Glossario strumenti urbanistici

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1 Glossario strumenti urbanistici a.a 2013/14

2 Premessa: Le parole

3 Dizionario, glossario, lessico, vocabolario DIZIONARIO [dictionary] Elenco alfabetico dei termini di una o più lingue dei quali si fornisce un determinato numero di informazioni GLOSSARIO [glossary] Elenco alfabetico di termini, soprattutto in area anglosassone frequentemente usato con valore di dizionario dei termini propri di una determinata disciplina o gruppi di discipline

4 Un glossario per la pianificazione Un glossario è un dizionario dei termini propri di una determinata disciplina o gruppi di discipline. Cominceremo a costruire un glossario dei termini impiegati nella pianificazione territoriale e urbanistica. Il corso vi darà alcuni elementi e vi indicherà delle direttrici di lavoro: il glossario lo costruirete voi.

5 Glossari di urbanistica: piccola bibliografia virtuale Un glossario italiano: Un glossario internazionale:

6 Glossari di urbanistica: piccola bibliografia cartacea Roberto Barocchi, Dizionario di urbanistica, F. Angeli, Milano 1982 Dino Borri, Lessico urbanistico annotato e figurato, Dedalo, Bari 1985 Marco Venturi, Glossario di urbanistica, Arsenale, Venezia 1990 Guido Colombo, Dizionario di urbanistica: voci e locuzioni d uso corrente in urbanistica applicata, Pirola, Milano 1991

7 AVVERTENZA: le etichette e i contenuti Le parole sono le etichette delle idee : Ma etichette uguali possono coprire contenuti diversi Per le parole chiave (urbanistica, città, territorio, ambiente, pianificazione ecc.) conviene registrare i diversi significati che i diversi autori danno a quel termine È utile costruire un glossario antologico

8 Gli strumenti urbanistici nella legge del 1942 Parleremo degli strumenti per la pianificazione, programmazione, attuazione delle trasformazioni previsti dalla legge 1150 del 1942

9 La legge urbanistica La costituzione dello Stato italiano si accompagna a una rapida trasformazione del paese Nelle maggiori città il rapido sviluppo rende necessario pianificare le trasformazioni urbane: la razionalizzazione della città esistente i suoi ampliamenti Ma è solo nel 1942 che l Italia si dà una legge che definisce natura, caratteristiche, contenuti e procedure degli strumenti urbanistici. La legge 1150/42

10 Negli altri paesi dell Europa Gran Bretagna: Town Planning Act, 1909; Housing and Town Planning Act, 1919 Francia: prima legge, 1919; seconda legge, 1924 Olanda: Woningwet, 1901

11 La legge urbanistica La legge 1150 del 17 agosto 1942 è ancor oggi la legge fondamentale in materia urbanistica. nonostante il mezzo secolo trascorso, nonostante che dal 1970 le regioni a statuto ordinario abbiano la pienezza della potestà legislativa in materia, nonostante le numerosissime modificazioni e integrazioni intercorse con successivi atti legislativi, l impianto complessivo della pianificazione è ancora determinato, in Italia, dagli istituti, i contenuti e le procedure stabilite dalla legge 1150/1942.

12 Finalità e cuore della lex 1150/1942 Finalità della legge è la disciplina de l assetto e l incremento edilizio dei centri abitati e lo sviluppo urbanistico in genere nel territorio del Regno (articolo 1). Tale disciplina si attua a mezzo dei piani regolatori territoriali, dei piani regolatori comunali e delle norme sull attività costruttiva (articolo 2). Il cuore della legge è il piano regolatore generale comunale (Prg). Esso dev essere esteso all intero territorio comunale.

13 Tre livelli di pianificazione La legge 1150/1942 prevede il livello comunale PRG-PPE (piano regolatore generale comunale e piano particolareggiato d esecuzione) il livello intercomunale PIC (piano regolatore intercomunale) il livello territoriale PTC (piano territoriale di coordinamento

14 Il piano regolatore: perché Evitare, o almeno ridurre, il caos derivante dallo spontaneismo Programmare l uso del territorio Regolare le trasformazioni fisiche e funzionali Valorizzare la rendita immobiliare (fondiaria ed edilizia)

15 Il piano regolatore: che cos è come lo vedo: un insieme di parti disegnate (tavole di analisi e di progetto) e di parti scritte (norme e relazione) come nasce: l espressione tecnicamente compiuta d una volontà collettiva, quindi politica è strumento d una volontà collettiva: perciò deve essere efficace: deve trasmettere ordini e determinare comportamenti è riferito al territorio: perciò l efficacia precettiva deriva da una corretta congiunzione tra la cartografia e la normativa per l operatore pubblico è soprattutto un programma per l operatore privato è l indicazione delle opportunità e delle condizioni (vincoli)

16 Il linguaggio del piano regolatore Due elementi principali: il disegno di massima delle infrastrutture per il trasporto la zonizzazione La zonizzazione suddivisione della città, esistente e futura, in zone caratterizzate da diverse destinazioni d uso e diverse quantità e tipologie di edificazione Gli indici dimensione minima e massima del lotto edificabile rapporto di copertura = tra la superficie copribile e quella del lotto indice di fanbbricabilità = rapporto tra cubatura e superficie altezza degli edifici (geometrica o sostanziale) distacchi (dai confini, dalle strade ecc.)

17 Il Prg deve contenere: 1. La rete delle principali vie di comunicazione stradali, ferroviarie e, laddove occorra, navigabili, concepita per la sistemazione e lo sviluppo dell abitato, in modo da soddisfare alle esigenze del traffico, dell igiene e del pubblico decoro; 2. La divisione in zone del territorio, con precisazione di quelle destinate all espansione dell aggregato urbano, e i caratteri e i vincoli di zona da osservare nell edificazione; 3. Le aree destinate a formare spazi di uso pubblico o sottoposte a speciale servitù; 4. Le aree da riservare a sede della casa comunale e della casa del fascio, alla costruzione di scuole e chiese e ad opere e impianti d interesse pubblico in generale (articolo 7)

18 Gli standard urbanistici: la misura degli spazi pubblici All avarizia con la quale i piani del dopoguerra e le politiche urbanistiche provvedevano alla predisposizione di spazi da destinare agli usi collettivi, si risponde nel con un decreto che stabilisce gli standard urbanistici

19 Ricordiamo Ricordiamo il ruolo decisivo che hanno svolto nel processo di formazione della città le funzioni pubbliche, comuni, collettive ed i luoghi ad esse destinati Ma anche che nella città moderna e contemporanea gli spazi pubblici diventano spesso del tutto marginali sovente considerati dei residui, scampoli di terra poco utilizzabili per altri usi,

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21 Eppure, la legge urbanistica Ricordiamo l articolo 7 della legge 1150/1942, che definisce il contenuto del piano generale. Tra le cose che il piano deve definire la legge cita: le aree destinate a formare spazi di uso pubblico e quelle destinate ad opere e impianti d interesse pubblico in generale Ma questa prescrizione della legge è stata molte volte attuata in maniera solo formale: le aree destinate dai PRG agli spazi pubblici restano marginali.

22 Gli standard urbanistici Nel 1966 una serie di episodi catastrofici dimostra come l assenza di un efficace governo del territorio provochi disastri inaccettabili: Agrigento, Firenze e l Arno, Venezia In attesa della riforma urbanistica, una legge del 1967 introduce alcuni miglioramenti alla legislazione e alla strumentazione urbanistica tra l altro, si stabiliscono degli standard urbanistici

23 La legge ponte del 1967 La legge 6 agosto 1967, n. 765 ( legge ponte ): stimola la formazione dei piani regolatori imponendo limiti all edificazione nei comuni sprovvisti di piano stabilisce l obbligo di definire dei rapporti massimi tra spazi destinati agli insediamenti residenziali e produttivi e spazi pubblici o riservati alle attività collettive, a verde pubblico o a parcheggi

24 Parole: standard urbanistici Lo standard è un valore minimo, considerato come livello di dotazione obbligatorio e come soglia minima al di sotto della quale non si può considerare soddisfatto il disposto normativo (Iasm, Manuale delle opere di urbanizzazione, F. Angeli, Milano, 1983) Si intende per standard urbanistici la determinazione delle quantità minime di spazi pubblici o di uso pubblico, espresse in metri quadrati per abitante, che devono essere riservate nei piani, sia generali che attuativi.

25 Il decreto 1444/1968: tipi di attrezzature Il decreto 4 aprile 1968, n. 1444, prescrive standard riferiti a diversi tipi di attrezzature: d interesse locale, cioè tali da dover essere direttamente accessibili dagli utenti con percorsi pedonali o comunque superabili in archi di tempo brevi (non superiori ai minuti primi) d interesse generale o territoriale, tali, per loro natura o per la dimensione funzionale richiesta, da dover essere localizzate in relazione a bacini d utenza più vasti

26 Il decreto 1444/1968: le quantità minime Per le attrezzature d interesse locale, o di quartiere, il decreto stabilisce che ogni cittadino ha diritto ad un minimo di 18 mq di spazio pubblico, così ripartiti: 4,5 per asili nido, scuole materne e dell obbligo; 2 per attrezzature di interesse comune (culturali, assistenziali, amministrative, religiose, sociali, sanitarie, ecc.); 2,5 per parcheggi pubblici; 9 per il verde, il gioco e lo sport. Per le attrezzature di livello territoriale il decreto stabilisce la necessità di un ulteriore dotazione di 15 mq di parchi territoriali, di 1,5 mq per attrezzature ospedaliere e di 1 mq per l istruzione di livello superiore, rinviando all esame delle situazioni locali e alle decisioni degli strumenti della pianificazione le quantità relative agli ulteriori servizi richiedenti spazio.

27 Virtù e limiti del decreto sugli standard Virtù: per la prima volta è affermato il diritto dei cittadini a fruire determinate quantità di spazi pubblici per la prima volta è stabilito che circa metà delle aree urbane devono essere assegnate alle funzioni comuni Limiti (nella prassi): interpretazione burocratica delle zone omogenee scarsa attenzione alla qualità delle attrezzature scarsa attenzione al sistema degli spazi pubblici

28 Glossario strumenti urbanistici a.a 2013/14

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