CARATTERIZZAZIONE GEOMORFOLOGICA DEGLI INGHIOTTITOI CARSICI (VORE) DELLA PROVINCIA DI LECCE

Dimensione: px
Iniziare la visualizzazioe della pagina:

Download "CARATTERIZZAZIONE GEOMORFOLOGICA DEGLI INGHIOTTITOI CARSICI (VORE) DELLA PROVINCIA DI LECCE"

Transcript

1 UNIVERSITA DEGLI STUDI DI LECCE Dipartimento di Scienza dei Materiali Prof. Paolo Sansò - dott. Gianluca Selleri Osservatorio di Chimica, Fisica e Geologia ambientali CARATTERIZZAZIONE GEOMORFOLOGICA DEGLI INGHIOTTITOI CARSICI (VORE) DELLA PROVINCIA DI LECCE MAGGIO 2004

2 INDICE 1 Premessa.pg. 3 2 Inquadramento geologico e geomorfologico del Salento leccese... pg. 5 3 Il paesaggio carsico del Salento leccese..pg I reticoli endoreici del Salento leccese.pg Caratterizzazione delle forme carsiche denominate vore 5.1 Cosa è una vora...pg Classificazione delle vore.pg Definizione delle principali problematiche ambientali connesse alla dinamica evolutiva degli inghiottitoi carsici. pg Conclusioni...pg Bibliografia... pg. 53 2

3 1 Premessa Il Salento leccese è un territorio carsico intensamente popolato e diffusamente interessato da insediamenti industriali, commerciali e da opere quali fognature, strade, cave, ecc., dove nel corso degli ultimi anni si sono verificati diversi problemi di carattere ambientale connessi all impatto antropico sull ambiente ed alla dinamica naturale dei processi geomorfologici in atto. Queste problematiche, comuni a molte aree carsiche intensamente popolate, rappresentano un ostacolo alla piena utilizzazione del territorio e localmente costituiscono un gravoso problema per la sicurezza umana e per le opere prodotte dall uomo. Le problematiche di dinamica ambientale più pesanti che diversi Enti Pubblici (Regione, Provincia, Comuni, Consorzi di Bonifica) hanno dovuto affrontare in questi ultimi anni sono relative in particolare alla gestione della rete idrografica endoreica e degli inghiottitoi carsici (vore) utilizzati per lo smaltimento delle acque superficiali nel sottosuolo. In seguito a quest'ultima pratica, molto diffusa sul territorio ed utilizzata organicamente sin dalla metà del 1800, si sono verificati in diverse località fenomeni di subsidenza (Selleri et alii, 2002; Selleri et alii, 2003) ed estesi alluvionamenti; si sono accentuati, inoltre, i problemi di inquinamento delle falde superficiali e della falda profonda. Le profonde modificazioni apportate dall uomo alla rete idrografica ed agli inghiottitoi carsici, infatti, sebbene abbiano permesso di bonificare e di rendere coltivabili ampie aree della Provincia tra la fine del 1800 e gli inizi del 1900, di allontanare le acque di ruscellamento e le acque reflue dai centri urbani, ecc., hanno di fatto alterato gli equilibri che regolano l assetto idrico ed idrogeologico del territorio non essendo basate su validi presupposti di carattere geologico, idrogeologico e geomorfologico. I problemi connessi alla rottura di questi equilibri naturali si sono rivelati in tutta la loro complessità soprattutto negli ultimi decenni, a causa della crescente pressione antropica sul territorio. Per ovviare a questi problemi e mitigare il rischio connesso alla utilizzazione delle risorse naturali è necessario prevedere idonee strategie di utilizzazione del territorio e quindi avviare studi di dettaglio finalizzati alla comprensione della dinamica evolutiva delle forme carsiche. Le moderne necessità di utilizzazione del territorio, la necessità di tutelare e valorizzare l ambiente naturale impongono, infatti, che siano sviluppati degli interventi per superare queste carenze e che si giunga ad una utilizzazione sostenibile degli inghiottitoi carsici e della rete idrografica. Il presente studio ha avuto come obiettivo principale quello di approfondire proprio questi ultimi aspetti. La ricerca condotta, è stata articolata in due fasi: rilevamento dei dati ed analisi ed interpretazione dei dati. 3

4 Il primo punto è stato sviluppato per alcuni aspetti in sinergia con i rilevatori del gruppo speleologico Leccese Ndronico. Numerosi dati di carattere geologico, geomorfologico e speleologico sono stati raccolti in circa 150 ore di attività condotta sul terreno ed attraverso la osservazione stereoscopica delle foto aeree. La analisi e la interpretazione di questi dati ha permesso di riconoscere, sulla base di caratteri morfodinamici, le principali tipologie di inghiottitoi carsici presenti nella Provincia di Lecce. La dinamica evolutiva di queste forme inoltre è stata inquadrata in un ambito territoriale esteso; ciò ha consentito di comprendere le complesse relazioni esistenti tra gli inghiottitoi carsici, la rete idrografica endoreica ed i sistemi carsici ipogei. Nella relazione inoltre sono state sintetizzate le principali conoscenze acquisite in questi anni dal gruppo di lavoro relative alla genesi ed evoluzione dell ambiente carsico e della rete idrografica endoreica del Salento. I dati raccolti nel corso della ricerca sono stati integrati con tali conoscenze. É stata condotta una ricerca bibliografica e storico-archivistica per ricostruire nel tempo le modalità di utilizzazione da parte dell uomo della rete idrografica e degli inghiottitoi carsici; tale ricerca ha permesso anche di definire le principali problematiche di carattere ambientale connesse all impatto antropico sull ambiente carsico. Nel corso dello studio è stato dato anche ampio risalto alla valutazione dei principali rischi connessi alla dinamica evolutiva naturale degli inghiottitoi carsici. Sono stati anche verificati e corretti ed integrati, dove necessario, i dati raccolti dai rilevatori del Gruppo Speleologico Leccese Ndronico relativi a numero 32 vore ricadenti nel territorio amministrativo di diversi comuni della provincia e sintetizzati in altrettante schede. 4

5 2 Inquadramento geologico e geomorfologico del Salento leccese L ossatura della penisola salentina è rappresentata da una successione carbonatica di piattaforma - margine di piattaforma di età giurassico-cretacea potente oltre 6000 metri (Ricchetti & Mongelli, 1981) che affiora più estesamente nei settori centrale e settentrionale della Puglia. I termini di questa successione affioranti nel Salento sono riferibili al Cretaceo superiore e sono rappresentati da calcari micritici, dolomie e calcari subcristallini di ambiente tidale-intertidale di piattaforma interna. In seno a questa successione carbonatica esistono localmente sottili livelli di argille residuali e di brecce che marcano delle superfici di emersione ed erosione più o meno estese. La successione calcareo dolomitica cretacea affiorante nel Salento per molti aspetti può essere ricondotta al Calcare di Altamura del Turoniano superiore - Maastrichtiano (Ricchetti, 1972a; Luperto Sinni & Ricchetti, 1978 ; Ricchetti & Luperto Sinni, 1979; Ciaranfi et alii, 1992); secondo Reina & Luperto Sinni (1993a, 1993b) tuttavia la identificazione litostratigrafica del Calcare di Altamura con i calcari e dolomie che affiorano nel Salento rappresenta ancora un problema aperto. In eteropia con le facies di ambiente tidale-intertidale sono presenti dei calcari di margine e pendio di piattaforma del Maastrichtiano, noti in letteratura col nome di Calcari del Ciolo (Bosellini et alii, 1999). Questa unità è costituita da calcari biostromali e biocostruiti a Rudiste ed Ammoniti passanti lateralmente a calcareniti e calciruditi bioclastiche e clinostratificate. Sulle unità mesozoiche poggiano discontinue coperture carbonatiche e carbonatico terrigene riferite a diversi cicli sedimentari di età compresa tra l Eocene ed il Pleistocene superiore. I più antichi fra questi cicli sedimentari hanno interessato esclusivamente il settore sud-orientale ed il settore nord-occidentale del Salento e si sono verificati tra l Eocene ed il Miocene inferiore (Bosellini et alii, 1999; Bossio et alii, 2000). Tra il Burdigaliano inoltrato ed il Messiniano pre-evaporitico si realizza il più importante ciclo sedimentario post-cretaceo. Nel Burdigaliano, infatti, il Salento subisce una sommersione quasi completa che si protrae fino al Messiniano pre-evaporitico. Secondo Bossio et alii (1987) nelle zone più esterne del Salento la continuità del dominio marino si potrebbe essere interrotta nel Tortoniano. Durante il ciclo infra-miocenico si sedimentano la Pietra leccese (Burdigaliano inoltrato - Messiniano inferiore) ed un complesso di piattaforma interna - margine - pendio di piattaforma riferibile al Messisniano pre-evaporitico (Calcareniti di Andrano e Formazione di Novaglie) (Bossio et alli, 1987; Bosellini et alii, 1999). La Pietra leccese è costituita da calcareniti marnose organogene mal stratificate, a grana fine, porose, di colore giallo paglierino che nella parte alta si 5

6 arricchiscono in glauconite e assumono un colore prevalentemente verdognolo. L'ambiente di sedimentazione è di piattaforma continentale, con profondità comprese tra la zona infralitorale e circalitorale. In letteratura (Bosellini et alii, 1999) il complesso di piattaforma interna - margine - pendio di piattaforma è stato suddiviso in due formazioni. Le facies di margine e di pendio sono indicate col nome di Formazione di Novaglie e sono rappresentate prevalentemente da calcari coralligeni massicci, biancastri, in eteropia con brecce e calciruditi ricche di resti di coralli e con calcareniti clinostratificate sottilmente laminate. Le facies di piattaforma interna sono indicate col nome di Formazione delle Calcareniti di Andrano. Questa formazione è costituita nella parte bassa da calcari e calcari marnosi di colore variabile dal bianco all'avana, ricchi di macrofossili e nella parte alta da calcisiltiti con laminazione planare e calcari detritico organogeni compatti di colore grigio chiaro e biancastro. Il successivo ciclo sedimentario marino si realizza tra il Pliocene inferiore e l inizio del Pliocene medio ed interessa solo il settore meridionale ed orientale del Salento. Si sedimentano brecce e conglomerati con elementi calcarei di dimensioni variabili immersi in una matrice calcarea sabbiosa o microconglomeratica, con rarissimi fossili (Pliocene inferiore). Sulle brecce e conglomerati calcarei poggiano marne e calcareniti marnose di colore bianco sporco ricoperte localmente da lenti di calcareniti glauconitiche verdognole. Queste unità sono riferibili all intervallo Pliocene inferiore Pliocene medio. Le brecce ed i conglomerati calcarei si sono sedimentate in un ambiente di mare poco profondo e su un substrato instabile; le marne e calcareniti soprastanti indicano invece un ambiente di sedimentazione più profondo, di zona neritica esterna (Bossio et alii, 1987). Successivamente a questa fase di sedimentazione marina il Salento torma integralmente in condizioni subaeree; tuttavia già nel Pliocene superiore si verifica una nuova sommersione che interessa prevalentemente l area del Capo di Leuca ed il settore orientale, grossomodo ad Est dell allineamento Maglie Lecce. Questo ciclo di sedimentazione marina termina nel Santerniano, ma molte aree dei settori sopra indicati si trovano al di sopra del livello del mare prima dell inizio del Quaternario (Bossio et alii, 1987). Durante questo intervallo si sedimenta una successione di calcareniti e calcisiltiti poco cementate di colore giallastro, di aspetto massivo o stratificate in banchi di potenza variabile. Nella parte bassa della successione sono presenti calcareniti glauconitiche di colore verdognolo e calcareniti marnose di colore grigiastro con abbondanti resti di molluschi, pesci, echinoidi e crostacei. Nella parte alta prevalgono i calcari detritico organogeni ben cementati. Questa successione si è sedimentata in un ambiente di piattaforma continentale con profondità comprese entro i limiti della zona neritica. 6

7 Fig. 1 Carta geologica schematica del Salento (da Mastronuzzi & Sansò, 1991): 1 Calcari mesozoici; 2 Unità paleogeniche; 3 Unità mioceniche; 4 Unità plioceniche; 5 Calcareniti di Gravina (Pleistocene inferiore); 6 Argille Subappennine (Pleistocene inferiore); 7 Depositi Marini Terrazzati (Pleistocene medio superiore). La formazione è nota in letteratura con il nome di Formazione di Uggiano la Chiesa (Bossio et Alii, 1987; Ciaranfi et Alii, 1992). Il successivo ciclo sedimentario si estende integralmente nella parte alta del Pleistocene inferiore Nel corso di questo ciclo si sedimenta una successione costituita da depositi carbonatici detriticoorganogeni più o meno grossolani (biospariti, biomicriti, biolititi) di colore variabile dal giallastro al grigio mal stratificati, clinostratificati lungo i margini del bacino, in eteropia con argille marnoso-siltose e marne grigio-azzurrognole massicce (Bossio et Alii, 1987; Ciaranfi et Alii, 1992). L'ambiente di sedimentazione delle calcareniti è di piana costiera con profondità 7

8 comprese tra quelle della zona litorale e infralitorale profonda; la parte alta delle calcareniti, caratterizzata da stratificazione incrociata, indica un ambiente di spiaggia emersa. Le marne si sono sedimentate su un fondale con batimetrie comprese tra il limite della zona neritica esterna ed il limite della zona neritica interna. Alla fine del Pleistocene inferiore si verifica una nuova generale e breve emersione testimoniata dalla presenza di sottili livelli di paleosuoli e di una superficie di erosione subaerea al contatto tra i sedimenti del Pleistocene inferiore e le sovrastanti unità del Pleistocene medio e superiore. (D Alessandro et alii, 1994). Successivamente a questa fase di continentalità, nel corso del Pleistocene medio e del Pleistocene superiore, si verificano diverse trasgressioni marine che interessano estesamente il settore mediano ed occidentale del Salento mentre i settori orientale e meridionale probabilmente rimangono emersi; le unità riferibili a questo intervallo di tempo sono indicate complessivamente col nome di Depositi Marini Terrazzati (Ciaranfi et alii, 1992). Il paesaggio fisico della Penisola salentina ha come elemento caratterizzante un complesso di superfici subpianeggianti, variamente estese, disposte a quote differenti e normalmente allungate in direzione NW-SE. Queste superfici sono raccordate da scarpate di faglia con orientazione generale N-S, NW-SE e NNW-SSE che mostrano localmente le tracce di una riattivazione recente, da antiche ripe di abrasione marina e, limitatamente ad alcuni settori, da scarpate di erosione selettiva. Nel complesso ne risulta un morfologia poco accidentata. I rilievi più importanti sono rappresentati da modeste dorsali tabulari strette ed allungate, orientate in direzione NNW-SSE e NW-SE che prendono il nome di Serre; con poche eccezioni questi rilievi sono degli alti morfologico strutturali che raggiungono la quota massima di circa 200 metri s.l.m. e sono modellati su calcari e dolomie del Cretaceo Paleogene. Le Serre occidentali hanno in genere una maggiore evidenza morfologica rispetto a quelle orientali che sono meno estese ed elevate. Alcune dorsali hanno il profilo trasversale asimmetrico avendo un fianco poco inclinato che generalmente coincide con una superficie substrutturale ed un fianco più acclive corrispondente ad una scarpata di faglia più o meno degradata. Le superfici che delimitano superiormente le Serre sono superfici sub-strutturali o superfici di origine complessa dove localmente sono esposti lembi variamente estesi di un antico etchplain pre-miocenico (Sansò, 1997) caratterizzati dalla presenza di piccoli rilievi cupoliformi ed ampie depressioni tipo dolina o uvala colmate da depositi residuali bauxitici. Lungo la fascia costiera adriatica a Nord di Otranto sono presenti altre importanti morfostrutture connesse probabilmente a tettonica recente (Selleri et alii, 2003). Si tratta di un sistema di depressioni a losanga allineate in direzione circa N-S e comprese tra Torre dell Orso e la 8

9 congiungente ideale Otranto Uggiano la Chiesa; le depressioni settentrionali del sistema ospitano o hanno ospitato dei bacini lacustri. La fascia costiera della penisola è contrassegnata da una serie di ripiani disposti a gradinata corrispondenti a lembi variamente estesi di superfici modellate dal mare nel corso del Pleistocene medio e superiore per effetto combinato delle variazioni glacio-eustatiche del livello del mare e del generale sollevamento della regione. Delle superfici che potrebbero corrispondere a tratti di fondali marini pleistocenici o a superfici di abrasione marina pleistoceniche sono state riconosciute anche nei settori più interni (Palmentola, 1987). Non è semplice correlare i vari ripiani in uno schema regionale poiché la tettonica ed i processi erosivi hanno smembrato e cancellato parzialmente le antiche superfici marine da cui questi derivano. I dati attualmente noti, tuttavia, hanno permesso ad alcuni autori di ipotizzare un inquadramento cronologico dei ripiani più frequenti a scala regionale, per la presenza su di essi di depositi di età nota o per la loro continuità spaziale con altre superfici corrispondenti alla chiusura di cicli sedimentari conosciuti. Secondo Battista et alii (1985) la più antica linea di costa presente nel Salento leccese è posta tra 175 ed 80 metri di quota ed è riferibile al Pleistocene inferiore; intorno a 55 metri di quota si può osservare invece una superficie di abrasione modellata probabilmente durante il Pleistocene medio. Gli stessi autori, inoltre, attribuiscono ipoteticamente al Tirreniano una superficie posta a circa metri s.l.m. ed alla prima parte del Tirreniano superiore una superficie poco più bassa posta a 15 metri s.l.m.; alla parte alta del Tirreniano superiore andrebbe riferita la superficie a 3-4 metri s.l.m.. Secondo Palmentola (1987) la superficie di abrasione più antica è inclinata verso Nord e degrada dalla parte meridionale del Salento a quella settentrionale da circa metri a circa 80 metri s.l.m.. La superficie successiva si sviluppa a circa 80 metri di quota ed è stata anch essa suddivisa dalla tettonica in vari lembi dislocati a quote differenti (quelli settentrionali sono a quota leggermente inferiore rispetto a quelli meridionali). Frequentemente i lembi di questa superficie passano lateralmente a tratti della superficie di colmamento delle Sabbie a Brachiopodi (Depositi Marini Terrazzati) e quindi essa potrebbe essere riferita ad un post- Siciliano. La terza superficie si trova a circa metri di quota e si sviluppa lungo la costa da Torre Alto Lido fino circa all altezza di Otranto; a settentrione di questa località scompare, probabilmente, perché smantellata dall erosione. Questa superficie si è formata successivamente a quella correlabile con le Sabbie a Brachiopodi e prima dei depositi a Strombi, potrebbe quindi essere riferita ad uno degli alti livelli del mare verificatisi circa 330 mila e 220 mila anni BP. La quarta 9

10 superficie borda tutto il perimetro costiero del Salento e si spinge nell entroterra dove, in diverse località, raggiunge metri di quota; essa è correlabile con il primo deposito a Strombi e quindi può essere datata a circa 125 mila anni BP (Palmentola, 1987). La successiva superficie sale fino a circa 15 metri di quota ed è correlabile per alcuni tratti con una superficie di colmamento riferita ad un livello alto del mare datato a 100 mila anni da oggi. La superficie più bassa è frequente lungo il perimetro costiero ed è posta a circa 3-6 metri sul livello del mare; potrebbe essere riferita ad un livello alto del mare datato a circa 85mila anni BP (Palmentola, 1987). Secondo Mastronuzzi et alii (1994) e Selleri et alii (2003) quest ultima superficie, limitatamente al tratto di costa a Nord di Otranto, invece, potrebbe essere anche riferita all Olocene. Di Stefano et alii (1992) attribuiscono un età di 80 mila 90 mila anni BP ad una superficie posta ad una quota compresa tra 2 e 8 metri, conservata all interno di numerose cavità della fascia costiera tra Otranto e Castro, e fossilizzata da brecce ossifere contenenti una fauna ascrivibile alle fasi finali dell ultimo interglaciale. Cassoli et alii (1978) si sono soffermati sulla evoluzione quaternaria della costa salentina, interessandosi in particolare alle conseguenze geologiche e morfologiche della glaciazione wurmiana; secondo questi autori la superficie che attualmente è a circa 50 metri sotto il livello del mare si sarebbe trovata in quell intervallo di tempo in condizioni subaeree e sarebbe stata caratterizzata da un ambiente di tipo steppico, esteso dall entroterra fino agli stagni retrodunari ed ai cordoni dunari posti in prossimità dell antica linea di riva. Sulla scarpata che delimita internamente questa superficie si sarebbe deposta una potente falda detritica. Alla ricchezza di superfici non corrisponde abbondanza di depositi ad esse correlabili; infatti solo limitatamente alla zona di Gallipoli la presenza di fauna Senegalense a Strombi indicherebbe per la superficie tra circa 3 e 6 metri di quota un età tirreniana corrispondente all OIS 5a (Hearty & Dai Pra, 1992). Sul territorio salentino le forme fluviali non hanno raggiunto sviluppo notevole per la presenza di estesi affioramenti di rocce carbonatiche e per l assetto geomorfologico della regione; Palmentola (1987) ipotizza che le frequenti ingressioni marine verificatesi nel corso del Pleistocene possano avere inibito lo sviluppo del reticolo fluviale. Le incisioni, anche quelle più sviluppate, sono in genere poco gerarchizzate e individuano a grande scala due distinti sistemi; uno a deflusso esoreico che caratterizza la fascia costiera ed uno a deflusso endoreico che caratterizza i settori interni della penisola. 10

11 I reticoli esoreici sono brevi solchi ben incisi, percorsi da corsi d acqua a carattere stagionale o occasionale; alcuni sono gerarchizzati come ad esempio l Idro che termina nell insenatura di Otranto o il Fosso dei Samari che sfocia poco a Sud di Gallipoli. Reticoli esoreici poco sviluppati e gerarchizzati sono presenti anche nel settore meridionale della penisola, nella zona di Gemini ed Ugento. Al di sotto della congiungente Badisco Ugento invece le incisioni sono normalmente singole aste ben incise, impostate lungo lineazioni tettoniche chiaramente individuabili attraverso la osservazione stereoscopica delle foto aeree; un esempio di una incisione con queste caratteristiche è costituito dal Canale del Ciolo I reticoli endoreici sono solchi di lunghezza variabile, poco gerarchizzati, che terminano in corrispondenza di inghiottitoi carsici o nel perimetro di aree depresse dove affiorano rocce carsificabili. Le incisioni più importanti sono il canale Asso, il canale Pezzate, il canale della Lacrima ed il Canale Lamia. Poiché esiste uno stretto legame tra i reticoli endoreici e le vore del Salento verrà dedicato un capitolo a parte alla descrizione di queste incisioni. Nell insieme delle forme fluviali si possono ricordare anche alcune tracce di modeste incisioni presenti sulle superfici modellate sui litotipi mesozoici e cenozoici, interpretate come tratti di un vecchio reticolo oggi smembrato dalla tettonica e dalla erosione, evolutosi in un contesto morfoclimatico completamente differente dall attuale (Palmetola, 1987). 11

12 3 Il paesaggio carsico del Salento leccese Il paesaggio carsico del Salento leccese è un paesaggio caratterizzato dalla presenza di complessi di forme non coevi, modellato nel corso di più fasi morfogenetiche che hanno originato delle superfici aventi caratteri morfologici peculiari. Tra il Cretaceo e l Attuale, infatti, sono stati modellati differenti tipi di paesaggi carsici in quanto le modalità della carsogenesi sono state condizionate dal variare del clima e dell assetto strutturale della regione. Tra le forme carsiche più significative si possono ricordare quelle di tipo tropicale modellate sui calcari cretacei (Cotecchia & Dell Anna, 1959; Crescenti & Vighi, 1967, Sansò, 1997), le grotte costiere che si aprono prevalentemente nei calcari cretacei e paleogenici (Centenaro et alii, 2003), le ventarole della Pietra Leccese, i campi di doline e gli imponenti fusi carsici delle calcareniti marnose del Pliocene medio e superiore, i campi di doline e i numerosi ed estesi sistemi carsici che si sviluppano in seno alle calcareniti del Pleistocene inferiore (Selleri et alii, 2002), le piccole forme di criptocarso presenti sulle calcareniti del Pliocene superiore e del Pleistocene inferiore nei settori mediano ed orientale del Salento (Marsico & Selleri, 2003; Marsico et alii, 2003). Queste forme e le altre che caratterizzano le superfici carsificate della penisola non sono sempre facilmente inquadrabili in uno schema cronologico; i dati raccolti in questi anni ed ancora in parte inediti tuttavia hanno permesso di riconoscere almeno quattro fasi morfogenetiche di tipo carsico succedutesi dalla fine del Cretaceo e responsabili del modellamento del paesaggio carsico (Selleri, 2003). Infatti, le forme di tipo tropicale, quelle presenti sulle unità mioceniche e fossilizzate dalle trasgressioni plioceniche, le forme modellate sulle Calcareniti di Gravina e fossilizzate dalle coperture marine del Pleistocene medio e le forme di criptocarso delle Calcareniti di Gravina e delle calcareniti del Pliocene superiore possono essere riferite a precise fasi morfogenetiche. La più antica di queste fasi ha una età paleogenica ed è ben nota in letteratura (Cotecchia & Dell Anna, 1959; Crescenti & Vighi, 1967; Sansò, 1997). La superficie carsificata modellata durante questa fase è stata estesamente fossilizzata nell Oligocene e Miocene (foto 1). Foto 1 La superficie carsificata paleogenica fossilizzata dalle argille residuali bauxitiche e da calcareniti oligoceniche (Montevergine - trincea lungo la S.S. 16). 12

13 Lembi poco estesi di questa superficie sono esposti in corrispondenza delle superfici sommitali di alcune serre. Paesaggi carsici di età paleogenica sono noti in tutte le regioni perimediterranee (Italia, Francia, Corsica, Libano, Albania, ecc) (p.e. Bignot, 1965; Bardossy & Dercourt, 1990; D Argenio & Mindszenty, 1995). La fase morfogenetica responsabile del loro modellamento è conseguente alla emersione delle potenti piattaforme carbonatiche di età triassica cretacea avvenuta tra la fine del Cretaceo ed il Paleocene a causa dei movimenti connessi alla orogenesi alpina. Queste regioni grossomodo tabulari e poco elevate sul livello del mare sono state estesamente interessate da una carsificazione di tipo tropicale che potenzialmente può essersi sviluppata per buona parte del Terziario e che è stata interrotta localmente dalle estese trasgressioni oligo-mioceniche connesse probabilmente all insieme di eventi indotti dalle prime fasi di formazione del Mediterraneo. Gli aspetti comuni a questi paesaggi carsici possono essere riassunti nei seguenti punti: - si tratta per lo più di paesaggi di carso tabulare ; - la potenza delle rocce carsificate è generalmente modesta, in genere non superiore a poche centinaia di metri; - durante la fase morfogenetica responsabile del loro modellamento la dinamica del processo carsico era regolata da una netta predominanza della dissoluzione sugli altri agenti morfogenetici. La seconda fase morfogenetica di tipo carsico che ha interessato la Penisola salentina si è verificata nel Pliocene. Esistono tuttavia scarse evidenze morfologiche riferibili a questa fase morfogenetica. Tra le più interessanti si possono ricordare alcune cavità (foto 2) della Pietra leccese riempite da brecce e conglomerati di probabile età pliocenica costituiti da frammenti di dimensioni variabili di calcareniti laminitiche, clasti di Pietra leccese, noduli fosfatici, clasti di calcari e calcareniti oligoceniche, bioclasti, immersi in una matrice calcarenitica poco cementata di colore giallognolo. Questa fase morfogenetica probabilmente ha modellato un paesaggio poco sviluppato che è stato estesamente eroso o ricoperto nel corso dei successivi cicli sedimentari. La terza fase morfogenetica è databile tra la fine del Pleistocene inferiore e la prima parte del Pleistocene medio. Questa fase morfogenetica si è verificata in coincidenza di una fase tettonica caratterizzata da una distensione orientata NE-SW ed ha dato forma ad un paesaggio contrassegnato da una notevole frequenza e sviluppo delle forme carsiche epigee ed ipogee. 13

14 Foto 2 Cavità modellata nella Pietra leccese colmata da brecce plioceniche in una cava dismessa tra Cursi e Melpignano. In seno al riempimento pliocenico si è formata una cavità colmata parzialmente da depositi continentali probabilmente riferibili al Pleistocene superiore. Il modellamento di questo paesaggio probabilmente è stato condizionato da un livello di base più basso dell attuale. Questo paesaggio carsico è stato estesamente fossilizzato durante il ciclo sedimentario dei Depositi Marini Terrazzati (foto 3) ed ha subito una parziale riesumazione probabilmente nel corso del Pleistocene superiore. Le forme più espresse nel paesaggio carsico attuale sono riconducibili a questa fase morfogenetica. Foto 3 Una dolina modellata sulle Calcareniti di Gravina (Pleistocene inferiore) fossilizzata da limi sabbiosi del Pleistocene medio pedogenizzati nella parte alta. La linea blu evidenzia il contatto tra le due unità. 14

15 La più recente fase morfogenetica nota è databile alla fine del Pleistocene medio (Marsico & Selleri, 2003; Marsico et alii, 2003). Questa fase morfogenetica si è verificata con modalità particolari ed ha dato forma ad un paesaggio diverso dal carso classico. Alla fine del Pleistocene medio, infatti, su estesi settori della Puglia meridionale, dove affiorano le rocce porose e poco tenaci del Pliocene superiore e del Pleistocene inferiore, si sono originate al di sotto di coperture colluviali permeabili e non carbonatiche delle superfici di criptosoluzione poco evolute caratterizzate dalla presenza quasi esclusiva di cavità a sviluppo verticale di forma subcilindrica denominate solution pipes (foto 4) Foto 4 Solution pipe esposto lungo un fronte di cava in località Masseria Lalla (Scorrano) Lungo la fascia costiera adriatica queste superfici si sono impostate su terrazzi marini di abrasione di età quaternaria. Le superfici di criptosoluzione sono state estesamente scoperte dai processi erosivi lungo la fascia costiera adriatica mentre nei settori interni della penisola sono esposte solo lungo trincee stradali e fronti di cava (foto 5). Foto 5 Superficie di cripto-soluzione modellata sulle Calcareniti di Gravina esposta lungo una trincea stradale nei pressi di Caprarica di Lecce; i sedimenti di copertura sono costituiti da sabbie quarzose di colore rosso mattone. La superficie è caratterizzata da cavità subcilindriche verticali (solution pipes). 15

16 4 I reticoli endoreici del Salento leccese Nel Salento sono presenti 8 aree endoreiche con verso di deflusso omogeneo (fig. 2), separate da linee spartiacque poco evidenti sul terreno o da aree, coincidenti normalmente con estesi affioramenti di rocce carbonatiche, dove non esiste un drenaggio superficiale organizzato. Nel perimetro delle 8 aree esistono diversi reticoli che per lo più terminano in corrispondenza di inghiottitoi carsici. I singoli bacini idrografici si sviluppano prevalentemente sulle unità non carbonatiche e poco permeabili del Pleistocene medio superiore (Depositi Marini Terrazzati); il deflusso delle acque invece avviene normalmente verso settori dove affiorano rocce carsificabili o dove le coperture non carbonatiche si assottigliano. Area 1 La più settentrionale tra le aree a deflusso endoreico del Salento (area 1) non ricade nel territorio amministrativo della Provincia di Lecce. A settentrione è delimitata da una linea spartiacque di importanza regionale che passa poco a Nord del ciglio del Limitone dei Greci e divide quest area da un esteso settore della Piana tarantino brindisina a deflusso esoreico, attraversato da alcuni tra i più importanti solchi erosivi del Salento (Canale Cillarese, Canale Reale, ecc.). A Sud l area 1 è adiacente ad un settore dove non esiste un drenaggio superficiale organizzato. Nel perimetro dell area 1 sono presenti 14 solchi fluviali non gerarchizzati e di sviluppo modesto, orientati grossomodo in direzione N-S o NW-SE, perpendicolarmente alla scarpata del Limitone dei Greci. I solchi fluviali si sviluppano quasi integralmente sulle rocce non carbonatiche del Pleistocene medio e superiore. Il deflusso avviene verso i quadranti meridionali; i solchi erosivi terminano nel perimetro di depressioni chiuse localizzate ai piedi del Limitone dei Greci dove sono presenti degli inghiottitoi carsici più o meno visibili. Al piede della scarpata infatti affiorano le Calcareniti di Gravina o i calcari cretacei ricoperti discontinuamente da sedimenti pedogenizzati, poco permeabili, ascrivibili al complesso dei Depositi Marini Terrazzati. Area 2 L area 2 è delimitata dalle altre aree endoreiche contermini da linee spartiacque più o meno evidenti; essa si estende quasi integralmente sui depositi non carbonatici del Pleistocene medio e superiore e ricade solo marginalmente nel territorio amministrativo della Provincia di Lecce In quest area il deflusso avviene verso i quadranti settentrionali, grossomodo verso il piede di una blanda e discontinua scarpata compresa tra San Donaci e Villa Baldassarri. Questa scarpata, orientata NO-SE, è in continuità morfologica con la più evidente scarpata detta Limitone dei Greci. In quest area sono presenti un reticolo principale ben gerarchizzato costituito dal Canale Lamia, dal Canale Iaia e dal Canale 14 Bocche, ed alcuni solchi fluviali più o meno brevi e 16

17 rettilinei che terminano all interno di inghiottitoi carsici poco prima della confluenza con il Canale 14 Bocche. Le incisioni solo localmente sono bordate da scarpate fluviali alte e ben evidenti. Fig. 2 I reticoli endoreici del Salento possono essere raggruppati in 8 aree con verso di deflusso omogeneo (nella figura sono riportati anche i principali inghiottitoi). 17

18 Il corso d acqua principale termina nel perimetro della Palude Balsamo, un area depressa dove si aprono alcuni inghiottitoi più o meno visibili; sul fondo di questa depressione affiorano depositi del Pleistocene medio e superiore poco potenti, sul bordo nord-orientale invece affiorano le calcareniti del Pleistocene inferiore. Gli inghiottitoi carsici presenti in questo settore sono complessivamente allineati lungo una stessa direttrice orientata NW-SE in coincidenza della quale si sviluppa anche il Canale 14 Bocche. Questa direttrice probabilmente corrisponde ad una lineazione tettonica. Area 3 L area 3 è delimitata dalle altre aree endoreiche contermini da linee spartiacque più o meno evidenti; in quest area il deflusso avviene verso i quadranti orientali, grossomodo verso il piede di una lunga ed evidente scarpata arcuata di probabile origine tettonica, allungata tra Cellino San Marco e San Cesario di Lecce. La scarpata è modellata nel tratto settentrionale in depositi sabbiosi ascrivibili al complesso dei Depositi Marini Terrazzati e nel tratto meridionale sulle unità cretacee, oligoceniche, mioceniche e del Pleistocene inferiore. Nell Area 3 sono presenti 4 lunghi reticoli poco gerarchizzati e poco incisi ed alcuni brevi solchi il cui andamento è stato probabilmente condizionato dall intervento antropico. L incisione più importante è il Canale della Lacrima. I solchi fluviali si sviluppano quasi integralmente sulle rocce non carbonatiche del Pleistocene medio e superiore; quelli meridionali sono orientati circa E-W o SW-NE, quelli più settentrionali, tra cui anche il Canale della Lacrima, sono orientati NW-SE. I solchi più brevi terminano direttamente all interno di inghiottitoi carsici; quelli più lunghi invece terminano nel perimetro di conche poco estese dove normalmente sono presenti diversi punti assorbenti più o meno visibili. I punti assorbenti si trovano lungo il limite stratigrafico tra le unità del Pleistocene medio e superiore e le unità calcaree del Cretaceo e del Pleistocene inferiore. Area 4 L area 4 si estende tra Salice Salentino e San Pancrazio, è delimitata dalle altre aree endoreiche contermini da linee spartiacque più o meno evidenti. In quest area la idrografia superficiale è poco organizzata, esistono, infatti, pochi solchi fluviali, brevi e poco gerarchizzati. Gli inghiottitoi carsici si aprono per lo più in aree con drenaggio superficiale poco o per nulla organizzato. Il bacino idrografico più esteso è quello che afferisce alla Vora Madre. Area 5 L area 5 è delimitata dalle altre aree endoreiche contermini poste a SE da linee spartiacque più o meno evidenti; a NE, a SW ed a Ovest invece questa zona è circoscritta da alcuni rilievi bordati 18

19 da scarpate di faglia o da antiche ripe di abrasione marina. Verso Nord, tra Nardò e Copertino, è delimitata da un area a deflusso non organizzato. Nell area 5 il deflusso avviene verso NE. In questo settore esiste un importante reticolo gerarchizzato rappresentato dal Canale Asso e dalle incisioni che vi confluiscono ed alcuni solchi erosivi che terminano all interno di inghiottitoi carsici poco prima della confluenza con il Canale Asso (per esempio il Canale Sirgole che termina nell inghiottitoio denominato Vora Marsellona). Sono presenti anche modesti solchi erosivi del tutto indipendenti dal Canale Asso ma con verso di deflusso analogo, come ad esempio quello che termina nell inghiottitoio denominato Vora di Seclì. I solchi fluviali si sviluppano quasi integralmente sulle rocce non carbonatiche del Pleistocene medio e superiore. Il Canale Asso termina poco a Nord di Nardò all interno di una vasta area depressa dal contorno poco evidente, dove affiorano le unità calcaree del Cretaceo, del Miocene e del Pleistocene inferiore; nel perimetro di questa depressione si aprono diversi inghiottitoi fra cui il più importante è quello denominato Vora Colucce. Lungo il tratto terminale della incisione, nei pressi di Nardò, si aprono altri inghiottitoi più o meno visibili. Diversi punti assorbenti poco attivi o inattivi si trovano anche al di fuori dell area depressa, in settori adiacenti posti immediatamente a Nord ed a Est. Molti di questi inghiottitoi sono segnalati da De Giorgi (1922). Il reticolo idrografico del Canale Asso si può suddividere da monte verso valle in tre tratti separati dalla congiungente i centri abitati di Aradeo e Sogliano Cavour e dalla Strada Statale n.101. Il tratto più alto è composto di numerosi solchi erosivi ben incisi e delimitati da scarpate fluviali alte fino a 10 metri; questi solchi inizialmente hanno tutti direzione N-S o NNW-SSE e si sviluppano sui sedimenti sabbioso limosi del Pleistocene medio, poco permeabili. Grossomodo poco più a Nord della congiungente Aradeo - Sogliano Cavour queste incisioni confluiscono in due ampi solchi, orientati circa NW-SE. La incisone settentrionale si sviluppa per lunghi tratti lungo il contatto tra i calcari cretacei e le calcareniti del Pleistocene inferiore; il canale meridionale si sviluppa in prossimità o lungo il limite tra i sedimenti del Pleistocene medio e le calcareniti del Pleistocene inferiore. All altezza della strada che unisce Galatone e Galatina i due solchi confluiscono. La incisione è ampia e delimitata da scarpate ben evidenti modellate prevalentemente nelle calcareniti del Pleistocene inferiore, alte fino a 6 7 metri e poco inclinate. Sono presenti diversi ampi meandri abbandonati o tagliati. Il talweg è inciso nelle alluvioni sabbioso limose di colore rossastro che riempiono parzialmente l incisione. All altezza della S.S. 101 l incisione afferisce ad una paleofalesia relitta sulla quale terminano altri brevi solchi erosivi e una antica diramazione dello stesso Asso che si innesta sull alveo 19

20 attuale all altezza di Masseria Doganieri. Questo vecchio corso è attualmente inattivo e si trova ad una quota di poco superiore rispetto all alveo attuale. A valle di questa scarpata la incisione perde completamente la sua evidenza morfologica e si sviluppa con tratti grossomodo rettilinei su una superficie piatta; l alveo è antropico ed in esso confluiscono numerose scoline e canali di drenaggio. Lungo il Canale Paduli che rappresenta l ultimo tratto del Canale Asso, è presente un bacino di espansione di circa 750 ettari che durante il periodo invernale permane per lungo tempo allagato. Area 6 Nell area 6 il deflusso delle acque superficiali avviene verso NE nella parte meridionale e verso NW in quella settentrionale. Quest area si estende approssimativamente tra Galatina e Montesano Salentino; è delimitata verso oriente dalla scarpata di faglia di altezza variabile che borda la dorsale Maglie - Castiglione d Otranto, ad occidente invece è suddivisa dalla zona 5 e dalla zona 7 da linee spartiacque più o meno evidenti. Nel perimetro dell area 6 esistono 6 reticoli gerarchizzati ed alcuni solchi rettilinei. Le incisioni principali terminano nel perimetro di aree depresse poco estese dove sono presenti diversi punti di assorbimento più o meno visibili. Piccoli inghiottitoi possono essere presenti anche lungo l alveo di alcune incisioni. I tratti più alti di questi solchi sono incisi sui depositi poco permeabili e non carbonatici del Pleistocene medio, hanno andamento rettilineo o ondulato ed in alcuni casi sono presenti dei veri e propri meandri. L alveo è delimitato da basse scarpate alte pochi metri. Sono presenti anche delle valli ampie, con scarpate poco inclinate; in questo caso l alveo di magra è inciso nelle alluvioni. I segmenti terminali dei reticolo sono modellati sulle calcareniti del Pleistocene inferiore ed hanno andamento angolare o rettilineo, spesso condizionato dall intervento antropico; gli alvei sono stati regolarizzati e sono privi di alluvioni. A valle degli inghiottitoi cui afferiscono queste incisioni si sviluppa un sistema di solchi di erosione fluviale inattivi o parzialmente attivi (valli morte), con andamento meandreggiante. Questo sistema di valli morte è composto da diversi tratti incisi sulle calcareniti del Pleistocene inferiore o sulle calcareniti mioceniche, delimitati da basse scarpate verticali e parzialmente colmati da alluvioni sabbioso limose; questi segmenti sono separati da ampi avvallamenti allungati concordemente alla direzione di deflusso, dove affiorano limi sabbiosi quarzosi di colore rossastro e non esiste un alveo ben definito. I tratti di valli morte più lunghi e continui si trovano tra Botrugno, Corigliano d Otranto e Cutrofiano, all altezza di Sogliano Cavour e nei pressi di Galatina. Questo ultimo segmento è il 20

21 più settentrionale ed afferisce ad una scarpata degradata corrispondente probabilmente con una paleofalesia i cui tratti si possono osservare tra Galatina e San Pietro in Lama. Il tratto di valle morta di Galatina si trova ad una quota topografica non concordante con quella dei tratti più meridionali, essendo leggermente sollevato rispetto agli altri. Le valli morte tagliano doline e depressioni chiuse. Un caso chiaro di sovraimposizione è rilevabile nei pressi di Masseria Schiatta tra Maglie e Cutrofiano. Area 7 L area 7 si estende grossomodo tra Collepasso e Ruffano. É delimitata dalle altre aree endoreiche contermini da linee spartiacque più o meno evidenti; a Ovest invece confina con un area a deflusso non organizzato, coincidente con gli estesi affioramenti di calcari cretacei della Serra di Supersano Ruffano. Sono presenti 3 reticoli idrografici principali ed alcuni solchi meno sviluppati. Queste incisioni sono orientate prevalentemente da NE verso SW e da Nord a Sud. Solo il solco fluviale che termina nell inghiottitoio denominato Vora Fau si sviluppa da SE a NW parallelamente alla scarpata di faglia della Serra di Supersano - Ruffano. Il deflusso è centripeto rispetto alla estesa depressione tettonica di Supersano e Ruffano. Questa depressione è delimitata ad Ovest dalla scarpata di faglia della Serra di Supersano Ruffano, dove affiorano i calcari cretacei e le Calcareniti di Gravina, ad Est da una scarpata circa rettilinea modellata sulle sabbie limose del Pleistocene medio, a Nord da una scarpata poco evidente con andamento ondulato, modellata sulle sabbie limose del Pleistocene medio. A Sud la depressione perde gradualmente la sua evidenza morfologica. Nel perimetro della depressione affiorano sedimenti di probabile origine colluviale poco permeabili; una fitta rete di canali di bonifica e scoline convoglia le acque confluite in quest area verso gli inghiottitoi carsici che si aprono al piede della scarpata di faglia della serra. Nel settore settentrionale di quest area endoreica, in località Sombrino, è stato effettuato nella seconda metà del 1800 uno dei primi interventi di bonifica idraulica realizzati in Provincia di Lecce (De Giorgi, 1882). Area 8 L area 8 rappresenta un esteso settore del Salento occidentale compreso grossomodo tra la Serra di Sant Eleuterio a Est e la Serra di Castelforte a Ovest. Questa zona è delimitata verso mare da linee spartiacque più meno evidenti che la separano da settori costieri a deflusso esoreico e verso l interno è bordata da aree con una idrografia superficiale disorganizzata. Nell area 8 il verso di deflusso non è omogeneo (nel settore meridionale per esempio è ben evidente un area a deflusso centripeto) ed i reticoli idrografici sono poco organizzati; i solchi 21

22 erosivi terminano in corrispondenza di inghiottitoi carsici o si perdono nel perimetro di aree depresse. L incisione più sviluppata ha un andamento grossomodo E-O; il tratto iniziale di questo solco è modellato sulle calcareniti del Pleistocene inferiore mentre il tratto terminale è inciso sulle sabbie del Pleistocene medio. Il solco termina nel perimetro di un area depressa a Est del centro abitato di Melissano. Le singole incisioni che compongono la rete idrografica endoreica del Salento non sono coeve e mostrano di avere avuto una evoluzione contraddistinta da fasi e caratteri morfodinamici differenti. La emersione disomogenea che il Salento ha subito durante il ciclo sedimentario dei Depositi Marini Terrazzati e la estesa presenza sulle superfici emerse di depositi terrazzati non carbonatici e poco permeabili rappresentano i principali fattori che hanno condizionato la genesi e l evoluzione della rete idrografica. La dinamica attuale di questi corsi d acqua è controllata dalla estesa scopertura erosiva della superficie carsificata fossilizzata durante il ciclo sedimentario dei Depositi Marini Terrazzati e dall asseto geomorfologico ed idrogeologico che i settori a deflusso endoreico hanno assunto nel corso del Pleistocene superiore. Questo assetto è contraddistinto dalla presenza del limite geoidrologico che separa le aree di affioramento delle rocce non carsificabili e scarsamente permeabili del Pleistocene medio-superiore (Depositi Marini Terrazzati) dalle aree dove le rocce calcaree più antiche affiorano o sono discontinuamente ricoperte da questi sedimenti e favorisce l afflusso in questi settori di cospicui volumi di acque allogeniche (Selleri et alii, 2002) e la riattivazione del paleocarso. 22

23 5 Caratterizzazione delle forme carsiche denominate vore 5.1 Cosa è una vora Il termine dialettale vora, sinonimo di aviso, ausu, ora, oria, etc., viene generalmente utilizzato per indicare una depressione carsica o una cavità carsica a sviluppo prevalentemente verticale nella quale possono confluire le acque superficiali. Secondo questa accezione il termine dialettale vora è un sinonimo del termine inghiottitoio carsico che nel linguaggio scientifico si può tradurre con i vocaboli inglesi sink, sinkhole. Un inghiottitoio carsico è essenzialmente un varco che si sviluppa all interfaccia atmosfera - litosfera, attraverso cui le acque superficiali penetrano in profondità e vanno ad alimentare le falde idriche profonde (fig. 3). Fig. 3 E schematizzato il funzionamento di un inghiottitoio carsico. Si può osservare un corso d acqua endoreico che attraverso un inghiottitoio carsico ( vora nel dialetto salentino) penetra in modo concentrato nel sottosuolo e va ad alimentare una falda freatica. Le acque superficiali possono affluire all inghiottitoio attraverso un reticolo idrografico organizzato oppure in maniera disorganizzata. Le principali vore del Salento sono tutte connesse 23

24 a reticoli endoreici più o meno sviluppati i cui bacini idrografici si estendono su aree estese decine di chilometri quadrati. Tuttavia, nel settore nord-occidentale della provincia, nel settore orientale della provincia e nell area di Taviano, Racale, Melissano, esistono anche diverse vore alle quali le acque affluiscono in maniera disorganizzata. Questi inghiottitoi sono generalmente il recapito di bacini endoreici poco estesi, coincidenti con modeste conche di cui la vora rappresenta il punto più depresso (foto 6). Foto 6 La vora di Masseria Palombaro (Salice Salentino). All inghiottitoio afferiscono in maniera disorganizzata le acque di pioggia ricadenti in una modesta depressione estesa pochi ettari di cui la vora rappresenta il punto più depresso. 5.2 Classificazione delle vore Ai fini della pianificazione territoriale che si intende sviluppare è utile procedere alla classificazione delle forme carsiche denominate vore, cioè individuare, sulla base di determinati caratteri, delle tipologie. Classificare queste forme carsiche, tuttavia, non è una operazione di sintesi semplice da effettuare. Molte di queste forme, infatti, sono parte integrante di sistemi carsici policiclici di cui non è facile comprendere i meccanismi genetici né conoscere in dettaglio le condizioni che ne hanno controllato la genesi Questi sistemi carsici si sarebbero originati durante la principale fase morfogenetica che ha modellato il paesaggio carsico del Salento, verificatasi durante un breve periodo di continentalità 24

25 che ha interessato la penisola presumibilmente tra la fine del Pleistocene inferiore e l inizio del Pleistocene medio (fig. 4). Fig. 4 Durante l intervallo fine del Pleistocene inferiore - inizio del Pleistocene medio il Salento è stato interessato da una morfogenesi carsica che ha dato forma ad un paesaggio contrassegnato da una notevole frequenza e sviluppo delle forme carsiche epigee ed ipogee. Questa fase morfogenetica si sarebbe conclusa quando, nel corso del Pleistocene medio, il mare reinvase quasi completamente il Salento (fig. 5) depositando sulle superfici carsificate sedimenti sabbiosi, limosi o argillosi (ciclo sedimentario dei Depositi Marini Terrazzati). Fig. 5 Nel corso del Pleistocene medio il paesaggio carsico è stato fossilizzato al di sotto di sedimenti marini non carbonatici. In tempi più recenti, presumibilmente durante il Pleistocene superiore e l Olocene, si è verificata, per erosione dei sedimenti marini che la ricoprivano, la riesposizione della superficie carsificata fossilizzata e la riattivazione parziale delle forme carsiche. In particolare, molti sistemi carsici 25

INQUADRAMENTO GEOMORFOLOGICO

INQUADRAMENTO GEOMORFOLOGICO INQUADRAMENTO GEOMORFOLOGICO Il territorio comunale di Capestrano è compreso, dal punto di vista cartografico, nel Foglio della Carta Geologica di Italia n. 146 Sulmona scala 1 : 100.000 e nel Foglio della

Dettagli

Contenuti della carta geomorfologica ufficiale

Contenuti della carta geomorfologica ufficiale Dati litologici Vengono distinti il substrato e le formazioni superficiali. Per formazioni superficiali si intendono i depositi direttamente collegati con l evoluzione del rilievo attualmente osservabile,

Dettagli

Scheda per la valutazione qualitativa dei possibili effetti locali nei siti di ubicazione di edifici strategici e monumentali

Scheda per la valutazione qualitativa dei possibili effetti locali nei siti di ubicazione di edifici strategici e monumentali INGV - Gruppo Nazionale per la Difesa dai Terremoti Dipartimento di Ingegneria Strutturale Politecnico di Milano Scheda per la valutazione qualitativa dei possibili effetti locali nei siti di ubicazione

Dettagli

PIAE 2009-2028 1 TIPOLOGIA DI POLO. LITOLOGIA DEL GIACIMENTO Sabbie fini. COMUNI INTERESSATI Ferrara INQUADRAMENTO DELL AREA

PIAE 2009-2028 1 TIPOLOGIA DI POLO. LITOLOGIA DEL GIACIMENTO Sabbie fini. COMUNI INTERESSATI Ferrara INQUADRAMENTO DELL AREA TIPOLOGIA DI POLO LITOLOGIA DEL GIACIMENTO Sabbie fini COMUNI INTERESSATI Ferrara INQUADRAMENTO DELL AREA L area è ubicata a nord degli abitati di Porotto e Cassana, nel Comune di Ferrara, confina a nord

Dettagli

COMPONENTE GEOLOGICA, IDROGEOLOGICA E SISMICA DEL PIANO DI GORVERNO DEL TERRITORIO COMUNALE DI BEDULITA (BG) Integrazioni

COMPONENTE GEOLOGICA, IDROGEOLOGICA E SISMICA DEL PIANO DI GORVERNO DEL TERRITORIO COMUNALE DI BEDULITA (BG) Integrazioni COMPONENTE GEOLOGICA, IDROGEOLOGICA E SISMICA DEL PIANO DI GORVERNO DEL TERRITORIO COMUNALE DI BEDULITA (BG) Integrazioni Norma di riferimento: D.g.r. 30 novembre 2011 - n. IX/2616 Aggiornamento dei Criteri

Dettagli

Fondali oceanici. Fosse: profonde fino a 11.000m. Dove il fondale si consuma (subduzione)

Fondali oceanici. Fosse: profonde fino a 11.000m. Dove il fondale si consuma (subduzione) Piattaforma continentale Scarpata continentale Dorsali oceaniche Fondali oceanici Fosse oceaniche Fosse: profonde fino a 11.000m. Dove il fondale si consuma (subduzione) Piana abissale -6000m Piattaforma

Dettagli

5. COMPRENSORIO DI PIAGGE-SAN SALVATORE (AP-20 AREA STRALCIATA) 5.1 VERIFICA PRELIMINARE E VERIFICA SEMPLIFICATA

5. COMPRENSORIO DI PIAGGE-SAN SALVATORE (AP-20 AREA STRALCIATA) 5.1 VERIFICA PRELIMINARE E VERIFICA SEMPLIFICATA 5. COMPRENSORIO DI PIAGGE-SAN SALVATORE (AP-20 AREA STRALCIATA) 5.1 VERIFICA PRELIMINARE E VERIFICA SEMPLIFICATA Il Comprensorio PIAGGE SAN SALVATORE si estende a Sud del centro urbano della Città, lungo

Dettagli

Localizzazione geografica e morfologia del corpo idrico

Localizzazione geografica e morfologia del corpo idrico corpo idrico sotterraneo: del Siracusano meridionale b) Caratteristiche geografiche, geologiche, idrogeologiche Localizzazione geografica e morfologia del corpo idrico Localizzazione geografica L acquifero

Dettagli

Carta M_02 Carta Geomorfologica

Carta M_02 Carta Geomorfologica Carta M_02 Carta Geomorfologica La Carta Geomorfologica è senz altro quella che ha comportato il maggiore sforzo di documentazione e di armonizzazione. Lo scopo della carta è quello di illustrare la dinamica

Dettagli

FRANA SULLA STRADA PROVINCIALE N. 24 SCILLATO-CALTAVUTURO

FRANA SULLA STRADA PROVINCIALE N. 24 SCILLATO-CALTAVUTURO REGIONE SICILIANA ASSESSORATO INDUSTRIA CORPO REGIONALE DELLE MINIERE SERVIZIO GEOLOGICO E GEOFISICO FRANA SULLA STRADA PROVINCIALE N. 24 SCILLATO-CALTAVUTURO Dr. Geol. Daniela Alario - Dr. Geol. Ambrogio

Dettagli

Fig.1 Mappa freatimetrica a scala regionale dell acquifero non confinato dell alta pianura friulana.

Fig.1 Mappa freatimetrica a scala regionale dell acquifero non confinato dell alta pianura friulana. ACTION 2: Banca dati e implementazione del GIS, Definizione delle caratteristiche dei siti potenziali per l applicazione del metodo di RA degli acquiferi con particolare attenzione alla metodologia di

Dettagli

L evoluzione del reticolo idrografico

L evoluzione del reticolo idrografico L evoluzione del reticolo idrografico romano e l urbanizzazione Uno studio dell uso del suolo in relazione al reticolo secondario del settore sud-est della Capitale, dall Unità d Italia ad oggi I depositi

Dettagli

PIAE 2009-2028 1 TIPOLOGIA DI POLO. LITOLOGIA DEL GIACIMENTO Sabbie medie e fini COMUNE INTERESSATO Ostellato INQUADRAMENTO DELL AREA

PIAE 2009-2028 1 TIPOLOGIA DI POLO. LITOLOGIA DEL GIACIMENTO Sabbie medie e fini COMUNE INTERESSATO Ostellato INQUADRAMENTO DELL AREA TIPOLOGIA DI POLO LITOLOGIA DEL GIACIMENTO Sabbie medie e fini COMUNE INTERESSATO Ostellato INQUADRAMENTO DELL AREA L area è ubicata in località Cavallara presso l abitato di S.Giovanni nel Comune di Ostellato.

Dettagli

Provincia di Varese COMUNE DI ALBIZZATE. Studio del reticolo idrico comunale (D.G.R. del 25-01-02 n 7/7868 e s.m.i.)

Provincia di Varese COMUNE DI ALBIZZATE. Studio del reticolo idrico comunale (D.G.R. del 25-01-02 n 7/7868 e s.m.i.) REGIONE LOMBARDIA Provincia di Varese COMUNE DI ALBIZZATE Studio del reticolo idrico comunale (D.G.R. del 25-01-02 n 7/7868 e s.m.i.) Dicembre 2011 INDIVIDUAZIONE DEL RETICOLO IDROGRAFICO MINORE Studio

Dettagli

INQUADRAMENTO GEOGRAFICO e GEOMORFOLOGIA DELL AREA. L'area oggetto d'indagine, ricade nella tavoletta

INQUADRAMENTO GEOGRAFICO e GEOMORFOLOGIA DELL AREA. L'area oggetto d'indagine, ricade nella tavoletta INQUADRAMENTO GEOGRAFICO e GEOMORFOLOGIA DELL AREA L'area oggetto d'indagine, ricade nella tavoletta 1:25.000 dell'i.g.m.i. denominata "Torretta Granitola" IV S.E. del foglio n 265 della Carta d'italia.

Dettagli

UNIVERSITA DEGLI STUDI DI MILANO Facoltà di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali Corso di Laurea in Scienze Geologiche

UNIVERSITA DEGLI STUDI DI MILANO Facoltà di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali Corso di Laurea in Scienze Geologiche UNIVERSITA DEGLI STUDI DI MILANO Facoltà di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali Corso di Laurea in Scienze Geologiche STUDIO STRATIGRAFICO DI SUCCESSIONI MESOZOICHE DEL DOMINIO SUDALPINO AFFIORANTI

Dettagli

Università degli Studi della Basilicata Corso di Laurea in Scienze Geologiche (Biennio Specialistico) Corso di DINAMICA COSTIERA

Università degli Studi della Basilicata Corso di Laurea in Scienze Geologiche (Biennio Specialistico) Corso di DINAMICA COSTIERA Università degli Studi della Basilicata Corso di Laurea in Scienze Geologiche (Biennio Specialistico) Corso di DINAMICA COSTIERA 6.0 I Sistemi Deposizionali Costieri Sergio G. Longhitano Dipartimento di

Dettagli

Linee guida di progettazione geologica: un esempio in rapporto alla idrogeologia di bassa pianura IL PROGETTO IDRO DELLA PROVINCIA DI VENEZIA

Linee guida di progettazione geologica: un esempio in rapporto alla idrogeologia di bassa pianura IL PROGETTO IDRO DELLA PROVINCIA DI VENEZIA ORDINE DEI GEOLOGI DEL VENETO Venezi a Mestre, 01 febbraio 2014 Linee guida di progettazione geologica: un esempio in rapporto alla idrogeologia di bassa pianura IL PROGETTO IDRO DELLA Valentina Bassan

Dettagli

Macroambito G Il territorio dei Parchi Nazionali

Macroambito G Il territorio dei Parchi Nazionali Macroambito G Il territorio dei Parchi Nazionali Il macro ambito coincide a Nord, per tutta la sua lunghezza, con l alto corso del Fiume Chienti dalla sorgente fino alla località Caccamo, in Comune di

Dettagli

In crescita i protesti nel 2012: + 10,8% per un valore di oltre 52 milioni di euro

In crescita i protesti nel 2012: + 10,8% per un valore di oltre 52 milioni di euro In crescita i protesti nel 2012: + 10,8% per un valore di oltre 52 milioni di euro Sono 30.350 i titoli protestati nel 2012 nella provincia di Lecce per un valore di oltre 52 milioni di euro, protesti

Dettagli

COMUNE DI BORGOMASINO. Studio idrogeologico relativo alla proposta di riduzione della fascia di rispetto del depuratore fognario

COMUNE DI BORGOMASINO. Studio idrogeologico relativo alla proposta di riduzione della fascia di rispetto del depuratore fognario REGIONE PIEMONTE PROVINCIA DI TORINO COMUNE DI BORGOMASINO Studio idrogeologico relativo alla proposta di riduzione della fascia di rispetto del depuratore fognario Giugno 2012 dott. geol. Mirco Rosso

Dettagli

Aspetti geologici nella pianificazione

Aspetti geologici nella pianificazione Associazione Nazionale Urbanisti e Pianificatori Territoriali e Ambientali con il patrocinio di Comune di Este Consorzio di Bonifica Adige Euganeo PREVENZIONE DEL RISCHIO IDRAULICO: PREVENZIONE UN COMPITO

Dettagli

Il fenomeno carsico carsismo

Il fenomeno carsico carsismo Foto MTSN Il fenomeno carsico carsismo Il termine carsismo deriva dalla parola Carso che indica una regione naturale delle Prealpi Giulie in Istria e Slovenia. Il fenomeno carsico carsismo Qui il fenomeno

Dettagli

PIANO DI COLTIVAZIONE 1 DESCRIZIONE DEL PROGETTO

PIANO DI COLTIVAZIONE 1 DESCRIZIONE DEL PROGETTO PIANO DI COLTIVAZIONE 1 DESCRIZIONE DEL PROGETTO Le caratteristiche topografiche e geometriche delle aree interessate dal piano di coltivazione si possono rilevare mediante l esame delle planimetrie, delle

Dettagli

TRANS ADRIATIC PIPELINE PROJECT OFFSHORE PIPELINE DETAIL DESIGN

TRANS ADRIATIC PIPELINE PROJECT OFFSHORE PIPELINE DETAIL DESIGN Rev. Sh. 2 of 21 INDICE 1 Premessa... 3 2 NEARSHORE Indagine Geofisica Batimetria e Geofisica... 4 2.1 Analisi dati... 4 2.2 risultati... 7 3 NEARSHORE Indagine Geofisica Sismica a Rifrazione... 8 3.1

Dettagli

MODELLO GEOLOGICO E MODELLO GEOTECNICO. Geol. Fabio Garbin

MODELLO GEOLOGICO E MODELLO GEOTECNICO. Geol. Fabio Garbin MODELLO GEOLOGICO E MODELLO GEOTECNICO Geol. Fabio Garbin Preparazione all Esame di Stato, Roma 8 aprile 2011 Riferimenti Normativi essenziali D.M. 14.01.2009: Approvazione delle nuove Norme Tecniche sulle

Dettagli

Relatore: Tesista : Dott. Fabio Mantovani. Giulia Ricciardi

Relatore: Tesista : Dott. Fabio Mantovani. Giulia Ricciardi Misure di resistività finalizzate allo studio ed alla modellazione della villa romana rinvenuta in località Torraccia di Chiusi (comune di San Gimignano) Relatore: Tesista : Dott. Fabio Mantovani Giulia

Dettagli

DALLE CARTE ALLE SEZIONI GEOLOGICHE

DALLE CARTE ALLE SEZIONI GEOLOGICHE DALLE CARTE ALLE SEZIONI GEOLOGICHE PROFILO TOPOGRAFICO Il profilo topografico, detto anche profilo altimetrico, è l intersezione di un piano verticale con la superficie topografica. Si tratta quindi di

Dettagli

Il rischio idraulico REGIONE EMILIA-ROMAGNA. Servizio Tecnico Bacino Reno. Giuseppe Simoni

Il rischio idraulico REGIONE EMILIA-ROMAGNA. Servizio Tecnico Bacino Reno. Giuseppe Simoni Il rischio idraulico Giuseppe Simoni Servizio Tecnico Bacino Reno REGIONE EMILIA-ROMAGNA Il rischio da eventi naturali CONCETTI FONDAMENTALI 1) Il RISCHIO è il prodotto di più fattori : - PERICOLOSITA

Dettagli

La metodologia IDRAIM e la valutazione della dinamica morfologica dei corsi d acqua

La metodologia IDRAIM e la valutazione della dinamica morfologica dei corsi d acqua La Direttiva Europea Alluvioni : verso una gestione del rischio idraulico in ambito montano - Bolzano, 21-22 Novembre 2013 La metodologia IDRAIM e la valutazione della dinamica morfologica dei corsi d

Dettagli

CURRICOLO DI GEOGRAFIA della scuola primaria

CURRICOLO DI GEOGRAFIA della scuola primaria CURRICOLO DI GEOGRAFIA della scuola primaria CURRICOLO DI GEOGRAFIA al termine della classe prima della scuola primaria...2 CURRICOLO DI GEOGRAFIA al termine della classe seconda della scuola primaria...3

Dettagli

Catena alpino-himalayana

Catena alpino-himalayana Catena alpino-himalayana Stadi di evoluzione nella formazione delle Alpi Paleogeografia 150 Milioni di anni fa (Giurassico) L Atlantico settentrionale non era ancora aperto e il mare Tethys (oceano Ligure-piemontese

Dettagli

PIANO REGOLATORE DEI SENTIERI

PIANO REGOLATORE DEI SENTIERI PIANO REGOLATORE DEI SENTIERI Nel citato Manuale CAI n. 10 CATASTO SENTIERI (pag. 21 e seguenti) sono riportate le istruzioni per la realizzazione di un piano regolatore dei sentieri in funzione della

Dettagli

Comune di Favignana località Torretta Cavallo

Comune di Favignana località Torretta Cavallo REGIONE SICILIANA CORPO REGIONALE DELLE MINIERE SERVIZIO GEOLOGICO E GEOFISICO STUDIO SULL EROSIONE DELLA COSTA Il Dirigente dell U.O.B n. 3 Dr.ssa Geol. Daniela Alario Comune di Favignana località Torretta

Dettagli

ELABORATI CARTOGRAFICI di Riferimento geologico

ELABORATI CARTOGRAFICI di Riferimento geologico / COMMITTENTE: Comune di VARENNA Provincia di Lecco PROGETTO: Costruzione di una nuova rotatoria all intersezione di viale Polvani con la strada provinciale 72 in comune di Varenna Progetto definitivo

Dettagli

PIANO GENERALE DEL SISTEMA FOGNARIO DEL COMUNE DI RIMINI 11 PIANO DEGLI INTERVENTI CON INDIVIDUAZIONE DEL LIVELLO DI PRIORITA E DEI COSTI

PIANO GENERALE DEL SISTEMA FOGNARIO DEL COMUNE DI RIMINI 11 PIANO DEGLI INTERVENTI CON INDIVIDUAZIONE DEL LIVELLO DI PRIORITA E DEI COSTI PIANO GENERALE DEL SISTEMA FOGNARIO DEL COMUNE DI RIMINI 11 PIANO DEGLI INTERVENTI CON INDIVIDUAZIONE DEL LIVELLO DI PRIORITA E DEI COSTI 85 PIANO GENERALE DEL SISTEMA FOGNARIO DEL COMUNE DI RIMINI IL

Dettagli

ALL. A AFFIDAMENTO DEI RILIEVI TOPOGRAFICI DI UN AREA COMPRESA NEL TERRITORIO DELLA PROVINCIA DI ROMA CAPITOLATO TECNICO

ALL. A AFFIDAMENTO DEI RILIEVI TOPOGRAFICI DI UN AREA COMPRESA NEL TERRITORIO DELLA PROVINCIA DI ROMA CAPITOLATO TECNICO ALL. A AFFIDAMENTO DEI RILIEVI TOPOGRAFICI DI UN AREA COMPRESA NEL TERRITORIO DELLA PROVINCIA DI ROMA CAPITOLATO TECNICO Indice 1 PREMESSA... 3 2 INQUADRAMENTO GEOLOGICO TECNICO... 3 3 OGGETTO DELL AFFIDAMENTO...

Dettagli

REGIONE SICILIANA CORPO REGIONALE DELLE MINIERE SERVIZIO GEOLOGICO E GEOFISICO UNITA OPERATIVA n 3 EROSIONE COSTIERA Dr.

REGIONE SICILIANA CORPO REGIONALE DELLE MINIERE SERVIZIO GEOLOGICO E GEOFISICO UNITA OPERATIVA n 3 EROSIONE COSTIERA Dr. REGIONE SICILIANA CORPO REGIONALE DELLE MINIERE SERVIZIO GEOLOGICO E GEOFISICO UNITA OPERATIVA n 3 EROSIONE COSTIERA Dr.ssa DANIELA ALARIO STUDIO EFFETTUATO SULL ISOLA DI MARETTIMO GROTTA CAMMELLO - RIPRESE

Dettagli

Analisi critica della sismicità e tettonica della Piana Campana in ambiente GIS

Analisi critica della sismicità e tettonica della Piana Campana in ambiente GIS Trieste 16-19 novembre 2009 28 Convegno Analisi critica della sismicità e tettonica della Piana Campana in ambiente GIS P. Luiso, G. Alessio, G. Gaudiosi, R. Nappi Obiettivo L obiettivo di questo lavoro

Dettagli

Studio di trasporto solido sul fiume Serchio Il gruppo di ricerca è così composto: - Prof. Geol. Massimo Rinaldi, docente di Geologia Applicata presso il Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale

Dettagli

Variazioni del profilo di fondo alveo

Variazioni del profilo di fondo alveo Assetto Schedatura morfologico dei tratti e idraulico fluviali Fiume: Crostolo Ordine: II sx/dx Po: Destra P Lunghezza tratto (Km): 9,0 Tratto: PO_49000 - CR_0000 confluenza Crostolo in Po - località Santa

Dettagli

Indagine di Tomografia Elettrica

Indagine di Tomografia Elettrica Indagine di Tomografia Elettrica 1. DESCRIZIONE DEL METODO La tomografia elettrica è utilizzata a supporto di altri metodi geofisici nell investigazione delle strutture sepolte e nella ricerca di acque

Dettagli

Il Piano Urbano dei Servizi del Sottosuolo. Fase Conoscitiva

Il Piano Urbano dei Servizi del Sottosuolo. Fase Conoscitiva Il Piano Urbano dei Servizi del Sottosuolo Fase Conoscitiva Quali fattori vanno analizzati La fase conoscitiva analizza: Realtà geoterritoriale (quadro strutturale) Quadro Urbano (infrastrutture, edificato,

Dettagli

COMUNE DI FANO RELAZIONE GEOLOGICO TECNICA PER LA SOPRELEVAZIONE DI UN FABBRICATO RESIDENZIALE SITO IN FANO VIA RINALDUCCI

COMUNE DI FANO RELAZIONE GEOLOGICO TECNICA PER LA SOPRELEVAZIONE DI UN FABBRICATO RESIDENZIALE SITO IN FANO VIA RINALDUCCI COMUNE DI FANO RELAZIONE GEOLOGICO TECNICA PER LA SOPRELEVAZIONE DI UN FABBRICATO RESIDENZIALE SITO IN FANO VIA RINALDUCCI COMMITTENTE: MANCINELLI GIUSEPPINA OPERA DELL INGEGNO RIPRODUZIONE VIETATA OGNI

Dettagli

Piano Stralcio per l Assetto Idrogeologico

Piano Stralcio per l Assetto Idrogeologico AUTORITA' di BACINO del RENO Piano Stralcio per l Assetto Idrogeologico art.1 c. 1 L. 3.08.98 n.267 e s. m. i. I RISCHIO DA FRANA E ASSETTO DEI VERSANTI Zonizzazione Aree a Rischio SCHEDA N. 62 Località:

Dettagli

Studio idrologico e idraulico del tratto vallivo del Borro di Gavinaia in loc. Greve in Chianti

Studio idrologico e idraulico del tratto vallivo del Borro di Gavinaia in loc. Greve in Chianti Studio idrologico e idraulico del tratto vallivo del Borro di Gavinaia in loc. Greve in Chianti Autore: Alberto Meucci Titolo di Laurea: Laurea Triennale in Ingegneria Civile Università: Facoltà di Ingegneria

Dettagli

CARATTERISTICHE ACQUE COSTIERE: scheda 18_SML

CARATTERISTICHE ACQUE COSTIERE: scheda 18_SML a. IDENTIFICAZIONE DEL TRATTO DI COSTA Denominazione Codice inizio fine Lunghezza (km) -Zoagli 0701001018 * Punta Punta Chiappe 29,6 * Il codice è costruito con i seguenti campi: Codice Istat Regione Liguria

Dettagli

Provincia di Lecco Individuazione reticolo idrografico minore e regolamento di polizia idraulica DGR 25-01-02 n. 7/7868

Provincia di Lecco Individuazione reticolo idrografico minore e regolamento di polizia idraulica DGR 25-01-02 n. 7/7868 COMUNE DI CRANDOLA VALSASSINA Provincia di Lecco Individuazione reticolo idrografico minore e regolamento di polizia idraulica DGR 25-01-02 n. 7/7868 Lecco Febbraio 2003 (Aggiornamento all Aprile 2004)

Dettagli

I quattro ordini di scuola a confronto Elisabetta Malaguti

I quattro ordini di scuola a confronto Elisabetta Malaguti I quattro ordini di scuola a confronto Elisabetta Malaguti Esperienze censite, destinate ad uno o più ordini di scuola. Le esperienze censite nella regione sono 2246. Nella figura che segue è, però, riportato

Dettagli

CONVENZIONE UNIVERSITÀ DI PERUGIA DELTATECH. Rapporto Attività di Ricerca. Prove ad impatto su laminati compositi con.

CONVENZIONE UNIVERSITÀ DI PERUGIA DELTATECH. Rapporto Attività di Ricerca. Prove ad impatto su laminati compositi con. CONVENZIONE UNIVERSITÀ DI PERUGIA DELTATECH Rapporto Attività di Ricerca Prove ad impatto su laminati compositi con Ball Drop Tester Prof. L. Torre Fase 1: Terni 18/6/214 METODI Sono stati effettuati test

Dettagli

PROVA PENETROMETRICA STATICA CPT 3 VALUTAZIONI LITOLOGICHE

PROVA PENETROMETRICA STATICA CPT 3 VALUTAZIONI LITOLOGICHE PROVA PENETROMETRICA STATICA CPT 3 VALUTAZIONI LITOLOGICHE - note : - scala vert.: 1 : 100 m Rp/RL (Litologia Begemann 1965 A.G.I. 1977) Rp - RL/Rp (Litologia Schmertmann 1978) Torbe ed Limi ed Limi sabb.

Dettagli

L ANALISI ABC PER LA GESTIONE DEL MAGAZZINO

L ANALISI ABC PER LA GESTIONE DEL MAGAZZINO L ANALISI ABC PER LA GESTIONE DEL MAGAZZINO È noto che la gestione del magazzino è uno dei costi nascosti più difficili da analizzare e, soprattutto, da contenere. Le nuove tecniche hanno, però, permesso

Dettagli

TAVOLA TECNICA SUGLI SCAVI. Art. 100 comma 1 del D. Lgs. 81/2008

TAVOLA TECNICA SUGLI SCAVI. Art. 100 comma 1 del D. Lgs. 81/2008 TAVOLA TECNICA SUGLI SCAVI Art. 100 comma 1 del D. Lgs. 81/2008 D. Lgs. 81/2008: Art. 100 Piano di Sicurezza e Coordinamento comma 1: il Piano di Sicurezza e Coordinamento è corredato..da una tavola tecnica

Dettagli

TESI IN GEOMORFOLOGIA

TESI IN GEOMORFOLOGIA FACOLTÀ DI SCIENZE MM.FF.NN. DIPARTIMENTO DI SCIENZE DELLA TERRA E GEOAMBIENTALI Corso di Laurea Magistrale in Scienze Geologiche A.A. 2010-2011 TESI IN GEOMORFOLOGIA ANALISI MULTITEMPORALE DELLA FRANOSITA,

Dettagli

La Francia fisica PONTE DI TRANSITO. In Europa la Francia occupa un importante ruolo non solo

La Francia fisica PONTE DI TRANSITO. In Europa la Francia occupa un importante ruolo non solo La Francia fisica PONTE DI TRANSITO In Europa la Francia occupa un importante ruolo non solo Scuola Media Piancavallo www.scuolapiancavallo.it Pagina 1 di 5 geografico ma anche economico e politico. Per

Dettagli

Università degli Studi della Basilicata Corso di Laurea in Scienze Geologiche (Biennio Specialistico) Corso di DINAMICA COSTIERA

Università degli Studi della Basilicata Corso di Laurea in Scienze Geologiche (Biennio Specialistico) Corso di DINAMICA COSTIERA Università degli Studi della Basilicata Corso di Laurea in Scienze Geologiche (Biennio Specialistico) Corso di DINAMICA COSTIERA 2.0 Che cos è una Spiaggia Sergio G. Longhitano Dipartimento di Scienze

Dettagli

Cenni sulla descrizione delle sezioni stratigrafiche e degli affioramenti

Cenni sulla descrizione delle sezioni stratigrafiche e degli affioramenti Cenni sulla descrizione delle sezioni stratigrafiche e degli affioramenti (da BINI, 1990) Cenni sulla descrizione delle sezioni stratigrafiche e degli affioramenti La descrizione dettagliata di sezioni

Dettagli

ATTIVITÀ 2.02 : Opere necessarie e produzione nuovi dati

ATTIVITÀ 2.02 : Opere necessarie e produzione nuovi dati ATTIVITÀ 2.02 : Opere necessarie e produzione nuovi dati 2.02.4 - Svolgimento di campagne di misura sul campo I dati raccolti all interno del Progetto Eur-eau-pa sono stati organizzati in due differenti

Dettagli

Linee guida per l attuazione di un Sistema di Gestione Ambientale in un Comune secondo le norme ISO 14001

Linee guida per l attuazione di un Sistema di Gestione Ambientale in un Comune secondo le norme ISO 14001 Linee guida per l attuazione di un Sistema di Gestione Ambientale in un Comune secondo le norme ISO 14001 A- Elaborazione della documentazione: Le fasi principali sono le seguenti: a - b - Elaborazione

Dettagli

www.archeologiametodologie.com

www.archeologiametodologie.com La stratigrafia archeologica 02. Storia e concetti di base J. P. Droop (1882-1963) 1963) John Percival Droop fu un archeologo classico, ancora oggi celebre per i suoi studi su di un tipo particolare di

Dettagli

V.I.A. Valutazione di Impatto Ambientale

V.I.A. Valutazione di Impatto Ambientale V.I.A. Valutazione di Impatto Ambientale Rilascio di permesso di ricerca idrocarburi Faenza RELAZIONE TECNICA ALLEGATA ALL ISTANZA DI PERMESSO DI RICERCA DI IDROCARBURI LIQUIDI E GASSOSI DENOMINATA FAENZA

Dettagli

IL DISSESTO IDROGEOLOGICO CAUSE, EFFETTI E INTERVENTI A DIFESA DEL SUOLO

IL DISSESTO IDROGEOLOGICO CAUSE, EFFETTI E INTERVENTI A DIFESA DEL SUOLO IL DISSESTO IDROGEOLOGICO CAUSE, EFFETTI E INTERVENTI A DIFESA DEL SUOLO Marcello Benedini Giuseppe Gisotti Indice pag. 11 Introduzione Scopi e necessità della protezione idrogeologica 17 l. Parte prima.

Dettagli

La Paleofrana di Aulla: uno studio comparato dei modelli geologici, geomorfologici e di resistività

La Paleofrana di Aulla: uno studio comparato dei modelli geologici, geomorfologici e di resistività UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI SIENA FACOLTÀ DI SCIENZE MATEMATICHE, FISICHE E NATURALI Corso di Laurea Specialistica in Geologia Applicata Centro di GeoTecnologie La Paleofrana di Aulla: uno studio comparato

Dettagli

Gemellaggi per l Internalizzazione Regionale di Esperienze di successo (A.G.I.R.E. POR) A.G.I.R.E. POR - Bari 17.03. 2008 1

Gemellaggi per l Internalizzazione Regionale di Esperienze di successo (A.G.I.R.E. POR) A.G.I.R.E. POR - Bari 17.03. 2008 1 Gemellaggi per l Internalizzazione Regionale di Esperienze di successo (A.G.I.R.E. POR) A.G.I.R.E. POR - Bari 17.03. 2008 1 Fase 2.1.1 Trasferimento delle esperienze maturate dalla Regione Marche in materia

Dettagli

1. PREMESSA...2 2. INQUADRAMENTO GEOLOGICO...3. 2.1. Caratteri geologici generali...3 3. INQUADRAMENTO GEOMORFOLOGICO...4 4. CARTOGRAFIA PAI...

1. PREMESSA...2 2. INQUADRAMENTO GEOLOGICO...3. 2.1. Caratteri geologici generali...3 3. INQUADRAMENTO GEOMORFOLOGICO...4 4. CARTOGRAFIA PAI... RELAZIONE GEOLOGICA E GEOMROFOLOGICA SOMMARIO 1. PREMESSA...2 2. INQUADRAMENTO GEOLOGICO...3 2.1. Caratteri geologici generali...3 3. INQUADRAMENTO GEOMORFOLOGICO...4 4. CARTOGRAFIA PAI...8 5. CONCLUSIONI...11

Dettagli

ASSOCIAZIONE PRO LOCO TORRE VADO Iscritta nel Registro Nazionale delle Associazioni di Promozione Sociale in data 20/01/2004 - legge 383/00

ASSOCIAZIONE PRO LOCO TORRE VADO Iscritta nel Registro Nazionale delle Associazioni di Promozione Sociale in data 20/01/2004 - legge 383/00 ASSOCIAZIONE PRO LOCO TORRE VADO Iscritta nel Registro Nazionale delle Associazioni di Promozione Sociale in data 20/01/2004 - legge 383/00 ALLEGATO N.3 RELAZIONE GEOLOGICA COSTA TORRE VADO Geologo dott.

Dettagli

Il mercato mobiliare

Il mercato mobiliare Il mercato mobiliare E il luogo nel quale trovano esecuzione tutte le operazioni aventi per oggetto valori mobiliari, ossia strumenti finanziari così denominati per la loro attitudine a circolare facilmente

Dettagli

Una metodologia da utilizzare può essere così sintetizzata:

Una metodologia da utilizzare può essere così sintetizzata: 10 CRITERI TECNICI DELLE PRIORITÀ L elenco dei siti con gli indici di priorità contenuti nel presente piano, dovrà essere rivisto ed aggiornato alla luce delle risultanze emergenti dai piani di caratterizzazione.

Dettagli

APPALTI e CONCESSIONI

APPALTI e CONCESSIONI DOTAZIONE INFRASTRUTTURE: DATI UE E NAZIONALI L ISPO (Istituto per gli studi sulla Pubblica opinione) ha reso noti i dati di una ricerca comparata sulle infrastrutture, sia a livello comunitazio che nazionnale.

Dettagli

COMUNE DI RAVENNA GUIDA ALLA VALUTAZIONE DELLE POSIZIONI (FAMIGLIE, FATTORI, LIVELLI)

COMUNE DI RAVENNA GUIDA ALLA VALUTAZIONE DELLE POSIZIONI (FAMIGLIE, FATTORI, LIVELLI) COMUNE DI RAVENNA Il sistema di valutazione delle posizioni del personale dirigente GUIDA ALLA VALUTAZIONE DELLE POSIZIONI (FAMIGLIE, FATTORI, LIVELLI) Ravenna, Settembre 2004 SCHEMA DI SINTESI PER LA

Dettagli

VALUTAZIONE DI IMPATTO AMBIENTALE : PROCEDURA DI VERIFICA DI ASSOGGETTABILITA PER REALIZZAZIONE IMPIANTO FOTOVOLTAICO

VALUTAZIONE DI IMPATTO AMBIENTALE : PROCEDURA DI VERIFICA DI ASSOGGETTABILITA PER REALIZZAZIONE IMPIANTO FOTOVOLTAICO Nelle tavole seguenti si esaminano rispettivamente i valori storico-culturali e il patrimonio storico architettonico con la viabilità storica; in questo caso non si rilevano situazioni di particolare interesse.

Dettagli

Informazioni generali: - Sardegna -

Informazioni generali: - Sardegna - Informazioni generali: - Sardegna - LE ORIGINI DEL NOME: Il nome deriva dall antico popolo che la abitava: i Sardi. Colonizzata dai Fenici, poi dai Greci, fu da questi ultimi chiamata Ienusa, perché nella

Dettagli

Difesa del suolo e pianificazione dei bacini idrografici

Difesa del suolo e pianificazione dei bacini idrografici Quadro normativo: Legge 183/89, «Norme per il riassetto organizzativo e funzionale della difesa del suolo» Si intende: a) per suolo: il territorio, il suolo, il sottosuolo, gli abitati e le opere infrastrutturali;

Dettagli

Figura 3.22 - Evoluzione dei consumi totali di energia elettrica. Figura 3.23 - Ripartizione dei consumi totali di energia elettrica

Figura 3.22 - Evoluzione dei consumi totali di energia elettrica. Figura 3.23 - Ripartizione dei consumi totali di energia elettrica Figura 3.22 Evoluzione dei consumi totali di energia elettrica Figura 3.23 Ripartizione dei consumi totali di energia elettrica 67 Figura 3.24 Ripartizione dei consumi totali di energia elettrica (dati

Dettagli

Il clima delle Alpi e della Valle d Aosta

Il clima delle Alpi e della Valle d Aosta Il clima delle Alpi e della Valle d Aosta Il clima delle Alpi Il clima della Valle d Aosta Precipitazioni durante l alluvione del 2000 Temperature estreme registrate in Valle d Aosta Il ruolo delle montagne

Dettagli

EX COMPRENSORIO 11 VERSILIA MASSACIUCCOLI IL PIANO DI CLASSIFICA DEGLI IMMOBILI PER IL RIPARTO DELLA CONTRIBUENZA E MODALITÀ DI CALCOLO DEL CONTRIBUTO

EX COMPRENSORIO 11 VERSILIA MASSACIUCCOLI IL PIANO DI CLASSIFICA DEGLI IMMOBILI PER IL RIPARTO DELLA CONTRIBUENZA E MODALITÀ DI CALCOLO DEL CONTRIBUTO EX COMPRENSORIO 11 VERSILIA MASSACIUCCOLI IL PIANO DI CLASSIFICA DEGLI IMMOBILI PER IL RIPARTO DELLA CONTRIBUENZA E MODALITÀ DI CALCOLO DEL CONTRIBUTO Il Piano di Classifica degli Immobili ha il fine di

Dettagli

Trasporto solido e morfologia dell Adige: passato, presente e futuro

Trasporto solido e morfologia dell Adige: passato, presente e futuro Trasporto solido e morfologia dell Adige: passato, presente e futuro Francesco Comiti (Libera Università di Bolzano) Guido Zolezzi (Università di Trento) Sommario della presentazione Legame tra trasporto

Dettagli

AUTORITA DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE NORMATIVA-TIPO RELATIVA AGLI AMBITI NORMATIVI DELLE FASCE DI INONDABILITÀ EX DGR 250/05

AUTORITA DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE NORMATIVA-TIPO RELATIVA AGLI AMBITI NORMATIVI DELLE FASCE DI INONDABILITÀ EX DGR 250/05 AUTORITA DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE NORMATIVA-TIPO RELATIVA AGLI AMBITI NORMATIVI DELLE FASCE DI INONDABILITÀ EX DGR 250/05 Documento approvato con DGR 1532 del 2.12.2005 - Allegato 2 - ALLEGATO 2

Dettagli

TRACCIA PER LA REDAZIONE DELLA RELAZIONE GEOLOGICA E DELLA RELAZIONE GEOTECNICA FACENTI PARTE DI UN PROGETTO PER COSTRUZIONI.

TRACCIA PER LA REDAZIONE DELLA RELAZIONE GEOLOGICA E DELLA RELAZIONE GEOTECNICA FACENTI PARTE DI UN PROGETTO PER COSTRUZIONI. TRACCIA PER LA REDAZIONE DELLA RELAZIONE GEOLOGICA E DELLA RELAZIONE GEOTECNICA FACENTI PARTE DI UN PROGETTO PER COSTRUZIONI. PRECISAZIONI Il presente documento nasce dalla pressante richiesta di iscritti

Dettagli

Le opere di difesa. Le opere di derivazione delle acque superficiali. Le opere di immissione nelle acque superficiali

Le opere di difesa. Le opere di derivazione delle acque superficiali. Le opere di immissione nelle acque superficiali Le opere di difesa Le opere di derivazione delle acque superficiali Le opere di immissione nelle acque superficiali I corsi d acqua ricevono svariati apporti liquidi derivanti dalle attività antropiche,

Dettagli

PIANIFICAZIONE E DIFESA DEL SUOLO IN TOSCANA Ing. Beatrice Mengoni Settore Difesa del suolo Regione Toscana

PIANIFICAZIONE E DIFESA DEL SUOLO IN TOSCANA Ing. Beatrice Mengoni Settore Difesa del suolo Regione Toscana Progetto di Piano di Gestione del Rischio di Alluvioni FASE DI PARTECIPAZIONE ATTIVA (art.66 c.7 D.Lgs 152/06) I INCONTRO PUBBLICO PIANIFICAZIONE E DIFESA DEL SUOLO IN TOSCANA Ing. Beatrice Mengoni Settore

Dettagli

STUDIO DEGLI EFFETTI SULL IDRODINAMICA E SULLA DINAMICA DEL TRASPORTO SOLIDO DI OPERE DI LAMINAZIONE: MODELLAZIONE NUMERICA E FISICA

STUDIO DEGLI EFFETTI SULL IDRODINAMICA E SULLA DINAMICA DEL TRASPORTO SOLIDO DI OPERE DI LAMINAZIONE: MODELLAZIONE NUMERICA E FISICA Università di Genova STUDIO DEGLI EFFETTI SULL IDRODINAMICA E SULLA DINAMICA DEL TRASPORTO SOLIDO DI OPERE DI LAMINAZIONE: MODELLAZIONE NUMERICA E FISICA Relatore Prof. Ing. M. Colombini CONVENZIONI AdB-UNIGE

Dettagli

Piano Territoriale di Coordinamento Provincia di Cosenza

Piano Territoriale di Coordinamento Provincia di Cosenza Scheda Monografica N 094 Comune Paterno Calabro Superficie (ha) 2.380 Altitudine media centro abitato (m s.l.m.) 680 Cartografia IGM 1:50.000 Corsi d acqua Comunità Montana Centro Operativo Misto (C.O.M.)

Dettagli

Modello geotecnico della città di Santiago de Cuba

Modello geotecnico della città di Santiago de Cuba 32 Convegno Nazionale Modello geotecnico della città di Santiago de Cuba Zulima C. Rivera Álvarez (1), Julio García Peláez (2), Dario Slejko (3), Angel Medina (4) 1 National Centre of Seismological Researches,

Dettagli

P.TA A MARE VIA DI VIACCIA

P.TA A MARE VIA DI VIACCIA COMUNE DI PISA Ufficio Speciale del Piano REGOLAMENTO URBANISTICO SCHEDA-NORMA PER LE AREE DI TRASFORMAZIONE SOGGETTE A PIANO ATTUATIVO scheda n.23.1 P.TA A MARE VIA DI VIACCIA D.M.1444/68: ZONA OMOGENEA

Dettagli

Workshop "VALUTAZIONE DEL RISCHIO IDRAULICO IN AMBITO MONTANO ED APPLICAZIONE DELLA DIRETTIVA ALLUVIONI"

Workshop VALUTAZIONE DEL RISCHIO IDRAULICO IN AMBITO MONTANO ED APPLICAZIONE DELLA DIRETTIVA ALLUVIONI Workshop "VALUTAZIONE DEL RISCHIO IDRAULICO IN AMBITO MONTANO ED APPLICAZIONE DELLA DIRETTIVA ALLUVIONI" Ing. Giorgio Cesari Autorità di bacino del Fiume Tevere Distretto Idrografico dell Appennino Centrale

Dettagli

L IMPORTANZA DELLA CONOSCENZA DEI SUOLI PER LE POLITICHE DI PROTEZIONE AMBIENTALE E PIANIFICAZIONE TERRITORIALE

L IMPORTANZA DELLA CONOSCENZA DEI SUOLI PER LE POLITICHE DI PROTEZIONE AMBIENTALE E PIANIFICAZIONE TERRITORIALE L IMPORTANZA DELLA CONOSCENZA DEI SUOLI PER LE POLITICHE DI PROTEZIONE AMBIENTALE E PIANIFICAZIONE TERRITORIALE SUOLI E GEOMORFOLOGIA DEL TERRITORIO PADOVANO Convegno 23.10.2013 Aula Magna Galileo Galilei

Dettagli

CARATTERISTICHE ACQUE COSTIERE: scheda 03_SAN

CARATTERISTICHE ACQUE COSTIERE: scheda 03_SAN a. IDENTIFICAZIONE DEL TRATTO DI COSTA Denominazione Codice inizio fine Lunghezza (km) 0700800803 Capo Sant Ampelio Capo Verde 31,2 * Il codice è costruito con i seguenti campi: Codice Istat Regione Liguria

Dettagli

Riqualificazione di Piazza Pellini: complesso di parcheggi, piazza e uffici nel centro Storico

Riqualificazione di Piazza Pellini: complesso di parcheggi, piazza e uffici nel centro Storico Riqualificazione di Piazza Pellini: complesso di parcheggi, piazza e uffici nel centro Storico Concorso, 2 classificato Perugia 2001 Massimo e Gabriella Carmassi con Paolo Vinti Il nostro progetto si propone

Dettagli

Le correnti e le maree. Liceo Antonio Meucci Dipartimento di Scienze. Prof. Neri Rolando

Le correnti e le maree. Liceo Antonio Meucci Dipartimento di Scienze. Prof. Neri Rolando 1 Le correnti e le maree Liceo Antonio Meucci Dipartimento di Scienze Prof. Neri Rolando Le correnti marine Le correnti marine sono spostamenti orizzontali di ingenti masse di acqua che seguono direzioni

Dettagli

COMUNE DI MOLFETTA NUOVO PORTO COMMERCIALE - MONITORAGGIO TRASPORTO SOLIDO CON IMPIEGO DI SONDA MULTIPARAMETRICA E CORRENTOMETRO

COMUNE DI MOLFETTA NUOVO PORTO COMMERCIALE - MONITORAGGIO TRASPORTO SOLIDO CON IMPIEGO DI SONDA MULTIPARAMETRICA E CORRENTOMETRO Università degli Studi di Napoli Parthenope COMUNE DI MOLFETTA NUOVO PORTO COMMERCIALE - MONITORAGGIO TRASPORTO SOLIDO CON IMPIEGO DI SONDA MULTIPARAMETRICA E CORRENTOMETRO Relazione Preliminare n.2/2013

Dettagli

1. PREMESSA 2. CALCOLI E VERIFICHE FOGNATURA ACQUE REFLUE

1. PREMESSA 2. CALCOLI E VERIFICHE FOGNATURA ACQUE REFLUE 1. PREMESSA La presente verifica idraulica fa riferimento alla precedente verifica allegata al progetto preliminare approvato con Deliberazione del Giunta Municipale n. 113 del 19.09.2011, con la quale

Dettagli

COMUNE DI MOLFETTA NUOVO PORTO COMMERCIALE - MONITORAGGIO TRASPORTO SOLIDO CON IMPIEGO DI SONDA MULTIPARAMETRICA E CORRENTOMETRO

COMUNE DI MOLFETTA NUOVO PORTO COMMERCIALE - MONITORAGGIO TRASPORTO SOLIDO CON IMPIEGO DI SONDA MULTIPARAMETRICA E CORRENTOMETRO Università degli Studi di Napoli Parthenope COMUNE DI MOLFETTA NUOVO PORTO COMMERCIALE - MONITORAGGIO TRASPORTO SOLIDO CON IMPIEGO DI SONDA MULTIPARAMETRICA E CORRENTOMETRO Relazione Preliminare n.1/2013

Dettagli

Sistemi Informativi Territoriali. Paolo Mogorovich www.di.unipi.it/~mogorov

Sistemi Informativi Territoriali. Paolo Mogorovich www.di.unipi.it/~mogorov Sistemi Informativi Territoriali Paolo Mogorovich www.di.unipi.it/~mogorov Nozioni di Cartografia Esempi di lettura di carte Tratto da La lettura delle carte geografiche di Aldo Sestini Firenze, 1967 1

Dettagli

MODELLISTICA NUMERICA APPLICATA ALLA GESTIONE IDRAULICA DEL TERRITORIO

MODELLISTICA NUMERICA APPLICATA ALLA GESTIONE IDRAULICA DEL TERRITORIO MODELLISTICA NUMERICA APPLICATA ALLA GESTIONE IDRAULICA DEL TERRITORIO Laura Calcagni, Mauro Nalesso SEMINARI H2.0: ACQUA IN RETE A ROMA3 FACOLTA DI INGEGNERIA DI ROMA3, 25/03/2013 IDRAN 2012. All rights

Dettagli

RELAZIONE ILLUSTRATIVA

RELAZIONE ILLUSTRATIVA UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI DELLA TREDICESIMA COMMISSIONE DEL SENATO Mercoledì 3 luglio 2013 PROPOSTA DI LEGGE STATALE DA TRASMETTERE AL PARLAMENTO NAZIONALE, AI SENSI

Dettagli

BASILICATA SVOLTA DA : ALICE, SIMONE E FRANCESCO CLASSE 5 B SCUOLA PRIMARIA S. GIUSEPPE ANNO SCOLASTICO 2014/2015

BASILICATA SVOLTA DA : ALICE, SIMONE E FRANCESCO CLASSE 5 B SCUOLA PRIMARIA S. GIUSEPPE ANNO SCOLASTICO 2014/2015 BASILICATA SVOLTA DA : ALICE, SIMONE E FRANCESCO CLASSE 5 B SCUOLA PRIMARIA S. GIUSEPPE ANNO SCOLASTICO 2014/2015 SUPERFICIE POPOLAZIONE DENSITA CAPOLUOGO PROVINCIA 9 992 kmq 59 055 59 abitanti per kmq

Dettagli

Grottaminarda (AV), 14-16 giugno 2010

Grottaminarda (AV), 14-16 giugno 2010 5a riunione Nazionale Grottaminarda (AV), 14-16 giugno 2010 Valutazione preliminare, mediante GIS, della pericolosità fluviale indotte da variazioni morfologiche del F. Calore Civitillo itill D., Magliulo

Dettagli

Settori di attività economica

Settori di attività economica ELABORAZIONE DEI DATI QUALITATIVI Chiara Lamuraglia 1. Premessa Al fine di ottenere informazioni di carattere qualitativo che consentissero di interpretare e leggere in modo più approfondito i dati statistici,

Dettagli

Manutenzione straordinaria del Torrente Salsero

Manutenzione straordinaria del Torrente Salsero PREMESSA Il presente progetto prende le mosse da un finanziamento per complessivi 367.021,00 necessario la manutenzione straordinaria del Rio Salsero e cofinanziato dalla Regione Toscana, Provincia di

Dettagli