Contributo Rete dei Soci APRE Lo European Research Council ERC
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- Albino Fiore
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1 Verso l VIII Programma Quadro Contributo Rete dei Soci APRE Lo European Research Council ERC Rapporteurs: Giuseppe Silvestri e Andrea Cappelli Responsabile (G.S.) e componente (A.C.) della Delegazione italiana al Comitato di Programma Ideas.
2 Sommario Premessa Lo European Research Council. Considerazioni generali La politica dell ERC nei confronti della ricerca europea Le Proof of Concept La Mid Term Review Proposte per il miglioramento delle performance dell ERC in vista della definizione dell 8PQ Il ruolo del Comitato di Programma Lo European Research Council. La situazione italiana I ricercatori italiani ed il loro tasso di successo ai bandi ERC Possibili interventi in Italia
3 Premessa Il documento raccoglie riflessioni e proposte sullo European Research Council in previsione della sua prosecuzione nell ambito dell 8PQ, redatte sulla base della risultanze della riunione organizzata il 14 gennaio 2011 da APRE con i rappresentanti di sede del Programma ERC- Ideas. La relazione seguente è divisa in due parti. La prima è dedicata alla situazione attuale dello European Scientific Council, con riguardo alla sua politica di incentivazione della ricerca, alle modalità della gestione dei finanziamenti ed alla sua struttura amministrativa. La seconda è maggiormente focalizzata sulla partecipazione italiana ai bandi ERC, ai risultati finora riscontrati ed alle difficoltà specifiche incontrate dai ricercatori sia nella presentazione delle domande di finanziamento sia durante le gestione dei finanziamenti stessi. Obiettivo della relazione è la messa a punto di un executive summary da inviare al MIUR come contributo alla definizione della posizione italiana per l 8PQ. 3
4 CAPITOLO I Lo European Research Council. Considerazioni generali 1.1 Introduzione La valutazione che ad oggi si può trarre sull impatto che l ERC ha avuto sul panorama della ricerca europea, e sul posizionamento di quest ultima nel contesto della ricerca mondiale, è senz altro molto positiva. ERC rappresenta l unico strumento a disposizione in Europa per il finanziamento di ricerche di frontiera, guidate, come si espresse nel 2007 il primo Presidente dell ERC, il Prof. Fotis Kafatos, dalla curiosità del ricercatore (curiosity driven), avulse da equilibri politici e da logiche del juste retour, senza immediate finalità applicative, con l unica essenziale caratura dell eccellenza tanto del progetto che del ricercatore che lo porterà avanti. Le significative risorse investite tramite l ERC nella ricerca europea (7,5 miliardi di euro nell ambito del 7PQ) hanno vivificato il settore della cosiddetta ricerca di base, tradizionalmente sotto finanziata dai programmi quadro dell UE e spesso trascurata dai finanziamenti dei Paesi Membri. Dopo qualche riflessione meno favorevole, il Governo Italiano ha supportato con convinzione, insieme a tutti gli altri Paesi Europei, l istituzione dell ERC nell ambito del 7PQ Ideas ed il mondo della ricerca del nostro Paese ne ha fin dall inizio condiviso le finalità. Le finalità strategiche dell ERC sono riassunte nelle tre R (Recruit, Repatriate, Retain) ripetutamente ricordate dal Prof. Kafatos per esprimere la volontà europea di: a) reclutare in modo competitivo i migliori ricercatori in ambito internazionale per dare loro modo di esprimere liberamente, in uno dei Paesi Europei, le loro potenzialità di ricerca, offrendo loro ospitalità e mezzi consistenti; b) agevolare il ritorno in Europa dei ricercatori di talento che negli anni precedenti erano emigrati verso aree diverse del pianeta per svolgere le loro ricerche; c) trattenere in Europa ricercatori che altrimenti sarebbero stati attirati da laboratori e centri di ricerca extra europei. Le modalità di scelta dei ricercatori e dei progetti da finanziare rispecchiano l impostazione del Consiglio Scientifico: ridurre al minimo la burocrazia, puntare sull eccellenza, affidare ad una valutazione tra pari le scelte, garantendo una alta qualificazione scientifica dei ricercatori finanziati e dei valutatori. Sul fatto che l ERC debba continuare a svolgere le funzioni coerenti con il suo statuto originario non sembra possano esservi dubbi. Tenendo però conto della consistenza del budget che gli sarà destinato nell 8PQ probabilmente 8-10 miliardi di euro è opportuna una attenta riflessione sulle sue modalità di gestione dei fondi, sull apparato amministrativo che lo sostiene e sulla logica dei suoi indirizzi culturali. 1.2 La politica dell ERC nei confronti della ricerca europea. Il Consiglio Scientifico ha impostato lo schema dei finanziamenti creando tre ambiti scientifico culturali scienze della vita, scienze fisiche ed ingegneristiche, scienze umane e sociali ed effettuando una distinzione dei ricercatori tra giovani (Starting, definiti in base al tempo trascorso dall ottenimento del dottorato di ricerca) e consolidati (Advanced, così definiti in base al curriculum ed ai risultati di ricerca ottenuti da loro singolarmente o dal loro gruppo di ricerca). È stato fin dall inizio particolarmente apprezzabile la ripartizione delle risorse grosso modo a metà tra i finanziamenti erogati agli Starting ed agli Advanced. Ha suscitato qualche perplessità invece 4
5 una pre-allocazione di risorse tra i tre ambiti prima citati, che, anno dopo anno, ha visto l area delle scienze umane e sociali nettamente sotto finanziata rispetto alle altre. L interesse verso i contributi di idee originali che possono provenire dai giovani ricercatori è testimoniato dalla continua attenzione rivolta alle condizioni di accesso agli Starting Grants. È infatti da considerare particolarmente interessante la recente decisione di dividere il campo degli Starting Grants in due: gli starters (tra due e sei anni dal conseguimento del dottorato) ed i consolidators (da sei a dodici anni), dando così spazio a chi, avendo ottime capacità di ricerca, non è supportato da un curriculum sufficientemente robusto da poter competere negli Advanced Grants. 1.3 Il Proof of Concept Nel 2009 il Presidente dell ERC Kafatos ha rassegnato le dimissioni dalla carica, pur restando a far parte del Consiglio Scientifico. Gli è succeduta Helga Novotny, già vice Presidente dell ERC, che sta gestendo alcuni delicati passaggi amministrativo-istituzionali: la presentazione della Mid Term Review, della quale si parlerà tra poco, e l'attivazione della Executive Agency di supporto amministrativo al Consiglio Scientifico che era stata prevista all atto della costituzione dell ERC. Il nuovo Presidente ha recentemente comunicato l avvio di una nuova iniziativa, relativa all allocazione di una inizialmente modesta quantità di risorse destinate allo sviluppo applicativo dei risultati di ricerche già finanziate dall ERC, denominata Proof of Concept. La proposta, in attivazione già nel 2011, ha suscitato alcune perplessità relative al cambiamento d'indirizzo dell ERC, e soprattutto al messaggio che implicitamente viene inviato ai valutatori, di considerare un progetto anche in base alla sua applicabilità. Nel corso della discussione è emersa l opinione prevalente di suggerire il ricorso ad altre forme di finanziamento a disposizione del sistema europeo della ricerca, invece di modificare la mission dell ERC, fino ad ora esclusivamente dedicata al supporto della ricerca di base. 1.4 La Mid Term Review Nel documento istitutivo dell ERC era previsto che, a due anni di distanza dall avvio delle attività dell ERC, si sarebbe effettuata una approfondita analisi dei suoi risultati in termini di arricchimento del panorama europeo della ricerca, della sua struttura gestionale ed amministrativa. Il documento pubblicato nel luglio Review of the European Research Council s Structures and Mechanisms 1 derivante da una ampia e approfondita consultazione bottom up del mondo della ricerca europeo, esprime una piena condivisione dell impostazione scientifica e dei criteri di distribuzione competitiva delle ampie risorse a disposizione, ma segnala alcune criticità nella struttura amministrativa - la citata Executive Agency (ERCEA) - e sulla sua direzione congiunta scientifico-amministrativa, che vede da una lato il Consiglio Scientifico ERC e dall'altro la Direzione dell'ercea. Ad esempio, viene messo in evidenza un eccesso di burocrazia e un atteggiamento di scetticismo circa la buona fede dei beneficiari nella gestione dei progetti ERC. Nel documento viene fatta esplicita richiesta di rivedere il funzionamento e la struttura dell ERCEA dopo due anni di funzionamento ed anche di considerare realisticamente l ipotesi di dar vita ad una struttura ad hoc sulla base dell art. 171 del trattato dell Unione Europea. La questione è ovviamente aperta e sarà oggetto di ulteriori dibattiti ed approfondimenti nel prossimo futuro. La posizione che in merito potrebbe essere espressa è quella di effettuare uno studio preliminare che presenti un 1 5
6 dettagliato scenario di come dovrebbe essere articolata la nuova struttura, dei suoi limiti di intervento nell ambito della legislazione europea, dei vantaggi che potrebbe presentare rispetto all ERCEA. Indubbiamente nei primi anni dell'erc, la creazione di una Executive Agency analoga a quella di altri organismi europei ha permesso di raggiungere rapidamente la piena operatività e gestire un enorme flusso di domande e finanziamenti. 1.5 Proposte per il miglioramento delle performance dell ERC in vista della definizione dell 8PQ. Qualunque sia la struttura che fornirà supporto operativo ed amministrativo all ERC, le valutazioni della Mid Term Review e le opinioni espresse durante le discussioni nel Comitato di Programma hanno permesso di evidenziare alcuni punti sui quali richiamare l attenzione dei Paesi Membri, che potrebbero avanzare opportune proposte di modifica di aspetti non marginali. Tra questi, si segnala: Le modalità di finanziamento dei progetti; da più parti si richiede passi al sistema full cost, che meglio consente il rimborso delle spese relative al personale di staff e dell uso delle facilities di struttura. La trasparenza nella procedura di ricambio dei componenti del Consiglio Scientifico; il recente avvicendamento di sette dei suoi componenti ha messo in evidenza una sostanziale opacità di criteri e di procedure per quanto riguarda la scelta sia dei membri uscenti che dei nuovi nominati. L attivazione di un terzo flusso di finanziamenti indirizzato verso i dottorati di ricerca; questa proposta era stata inizialmente accolta con interesse tra quelle avanzate durante la presidenza Kafatos. La trattativa tra l EUA-CDE (European University Association Council for Doctoral Education) ed il Consiglio Scientifico sono andate avanti per qualche tempo ma si sono arenate dopo l insediamento del Presidente Novotny. Se ritenuta di interesse anche a livello nazionale, questa proposta potrebbe essere rimessa sul tappeto. La pubblicazione delle liste di riserva nelle valutazioni dell'erc, ovvero dei progetti approvati ma non finanziati per mancanza di risorse; il ritardo o l'assenza di questa comunicazione non ha consentito agli enti nazionali, in particolare italiani, di poter finanziare questi validi progetti. La pubblicazione e valutazione dei risultati dei progetti finanziati; in vista della conclusione delle ricerche relative ai primi finanziamenti, è opportuno che siano rese accessibili informazioni il più possibile dettagliate dei progetti, per verificare la struttura e i punti di forza delle proposte vincenti e dedurne utili indicazioni su come impostare le richieste di finanziamento. Su quest ultimo aspetto si evidenziano problemi riguardanti la privacy, ma l ERCEA deve farsi carico della loro soluzione all interno del quadro giuridico dell Unione Europea. 1.6 Il ruolo del Comitato di Programma. Attualmente il CP è obbligatoriamente chiamato a dirimere casi di conflitto di interesse e ad autorizzare lo svolgimento di ricerche che coinvolgono aspetti etici (p. es. l utilizzazione di embrioni umani). Alle riunione del CP prendono generalmente parte il direttore dell Agenzia e il Segretario Generale dell ERC, spesso accompagnati da uno dei componenti del Consiglio Scientifico. Ai componenti delle delegazioni nazionali vengono presentati i Programmi di lavoro 6
7 annuali, sui quali viene richiesta una approvazione, di fatto solo formale, considerato che i documenti vengono sottoposti al CP in versione sostanzialmente definitiva. Sarebbe utile che l Italia chiedesse un ampliamento di competenze e poteri decisionali del CP dell ERC, soprattutto per quanto riguarda la trasparenza delle procedure e la possibilità di esercitare una efficace azione di controllo, al fine di evitare che le decisioni vengano prese praticamente senza che le delegazioni dei Paesi Membri abbiano la possibilità di intervenire. 7
8 CAPITOLO II Lo European Research Council. La situazione italiana 2.1 I ricercatori italiani ed il loro tasso di successo ai bandi ERC Contrariamente al diffuso pessimismo sulla adesione dell Italia al progetto dell'erc che aleggiava nel periodo della sua istituzione, la partecipazione dei ricercatori italiani è risultata molto positiva sia in termini di domande presentate che di finanziamenti approvati. I nostri ricercatori sono stati fino ad ora numericamente in grado di reggere il confronto con quelli di altri Paesi europei tradizionalmente più attenti alle politiche della ricerca e soprattutto al suo adeguato finanziamento. Nei bandi dei quali abbiamo i risultati, corrispondenti a tre tornate di Starting e Advanced Grant, le quote di vincitori italiani sono di tutto rispetto: nel caso degli Advanced Grants, gli italiani sono quarti o quinti, ovvero si collocano accanto ai principali paesi europei, con un quota di vincitori del 7-8%. nel caso degli Starting Grants, occorre distinguere il risultato dei ricercatori italiani, anche operanti all'estero, da quello degli attivi in Italia; nel primo caso si evidenzia l'elevata qualità dei ricercatori italiani, che sono secondi o terzi a livello europeo (10-12% dei vincitori); nel secondo caso, si osserva un risultato peggiore, il quinto-ottavo posto, perché una parte dei ricercatori italiani lavora in istituti all'estero. Si osserva inoltre una flessione dei risultati nel corso degli anni. I risultati inferiori negli Starting Grants sono imputabili a numerosi fattori, che caratterizzano il sistema italiano e per certi aspetti lo differenziano rispetto al resto dell Europa. Tra questi è il caso di citare il deficit nel numero di ricercatori rispetto alla popolazione (Italia = 3 popolazione; Francia ecc. = 5-6 ), gli scarsi finanziamenti alla ricerca, che non agevolano i giovani a uscire dai gruppi di ricerca nei quali hanno svolto il loro dottorato e si sono formati, una scarsa tendenza all internazionalizzazione, soprattutto in alcuni ambiti disciplinari. Si ritrova il ben noto fenomeno del trasferimento dei ricercatori, spesso i migliori e più intraprendenti, in altri Paesi, che mettono a loro disposizione maggiori risorse, che adottano una più rigorosa politica del merito, che garantiscono trattamenti salariali più decorosi. Il Regno Unito in quest ambito esercita verso i ricercatori italiani una forte attrattiva, applicando i criteri prima ricordati e stabilizzando i più meritevoli. Le Istituzioni di questo Paese mettono a disposizione dei ricercatori stranieri laboratori e strumentazione e si propongono di ospitare coloro che risultino vincitori di un finanziamento. Questa tradizione d'accoglienza determina il primato del Regno Unito in tutti i grant ERC-Ideas. D altra parte non si può negare che il giovane ricercatore italiano medio non ha fatto significative esperienze di lavoro all estero e spesso incontra difficoltà a pubblicare le sue ricerche ponendo il suo nome come primo del suo gruppo di ricerca o da solo. Difficoltà nella gestione dei finanziamenti. La situazione italiana presenta, per quanto riguarda lo svolgimento delle ricerche finanziate dall ERC, alcune criticità. Nell ipotesi che un ricercatore che ottiene un finanziamento (Principal Investigator, PI) sia straniero, le condizioni al contorno perché questi scelga una istituzione (Hosting Institution, HI) italiana sono scoraggianti: incontrerà difficoltà burocratiche connesse alla stipula del suo contratto di lavoro ed al reclutamento dei componenti del suo gruppo di ricerca, soprattutto se stranieri, ai quali inoltre non potrà garantire retribuzioni adeguate al loro livello di competenze. È stato citato il caso emblematico di una Università coinvolta come Additional 8
9 Participant in un contratto ERC che ha dovuto restituire una rilevante quota di budget a causa delle difficoltà a stipulare contratti ai collaboratori non italiani. L importanza della diffusione della partecipazione ai bandi ERC e dei relativi finanziamenti nel nostro Paese potrebbe giustificare l adozione di una normativa ad hoc, relativa alla assunzione di ricercatori, allo svincolo delle loro retribuzioni dai CCNL, al superamento di barriere formali per il loro ingresso e per lo svolgimento della loro attività all interno delle specifiche regole dell ERC. L attrattività del nostro Paese dovrebbe interessare ricercatori che provengono da Paesi esterni all UE, per i quali potrebbero rivelarsi proibitive le attuali norme sull immigrazione. In particolare, i dati dei grant finora assegnati mostrano che questi non sono stati utilizzati per il rientro dei cervelli. Sarebbe auspicabile, da parte del MIUR, la predisposizione di linee guida uniformi per gli atenei italiani, e la proposizione, nelle sedi istituzionali opportune, di una serie di norme e deroghe (es. per l IRAP) mirate sulla specificità della partecipazione alle attività dell ERC. L Italia potrebbe proporre a livello europeo una normativa sovranazionale riguardante le specificità dei contratti ERC, che agevoli la mobilità dei ricercatori e ne riconosca i diritti sull intero territorio, nel rispetto delle indicazioni della Carta dei Ricercatori e del Codice per il loro reclutamento (Charter & Code), quale potrebbe essere, un Contratto di ricerca europeo. Questa misura potrebbe stimolare i Paesi Membri a mettersi in competizione tra loro e ad offrire le migliori condizioni per lo svolgimento di ricerche connesse all ERC e quindi stimolare la mobilità tra gli istituti nazionali ed europei. 2.2 Possibili interventi in Italia. Accade frequentemente che il piazzamento dei nostri ricercatori nelle graduatorie sia superiore alla soglia di accettazione, ma che il budget a disposizione non sia sufficiente a finanziare i loro progetti. In passato l Italia ha adottato, ed ancora oggi altri Paesi adottano, una politica di finanziamento nazionale per gli Starting Grants che si trovano nella lista di riserva. La lezione dell ERC potrebbe inoltre essere pienamente recepita nel nostro Paese adottando l eccellenza come unico criterio per l assegnazione dei finanziamenti nazionali, soprattutto per i giovani. Sarebbe auspicabile una politica di incentivazione finanziaria verso i laboratori che accedono a progetti europei, per es. intervenendo adeguatamente sul peso degli indicatori per il finanziamento di università ed enti di ricerca. Non è stata oggetto di particolari approfondimenti, e merita solo una breve citazione, la questione del cofinanziamento da parte del Governo italiano di progetti finanziati dall ERC. In effetti l entità dei soli finanziamenti ERC sembra tale da garantire la sostenibilità dei progetti, mentre, come è emerso dalla discussione, i problemi che i ricercatori affrontano in tutte le fasi del loro rapporto con l ERC derivano da appesantimenti normativi e burocratici e da una scarsa collimazione tra la normativa nazionale e quanto previsto dalle regole di finanziamento dell ERC, più snelle ed essenziali. Ultimo punto, riguarda il contributo italiano all ampliamento del sistema di centri con grandi apparecchiature scientifiche da mettere a disposizione dei ricercatori europei, per esempio sostenendo attivamente la politica della Commissione Europea per quanto riguarda l ESFRI (European Strategy Forum on Research Infrastructures). Avere sul nostro territorio alcuni di questi centri arricchirebbe la nostra competitività sul piano della ricerca europea e potrebbe renderci più attrattivi nei confronti dei ricercatori stranieri interessati a svolgere le loro ricerche nel nostro Paese. 9
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