RIFORMA DEI CONSORZI INDUSTRIALI Riorganizzare i territori per favorire una crescita di qualità

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1 RIFORMA DEI CONSORZI INDUSTRIALI Riorganizzare i territori per favorire una crescita di qualità I Consorzi Industriali del FVG: da Amministratori di condominio ad Agenzie di sviluppo industriale Disponibile sul sito: Tavola rotonda lunedì 16 giugno 2014 Fulvio MATTIONI, Paolo ERMANO Municipio di S. Giorgio di Nogaro

2 Anni 60 e 70: un caposaldo della politica di sviluppo del FVG Le aree infrastrutturate al servizio degli insediamenti industriali sono state uno strumento strategico della filosofia perseguita dalla Regione FVG per lo sviluppo industriale ed economico degli anni 60 e 70 Non a caso, infatti, la legge sulle Zone Industriali Programmatiche (ZIP) è la prima del tridente di norme varate della neonata Regione Autonoma FVG a favore delle imprese, cioè: 1) la l.r. 24/1965 (creazione delle ZIP di interesse regionale); 2) la l.r. 25/1965 (conto interessi, abbattimento del costo del denaro per gli investimenti); 3) la l.r. 18/1966 (Friulia spa per l erogazione di capitale di rischio, rafforzamento managerialità) Duplice la missione affidata alle ZIP ed ai loro Enti gestori i Consorzi industriali vale a dire: 1) fare da poli di sviluppo per l attrazione/creazione di imprese industriali; 2) favorire il riequilibrio socio-economico territoriale dell area friulana in forte ritardo rispetto a quella giuliana Agli inizi degli anni 80, tuttavia, vengono messe in luce le criticità incontrate da questo intervento di politica industriale. Che sono così riassumibili: 1) fallimento della filosofia dei poli di sviluppo a cui si contrappone la realtà vincente dello sviluppo decentrato, della piccola impresa e delle aree a forte specializzazione produttiva; 2) forte sottoutilizzo delle ZIP di maggiori dimensioni localizzate nell area giuliana e nella provincia udinese; 3) concorrenzialità degli incentivi posti in essere a seguito delle politiche del post/terremoto L esito finale? La marginalizzazione dell intervento durata fino alla fine degli anni 90 sia all interno del dibattito di politica industriale che nelle spesa regionale a favore dell industria

3 La normativa del 1999 e la politica regionale del laissez-faire Nel frattempo, sempre sul versante della politica riguardante gli insediamenti delle imprese nel territorio, hanno preso forma e rilievo 3 fenomeni separati (contrapposti?), ovvero: 1) i distretti industriali (7). Frutto di un dibattito e di una normativa nazionale (la L. 317/1991) recepita in FVG con la DGR e l approvazione della l.r. 27 del 1999 Per lo sviluppo dei distretti industriali e sue modificazioni. Nel 2005 viene definita la loro governance tramite l Agenzia per lo sviluppo del distretto industriale (Asdi) e riconosciuti 7 distretti industriali (l ultimo nel 2009); 2) la proliferazione dei PIP comunali (?). PIP di cui, dal 1992, non sappiamo nemmeno quanti sono e, tantomeno, quale impatto abbiano prodotto su territorio, ambiente, qualità dei servizi offerti alle imprese, costi, concorrenza con gli altri strumenti, ecc. 3) la creazione di BIC e Parchi tecnologici (7). Con essi si è affrontato il tema della creazione di imprese ad alto contenuto tecnologico e di conoscenza. Di cui, però, non si è programmato l inserimento nelle filiere produttive regionali, una volta superata la fase dell incubazione Passiamo al varo della l.r. 3 del 1999 Disciplina dei Consorzi di sviluppo industriale. Che non affronta come sarebbe lecito aspettarsi - il tema di un riordino complessivo degli interventi realizzati (ZIP, PIP, Distretti industriali, BIC, Parchi tecnologici) assegnando compiti specifici ai Consorzi in un quadro collaborativo ed armonioso con gli altri strumenti. Essa, infatti, si limita ad attribuire una delega in bianco ai Consorzi industriali in materia di realizzazione, gestione e promozione dell insediamento produttivo. Perché una delega in bianco? Vediamo N.B.! Riservando, però, alla Regione Fvg una funzione di vigilanza formale che sta all origine della mancanza di strategia che connota da anni ed anni - l intervento complessivo e della formazione dei debiti ed i buchi che hanno richiesto la recentissima azione di fronteggiamento posta in essere dall Amministrazione regionale. Buchi e debiti, peraltro, non addebitabili all intero sistema bensì, in grandissima parte, ad un Consorzio solitario

4 La l.r. 3/1999 Disciplina dei Consorzi industriali del FVG Sono 2, infatti, i punti salienti che ispirano la l.r. 3/1999, vale a dire: 1) l aziendalizzazione dei Consorzi con la loro trasformazione in enti pubblici economici; 2) l ampliamento a dismisura dello spettro delle competenze loro attribuite La loro missione aziendale, infatti, prevede: A) la pianificazione territoriale negli ambiti di competenza attraverso l adozione del Piano territoriale infra/regionale; B) la realizzazione e la gestione e delle infrastrutture; C) la promozione e gestione di una serie infinita di servizi terziari alle imprese Nell ambito del precedente punto C), infatti, essi provvedono: 1) all acquisizione, all espropriazione e alla progettazione di aree attrezzate per insediamenti produttivi (ivi compresa l azione promozionale, la progettazione e realizzazione delle opere di urbanizzazione e dei servizi nonché all attrezzatura degli spazi pubblici destinati ad attività collettive); 2) alla vendita e alla concessione alle imprese di lotti in aree attrezzate; 3) alla costruzione di fabbricati, impianti, laboratori per attività industriali ed artigianali, depositi e magazzini; 4) alla vendita e locazione alle imprese di fabbricati ed impianti in aree attrezzate; 5) alla costruzione e gestione di impianti di depurazione degli scarichi, di stoccaggio di rifiuti tossici e nocivi, al trasporto dei medesimi; 6) al recupero degli immobili preesistenti o dismessi per loro destinazione a fini produttivi; 7) all esercizio e alla gestione di impianti di produzione combinata e di distribuzione di energia elettrica e di calore in regime di autoproduzione Possono altresì promuovere la prestazione di servizi concernenti (art. 4): 1) la ricerca tecnologica; 2) la prestazione di assistenza tecnica, organizzativa e di mercato connessa al rinnovamento tecnologico; 3) la consulenza ed assistenza alle diversificazione di idonee gamme di prodotti; 4) la consulenza e l assistenza per la nascita di nuove attività imprenditoriali E, con la l.r. 4/2005, iniziative di marketing territoriale, servizi tecnici e amministrativi con altri Consorzi

5 I Consorzi di sviluppo industriale nel 2013: obiettivi e risultati L istogramma fotografa il trend degli addetti nelle 10 ZIP del FVG negli anni 1982,1992,1998,2009 e E lo pone a confronto con l obiettivo fissato quando sono state varate Dopo 30 anni siamo arrivati a poco più di 37 mila addetti anziché ai 97 mila attesi. La numerosità delle imprese insediate è aumentata. A questo ritmo, tuttavia, servono oltre 300 anni per completare l opera Ovvio il sovradimensionamento delle ZIP più grandi: la ZIAC (2.500 addetti anziché ); la CSIM (8.400 anziché ; la ZIU (3.083 anziché ); l EZIT ( anziché ). Ovvio il raggiungimento (o quasi) del mandato per alcune ed altrettanto ovvio l arretramento di altre a causa della virulenza della crisi avviatasi nel 2009 Meno ovvia la doppia SFIDA che proponiamo: 1) riconfermare l obiettivo dei 100 mila addetti; 2) predisporre aree che offrono un vantaggio competitivo forte alle imprese interessate Fonte: indagine diretta CISL Addetti obiettivo

6 I Consorzi di sviluppo industriale: c è ancora POSTO? (% superficie occupata e % superficie delle imprese attive, fine 2013) 100,0% 90,0% 80,0% 70,0% La superficie totale occupata sfiora l 80% mentre quella delle imprese attive é pari al 44,8%. Gli addetti manifatturieri sono il 69% di quelli totali. Ma ci sono forti diversità: intra e infra provinciali 69,9% E i 3 Consorzi della provincia di PN? Una buona saturazione del NIP (circa l 80%) ma modeste quelle di ZIPR e Spilimbergo inferiori al 56% Tra i 4 della provincia di UD sono mezze libere ZIU e ZIAC, con pochi spazi CIPAF e COSINT. La media risente della particolare ampiezza dei primi due Consorzi (1 o e 3 per dimensione tra i 10 del FVG) 86,6% 78,9% 60,0% 50,0% 64,7% 63,5% 56,5% 59,6% 55,4% 40,0% 30,0% 20,0% 10,0% La superficie occupata più alta a TS (con l 86,6%), ma quella occupata da aziende attive è più bassa (59,6%). La quota di addetti manifatturieri supera di poco la metà (58%): caratteristiche dell assetto urbano dell area Segue la provincia di GO con il 69,9% ed il 64,7%. Ma con quote ben più elevate per Monfalcone rispetto a Gorizia (di poco superiori al 50%) 45,1% 44,8% La risposta? SI, c è in alcune aree e da valutare se crearne in altre. Ma serve una politica industriale ad hoc 0,0% Fonte: Regione FVG GO PN TS UD 10 Consorzi sup. occupata (%) sup. aziende attive (%)

7 I Consorzi di sviluppo industriale nel 2014: un veloce identikit 1.478: lo stock di imprese attive al Di cui 657 all EZIT di TS (44,5%) e 160 al CSIM di Monfalcone (10,7%) : lo stock di lavoratori al Di cui all EZIT (26,9%) e al CSIM (22,5%) : i lavoratori manifatturieri pari al 69%. Con notevoli differenze, però, tra i diversi Consorzi 5.278: i lavoratori persi per colpa della crisi del In gran parte nel monfalconese ma anche nel pordenonese 101: i lavoratori dei 10 Consorzi. Nei quali, però esistono divari notevoli di personale che limitano l azione di alcuni 91 milioni: sono i contributi pubblici dati ai Consorzi negli ultimi 5 anni per esistere (conto esercizio e studi e ricerche) e per svolgere la loro attività (conto capitale). Nemmeno 1 euro dall Assessorato alle Attività Produttive. Ad 1 solo Consorzio sono andati 43,4 milioni di euro (il 47,7% del totale), sempre nell ultimo quinquennio 39 milioni: sono i contributi pubblici dati ai Consorzi negli ultimi 5 anni per esistere di cui 22,4 al Consorzio solitario di cui sopra (pari al 57,4% dei contributi in conto esercizio) 52 milioni: sono i contributi pubblici dati ai Consorzi negli ultimi 5 anni per lavorare (21 milioni, pari al 40,4% al solito Consorzio solitario di cui sopra. Da rimarcare che, fatto eccezione per lui, i contributi dati in conto capitale agli altri 9 Consorzi hanno superato (e, in genere, di molto) quelli dati in conto esercizio -1,7 milioni: le perdite nel 2012 dei Consorzi. Generate da 2 sole strutture tra le quali ritroviamo il Consorzio solitario 4,3 milioni: gli oneri finanziari pagati nel 2013 dai Consorzi. Cresciuti perché i debiti sono aumentati (+25%). In realtà però, due sole strutture danno conto dell 83% del totale tra le quali primeggia il solito Consorzio solitario euro: la spesa media per marketing e pubblicità nel 2013 dai Consorzi. Qualcuno di essi, però segnala una spesa nulla per tutto il quinquennio Segnale che conferma quanto affermato in un Convegno dal presidente di EINE i migliori di noi erano degli amministratori di condominio indicando la strada della trasformazione del sistema consortile in agenzie di sviluppo. Capaci, queste, di attrarre imprese evolvendo il concetto di insediamento. Vediamo come e con chi in FVG

8 I Consorzi di sviluppo industriale nel 2014: una prima valutazione Una prima valutazione per sottolinearne la profonda diversità di caratteristiche dei Consorzi industriali del FVG ancorché accomunati dall essere amministratori di condominio 1 Consorzio: ottimo amministratore di condominio con diversi interventi tipici di Agenzia di sviluppo 1 Consorzio: pessimo amministratore di condominio e di contributi pubblici 1 Consorzio: ente pubblico (non valutato perché categoria unica e del tutto diversa dagli enti pubblici economici) 2 Consorzi: portieri volenterosi di condominio (a motivo della dotazione minimalista di personale) 2 Consorzi: amministratori di condominio sfortunati (particolarmente penalizzati dalla crisi avviatasi nel 2009) 1 Consorzio: amministratore di condominio oculato ma a rischio oligopsonio (1 sola impresa ospita 1/3 degli addetti) 2 Consorzi: amministratori di condominio normali Prima valutazione da cui partire. Per fare cosa? Per arrivare ad un percorso condiviso che presuppone una risposta positiva alla domanda: si vuole davvero la trasformazione in agenzie di sviluppo industriale? Se SI, serve una riforma i cui tratti sommari si ritrovano nella slide finale Un percorso analogo, peraltro, deve essere fatto anche con gli altri protagonisti dell insediamento di imprese. Percorso che per alcuni di essi (i PIP, ad es.) siamo ancora alla fase che precede le presentazioni. Perché non sappiamo chi sono, quanti sono, come sono fatti, quali fabbisogni hanno)

9 Da amministratori di condominio ad Agenzie di sviluppo industriale Serve una nuova centralità dell insediamento localizzativo nella politica industriale della Regione FVG per: 1. aumentare il numero di imprese e di occupati manifatturieri e di servizio al settore; 2. ridare competitività e certezze alle imprese; 3. tutelare e salvaguardare territorio, ambiente e salute Serve una forte spinta verso la collaborazione dei vari soggetti attivi nel campo dell insediamento delle imprese: ZIP, PIP, Distretti industriali, BIC e Parchi scientifici e tecnologici (che, spesso si ignorano quando non sono conflittuali). Serve per condividere e realizzare i 3 punti indicati in precedenza Serve definire un ambito territoriale ottimale sui cui poggiare l intervento capace di far superare l ostacolo contro cui si infrange la volontà degli amministratori di condominio di diventare agenzie di sviluppo: un mercato potenziale per i servizi erogati/erogabili INSUFFICIENTE nella stragrande maggioranza delle aree Per questo servono 11 aree vaste con cui dare forma e realtà alla riforma Regione/Enti locali del FVG gestite da idonee aggregazioni di Comuni. E, sulla base delle 11 aree vaste, ridisegnare e ritarare l intervento All interno di un modello fortemente cooperativo che gestisce l area industriale - o un sistema integrato di più aree, a seconda delle caratteristiche di ciascuna delle 11 aree vaste - si può dare vita ad una o più società operative di servizi che operano in regime di efficienza ed efficacia QUATTRO, infine, i tratti salienti della cabina di regia, vale a dire: 1. la compresenza dei protagonisti dell insediamento delle imprese; 2. l erogazione di servizi che facilitano la vita dell imprenditore ( burocrazia amica ) a basso costo; 3. l erogazione dei servizi essenziali all impresa (energia, sicurezza, rifiuti, certificazione ambientale, logistica, telematica, sito internet, ecc.) anche in autoproduzione. A basso costo e con continuità; 4. capacità di marketing territoriale per attrarre imprese (esistenti e nuove) sia a livello locale che extraregionale grazie alla dotazione di servizi, al loro basso costo e alle certezze fornite. E, magari, progetti e risorse comunitarie Come? Con una RIFORMA in 2 tempi: 1 tempo (subito) per fronteggiare l emergenza ed 1 tempo (più lungo) per il ridisegno di un intervento di politica industriale che soddisfa i fabbisogni di imprese, lavoratori, territorio e ambiente contribuendo allo sviluppo dell economia e dell occupazione

10 Sigle e varie Le sigle utilizzate: Eine: Enti di industrializzazione del Nord-Est; CIPAF: Consorzio per lo sviluppo industriale della zona pedemontana Alto Friuli (UD); COSINT: Consorzio per lo sviluppo industriale di Tolmezzo (UD); CSIA: Consorzio per lo sviluppo industriale e artigianale di Gorizia (GO); CSIM: Consorzio per lo sviluppo industriale del comune di Monfalcone (GO); EZIT:Ente zona industriale di Trieste (TS); NIP: Consorzio per il nucleo di industrializzazione della provincia di Pordenone (PN); CSI: Consorzio per lo sviluppo economico e sociale dello Spilimberghese (PN); ZIAC:Consorzio per la zona industriale dell Aussa Corno (UD); ZIPR: Consorzio per la zona industriale di Ponterosso (PN); ZIU: Zona per lo sviluppo industriale del Friuli centrale (UD) La normativa essenziale di riferimento è la seguente: l.r. 24/1965: istituisce le ZIP del FVG; l. r. 3/1999: trasforma 9 Consorzi in Enti pubblici economici; l.r. 25/2002: definisce l EZIT ente pubblico non economico; l.r. 4/2005: istituisce le ASDI; L.N. 317/1991: regolamenta distretti industriali e viene recepita con la l.r. 27/1999 Per approfondimenti, congratulazioni e reclami sulla relazione: paolo.ermano@uniud.it

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