Nuovi portinnesti clonali di pero.

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1 Nuovi portinnesti clonali di pero. M. Quartieri, M. Tagliavini, B. Marangoni, D. Bassi, M. Giannini, A. Previati, L. Schiavon (Estratto da l Informatore Agrario 2007) I portinnesti di cotogno hanno contribuito in modo determinante allo sviluppo della pericoltura moderna, ma presentano dei limiti agronomici, superabili attraverso l'utilizzo di portinnesti di pero comune. Secondo i risultati della seguente sperimentazione ciò è auspicabile, tanto che per alcuni dei nuovi portinnesti si prevede a breve la diffusione commerciale L Italia è il maggiore produttore europeo di pere e il secondo a livello mondiale dopo la Cina. Dopo la crisi degli anni 70 che determinò una forte contrazione della superficie investita a pero, la pericoltura italiana ha vissuto nel corso dell'ultimo ventennio una fase di espansione e attualmente la superficie coltivata è di circa ha (dei quali l'8% in allevamento), mentre la produzione annua si attesta intorno alle t (Faostat, 2006; Baraldi e Rivaroli, 2006). La Regione Emilia-Romagna detiene una posizione di assoluta rilevanza nel panorama italiano ed europeo, contribuendo per quasi il 70% dell'offerta nazionale di pere, seguita dal Veneto e dal Piemonte (CSO, 2006). Tra i fattori che hanno contribuito al recente rinnovamento della pericoltura italiana è stata determinante la disponibilità di portinnesti. Non altrettanto si può dire per lo standard varietale del pero che, a differenza di altre specie frutticole, si identifica ancora con cultivar diffuse da molti decenni come Abate Fétel, William, Conference, Decana, Kaiser, che rappresentano complessivamente circa l'80% del prodotto nazionale (Sansavini, 2006). Nel corso degli ultimi anni, inoltre, in Italia si è assistito a un'ulteriore semplificazione dell'assortimento varietale a favore della cv Abate F. (30% della produzione nazionale e 70% degli astoni di pero prodotti in vivaio), che ha quindi polarizzato l'attenzione dei produttori italiani. I portinnesti utilizzati appartengono alla specie pero (Pyrus communís L.) o ai cotogni (Cydonia oblonga Mill.). Quale portinnesto alternativo al cotogno L uso del cotogno come portinnesto per il pero ha contribuito in modo determinante al forte sviluppo della pericoltura moderna in Italia (Marangoni e Malaguti, 2002). Il cotogno è tuttora il portinnesto più usato per il pero sia in Italia (circa il 90% degli impianti) sia in Europa (Musacchi, 2006), mentre il pero (franco o clonale) ha un impiego più ridotto e limitato alla cv William. La scelta di innestare il pero su cotogno è dettata dalla necessità di controllare la vigoria dell'albero e ottenere elevate densità d'impianto, anticipare la messa a frutto degli alberi e disporre di materiale di facile propagazione (per talea legnosa e margotta di ceppaia). Il miglioramento genetico ha reso disponibili nel tempo numerose selezioni di cotogno (BA29, EMA, Sydo, EMC, EMH, Adams) ma nel corso degli ultimi anni la scelta del produttore è stata spesso orientata verso cotogni nanizzanti o seminanizzanti, che necessariamente devono venire gestiti con tecniche molto intensive di potatura, irrigazione e concimazione. In diversi ambienti di coltivazione, i limiti agronomici dei cotogni e in particolare di quelli più nanizzanti (ad esempio EMC) sono conosciuti: insufficiente pezzatura dei frutti, sensibilità alla clorosi ferrica indotta da calcare, disaffinità d'innesto con alcune cultivar (ad esempio William e Kaiser). In questo contesto, anche a causa della diffusione di patologie come la moria del pero (pear decline), il colpo di fuoco batterico (Erwinía amylovora) e il cancro da valsa (Valsa ceratosperma), la scelta del portinnesto per il pero è stata rimessa in discussione.

2 Esistono diversi programmi di miglioramento genetico per selezionare dei portinnesti di pero dal vigore controllato. Da questi sono stati licenziati portinnesti clonali adatti a impianti a media densità, fra i quali si ricordano Pyriam (Inra di Angers), Pyrodwarf (Geisenheim Research Institute), Farold 40 e 69 (Brooks Oregon Nursery), Fox 11 e 16 (Dipartimento di colture arboree di Bologna). Questi soggetti si distinguono per la buona affinità d'innesto, una vigoria simile o a volte leggermente inferiore (ad esempio Pyrodwarf) al Cotogno BA29 e la tolleranza al calcare. Per quanto riguarda l'aspetto produttivo, infine, l'entrata in produzione è in genere ritardata rispetto ai cotogni, mentre la produttività e la qualità dei frutti risultano essere molto buone (Colombo, 2003; Musacchi, 2006). Definizione dei protocolli per la propagazione in vitro Lo studio per ottimizzare la propagazione in vitro di tali selezioni è stato condotto nel 1999 presso il Centro sperimentale ortofrutticolo «Pò di Tramontana» di Rosolina (Rovigo). L attività ha previsto l'utilizzo di diversi substrati di coltura (Previati et al., 2002), che si differenziavano per la tipologia del mezzo di crescita (MS: Murashige e Skoog, 1962; QL: Quorin e Lepoivre, 1977), la concentrazione dei nutrienti (100 e 50%), il tipo di auxine aggiunte (IAA per i mezzi MS e IAA + NAA per i mezzi QL) e la presenza (+/-) di fluoroglucinolo (PGL). Tale composto fenolico è stato utilizzato con successo da vari autori per migliorare la radicazione in vitro (James e Hihurbon, 1981) ma in altri casi ha fornito risultati contrastanti (Zimmerman e Broome, 1981). L:esperimento, di tipo fattoriale, prevedeva tre repliche per ciascun trattamento. La radicazione è stata condizionata dal genotipo, dal tipo e dalla concentrazione del mezzo di coltura. Tra i genotipi le percentuali più alte di radicazione sono state rilevate con C91, D46 e E82, mentre i soggetti C19 e D50 hanno mostrato la maggiore difficoltà di radicazione (tabella 1). Per quanto riguarda il substrato di coltura, la radicazione è stata in generale superiore con i mezzi MS (77%) rispetto a quelli QL (64%, tabella 1), mentre l'effetto della concentrazione dei nutrienti si è differenziato in funzione del substrato. Infatti, mentre le tesi MS 100 e MS 50 hanno indotto percentuali di radicazione simili tra loro (75 e 79%, rispettivamente), il mezzo di coltura QL ha fornito i risultati migliori alla dose 50% (radicazione del 70% rispetto al 58% di QL 100, tabella 1). Per quanto riguarda l'azione del fenolo PGL, i risultati ottenuti hanno indicato l'assenza di effetti sulla radicazione (dati non riportati). Tabella 1. Il Comportamento in vivaio Il vivaio è stato realizzato nel 2000, presso l'azienda pilota e dimostrativa «Sasse Rami» di Ceregnano (Rovigo). I portinesti A74, C19, C91, D46, D50, E105, E110 e E82 sono stati messi a dimora a febbraio e innestati a settembre a gemma dormiente con le cultivar Abate F. e William. Durante la primavera-estate 2000 sono stati eseguiti rilievi (diametro e altezza) e osservazioni (spinosità, aspetto della corteccia e regolarità degli internodi) sui

3 portinnesti, mentre nel 2001 sono state rilevate le caratteristiche degli astoni (altezza e diametro dell'astone, numero di rami anticipati). I rilievi eseguiti sui portinnesti hanno evidenziato una vigoria elevata per i soggetti D50 e D46 (diametro medio di 14 mm e altezza superiore a 150 cm), intermedia per i genotipi A74, C91, E82, E105 e E110 (diametro di 10 mm e altezza di circa 110 cm), e un basso vigore per la selezione C19 (diametro 6 mm e altezza 85 cm). Nessuno dei genotipi, inoltre, ha presentato spinescenza, mentre gli internodi erano regolari (dati non riportati in tabella). Nel 2001 i rilievi hanno interessato solo gli astoni della cv Abate F. e hanno evidenziato il maggiore vigore degli astoni innestati con A74 e E105 (diametro 18 mm e altezza 172 cm), mentre il soggetto C19 si è distinto per avere indotto la minore crescita dell'astone (diametro 11 min e altezza 134 cm) (tabella 2). Gli astoni innestati su cotogno presentavano uno sviluppo intermedio ma significativamente inferiore (-20%) a quello dei peri A74 e E105. Per quanto riguarda il numero di rami anticipati, gli astoni innestati su pero presentavano mediamente un numero di rami anticipati simile a quello presente nei cotogni (7 in media), a eccezione di C19 i cui astoni invece presentavano solo tre rami anticipati (tabella 2). Tabella 2. Risultati in campo Nel febbraio 2002 gli astoni di Abate F. e Williain sono stati estirpati dal vivaio e utilizzati per la realizzazione di un campo sperimentale presso l'azienda pilota e dimostrativa «Sasse Rami» su un terreno franco-argilloso di buona fertilità (ph 7,8; sostanza organica 1,7%; azoto totale 1,4%; fosforo assimilabile 30 ppm; capacità di scambio cationico 23,3 meq/100 g; potassio scambiabile 0,33 meq/100 g; calcio scambiabile 20,5 meq/100 g; magnesio scambiabile 2,1 meq/100 g). Nel frutteto sono stati impiantati anche astoni di Abate F. innestata sui cotogni EMC e BA29 e di William innestata su cotogni BA29 (con intermedio di Butirra Hardy), inseriti nel disegno sperimentale come tesi di controllo. Il sesto d'impianto adottato, unico per tutte le combinazioni d'innesto, era di 3,5 m tra le file e 1,6 m sulla fila (densità pari a piante/ha) e gli alberi sono stati allevati a palmetta libera. Per quanto riguarda la gestione agronomica del frutteto, il controllo sulla fila delle erbe infestanti è avvenuto mediante diserbo chimico (3 interventi/anno con glufosinate ammonio all'1%), mentre l'interfila era inerbita con essenze spontanee. L irrigazione è stata gestita attraverso un impianto localizzato dotato di microspruzzatori dinamici in grado di erogare 65 lt/ora. La concimazione nel biennio è stata gestita mediante un unico intervento primaverile con l'apporto di 24 kg/ha di azoto (N), 34 kg/ha di potassio (K20) e 24 kg/ha di fosforo (P2 05). Nel 2006 sono stati impiegati gli essi quantitativi per fosforo e potassio, mentre l'apporto di N è stato differenziato in funzione della combinazione d'innesto. In particolare, gli alberi innestati su pero sono stati concimati con 27 unità/ha di N, mentre per quelli innestati su cotogno la dose di N è stata pari a 51 kg/ha. Nel 2005 e 2006, in coincidenza della fioritura, gli alberi di Abate F. sono stati trattati con fitoregolatori (gibberelline GA4 + GA7 e 6 benziladenina) allo scopo di incrementare l'allegagione dei frutti. Il comportamento di ciascuna combinazione d'innesto è stato valutato mediante rilievi sulla crescita e sulla fruttificazione degli alberi. L influenza del portinnesto sull'attività vegetativa degli alberi è stata valutata

4 annualmente attraverso la misura dell'area della sezione trasversale del tronco (AST) e del legno di potatura, mentre per la produzione sono stati valutati il peso e il numero di frutti per albero, il peso medio dei frutti e alcuni loro parametri qualitativi. Su un campione rappresentativo di frutti provenienti da ogni parcella sono stati determinati la durezza della polpa (con puntale di 8 mm), il contenuto di zuccheri solubili (gradi Brix), l'acidità titolabile (g/l di acido malico) e il ph del succo. Solo per la cv Abate F. sono stati condotti rilievi sull'aspetto del frutto, valutando visivamente su un campione di 30 frutti per parcella la diffusione di ruggine sull'epicarpo. Il disegno sperimentale prevedeva per ogni cultivar 4 blocchi randomizzati. L unità sperimentale era costituita da parcelle di 5 piante, delle quali le 3 centrali sono state utilizzate per i rilievi sperimentali. I dati raccolti per ogni cultivar sono stati sottoposti all'analisi della varianza e la separazione delle medie è stata eseguita con il test Student Newman Keuls (P = 0,05). Effetti sulla crescita vegetativa Tabella 3. La crescita delle piante è stata fortemente condizionata dal portinnesto. Per la cultivar Abate Fetel. il maggiore vigore è stato riscontrato con i portinnesti D50 e D46 (AST (area sezione trasversale del tronco) = 52 cm2), mentre la crescita minore del fusto è stata registrata nelle piante innestate su cotogno EMC (AST pari a 23 cm2) (tabella 3). Fra le altre selezioni di pero A74, E105 e E110 si sono distinte per un'ast statisticamente inferiore a D46 e D50 e superiore ai cotogni (tabella 3), mentre C19, C91 e E82 sono risultate simili al cotogno BA29 (30 cm2). Per quanto riguarda il legno di potatura, i dati relativi al quinquennio hanno sostanzialmente confermato i risultati precedentemente descritti. La selezione D50 si è distinta per la maggiore quantità di legno asportato con la potatura invernale (11, 1 kg), seguita da A74 e D46 (8,3 kg), C19, E105 e E110 (5,3 kg), C91, E82 e cotogno BA29 (3,7 kg). Gli alberi innestati su cotogno EMC invece si sono distinti per la minore quantità (1,7 kg) di legno asportato con la potatura (tabella 3).I risultati ottenuti con la cultivar William confermano in gran parte quanto osservato in Abate F. Le selezioni D50 e D46 si sono distinte per aver indotto il maggiore vigore, come risulta sia dai dati di AST sia dal peso cumulato del legno di potatura (in media 51,8 cm' e 8,3 kg, rispettivamente) (tabella 3). Le rimanenti selezioni di pero, a esclusione di C19, hanno indotto una crescita vegetativa significativamente inferiore a D50 e D46 (-35% per l'ast e - 47% per il legno di potatura), ma simile a quella osservata negli alberi innestati su BA29 (tabella 3). Gli alberi innestati sulla selezione C19, infine, pur con una quantità di legno di potatura simile a quella degli alberi su cotogno BA29 presentavano una AST nettamente inferiore a questi ultimi (-30%), risultando nel complesso i meno vigorosi. I dati relativi allo sviluppo (AST al quinto anno) degli alberi innestati su pero rapportato a quello del cotogno BA29 (= 100) contribuiscono a classificare meglio i portinnesti in base al loro vigore. Le selezioni D50 e D46 aumentano il vigore di circa il 60% in William e il 75% in Abate F., mentre A74, E105 (solo in combinazione con Abate F.) ed E110 conferiscono un maggiore vigore pari al 30% circa in Abate F. e 12% in William (grafico 1).

5 Grafico 1. Le selezioni C91 ed E82 innestate con la cv Abate F. hanno manifestato vigore uguale al cotogno BA29 e superiore (+25%) a quello osservato con il cotogno EMC; in William gli alberi innestati con E82 e E105 presentavano uno sviluppo simile a quelli di BA29, mentre C19 ne ha ridotto la crescita di circa il 30% (grafico 1). Effetti sulla produzione e sulla qualità dei frutti La produttività degli alberi è stata influenzata sia dalla cultivar, sia dal portinnesto. Sulla cv Abate F. i portinnesti E110 e BA29 hanno indotto nel 2006 la fruttificazione più elevata (circa 12 kg/albero, pari a una resa di 21 t/ha), mentre la produzione ottenuta con i soggetti C91, C19, E82, D50 e A74, è risultata di poco inferiore (tabella 4). Tabella 4. Le selezioni D46 e E105 si sono distinte invece per una produzione statisticamente inferiore (5 kg) e simile a quella registrata per il cotogno EMC (6,2 kg). Il peso medio del frutto è risultato maggiore negli alberi innestati su A74 e D50 (256 g), mentre i portinnesti C19, E105, E82 e cotogno EMC si sono distinti per il minor peso (212 g). I dati produttivi cumulati del triennio (grafico 2), pur non evidenziando differenze significative, confermano la maggiore produttività di BA29 e E 110 (26 e 24 kg rispettivamente), la buona produttività indotta dalle selezioni A74, C19, C91, D46 e D50 (in media 20 kg), mentre E105 ed E82 sono risultati simili al cot. EMC (in media 15 kg). L efficienza produttiva, cioè il rapporto tra la produzione cumulata e l'ast rilevata alla fine del 2006, evidenzia la maggiore efficienza del cotogno BA29 (0,87 kg /CM2), risultata più che doppia di quella dei portinnesti molto vigorosi come D50 e D46, o mediamente vigorosi ma poco produttivi come E105 (grafico 2). Grafico 2. Per quanto riguarda la cv William, nel 2006 il portinnesto E110 si è confermato il più produttivo (32 kg/albero, pari a 57 t/ha). Tale produzione è risultata statisticamente simile a quella indotta dal cotogno BA29 (28 kg) e dai soggetti A74, D50, E105 e E82 (26 kg in media), mentre le piante innestate su C19, C91 e D46 si sono caratterizzate per una produzione più bassa (22 kg in media) (tabella 4). Il peso medio del frutto è risultato maggiore negli alberi innestati su BA29 (196 g), mentre è stato ridotto dai portinnesti C19 e E105 (149 g in media). La produzione cumulata (grafico 3) è risultata

6 massima (57 kg) per il portinnesto EI 10, seguito dal cotogno BA29 (53 kg) e dai peri A74 e E105 (45 kg), mentre i peri C19, C91 e E82 si sono distinti per la produzione cumulata più bassa (37 kg). Grafico 3. L efficienza produttiva (grafico 3) indotta dai portinnesti BA29, E110, C19 ed E105 è risultata doppia (1,62 in media) rispetto a quella riscontrata nelle combinazioni con D46 e D50 (0,80). Per quanto riguarda le caratteristiche qualitative dei frutti alla raccolta, nel presente lavoro sono riportati solo i dati relativi ai frutti di Abate F. (tabella 5). Gli zuccheri solubili sono risultati più alti nei frutti raccolti dagli alberi innestati su E82 (15,5 'Bx), mentre quelli raccolti su D46, D50 e cotogno BA29 sono risultati i meno zuccherini (13,7 Bx). l frutti raccolti dagli alberi innestati su D50 si sono distinti per una maggiore consistenza della polpa (5,4 kg), statisticamente superiore a quella dei frutti raccolti dagli alberi innestati con C91, C19, E82 e cotogno EMC (4,7 kg), mentre le restanti selezioni di pero e il cotogno BA29 hanno indotto una durezza della polpa del frutto intermedia (5,1 kg) (tabella 5). Un altro aspetto qualitativo per il quale sono emerse differenze riconducibili al portinnesto è la rugginosità dell'epicarpo, risultata maggiore in C91 ed E110 (20-21%) rispetto alla media degli altri portinnesti di pero e di cotogno (15%) (tabella 5). Tabella 5. Prime considerazioni dai portinnesti in prova I portinnesti di cotogno hanno contribuito in modo determinante allo sviluppo della pericoltura moderna grazie alla possibilità di controllare la vigoria dell'albero, ottenere elevate densità d'impianto e anticipare la messa a frutto degli alberi. Tuttavia essi presentano dei limiti agronomici che potrebbero essere superati attraverso l'utilizzo di portinnesti di Pyrus communis, oggi utilizzati con sempre maggiore frequenza per la cultivar William (Musacchi, 2006), in grado di assicurare una maggiore longevità delle piante rispetto al cotogno, una riduzione dei costi d'impianto (minor numero di piante e minori strutture di sostegno) e di gestione del frutteto (ad esempio limitato impiego di concimi a base di ferro, riduzione dei fertilizzanti in generale e dell'irrigazione). Si ritiene che dalla seconda fase del programma di selezione di portinnesti di pero, i cui risultati sono stati qui esposti, saranno disponibili alcune interessanti selezioni di pero per una loro diffusione negli impianti progettati per essere gestiti con un basso impiego di mezzi tecnici.

7 Di esse si dispone di materiale certificabile dal punto di vista sanitario, dei protocolli di propagazione in vitro, ed è noto il comportamento in vivaio. Le caratteristiche vegetative e produttive riscontrate in campo, sebbene necessitino di conferme negli anni successivi, ci consentono di trarre alcune conclusioni preliminari, che qui riassumiamo: D50 Portinnesto vigoroso sia con Abate F. sia con William. Nel 2006 si è distinto per una discreta produzione su ambedue le cultivar, risultata simile a quella indotta dal cotogno BA29 nel caso di William. Da valutare in particolare in aree di coltivazione caratterizzate da terreni poco fertili. D46 Portinnesto in grado di imprimere un elevato vigore all albero, simile a D50; dal punto di vista produttivo ha fornito produzioni di buona qualità ma quantitativamente inferiori al cotogno BA29 ed alla selezione D50, soprattutto se innestato con la cv. Abate F. A74 Soggetto caratterizzato da un vigore intermedio fra le due selezioni precedentemente descritte e il cotogno BA29, e da un buon equilibrio vegeto-produttivo, soprattutto con la cv William per la quale potrebbe essere un portinnesto interessante per impianti a media densità. La produttività è risultata costante ed elevata con William. Necessita di ulteriori verifiche per Abate F. E105 Portinnesto che imprime un vigore intermedio sulla cv William e medio-elevato su Abate F. La produttività è risultata buona, costante e paragonabile a quella di BA29 in combinazione con William, mentre è risultata scarsa con Abate F. per numero e pezzatura dei frutti. C19 Portinnesto caratterizzato da un vigore simile al C91 quando innestato con Abate F., mentre in combinazione con William ha ridotto di circa il 30% la crescita rispetto a BA29. La produzione è risultata sufficiente con Abate F., mentre con William si è distinto per i livelli produttivi più bassi nel triennio In generale ha ridotto le dimensioni dei frutti. E110 E risultato il soggetto più interessante per l'ottimo equilibrio vegeto -produttivo in dotto su entrambe le cultivar. Imprime su William un vigore intermedio, paragonabile a quello delle selezioni A74, E105 e cotogno BA29, mentre induce un vigore relativamente più elevato su Abate F. Ha indotto una fruttificazione elevata che non ha penalizzato la pezzatura e le caratteristiche organolettiche dei frutti. E82 Portinnesto con vigore intermedio e simile a BA29 su entrambe le cultivar; in presenza di elevata carica produttiva può manifestare uno scarso rinnovo vegetativo. La produttività nel triennio considerato è stata inferiore a quella dei portinnesti di pero descritti in precedenza; i frutti presentavano un calibro medio. C91 Portinnesto interessante per il moderato vigore che conferisce al nesto, risultato simile o leggermente inferiore (con William) al BA29. La produttività è risultata buona con l Abate F. ma scarsa con William. Per alcuni dei soggetti descritti nel presente lavoro si prevede a breve la diffusione commerciale e il ricavato sarà utilizzato per la prosecuzione del progetto.

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