attraverso l attuazione della riforma di bilancio; le infrastrutture con - l utilizzazione di tutte le flessibilità possibili per i cofinanziamenti nazionali e i fondi dell Unione Europea; - il varo del nuovo codice degli appalti; la giustizia con - la riforma per rendere la giustizia italiana più equa e efficiente, in linea con gli standard europei. A nostro avviso, il documento economico e finanziario 2016 non segna alcun elemento di seria discontinuità con quello del 2015 e degli ultimi anni finanziari. La previsione 2016 infatti continua ad essere gravemente omissiva in relazione a: un progetto complessivo di crescita che includa lavoro e formazione, energia, nuovi investimenti pubblici, ricerca e innovazione tecnologica, governo della rivoluzione tecnologica e ambiente, puntando ad una maggiore competitività del sistema economico italiano; un progetto complessivo di sviluppo sociale sul ruolo della famiglia, sulla natalità e tutti gli eventi demografici con particolare attenzione alle immigrazioni, sulla criminalità organizzata e sulla corruzione; un progetto complessivo sulla spending review che elimini gli sprechi e tenga conto delle spese in relazione alla qualità e alla quantità dell erogazione dei servizi pubblici essenziali, quali l istruzione, la sanità, la sicurezza e la protezione civile nonché l equità fiscale, che per noi 6

7 costituiscono le nuove frontiere della civiltà, della cultura, dell economia reale e del benessere sociale; un progetto complessivo sul fisco visto in connessione fra la fiscalità nazionale, la fiscalità locale e l evasione; un progetto complessivo sull economia illegale e irregolare, sul lavoro sommerso e la conseguente evasione contributiva. In sintesi, al Documento manca la progettualità, l universalità e l organicità che farebbero segnare la indispensabile discontinuità con le ricorrenti previsioni lacunose del recente passato. Fra l altro si tratta anche di quella progettualità che viene esplicitamente indicata ai Paesi membri da parte della governance e della Commissione dell Unione Europea. La qualità, al livello dei maggiori Paesi dell Eurozona, dei servizi pubblici, il rilancio degli investimenti in infrastrutture, il miglioramento delle condizioni ambientali per investire, l investimento nel capitale umano (istruzione, formazione, ricerca e innovazione), l efficienza, l efficacia e la correttezza della pubblica amministrazione, l efficacia e l equità dei servizi fiscali, la demografia, l occupazione e l imprenditorialità, nonché la puntuale e corretta attuazione delle politiche sono i temi centrali del confronto fra Paesi membri in Unione Europea e in particolare in Eurozona. Con la presentazione del DEF 2016 è iniziato un nuovo confronto fra Roma e Bruxelles, in attesa che la Commissione dell Unione Europea pubblichi nel prossimo maggio un analisi delle finanze pubbliche italiane. La Commissione dovrà valutare la situazione finanziaria italiana e decidere conseguentemente l'entità della flessibilità di bilancio da concedere all Italia. Prevedibilmente la Commissione UE chiederà all Italia: riforme strutturali sull imposizione fiscale e sulla competitività di impresa e di sistema; la riduzione graduale dell esposizione delle banche sul debito sovrano. 7

8 Al momento, il confronto fra Governo italiano e Commissione UE è aperto e prevedibilmente la concessione di flessibilità sarà ancora una volta quantificata in relazione all impegno italiano su riforme organiche, quali fisco e giustizia. Il Governo italiano da parte sua tenterà di far pesare: la progressiva riduzione del disavanzo, da 2,6% del 2015 al 2,3% dell anno in corso e all 1,8% del 2017, un dato che colloca l Italia fra i Paesi più virtuosi nelle politiche di bilancio; la capacità reale delle banche italiane di risolvere le eventuali criticità all interno del sistema bancario, utilizzando energie e risorse interne. E di questi giorni la promozione di un fondo di circa 6 miliardi di euro da parte della Cassa Depositi e Prestiti e del Governo, per aiutare gli Istituti bancari a gestire le sofferenze creditizie; la prospettiva di breve periodo di alcune privatizzazioni finalizzate all abbattimento del debito. Inoltre, il Governo italiano potrebbe tornare a chiedere che gli investimenti vengano tenuti fuori dal Patto di Stabilità. La Confsal già a fine febbraio aveva individuato nel DEF 2016 il banco di prova per il Governo e aveva auspicato una svolta nelle politiche economico-finanziarie e occupazionali. La Confsal, nell occasione, aveva chiesto una coraggiosa configurazione strutturale del DEF 2016 che potesse incidere positivamente sull economia reale, sull occupazione e sul potere di acquisto dei lavoratori, dei pensionati e delle famiglie italiane. La richiesta rivolta al Governo era dettagliata: dai provvedimenti sulla riforma organica del fisco a quelli per favorire gli investimenti e l attrattività dei capitali esteri da parte del sistema economico italiano e a quelli per il rinnovo dei contratti privati e pubblici. 8

9 Non avendo registrato segnali sufficientemente positivi da parte del Governo, la nostra Segreteria Generale ha ritenuto di incentrare il confronto politico sindacale del presente Consiglio sul tema: La Confsal denuncia le gravi omissioni del Governo sulle politiche economiche, occupazionali, fiscali, previdenziali e contrattuali. La nostra convinzione, maturata sulla base di un analisi seria e approfondita della situazione socio-economica e occupazionale italiana, è che la via del rilancio della denuncia pubblica sia inevitabile per portare finalmente l attenzione e l impegno del Governo Renzi sulle questioni vere e reali dei lavoratori, dei pensionati e delle famiglie. A nostro avviso, il DEF 2016 presentato dal Governo al Paese è piccola e ininfluente cosa rispetto ad un provvedimento capace di scuotere l economia reale e superare la stagnazione dell occupazione. Infatti, si continua con una serie di provvedimenti che non potranno incidere più di tanto su una situazione che richiederebbe un autentico salto di qualità. E prevedibile, purtroppo, che un DEF pensato in continuità con quelli degli anni precedenti non possa determinare crescita vera e duratura, maggiori investimenti italiani ed esteri e occupazione stabile. La Confsal avrebbe voluto fermamente avere la possibilità di portare le sue proposte in merito ai contenuti del DEF ad un tavolo di confronto fra il governo e le parti sociali rappresentative. Ma il Governo Renzi non ha mai attivato un serio, franco e trasparente confronto con i sindacati e con le parti sociali, da organizzare nella distinzione dei ruoli istituzionali, al fine di fare responsabilmente sistema e trovare gli equilibri necessari fra imprese, aziende pubbliche, lavoratori, pensionati e rappresentanze sociali. La crisi economica e occupazionale dovrebbe essere affrontata con serietà, equità, comunità di intenti e trasparenza da parte del governo e delle rappresentanze sociali. Oggi, così non è! 9

10 La frattura relazionale ci ha portato inevitabilmente sulla via della denuncia pubblica, pensata sulla base di un analisi della situazione economicofinanziaria e socio-occupazionale italiana nel contesto dell Eurozona. Analizziamo il tema consiliare: A) Politiche per la crescita economica La previsione del PIL 2016 passa dall 1,6% all 1,2%. In base alla relazione accompagnatoria del DEF 2016 indirizzata al Parlamento, la stima del PIL all 1,2% potrebbe essere soggetta a ribassi. Il documento afferma che la previsione si basa su aspettative relativamente ottimistiche della domanda interna e della capacità delle imprese di espandere l export in un quadro di accresciuta difficoltà. Tra l altro, nel documento si legge: L eventuale emergere di sorprese negative di crescita metterebbe a rischio anche il percorso di abbassamento del rapporto deficit/pil, fissato dalla previsione governativa al valore del meno 2,3%. Anche il Fondo Monetario Internazionale ha espresso serie perplessità sulla previsione del PIL italiano sia per l anno in corso che per il Il PIL nel Mezzogiorno si attesta su un valore vicino alla metà di quello del Nord. La previsione della crescita dell Eurozona raggiunge l 1,6% contro l 1,2% dell Italia. Questi dati fanno emergere chiaramente l aumento dello svantaggio delle aree deboli del Paese rispetto a quelle relativamente forti. Conseguentemente in Italia la crescita è comparativamente bassa rispetto all Eurozona e continua ad essere gravemente disequilibrata sul territorio. La situazione è determinata prevalentemente da una serie di fattori negativi endogeni, sui quali non si sono registrati e purtroppo non sono previsti provvedimenti capaci di correggere l andamento della crescita. 10

11 In merito allo svantaggio con l Eurozona si possono individuare più fattori negativi, quali la stagnazione della domanda interna, conseguenza della drastica e progressiva riduzione del potere di acquisto delle retribuzioni e delle pensioni per effetto del grave ritardo nei rinnovi contrattuali e della mancata defiscalizzazione delle retribuzioni e delle pensioni, peraltro mai seriamente indicizzate e adeguate negli ultimi anni. Proprio in questi giorni autorevoli esponenti di istituzioni pubbliche hanno dichiarato che per sostenere la crescita sono indispensabili gli aumenti delle retribuzioni e delle pensioni. Una risposta a questa proposta non esiste nella previsione programmatica governativa, sia in merito ai rinnovi contrattuali e sia per quanto riguarda la defiscalizzazione di retribuzioni e pensioni. B) Politiche occupazionali Il tasso di disoccupazione previsto nel 2016 si attesta sul valore dell 11,4% e nel 2017 al 10,8% contro quello europeo del 9,7%. In Italia, sempre secondo la previsione governativa, il tasso di disoccupazione a una cifra si potrà avere nel lontano Secondo l ISTAT, in Italia, nel febbraio 2016, il tasso di disoccupazione, in base ai dati provvisori, risulta dell 11,7%, ed è tornato a salire (+0,1% su base mensile). Si tratta di un preoccupante segnale di inversione di tendenza occupazionale. Sempre l ISTAT, secondo i più recenti dati, ha rilevato una forza-lavoro sempre più anziana, altro segnale negativo legato alle reali difficoltà dei giovani per accedere nel mondo del lavoro. Altro dato fortemente negativo è quello secondo il quale 2 milioni e 300 mila giovani (il 25%) fra i 15 e i 19 anni non studiano e non lavorano. In Sicilia e Calabria il dato è del 40% e fra le donne italiane è del 27%. 11

12 Per le politiche occupazionali il Governo finora ha puntato decisamente sulle modifiche della disciplina del contratto di lavoro e sulla incentivazione delle assunzioni relativamente stabili, nonché sulla riforma della scuola che dovrebbe, almeno negli intenti governativi, risolvere due annose questioni: quella della dispersione scolastica e quella della valorizzazione del rapporto scuola-lavoro. Peraltro, i lievi effetti positivi del jobs act e della incentivazione delle assunzioni non sono rapportabili alle ingenti risorse pubbliche impegnate. In più, nei primi mesi dell anno corrente, la tendenza a fare nuovi contratti del 2015 ha registrato una brusca frenata perché si sono ridotti gli sgravi contributivi e conseguentemente le assunzioni sono diminuite di circa il 40%. Infine, si corre il reale rischio di dover registrare nel 2018, allorquando cesserà l incentivazione, una serie di licenziamenti. Il turn over bloccato per effetto della legge Fornero sui pensionamenti e delle leggi sul pubblico impiego ha precluso a molti giovani l accesso nel mondo del lavoro. La previsione del Governo nega con una grave e illogica omissione un chiaro impegno sulla flessibilità in uscita dei lavoratori e conseguentemente l ingresso dei giovani nel mondo del lavoro. Infatti, nel programma nazionale di riforma (PNR), si legge il Governo da ultimo valuterà la fattibilità di interventi volti a favorire una maggiore flessibilità nelle scelte individuali, salvaguardando la sostenibilità finanziaria e il corretto equilibrio fra generazioni. L intervento prioritario per superare la chiara rigidità del sistema pensionistico è classificato quale intervento residuale volto ad una maggiore flessibilità! Il testo la dice tutta sulla reale volontà politica del Governo! 12

13 Il Governo, affidandosi soltanto agli effetti immediati del jobs act e a quelli a tempo della incentivazione regressiva delle assunzioni nonché agli effetti differiti, al momento inesistenti, di una discutibile riforma della scuola, non ha tenuto presente che il posto di lavoro si crea con la crescita. Si deve intervenire obbligatoriamente su tutti i fattori endogeni e esogeni della produzione, dalla ricerca di base e applicata e dalle innovazioni tecnologiche di prodotto e di processo alla dimensione e all organizzazione aziendale, al mercato interno, comunitario e globale, ai processi di import-export di materie prime, semilavorati e prodotti finiti, alla qualità del management, all ambiente, e soprattutto al credito e al fisco. C) Politiche fiscali In Italia, l iniquità del fisco costituisce il peggiore dei fattori che influenzano negativamente la crescita economica e occupazionale e il livello di benessere dei cittadini. Il Governo nel triennio propone una pressione fiscale che si attesta mediamente sul 43%, un valore sensibilmente più alto di quello dei maggiori Paesi dell Eurozona, che comunque certamente forniscono servizi pubblici qualitativamente migliori. Questo il Governo lo propone ad un Paese, come l Italia, in cui: i dipendenti dichiarano redditi annui per un valore medio di euro e gli imprenditori per un valore di euro Non si può certo credere che i cosiddetti ricchi siano costituiti dai dipendenti e dai pensionati!; in tre anni, di cui due governati dall attuale governo, l imposizione fiscale locale è aumentata di 7 miliardi di euro; si registra la più alta e diffusa evasione ed elusione fiscale e contributiva dell Eurozona e dei maggiori Paesi dell Occidente. 13

14 In questa insostenibile situazione fiscale, il Governo Renzi non ha mai pensato seriamente di intervenire sulla revisione delle aliquote fiscali, abbassando almeno le minori, nonché sulla miriade di ingiustificati privilegi fiscali, né ha pensato di intervenire introducendo il metodo del contrasto di interessi. Così facendo ha continuato a penalizzare i lavoratori dipendenti e i pensionati, tassati alla fonte. A nostro avviso e lo diciamo da tempo il Paese ha bisogno di una riforma fiscale organica, sostanziale ed equa e non certamente di interventi di dubbia semplificazione procedurale e di facciata o di qualche sporadico intervento di sollievo fiscale, come avvenuto con l IMU sulla prima abitazione. D) Politiche previdenziali e pensionistiche La flessibilità dei pensionamenti si rende indispensabile non soltanto per motivi occupazionali come abbiamo già sostenuto, ma anche per superare alcune rigidità, irrazionali e illogiche e soprattutto ingiuste, della riforma Fornero. E in Parlamento il disegno di legge Damiano, in merito al quale la Confsal si è espressa favorevolmente in occasione dell audizione presso la Commissione Lavoro della Camera. Pertanto, il governo potrebbe adottare e utilizzare il buon lavoro degli estensori della proposta di legge dopo aver approfondito, al di fuori da ogni preconcetto politico, la relativa copertura finanziaria. Ma il Governo Renzi, finora, sulla previdenza ha negato e continua a negare ogni confronto, non soltanto in Parlamento ma anche con le parti sociali sulla flessibilità dei pensionamenti e su altre questioni aperte quali: 14

15 le future pensioni dei giovani; la previdenza complementare; il completamento delle salvaguardie che interessa lavoratori; le ricongiunzioni onerose; i lavori precoci; i lavori usuranti; i lavori delle donne; la quota 96 della scuola; i requisiti per i macchinisti. Il confronto su previdenza e pensioni si rende ormai improcrastinabile, in un contesto legislativo rigido e illogico lontano dalle esigenze e dalle legittime aspettative dei pensionandi e dei giovani. In Italia la situazione del pensionato-tipo è ormai insostenibile sia sul piano economico che su quello sociale. Infatti la stragrande maggioranza delle pensioni, circa 18 milioni, pari al 63%, è sotto i 750 euro. L imposizione fiscale che grava sulle pensioni raggiunge il valore doppio della media dell Unione Europea. Di contro il governo risponde con una previsione DEF 2016 che nega addirittura l estensione del bonus da 80 euro ai pensionati con la minima. In altre parole il governo, oltre ad escludere l adeguamento delle pensioni più basse, nega quanto annunciato recentemente: il bonus di 80 euro ai pensionati! E) Le politiche contrattuali Il DEF 2016, come già detto, conferma l intenzione del Governo di intervenire con legge sul modello contrattuale. 15

16 Si tratterebbe di una ulteriore incursione legislativa, in un contesto normativo privatistico, su una materia riservata al negoziato fra le parti sociali. Per il governo l intervento legislativo ha la finalità prioritaria di valorizzare il secondo livello contrattuale aziendale in funzione di una maggiore produttività del lavoro e della corrispondente incentivazione e premialità per i lavoratori. La Confsal, intanto, puntualizza che: la competitività di impresa e di sistema dipende da una serie di fattori interni organizzativi e tecnologici ed esterni ambientali e certamente non dipende soltanto dalla prestazione lavorativa modulata nel tempo; la mancanza di una legge-quadro sulla rappresentatività e sulla rappresentanza sindacale potrebbe creare condizioni relazionali impraticabili e inaccettabili da parte dei lavoratori. La democrazia economica e il pluralismo sindacale in azienda, come nel sistema economico, costituiscono per i lavoratori e per il sindacato irrinunciabili principi e valori costituzionali; l esistenza del reale rischio che si riduca drasticamente l esercizio in azienda dei diritti primari dei lavoratori in un contesto politico e legislativo in cui si mettono continuamente in discussione norme costituzionali e si tende a ridurre progressivamente la contrattualizzazione del rapporto di lavoro. Pertanto, la Confsal ritiene prioritaria una legge-quadro sulla rappresentatività e sulla rappresentanza sindacale, che deleghi alle parti sociali, datoriali e sindacali, la facoltà di sottoscrivere coerenti e specifici accordi interconfederali. Riguardo al modello contrattuale, la Confsal ritiene ancora che la vigenza di una giusta legge-quadro sulle rappresentanze sindacali potrebbe favorire la stesura e la sottoscrizione di un accordo interconfederale sul modello 16

17 contrattuale costruito su due livelli, quello nazionale e quello distrettuale e/o aziendale. La Confsal è fermamente convinta che il modello contrattuale debba essere valutato, deciso e sottoscritto dalle parti sociali rappresentative. Infatti le Organizzazioni rappresentative dei lavoratori e dei datori di lavoro possono democraticamente e responsabilmente, nel corretto esercizio della loro funzione negoziale, dotarsi di un modello contrattuale condiviso. Il Governo, intanto, tenga fede al pubblico impegno del premier Renzi di proporre una legge quadro sulla rappresentatività e sulla rappresentanza sindacale e successivamente operi affinché il tavolo negoziale sul modello contrattuale sia giustamente inclusivo e veramente trasparente, affinché l esito negoziale non dipenda dal risultato politico di un congresso di una sola, seppure primaria, confederazione industriale o di un solo grande sindacato. Soltanto così si potranno coniugare il corretto esercizio dei diritti costituzionali dei lavoratori e degli imprenditori e l obiettivo di rendere competitivi imprese e sistema economico, attraverso la valorizzazione del rapporto produttività/premialità. Intanto, vanno comunque rinnovati, sia nel settore privato che in quello pubblico tutti i contratti di lavoro scaduti. Al momento nel settore privato oltre la metà dei lavoratori subisce la penalizzazione del mancato rinnovo del contratto di lavoro, senza che il Governo abbia mai speso la minima azione politica o una sola parola per sostenere il percorso di alcune trattative aperte o per promuovere l apertura di trattative per le vertenze più complesse e difficili. Nel settore pubblico il mancato rinnovo dei contratti di lavoro scaduti il 31 dicembre 2009 per l incredibile e discriminatoria indifferenza governativa ha causato la vertenza più lunga e difficile della storia dei negoziati nel pubblico 17

18 impiego che ha coinvolto per oltre sei anni e tuttora coinvolge 3 milioni e 200mila lavoratori. Sulla gravissima questione, per iniziativa della Confsal-Unsa, si è pronunciata la Corte Costituzionale con la sentenza n. 178/2015 (depositata il 23 luglio 2015), che all epoca imponeva al Governo l immediata apertura del negoziato per il rinnovo dei contratti di lavoro dei dipendenti del pubblico impiego. Successivamente, in rapida sequenza e in linea con la suddetta sentenza della Corte Costituzionale si sono espressi molti Tribunali d Italia. La Confsal e le sue Federazioni del pubblico impiego del sistema privatistico contrattualizzato e del sistema pubblicistico hanno utilizzato ricorrentemente in questi anni, soprattutto in occasione della stesura delle leggi di stabilità, ogni legittimo strumento democratico, dalle piattaforme rivendicative alle azioni di protesta, come quella del 28 novembre 2015 con una larghissima partecipazione di lavoratori, nonché la via giudiziaria ottenendo la suddetta pronuncia favorevole da parte della Corte Costituzionale. A tutto questo il Governo Renzi, dopo aver realizzato enormi economie di bilancio sul pubblico impiego per effetto del blocco contrattuale e dei drastici tagli agli organici, ha risposto con un ridicolo stanziamento nella Legge di Stabilità 2016 che non può coprire neanche l indennità di vacanza contrattuale. In questi ultimi giorni è caduto anche l incredibile alibi governativo secondo il quale non si poteva aprire la trattativa in assenza del contratto collettivo nazionale quadro per la definizione dei nuovi comparti e delle corrispondenti aree dirigenziale di contrattazione collettiva nazionale ( ). In altre parole, per il governo il blocco per sei anni dei contratti dei lavoratori pubblici era causato non dalla mancanza di volontà politica e di appositi congrui stanziamenti nelle leggi finanziarie bensì dal fatto che le 18

19 confederazioni sindacali non avevano ancora provveduto a sottoscrivere il contratto per la costituzione dei comparti e delle aree dirigenziali! Il 5 aprile 2016, dopo una lunga e difficoltosa trattativa, è stata sottoscritta l Ipotesi contrattuale per la costituzione dei nuovi comparti e aree dirigenziali da parte dell Aran e della quasi totalità delle confederazioni sindacali rappresentative. Come è già noto, secondo l articolo 2 dell Ipotesi contrattuale, i nuovi comparti e le corrispondenti aree dirigenziali sono le seguenti: Funzioni centrali Funzioni locali Istruzione e Ricerca Sanità. Nelle Funzioni centrali confluiscono gli ex-comparti dei Ministeri, delle Agenzie Fiscali e degli Enti Pubblici non economici. Il comparto delle Funzioni locali corrisponde all ex-comparto Regioni e Autonomie locali. Nel comparto Istruzione e Ricerca confluiscono gli ex-comparti Scuola, Afam, Università e Ricerca. Il comparto Sanità corrisponde all ex-comparto del Servizio Sanitario Nazionale. L area dirigenziale delle Funzioni centrali comprende i dirigenti delle amministrazioni del relativo nuovo comparto. L area dirigenziale delle Funzioni locali comprende i dirigenti delle amministrazioni del relativo nuovo comparto e i dirigenti amministrativi, tecnici e professionali del nuovo comparto Sanità, nonché i segretari comunali e provinciali. 19

20 L area dirigenziale della Istruzione e Ricerca comprende i dirigenti del relativo nuovo comparto. L area dirigenziale della Sanità comprende i dirigenti medici, veterinari e sanitari del nuovo comparto Sanità compresi i dirigenti delle professioni sanitarie. In relazione ai comparti Funzioni centrali e Istruzione e Ricerca, risultanti dall aggregazione di più ex-comparti, e le corrispondenti aree dirigenziali, le Federazioni sindacali possono dar vita, mediante fusione e affiliazione, ad una nuova aggregazione associativa a cui imputare in via definitiva le deleghe delle iscrizioni. Le Federazioni sindacali interessate ad una aggregazione dovranno trasmettere all Aran, entro il termine perentorio di 30 giorni, idonea documentazione registrata per gli effetti di legge adottata dai competenti Organi statutari. Il termine dei 30 giorni decorrerà dalla data della firma definitiva del CCNQ - riguardante la suddetta Ipotesi che potrà avvenire soltanto al termine dell iter di verifica da parte degli organi di controllo. In ambito Confsal le Federazioni interessate sono le seguenti: - per il comparto Funzioni centrali : Confsal-Parastato, Confsal-Salfi e Confsal-Unsa; - per il comparto Istruzione e Ricerca : Confsal-Snals e Confsal- Federazione Snals Università-Cisapuni. Ora, il governo invii l atto di indirizzo all Aran, indispensabile per aprire le trattative per il rinnovo dei contratti di 3 milioni e 200mila dipendenti pubblici e soprattutto trovi adeguate risorse per tutti i contratti pubblici da rinnovare, sia nel settore privatistico-contrattualizzato che in quello pubblicistico. 20

21 Il Governo Renzi, anche in qualità di datore di lavoro dei pubblici dipendenti, dovrà intervenire in tempi brevi per far cessare una ingiusta e insostenibile penalizzazione di una categoria di lavoratori e di tante famiglie italiane. Intanto, sempre il governo riporti in agenda l impegno finanziario per il rinnovo dei contratti dei pubblici dipendenti, integrando e modificando il DEF 2016, e successivamente trovi prontamente le risorse per dar seguito all impegno programmatico. Il governo non può più ignorare la pressante e motivata richiesta di tutti i sindacati, una pronuncia della Corte Costituzionale, una serie di sentenze di Tribunali e soprattutto non può disattendere le legittime aspettative di milioni di lavoratori pubblici e delle loro famiglie. Il pubblico impiego sta vivendo da anni una situazione paradossale ed una preoccupante prospettiva. Da anni nelle pubbliche amministrazioni opera il blocco del turn over che non ha consentito l ingresso nel settore pubblico delle giovani generazioni e nello stesso tempo ha reso più onerosa la prestazione dei lavoratori in servizio. Si può provare, infatti, che la situazione dei lavoratori pubblici da anni è caratterizzata da una prestazione più onerosa e da una corrispondente controprestazione bloccata al 31/12/2009, che ha consentito enormi economie di bilancio. Un altra assurda questione è quella secondo la quale non si trovano le risorse finanziarie per assumere giovani, in un corretto ricambio generazionale che porterebbe nuove energie e moderne competenze e abilità professionali, e per rinnovare i contratti di lavoro, ma si trovano, invece, ingenti risorse per pagare inutili e clientelari consulenze esterne. Tutto questo è stato oggetto di ricorrenti e puntuali denunce da parte della Confsal e delle sue federazioni aderenti nel pubblico impiego. 21

22 Ora, considerata l alta media dell età anagrafica e dell anzianità di servizio dei lavoratori pubblici, abbiamo segnalato al Governo il prevedibile grande esodo che si registrerà nei prossimi due anni, al fine di programmare le indispensabili nuove assunzioni. Al momento sulla questione non abbiamo registrato alcun impegno governativo. Le politiche del Governo per il personale del pubblico impiego sono orientate a ripubblicizzare progressivamente il rapporto di lavoro e a ridurre conseguentemente la materia della contrattazione nazionale e di secondo livello. A legislazione vigente si può affermare che il rapporto di lavoro nel settore pubblico è ormai in regime di semi-privatizzazione a danno dei lavoratori che vedono ridotti diritti, tutele e garanzie. Il Governo Renzi in questi due anni di legislatura ha rivelato chiaramente una natura di tipo autoritario per aver concorso a ridurre il ruolo del Parlamento, delle rappresentanze sociali e del sindacato. Se gli stili relazionali del Governo con le parti sociali e in particolare con il sindacato non cambieranno e non si recupererà in tempi brevi un trasparente e proficuo dialogo sociale da tenere nella distinzione dei ruoli istituzionali, la Confsal proporrà alle altre Organizzazioni sindacali rappresentative una forte azione comune con il coinvolgimento totale dei lavoratori e dei pensionati italiani, che potrebbe sfociare in uno sciopero generale. Ora, al Consiglio è affidata la valutazione politico-sindacale sull operato della Segreteria Generale e sulla nostra presente e futura azione sindacale. Al Consiglio, altresì, è affidato il dibattito e la conseguente stesura della mozione finale. Vi ringrazio per l attenzione e auguro a tutti voi buon lavoro. W la Confsal! 22

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