La posizione internazionale e nazionale delle istituzioni. da responsabilità sociale a responsabilità d impresa
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1 La posizione internazionale e nazionale delle istituzioni da responsabilità sociale a responsabilità d impresa Andrea Casadei
2 ETICA E IMPRESA: ieri, oggi, domani Oggi Oggi/domani Ieri/oggi
3 La Responsabilità Sociale d Impresa VALORE SOSTENIBILE Le imprese dovrebbero gestire, migliorare e comunicare non solamente i risultati economici, ma anche i propri impatti sociali e ambientali, rapportandosi con gli stakeholder di riferimento.
4 Consiglio Europeo di Lisbona (2000) Obiettivi per lo sviluppo dell Europa: Economia basata sulla conoscenza Dinamica e competitiva Capace di una crescita economica sostenibile Maggiori opportunità di lavoro e più forte coesione sociale. Elementi primari della RSI
5 Libro Verde Commissione Europea (2001) La responsabilità sociale d impresa consiste nell integrazione volontaria delle istanze sociali ed ambientali nelle operazioni commerciali e nei rapporti con tutte le parti interessate (i cosiddetti stakeholder). Essere socialmente responsabili significa non solo soddisfare pienamente gli obblighi giuridici applicabili, ma anche andare al di là, investendo di più nel capitale umano, nell ambiente e nei rapporti con le parti interessate (Commissione delle Comunità Europee. Libro Verde - Bruxelles, 18 luglio 2001) ESPRESSO RIFERIMENTO ALLA RESPONSABILITÀ SOCIALE D IMPRESA
6 Alcune iniziative internazionali Il Global Compact L iniziativa strategica di cittadinanza d impresa più ampia al mondo, lanciata nel 1999, che si prefigge di avvicinare le aziende alle organizzazioni internazionali per incentivare la creazione di partnership e favorire un mercato più inclusivo ed equo aziende e organizzazioni provenienti da più di 130 paesi nel mondo. Promuove dieci principi inerenti a: Diritti Umani, Lavoro, Ambiente, Lotta alla Corruzione. 90 network locali
7 Alcune iniziative internazionali Global Reporting Initiative Iniziativa internazionale e multistakeholder, promossa nel 1997 dalla Coalition for Environmentally Responsible Economies (CERES) di Boston. Definisce uno standard di contenuto a supporto di una rendicontazione triple bottom line, che esplicita e separa le performance sociali, ambientali ed economico-finanziarie.
8 Alcune iniziative internazionali Linee Guida dell OCSE destinate alle imprese multinazionali (2000) Uno dei molteplici documenti che compongono la Dichiarazione sugli Investimenti internazionali. Sono raccomandazioni rivolte dai Governi alle imprese multinazionali e consigliate alle imprese nazionali. Enunciano principi e norme volontari per il comportamento responsabile delle imprese nell adempimento delle leggi applicabili.
9 I campi di applicazione delle Linee guida OCSE Pubblicazione di informazioni Modelli di governance e comunicazione d impresa Fiscalità Cooperazione con le Autorità e procedure di controllo interno Scienza e tecnologia Condivisione dell innovazione, partnership progettuali per lo sviluppo del territorio e miglioramento delle relazioni Concorrenza Etica dei comportamenti e dei rapporti sul mercato Occupazione e relazioni industriali Politiche di valorizzazione del capitale umano Ambiente Strategie e politiche ambientali come presupposto per la sostenibilità del business Lotta alla corruzione Gestione dei rapporti con gli stakeholder nell ottica della legalità e della creazione di valore lungo la filiera Interessi del consumatore Consolidamento reputazione e immagine, ascolto e dialogo
10 Accordo GRI - OCSE Il GRI e l OCSE hanno firmato un accordo per supportare le organizzazioni nello sviluppo del loro business sostenibile. L accordo, firmato a fine 2010 e con valenza triennale, si pone l obiettivo di migliorare la responsabilità sociale e la trasparenza gestionale delle imprese, attraverso gli strumenti promossi dalle due organizzazioni: - le Linee Guida OCSE per le multinazionali; - lo standard di rendicontazione sociale redatto dal GRI.
11 Alcune iniziative internazionali ISO Linee guida sulla Responsabilità Sociale d Impresa obiettive e applicabili a tutte le tipologie di organizzazioni, pubblicate nel 2010 ISO non è certificabile e non presuppone la definizione di requisiti realizzata con il contributo di 500 esperti in rappresentanza di 80 Paesi sia industrializzati che in via di sviluppo e 40 organizzazioni internazionali, suddivisi in 6 categorie di stakeholder si apre anche ad una prospettiva esterna (ambiente, consumatori, comunità).
12 Alcune iniziative internazionali ISO STAKEHOLDER RSI Assunzione di responsabilità da parte di un organizzazione per le conseguenze delle sue decisioni e attività sulla società e l ambiente, attraverso un comportamento etico e trasparente
13 Le iniziative nazionali: un esempio GBS GBS Gruppo di studio per il Bilancio Sociale Associazione nazionale per la ricerca scientifica sul Bilancio Sociale. Definisce uno standard di rendicontazione e formula i principi nazionali di redazione del Bilancio Sociale. Il Bilancio Sociale, secondo il GBS, è redatto come documento consuntivo con linee programmatiche per il futuro, separato e complementare al bilancio di esercizio e di pubblica divulgazione.
14 Nuovi modi di intendere la RSI Economista EDWARD R. FREEMAN Dalla Corporate Social Responsibility alla Company Stakeholder Responsibility. Il termine company sta a significare che devono essere considerate tutte le forme di creazione di valore e di scambio e tutte le tipologie di azienda. Il termine stakeholder indica che il principale obiettivo della CSR è creare valore per gli stakeholder chiave e ottenere valore attraverso l adempimento delle responsabilità verso di loro. Il termine responsibility implica che non possiamo separare il business dall etica.
15 Nuovi modi di intendere la RSI PORTER, KRAMER La relazione tra CSR e il vantaggio competitivo Supera la dicotomia tra impresa e società come entità inconciliabili Propone una mappatura delle opportunità sociali offerte della catena del valore per la determinazione delle strategie di CSR Sviluppa una analisi circa l impatto della catena del valore sui fattori competitivi. Analisi esterna: Istanze etiche sociali ambientali dei sovrasistemi sociali IMPLEMENTAZIONE CSR Analisi interna: Catena del valore dell organizzazione Fonte; Porter, Kramer, 2007
16 Dalla Responsabilità Sociale d Impresa (RSI) alla Creazione di Valore Condiviso (CSV) Il Valore Condiviso: È funzionale alla profittabilità e alla posizione competitiva dell azienda Sfrutta le risorse e l expertise specifici dell azienda Crea valore economico Fonte; Porter, Kramer, 2011
17 Evoluzioni e prospettive Il Report Integrato E una pratica di rendicontazione che unisce informazioni importanti sulla strategia di un organizzazione, la governance, le performance e le prospettive per il breve, il medio e il lungo periodo. Integra pienamente le informazioni finanziarie e non finanziarie dell impresa (incluse quelle ambientali, sociali, di governance e quelle relative ai fattori intangibili). Si tratta di un report unico che esprime agli Stakeholder in quale misura e con quali modalità un organizzazione impatta sugli stakeholder e viceversa. Sviluppa 4 tipologie di benefici: maggiore chiarezza, decisioni migliori, maggiore coinvolgimento degli stakeholder, minore rischio reputazionale.
18 L evoluzione dei sistemi di reporting Performance non finanziarie ESG Performance finanziarie integrate a quelle ESG REPORT INTEGRATO Trasparenza Performance economico finanziarie Bilancio civilistico Bilancio di sostenibilità (in aggiunta al bilancio civilistico) Informare, essere trasparenti, comunicare in modo strategico Informare Informare ed essere trasparenti Engagement e coinvolgimento 18
19 Evoluzioni e prospettive Comunicazione Una strategia rinnovata dell UE per la Responsabilità Sociale d Impresa Mira a rafforzare l idea di sviluppare un business europeo socialmente responsabile. Propone una nuova definizione di RSI: la responsabilità delle imprese per gli impatti che hanno sulla società. Sviluppa un piano d azione per il periodo , per rilanciare una crescita: intelligente, basata sul conoscenza ed innovazione (capitale umano e organizzativo); sostenibile, ovvero in grado si sviluppare efficienza in termini di risorse e competitività (RSI); solidale, con un alto tasso di occupazione e coesione sociale (capitale relazionale)
20 Economia della conoscenza: cambiamenti qualitativi Economia basata sulla produzione dei beni e servizi che richiedono un massiccio ricorso al cosiddetto capitale intellettuale (conoscenza, formazione, capacità di apprendimento continuo, innovazione, capitale sociale, relazioni) Funzione attiva dei territori: essi diventano depositari di conoscenza localizzata, condivisa dai produttori, consumatori, lavoratori Nuova concezione del tempo: esso diventa una vera leva competitiva con distinzione tra il tempo veloce delle informazioni e delle consegne e quello lento delle relazioni, della fiducia e della conoscenza Diverso ruolo delle persone: esse diventano parte del capitalismo personale, che mette al centro della propria strategia le persone e le loro capacità di iniziativa
21 Capitale intellettuale: tassonomia più utilizzata ed ampiamente condivisa Capitale intellettuale Dimensione interna Dimensione esterna Capitale Umano Capitale Organizzativo Capitale Relazionale Capitale Umano E il sapere messo in campo dalle persone, che include competenze, esperienze e qualità personali di chi opera nell organizzazione Capitale Organizzativo Rappresenta l infrastruttura che consente al capitale umano di esprimere il suo potenziale e l insieme del know-how codificato all interno della struttura aziendale Brevetti Know-how Capitale Istruzione infrastrutturale Diritti di Copyright Qualifiche professionali Cultura d impresa Conoscenze legate al lavoro Processi di management Diversità culturale Strutture tecnologiche Modelli Valori aziendali Filosofia manageriale Capitale Relazionale Si riferisce al patrimonio di relazioni instaurate tra l Impresa e i suoi interlocutori (clienti, consumatori, fornitori, partner commerciali) Proprietà intellettuale Marchi Clienti Customer loyalty Customer penetration Canali distributivi Accordi di licenza
22 Gli Asset Intangibili : evoluzione sul valore aziendale nel tempo 100% 80% 60% 5% 95% 72% La maggior parte del valore aziendale risiede negli asset intangibili 40% 20% 28% 0% Tangibili Intangibili Fonte: Interbrand Brand Value Management, 2006
23 Le priorità di intervento Gli Asset Intangibili devono essere individuati, comunicati e gestiti dalle imprese FOCUS Intangibles (C. umano, C. strutturale, C. relazionale) AZIONI INDIVIDUAZIONE GESTIONE RISCHIO COMUNICAZIONE RISULTATI Migliore definizione dei driver intangibili che creano valore Attuazione tempestiva di azioni strategiche correttive Sapere cosa comunicare Maggiore liberazione di risorse Minori rischi di passività Intangibili Migliore accesso ai finanziamenti Attrazione capitali Maggiore fiducia dal mercato Inibizione self-fullfilling prophecies negative Limitazione comportamenti irrazionali di investimento 7
24 Prospettive future a livello Regionale Schema di Protocollo d'intesa tra regione Emilia- Romagna e Ministero dello Sviluppo Economico finalizzato a promuovere la crescita e la competitività sostenibile delle piccole e medie imprese (PMI) e dei territori emiliano-romagnoli attraverso gli strumenti dellarsi e delle potenzialità offerte dalle sinergie di rete tra PMI; Risoluzione sui temi della RSI firmata dall assemblea legislativa della Regione Emilia- Romagna il 7 luglio 2011 in cui si chiede che la Regione svolga un ruolo di leader a livello nazionale per la promozione di politiche innovative di RSI e che all interno del programma triennale vengano individuate azioni e programmi di RSI. 7
25 Di cosa c è bisogno per diffondere la RSI? Pubblico Framework Know-how differenti Gestione efficace dei processi Maggiore diffusione della RSI Perseguimento della sostenibilità Privato VALORE TERRITORIALE 7
26 La correlazione tra politiche responsabili, conoscenza e innovazione Forte correlazione tra politiche responsabili, conoscenza e innovazione fonte: The State of Responsible Competitiveness 2007 L innovazione basata sulla conoscenza rappresenta un punto di forza per queste economie. Per questo gruppo la competizione responsabile non rappresenta un di più, ma il cuore del modello economico.
27 La correlazione tra politiche responsabili, conoscenza e innovazione Es. Finlandia Francia Danimarca Svezia Giappone fonte: Growth Competitiveness Index, World Economic Forum 06/07 Esiste una correlazione direttamente proporzionale tra competitività di un territorio e il tessuto sociale: quest ultimo diventa allora necessario per supportare ulteriori progressi verso la competitività responsabile, costituendo una cassa di risonanza per l innovazione e la collaborazione delle imprese.
28 RSI > 2 anni: + consapevolezza della RSI + conoscenza dei progetti di matrice istituzionale (Linee Guida OCSE, Libro Verde CE, ex D.Lgs. 231/2001, Leggi Regionali) + comunicazione performante (bilanci di sostenibilità) + visibilità e fiducia dagli stakeholder + ritorni (di immagine, economici, motivazionali) + competitività + attenzione al consumatore Fonte: La leva competitiva della RSI nelle PMI, Centro Studi Philanthropy
29 La metodologia del punto critico applicata alla RSI La ricerca ha identificato un Punto Critico: Il periodo di tempo di due anni sembra essere uno scoglio che ha causato l abbandono della RSI da parte di un gruppo di imprese del campione Alcune di esse hanno superato queste difficoltà, ottenendo benefici dalla RSI ma molte altre invece hanno cessato la propria attività di RSI e non l hanno più comunicata è opportuno che le Istituzioni deputate alla divulgazione della RSI continuino con fermezza la loro opera di sensibilizzazione territoriale
30 Le due domande del punto critico Come possono le Istituzioni aiutare le imprese a superare il punto critico dei due anni? Come creare una forte diffusione di RSI?
31 Un modello per la massima diffusione della RSI Perché la RSI si diffonda rapidamente nelle imprese sono necessari: Esperti in conoscenza Connettori/ divulgatori Persuasori Diffusione della RSI Organizzazioni che accumulano conoscenza in modo attivo, diffondendo le informazioni acquisite ad altri soggetti Organizzazioni dotate della capacità peculiare di mettere in comunicazione chi detiene informazioni e chi invece le deve utilizzare Organizzazioni che persuadano le imprese ad attuare la RSI perché si inneschi una vera e propria diffusione virtuosa
32 Gli attori della diffusione di RSI Esperti in conoscenza Connettori/ divulgatori Persuasori Massima diffusione della RSI Min. Sviluppo Economico altri Min. PCN Università Istituzioni (es. Regioni) Associazioni di categoria s.n Organizzazioni sindacali s.n. Associazioni di categoria sede locali Organizzazioni di categoria e sindacali e s.l. Istituzioni territoriali (es. Province, Comuni, Cam.Com. SUAP)
33 Quale potrebbe essere il ruolo della Pubblica Amministrazione e delle organizzazioni territoriali in questo contesto? Riprendendo il Punto Critico della RSI, la PA e le altre organizzazioni territoriali dovrebbero avere il ruolo di NETWORK ORCHESTRATION. il successo di un'impresa è sempre più legato alle connessioni che riesce a stabilire con l'esterno. la PA deve avere la visione globale dell intera supply-chain e del territorio per assicurare la diffusione e lo sfruttamento del sapere collettivo e realizzare una cultura di rete.
34 Il ruolo di networking della PA Le reti territoriali Attraverso l integrazione Con l empowerment
35 Grazie Andrea Casadei
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