36 MOTOR SHOW 2011 LA SITUAZIONE E LE PROSPETTIVE DEL MERCATO DELL AUTO
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- Norma Pugliese
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1 36 MOTOR SHOW 2011 Conferenza stampa del Centro Studi Promotor GL events Bologna, 30 novembre 2011 LA SITUAZIONE E LE PROSPETTIVE DEL MERCATO DELL AUTO Questa nostra ormai tradizionale conferenza stampa si apre generalmente con alcune considerazioni sul quadro economico internazionale e italiano. Data la situazione particolarmente preoccupante che si è prodotta nei mercati finanziari quest anno i giornali sono pieni delle cronache dell economia e ci limitiamo quindi ad alcune considerazioni. L economia mondiale nella prima parte del 2011 ha rallentato per effetto, essenzialmente, di una minore incisività della ripresa nei paesi avanzati e anche di un moderato rallentamento della crescita nelle economie emergenti che restano tuttavia in una fase di pieno sviluppo. In Cina ad esempio il tasso di sviluppo rimane superiore al 9%. Nella seconda parte dell anno nelle maggiori economie avanzate il quadro appare tuttavia in miglioramento e questa situazione sembra allontanare il pericolo di una nuova recessione con cui si configurerebbe per le economie avanzate il tanto temuto profilo congiunturale a W, profilo che peraltro ha caratterizzato la grande depressione del 29 in cui, dopo la caduta iniziale, vi fu un accenno di ripresa 1
2 e poi quattro anni dopo, nel 33, l inizio di una nuova recessione. In estrema sintesi il quadro della seconda metà del 2011 per le economie avanzate è caratterizzato da un nuovo slancio della ripresa negli Stati Uniti, dal superamento delle difficoltà causate dal terremoto per l economia giapponese (che dovrebbe essere tornata a espandersi nel terzo trimestre dell anno), da una crescita moderata nel Regno Unito, da un significativo indebolimento dello sviluppo nell area euro anche per l estendersi delle tensioni finanziarie e dei provvedimenti per contrastarle che hanno fiaccato la crescita. Nel contesto europeo, com è ben noto, particolarmente critica è la situazione del nostro Paese. In Italia la ripresa dopo la caduta a cavallo tra il 2008 e il 2009 è cominciata nel terzo trimestre 2009, ma è finita nel terzo trimestre Poi per due trimestri la crescita è stata soltanto dello 0,1% e nel secondo trimestre 2011 l incremento congiunturale del Pil è stato dello 0,3%. La prima stima sul Pil nel terzo trimestre 2011 verrà diffusa il 21 dicembre. È abbastanza probabile che il dato sia negativo e che quindi si configuri concretamente per l Italia il pericolo di una nuova recessione. D altra parte i provvedimenti già adottati per difendere i titoli di stato e quelli che probabilmente dovranno essere ancora adottati hanno e avranno un effetto sicuramente depressivo. Per scongiurare una nuova caduta del prodotto interno lordo occorrerà dunque che la cura non abbia soltanto l obiettivo di portare in pareggio il bilancio dello Stato (e in prospettiva di chiuderlo in avanzo per ridurre 2
3 la consistenza del debito pubblico), ma abbia anche l obiettivo di sostenere la ripresa (e quanto meno di evitare una nuova recessione). E questo anche perché senza ripresa il gettito fiscale calerà e quindi si aprirà un altra falla che renderà impossibile perseguire il pareggio di bilancio anche con il rigore. In medicina vi sono farmaci molto efficaci che combattono una malattia, ma hanno effetti collaterali importanti nel senso che determinano altri disturbi. Ad esempio certi antinfiammatori che curano le infiammazioni, ma danneggiano lo stomaco e che quindi vanno somministrati in associazione con gastroprotettori. E così anche per l economia: il rigore cura il bilancio dello stato, ma danneggia l economia reale. Il rigore va quindi somministrato insieme alle misure di sostegno della crescita. Insieme. Non prima il rigore e poi la crescita, perché, se si segue questa seconda strada, anche il rigore non raggiunge il suo obiettivo e la catastrofe è garantita. Che cosa significa in concreto associare misure per la crescita al rigore? Significa che se occorre 100 per tamponare il bilancio dello stato, bisogna, tagliando le spese e aumentando il gettito, aumentare le risorse di 130 e dedicare 100 al pareggio di bilancio e 30 alla crescita. Poiché i tagli di spesa difficilmente danno risultati subito questa ricetta implica nell immediato e nel breve termine, soprattutto più tasse e, se si vuole la crescita, implica anche che occorre alleggerire il prelievo sulle famiglie e sulle aziende (come le organizzazione rappresentative dei lavoratori e delle imprese chiedono) e aumentare il prelievo su 3
4 coloro che hanno maggiori capacità contributiva e significa infine, per essere ancora più chiari, evitare misure controproducenti, come lo sono state la cedolare secca sugli immobili, l aumento dell Iva e la delega del Parlamento al Governo per la riforma fiscale voluta dall esecutivo che si è recentemente dimesso. Certo se la banca centrale europea fosse veramente la banca centrale di uno stato sovrano o se, superando egoismi e velleità egemoniche di qualche stato, per far fronte alle turbolenze dei mercati stampasse moneta, come fanno gli Usa e il Regno Unito, il problema del rigore sarebbe molto meno assillante. Ma così non è. E la patata bollente italiana è quindi interamente nelle mani del Governo Monti, che deve fare i conti, non solo con le tempeste finanziarie, ma anche con la debolezza dei consumi interni, con la produzione industriale che sta scivolando dalla stagnazione alla caduta, con un vero e proprio crollo della fiducia delle imprese e dei consumatori. Anche se va registrato che, proprio in coincidenza con l insediamento del Governo Monti, gli indicatori del clima di fiducia dei consumatori e delle imprese manifatturiere hanno fatto registrare significativi rimbalzi positivi. Perfettamente coerente con il quadro economico è la situazione del mercato italiano dell automobile. In Italia, come in altri mercati europei e mondiali, l impatto della crisi nel 2009 e nel primo trimestre del 2010 è stato fortemente attenuato dagli incentivi alla rottamazione. Da aprile 2010, tuttavia, il nostro mercato sta facendo i conti con la crisi globale in salsa italiana e con 4
5 l anticipazione di domanda determinata dagli incentivi. Dopo un 2009 chiuso sul livello dell anno precedente e dopo un 2010 che ha contenuto il calo nel 9% grazie agli incentivi ancora in vigore nel primo trimestre di cui si è appena detto, il mercato italiano nel 2011, secondo le previsioni che si facevano alla fine del 2010, avrebbe dovuto manifestare qualche segnale di ripresa già nella seconda metà dell anno. Non è andata così. La domanda già debole all inizio del 2011 si è ulteriormente indebolita proprio nella seconda metà dell anno per effetto dell aggravamento del quadro economico e della forte caduta del clima di fiducia dei consumatori. La notevole contrazione degli acquisti di auto dei privati è stata in parte compensata da un andamento finalmente positivo (dopo alcuni anni in forte calo) degli acquisti delle imprese, ma dall autunno anche le immatricolazioni di auto aziendali stanno rallentando. La stima che si fa per le immatricolazioni per l intero 2011 è di unità, grazie anche a un importante apporto cosmetico di chilometri zero. La causa prima della debolezza del mercato italiano nel 2011 è, senza ombra di dubbio, il quadro economico. Ma sarebbe sbagliato ritenere che questa sia la sola causa. Ce ne sono anche altre due assolutamenti rilevanti: l azione del fisco e la dinamica di alcuni costi d esercizio. Nel corso del 2011 il Governo ha messo ripetutamente le mani nelle tasche degli italiani con una serie di aumenti delle accise sui carburanti per autotrazione e con un inasprimento di altre imposte e 5
6 tasse automobilistiche. Il fisco, che, secondo l Anfia nel 2010 ha incassato dall automobile un gettito di 68 miliardi di euro (pari al 16,6% delle entrate tributarie) a fine ottobre 2011 aveva incassato soltanto dai carburanti per autotrazione (i cui consumi, per inciso, sono stati in calo) 1,8 miliardi in più. E non basta, a questa cifra si aggiunge il gettito degli aumenti di altri tributi specifici sull auto. Per quanto riguarda i costi d esercizio, gli incrementi più forti riguardano i carburanti e le assicurazioni RC auto. Secondo i dati della banca dati sui consumi e sui prezzi dei carburanti per autotrazione costruita dal Centro Studi Promotor GL events sulla base dei dati ufficiali del Ministero dello sviluppo economico, nei primi dieci mesi di quest anno i consumi di carburante per autotrazione sono calati dell 0,7%. Ma i fortissimi rincari dei prezzi alla pompa hanno determinato un incremento della spesa del 15,8% cioè di 7,2 miliardi. Per quanto riguarda l assicurazione RC auto, i livelli a cui sono giunti i premi sono assolutamente stratosferici e superiori di due o anche tre volte a quelli di altri paesi europei assolutamente comparabili con l Italia. L esplosione delle tariffe per la RC auto coincide con la liberalizzazione del settore del 1994 ed è messa bene in luce da due dati tratti da una fonte ufficiale (anzi ufficialissima poiché per legge va obbligatoriamente utilizzata per determinare i rimborsi chilometrici delle aziende): i costi d esercizio dell Aci. Secondo questa fonte, il premio medio pagato nell anno precedente la liberalizzazione delle tariffe, cioè nel 1993, per le autovetture con cilindrata compresa tra e cc era di 411 euro. Nel 2011 il premio corrispondente è di euro, l incremento è del 343% 6
7 mentre tra il 1993 e il 2010 il tasso d inflazione è aumentato del 50,3% e il numero dei morti in incidenti stradali è passato da a con un calo del 38%. Il problema della forte dinamica dei premi di assicurazione e dei prezzi di carburanti è antico nel nostro Paese ed è ancora in attesa di una soluzione. Riportiamo in proposito quanto scrivevamo nella relazione all edizione del 2008 di questa conferenza stampa Un aiuto al mercato potrebbe venire innanzitutto tagliando i sovraprofitti e le posizioni di rendita che esistono anche nel settore dell auto. In particolare occorre intervenire sulle tariffe assicurative. Per quanto riguarda l assicurazione RC auto, dopo la liberalizzazione del 1994, si è assistito nel nostro Paese ad una crescita esponenziale dei premi con una proliferazione delle tariffe che ha tolto trasparenza al mercato e con la sparizione della tariffa con franchigia che sicuramente consentiva risparmi agli assicurati. La situazione non permette più che a fronte dell obbligo di assicurarsi vi sia una completa libertà nella fissazione delle tariffe, anche perché i fatti hanno dimostrato che la concorrenza, anche nel caso delle assicurazioni, è imperfetta e dunque anche in questo settore gli extraprofitti vanno tagliati o quantomeno si dovrebbe introdurre l obbligo per tutte le compagnie di offrire anche una polizza con franchigia con clausole uguali per tutte le compagnie e tariffa libera. E, sempre in tema di assicurazione auto, anche nell incendio e furto vi è una situazione a cui si deve porre rimedio e che deriva dal fatto che vi è una grande sproporzione tra entità 7
8 dei premi e numero di auto rubate, cioè tra il premio e il rischio coperto. Si tratta di affermazioni ancora pienamente valide dato che nulla è stato fatto per porre un freno alla crescita dei premi di assicurazione e contenere l incremento dei prezzi dei carburanti che sono sistematicamente superiori alla media europea. Fra l altro i premi dell assicurazione RC auto sono particolarmente elevati (e in diversi casi assolutamente insostenibili) per i neo patentati e, a nostro avviso, questa situazione è tra le cause principali del fatto che, come emerge da una ricerca elaborata dal Centro Studi Unrae, tra il 2005 e il 2010 gli acquisti di autovetture dei giovani tra i 18 e i 29 anni sono scesi dal 3% del totale nel 2005 al 2,3% nel Ferma restando l importanza del contenimento della pressione fiscale e del costo dell assicurazione RC auto e dei carburanti, è del tutto evidente che l auto italiana per tornare ai livelli antecrisi ha bisogno di una solida e duratura ripresa dell economia. Oggi nessuno è in grado di prevedere quando usciremo dalla crisi e quando l economia italiana recupererà il terreno perduto. Ci sentiamo però di affermare, in piena coscienza, che i livelli di immatricolazioni degli undici anni d oro che vanno dal 1997 al 2007 non rimarranno un obiettivo irraggiungibile per il mercato italiano. Il nostro Paese ha un parco circolante di 36,8 milioni di autovetture, in condizioni di mercato normali questo parco genera annualmente una domanda di almeno autovetture. In tempi di crisi le sostituzioni vengono però rinviate e si crea così un accumulo di domanda che, non appena le 8
9 condizioni economiche lo permettono, si scarica sul mercato con l effetto di una molla. Ma il mercato italiano, contrariamente a quanto qualcuno pensa, non è solo un mercato di sostituzione. Vi è ancora una domanda aggiuntiva legata alla crescente diffusione della prima e della seconda auto della famiglia e alla domanda per prima motorizzazione di fasce sociali emergenti, come ad esempio gli immigrati. E la dimostrazione che una domanda aggiuntiva a quella di sostituzione esiste ed è consistente, è data dal fatto che il parco circolante italiano continua ad aumentare anche negli anni di crisi del mercato. Nel 2010, ad esempio, il parco circolante è aumentato di unità. La crescita del parco circolante è ovviamente dovuta a domanda per nuova motorizzazione. Nell ultimo decennio, l incremento medio annuo del parco circolante italiano è stato di Si può stimare che anche nel prossimo decennio l incremento del parco abbia una consistenza analoga. Naturalmente, come la domanda di sostituzione, anche quella per nuova motorizzazione nei periodi di crisi viene in parte rinviata, ma anche in questo caso si determina un accumulo di domanda insoddisfatta, che si scarica poi sul mercato non appena le condizioni economiche lo consentono. Fatte queste considerazioni ci resta da assolvere l adempimento che da quasi venti anni ci siamo assunti alla vigilia del Motor Show di Bologna. Formulare una previsione per l anno che verrà e possibilmente per quelli seguenti. Quest anno il 9
10 compito è particolarmente arduo. Se il mercato dovesse svilupparsi secondo la tendenza degli ultimi mesi è assai probabile che le immatricolazioni si collocherebbero nel 2012 leggermente al di sotto del livello previsto per il 2011, cioè intorno a un unità. Se però non vi saranno eventi catastrofici nella finanza internazionale, se il nuovo Governo saprà ridare fiducia non solo ai mercati finanziari, ma anche ai consumatori, se il nuovo Governo saprà operare anche per la ripresa, dando risorse alle famiglie e alle imprese e correggendo, anche in piccola parte, gli eccessi nella distribuzione della ricchezza che, non solo in Italia, ma in tutte le economie avanzate sono una delle cause di fondo della crisi epocale iniziata nel 2008 come, lo furono di quella del 1929 e di quella del 1873, se, in sintesi, tutte queste condizioni si realizzassero, la ripresa per il mercato italiano dell auto potrebbe iniziare già nella primavera prossima e le immatricolazioni potrebbero puntare a superare il livello di unità nel 2012 per puntare poi a nel Bologna, 30 novembre
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