1 PREMESSA IL MODELLO GESTIONALE E ORGANIZZATIVO Premessa metodologica... 3
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2 INDICE: 1 PREMESSA IL MODELLO GESTIONALE E ORGANIZZATIVO Premessa metodologica Il modello organizzativo e gestionale dell ATO Centrale Friuli IL PIANO ECONOMICO-FINANZIARIO Premessa metodologica Lo sviluppo tariffario Lo sviluppo del piano economico-finanziario SINTESI DELLE ELABORAZIONI Il piano di investimento approvato Gli indicatori di equilibrio finanziario Indicatori sintetici TABELLE CON I PRINCIPALI DATI ECONOMICI NEGLI ANNI DI SVIULPPO DEL PIANO 18 6 ARTICOLAZIONE TARIFFARIA LINEE GUIDA AM/AM G-RELGN docx 1 di 24
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4 1 PREMESSA Il piano economico-finanziario (PEF) consiste nell elaborazione di un conto economico, di uno stato patrimoniale e di un rendiconto finanziario prospettico che illustrino l andamento previsto delle variabili economico-gestionali lungo la durata del piano d ambito, al fine di valutare l impatto degli investimenti previsti sull equilibrio economico e finanziario delle aziende e di valutare la proponibilità del piano ai soggetti finanziatori. L analisi effettuata si basa sui dati messi a disposizione dalla Consulta d Ambito (CATO), nello specifico: 1) bilanci dei soggetti gestori fino al 2012 e dati di preconsuntivo 2013; 2) raccolte dati effettuate ai sensi delle delibere AEEG, con particolare riferimento: a) al calcolo dei moltiplicatori tariffari e del vincolo sui ricavi del gestore (VRG) per il 2012 e 2013 applicando il metodo tariffario transitorio (MTT) ai sensi della delibera 585/2012/AEEG e successive modifiche e integrazioni; b) al calcolo dei moltiplicatori tariffari e del vincolo sui ricavi del gestore (VRG) per il applicando il metodo tariffario idrico (MTI) ai sensi della delibera 643/2013 AEEGSI e successive modifiche e integrazioni; 3) sviluppo temporale degli investimenti nelle diverse aree territoriali; 4) impatto che ci si attende da tali investimenti sui costi operativi. L analisi ipotizza un modello gestionale e organizzativo che prevede il mantenimento dell attuale perimetro e un prolungamento dell affidamento a Cafc Spa per tutta la durata del piano. L elaborazione del PEF si basa sulla proiezione dello sviluppo dei ricavi tariffari, in coerenza con le indicazioni, fornite nella del. 643/2013/AEEG, di mantenere le regole tariffarie che stanno alla base del MTI. L appendice presenta in modo analitico lo sviluppo del piano (nelle tre componenti del conto economico, stato patrimoniale e rendiconto finanziario) per ciascuno dei tre gestori, insieme all evoluzione temporale della tariffa, del ricavo totale ammesso e delle sue principali componenti. Nella presente elaborazione, il piano degli investimenti è traguardato al 2043, oltre il termine dell affidamento a Cafc Spa, che scade nel Tuttavia, trattandosi di gestione in-house che i comuni possono terminare in qualunque momento e, viceversa, prolungare ad libitum finché continuano a sussistere i criteri stabiliti dall UE per gli affidamenti in-house, non riteniamo sussistano problemi di sorta nel considerare un PEF esteso fino a tutta la durata del piano di investimento, tenuto conto anche del fatto che la volontà sin qui manifestata dai Comuni è nel segno della continuità. AM/AM G-RELGN docx 2 di 24
5 2 IL MODELLO GESTIONALE E ORGANIZZATIVO 2.1 Premessa metodologica In base all art. 149 comma 1 lettera d del D.Lgs 152/2006, le autorità cui spettano le funzioni in materia di pianificazione di ambito devono anche redigere il modello organizzativo e gestionale. Tuttavia, il legislatore non fornisce un adeguata spiegazione di cosa debba intendersi con questa formulazione. La prassi seguita in Italia da questo proposito è pertanto difforme. In alcuni ambiti territoriali, le competenti autorità hanno delineato nel modello gestionale e organizzativo un dettagliato e puntuale organigramma delle funzioni svolte dal gestore, la sua articolazione sul territorio, la dotazione organica e strutturale e perfino la ripartizione dei compiti tra gli uffici. In altri casi, tale modello si sostanzia invece, molto più semplicemente, nella scelta della tipologia di affidamento tra quelle consentite dalla legge (società per azioni interamente pubblica, società mista con partner privato e affidamento a soggetti interamente privati) e l eventuale indicazione di sub-ambiti, individuando all interno dell ambito realtà gestionali meritevoli di salvaguardia ed eventualmente delineando il percorso verso la costituzione di assetti unitari. La Consulta d Ambito aderisce a questa seconda impostazione, non ritenendo che il Piano d Ambito debba specificare in modo dettagliato aspetti che sono meglio assolti attraverso l autonoma decisione dei soggetti gestori. Il piano d ambito, nell impostazione che qui viene data, specifica gli obiettivi di servizio da raggiungere, non solo in termini di dotazione infrastrutturale, livelli di connessione e qualità tecnica, ma anche in termini di qualità commerciale, accessibilità per gli utenti etc. Questa scelta di metodo è ulteriormente avvalorata dal passaggio di competenze regolatorie avvenuto a fine 2011, con l attribuzione delle funzioni in materia di regolazione all Autorità per l energia elettrica e il gas (AEEG). Si ritiene in ogni caso che il modello organizzativo attualmente adottato dai soggetti gestori con le integrazioni conseguenti agli interventi che il piano d ambito prevede sia pienamente adeguato alle esigenze di garanzia dei livelli qualitativi e prestazionali richiesti. La Consulta d Ambito intende altresì rimarcare, come scelta metodologica, la differenza fondamentale esistente tra la salvaguardia di certe realtà gestionali (ossia, aziende che, operando con efficienza, possono continuare l esercizio dell attività pur entro una pianificazione unitaria) e il mantenimento di ambiti di gestione separati il che comporta, semmai, il fatto che in detti ambiti continuerà ad essere effettuato un bilancio dei costi e un piano di investimenti separato, e di conseguenza continuerà ad essere applicata una tariffa conseguente dai costi e dagli investimenti specifici. AM/AM G-RELGN docx 3 di 24
6 2.2 Il modello organizzativo e gestionale dell ATO Centrale Friuli L ATO Centrale Friuli si presenta come una realtà territoriale vasta e complessa, nella quale hanno finora operato diversi sistemi gestionali. Solo all inizio del nuovo millennio, esso si caratterizzava per la presenza di tre gestori organizzati nel comparto acquedottistico (AMGA SpA, ACQUEDOTTO POIANA SpA e CAFC SpA), la prima operante nel comune di Udine, la seconda in un gruppo di comuni nella parte orientale e collinare della provincia, e l ultimo, il maggiore, nella parte restante della provincia, montagna esclusa. In quasi tutta la fascia montana e parte di quella collinare prevaleva la gestione diretta in economia, in qualche caso associata attraverso enti consortili. La depurazione era gestita in economia o affidata a privati con contratti di manutenzione ordinaria, con l eccezione del grande depuratore di San Giorgio di Nogaro, gestito da un azienda speciale. Nel corso del decennio scorso, questa situazione frammentata si è evoluta verso una maggiore concentrazione. Ne riassumiamo qui i principali passaggi - Trasformazione in SpA dei principali gestori ed estensione della loro operatività a fognatura e depurazione, anche rilevando gestioni precedentemente affidate a privati - Costituzione di CARNIACQUE SpA, con il modello della società mista. Tale società, costituita da tutti i comuni della montagna (valli del Natisone escluse), dopo aver scelto AMGA SpA come partner tecnico, ha esteso gradualmente la sua operatività ed ora gestisce il servizio integrato in tutti i comuni soci. - Fusione del Consorzio Depurazione Laguna (gestore dell impianto di San Giorgio) in CAFC SpA; - Da ultimo, acquisizione da parte di CAFC SpA della gestione del servizio idrico nel comune di Udine finora servito da AMGA SpA. Il risultato di questo percorso è stato un graduale consolidamento di tre realtà gestionali: CARNIACQUE SpA (, ACQUEDOTTO POIANA SpA (che continua a servire il suo bacino di utenza storico) e CAFC SpA, che copre il resto del territorio, servendo da solo poco meno dell 80% degli abitanti. Si noti la differenza esistente tra la popolazione residente nei comuni serviti e quella effettivamente allacciata all acquedotto, che nel caso di CAFC SpA si deve in particolare alla presenza degli auto-approvvigionamenti da pozzo artesiano, che interessano circa persone. Nel territorio servito da CARNIACQUE SpA e più in generale nelle zone montane la differenza va attribuita alla presenza di frazioni e nuclei isolati. AM/AM G-RELGN docx 4 di 24
7 Anno scadenza affidamento Volumi erogati (Mm3) Popolazione residente (ISTAT) (abitanti) Popolazione servita da acquedotto (abitanti) CAFC SpA ,7 78% % ACQUEDOTO POIANA SpA ,2 11% % CARNIACQUE SpA ,4 11% % ATO Centrale Friuli 47, Tabella 2-1:Principali indicatori di dimensione dei tre soggetti gestori Come si è già detto in premessa, sebbene la scadenza degli affidamenti dei tre gestori si collochi in anni precedenti al 2043, l orientamento degli enti locali sembra essere al momento quello di confermare il modello gestionale e organizzativo in essere anche dopo i termini indicati in tabella 2.1. Il solo importante cambiamento dovrebbe riguardare la struttura societaria di Carniacque Spa, per la quale si va profilando la costituzione di una società interamente pubblica, qualificata ad ottenere l affidamento in-house del servizio nel territorio attualmente gestito. Al momento non sono quindi prospettate ulteriori eventuali fusioni. All interno di questa cornice, si ribadisce comunque la necessità di avviare fin da ora la discussione in merito agli assetti organizzativi e gestionali successivi al termine degli affidamenti in essere. Si fa notare in particolare che la bancabilità degli interventi previsti dal piano sarà possibile solo in presenza di un chiaro scenario organizzativo e gestionale per tutta la durata del piano ed oltre. AM/AM G-RELGN docx 5 di 24
8 3 IL PIANO ECONOMICO-FINANZIARIO 3.1 Premessa metodologica Lo sviluppo tariffario La tariffa del servizio idrico integrato è sottoposta a un complesso apparato regolatorio, in base al quale il regolatore nazionale (AEEGSI) definisce i criteri da adottare e determina una tariffa massima applicabile. L autorità competente a livello di ATO dispone di alcuni margini di autonomia nel fissare una tariffa inferiore, purché ciò non pregiudichi l equilibrio economico e finanziario della gestione. In particolare, viene individuato un quadrante regolatorio, in funzione: degli investimenti programmati nel quadriennio e del rapporto tra questi e la quota Capex già contenuta in tariffa; dell esigenza di modificare i costi operativi rispetto al passato; In ogni quadrante regolatorio, il regolatore locale può modulare alcune componenti della tariffa, con particolare riferimento a quelle che compongono il fondo per i nuovi investimenti (FoNI). Sebbene un analisi puntuale del MTI esuli dagli obiettivi del presente elaborato, si fanno presenti alcune sue caratteristiche importanti. Il MTI si basa sull individuazione dei costi ammessi alla copertura, che si dividono in costi operativi e costi di capitale. I costi operativi, a loro volta, includono tre categorie: I costi endogeni, che sono riconosciuti in tariffa in base al valore 2011 inflazionato (nel caso di continuità strutturale con il passato) e secondo un valore individuato dal regolatore locale in caso di discontinuità; I costi esogeni, tra i quali ad esempio l energia elettrica, i canoni corrisposti ai comuni per il rimborso dei mutui o altro, oneri e tributi locali, i corrispettivi per l acquisto di servizi all ingrosso; I costi non ammissibili, che devono essere individuati nel bilancio e sottratti rettificando l importo del costo totale. I costi del capitale, a loro volta si calcolano a partire dall identificazione di una base, costruita attraverso la stratificazione temporale e la successiva rivalutazione di tutti gli investimenti effettuati, sia dal gestore che dagli enti proprietari; a questa base si applicano coefficienti di ammortamento, basati sulla vita utile residua, un costo standard del capitale (per i soli investimenti non finanziati con contributi a fondo perduto) e un onere fiscale standard. E prevista per i gestori AM/AM G-RELGN docx 6 di 24
9 che rientrano nei quadranti 3 e 4 (perché devono sostenere un volume di investimenti elevato in rapporto ai flussi di cassa già disponibili) la possibilità di ricorrere all ammortamento finanziario. Ai costi così individuati si sommano tre ulteriori componenti: i conguagli relativi a scostamenti tra gli importi previsti e quelli effettivamente realizzati negli anni precedenti; la componente per costi ambientali e della risorsa (ERC), per il momento sospesa e fissata pari a zero; e le componenti che formano il Fondo per i Nuovi Investimenti (FoNI). Queste ultime sono rappresentate dalla componente DeltaCUITFoNI, corrispondente agli ammortamenti e oneri finanziari e fiscali calcolati sui cespiti di proprietà degli enti locali, al netto di quanto già corrisposto sotto forma di canoni o rimborso di mutui; dalla componente AMMFoNI, corrispondente all ammortamento della quota parte di cespiti del gestore finanziati a fondo perduto con contributi pubblici; e infine dalla componente FNI, anticipazione per i nuovi investimenti calcolata come una frazione della differenza tra spesa in conto capitale prevista e flussi di cassa già esistenti. Su queste tre componenti (DeltaCUITFoNI, AmmFoNI e FNI) il regolatore locale gode di discrezionalità, potendone fissare l importo tra 0 e 100% del valore calcolato. Una quota di tale ricavo, e precisamente quella che deriva dall ammortamento dei contributi a fondo perduto e dal costo di capitale relativo agli asset di proprietà dei comuni (al netto dei canoni che il gestore corrisponde al comune stesso), sebbene resti nella disponibilità del gestore, è vincolata al cosiddetto fondo per i nuovi investimenti (FoNI), e conseguentemente accantonato. L autorità competente può disporre altrimenti l impiego del FoNI, sia utilizzandolo per ridurre la tariffa ad alcune fasce di utenti, sia destinandolo alla copertura di altre spese, sia disapplicandolo in tutto o in parte. Sulla base del costo riconosciuto, così calcolato, viene calcolato il vincolo dei ricavi ammessi per il gestore (VRG), ossia l importo massimo di ricavo che il gestore è autorizzato a conseguire. Per lo sviluppo tariffario, pertanto: - Si è ipotizzata l applicazione per il 2012 e 2013 delle tariffe già deliberate da CATO ed approvate dall AEEGSI con del. n. 111/2014/R/idrdd. 13/03/ Per il è stato applicato il MTI, con le seguenti ipotesi: 1) prendendo come riferimento per il calcolo dei costi operativi di partenza (OPnew) un valore pari ai costi operativi rettificati 2011 e attualizzati al 2014 utilizzando i tassi di inflazione adottati dall AEEGSI 2) le componenti DeltaCUITFoNI, AMMFoNI e FNI sono state modulate con il fine di ottenere un incremento massimo annuo del 3% 3) Al fine di raggiungere nei tempi stabiliti la convergenza tra le tariffe applicate a tutte le utenze Cafc, in considerazione dei diversi livelli di partenza della tariffa nel comune di Udine e negli AM/AM G-RELGN docx 7 di 24
10 altri comuni serviti, si è applicato al primo bacino tariffario un coefficiente theta tale da determinare un incremento della tariffa media del 9%; alle restanti utenze Cafc viene applicato un coefficiente di incremento più basso, in modo che il valore del ricavo totale dai due bacini tariffari coincida con il vincolo sui ricavi totali del gestore (VRG). Ai fini dello sviluppo della tariffa successivo al 2015, ci si è attenuti alle indicazioni del MTI, con le seguenti ulteriori precisazioni: - Si è ipotizzata la costanza dei costi operativi rispetto al valore preso come riferimento per il 2014, non considerando per il momento variazioni dei costi indotte dagli interventi di piano (ciò comporterà evidentemente l esigenza di determinare un nuovo valore di OPnew nei successivi periodi regolatori; - Si è ipotizzata la costanza di tutte le variabili di scala (numero di utenti, volumi erogati, consumi di energia elettrica), al netto dell incremento di costi dovuto alle variazioni sistemiche; - Si è ipotizzata la costanza dei costi operativi (rispetto al valore suddetto), in modo complementare alla previsione di assenza di meccanismi di efficientamento. Ciò equivale a dire che si prevede che i costi operativi effettivi e quelli riconosciuti in tariffa evolveranno con la medesima dinamica; - Si è ipotizzato che il costo dell energia elettrica resti identico al valore 2013; - Per il calcolo del CCN viene applicata ogni anno la formula prevista dal MTI: in questo modo il CCN evolve parallelamente ai ricavi; - Viene azzerato l importo dei contributi in conto esercizio (in quanto altrimenti andrebbe previsto un analogo importo anche nella voce ricavi); - Le spese annue per l Ente d Ambito sono pari al valore 2013; - Per il rimborso dei mutui ai comuni, si sono utilizzati i piani di ammortamento in possesso di CATO; - Per i mutui già contratti dal gestore, si sono utilizzati i piani di ammortamento forniti dall azienda. In merito agli investimenti, sono stati considerati gli investimenti previsti dal piano d ambito. Si è preferito adottare la scelta, suggerita anche dalla Del. AEEGSI 643/2013, di considerare l importo totale annuo ed applicare ad esso un aliquota di ammortamento corrispondente alla media ponderata delle vite utili dei cespiti attualmente nel patrimonio dei gestori. E stato azzerato l importo dei lavori in corso, ipotizzando che quelli in essere al vengano conclusi e si sommino agli importi previsti nel Agli importi pianificati si è aggiunto un importo per gli allacciamenti, ipotizzati costanti rispetto al valore AM/AM G-RELGN docx 8 di 24
11 3.1.2 Lo sviluppo del piano economico-finanziario L elaborazione del piano economico-finanziario (PEF) ai sensi del D.Lgs. 152/06 consiste nei seguenti elaborati: - conto economico previsionale - rendiconto finanziario previsionale - indicatori di equilibrio finanziario Il conto economico è costruito in forma scalare. Si considerano tra i ricavi quelli da tariffa (evidenziando separatamente la quota FoNI) e quelli delle altre attività idriche (così individuate ai sensi del MTI, e per i quali vengono mantenuti costanti i valori 2013). Vengono inoltre considerati (mantenendo costanti gli importi rispetto al 2013) i costi capitalizzati. Come già evidenziato, si assume che il costo operativo di riferimento sia pari al valore di OPnew2014. Ai fini del conto economico, tra i costi vengono considerati tutti i costi ammessi alla copertura tariffaria (cioè sia quelli che compongono l aggregato COend che i costi per l energia elettrica (COee), acquisto di servizi da grossisti (COws) e altri costi ammessi (COaltri). Vengono poi sommate le voci di costo relative al servizio idrico ma non ammesse in tariffa. Per tutti questi valori viene considerato l importo esposto nella raccolta dati effettuata per l AEEGSI (Foglio Dati di conto economico ). Vengono considerati i flussi di ammortamento e di oneri finanziari derivanti dagli investimenti passati, cui si sommano quelli nuovi. Si è adottata la convenzione di mantenere per gli investimenti pregressi i piani di ammortamento originari, mentre per i nuovi investimenti vengono utilizzati i coefficienti di ammortamento previsti dall AEEGSI, applicati al valore storico di acquisizione dei cespiti, a partire dall anno di entrata a libro cespiti, che come detto si ipotizza essere il medesimo anno in cui l investimento è pianificato. Per gli investimenti effettuati a partire dal 2014, si adotta la convenzione di considerarli come investimenti indistinti, applicando l aliquota media. Analogamente viene trattato il rilascio di fondi in precedenza accantonati. Un cenno a parte merita il trattamento contabile del FoNI (per la parte destinata a nuovi investimenti). L AEEGSI stabilisce che tale flusso va considerato a fini regolatori come un contributo a fondo perduto. Tuttavia ciò pone un problema non irrilevante, in quanto l importo corrispondente andrebbe: - considerato come imponibile a fini fiscali, calcolando un risconto per imposte anticipate negli esercizi successivi; - accantonato a riserve a fini civilistici, riscontando in ogni successivo esercizio il valore corrispondente alla quota di ammortamento. AM/AM G-RELGN docx 9 di 24
12 Questo approccio contabile, che i principi contabili suggeriscono per i contributi a fondo perduto, genererebbe impatti molto pesanti sui conti economici dei primi anni, compensati dal fatto che i risconti attivi spostano l utile agli esercizi successivi. Viene adottato pertanto un principio contabile diverso, già utilizzato da numerosi gestori. Esso consiste nell imputare interamente all esercizio il ricavo da FoNI senza accantonamenti; la quota parte di utile che ne risulta viene tuttavia accantonata a riserve indisponibili. In stato patrimoniale, questo porta a una diversa contabilizzazione dell importo, che nel primo caso va inserito nelle altre riserve, che vengono annualmente dedotte dell importo del risconto; nel secondo caso, l importo viene iscritto a patrimonio netto come riserva non disponibile. Tra i costi finanziari si considerano gli oneri già pianificati per il rimborso dei prestiti in essere, e quelli previsti per i nuovi finanziamenti (cfr. oltre). Il rendiconto finanziario è a sua volta costruito su base annua e in forma scalare; il saldo annuo esprime il fabbisogno netto da finanziare in ciascun anno. Il calcolo riporta anche il flusso cumulato, sommando in ciascun esercizio il saldo dei precedenti. Nello schema-tipo predisposto dall AEEGSI, esso comprende gli importi delle rate già pianificate per il servizio dei debiti attualmente in essere. I flussi di cassa in uscita a valle del margine operativo lordo post-tax, dunque, includono le spese per i nuovi investimenti e il servizio dei debiti già contratti, ma non quelli per i nuovi finanziamenti. In tal modo il prospetto permetterebbe di calcolare annualmente il saldo netto da finanziare, ma non gli indicatori di equilibrio finanziario. In aggiunta a tale ricostruzione, pertanto, al fine di simulare l andamento degli indicatori di equilibrio finanziario e di bancabilità, si è provveduto ad impostare un calcolo standardizzato delle modalità di finanziamento, con il fine di valutarne l impatto sul conto economico ed effettuare una previsione della dinamica dell indebitamento nelle varie ipotesi di sviluppo tariffario. I parametri di questa simulazione prevedono che in ogni esercizio venga acceso un finanziamento dell importo strettamente necessario per riportare in terreno positivo il saldo netto. I finanziamenti sono sempre di una durata di 25 anni, con uno spread del 2% sul tasso EuIrs a 25 anni. Il modello consente di ipotizzare anche forme di finanziamento diverse, come l emissione di bond (con rimborso del capitale alla scadenza e pagamento di una cedola annuale come quota interessi) e la sottoscrizione di capitale proprio. Tali ipotesi non sono state tuttavia prese in esame nella presente elaborazione, anche valutando che la loro fattibilità sembra legata alla possibilità di conseguire adeguate economie di scala finanziarie attraverso un veicolo unico per l intero ATO (o per l intera regione). AM/AM G-RELGN docx 10 di 24
13 Si fa poi l ulteriore ipotesi che eventuali fabbisogni negativi (avanzi di cassa) vengano investiti a breve e svincolati nell anno successivo, generando interessi attivi calcolati sulla base del rendimento dei titoli di stato adottato dal MTT. Vengono calcolati i seguenti indici, per i quali viene fornita in tabella una sintetica descrizione e un criterio per interpretarne il valore: DSCR ADSCR LLCR 1 Fabbisogno finanziario Debito residuo PFN/EBITDA PFN/PN Ebitda/interestCoverage Ratio Ebit/InterestCoverage Ratio Che cos è E il rapporto tra il servizio del debito e il flusso di cassa libero (ossia ciò che resta dei ricavi una volta pagati i costi operativi) E il valore medio di DSCR lungo tutta la durata del piano E il rapporto tra il valore attuale dei flussi di cassa liberi a partire da un certo anno e il valore del debito residuo in quell anno Misura la differenza tra entrate e uscite di cassa E l importo, in valore assoluto, del livello di indebitamento nell anno in cui termina l affidamento E il rapporto, in ogni anno, tra il livello di indebitamento complessivo e il margine operativo lordo E il rapporto, in ogni anno, tra il livello di indebitamento e il patrimonio netto. Un valore più elevato di questo indicatore mostra un elevato impiego della leva finanziaria, e un maggiore rischio per il finanziatore Tabella 3-1:Gli indicatori finanziari e il loro significato Che cosa indica Esprime la capacità della gestione di ricavare i flussi di cassa necessari per assicurare il servizio del debito. Di solito le banche richiedono un valore prudenzialmente superiore all unità Il significato è simile a quello dell indicatore precedente Un profilo equilibrato richiede che il fabbisogno non cresca nel tempo: gli avanzi futuri devono servire per coprire il rimborso dei debiti contratti nei periodi in cui il fabbisogno è positivo Tendenzialmente, l equilibrio finanziario richiede che alla scadenza dell affidamento il gestore sia in grado di estinguere i debiti contatti; i flussi di cassa accumulati, compreso l indennizzo spettante al termine dell affidamento per gli investimenti non ancora ammortizzati, devono essere sufficienti a ripagarne l importo. E altresì importante che il valore del debito decresca nel tempo, almeno per un numero di anni significativo, prima del termine dell affidamento, e che il debito non mostri tendenze esplosive Sebbene tale valore non sia univoco e dipenda dal tipo di attività, in generale il mercato finanziario richiede che il livello di indebitamento non sia superiore a 4 volte il MOL Sebbene tale valore non sia univoco e dipenda dal tipo di attività, in generale il mercato finanziario richiede che il livello di indebitamento non sia superiore a 2 volte il patrimonio netto Misura la capacità della gestione di rimborsare almeno il costo degli interessi passivi (eventualmente sospendendo gli investimenti) Misura la capacità della gestione di rimborsare almeno il costo degli interessi passivi, anche a valle degli investimenti 1 Il calcolo di questo indicatore presuppone che si conosca l importo dell indennizzo che il gestore riceve al termine dell affidamento per gli asset non ancora ammortizzati. Non conoscendo i criteri che l AEEG sceglierà di utilizzare per questa fondamentale variabile, il calcolo dell indicatore viene in questa sede omesso in quanto non significativo. Il modello è tuttavia costruito per poterlo calcolare, una volta che l indennizzo sia noto AM/AM G-RELGN docx 11 di 24
14 4 SINTESI DELLE ELABORAZIONI 4.1 Il piano di investimento approvato Si sono considerati gli importi e i profili temporali risultanti dall elaborazione realizzata da In.Ar.Co srl ai quali vengono sommati gli importi relativi agli allacciamenti per ciascuna delle annualità del piano, riassunti nella tabella che segue. anno importo a collaudo Investimenti pro-capite cfp_ps cfp_r cfp_tot FoNI CF+FoNI Investimenti a carico tariffa M /ab/anno M M M M M % M % ,5 29,3 1,6 1,4 3,0 0,7 3,7 30% 8,8 70% ,0 44,4 6,2 1,9 8,1 2,3 10,4 55% 8,6 45% ,0 44,3 7,1 2,4 9,5 3,9 13,4 70% 5,6 30% ,1 47,0 1,4 3,8 5,2 6,0 11,2 56% 8,9 44% ,7 52,9 0,1 1,9 2,0 7,3 9,3 41% 13,4 59% ,7 52,9 0,1 1,9 2,0 8,7 10,7 47% 12,0 53% ,7 52,9 0,1 1,9 2,0 9,6 11,6 51% 11,1 49% ,7 52,9 0,1 1,9 2,0 10,4 12,4 55% 10,3 45% ,7 52,9 0,1 1,9 2,0 10,3 12,2 54% 10,4 46% ,7 52,9-1,9 1,9 10,0 11,9 52% 10,8 48% ,7 52,9-1,9 1,9 7,5 9,4 42% 13,3 58% ,7 52,9-1,9 1,9 7,5 9,4 41% 13,3 59% ,7 52,9-1,9 1,9 7,7 9,6 42% 13,1 58% ,7 52,9-1,9 1,9 7,8 9,7 43% 13,0 57% ,7 52,9-1,9 1,9 7,8 9,6 43% 13,0 57% ,7 52,9-1,9 1,9 7,9 9,8 43% 12,9 57% ,7 52,9-1,9 1,9 8,6 10,5 46% 12,2 54% ,7 52, ,7 8,7 38% 14,0 62% ,7 52, ,8 8,8 39% 13,9 61% ,7 52, ,8 8,8 39% 13,9 61% ,7 52, ,7 8,7 38% 14,0 62% ,7 52, ,8 8,8 39% 13,9 61% ,7 52, ,7 8,7 38% 14,0 62% ,7 52, ,7 8,7 39% 13,9 61% ,7 52, ,8 8,8 39% 13,9 61% ,7 52, ,6 8,6 38% 14,1 62% ,7 52, ,5 8,5 37% 14,2 63% ,7 52, ,3 8,3 37% 14,4 63% ,7 50, ,8 7,8 36% 13,9 64% ,7 50, ,5 7,5 35% 14,2 65% totale % % AM/AM G-RELGN docx 12 di 24
15 anno importo a collaudo Investimenti pro-capite cfp_ps cfp_r cfp_tot FoNI CF+FoNI Investimenti a carico tariffa M /ab/anno M M M M M % M % media annua 21,9 51,2 0,6 1,1 1,7 7,8 9,5 43% 12,4 57% Tabella 4-1:Volumi di investimenti complessivi lungo la durata del piano ( ) Si tratta di importi certamente impegnativi, superiori ai valori medi previsti dai piani d ambito in Italia (che ammontano a circa 37 /anno/ab); vale tuttavia la pena di ricordare che il valore presente nei piani d ambito è, per unanime giudizio di operatori ed esperti, notevolmente sottodimensionato rispetto alle reali necessità, discendendo oltre tutto da quanto era possibile fare date le regole tariffarie previste dal preesistente metodo normalizzato e i limiti che esso poneva. 4.2 Gli indicatori di equilibrio finanziario Nelle figure che seguono riportiamo la dinamica tariffaria, il livello di indebitamento e quella degli indicatori finanziari aventi base annua. La tariffa conosce un incremento cumulato complessivo del 45% che si raggiunge gradualmente negli anni finali del periodo di pianificazione. Applicando i tassi di incremento calcolati alle tariffe attuali ed ipotizzando di mantenere costante la struttura tariffaria, i costi per una famiglia standard (150 m3/anno) raggiungono un valore max di circa 264 /anno, che anche in questo caso si raggiunge con una progressione dolce e regolare. Gli indicatori finanziari calcolati evidenziano un ottimo equilibrio, seppure a fronte di un elevato volume di indebitamento che a regime si rende necessario per sostenere lo sforzo di investimento. Tutti gli indicatori consuetamente utilizzati si mantengono su valori di assoluta sicurezza, ben al di sotto delle soglie critiche solitamente considerate. In particolare, DSCR parte da un minimo di 2 per raggiungere un valore pari a 6 nella parte conclusiva del periodo (il valore soglia minimo è solitamente considerato 1,3). Lo stock di debito a MLT raggiunge un massimo di circa 55 M nel 2030, per scendere rapidamente negli anni successivi. Va inoltre evidenziato che il valore dell indennizzo a fine affidamento (221,8 M ) è ampiamente sufficiente a garantire la restituzione del debito residuo. Quest ultimo è infatti pari a 26 M ; si deve anche tener conto che l accumulo di liquidità determina un valore positivo del CCN, il cui saldo al 2043 è pari a circa 15 M. AM/AM G-RELGN docx 13 di 24
16 1,500 1,450 1,400 1,350 1,300 1,250 1,200 1,150 1,100 1,050 1,000 theta (2012 = 100) Grafico4-1:L andamento del coefficiente theta (incremento tariffario cumulato) Serie1 Serie2 Grafico4-2:Spesa familiare per 150 m3 AM/AM G-RELGN docx 14 di 24
17 60,0 50,0 40,0 30,0 20,0 10,0 - Debito residuo Grafico4-3: L andamento dell indebitamento a MLT 10,00 9,00 8,00 7,00 6,00 5,00 4,00 3,00 2,00 1, DSCR LLCR Grafico4-4:L andamento del DSCR e del LLCR AM/AM G-RELGN docx 15 di 24
18 2,50 2,00 1,50 1,00 0,50 0, PFN/Ebitda PFN/PN Grafico4-5:L andamento di PFN/Ebitda e PFN/PN 50,00 45,00 40,00 35,00 30,00 25,00 20,00 15,00 10,00 5,00 0, EBITDA/Interest coverage EBIT/Interest coverage Grafico4-6:L andamento Ebitda/interestcoverage ed EBIT AM/AM G-RELGN docx 16 di 24
19 4.3 Indicatori sintetici La tabella che segue illustra i principali indicatori sintetici. Indicatore Udm valore TIR unlevered % 17,30% TIR levered % 4,30% ADSCR n. 3,71 DSCR minimo n. 2,09 LLCR n. 1,05 Tabella 4-2: Indicatori sintetici per i tre gestori AM/AM G-RELGN docx 17 di 24
20 5 TABELLE CON I PRINCIPALI DATI ECONOMICI NEGLI ANNI DI SVIULPPO DEL PIANO Si riportano di seguito le tabelle che riportano in modo analitico lo sviluppo del piano (nelle componenti del conto economico e rendiconto finanziario) insieme all evoluzione temporale della tariffa, del ricavo totale ammesso e delle sue principali componenti. In particolare si allegano, nell ordine: - PIANO TARIFFARIO - CONTO ECONOMICO - RENDICONTO FINANZIARIO. AM/AM G-RELGN docx 18 di 24
21
22 COMPONENTI DI COSTO Opex a, Capex a e FNI new,a UdM PIANO TARIFFARIO SCHEMI REGOLATORI Op 2013 euro CO eff euro Op new,a euro nessuna variazione di obiettivi o attività del gestore: ( NO) oppure SI/NO SI presenza di variazioni negli obiettivi o nelle attività del gestore: (SI) 2_2014^2017 IP_t^exp euro UdM valore RAB MTT euro ^"2017" _"2014" IP_t^exp "RAB" _ "MTT" ω (SI) oppure 2 ^"2017" _"2014" IP_t^exp "RAB" _ "MTT" >ω (NO) SCHEMA REGOLATORIO (I, II, III, IV) IV UdM SI/NO SI Opex euro a end Opex euro a al Opex a euro OF a euro OFisc a euro AMM a euro CUIT a euro Capex a euro _^ euro Capex a euro FNI new,a euro SVILUPPO DEL VRG UdM 2.014, , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , ,00 Opex a euro Capex a euro FoNI a euro RC a TOT euro ERC a euro VRG a euro SVILUPPO DEL MOLTIPLICATORE TARIFFARIO UdM VRG a euro a-2 C b euro a-2 R b euro Σ tarif 2012 *vscal a-2 euro ϑ a n. 1,084 1,117 1,150 1,184 1,219 1,255 1,292 1,308 1,297 1,299 1,241 1,257 1,266 1,279 1,295 1,302 1,314 1,330 1,345 1,362 1,379 1,392 1,402 1,418 1,433 1,443 1,454 1,458 1,456 1,464 Limite al moltiplicatore tariffario (co. 9.3 All. A - MTI) n. 1,09 1,09 1,08 1,08 1,08 1,08 1,08 1,08 1,08 1,08 1,05 1,05 1,05 1,05 1,05 1,05 1,05 1,05 1,05 1,05 1,05 1,05 1,05 1,05 1,05 1,05 1,05 1,05 1,05 1,05 ϑ a applicabile n. 1,084 1,117 1,150 1,184 1,219 1,255 1,292 1,308 1,297 1,299 1,241 1,257 1,266 1,279 1,295 1,302 1,314 1,330 1,345 1,362 1,379 1,392 1,402 1,418 1,433 1,443 1,454 1,458 1,456 1,464 FONDO NUOVI INVESTIMENTI UdM AMM a FoNI euro FNI a FoNI euro CUIT a FoNI euro FoNI euro INVESTIMENTI UdM Investimenti al lordo dei contributi euro Contributi euro Investimenti al netto dei contributi euro CIN euro CIN fp euro OF/CIN % VALORE RESIDUO A FINE CONCESSIONE UdM valore Ip c,t euro FA IP,c,t euro CFP c,t euro FA CFP,c,t euro LIC euro VR a fine concessione euro
23 CONTO ECONOMICO UdM Ricavi da tariffe (al lordo del FoNI) euro Contributi di allacciamento euro Altri ricavi SII euro Ricavi da Altre Attività Idriche euro Totale Ricavi euro Costi Operativi (al netto del costo del personale) euro Costo del personale euro Totale Costi euro MOL euro Ammortamenti euro Reddito Operativo euro Interessi passivi euro Risultato ante imposte euro IRES euro IRAP euro Totale imposte euro Risultato di esercizio euro
24 CONTO ECONOMICO UdM Ricavi da tariffe (al lordo del FoNI) euro Contributi di allacciamento euro Altri ricavi SII euro Ricavi da Altre Attività Idriche euro Totale Ricavi euro Costi Operativi (al netto del costo del personale) euro Costo del personale euro Totale Costi euro MOL euro Ammortamenti euro Reddito Operativo euro Interessi passivi euro Risultato ante imposte euro IRES euro IRAP euro Totale imposte euro Risultato di esercizio euro
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