CONVEGNO La gestione pianificata degli alpeggi nell arco alpino settembre 2013; Grugliasco (TO) - Valgrisenche (AO) luigi ferrero
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1 CONVEGNO La gestione pianificata degli alpeggi nell arco alpino settembre 2013; Grugliasco (TO) - Valgrisenche (AO) luigi ferrero 1
2 Piemonte: Superficie km2 ; Abitanti ; Densità 175,7 ab./km2; Pianura: altitudine 421 m s.l.m. superficie km2; Collina superficie km2 Montagna: superficie 9906 km2, 39% dell intera superficie SAU: ha 30% 39% 31% montagna collina pianura 2
3 Svizzera: Superficie km2; Abitanti ; Densità 190,63 ab./km2; Altopiano: altitudine 580 m s.l.m., superficie km2 Montagna: 60% dell intera superficie SAU: ha 3
4 Piemonte ovicaprini: bovini: Razze: Piemontese, Frisona italiana, Garonnese, Limousine, Charolais, Pezzata rossa d Oropa, Valdostana, Pezzata rossa italiana, Barà Pustertaler, Bruna Carico n. bovini/sau: 0,78 4
5 Svizzera: ovicaprini: bovini: Razze: Bruna alpina, Pezzata rossa o Simmental, Frisona Carico n. bovini /SAU: 1,7 5
6 n CAPI BOVINI OVICAPRINI ANNO *: Dati Ass.to regionale alla Sanità 6
7 Svizzera: Bovini n consistenza costante negli ultimi 50 anni 7
8 Svizzera: la produzione di carne bovina copre oltre il 75% del fabbisogno nazionale Piemonte: la produzione di carne bovina copre il 50% del fabbisogno regionale 8
9 Piemonte: Superficie km2 ; Abitanti ; Densità 175,7 ab./km2; Pianura: altitudine 421 m s.l.m. superficie km2; Collina superficie km2 Montagna: superficie 9906 km2 SAU: ha Alpi piemontesi: ha di pascoli (Piano territoriale forestale) razze bovine impiegate in alpeggio: Piemontese, Pezzata rossa d Oropa, Valdostana, Pezzata rossa italiana, Barà Pustertaler, 2
10 n CAPI MONTICATI BOVINI OVICAPRINI ANNO *: Dati Ass.to regionale alla Sanità 10
11 Svizzera: ogni estate gli oltre alpeggi delle Alpi e di una parte del Giura ospitano bovini pecore e caprini Ordinanza concernente i contributi d estivazione del 14 novembre 2007 Consiglio federale svizzero, 11
12 INTERVENTI AMMISSIBILI: Realizzazione e miglioramento di superfici a pascolo tramite il pascolamento turnato a bassa intensità con l applicazione delle prescrizioni agronomiche specifiche. OBIETTIVI: Estensivizzazione della produzione agricola con la realizzazione e il miglioramento di superfici a pascolo. Tutela della qualità del suolo mediante la presenza sul territorio, la limitazione dei fenomeni erosivi e dell inquinamento organico e chimico, la riduzione del rischio di incendi. Creazione di condizioni ambientali favorevoli alla presenza della flora spontanea e della fauna selvatica. 8
13 N DOMANDE 2005 SUPERFICIE [ha] Numero capi bovini Numero capi ovicaprini CONTRIBUTO [ ] Sistemi pascolivi estensivi Pascoli gestiti con Contratto territoriale , , , ,51 9
14 OBIETTIVI: Mantenere la consistenza delle razze animali locali a rischio di estinzione. Mantenere l economia zootecnica in aree marginali. TIPOLOGIA DEGLI INTERVENTI Premio agli allevatori che mantengono in purezza soggetti delle razze locali previste. PREMIO: 121 /UBA 14
15 N DOMANDE VALORE U.B.A. CONTRIBUTO [ ] , , , ,05 14
16 BENEFICIARI: Allevatori singoli e associati di bovini, ovini, caprini, equini che applicano gli impegni previsti. AGEVOLAZIONI PREVISTE Il premio è commisurato agli impegni per le diverse zone altimetriche: pianura 250 euro/ha collina 140 euro/ha montagna 40 euro/ha 16
17 AGEVOLAZIONI PREVISTE: 60 /ha oltre ai premi previsti per i sistemi pascolivi estensivi. 17
18 predisporre ed applicare il Piano pastorale aziendale di utilizzazione della produzione foraggera, organizzato per sezioni omogenee di pascolo con l indicazione del carico di bestiame e della durata dei turni e le specifiche norme necessarie alla gestione delle cotiche, in particolare nelle aree limitrofe alle malghe, ai centri abitati ed alle aree di pregio paesaggistico; predisporre recinzioni fisse o mobili per ogni area omogenea di pascolo; eseguire il pascolamento turnato con spostamento della mandria fra superfici a diversa altitudine ovvero alla medesima altitudine suddivisa per sezioni omogenee in funzione delle caratteristiche vegetazionali, dello stato vegetativo e di utilizzazione della cotica; 18
19 Premio di 200 /UBA agli allevatori che mantengono in purezza soggetti delle razze locali a rischio abbandono. 19
20 BOVINI Pezzata Rossa D'Oropa Varzese o Tortonese Valdostana Pezzata Nera Barà - Pusterthaler 20
21 OVINI Sambucana Garessina Frabosana Saltasassi Tacola Delle langhe Savoiarda 21
22 Caprini Sempione Vallesana Roccaverano 22
23 biodiversità : 5500 specie censite con lo studio de I tipi pastorali delle Alpi piemontesi 500 specie presenti con maggior frequenza nei tipi pastorali individuati I tipi pastorali delle Alpi piemontesi Università degli Studi di Torino 23
24 regimazione delle acque: terreni con turni e carichi di pascolo corretti hanno una capacità di assorbimento delle acque meteoriche maggiore del 15-20% rispetto ai pascoli abbandonati 24
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26 Pac dei primi 20 anni: sistema di sostegno indiretto dei prezzi; Con la riforma del 1992 prese avvio un nuovo percorso: azzeramento progressivo del sostegno ai prezzi sostituzione con strumenti per il sostegno dei redditi introduzione di finalità extra-agricole (ambiente, territorio, ecc) adeguamento della PAC agli accordi WTO. Agenda 2000 (basi per l allargamento dell UE); Riforma di medio termine (disaccoppiamento, condizionalità, modulazione); 32
27 A cosa punta la Commissione OBIETTIVI: Una produzione alimentare efficiente (sicurezza alimentare); Una gestione sostenibile delle risorse naturali ed un azione per il clima; Uno sviluppo territoriale equilibrato. mediante l erogazione di aiuti strettamente connessi a precisi obiettivi (sostegno del reddito, ambiente, regioni svantaggiate, giovani) una quantificazione degli aiuti più equa e territorialmente equilibrata 27
28 Il rapporto aiuti-superficie Il valore medio dei titoli a livello europeo è di circa 300 /ettaro. L Italia, con 433,7 /ha si colloca di sopra della media, mentre i nuovi Paesi membri percepiscono aiuti per unità di superficie molto bassi Il rapporto aiuti-plv In questo caso il nostro Paese, con 94,8 ogni 1000 di PLV si colloca ben al di sotto della media europea pari a 123. Dati MIPAAF-INEA Stato /ettaro Stato /1.000 PLV Olanda 646,0 Irlanda 219,3 Malta 629,1 Grecia 211,3 Belgio 526,3 Bulgaria 196,3 Italia 433,6 Repubbli ca Ceca 194,4 MEDIA 300,0 MEDIA 123,0 Slovacchia 209,5 Italia 94,8 Portogallo 208,4 Cipro 86,7 Romania 204,3 Portogall o 86,6 Lituania 144,7 Belgio 82,5 Estonia 120,7 Malta 39,6 Lettonia 95,4 Olanda 37,8 28
29 Come saranno i nuovi aiuti diretti Destinati ai soli agricoltori: agricoltore attivo Più omogenei tra stati: convergenza esterna Più omogenei tra agricoltori: convergenza interna Più verdi: greening 29
30 I fondi per la PAC: la proposta della Commissione, contenuta nella comunicazione A budget for Europe 2020 del 29 giugno 2011, prevede uno stanziamento complessivo per il periodo 2014/2020 di 386,9 MLD/ contro i 418 dell attuale periodo di programmazione. La spesa agricola, passa dal 39,4 al 36,2 % del bilancio UE, con una perdita effettiva di 31,1 MLD/ 30
31 Stato /ettaro Come cambierebbe l importo medio ad ettaro in Italia se venisse confermato l ACCORDO SUL QFP DI FEBBRAIO 2013? Olanda 646,0 Malta 629,1 Belgio 526,3 Italia 433,6 MEDIA 300,0 Slovacchia 209,5 Portogallo 208,4 Romania 204,3 Lituania 144,7 Estonia 120,7 Lettonia 95,4 392 /ettaro 31
32 Il Regime di Pagamento Unico diventa il Regime di pagamento di base. I titoli all aiuto convergono progressivamente e divengono uniformi a livello di singolo Stato od area omogenea (regionalizzazione) entro il 1 gennaio Entro la fine del 2028 questo valore diventa unico in tutta l Unione. IPOTESI 1: a partire dal 2015 il valore dei titoli all interno di uno Stato o regione omogenea sarà uguale per tutti gli agricoltori attivi IPOTESI 2: il processo di adeguamento del valore dei titoli avviene in modo progressivo, inizia nel 2015 e si completa nel 2019 IPOTESI 3: il processo di adeguamento inizia nel 2015 ma nel 2019 il valore dei titoli non diviene uniforme 32
33 Il Greening : un pagamento supplementare pari al 30% degli aiuti sarà erogato alle aziende che rispettano alcune pratiche agricole positive per il clima e l ambiente (diversificazione delle colture, conservazione delle superfici a prato permanente, mantenimento di una riserva ecologica) Regioni svantaggiate: è previsto un pagamento supplementare facoltativo (fino al 5% del plafond nazionale) per le aree svantaggiate Piccoli Agricoltori: previsto un pagamento unico forfetario facoltativo (tra 500 e 1250 ) per i piccoli agricoltori (fino al 10% del plafond nazionale) Aiuti accoppiati facoltativi (fino al 13% + 2% proteiche del plafond nazionale) potranno essere autorizzati per produzioni economicamente vulnerabili e per ragioni economico-sociali in determinate regioni
34 Saranno soppressi gli Assi e la programmazione dovrà essere fatta in funzione di sei priorità: Trasferimento conoscenze Competitività agricoltura e vitalità aziende Organizzazione catene alimentari e gestione del rischio Preservare e migliorare gli ecosistemi Transizione verso una low carbon economy Sviluppo occupazione e sviluppo rurale Gli obiettivi: competitività, gestione sostenibile risorse naturali, sviluppo equilibrato territori rurali 34
35 Quadro Strategico Comune: garantirà il coordinamento tra misure attivate mediante i diversi fondi strutturali PSR nazionali o regionali Possibili sottoprogrammi a tema: Giovani Piccole Aziende Aree montane Filiere corte E prevista la creazione di una scatola degli attrezzi per la gestione dei rischi, che consenta il sostegno ai fondi mutualistici, alle assicurazioni e ad un nuovo strumento per la stabilizzazione dei redditi 35
36 applicazione della PAC zootecnica contratti di affitto 29
37 I pascoli alpini sono un bene della collettività cui dare una regolamentazione adeguata e omogenea, che possa costituire la base: per un corretto rapporto tra la proprietà pubblica, i margari e i pastori; per la durata dei contratti, l'equo canone e la corretta gestione e manutenzione dei pascoli e delle infrastrutture; per le ricadute positive in termini di tutela della biodiversità, dell'assetto idrogeologico del territorio, del benessere degli animali; per la valorizzazione complessiva del territorio con cui offrire agli abitanti ma anche ai visitatori un valore aggiunto, in termini di occupazione, ricettività, turismo. 37
38 Schemi ad uso degli Enti locali Schema di bando di gara Schema di contratto di affitto A completamento dell'offerta andrà obbligatoriamente allegata, pena l'esclusione dalla gara: per il richiedente individuale (imprenditore agricolo o coltivatore diretto) e per le imprese agricole associate: copia della certificazione della Banca dati regionale zootecnica attestante le caratteristiche del/degli allevamenti interessati all utilizzo della/delle malghe; 38
39 schema di capitolato di affitto Art. 2 (Durata della monticazione e carico) Il periodo di monticazione, fissato in almeno 90 giorni, potrà iniziare circa il /. d'ogni anno, nel rispetto delle vigenti prescrizioni di massima di polizia forestale, e comunque quando le condizioni della vegetazione siano idonee. Il carico previsto è compreso tra 0,3 e 1 U.B.A. (unità bovine adulte) /ha/anno ovvero compreso tra 0,6 e 2 U.B.A. (unità bovine adulte) /ha per periodi di pascolamento variabili tra 90 e 180 giorni. 39
40 Legge regionale 29 aprile 2013, n. 6, art.4 (Gestione delle risorse pastorali pubbliche) 1.Per la conservazione e la salvaguardia dei pascoli montani e delle malghe di proprietà pubblica, le procedure per l'affitto e le condizioni contrattuali e gestionali generali rispettano la legge 3 maggio 1982, n. 203 (Norme sui contratti agrari), la legge 11 febbraio 1971, n. 11 (Nuova disciplina dell'affitto di fondi rustici) e le disposizioni approvate con deliberazione della Giunta regionale, sentito il parere della commissione consiliare competente. 40
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43 emissioni in atmosfera: CO2, CH4, NO2 nitrati nelle acque di falda consumo di migliaia di litri di acqua per kg di carne e litro di latte prodotti 43
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47 In un pascolo l erba che alimenta il bestiame costituisce dal 50 al 70% del carbonio, di cui meno dei 2/3 sono restituiti sotto forma di CO2 nell atmosfera, mentre la restante parte costituisce prelievi umani e deiezioni. Le deiezioni del bestiame e la lettiera sono elaborati da organismi decompositori che mineralizzano le frazioni biodegradabili. In un ecosistema stabilizzato le masse in gioco sono sostanzialmente stabili nel tempo. In assenza di pascolo l entità della fitomassa epigea utilizzata dagli altri erbivori si riduce al 10%, mentre il resto va alla lettiera. Ne risulta una lettiera contenente sostanza organica non degradata (C) e povera in sostanze minerali (N) contrariamente a quella originatasi con le deiezioni degli erbivori. Di fatto questo rapporto (C/N), con elevata presenza di carbonio, origina condizioni sfavorevoli ai decompositori con progressivo accumulo di sostanza organica e riduzione dell attività biologica. L azione del pascolo genera invece un accelerazione del ciclo del carbonio e quindi uno stimolo alla produttività complessiva dell ecosistema, valorizzando la biodiversità vegetale ed animale 47
48 Art. 4 Piano di gestione 1 Il piano di gestione deve indicare: a. le superfici pascolabili e le superfici non pascolabili; b. le fitocenosi esistenti e la rispettiva valutazione; c. la superficie di pascolo netta; d. il potenziale di resa stimato; e. l idoneità delle superfici allo sfruttamento con diverse categorie di animali. 2 Il piano di gestione stabilisce: a. quali animali possono pascolare su quali superfici; b. le cifre relative al carico e alla durata dell estivazione; c. il sistema di pascolo; d. la ripartizione dei concimi prodotti sull alpe; e. un eventuale concimazione complementare; f. un eventuale apporto di foraggio grezzo o concentrato; g. un eventuale piano di risanamento per la lotta contro le piante problematiche; h. eventuali provvedimenti atti a prevenire la trasformazione naturale in bosco o sottobosco; i. eventuali registrazioni sul carico, la concimazione, l apporto di foraggi e la lotta contro le piante problematiche. 3 Il piano di gestione deve essere allestito da specialisti indipendenti 48
49 Perché? Il Regolamento 1782/2003 cambia la natura degli aiuti diretti ma consente di mantenere invariate le modalità di quantificazione dei medesimi L Italia avvia subito la riforma (2005) ma, per la definizione dei titoli all aiuto, adotta l opzione del metodo storico, che impone la quantificazione dei titoli sulla base dell erogato nel periodo L articolo 69, così come venne applicato in Italia, si dimostra poco incisivo e complica la gestione della domanda unica La diversa entità degli aiuti, a parità di vincoli, diventa progressivamente insostenibile L ingresso di nuovi Paesi nell UE mette in evidenza le differenze di trattamento tra Stati In Italia la differenza di valore tra i titoli è particolarmente evidente. Gli strumenti che hanno sostituito il sostegno ai prezzi si sono rivelati poco efficaci 49
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