Pioggia di insetti sull Antola per salvare i castagni a rischio. Scritto da Il Secolo XIX Martedì 09 Aprile :00 -
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- Michelina Corradi
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1 E un insetto microscopico, appartenente all'ordine degli imenotteri, l'animaletto che rappresenta l'ultima ancora di salvezza per i castagni del parco dell'antola. Si chiama "torymus sinensis" e si comporta come ectoparassita monofago del cinipede del castagno, il killer vegetale che da qualche anno sta attaccando gli alberi da frutta di Piemonte prima e Liguria poi. La buona notizia è che nel corso di aprile sono previsti nel comprensorio del parco numerosi lanci di questo insetto salva castagni. La diffusione dell'insetto antagonista del cinipide del castagno potrà forse salvare quel poco che ancora resta degli alberi da frutto che hanno fatto la storia dell'entroterra, dove la castagna è stata per secoli la base alimentare che ha permesso la sopravvivenza. «Siamo molto ottimisti, sia per i risultati che ci sono stati in altre zone rispetto a questa campagna anti-cinipide, sia perché si è trovato un sistema più economico per attuare la disinfestazione - dice Roberto Costa, presidente del Parco dell'antola - inizieremo i lanci in alcuni castagneti particolarmente fitti e in zone di altitudine». Dopo le verifiche effettuate sul campo dai tecnici della Regione, grazie all'interessamento dell'associazione "Strada del Castagno", ai primi lanci sperimentali eseguiti negli scorsi anni nei comuni di Busalla e Torriglia, faranno seguito nelle prossime settimane nuovi lanci, nei comuni di Crocefieschi, Savignone, Valbrevenna, Vobbia, Fontanigorda, Gorreto e Rovegno. «Sono state scelte aree dove il castagno è ancora densamente presente e il suo utilizzo ad uso alimentare non è trascurabile e contribuisce all'economia locale. Inoltre rappresenta un importante presidio per la difesa del suolo ed un elemento identificativo del paesaggio» aggiunge Marisa Bacigalupo, presidente della "Strada del Castagno". I castagneti nell'area dell'alta valle Scrivia fra Crocefieschi, Vobbia e Savignone sono ormai da anni infestati dal parassita proveniente dalla Cina, così come, in val Trebbia, quelli di 1 / 7
2 Fontanarossa, a Gorreto, ed il famoso Bosco delle Fate a Fontanigorda. Con questi ultimi lanci, per i quali laregione ha incaricato l'università di Torino, si estenderà l'area di azione del "torymus sinensis", che diffondendosi limiterà gradualmente la presenza dell'infestante. Edoardo Meoli (meoli@ilsecoloxix.it) (Articolo tratto da Il Secolo XIX del 09/04/2013) Il cinipide galligeno Dryocosmus kuriphilus Yasumatsu In molti boschi italiani negli ultimi anni è stata riscontrata la presenza dell'imenottero cinipide Dryocosmus kuriphilus, originario del nord della Cina e ritenuto unanimemente uno degli insetti più nocivi per il castagno in tutto il mondo. Questa specie, non segnalata in precedenza in Europa, è in grado di provocare la formazione di galle (ingrossamenti di forma tondeggiante e dimensioni variabili da 0,5 a 2 cm di diametro, di colore verde o rossastro) su foglie e germogli dei castagni, compromettendo lo sviluppo vegetativo delle piante e la fruttificazione. Le galle sono presenti sia sugli ibridi eurogiapponesi (Castanea crenata x C. sativa), sia sul castagno europeo, selvatico o innestato. Il numero di galle per pianta risulta molto variabile, dipendendo probabilmente, oltre che da una differente sensibilità varietale, anche dall'epoca di insediamento più o meno recente del parassita. Dove, come e quando si presenta Il Dryocosmus kuriphilus attacca unicamente il genere Castanea e presenta una sola generazione annua. Nei mesi di giugno e luglio dalle galle formatesi in primavera fuoriescono le femmine adulte (i maschi risultano assenti in quanto la riproduzione avviene per partenogenesi) (foto 1) che si presentano come piccole vespe lunghe 2,5 mm circa, con una colorazione nera a carico del torace e dell'addome; gli arti risultano di colore giallo brunastro, ad eccezione dell'ultimo segmento tarsale bruno scuro. Le femmine appena sfarfallate depongono le uova nelle gemme presenti in quel momento sulla pianta. In ogni gemma possono essere depositate fino a uova; ciascuna femmina può deporre in tutto tra 100 e 200 uova. Dopo circa 40 giorni compaiono i primi stadi larvali, caratterizzati da uno sviluppo molto lento e destinati a trascorrere l'autunno e l'inverno all'interno delle gemme senza che esternamente vi siano sintomi particolari. Alla ripresa vegetativa la presenza delle larve determina una forte reazione nelle gemme, con la formazione delle caratteristiche galle nell'arco di un paio di settimane. Nelle cellette presenti all'interno delle galle si succedono i vari stadi larvali (foto 2), privi di zampe ed occhi. Raggiunta la quinta età si ha la trasformazione 2 / 7
3 della larve in pupe (foto 3), con la successiva comparsa delle femmine adulte che fuoriescono all'esterno delle galle scavando un breve tunnel. La formazione delle galle può coinvolgere i germogli laterali o apicali dei rami (foto 4, foto 5), inglobando una parte delle giovani foglie e degli amenti, determinando l'arresto dello sviluppo vegetativo dei getti colpiti. A volte invece le galle sono confinate sulle foglie lungo la nervatura centrale (foto 6, foto 7). Le galle formatesi sui germogli disseccano nel corso dell'estate e dell'autunno e rimangono visibili sugli alberi anche nell'anno successivo. mina adulta su gemma Larve 3 / 7
4 Pupe Galle su germoglio 4 / 7
5 Galle su foglia Galle su foglia 5 / 7
6 di Giovanni Galla Bosio su e Gianfranco foglia Brussino del Settore Fitosanitario Regionale (Regione Piemonte) Metodi di lotta La diffusione dell'insetto può avvenire sia tramite gli scambi di materiale di propagazione infestato (marze, piantine), sia attraverso il volo delle femmine adulte che fuoriescono dalle galle. Purtroppo le possibilità di lotta sono attualmente limitate: - uno degli interventi più efficaci consiste nella potatura precoce dei getti colpiti in primavera, prima dello sfarfallamento delle femmine, e nella loro distruzione, praticabile però solo su piante di dimensioni ridotte; - i trattamenti con fitofarmaci in genere sono scarsamente efficaci, oltre a risultare del tutto inaccettabili dal punto di vista dell'impatto ambientale; - in Giappone la lotta biologica con l'introduzione dalla Cina di uno specifico limitatore naturale, l'imenottero calcidoideo Torymus sinensis Kamijo, ha dato buoni risultati. In diverse località, a distanza di quasi venti anni dalla effettuazione dei primi lanci di questo parassitoide, le percentuali di germogli attaccati dal cinipide sono ampiamente al di sotto della soglia di danno. 6 / 7
7 Fonte: ml Il Torymus sinensis Kamijo Il Torymus sinensis Kamijo è un imenottero, parassitoide larvale del cinipide del castagno (D. kuriphilus ). Compie una sola generazione all'anno (come il cinipide) e la popolazione è costituita sia da maschi che da femmine. L'adulto sfarfalla in primavera dalle galle secche presenti sul castagno. E' un insetto di circa 2,5mm di lunghezza, ha il corpo di un colore verde metallico e zampe giallastre. La femmina si distingue chiaramente dal maschio per la presenza dell'ovopositore. Il T. sinensis inizia a sfarfallare dalle galle invernali tra fine marzo e prima settimana di maggio (a seconda dell'andamento climatico), si nutre di sostanze zuccherine e ha una vita media di circa giorni, nei quali si dovrà accoppiare per poter dare vita alla generazione successiva. Le femmine accoppiate potranno così deporre fino a 70 uova all'interno delle galle appena formate. Le femmine devono necessariamente accoppiarsi, in caso contrario, esse andranno comunque ad ovideporre nelle galle ma gli individui che sfarfalleranno l'anno successivo saranno solamente maschi. Ciò porterà alla morte della popolazione di T. sinensis ed al fallimento dell'introduzione del parassitoide. Le uova sono deposte sul corpo del cinipide o comunque all'interno della cella larvale, in questo modo la larva ectoparassita del T. sinensis si nutre della larva del Cinipide. Il parassitoide si impupa durante l'inverno all'interno della cella larvale (nella galla ormai diventata secca) per diventare adulto in primavera e sfarfallare ricominciando il suo ciclo biologico. Le ricerche fino ad oggi condotto dimostrano che T. sinensis è un parassitoide specifico del cinipide del castagno, vale a dire che il D. kuriphilus è il suo unico ospite ed è stato ottenuto solo da galle di castagno. Informazioni tratte principalmente dall'articolo: Ambra Quacchia, Enzo Piazza, Giovanni Pavia, Alberto Alma. Lotta biologica al cinipide del castagno-l'esperienza italiana con Torymus sinensis. N 177 Sherwood, n 8 ottobre {loadposition user10} 7 / 7
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