FILLOSSERA DELLA VITE E TECNICA VIVAISTICA. Paolo Antoniazzi Scuola Enologica Conegliano venerdì 20 marzo 2015

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1 FILLOSSERA DELLA VITE E TECNICA VIVAISTICA Paolo Antoniazzi Scuola Enologica Conegliano venerdì 20 marzo 2015

2 1845 (1854) Oidio zolfo 1863 (1874) Fillossera innesto 1878 (1885) Peronospora rame distruzione della viticoltura

3 FILLOSSERA DELLA VITE Viteus vitifoliae conoscenza dell afide e aspetti legati alla morfologia e anatomia della radice

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7 Danni: loro entità Risposte e reazioni diverse per viti americane (V. riparia, V. rupestris,.) e vite europea organi viti americane foglia molto reattive gran numero di galle vite europea non reagiscono galle poco evidenti radici poco sensibili molto sensibili galle evidenti e degeneranti Per le diversità di reazioni abbiamo cicli diversi: su vite americana olociclo monoico eterotopo su vite europea anolociclo o paraciclo

8 Danni su vite americana Per le diversità di reazioni abbiamo cicli diversi: su vite americana olociclo monoico eterotopo su vite europea anolociclo e paraciclo - olociclo quando ogni anno alterna generazioni partenogenetiche ad una generazione anfigonica. - monoico quando il ciclo si completa su un solo ospite - eterotopo poiché il ciclo si completa su differenti organi (es. chioma e radici) di piante appartenenti allo stesso ospite o ad ospiti differenti.

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11 Danni su vite europea Per le diversità di reazioni abbiamo cicli diversi: su vite americana: olociclo monoico eterotopo su vite europea: anolociclo e paraciclo (moe) - anolociclo quando il ciclo è costituito dalla successione indefinita di generazioni partenogenetiche senza alternanza con quella anfigonica; - paraciclo quando è costituito dalla successione indefinita di generazioni partenogenetiche che si accompagna ad un'alternanza occasionale con una generazione anfigonica.

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24 Lotta alla fillossera La lotta è di tipo agronomico basata sulla pratica di propagazione agamica (moltiplicazione veget.) Innesto di vite europea su portinnesto di vite americana (piede americano) È possibile utilizzo di tecniche alternative: es. adacquamento, fumigazione (solfuro di carbonio) Lotta chimica in vivai di vite americana (nelle piante madri portinnesto) con neonicotinoidi, ad esempio imidacloprid (Confidor - Bayer) e tiametoxam (Actara - Syngenta)

25 I danni più consistenti sono sui giovani impianti perché viene compromessa l attività fotosintetica delle foglie e il regolare accrescimento. Una soglia indicativa di intervento è del 5% di viti colpite. Qualora si ritenesse opportuno intervenire è importante impiegare un insetticida ad attività sistemica. La sostanza attiva thiamethoxam, nome commerciale Actara, può essere impiegato a questo scopo anche se in etichetta non ha riportato questo target. Data la sua attività anche su fillominatori e tripidi della vite, sul quaderno dei trattamenti può indicare l applicazione per questi insetti. - L Informatore Agrario 36/2014 (nota polemica!)

26 RADICE Morfologia e Anatomia per capire meglio i danni provocati dalla fillossera

27 Struttura primaria della radice

28 Struttura secondaria della radice Sezione trasversale di una radice di 1 anno

29 corteccia epiderma periderma parenchima corticale primario e secondario fasci conduttori a) radice di Vitis vinifera: fasci conduttori poco numerosi, parenchima corticale spesso b) radice di vite americana (V. riparia): fasci conduttori numerosi, parenchima corticale ridotto Nota: si tratta di radici dello stesso diametro

30 2010 a Vienna (A) 2013 a Bordeaux (F) 2016 (7 a edizione) ogni tre anni

31 IL VIVAISMO VITICOLO morfologia e anatomia del tralcio il perché della propagazione agamica

32 Sezione di un tralcio (sarmento) di un anno Parenchima corticale = corteccia Sughero Fellogeno (tessuto meristematico) Felloderma (parenchima di riserva) Floema o Libro Floema o Libro secondario Cambio (tessuto meristematico) Xilema o Legno secondario Xilema o Legno Midollo

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34 RIZOGENESI: CIOÉ FORMAZIONE DI UNA RADICE AVVENTIZIA DA UNA TALEA (LEGNO DI UN ANNO) UNIGEMMA O PLURIGEMMA (SARMENTO)

35 LIBRO CAMBIO MIDOLLO LEGNO n (nesto) CAMBIO NEO- FORMATO CALLO pi (porta innesto) 1 assemblaggio del nesto (n) e del portinnesto (pi) MECCANISMO DELLA SALDATURA 2 emissione del callo da parte del nesto e del portinnesto 3 ammassamento delle cellule frontali dei calli e differenziazione di un cambio neo-formato 4 differenziazione di vasi conduttori del legno e del libro e raccordamento dei due individui

36 TOUR NEL VIVAISMO VITICOLO

37 ALLEVAMENTO DELLE P.M.P. E P.M.M.

38 ALLLEVAMENTO DELLE P.M.P. A scorrimento cioè lasciando sviluppare sul terreno, senza alcuna possibilità di gestione della vegetazione, i germogli Su sostegni (impalcato)

39 ALLLEVAMENTO A SCORRIMENTO La coltivazione delle piante madri portinnesto per la produzione di talee legnose viene di norma realizzata in forma strisciante (a scorrimento), vale a dire che i germogli (tralci) nella loro crescita coprono progressivamente il suolo, formando un tappeto unico e rendendo quindi inaccessibile il campo stesso. Questo tipo di coltivazione, in pratica il più diffuso, presenta una serie di vantaggi e svantaggi.

40 Sicuramente tra gli aspetti positivi possiamo annoverare i bassi costi di gestione e l assenza di struttura portante. Tra quelli negativi: crescita dei tralci a contatto con il suolo e quindi soggetti ad attacchi fungini; l inefficace strategia dei trattamenti per l impossibilità di accesso all appezzamento; la cattiva gestione del suolo dovuta alla non lavorazione quando le piante sono in vegetazione; l impossibilità di eseguire operazioni di spollonatura e sfemminellatura; difficoltà nel prelevare i sarmenti (t. legnosi); utilizzo quasi obbligato di erbicidi residuali ad inizio stagione.

41 ALLEVAMENTO SU SOSTEGNI La necessità di produrre materiale d innesto con elevati standard qualitativi (anche aspetti sanitari) ha reso necessaria la considerazione di altre forme d allevamento per le piante madri portinnesto (d ora in poi denominate PMP). Da qui è nato l interesse dei vivaisti viticoli alla realizzazione di campi di PMP, allevati con una tecnica alternativa a quella usuale al fine di limitare gli aspetti negativi.

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43 PMP forma impalcata: i vantaggi accesso al vigneto in ogni sua fase di sviluppo; possibilità di realizzare trattamenti antiparassitari ed insetticidi in maniera efficace e razionale; minori attacchi fungini; migliore maturazione e quindi qualità maggiore del legno; facilità di raccolta dei tralci (sarmenti); possibilità di lavorare il terreno e quindi evitare il diserbo; possibilità di gestire i germogli (t. erbacei) con operazioni di diradamento e sfemminellatura.

44 PMP forma impalcata: gli svantaggi Gli aspetti negativi possono essere sintetizzati sostanzialmente nei costi nettamente superiori per la realizzazione della struttura portante. La principali aziende vivaistiche hanno già realizzato degli impianti produttivi di PMP in forma impalcata e si spera che tale esempio venga seguito progressivamente da tutti i vivaisti. I vigneti PMP presso vivai che già adottano tale sistema può fungere da modello e, come per tutte le attività che sono innovative è bene visitare tali realtà dove è possibile avere tutte le informazioni tecniche necessarie.

45 Diamo i numeri Nelle forme su sostegni si rende necessaria la sfemminellatura i cui costi sono elevati. La produzione di talee aumenta nell impalcato (30-40% in più di talee utili) rispetto allo scorrimento spezzoni (PI) V. ber x V. rip spezzoni (PI) V. ber x V. rup spezzoni (PI) V. ber x V. rip spezzoni (PI) V. ber x V. rup V. ber x V. rup a scorrimento da Spagna (costi)

46 TECNICA VIVAISTICA VIVAISMO VITICOLO Filiera di produzione delle barbatelle innestate

47 Merita ricordare che negli , da parte di illuminati imprenditori, i Papadopoli a San Polo di Piave, gli Incisa della Rocchetta in Piemonte e Sella & Mosca in Sardegna, erano già stati costituiti ed erano pienamente operativi dei vivai industriali per la produzione di barbatelle innestate (BI) con innesto al tavolo. In sostanza gli antesignani degli attuali vivaisti viticoli. Si pensi che la nascita di realtà cooperative come i Vivai Cooperativi Rauscedo, con sede in Rauscedo, frazione del comune di San Giorgio della Richinvelda (Pordenone) è del 1933.

48 Acronimi utili per la lezione La stele di Rosetta del vivaismo viticolo T = talea unigemma o plurigemma PMM = pianta madre marza M = marza, oggetto, nesto, gentile PMP = pianta madre portinnesto PI = portinnesto, soggetto, selvatico IT = innesto talea ITF = innesto talea forzato BF = barbatella franca BI = barbatella innestata BIV = barbatella innestata in vaso

49 PREPARAZIONE DEL MATERIALE DA INNESTO La talea plurigemma portinnesto o soggetto o selvatico (Vitis riparia, V. rupestris, V. berlandieri) e loro ibridi (incroci interspecifici) La talea unigemma nesto (marza) o oggetto o gentile (Vitis vinifera)

50 Sviticciamento e sfemminellatura Sgemmatura (solo per le talee portinnesto) Spezzonamento dei sarmenti I sarmenti ottenuti dalle PMP e PMM vengono sottoposti ad operazioni meccaniche (o manuali): sviticciamento, sfemminellatura e sgemmatura (solo le T portinnesto). Segue lo spezzonamento, dal quale si ricavano talee plurigemma tallonate (sezionate appena sotto il nodo) lunghe cm e marze unigemma.

51 PREPARAZIONE DELLE TALEE DI PORTINNESTO

52 PREPARAZIONE DELLA TALEA PORTINNESTO PMP PI

53 PREPARAZIONE DELLE GEMME

54 PREPARAZIONE DELLA TALEA MARZA

55 Disinfezione Idratazione Sgocciolamento Conservazione in celle frigorifere I PI e le M vengono disinfettati per evitare lo sviluppo di organismi dannosi, con immersione in soluzioni fungicide. Il tempo di permanenza nel liquido è legato al PF utilizzato e al loro stato di idratazione (PI 6 ore, M 3 ore). Vengono fatti sgocciolare e posti in cella frigorifera a una temperatura di 1-3 C e un UR del 90-95%.

56 DISINFEZIONE DEL MATERIALE

57 CONSERVAZIONE DELLE TALEE PORTINNESTO

58 CONSERVAZIONE DELLE MARZE

59 Reidratazione Innesto a omega Innesto-talea (IT) Prima dell innesto i due bionti vengono reidratati (la durata varia in base alle condizioni di stress del materiale). L innesto viene eseguito con apposito macchine. È importante assemblare i bionti tenendo conto sia del loro diametro sia dell alternanza della gemma della M rispetto a quella del PI. Nasce cosi l IT.

60 L INNESTO AL TAVOLO ASSEMBLAGGIO DELLA MARZA CON IL PORTINNESTO. L INNESTO È EFFETTUATO MECCANICAMENTE. È L INNESTO A OMEGA. MACCHINA DA INNESTO

61 INNESTO AL TAVOLO

62 INNESTO AD OMEGA

63 FRESATURA DELLA TALEA PORTINNESTO

64 FRESATURA DELLA MARZA

65 INNESTO AD INCASTRO ( CELERINA )

66 Si effettua la 1 a paraffinatura fino a 5 cm dalla marza, paraffina con ormoni (citochinine) per favorire la formazione del callo di innesto. Gli IT vengono posti in casse di forzatura e stratificati con torba, segatura di conifere o acqua e stoccati in attesa della forzatura che si effettua per favorire la formazione del callo.

67 IMMERSIONE IN PARAFFINA DELL INNESTO- TALEA (IT)

68 PRIMA PARAFFINATURA

69 CELLA DI CONSERVAZIONE SERRA CELLA FORZATURA

70 PREPARAZIONE DELLE CASSE DI FORZATURA

71 Innesto-talea forzato (ITF) Ambientamento e acclimatazione Cernita degli ITF In seguito gli ITF vengono sottoposti ad acclimatamento a C (il callo d innesto da bianco diventa verde). Nella fase successiva gli ITF vengono cerniti e quelli che presentano un callo malformato o non ben distribuito su tutto il perimetro della ferita d innesto sono scartati (resa 99,5%).

72 STANZA DI FORZATURA È il locale dove si riscaldano gli innesti talea in appositi cassoni (casse di forzatura) per circa 15 giorni à 30 C (la durata è variabile). Il callo di cicatrizzaziane del punto d innesto (e delle altre ferite) si forma durante questo periodo. L igrometria del locale è regolata per evitare il disseccamento delle piante. Poi si torna a scendere progressivamente a 22 C.

73 FASI DELLA FORZATURA

74 TRATTAMENTI FUNGICIDI

75 Trattamenti ripetuti

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78 CALLOGENESI

79 CALLOGENESI DELL INNESTO AD INCASTRO (A DENTI) ITF

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81 INNESTI TALEA FORZATI

82 FORMAZIONE DEL CALLO DI CICATRIZZAZIONE

83 FORMAZIONE DELE RADICI

84 FORMAZIONE DELE RADICI ANCHE ECCESSIVA

85 FORZATURA DEGLI IT IN AGRIPERLITE

86 IT FORZATI (ITF)

87 CALLOGENESI SUL TALLONE DELL ITF

88 FORZATURA IN ACQUA

89 Seconda paraffinatura Messa a dimora degli ITF nel vivaio Lavorazioni e trattamenti in vivaio La 2 a paraffinatura si attua sui primi 20 cm dell ITF, dopo aver eliminato il germoglio originatosi dalla gemma (paraffina con ormoni rizogenetici). Per la messa a dimora degli ITF, si utilizzano terreni sciolti in grado di favorire lo sviluppo delle radici avventizie.

90 SECONDA PARAFFINATURA

91 MESSA A DIMORA DEGLI ITF

92 ITF - MESSA A DIMORA IN VIVAIO

93 ITF - MESSA A DIMORA IN VIVAIO

94 ITF - MESSA A DIMORA IN VIVAIO

95 ITF - MESSA A DIMORA IN VIVAIO

96 VIVAIO IN VEGETAZIONE

97 IL VIVAIO VITICOLO È il terreno dove si piantano gli innestitalea forzati. Prezzo di affitto di un terreno a vivaio: circa euro/ha/anno. File binate: possono essere posti a dimora ITF ettaro

98 BARBATELLAIO A OTTOBRE

99 Barbatella innestata (BI) Sterro Cernita delle BI A fine ciclo vegetativo delle BI si effettua l operazione di sterro, che viene eseguita con l aratro sterratore a inizio novembre, dopo la naturale filloptosi. Le BI vengono sottoposte alla delicata operazione della cernita, momento chiave per la filiera vivaistica (resa 60-70%).

100 STERRO

101 ARATRO STERRATORE

102 STERRO

103 CARRO RACCOLTA

104 CERNITA DELLE BARBATELLE INNESTATE

105 OPERAZIONI DI CERNITA DELLE BI

106 CERNITA DEL MATERIALE DI PROPAGAZIONE (BI)

107 TAGLIO DELLE RADICI

108 TAGLIO DEI TRALCI

109 Terza paraffinatura Cartonaggio in argilla micorrizata Confezionamento e etichettatura Vengono accorciate le radici fino a 8-10 cm e poi si immergono le BI in argilla micorrizata. Vengono riunite in mazzi da 25 e confezionate in cartoni (l etichetta viene attaccata sul cartone ed indica il numero di lotto, la quantità e il tipo di materiale). Tale confezionamento permette la frigoconservazione delle BI, che può durare anche un anno.

110 TERZA PARAFFINATURA

111 TERZA PARAFFINATURA

112 TERZA PARAFFINATURA

113 BI PRONTE PER IL CONFEZIONAMENTO

114 STOCCAGGIO DELLE BI IN CELLE FRIGORIFERE

115 CONFEZIONAMENTO

116 CONFEZIONAMENTO

117 CONFEZIONAMENTO

118 CONFEZIONAMENTO

119 CONFEZIONAMENTO

120 LA PREPARAZIONE DELLE BARBATELLE INNESTATE E BF Conservazione della piante dal vivaista in celle frigorifere, prima della vendita al viticoltore. L igrometria del locale è regolata in modo da evitare la disidratazione delle piante.

121 LA BARBATELLA INNESTATA Caratteristiche morfologiche: pregi, difetti e garanzie

122 Vari tipi di innesto al tavolo denti (ad incastro) omega doppio spacco inglese spacco totale

123 Qualunque sia il tipo di innesto, la cosa più importante è la qualità della cicatrizzazione (callo). Questa saldatura deve essere perfetta su tutta la periferia dell innesto. Indipendentemente dal tipo di innesto realizzato (omega, a doppio spacco inglese, a spacco totale) se la saldatura è di cattiva qualità, la pianta (la BI) corre il rischio di deperire e morire dopo qualche anno. Nel gergo vivaistico la BI e malata in testa.

124 PRODUZIONE DI BI IN VASETTO

125 PRODUZIONE DI BARBATELLE INNESTATE IN VASETTO (BIV)

126 Verificare la qualità di una barbatella innestata in vasetto BIV in primavera

127 È impossibile verificare la qualità della radicazione, a meno che non si elimini del terreno attorno alle radici. Ciò può essere fatto solo su un limitato numero di BIV a sondaggio. Periodo di maturazione dei tessuti delle radici che da carnose a fibrose. Anche l agostamento dei tralci non può essere oggetto di valutazione (non c è). Queste BIV sono consegnate al viticoltore a maggio in pieno periodo vegetativo. Può essere verificata solo la qualità della saldatura. Tuttavia, questa operazione è molto delicata. In effetti, il callo cicatriziale è recente e ancora molto fragile.

128 Il test del colpo di pollice difficilmente può essere fatto (pericolo di rottura). Bisogna soprattutto verificare che la pianta presenti una buona saldatura su tutto il punto d innesto (che il callo di cicatrizzazione sia presente tutto attorno al punto d innesto) e che non si produca nessuna fessura se viene sottoposta ad una leggera torsione (pressione). Questa verifica è molto difficile in quanto le BIV sono molto fragili, sensibili anche in conseguenza di forti irrigazioni (soprattutto a pioggia) che sono sconsigliate.

129 Irrigazione delle viti in vasetto La gestione dell acqua nella 1 a e 2 a settimana 1 giorno 3 giorno 6-7 giorno Possibilmente con impianto a goccia o irrigazione localizzata

130 Verificare la qualità di una barbatella innestata tradizionale BI da vivaio (barbatellaio) Quattro punti possono (e devono) essere verificati, esaminiamoli:

131 1 - La barbatella innestata (BI) è stata potata dal vivaista. Bisogna assolutamente verificare che l operatore (il vivaista) non provochi delle piaghe di potatura (con tagli troppo rasi per eliminare piccoli tralci-monconi, gemme di corona) che daranno origine a delle necrosi (coni di disseccamento) con gravi conseguente sulla futura vite. È preferibile che le piante (BI) abbiano degli speroni esteticamente sgradevoli e correre il rischio di avere qualche ricaccio (succhione) in più l anno seguente.

132 2 - Una BI di buona qualità (prima scelta) deve aver formato in vivaio da 1 a 2 bei tralci ben agostati completamente o per almeno 10 cm. Purtroppo le BI vengono potate e paraffinate e questo criterio non può essere stimato a meno che il viticoltore acquirente non effettui una visita al vivaio prima del loro sterro. In alcuni casi, su richiesta, i vivaisti possono consegnare le BI come da tradizione con il tralcio (non potate, non paraffinate). La qualità della potatura sarà responsabilità del viticoltore e l agostamento può essere verificato. Queste piante dovranno essere rincalzate sopra il punto d innesto in quanto sono più sensibili alla disidratazione (disseccamento) e al freddo.

133 3 - La qualità della radicazione (lo sviluppo dell apparato radicale) deve essere oggetto di attenta osservazione. La BI deve avere almeno tre belle radici ben distribuite (ripartite) su tutta la periferia del portinnesto (della corona, del tallone del PI). Se un lato del PI non presenta nessuna radice o delle radici di piccole dimensione e molto deboli, bisogna verificate lo stato dei tessuti del tallone (cioè la base del portinnesto). Questo deve essere vivo su tutta la periferia (su tutta la circonferenza). Non deve presentare necrosi (in questo caso, si rompe, si sfalda se sottoposto a torsione).

134 4 Il punto cruciale da osservare è la qualità della saldatura del punto di innesto. Per questo va effettuato il test del "coup de pouce, letteralmente colpo di pollice, per verificare la corretta saldatura. Per questo, va manipolata la BI esercitando una leggera pressione sul punto d innesto con il pollice, senza muovere il polso, come per spingere la marza verso l alto. Questo test deve essere effettuato dal lato opposto al tralcio, cioè opposto allo sperone lasciato dal vivaista, spesso è meno ben saldato in quanto la gemma della marza, che origina il tralcio, emette ormoni che favoriscono la formazione del callo cicatriziale.

135 tralcio colpo di pollice Osservare un eventuale scollamento - fessurazione del punto d innesto

136 Il materiale utilizzato proviene anche dalla rete Internet ed in particolare: Registro Nazionale delle Varietà di Vite Vivaio Enotria, Vedelago (Tv) Vivaio Vitis, S. Giorgio della Richinvelda (Pn) Vivai Cooperativi Rauscedo, S. Giorgio d. R. (Pn) De Vulpe et Uva" Il portale della cultura della vite - La parola del vivaista sulla filiera nel mondo e in Italia.

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