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1 INTRODUZIONE In questa tesi ho parlato di sport e soprattutto della sua valenza sociale che, il più delle volte, viene sottovalutata e presa poco in considerazione. Ho analizzato l argomento dal punto di vista sociologico servendomi del contributo di diversi sociologi sia contemporanei sia classici. Ho anche sfruttato la mia esperienza di sportivo e amante dello sport per portare avanti diverse teorie, sostenendo il semplice fatto che lo sport, praticato in un certo modo, non può che essere considerato un elemento positivo sia per la vita del singolo sia per lo sviluppo della società. Nel primo capitolo del lavoro, sono partito analizzando lo sport come fenomeno culturale, che condiziona e che ha in passato condizionato la società. Mi sono servito di diversi contributi storici partendo dagli albori fino ad analizzare le peculiarità che contraddistinguono lo sport moderno. Il discorso successivamente si è ampliato e sono passato ad analizzare la sua importantissima funzione aggregativa che implica l integrazione e la socializzazione degli individui grazie allo sport. Mi sono poi soffermato su altri due interessanti argomenti: il lavoro e i mass media, sempre in relazione al fenomeno sportivo. Per il primo, partendo delle teorie sociologiche, ho analizzato i mestieri che hanno a che fare con lo sport e alcune professioni particolari relativamente nuove; mentre per il rapporto con i mass media ho voluto trattare soprattutto il dualismo d amore e odio con la televisione e con la pubblicità. III

2 Infine ho voluto mettere l accento sulla nuova tendenza legata allo sport per tutti, mettendolo a confronto con lo sport professionistico e analizzando le varie realtà europee, in relazione con quella italiana che ha ancora molta strada da percorrere. Come esempio importante di questa realtà, ho riportato il caso particolare della U.I.S.P. che, da ente di promozione sportiva, si è trasformata in associazione di sport per tutti, assumendo compito di sensibilizzare la popolazione all attività fisica andando controcorrente con la tendenza degli ultimi anni che vede lo sport solo in un ottica professionistica collegata al denaro e al risultato e poco orientata alla semplice attività ludica finalizzata all inclusione. Quest ultima parte del lavoro, la considero la più importante e la più interessante anche perché porta degli esempi concreti a dimostrazione della rilevanza sociale allo sport. Oltretutto, mi sono anche avvalso dell intervista ad un testimone privilegiato in questo campo e cioè il sociologo, nonché presidente nazionale UISP, Prof. Nicola Porro. Degna d attenzione è appunto quest intervista, che riassume e conferma quanto detto nei precedenti capitoli con particolari esempi e riflessioni di una delle più autorevoli personalità nel campo sportivo italiano che, sia come studioso dello sport, sia come presidente della più grande associazione attiva in Italia in questo ambito, ha un ruolo importante in campo decisionale per il futuro dello sport in Italia. IV

3 Capitolo I LA CULTURA DELLO SPORT E sempre difficile parlare e soprattutto scrivere di cultura, si rischia di andare sul banale e trattare l argomento in modo astratto e superficiale. In particolar modo, se si prende in considerazione lo sport come fenomeno culturale, rischieremmo veramente di far diventare la nostra trattazione un discorso più adatto ad un bar o ad una piazza. Per poterne parlare c è bisogno di analizzare la cultura dello sport come fenomeno scientifico, prendendo in considerazione gli scritti di numerosi autori che trattano l argomento, per fare ciò bisogna partire dalle definizioni dei due termini presi in esame: la CULTURA e lo SPORT. Servendoci del dizionario di sociologia possiamo definire sinteticamente cultura: Patrimonio intellettuale e materiale, in complesso durevole ma soggetto a continue trasformazioni, costituito da: valori, norme, definizioni, linguaggi, simboli, segni ma anche mezzi materiali per la produzione e riproduzione sociale dell uomo. Tutto ciò è trasmesso ed ereditato per la maggior parte dalle generazioni passate e soltanto in piccola parte prodotto e modificato dalle generazioni viventi. 1 1 L.Gallino, Dizionario di Sociologia, Tea - Utet, Milano, 1993, pag

4 La cultura è in breve un insieme d informazioni che sono trasmesse socialmente all uomo che le acquisisce come membro di una società. Analizzando questa definizione, vediamo che anche lo sport può essere considerato cultura perché incamera cognizioni, tradizioni, procedimenti tecnici e tipi di comportamento che sono trasmessi e usati sistematicamente nel tempo da un certo gruppo sociale o popolo, rappresentando un vero e proprio fenomeno culturale. La seconda definizione da esaminare, quella di sport, è di difficile interpretazione perché è un concetto che varia secondo il luogo ma soprattutto nel tempo. Nel dizionario sopracitato, essendo sociologico, il termine Sport è rimandato alla definizione di Sociologia dello sport, una materia recente che tratta argomenti sociologici che affronteremo in modo più ampio e completo in seguito nel prossimo capitolo. Prendendo un normale dizionario di lingua italiana, troviamo la seguente definizione: Insieme d esercizi fisici che si praticano, in gruppo o individualmente, per mantenere in efficienza il corpo. E anche inteso come: Gioco o esercizio praticato all aria aperta, per diletto o per esibizione; l insieme delle competizioni atletiche e delle attività connesse. 2 Nel passato, veniva usato al suo posto l antico termine diporto che aveva più o meno lo steso significato legato allo svago e alle manifestazioni sportive. 2 Zanichelli, Vocabolario della lingua italiana, Bologna,

5 Noi sappiamo che questa definizione è particolarmente riduttiva se si vuole studiare l argomento scientificamente, quindi, per trattare questo fenomeno bisogna analizzarlo non come semplice nozione presa da un dizionario, ma come vocabolo che si è evoluto nel tempo adattandosi alle modifiche della società. Per far questo è opportuno partire dalla storia della parola. 1.1 BREVE STORIA DEL TERMINE SPORT Le attività che oggi chiamiamo sport, sono da sempre esistite nella maggior parte delle società e hanno assunto aspetti diversi a seconda delle epoche, dei luoghi e delle classi sociali che le hanno praticate. Il termine sport fu introdotto nella seconda metà del XIX secolo in Inghilterra con il significato prevalentemente di caccia e corse equestri. Deriva dal francese normanno desport, parola d origine medioevale che stava a significare svago, divertimento. 3 Successivamente, nel XX secolo, di pari passo con lo sviluppo di competizioni a livello internazionale, la parola inglese sport fu adottata dalla maggior parte delle lingue del mondo e acquisì un valore onnicomprensivo di tutte quelle attività formalizzate che tuttora chiamiamo con quest accezione. 3 G. Magnane, Sociologia dello sport, Editrice La Scuola, Brescia, 1972, pag (titolo originale Sociologie du sport, Gallimard, Paris 1964). 3

6 1.2 LA NASCITA DELLO SPORT A questo punto la domanda che ci viene naturale porci è: quando è nato lo sport? Se intendiamo lo sport nella sua essenza ludica, possiamo affermare che il gioco risale a molto prima del genere umano, dato che, come noi tutti possiamo osservare gli animali giocano. Quello che c interessa, è sapere quali sono state le prime specialità ad essere praticate dall uomo. E abbastanza logico pensare che sin dall età preistorica l essere umano si dedicasse agli esercizi fisici, praticati come preparazione alla caccia, per svago oppure semplicemente per dimostrare le proprie capacità fisiche. E quasi certo, che verso l anno 2700 a.c., i cinesi fossero dediti ad attività sportive come il kong-fu o il tiro con l arco, che nel 2500 a.c. gli egizi praticavano la lotta e la scherma con il bastone; ma la molteplicità delle gare, la divisione degli atleti in classi d età, la frequenza e la regolarità delle manifestazioni sportive fanno della Grecia la vera culla dello sport. Da un punto di vista storico, le antiche olimpiadi greche organizzate per la prima volta nel 776 a.c., dovrebbero segnare la nascita delle prime discipline sportive organizzate. I giochi olimpici furono oltre ad essere manifestazioni sportive, anche feste religiose in omaggio alle divinità. Si svolgevano in Grecia, e precisamente ad Olimpia, città dalla quale presero il nome, si disputavano ogni 4 anni, e in quel periodo, vista l importanza dell evento tutti 4

7 si fermavano ed erano addirittura proclamate delle tregue se erano in atto delle guerre. Ai greci non interessava la quantificazione del tempo o la misura della lunghezza di un salto o di un lancio, ma la superiorità dell atleta che primeggiava nella gara che andava dalla corsa a piedi su corta, lunga o media distanza, 4 alla lotta o al lancio del disco. Il vincitore era portato in trionfo e osannato dal pubblico che in lui vedeva la predestinazione degli dei, cosa che era di buon auspicio per la nazione o la città di cui era rappresentante; infatti, al ritorno in patria era trattato da vero eroe. Le città che si gloriavano delle vittorie atletiche dei loro cittadini, ricompensavano materialmente i vincitori con una sorta di remunerazione vitalizia ed altri benefici simbolici di grande importanza: venivano onorati nelle leggende, ergevano in loro onore delle statue ed erano citati dai poeti nelle loro poesie. La peculiarità di queste prime manifestazioni sportive, stava nel fatto che i vincitori delle singole manifestazioni, in assenza di tempi e misure, non potevano essere confrontati, ma la loro forza era misurata con il numero e l importanza delle competizioni vinte. Il desiderio di risultati sportivi eccezionali per il prestigio delle singole comunità, portò ad un più attento reclutamento e ad un addestramento più meticoloso e razionale. Nacquero le categorie degli scopritori di talenti, degli allenatori, dei teorici delle prestazioni sportive e degli organizzatori. 4 La corsa a piedi, si divideva in 3 specialità: a)la corsa sulla lunga distanza, che consisteva nel fare la spola per 24 volte la distanza di 1 stadio (corrispondente a circa 180 metri e andava da 1 colonna all altra del campo di gara per un totale di 4320m); b)la corsa di velocità, sulla lunghezza di 1 stadio; c)la corsa considerata di media distanza lunga 2 stadi ovvero circa 360m. 5

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