COSÍ COSTRUIAMO LA CITTÁ DEL FUTURO

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3 intervista al sindaco di pistoia COSÍ COSTRUIAMO LA CITTÁ DEL FUTURO Pistoia cambia, cresce. Ma in quale direzione sta andando? Un insieme di grandi scelte che ha il sapore di una sfida. Secondo il sindaco, Renzo Berti, la scommessa consiste nel trovare un punto d incontro fra passato e presente, a partire da un immagine di Pistoia che coincide con quella descritta dallo storico dell arte Antonio Paolucci, una città che è riuscita a mantenere un singolare equilibrio tra le dinamiche dello sviluppo più recente e la qualità del suo passato storico. Una città insomma che vuole crescere senza perdere, ma anzi rafforzando le proprie radici. Ogni città ha punti deboli da superare e risorse da valorizzare. Da dove si parte per rendere Pistoia più bella? Pistoia è già bella, il che ovviamente non vuol dire perfetta. C è una qualità diffusa, ma diversificata, con zone splendide ed altre dove persistono oppure si sono determinate sofferenze che richiedono interventi incisivi. Andiamo per ordine. Partiamo dalla zona della fabbrica per eccellenza, l area ex Breda. Dopo tanti anni, tornerà finalmente a rivivere. Sì, il piano di recupero da poco approvato ha chiuso un dibattito lungo trent anni e porta a conclusione un progetto che abbiamo ereditato ed in parte rivisto. Un epilogo che conferma e valorizza la lungimiranza degli amministratori che acquisirono la proprietà dell area, consentendo oggi alla città di riappropriarsene. Ci sono state molte polemiche. C è chi sostiene che ci sono troppe differenze rispetto al progetto originale. 3

4 pistoia fabbrica futuro... Bisogna saper trovare un equilibrio virtuoso tra le belle idee e la loro fattibilità. Ed è questo in particolare il compito degli amministratori: dare le gambe ai progetti cercando di far corrispondere il più possibile la concretezza alle ambizioni. Qual è l elemento di maggior soddisfazione nel piano di recupero dell area? La collocazione dell università, che consolida e rafforza questa presenza a Pistoia e grazie alla contiguità della nuova biblioteca che dovrebbe aprire entro un anno connoterà il recupero dell area, facendone un vero polo della conoscenza con importanti ricadute sia dal punto di vista culturale, che sociale ed economico. Nell area ex Breda nascerà anche un albergo. Sì, Pistoia ha bisogno di valorizzare le potenzialità di cui dispone. La presenza di un albergo, vicino alla stazione ferroviaria, agli autobus e ai grandi parcheggi, aiuterà lo sviluppo turistico. A breve inizieranno i lavori per la realizzazione del grande sottopasso ferroviario che collegherà direttamente le ex Breda con la zona sud e sarà la nuova porta d accesso alla città, con una presumibile consistente riduzione dei flussi di traffico da Porta Lucchese e da Porta Fiorentina. Il progetto prevede anche la tanto attesa realizzazione della Questura. Un opera molto importante, che sarà anche la sede della Prefettura e della Polizia Stradale e porrà fine agli annosi disagi agli operatori e ai cittadini, causati dall inadeguatezza dell odierna collocazione. Lo spostamento della Prefettura consentirà inoltre di ripensare le funzioni dell attuale sede in piazza del Duomo. Un opportunità da riflettere bene visto il contesto, ma assai preziosa. A proposito del centro storico, anzi della città storica come la definisce Pierluigi Cervellati, anche quella è destinata a cambiare. Come dobbiamo immaginare la nuova Pistoia? Attenta alla sua storia, animata dai cittadini, aperta a chi vorrà conoscerla. Uno dei punti forti sarà la restituzione delle piazze alla loro vocazione originaria di luogo d incontro. Non più piazze-parcheggi. Cercheremo di aumentare il numero dei residenti (oggi nella prima cerchia muraria sono e vorremmo arrivare a 10mila), senza che il centro diventi un quartiere d èlite ma favorendo l insediamento di tutti, anche attraverso forme di residenza agevolate. Un luogo la cui vivi 4

5 ...consolidando le proprie radici bilità è stata accresciuta dall estensione dell area pedonale. Un luogo sempre più attraente e vivace, da migliorare ancora, con interventi di arredo e con una coerente qualificazione dell offerta commerciale e culturale. Le Fornaci sono da sempre considerate una delle zone critiche di Pistoia, ma il contratto di quartiere le ridisegnerà completamente. Le Fornaci sono un quartiere tra i più importanti di Pistoia. Molto popolato, con problemi, contraddizioni ma grandi risorse e potenzialità. Il contratto di quartiere è stata ed è una bella occasione per coinvolgere i suoi abitanti nelle scelte che li riguardano da vicino, farli contribuire a progettare il loro futuro. Una partecipazione folta che è stata un vero e proprio strumento del fare. Una scelta coraggiosa, ripagata dal successo ottenuto: 10 milioni di euro di contributo statale su un investimento complessivo di ben 22 milioni. Grazie a queste risorse il quartiere sarà ripensato nella sua interezza, avrà una nuova viabilità e saranno riqualificati gli spazi verdi. Alle Fornaci sorgerà anche un nuovo polo scolastico integrato, dall asilo nido alla scuola media, e sarà realizzata una nuova palestra. Saranno demoliti alcuni edifici fatiscenti, realizzati nuovi alloggi, rinaturalizzato il torrente che le attraversa, inseriti servizi oggi mancanti. Chiudiamo il cerchio con l ospedale. Una scelta che ha il sapore della storia ed una chiave di lettura suggestiva: la definitiva emancipazione dall originaria marginalità a luogo delle migliori attenzioni, alla salute e all ambiente. Una scelta che ci consente di superare i limiti di funzionalità, comfort e qualità assistenziale sempre più evidenti nell attuale collocazione, migliorandone l accessibilità ed il raccordo con gli ospedali limitrofi. Il nuovo edificio sarà immerso nel verde, occupando (parcheggi compresi) 3 ettari su un totale di 52. Grazie a questa realizzazione e alle risorse messe a disposizione dalla Regione Toscana sarà riqualificata l intera zona dell ex campo di volo. Potrà finalmente decollare il vecchio progetto dell Arboreto, con la realizzazione di un parco fruibile da tutti, che porrà fine all odierno abbandono. Ed anche, di conseguenza, l occasione per un recupero del comparto del Ceppo a funzioni integrate con il tessuto cittadino: residenze, verde urbano, attività culturali, servizi socio sanitari ed un grande parcheggio. 5

6 con gli occhi dei bambini Non si poteva trascurare lo sguardo dei bambini sulla città, intesa come luogo di vita e di cultura, come tessuto di relazioni e d incontri, ma anche come complesso sistema di significati e di simboli. Nel ricordo di ognuno, nella percezione della nostra immagine dell infanzia, c è sempre una città. Lo spazio urbano è uno spazio poroso che assorbe e restituisce affetti, memorie, conquiste. Avvicinare il bambino alla città vuol dire avvicinarlo alla cultura, alla storia, suscitare in lui l idea di continuità tra presente e passato, per trasmettere memorie, valori e un sentimento positivo di appartenenza. Si tratta di un compito molto ambizioso, perciò le scelte da compiere devono vedere protagonisti più soggetti. Per rendere la città una risorsa per l educazione dei bambini sono necessarie azioni che vadano oltre la gestione dei servizi educativi e che facciano sentire i bambini cittadini a pieno titolo. Questo vuol dire animare piazze, strade e giardini per affermare il diritto al gioco e all amicizia, preoccuparsi della sicurezza dei loro piccoli viaggi a piedi nella città, progettare occasioni per favorire l incontro con i luoghi dove è conservato il patrimonio artistico e culturale. Ognuno di noi, come Pollicino nella fiaba, ha lasciato all esterno i segni del suo percorso di vita, per costruirsi una mappa mentale che faccia dello spazio della città nella quale è cresciuto qualcosa di domestico, di familiare, a cui nel corso degli anni ritornare con la memoria. Consentire relazioni positive con i propri luoghi di vita, significa intraprendere l avventura del crescere con il senso di sicurezza che deriva dall avere un identità riconosciuta e in cui riconoscersi.

7 SE QUALCUNO VIENE A TROVARCI COSA GLI FACCIAMO VEDERE? Se vengono dalla Cina, lo studio dove lavora il sindaco e la piazza del Duomo. Se vengono i bambini, la piazza del Duomo e ci si gioca a pallone. Gli farei vedere il Palazzo Comunale c è lo stemma dei Dottori con sei palline e le chiavi incrociate di ferro per aprire le porte di Pistoia. Gli farei vedere via degli Orafi che è larga otto bambini, l abbiamo misurata noi.

8 con gli occhi dei bambini CHE COS É UNA PIAZZA? É un posto largo. Ci fanno anche le feste. A volte ci sono i campanili. Ci sono le torri. Ci sono le statue. Ci sono le mattonelle. Ci può essere una vasca di pesci. Ci può essere un po di erba e un po di mattonelle. É un giardino di mattonelle. Se c è l erba è un giardino e c è anche i giochi. Ce ne sono tante di piazze.

9 DOVE INIZIANO LE CITTÀ? Prima il campanile, poi le case, poi i negozi. E DOVE FINISCONO? Forse finiscono dai giardini, piantano il giardino, che è l ultima cosa, credo, e nel giardino si può fare anche l orto e i fiori. L ETÁ DELLE CITTÁ Pistoia è vecchia, ha mille anni, l ha inventata Dio, l ha inventata il micco. Quando è nata era pulita perché la gente non era ancora nata. C erano poche case perché c era poca gente.

10 LE AREE EX BREDA: PASSA DI QUI IL FUTURO Ci lavoravano i nostri nonni. Li abbiamo visti tornare a casa con le tute blu. Di fronte ai suoi cancelli si svolse la prima manifestazione spontanea alla notizia della caduta del fascismo, il 25 luglio del Nel 68 i primi volantini dei giovani che cercavano l alleanza con gli operai venivano distribuiti qui. La sua sirena è stata l orologio di tante generazioni di pistoiesi. La San Giorgio, come è stata a lungo chiamata, nonostante il cambiamento delle sigle dei vari passaggi societari, ha svolto un ruolo centrale nella storia di Pistoia. Si può dire che quest area, chiusa alla città, sia stata per molti versi speculare a piazza del Duomo: da una parte la vita quotidiana, con le vette dei mercati settimanali, e i grandi appuntamenti religiosi e civili; dall altra il lavoro, la produzione, il progresso delle idee che maturano nella fabbrica. Le due parti ora si ricongiungono, mantenendo ognuna la sua memoria. Nell area della vecchia Breda, l erede della San Giorgio e delle Officine meccaniche ferroviarie pistoiesi, si sta sviluppando la nuova città, quella a ridosso dell area di pregio segnata dal campanile del Duomo. Lungo via Pertini è sorta una nuova zona residenziale, e si sta ultimando la sede della grande 10

11 DELLA CITTÁ biblioteca pubblica. Ma il disegno è più ampio. E un pezzo di città e di storia, che dopo oltre trent anni, torna a rivivere. Il progetto approvato dall Amministrazione comunale, infatti, prevede la completa risistemazione dei 13,5 ettari che compongono l area, dove fra breve troveranno posto tre piazze, parcheggi per posti auto (di cui 600 a servizio del centro), abitazioni, un albergo, un centro convegni e un area riservata a piccoli esercizi commerciali. Oltre alla sede dell Inail, alla biblioteca, all università, alla Prefettura e alla Questura, sono previsti, infatti, anche spazi commerciali, residenziali e direzionali. Il piano interviene anche sugli edifici esistenti, a partire dagli ex bagni pubblici, che diventeranno un bar ristorante e saranno collegati, attraverso una piazza, alla palazzina Coppedè, che è l anima dei vecchi capannoni, dove ancora troneggia la formella con San Giorgio che uccide il drago. Insomma un luogo da vivere lungo l intero arco della giornata, una nuova porta d accesso alla città, che racchiuderà funzioni fondamentali per il futuro sviluppo urbano servizi culturali, formativi e turistici ma anche uno spazio residenziale e di socializzazione, punto di aggregazione capace di dialogare sia con il centro storico che con l area metropolitana. 11

12 la san giorgio LA FABBRICA E LA CITTÁ Per anni la San Giorgio ha rappresentato per i pistoiesi la Fabbrica. All inizio del Novecento ha costituito l arrivo della grande industria in un territorio agricolo e in una città artigiana dai ritmi e i tempi ancora ottocenteschi. Da allora la fabbrica ha nello sviluppo economico e sociale. Dopo il periodo fascista ha contrassegnato il passaggio da una società contadina a una industriale, democratica e libera, con le lotte sindacali, le discussioni politiche, lo sviluppo economico, la formazione di esponenti politici, accompagnato Pistoia nella amministratori, sindacalisti e sua crescita demografica, nelle modificazioni urbanistiche, personalità impegnate nella vita culturale cittadina. Per decenni con il suono della sua sirena ha scandito il tempo non solo di chi ci lavorava, ma anche di tutta la città. Nonostante i cambi di denominazione ha continuato ad essere per tutti la San Giorgio ma con la costruzione del nuovo stabilimento la vecchia fabbrica è divenuta l area ex Breda e sul suo destino si è sviluppato un appassionato» Cronologia 1905 Viene costituita a Genova la Società Anonima Industriale per la costruzione di automobili terrestri e marittimi San Giorgio La San Giorgio acquista i primi terreni lungo il viale Pacinotti 1907 Costruzione dello stabilimento composto da quattro capannoni 1908 La San Giorgio inizia la produzione ferroviaria e abbandona la produzione di automobili 1915 Inizia la la produzione bellica 1917 Viene iniziata la produzione di aerei; vengono realizzati la sezione aeronautica e il campo di volo lungo la via Ciliegiole Viene completata l edificazione dell area ad est di via Ciliegiole e costruiti i capannoni nella zona ovest di via Ciliegiole 1943 Lo stabilimento raggiunge la massima espansione e viene destinato alla produzione bellica specializzata 1944 Lo stabilimento esce semidistrutto dalla guerra Lo stabilimento viene ricostruito 1949 Passaggio della San Giorgio all IRI Finmeccanica. Nascono le Officine Meccaniche Ferroviarie Pistoiesi (OMFP) Lo stabilimento si specializza nella produzione ferroviaria e autoferrotramviaria 1966 Viene deciso lo spostamento dello stabilimento in via Ciliegiole, nell area dell ex campo di volo 1968 Passaggio delle OMFP all EFIM. Nasce la Ferroviaria Breda Pistoiesi S.p.A La Ferroviaria Breda Pistoiesi presenta il progetto del nuovo stabilimento 1973 Viene costituita la Breda Costruzioni Ferroviarie S.p.A. La produzione viene trasferita nel nuovo stabilimento di via Ciliegiole 12

13 la san giorgio» L immagine sopra documenta lo stato dell area negli anni 30, prima delle distruzioni dovute ai bombardamenti della seconda guerra mondiale. Quella sotto, anni 50, evidenzia la massima espansione dello stabilimento San Giorgio a est e ad ovest di via Ciliegiole. Le immagini a fianco e nella pagina precedente documentano l impianto della San Giorgio dal progetto del 1906 al secondo dopoguerra dibattito che ha coinvolto a lungo cittadini, professionisti, amministratori e uomini delle istituzioni. La proprietà pubblica dell area ha favorito la nascita e lo sviluppo di un confronto che ha città di riprendersi la fabbrica, facendola propria, e di fare di visto modificare profondamente un complesso industriale vecchio le scelte urbanistiche iniziali e che ha permesso alla di cento anni, un brano della Pistoia del futuro. 13

14 demolire o recuperare? La lottizzazione Beguinot, 1966 Già dalla fine degli anni 50 la sede dello stabilimento comincia a risultare inadeguata. Dai primi anni 60 le Officine Meccaniche Ferroviarie Pistoiesi, iniziano le pratiche per la costruzione del nuovo stabilimento. In città si apre il dibattito sulla destinazione della vecchia sede. Le OMFP presentano un piano di lottizzazione, redatto dal professor Beguinot, docente di Urbanistica all Università di Napoli. Il suo piano prevede il completo abbattimento dei capannoni e destina le aree così liberate a edilizia semintensiva, centro di quartiere e attrezzature collettive. Il Piano Baldi Negrin, 1975 Nel 1973 viene inaugurato il nuovo stabilimento della Ferroviaria Breda Pistoiesi: la nuova denominazione assunta dall azienda dopo il passaggio dall IRI all EFIM, avvenuto nel La città comincia ad interrogarsi con maggiore attenzione sul destino di quelle che ormai sono le aree ex Breda. Nel dicembre 1975 viene approvato un piano particolareggiato redatto dagli architetti Baldi e Negrin. Il piano suscita perplessità per i costi previsti per la realizzazione e anche per la previsione dell abbattimento di tutti i capannoni, fatta eccezione per la palazzina Coppedè. La proposta Camaleonte, 1976 Una importante novità nel dibattito è rappresentato dalla proposta Camaleonte degli architetti G. B. Bassi e R. Fedi. Un vero e proprio contropiano rispetto al progetto Baldi Negrin, contestato perchè avrebbe ridotto l area a una anonima periferia, senza riconoscere il valore di alcuni degli edifici meritevoli di conservazione e recupero. Il progetto Camaleonte sottolinea il rischio di mutilare la storia della nostra gente di una edilizia industriale, dei primi decenni del 1900 e qui così massicciamente concentrata, alla quale è doveroso riconoscere uno dei momenti più caratterizzanti della meno appariscente, ma più vera, storia popolare della città-campagna pistoiese. 14

15 guardando all area metropolitana Il Piano De Carlo ILAUD, 1983/1985 Nel 1980 l amministrazione comunale acquista le aree ex Breda. Si rafforza in città il dibattito sulla loro destinazione e, in particolare, sul riuso o sull abbattimento dei capannoni. Ci si rende conto del valore e dell occasione rappresentata dalla disponibilità di un area di così grandi dimensioni in una posizione strategica, e ci si affida a un grande nome dell architettura: nel 1983 l amministrazione commissiona al Laboratorio internazionale di Architettura e Urbanistica (ILAUD), diretto da Giancarlo De Carlo, un piano particolareggiato per le aree ex Breda. Ci sono molte buone ragioni - dichiara De Carlo - per conservare il più possibile della configurazione esistente. L immagine dell insieme, e delle sue varie parti, contiene una singolare capacità evocativa: è una delle più importanti registrazioni della storia della città, è radicata nella memoria individuale e collettiva dei cittadini. [ ]. Il modo più corretto di affrontare il problema nel caso dell area ex Breda è dunque quello di conservare le parti ancora efficienti della configurazione e di preservare l immagine dell insieme e delle sue componenti più significative. Il piano guarda, oltre al centro storico, all area metropolitana Firenze Prato Pistoia, prevedendo la localizzazione di funzioni come i laboratori teatrali, il Museo Osservatorio della Città, il Centro delle Esposizioni, ecc. Una visione forte e, per certi aspetti utopica, che ha comunque il merito di richiamare l attenzione della città, di farla appassionare al progetto, di diffondere la consapevolezza del valore di questo straordinario patrimonio. 15

16 dall utopia alla realtà Il Piano Stilli, 1998 Il piano ILAUD si presenta ben presto di difficile attuazione, tanto che, nel 1995 viene affidato all architetto Sandro Stilli l incarico di rivederlo. Il piano ILAUD viene sottoposto, come scrive Stilli, ad una sostanziale revisione, amorevole ma impietosa, resa indispensabile non solo dai quindici anni trascorsi dalla sua concezione, ma dalla stringente necessità di depurarlo di quei caratteri accademici che ne segnavano l origine e rischiavano di condurlo a restare in un cassetto. A quel progetto di architettura si è sostituito un progetto per la città, che pure non tradisce le molte felici intuizioni contenute nel lavoro coordinato da De Carlo. B Q P D C E A O F G H N I Piano Particolareggiato aree ex Breda. Variante 2005 A Ex bagno pubblico Archivio storico comunale BDH Residenze, uffici, negozi C E F G I N O P Q Ex palazzina uffici ITC Einaudi Palazzina Coppedè Ordini professionali Ex direzione S. Giorgio Alloggi per giovani coppie Piazza Inail Questura e Prefettura Albergo Biblioteca Cattedrale Università Come i precedenti piani, la Variante del 2005 mantiene l indirizzo di concentrare nell area consistenti funzioni pubbliche. La presenza di attività scolastiche e didattiche come quella esistente dell Istituto Einaudi, vengono affiancate con la previsione di inserire all interno della cattedrale il polo universitario, non escludendo la possibilità di realizzare nel lotto G una nuova scuola media. Vengono mantenute le previsioni di destinare il fabbricato N a Questura e Prefettura, oltre al mantenimento della destinazione del fabbricato P, la Biblioteca, attualmente in costruzione. Rispetto al piano precedente viene esclusa la localizzazione nell area di un centro commerciale integrato, puntando invece su una rete commerciale tradizionale con piccole quote di artigianato di servizio. Una forte presenza di residenze e la presenza dell albergo, garantiscono un miglioramento complessivo della fruizione dell area, riproponendo una situazione simile a quella del centro storico, in cui attività commerciali, direzionali e residenziali si compenetrano tra loro creando vitalità e movimento. 16

17 la sesta porta Il sottopassso della ferrovia Con la costruzione del sottopasso ferroviario e il superamento della cesura a sud costituita dalla ferrovia, il traffico veicolare proveniente dalle grandi direttrici extra comunali sarà smistato su via Pertini. Qui dalla rotonda a cielo aperto, il percorso si interrerà di nuovo per raggiungere i parcheggi di pertinenza delle residenze e dell albergo e riemergere sul viale Pacinotti. L area ex Breda, liberata dal traffico veicolare, costituirà il primo approccio alla città storica. Il ponte pedonale di Santiago Calatrava Un pilone alto quasi cento metri e una rete di cavi di acciaio: è il ponte che scavalcherà la ferrovia e che consentirà un nuovo collegamento pedonale fra l ex Breda e le aree a sud. Il progetto è di Santiago Calatrava, uno dei più interessanti architetti del panorama internazionale. Un opera d arte che vuole essere anche segno di attrazione verso una parte di città in cui si stanno concentrando funzioni innovative. 17

18 la nuova biblioteca IL SAPERE A PORTATA DI TUTTI Si potrà andare in biblioteca anche per informarsi su come compilare il modello 740 o per leggere un romanzo sdraiati in terrazza, per prendere un caffè o per assistere a una conferenza. Quindi non più solo un luogo per chi studia o svolge attività di ricerca, ma uno spazio aperto a tutti, per soddisfare un bisogno informativo sempre più diffuso. L obiettivo è quello di dar vita a un servizio culturale a tutto tondo, che si ponga come punto di riferimento per i cittadini: un luogo dove incontrarsi e trattenersi con agio. Un po come in libreria, il materiale a disposizione sarà raggruppato per aree tematiche d interesse e disposto in modo da renderlo di più immediata consultazione. Sarà quindi ampliato il concetto di scaffale aperto, che rende accessibili libri e materiali multimediali. Con uno sguardo più attento alla contemporaneità, ai bisogni della vita pratica e del tempo creativo, la biblioteca diventerà sempre più una zona di transito dove incontrarsi, confrontarsi e scoprire nuovi orizzonti. Un processo già in atto all interno della Forteguerriana, che gli utenti hanno dimostrato di apprezzare con un incremento dei prestiti del 60 per cento, cioè l indicatore più alto raggiunto dalle biblioteche delle città capoluogo. TRE NAVATE DI LIBRI Far coesistere in un unica espressione architettonica la memoria della fabbrica e il nuovo concetto di biblioteca, non più deposito di libri, ma strumento d interazione multimediale. Ecco la sfida che sta alla base del nuovo edificio, firmato dall architetto Massimo Pica Ciamarra e dal suo staff, la cui inaugurazione è prevista per la primavera Elemento portante della struttura, composta da tre navate, sarà l ampia galleria centrale, lasciata a tutta altezza, contrapposta alle zone laterali a più piani, caratterizzata dalla luce che pioverà dai camini di sole posti in sequenza sulla copertura. In linea con una riorganizzazione delle funzioni stesse della biblioteca, il nuovo edificio sarà dotato anche di uno spazio eventi (da 100 posti), di cento postazioni multimediali, di un punto ristoro e di uno spazio commerciale, oltre che di una sala lettura all aperto e di una sezione destinata ai ragazzi. 18

19 Camini di sole Sulle volte di copertura della navata centrale saranno collocati una serie di camini di sole in acciaio inox, che assicureranno un illuminazione naturale, garantendo la ventilazione all interno dell edificio. Dentro la galleria centrale ci saranno anche un grande albero e un piccolo patio che, oltre alla luce, consentirà l ingresso dell aria nell edificio. Nel gennaio 2000 è stato predisposto un bando di concorso per la progettazione della nuova sede della biblioteca. Il progetto vincitore è risultato quello dello Studio associato Architetto Pica Ciamarra di Posillipo, Napoli. I lavori saranno ultimati nel marzo

20 l università 580 iscritti 8 corsi di laurea 2 master DA LUOGO DEL FARE A LUOGO DEL SAPERE E dal 2001 che Pistoia ha aperto le porte all università di Firenze, rafforzando così la sua voca- ed economiche locali. L Università di Firenze, in formazione e la ricerca alle specificità culturali zione culturale e creando nuove prospettive di altre parole, non ha mai percorso la strada di crescita. In questi cinque anni la presenza dell ateneo fiorentino si è consolidata, acquisendo studenti, di aule, ma ha puntato sui contenuti. una dislocazione puramente logistica, di sedi, di sempre più una fisionomia che la vincola fortemente alle specificità del territorio pistoiese. questo metodo ha offerto ulteriori interessanti Dopo la riforma degli ordinamenti didattici Con la realizzazione del polo della conoscenza prospettive. E diventato così possibile ampliare nell area ex Breda, che sarà collegato alla nuova l offerta didattica a Pistoia, che ora fa riferimento a cinque facoltà e prevede anche due master biblioteca, si mette a punto un tassello importante per il futuro della città, giudicato molto positivamente anche dal rettore dell ateneo polo universitario con una sua originalità e una di secondo livello, e qualificare perciò questo fiorentino, Augusto Marinelli. Che aggiunge: capacità di attrattiva che va oltre l ambito provinciale. l area pistoiese fa parte del naturale bacino di riferimento dell Università di Firenze: non solo Anche dal punto di vista delle strutture, l insediamento dell ateneo a Pistoia merita di conse- per la provenienza degli studenti iscritti, ma anche per il decentramento delle attività didattiche. Le prime esperienze di decentramento, al- che il governo locale deciderà di destinare a queguenza una costante attenzione: l investimento l inizio degli anni Novanta, sono state condotte sto scopo sarà a favore dello sviluppo di tutta proprio qui, secondo un modello tuttora valido l economia del territorio, e renderà permanente per l ateneo fiorentino, che mira a collegare la il rapporto tra città e Università. Gli iscritti dell anno accademico ai corsi di laurea della sede di Pistoia dell ateneo fiorentino sono circa 580. I corsi di Laurea sono: Facoltà di Agraria: Scienze vivaistiche, ambiente e gestione del verde. Facoltà di Ingegneria: Ingegneria dei trasporti. Facoltà di Economia: Economia e commercio, Economia aziendale, Scienze turistiche. Facoltà di Medicina e chirurgia: Fisioterapia, Infermieristica, Ostetricia. In più sono presenti il master di II livello in Paesaggistica della facoltà di Architettura e il master di II livello per Coordinatore pedagogico di asili nido e servizi per l infanzia, anch esso collegato al contesto pistoiese. La Cattedrale Lo Studio preliminare commissionato alla Fondazione Michelucci prevede di localizzare le funzioni universitarie negli edifici della Cattedrale e del Centro Fiere. La Cattedrale, costruita in più riprese a partire dagli anni 20, rappresenta un significativo esempio di archeologia industriale, con la sua imponente navata lunga oltre 140 metri, caratterizzata da capriate in cemento armato di 20 metri di luce. 20

21 la questura e la prefettura Il piano particolareggiato dell ex Breda prevedeva di costruire in quest area la nuova Questura; la decisione di localizzarvi anche il nuovo edificio della Prefettura offre l opportunità di costituire un complesso organico di edifici pubblici. Le sedi della Questura e della Prefettura trovano così una posizione ideale, vicino al centro cittadino e alla stazione, facilmente accessibile con la nuova viabilità di scorrimento a sud dell area. Il progetto dell edifico, che ospiterà anche la Polizia stadale, è stato redatto dallo studio Natalini Architetti degli architetti Adolfo e Fabrizio Natalini con l architetto Damiano Pica. 21 l afabbricadellacittà

22 l albergo Il progetto Il progetto del nuovo albergo copre un esigenza avvertita da tempo a Pistoia. L intervento previsto si colloca all interno di un complesso immobiliare che accoglierà quattro diverse destinazioni. Si tratta di un albergo da 144 camere e servizi generali come la hall, la sala soggiorno, il centro fitness; di un centro commerciale; di un centro congressuale; di un ristorante da oltre 250 posti e relative cucine, dispense, servizi generali. L edificio si articola su quattro piani fuori terra ed ha un piano interrato destinato a parcheggio, a cui si accede direttamente dalla viabilità sotterranea proveniente dal sottopasso ferroviario. Il progetto tiene conto della raccomandazione di conservare traccia dell edificio esistente. Va letta in tal senso la ricostruzione di due porzioni della facciata nord e della torretta (la Torre ottica ) e l inserimento, al loro interno, della nuova struttura in cemento armato e ferro. Progetto e coordinamento generale: Andrea e Silvano Lotti Architetti Associati Pistoia La Torre ottica La struttura allungata che caratterizza l edificio destinato ad accogliere il nuovo albergo, era utilizzata come Torre ottica per provare strumenti ottici di grandi dimensioni, come quello che appare nella foto, prodotti dalla San Giorgio durante la guerra. Gli strumenti venivano issati fino all ultimo piano. L accesso per gli addetti avveniva da una vertiginosa scala a chiocciola in metallo. 22

23 le residenze Il complesso delle residenze costituisce una parte importante per la vitalità dell area. Gli edifici residenziali sono collocati a ovest a completamento del nucleo abitativo esistente che si affaccia su via di Ciliegiole e a est a chiudere il percorso pedonale denominato la spina su cui si affacciano tutti i fabbricati dell area ex-breda. I percorsi lungo tutto il perimetro dei diversi fabbricati, sono protetti da pensiline e da gallerie su cui si aprono esercizi commerciali e pubblici servizi. Progetto e coordinamento generale comparto H : Andrea e Silvano Lotti Architetti Associati Pistoia Progetto e coordinamento generale comparto BeD : Studio Tecnico Associato Breschi Fedi Santiloni Pistoia 23

24 LA CITTÁ STORICA: UN LUOGO DOVE SENTIRSI una strada, via Ripa del Sale, a farmi tenere tutta la città in mezzo al petto. In pendio, stretta, linda, come se ogni passante fosse il Basterebbe primo, ambiziosa di un antichità ben custodita. ( ) E i monti bellissimi, turchini, a cingerla da est a ovest, alitando, quella pungevolezza d aria odorosa, un frizzo incitante; ( ) E i nomi di alcune strade. Via del T, via del Pizzocore, via Abbipazienza; ( ) E i tanti odori. Ma esisteranno ancora? Verrebbe spontaneo rispondere: Sì. Non per nostalgia né per deludere lo sguardo vivissimo di una bambina d inizio Novecento. Ma perché a guardarla a distanza di un secolo, Pistoia appare ancora così come la ricordava a settantacinque anni - era il 1971 la scrittrice Gianna Manzini, che la sua città, nel centenario della nascita, ha voluto ricordare in modo indelebile sulla facciata della casa dove nacque, nel 1896, in via Ventura Vitoni, già via del vento. Pistoia non ha perso quella cifra e non la vuole perdere. Gli spazi hanno mantenuto una ricchezza di segni che fa sì che ognuno si riconosca nella città, che ne prediliga una parte rispetto a un altra, che scelga 24

25 Pistoia. Via Cavour (foto Archivio Montemagni) A CASA un luogo per ogni funzione. Il progetto dell urbanista Pierluigi Cervellati intende valorizzare proprio questa ricchezza: recuperare la capacità che Pistoia ha avuto di parlare a tutti e che nel corso del tempo è stata soffocata. Tutto a partire dalla cinta muraria, intesa non più come ostacolo, ma come segno distintivo della città. Le mura, infatti, possono diventare una corona di qualità per spazi di passaggio tra parti diverse del territorio. Insomma un segno d attrazione. Il gruppo dei progettisti punta, quindi, sulla necessità di ricostituire il senso di entrata e di uscita dalla cinta muraria e di restituire alle piazze, ognuna diversa dall altra, la funzione di incontro, sottraendole all uso esclusivo di depositi d auto. Nel centro storico o, per dirla con Cervellati, nella città storica, si intrecceranno così in modo armonico percorsi commerciali, turistici e del tempo libero. Per raggiungere questo obiettivo occorre, innanzi tutto, sostenere la presenza dei residenti e riaffermare le differenze tra il contesto nuovo e quello storico. E questo il primo passo per creare quel patto di cittadinanza che sta alla base di ogni trasformazione urbanistica e che fa delle città luoghi da vivere, nei quali riconoscersi e sentirsi a casa. 25

26 Intervista a pierluigi cervellati PISTOIA: UNA CITTÁ VIVA E CURIOSA DEL FUTURO Perché le città non hanno un piano per il centro storico? Hanno un piano per il traffico, uno per il commercio, ma non un piano urbanistico. Di chi è la colpa? Credo sia nostra, dei tecnici, che abbiamo battezzato centro storico quella che in realtà è la città storica, deformando così il senso della pianificazione urbanistica. La città storica è solo una parte della città moderna, che abbiamo ribattezzato impropriamente periferia. Lo dice l architetto Pierluigi Cervellati, che insieme ai colleghi Giovanni Maffei Cardellini, Alberto Montemagni e Daniele Pecchioli, ha progettato un piano di recupero per il centro storico, anzi per la città storica. Ma quali dovrebbero essere le sue funzioni? Non quelle che da decenni siamo abituati ad attribuirle. Non si deve utilizzare il centro soltanto per commissioni bancarie o servizi burocratici, che stanno meglio fuori dalle mura e rendono meno periferica la parte esterna della città. Una banca sta alla città storica come uno sfregio a un quadro o a un monumento. Non tutto al mondo deve rispondere alla logica della funzionalità. Perché i prezzi delle case del centro sono così alti? Avviene perché gli edifici sono utilizzati per svolgere funzioni alle quali viene attribuito un valore commerciale maggiore di quello residenziale. E così la gente non abita più nella città storica. E invece, secondo lei, le persone dovrebbero riappropriarsi della città storica? Certo. La città storica è l affermazione dell identità e del senso profondo dei cittadini. Un centro senza abitanti è come una scenografia vuota. La città storica rappresenta le nostre radici e l essenza stessa di città. Pistoia deve accentuare la sua funzione identitaria e riaffermarla significa ristabilire un bene comune, stipulare un patto di cittadinanza, un patto di partecipazione. E come cambierà Pistoia? Attraverso la riscoperta dei luoghi, che non vuol dire degli spazi. Spazio è un termine generico, luogo, invece, sottintende un identità. La restituzione di un immagine è anche la restituzione di una qualità. Bisogna riscoprire i percorsi storici: la Via del Soccorso, la Manica Lunga, il Convento delle Grazie, la città benedettina: valori da riconvertire in luoghi di interscambio. Per esempio, a Pistoia non arrivano molti turisti, ma ci sono capolavori di pittura e presenze 26

27 artistiche di valore. Può benissimo attivare un turismo alternativo a quello mordi e fuggi, ma nella parte storica della città non c è un albergo qualificato. Nel suo concetto di città quale funzione svolgono le mura: memoria storica o limite allo sviluppo? Le mura sono sempre state viste come un limite, invece sono un segno d accesso. Leon Battista Alberti scriveva: Fai in modo che la tua casa sembri una città e che la città sembri una casa. Vuol dire che la città deve essere accogliente, deve attirare. Le mura delimitano la città storica, sono un segno identitario. Bisogna ripristinarle anche attraverso piani del traffico che regolamentino l ingresso dei flussi e la creazione di parcheggi. Come definirebbe Pistoia? Una città viva e curiosa del futuro. Quali sono gli aspetti su cui intervenire per riqualificarla? Per esempio le piazze: devono tornare ad essere luoghi di interscambio. Il ruolo della città è l opposto di ogni individualismo. Cosa non le piace di Pistoia? Non mi piace la Borsa di Michelucci nel centro, ma a Pistoia rispetto ad altre città non ci sono elementi brutali. Essenziale è ritrovare l identità vera. Pistoia negli ultimi decenni ha cercato di ammodernarsi, ma si è solo omologata. Bisogna valorizzare le differenze. Pistoia è un luogo unico e deve riscoprire la sua cifra. 27

28 la forma della città La città nel 1657 La città nel 1727 La città nel 700 La città nel 1880 La città negli anni 50 La città nel

29 piazza san lorenzo La Piazza San Lorenzo è uno dei punti di intervento del Piano per la città storica. Riassume in sintesi le linee d azione che si ritrovano nelle varie aree interessate dal progetto. La città storica è estesa fino alle mura medicee; gli interventi previsti riguardano il restauro e la riqualificazione dell edificato, per il rilancio residenziale e delle attività economiche dell area. Si recupera il senso di entrata ed uscita dalla cinta muraria con la riorganizzazione degli accessi, dei parcheggi - in superficie e interrati - e della mobilità. Si ripristina, per piazze e spazi pubblici, l originario significato di luoghi centrali intorno ai quali si è generata la struttura urbana, con nuove pavimentazioni e assetti adeguati. Si riorganizza il sistema del verde pubblico recuperando, completando e dando continuità a percorsi ora frammentati e ripristinando i giardini e gli orti dei palazzi e delle strutture religiose. 29

30 piazza garibaldi Piazza Garibaldi si inserisce nel corso Fedi che, insieme ai corsi Gramsci e Amendola, è stato costruito lungo il percorso del fossato di difesa della seconda cerchia muraria. Più che le mura medicee i corsi, costantemente intasati dal traffico automobilistico, vengono percepiti come una barriera, come il vero limite della città storica. Il piano vuole eliminare questa cesura, con la pedonalizzazione e il ripristino della pavimentazione originaria. 30

31 piazza del carmine Per la Piazza del Carmine il Piano prevede il ripristino dell impianto originario, a partire dalla pavimentazione, fino agli alberi e al vialetto anticamente antistante la chiesa della Madonna del Carmine. La pavimentazione ipotizzata, come per le altre piazze e aree di intervento, fa riferimento alla tradizionale sistemazione, tipica della città, in terra battuta e corsi in pietra, chiaramente documentata anche nella foto degli inizi del 900. La Piazza assume, nel contesto urbano, una maggiore vitalità, anche in relazione al nuovo sistema di percorsi legato alla ristrutturazione del Ceppo. 31

32 piazza san francesco Il progetto di sistemazione di Piazza San Francesco recupera la destinazione storica di questo spazio urbano, da sempre vocato alla funzione di giardino. É stato molto frequentato e vissuto dai pistoiesi, come documentano le immagini (dalla veduta settecentesca alle foto degli anni 30), prima di essere ridotto quasi alla funzione di una grande aiola spartitraffico. Gli interventi previsti ripristinano il decoro di un luogo niente affatto compromesso dalle ingenue ambizioni monumentali di epoca napoleonica. 32

33 piazza san bartolomeo L allontanamento delle auto, nella Piazza San Bartolomeo, diventa la condizione per la riorganizzazione e il ripristino del vecchio impianto stradale, caratterizzato da un sistema di raccordo fra i diversi livelli che, con lievi pendenze, asseconda l andamento del terreno. La proposta è una logica contraria rispetto alle operazioni di rettifica e livellamento violente, realizzate in funzione di un uso dello spazio urbano condizionato dall automobile. 33

34 piazza san pietro Il suggestivo e articolato sistema di scale e gradoni, che consentivano il superamento del dislivello tra la sede stradale e il piazzale antistante la chiesa di San Pier Maggiore, è stato sacrificato nel tempo alle esigenze delle automobili. Il progetto prevede di recuperare integralmente il sistema originario, ripristinando gli elementi che hanno reso il luogo carico di valori simbolici e rappresentativi. 34

35 la fortezza, l arcadia, la brana Da barriera che si oppone a luogo di passaggio e di ingresso: è la nuova funzione che il Piano assegna alle mura della città. La realizzazione di un sistema di percorsi pedonali e spazi verdi, fra loro connessi, è la condizione per poter percepire le mura della città come manufatto storico, di grande suggestione e fascino, capace di diventare, proprio per questo, luogo di relazione. In questo contesto diventa attuabile anche la riappropriazione della Fortezza da parte della città. 35

36 IL NUOVO OSPEDALE: LA QUALITÁ DEI SERV Éuno dei quattro grandi ospedali che nasceranno in Toscana. Gli altri saranno costruiti a Massa, Prato e Lucca. Ma il nuovo presidio ospedaliero che sorgerà al campo di volo permetterà anche di riqualificare un area abbandonata. Una scelta urbanistica fortemente innovativa che, prima di affermarsi, ha creato molte tensioni. Le mura verdi che circondano Pistoia da sud, sembravano più inespugnabili di quelle di pietra, che delimitano i confini della parte storica. Per far passare il concetto che la realizzazione del nuovo ospedale al campo di volo non distrugge ma valorizza, reinterpretandolo, uno dei più grandi patrimoni a verde della città, c è voluto un po di tempo. Era difficile individuare un area senza consumare nuovo territorio spiega il sindaco Renzo Berti e non ne esisteva una già pronta per l uso. Dopo un attenta analisi, il campo di volo ci è sembrata la scelta più idonea per i vantaggi che offre. Oltre ad essere facilmente accessibile è un terreno pubblico, il che vuol dire risparmio economico e trasparenza nelle scelte dell amministrazione. Poi soprattutto garantisce il recupero di un area che sarà messa a com- 36

37 IZI SANITARI pleta disposizione dei cittadini. Il nuovo ospedale, infatti, sarà immerso nel verde. Il progetto interessa 3 degli oltre 52 ettari sui quali si estende la superficie dell ex campo di volo, e solo uno sarà destinato alla realizzazione dell ospedale. Grazie a numerosi investimenti pubblici e privati e a un finanziamento di oltre 9 milioni di euro da parte della Regione, l area sarà completamente riqualificata, attraverso la realizzazione di un bosco urbano, il risanamento del Brusigliano, la messa in sicurezza degli argini e la creazione di un sistema viario più consono. Nuova vita anche per il Ceppo, che non sarà abbandonato. L area dell attuale ospedale, la cui parte storica risale al Medioevo, verrà infatti completamente trasformata e adibita a museo, residenze, verde pubblico e servizi sanitari. La filosofia del piano di recupero dell urbanista Pierluigi Cervellati, è quella di valorizzarne le parti storiche e più pregiate (il Ceppo e il convento di Santa Maria delle Grazie), con poche demolizioni lungo via del Ceppo e la riapertura dei vecchi collegamenti (come quello tra via degli Armeni e piazza San Lorenzo) andati perduti col tempo. 37

38 intervista al direttore della Asl 3 UN OSPEDALE CHE SI COSTRUISCE INTORNO AL PAZIENTE Una nuova struttura con elevate potenzialità specialistiche e un incremento della capacità alberghiera. Ma il più grande elemento di novità del nuovo ospedale sarà la riorganizzazione del modello assistenziale. Una vera rivoluzione. In cosa consiste, dottor Contini? E l aspetto più qualificante del progetto: l organizzazione per intensità di cura e aree funzionali, che supera il concetto di tradizionale reparto. In pratica i reparti veri e propri scompariranno, nel senso che non saranno più divisi in base alla specialità ma ai bisogni dei pazienti. Al momento del suo ingresso in ospedale, a seconda del problema sanitario principale, il paziente sarà affidato a un medico specialista, responsabile del processo di cura, che dovrà coordinare gli interventi delle diverse equipe specialistiche. Il medico sarà coadiuvato da un team infermieristico, che garantirà la presa in carico della persona ricoverata per il soddisfacimento di tutti i bisogni assistenziali. In tal modo ogni professionista potrà esprimere al meglio le proprie competenze e peculiarità. Il paziente avrà un gestore clinico e un assistenza infermieristica su misura. Il contrario di quello che avviene negli ospedali cosiddetti tradizionali: oggi il centro è il clinico, domani sarà il paziente. Da dove nasce questo modello assistenziale? E nato negli Stati Uniti, dov è diffuso dalla fine degli anni 50. In Italia funzionano così tutti gli ospedali privati. Quali sono i vantaggi? Un potenziamento della qualità assistenziale ma anche un miglior utilizzo delle risorse. In che modo le caratteristiche strutturali del nuovo ospedale agevoleranno la riorganizzazione del modello assistenziale? Una delle caratteristiche innovative è la tipologia orizzontale. Il nuovo ospedale sarà un monoblocco che sorgerà su» 38

39 il nuovo ospedale Il modello del nuovo ospedale si caratterizza per: l alta capacità e la complessità delle prestazioni; l elevata qualità e la graduazione di intensità nell assistenza ai pazienti; la continuità dell assistenza; lo sviluppo delle prestazioni in ambulatorio e diurne (dal day-hospital alla day-surgery); l alta utilizzazione delle attrezzature specialistiche; la compattezza della struttura e l ottimizzazione dei percorsi; la sicurezza e il contenimento del rischio.» una superficie di metri quadrati, ma che prevede un estensione massima di 120 metri, contro le svariate centinaia di metri di percorrenza che gli operatori sono costretti a compiere oggi tra il pronto soccorso e i servizi di radiologia e di laboratorio. E le aree di degenza come cambiano? Ogni stanza, a 1 o 2 posti letto, avrà bagno doccia e aria condizionata, lavabo all ingresso per una corretta sanificazione degli operatori e impianti di sovra e sotto pressione per consentirne, se necessario, l isolamento. 39

40 vita nuova per il ceppo L area ospedaliera del Ceppo è costituita da una parte di edifici monumentali edificati tra il XIII e il XVIII secolo e da una parte di strutture recenti, realizzate nel XX secolo, che costituiscono comunque un importante testimonianza di edilizia ospedaliera. Si tratta di un grande patrimonio formato non solo dagli edifici, ma anche da arredi, foto, documenti, mobili e strutture. L opera di valorizzazione è già iniziata con il riordino appena concluso dell archivio storico dell Ospedale del Ceppo e dell Archivio storico dell ospedale neuropsichiatrico, che costituiscono due importanti fonti documentarie per la storia della sanità pistoiese. Si può prevedere la realizzazione, nella parte monumentale, di uno spazio museale destinato a Centro di documentazione sull Ospedale del Ceppo, costituito da un itinerario storico-architettonico che illustri e documenti sia le varie fasi di edificazione, la destinazione degli spazi, l uso medico, religioso, collettivo e sociale dei locali, da piazza Giovanni XXIII fino alla Sala anatomica, che la storia e le caratteristiche del fregio robbiano, con l esposizione permanente delle foto realizzate da Aurelio Amendola in occasione del restauro del 1980; sia la storia della Scuola Medica Pistoiese, attiva dalla fine del 1600 alla metà dell Ottocento, e gli scienziati pistoiesi come Filippo Pacini e gli altri, che l esposizione permanente della collezione di ferri chirurgici e di altri arredi. 40

41 tra storia e futuro La demolizione degli edifici che, in particolare nel corso degli ultimi 50 anni, hanno invaso e saturato l area, consente di recuperare la parte storica dell Ospedale come uno dei luoghi culturali più rappresentativi della città, strettamente integrato con il tessuto urbano, anche attraverso il ripristino del percorso della via del Soccorso. Permette anche la ricomposizione del sistema degli spazi verdi e l inserimento di funzioni extraospedaliere. I ferri chirurgici del Ceppo Il teatro anatomico 41

42 LE NUOVE FORNACI: PROGETTARE PARTECI Un progetto da 22 milioni di euro, che cambierà completamente i perimetri delle Fornaci. Nuovi appartamenti, una piazza, spazi verdi, nuovi percorsi per la viabilità, apertura di servizi pubblici e privati: il Cup, un bar, un edicola, uno sportello bancario, un ufficio postale. Insomma quello che fino ad oggi è stato considerato un quartiere ai margini della città in ogni senso diventerà quasi un paese. Una trasformazione che viene dal basso, nella quale i veri protagonisti sono stati proprio i residenti delle Fornaci. Lo strumento è stato quello del Contratto di quartiere, che oltre a prevedere contributi di diverse amministrazioni statale, regionale e comunale garantisce un coinvolgimento diretto dei cittadini nella definizione degli obiettivi, per una progettazione partecipata. Il Ministero delle infrastrutture sostiene il progetto con 10 milioni di euro. Il finanziamento comunale, invece, ammonta a 3,6 milioni mentre i privati ne spenderanno 8,4. Al posto delle vecchie palazzine di via Valiani verranno realizzati 12 alloggi di edilizia 42

43 PANDO residenziale pubblica che faranno da cornice alla nuova e ampia piazza, sulla quale si affacceranno i servizi di quartiere. Al posto della scuola, che verrà ricostruita nella zona ovest, sorgeranno 18 alloggi e sarà completato anche l edificio detto La Certosa. Sulla piazza, che sorgerà al posto delle case basse, si affacceranno una serie di giardini pensili, realizzati sperimentando nuove tecniche di bioarchitettura. Gli edifici scolastici verranno raggruppati in un polo dell istruzione dotato di una nuova palestra, mentre l area della ex fornace, di proprietà privata, verrà completamente ristrutturata e lascerà il posto a 32 alloggi. Tra gli interventi figurano anche una nuova strada parallela alla tangenziale, l ampliamento dei parcheggi e vari altri percorsi di collegamento. Il Contratto prevede inoltre impianti termici centralizzati, pannelli solari, il riutilizzo delle acque piovane, la sostituzione degli infissi e nuove pavimentazioni. La progettazione e la consulenza sono state affidate al gruppo coordinato dall ingegner Francesco Marinelli. La fine dei lavori è prevista nel

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