RELAZIONE SECONDO ANNO ANNO 2002

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1 REGIONE LIGURIA ASSESSORATO AGRICOLTURA E TURISMO Moltiplicazione, produzione e difesa della lavanda con tecniche biologiche ed eco-compatibili Regolamento CE n. 1257/1999 Misura c (3) Formazione Professionale - sottomisura 3.3 Progetti dimostrativi RELAZIONE SECONDO ANNO ANNO 2002

2 Introduzione Come ormai da tempo noto, la coltivazione delle piante genericamente definite "aromatiche" è ampiamente diffusa in molte zone italiane in conseguenza delle forti richieste dei mercati nazionali e di quelli del centro e del nord Europa, che impiegano tali specie sia come aromi da cucina, sia, soprattutto, come piante da ornamento. A partire dai primi anni '90, anche nella piana di Albenga la coltura di queste specie considerate "minori" si è fortemente diffusa fino a diventare, per superficie investita, una coltivazione confrontabile con le specie orticole e floricole allevate in zona. Si è passati, infatti, nella sola zona di Albenga, da alcune centinaia di migliaia di vasi prodotti annualmente fino al 1991 ai 4 milioni di vasi nel 1994, agli oltre 10 milioni nel 1997, fino agli stimati milioni del 1999 (dati Ispettorato Funzioni Agricole di Savona) che verranno certamente confermati se non superati nella campagna 2000/2001 che sta per partire. Complessivamente, inoltre, è possibile stimare che in questo notevole settore la lavanda rappresenti non meno del 30% della produzione globale di piante aromatiche. Tra i parassiti vegetali che oggi senza alcun dubbio causano i maggiori danni alle produzioni liguri di lavanda, un marciume radicale, causato da una Phytophthora è particolarmente preoccupante in tutte le fasi di coltivazione. Su di esso, già da alcuni anni si è concentrata l attenzione della ricerca al fine di comprendere i fattori in grado di influenzarne l epidemiologia. Solo in presenza di condizioni climatiche tipiche della stagione estiva, infatti, il patogeno è in grado di arrecare danni alle colture, mentre in periodi diversi da questo non provoca la comparsa di sintomi gravi, ma manifesta solo

3 alterazioni di lieve entità che rapidamente si aggravano con il sopraggiungere di temperature più elevate, prossime a 30 C. Successive osservazioni condotte dalla unità proponente il progetto hanno permesso di evidenziare che la malattia colpisce in maniera differente in funzione di: tipo di contenitore di coltivazione impiegato, presenza o meno di pacciamatura del terreno, presenza di sistemi di riduzione della intensità luminosa (ombrai), presenza o meno di sistemi di irrigazione soprachioma. Gli attacchi più gravi, infatti, sono stati osservati su piante allevate in vasi di plastica nera di piccola dimensione (14 cm di diametro), poste su teli pacciamanti neri ed in assenza di ombreggio o comunque posti sotto schermi ombreggianti in grado di ridurre l intensità luminosa a valori non superiori al 30% di quella naturale. La difesa nei confronti di questo parassita può essere effettuata applicando tecniche a basso impatto ambientale. Recenti lavori effettuati sulla valutazione delle possibilità offerte da adozione di strategie di lotta chimica, inoltre, hanno permesso di evidenziare che l'azoxystrobin (0,25 g/l) ed il metalaxyl (7,5 mg/l) sono apparsi i principi attivi più interessanti dal punto di vista dell'efficacia. La lotta chimica costituisce, quindi, una possibile alternativa per la difesa della lavanda allevata in vaso

4 contro gli attacchi di P. nicotianae, anche se le strategie di lotta agronomica sono preferibili dal punto di vista ambientale, ma talvolta non economicamente accettabili. L'uso di mezzi chimici, inoltre, è soggetto alle normative legali di impiego: su lavanda, come pianta aromatica, non sono registrati azoxystrobin, metalaxyl, phosethyl-al, propamocarb e furalaxyl. L'impiego di mezzi biologici di lotta non pare oggi una tecnica rapidamente trasferibile, mentre, sulla base di lavori condotti sempre dall'unità proponente il presente progetto, l'adozione di cultivar o selezioni parzialmente suscettibili o resistenti al parassita associata ad una serie di pratiche agronomiche opportune (quali l ombreggiamento, la dimensione dei vasi, il tipo di substrato), invece, sembra certamente la tecnica più promettente e trasferibile nel comune uso pratico. Nonostante ciò, però, l'interesse su mezzi biologici potenzialmente disponibili resta alto, in quanto fondamentale per permettere lo sviluppo di forme di coltivazione produzione biologica, oggi molto richieste sui mercati al consumo. Si riscontra, quindi, la necessità di offrire agli agricoltori soluzioni concrete per la moltiplicazione e la produzione di piante di lavanda con tecniche ammesse in agricoltura biologica, associando a questo la difesa nei confronti del patogeno chiave sopra descritto (l'agente del marciume radicale della lavanda) in considerazione, anche, dei seguenti aspetti critici: - scarse conoscenze in merito a dettagliate pratiche e tecniche di moltiplicazione e produzione con l uso esclusivo di fattori produttivi ammessi in agricoltura biologica; - scarsa se non nulla disponibilità di mezzi chimici di difesa

5 - necessità di ridurre al minimo l impatto ambientale della coltivazione della lavanda - necessità di offrire agli agricoltori tecniche effettivamente ed immediatamente applicabili in campo - necessità di esitare sul mercato un prodotto conforme con le disposizioni di legge per la produzione della lavanda e, contemporaneamente, in grado di identificare il prodotto finito quale risultato di una filiera di produzione interamente biologica In particolare, attraverso questo progetto si propongono soluzioni innovative e facilmente applicabili dagli agricoltori, come di seguito descritto: - illustrare e dimostrare la disponibilità e l efficacia di fattori produttivi per la lavanda autorizzati in agricoltura biologica - offrire agli agricoltori informazioni circa le possibilità di propagazione e coltivazione secondo tecniche biologiche di facile applicazione a livello aziendale. - limitare gli attacchi del marciume radicale mediante adozione di selezioni resistenti naturalmente al patogeno; - illustrare agli agricoltori le possibilità di uso di tali selezioni; - la collaborazione con l Istituto tecnico D. Aicardi di Albenga ed in particolare, con il coinvolgimento degli studenti delle classi IV e V, intende raggiungere un duplice obiettivo: informare gli agricoltori e formare i futuri tecnici.

6 Risultati dell attività dimostrativa Le attività dimostrative sono state organizzate in modo da permettere l'ottenimento di risultati immediatamente trasferibili nella pratica. In particolare, sono stati adottati, per la valutazione delle possibilità di coltivazione biologica e di impiego di selezioni resistenti al marciume radicale della lavanda, protocolli in grado di evidenziare le potenzialità e la trasferibilità dell'iniziativa. Inoltre, con l'adozione di strategie di moltiplicazione e produzione biologiche adattabili per la lavanda si intende aumentare la diffusione di tale tecnica presso i coltivatori stessi. Poiché il parassita chiave è P. nicotianae, per illustrare le tecniche di lotta a basso impatto ambientale agli agricoltori sono state messe in campo piante secondo un protocollo in grado di offrire la possibilità di vedere direttamente applicati i risultati da tempo indicati dalla ricerca e dalla sperimentazione. Le regole dell agricoltura biologica in floricoltura La lavanda viene commercializzata prevalentemente come pianta da ornamento e, come noto, nel settore del florovivaismo si stanno moltiplicando i tentativi di applicare le regole e le procedure di produzione dell agricoltura biologica; in Europa, questa tendenza è stimolata, almeno in queste fasi iniziali, dal nascente interesse di consumatori del nord verso un prodotto (fiori e piante ornamentali) non sottoposto a trattamenti con prodotti di sintesi e coltivato con ridotti consumi energetici. Esistono, tuttavia, difficoltà oggettive da superare in questo settore. Cerchiamo di analizzarne brevemente le principali: 1. la pianta da ornamento rappresenta la soddisfazione di un bisogno accessorio per l uomo in cui la componente estetica ha la prevalenza su altri fattori. I fiori e le piante ornamentali devono, quindi, essere il più possibile prive di difetti ed esenti da tracce di attacchi di patogeni; in altri termini, devono essere o rappresentare qualcosa che difficilmente in natura si trova; 2. il materiale propagativo deve essere prodotto applicando le regole dell agricoltura biologica: questo settore è assai complicato e di difficile approccio, anche per quanto appena sopra

7 espresso; oltre a questo, il mercato delle giovani piante da fiore ed ornamentali biologiche è, per il momento, così limitato da renderlo ancora poco interessante sotto il profilo commerciale, beneficiando, quindi, di limitati investimenti operati prevalentemente da piccole aziende, spesso specializzate in particolari settori. A conferma di ciò, sta il fatto che una guida al biologico come Tuttobio (Tuttobio 2002), vero e proprio vademecum del settore, non riporta alcuna informazione relativa al comparto floricolo e non prende in considerazione la produzione biologica di piante ornamentali. Tuttavia, si sta accrescendo l interesse delle maggiori aziende vivaistiche e sementiere, facendo prevedere un sicuro sviluppo del settore; 3. i mezzi di difesa nei confronti dei parassiti devono essere sufficientemente efficaci, autorizzati all uso, quando prescritto, e disponibili sul mercato per combattere fitopatie delle differenti specie da fiore. In questo caso, il problema maggiore consiste nell effettiva reperibilità dei mezzi di difesa che, normalmente, posseggono attività specifica nei confronti di uno o di pochi parassiti, per cui è necessario metterne a punto numerosi per poter garantire, su una singola specie da fiore, una sufficiente protezione; 4. i concimi devono essere in grado di fornire tutti gli elementi nutritivi necessari per conferire alle piante ottimali caratteristiche di dimensione, di colore e di aspetto e devono essere conformi alle normative in vigore; 5. i substrati di coltivazione, anch essi in regola con le norme dettate dal Regolamento CE 2092/91, devono garantire ideali condizioni di sviluppo dell apparato radicale e, preferibilmente, essere dotati anche di una attività repressiva nei confronti dei parassiti del terreno; 6. le tecniche di coltivazione devono soddisfare le esigenze di produzioni quantitativamente e qualitativamente elevate, almeno per il momento confrontabili con quelle ottenute con l adozione di tecniche convenzionali ; 7. infine, i contenitori impiegati per le coltivazioni in vaso dovrebbero essere disponibili in materiali biodegradabili per poterli almeno compostare al termine del loro impiego.

8 Alcuni lavori sono già stati condotti per la messa a punto di tecniche di produzione a basso impatto ambientale nel settore floricolo ed alcuni problemi sono stati affrontati ed in parte risolti, anche se, spesso, si è teso a trovare la soluzione dei singoli problemi e non si è proceduto con una visione più generale di messa a punto di strategie operative. L approccio che sempre più spesso si cerca di seguire riguarda l applicazione del già citato concetto di filiera, ovvero il tentativo di ottenere una produzione in armonia con il Regolamento CE 2092/91, applicando insieme tutte le tecniche ed i fattori di produzione compatibili con tale regolamento. I fattori produttivi per la lavanda autorizzati in agricoltura biologica Molto limitata, anche se crescente, è la disponibilità di fattori produttivi in agricoltura biologica; nella tabella seguente si riportano i mezzi di difesa ammessi e, quindi, applicabili anche in floricoltura e sulle colture aromatiche. Elenco dei prodotti fitosanitari utilizzabili in agricoltura biologica ai sensi dell allegato IIB del REG CEE 2092/91 e successive modifiche e integrazioni (Fonte: S.I.N.A.B., Sistema Unico Nazionale sull Agricoltura Biologica Ministero delle Politiche Agricole e Forestali) Prodotto Avversità contenute o attività Sostanze di origine vegetale o animale Azadiractina A Sali potassici di acidi grassi Lecitina Piretrine Quassia Rotenone Bacillus thuringiensis sub. Aizawai Bacillus thuringiensis sub. Kurstaki Bacillus thuringiensis sub Tenebrionis Beauveria bassiana Funghi diversi: Aschersonia aleyrodis Metarhizium anisopliae Verticilluim lecanii Arthrobotrytis regularis Paecilomyces lilacinus Aspergillus spp. Penicillium spp. ortotteri, imenotteri, omotteri, coleotteri, lepidotteri, ditteri, eterotteri, tisanotteri. attività antioidica e insetticida. funghi agenti di oidio. afidi, aleurodidi, ditteri, spille. afidi, tripidi, altiche, tentredini, altri insetti (non esistono prodotti registrati in Italia). afidi, coleotteri, ditteri, tripidi, altri insetti. larve di lepidotteri, coleotteri, ditteri. larve di lepidotteri, coleotteri, ditteri. larve di lepidotteri, coleotteri, ditteri. aleurodidi, tripidi, afidi e ragnetto rosso. neanidi di coccidi e aleirodidi. antonomo del melo e altri. afidi, aleurodidi, tripidi. nematodi. nematodi. Sclerotinia spp. e Rhizoctonia spp. Pythium spp. e Phytophthora spp.

9 Gliocladium spp. Fusarium oxysporum Rhizoctonia spp. agenti di tracheofusariosi. Ampelomyces quisqualis agenti di oidio. Coniothyrium minitans Sclerotinia spp. Trichoderma harzianum Sclerotinia spp., Rhizoctonia spp. Streptomyces griseoviride funghi patogeni del terreno, in particolare su ciclamino contro Fusarium sp., e su garofano. contro Fusarium oxysporum f.sp. dianthi. Sostanze da utilizzare soltanto in trappole e/o distributori Metaldeide Chiocciole e limacce Feromoni Lepidotteri, coleotteri, ditteri, rincoti Deltametrina Afidi, aleirodidi, cocciniglie, coleotteri, lepidotteri, psille, tripidi Lambda-cialotrina Afidi, aleirodidi, cocciniglie, coleotteri, lepidotteri, psille, tripidi Altre sostanze di uso tradizionale in agricoltura biologica Idrossido, Ossicloruro, Solfato di rame di rame, Ossido rameoso Ampio spettro di azione fungicida Sali potassici di acidi grassi Afidi, aleirodidi, tignole, psille, tripidi Olio di paraffina Ampio spettro di azione insetticida Oli minerali Ampio spettro di azione insetticida Zolfo Oidio, acari I prodotti per la concimazione e l ammendamento Nome Descrizione, requisiti in materia di composizione, condizioni per l uso Prodotti composti o contenenti unicamente le sostanze riportate nell elenco seguente : Letame Prodotto costituito dal miscuglio di escrementi animali e da materiali vegetali (lettiera) Necessità riconosciuta dall organismo di controllo o dall autorità di controllo Indicazione delle specie animali Proveniente unicamente da allevamenti estensivi ai sensi dell articolo 6, paragrafo 5 del Reg. Cee n. 2328/91 del Consiglio, modificato da ultimo dal Reg. Ce n. 3669/93 Letame essiccato e deiezioni avicole disidratate Necessità riconosciuta dall organismo di controllo o dall autorità di controllo. Indicazione delle specie animali. Proveniente unicamente da allevamenti estensivi ai sensi dell articolo 6, paragrafo 4 del Reg. CEE) n.2328/91. Deiezioni animali, compostate, inclusa la pollina ed il letame Necessità riconosciuta dall organismo di controllo o dall autorità di controllo. Indicazioni delle specie animali. Proibiti se provenienti da allevamenti industriali

10 Escrementi liquidi di animali (liquame, urina, ecc.) Impiego previa fermentazione controllata e/o diluizione adeguata. Necessità riconosciuta dall organismo di controllo o dall autorità di controllo. Indicazioni delle specie animali. Proibiti se provenienti da allevamenti industriali. Rifiuti domestici trasformati in compost Compost di rifiuti domestici separati selettivamente all'origine. Solo rifiuti vegetali e animali. Prodotto in un sistema di raccolta chiuso e sorvegliato, approvato dallo Stato membro. Concentrazioni massime in mg/kg di materia secca: cadmio: 0.7; rame 70; nichel 25; piombo 45; zinco 220; mercurio 0.4; cromo (totale) 70; cromo (VI) 0. Torba Impiego limitato all orticoltura (colture orticole, floricole, arboricole, vivai) Argille (perlite, vermiculite,ecc.) Residui di fungaie La composizione iniziale del substrato deve essere limitata ai prodotti del presente elenco Deiezioni di vermi (Vermicompost) e di insetti Guano Miscela composta di materiali vegetali I prodotti o sottoprodotti di origine animale citati di seguito: - Farina di sangue - Polvere di zoccoli - Polvere di corna - Polvere di ossa, anche degelatinata - Nero animale (carbone animale) - Farina di pesce - Farina di carne - Pennone - Lana - Pellami - Pelli e crini - Prodotti lattiero-caseari Prodotti e sottoprodotti organici di origine vegetale per la fertilizzazione (ad es. farina di panelli di semi oleosi, guscio di cacao, radichette di malto,ecc.) Necessità riconosciuta dall organismo di controllo o dall autorità di controllo Necessità riconosciuta dall organismo di controllo o dall autorità di controllo Necessità riconosciuta dall organismo di controllo o dall autorità di controllo Concentrazione massima in mg/kg di materia secca di cromo (VI) :0

11 Alghe e prodotti a base di alghe Se ottenuti direttamente mediante: -i) processi fisici, comprendenti la disidratazione, congelamento e macinazione - ii) estrazione con acqua o soluzione acida e/o alcalina - iii) fermentazione Necessità riconosciuta dall'organismo di controllo o dall'autorità di controllo Segatura e trucioli di legno Legname non trattato chimicamente dopo l abbattimento Cortecce compostate Legname non trattato chimicamente dopo l abbattimento Cenere di legno Proveniente da legname non trattato chimicamente dopo l abbattimento Fosfato naturale tenero Fosfato allumino-calcico Scorie di defosforazione Prodotto definito dalla direttiva 76/116/CEE del Consiglio, modificata dalla direttiva 89/284/CEE. Tenore in cadmio inferiore o pari a 90 mg/kg di P2O5. Prodotto definito dalla direttiva 76/116/CEE del Consiglio, modificata dalla direttiva 89/284/CEE. Tenore in cadmio inferiore o pari a 90 mg/kg di P 2 O 5. Impiego limitato ai terreni basici (ph>7,5). Necessità riconosciuta dall organismo di controllo o dall autorità di controllo. Sale grezzo di potassio (ad es. kainite, silvinite, ecc.) Necessità riconosciuta dall organismo di controllo o dall autorità di controllo. Solfato di potassio contenente sale di magnesio Borlande ed estratti di borlande Necessità riconosciuta dall organismo di controllo o dall autorità di controllo Derivato da sale grezzo di potassio. Escluse le borlande estratte con sali ammoniacali Carbonato di calcio di origine naturale (ad es.: creta, marna, calcare macinato, litotamnio, maerl, creta fosfatica, ecc.) - Carbonato di calcio e magnesio di origine naturale (ad es. creta magnesiaca, calcare magnesiaco macinato, ecc.) Solfato di magnesio (ad es.: kieserite) Unicamente di origine naturale Necessità riconosciuta dall organismo di controllo o dall autorità di controllo Soluzione di cloruro di calcio Trattamento fogliare su melo, dopo che sia stata messa in evidenza una carenza di calcio Necessità riconosciuta dall organismo di controllo o dall autorità di controllo

12 Solfato di calcio (gesso) Prodotto definito dalla direttiva 76/116/CEE modificata dalla direttiva 89/284/CEE Unicamente di origine naturale Fanghi industriali provenienti da zuccherifici Necessità riconosciuta dall organismo di controllo o dall autorità di controllo. Solo per un periodo che termina il 31 marzo Zolfo elementare Prodotto definito dalla direttiva 76/116/CEE modificata dalla direttiva 89/284/CEE. Necessità riconosciuta dall organismo di controllo o dall autorità di controllo. Oligoelementi Oligoelementi inclusi nella direttiva 89/530/CEE. Necessità riconosciuta dall organismo di controllo o dall autorità di controllo. Cloruro di sodio Unicamente salgemma. Necessità riconosciuta dall organismo di controllo o dall autorità di controllo. Farina di roccia Le pratiche agronomiche I risultati ottenuti hanno messo in evidenza che il luogo di coltivazione influenza in modo significativo la sanità delle piante: coltivazioni effettuate sotto schermo ombreggiante presentano, infatti, una ridotta incidenza della malattia, inferiore di oltre il 50% rispetto a quelle mantenute in piena aria. La gravità dell'alterazione appare decisamente maggiore su piante in vasi di 2 litri di capacità rispetto a quelle in contenitori di 3,5 litri, anche in relazione al sito di coltivazione. L'impiego di vasi di plastica o terracotta non sembra influenzare la gravità della malattia in pieno campo; un apprezzabile riduzione della stessa è stata, invece, osservata allevando la lavanda in contenitore di terracotta sotto schermo ombreggiante. I trattamenti chimici effettuati per bagnatura del terreno con una miscela di metalaxil + folpet, non oltre 10 giorni dopo il trapianto, non sono sempre parsi in grado di ridurre l'incidenza della malattia. In conclusione, il marciume radicale causato da P. nicotianae su lavanda appare fortemente legato al luogo di coltivazione: le

13 temperature dell aria e del terreno e l'intensità luminosa sembrano essere fattori determinanti per lo sviluppo del parassita. In particolare, la temperatura cui sono esposte le radici sembra essere il fattore in grado di favorire maggiormente il patogeno nel suo processo infettivo a carico dei tessuti radicali. Dal punto di vista pratico, i risultati ottenuti, pertanto, indicano come valida soluzione la coltivazione delle piante di lavanda sotto schermo ombreggiante. Le cultivar resistenti o meno suscettibili La verifica dell esistenza di diversa suscettibilità a P. nicotianae di specie, cultivar o selezioni di lavanda, coltivate nella zona di Albenga, ha messo in evidenza l esistenza, in alcune di esse, di una ridotta suscettibilità al patogeno. A partire da una serie di cultivar e di selezioni di Lavandula sp., sono stati effettuati saggi per valutare la sensibilità a P. parasitica. Alcune di queste selezioni sono state raccolte presso agricoltori della zona di Albenga in quanto erano apparse, nel corso di osservazioni in campo, meno suscettibili all attacco del parassita. Le piante sono state coltivate in vasi di polietilene nero di 14 cm di diametro e 1,5 litri di capacità utilizzando un substrato a base di torba, corteccia compostata e argilla, largamente impiegato nella zona di Albenga per la coltivazione di piante aromatiche in vaso. Tutte le piante ottenute sono state poste in pieno campo; una parte è stata allevata in assenza di inoculazione artificiale del patogeno mentre altre piante sono state inoculate, al momento del trapianto in vaso, con il patogeno. L'inoculazione del patogeno, necessaria per rendere sicura la presenza della malattia, è stata

14 effettuata un giorno prima del trapianto delle talee radicate mediante miscelazione al substrato dell'inoculo artificiale, moltiplicato su cariossidi di grano e semi di canapa alla dose di circa 3 Kg di inoculo/m 3 di substrato. La densità colturale impiegata è stata pari a 30 vasi/m² ed il metodo di irrigazione adottato è stato quello per aspersione soprachioma, comunemente impiegato nell'area di Albenga per la coltivazione in vaso di questa specie. I rilievi sono stati effettuati conteggiando il numero di piante morte per parcella. Specie e selezioni di lavanda raccolte nella zona di Albenga e sottoposte a verifica della sensibilità varietale a P. parassitica Selezioni n Classificazione botanica L1 Selezione locale di L. officinalis L2 Selezione locale di L. officinalis L3 Selezione locale di L. officinalis L4 Selezione locale di L. officinalis L5 Selezione locale di L. officinalis L6 Selezione locale di L. officinalis C1 Lavandula x Allardii (L. dentata x L. latifolia) C2 L. angustifolia Rosea C3 L. angustifolia Nana C4 L. angustifolia Hidcote C5 L. angustifolia x intermedia Dutch C6 L. angustifolia x intermedia Alba C7 L. angustifolia x intermedia Grosso Ad ogni rilievo, le piante morte sono state eliminate, avendo cura di asportare anche il contenitore di coltivazione. I risultati ottenuti sulle piante allevate su terreno infetto hanno messo in evidenza che, nelle condizioni in cui si è operato, le selezioni e le varietà prese in considerazione non hanno manifestato completa resistenza nei confronti di P. parasitica, bensì una parziale tolleranza, variabile, talvolta, tra le diverse prove.

15 Prove effettuate su terreno infetto. Percentuale di piante di lavanda colpite da P. parasitica. Selezioni % di piante colpite al termine delle prove e varietà Prova 1 Prova 2 Prova 3 L1 13,9 a (*) 43,8 a 86,3 de L2 60,3 c 85,0 b 26,3 bc L3 11,3 a 33,8 a 3,8 a L4 11,3 a 27,5 a 11,3 ab L5 6,3 a 30,0 a 32,5 c L6 2,5 a 47,5 a 33,8 c C1 1,3 a 40,0 a 11,3 ab C2 81,3 d 100,0 b 97,5 de C3 93,9 d 96,3 b 98,8 e C4 85,7 d 95,0 b 82,5 d C5 33,8 b 33,8 a 22,5 bc C6 77,5 cd 81,3 b 83,8 de C7 n.v. ( ) - n.v. - 93,3 de (*) I valori della medesima colonna seguiti dalla stessa lettera non differiscono significativamente tra loro secondo il test di Duncan (P=0,05). ( ) Non valutata. Dal confronto tra i risultati ottenuti, appaiono costanti i risultati forniti dalle selezioni L3, L4, L5, L6 (selezioni locali di L. officinalis), C1 (Lavandula x Allardii) e C5 (L. angustifolia x intermedia Dutch ), che risultano le meno suscettibili al parassita, mentre altamente suscettibili appaiono le selezioni C2 (L. angustifolia Rosea ), C3 (L. angustifolia Nana ), C4 (L. angustifolia Hidcote ), C6 (L. angustifolia x intermedia Alba ) e C7 (L. angustifolia x intermedia Grosso ). Le selezioni L1 e L2 (selezioni locali di L. officinalis), invece, hanno mostrato un suscettibilità al parassita variabile tra le prove, probabilmente correlabile, almeno in parte, con l andamento climatico del periodo di coltivazione.

16 Le medesime verifiche sulla sensibilità varietale al parassita sono state effettuate su terreno non inoculato; la coltivazione è avvenuta negli stessi ambienti prescelti per l allevamento delle piante inoculate, avendo cura di separare spazialmente le prove. Nelle prime due prove sono stati osservati lievi attacchi del patogeno, probabilmente giunto a contatto con l apparato radicale di una parte delle piante saggiate a partire dalle piante inoculate. Nel corso della terza prova, invece, violenti attacchi di P. parasitica si sono manifestati sulla coltura, probabilmente in conseguenza delle abbondanti piogge che si sono abbattute nella prima metà di agosto e che hanno allagato completamente il terreno su cui avveniva la coltivazione. Occorre, infatti, rammentare che la coltivazione delle specie aromatiche avviene su terreno spianato, rullato e coperto con telina antialga: operando in questa maniera, l acqua d irrigazione, distribuita a pioggia, tende a bagnare tutta la superficie del terreno, creando condizioni favorevoli alla diffusione di parassiti zoosporici, quale è P. parasitica. Anche in presenza di un infezione che in questo caso potremmo considerare naturale, il comportamento delle diverse cultivar e selezioni nei confronti del parassita è stato analogo a quanto osservato allevando le piante in terreno artificialmente inoculato, fatta eccezione soltanto per la selezione locale L5. Il comportamento delle selezioni locali L1 e L2 è apparso, infine, simile a quanto rilevato su terreno infetto nel corso delle prime due prove.

17 In conclusione, poiché, anche in conseguenza dell aumento delle superfici investite a colture aromatiche in aree relativamente limitate, va crescendo la diffusione di parassiti precedentemente presenti in fase lieve, o mai osservati, la verifica dell esistenza di specie, cultivar o selezioni caratterizzate da una limitata suscettibilità ad alcuni di questi parassiti assume sicura importanza anche in relazione alla limitata disponibilità di mezzi di difesa ammessi su tali colture. Il lavoro svolto su alcune delle specie e selezioni di lavanda, supportato da una attività sperimentale approfondita sviluppata da questo Centro negli ultimi anni, consente di mettere in evidenza l esistenza di una ridotta suscettibilità a P. parasitica in alcune di esse, ed in particolare di alcune selezioni, presenti nella zona di Albenga, di L. officinalis, in Lavandula x Allardii e in L. angustifolia x intermedia Dutch. Questo fatto consente di ipotizzare un futuro impiego delle selezioni meno suscettibili, risolvendo, almeno in parte, il problema della ridotta disponibilità di mezzi chimici efficaci per il contenimento del patogeno e riducendo le elevate perdite di produzione causate dall attacco del parassita. Tale lavoro, attualmente in corso su una più ampia serie di varietà e selezioni, dovrà essere affiancato anche da un indicazione del gradimento estetico, da parte dei floricoltori e dei consumatori, delle selezioni più interessanti: alcune di queste, infatti, sebbene valide sotto il profilo della resistenza, non sembrano potersi adattare alla coltivazione tradizionale in vaso tipica della zona di Albenga, o, quantomeno, necessiteranno di una modifica delle tecniche colturali attualmente adottate, al fine di renderle accettabili dal punto di vista commerciale.

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19 La produzione del materiale propagativo secondo le regole dell agricoltura biologica Crescente importanza viene attribuita anche alla produzione di giovani piante da fornire ai produttori, in osservanza al concetto di filiera di produzione più sopra citato. In questo particolare settore molto deve ancora essere fatto prima di poter arrivare ad ottenere un prodotto finito che si possa considerare biologico, o, quantomeno, ottenere il rispetto, in ogni fase di produzione, di tutti i parametri di qualità richiesti. Le difficoltà sono molteplici, a cominciare dal fatto che, sovente, non sono disponibili sementi o, comunque, materiale di propagazione biologico nei cataloghi delle ditte sementiere. Il prodotto finito, inoltre, deve essere, sotto il profilo qualitativo e della suscettibilità alla coltivazione successiva, del tutto confrontabile con quello ottenuto con metodi di agricoltura convenzionale. Molto deve ancora essere fatto anche nel campo della messa a punto delle tecniche colturali: proprio la tecnica colturale, infatti, costituisce il fattore determinante nel settore vivaistico tale da costituire un potenziale ostacolo all ottenimento di un prodotto finito che, dall inizio al termine del ciclo produttivo, si possa considerare veramente biologico. Se da un lato, dunque, alcuni fattori produttivi ammessi in agricoltura biologica sono già disponibili sul mercato e contribuiscono ad ottenere, anche in vivaio, un prodotto finito come sopra descritto, tra cui i substrati, gli ammendanti e alcuni concimi e fitostimolanti, molti altri devono ancora essere messi a punto, o devono ancora essere profondamente sviluppati. Il controllo degli ambienti di coltivazione E stato deciso di illustrare agli agricoltori l interferenza dell ambiente di coltivazione sull efficacia delle tecniche di coltivazione delle giovani piante. Sovente, infatti, in vivaio, al fine di mantenere molto elevati i valori di umidità relativa e di temperatura, particolarmente nel periodo invernale, gli agricoltori limitano il più possibile gli scambi di aria con l esterno della serra. Operando in questo modo, pur favorendo l instaurarsi di condizioni climatiche favorevoli allo sviluppo delle giovani piante, favoriscono contemporaneamente lo sviluppo di parassiti, quali Botrytis cinerea, Rhizoctonia solani ed altri funghi ed insetti in grado di arrecare gravi danni in vivaio. Si è, pertanto,

20 tentato di riprodurre due condizioni climatiche estreme, simulando in un caso una corretta gestione dell umidità ambientale, evitando il perdurare di fenomeni di condensazione sui tessuti delle giovani piante, pur mantenendo su valori elevati la temperatura, e simulando, in nel secondo caso, una gestione ambientale mirata al mantenimento di valori di umidità costantemente elevati e prossimi alla saturazione. Il materiale propagativo Come si è detto, al momento è difficile potersi approvvigionare di materiale propagativo proveniente da aziende vivaistiche che già adottano sistemi di coltivazione e gestione colturale biologica. Non sono, infatti, disponibili sul mercato semi della maggioranza delle colture da orto di interesse per le colture liguri, né talee in erba di specie aromatiche. Si è, perciò, provveduto autonomamente all'ottenimento di materiale propagativo, in ottemperanza alle citate normative, delle specie aromatiche e si sono acquistati semi non conciati con mezzi chimici delle specie orticole.. I substrati I substrati di coltivazione sono stati i mezzi tecnici il cui reperimento è risultato meno complesso: è stato infatti possibile utilizzare materiale già presente in commercio in quanto richiesto da coltivatori di piante aromatiche biologiche da alcuni anni. Si è utilizzato, pertanto un ammendante torboso composto per la radicazione delle talee, specificamente preparato a partire da materie prime ammesse in agricoltura biologica. Composizione dei substrati impiegati. Coltura Torba Torba bionda Corteccia Ammendanti e bruna compostata fertilizzanti Specie da talea Si Si si Carbonato di calcio

21 I fertilizzanti In considerazione del particolare stadio vegetativo delle piante, non si è ritenuto di effettuare fertilizzazioni I mezzi di difesa Per il contenimento delle fitopatie tipicamente riscontrabili in vivaio e la limitazione degli insetti fitomizi sono stati impiegati mezzi attualmente ammessi dall'allegato II parte A e parte B del REG. CEE 2091/92 e successive modifiche. In particolare, sono stati impiegati: P.A. PRODOTTO Biopiren Piretro 8% Alga Cifo Estratti Di Alghe Brune Previcur Propamocarb 66,5 % 66f Naa 0,01 + Microelementi Cupravit Rame Idrossido 20% Rovral Iprodione 25 % Decis Deltametrina 2,8 Oikos Azadiractina 3% Il controllo della temperatura e dell umidità relativa Le prove e le verifiche effettuate hanno indicato quanto segue: 1. l esecuzione programmata di cicli di ventilazione consente di ridurre l umidità ambientale efficacemente. La ventilazione, quindi, consente un consistente abbattimento dell umidità relativa, riducendo, in particolare, la frequenza della comparsa di fenomeni di saturazione. Tali fenomeni appaiono particolarmente frequenti in assenza di controllo dell umidità. I risultati relativi allo sviluppo delle piante indicano, inoltre, che una tale riduzione dell umidità ambientale non influisce sul processo di germinazione e di primo sviluppo delle piante.

22 2. l esecuzione della ventilazione, pur effettuata in un ambiente nel quale il mantenimento di elevati livelli termici assume grande importanza per garantire il primo sviluppo delle giovani piante, non ha causato una sensibile riduzione della temperatura. In conclusione, il controllo dell umidità ambientale può essere efficacemente effettuato anche senza una perdita di calore dell ambiente tale da arrecare danno alle colture. In questo caso, infatti, in forza della particolare disposizione delle parcelle soggette a controllo ambientale e non soggette ad esso, non è stato effettuato alcun tipo di riscaldamento suppletivo per le parcelle sottoposte a ventilazione periodica ed il combustibile utilizzato per il riscaldamento nel corso delle prove è stato equamente impiegato per tutte le tesi a confronto. Dai lavori svolti si evince il buon risultato produttivo ottenuto con l adozione di tecniche di produzione biologica, associate alla gestione attenta dell ambiente di coltivazione. Non sono state osservate, infatti, differenze significative con l adozione di pratiche vivaistiche convenzionali. In particolare, una attenta gestione dell ambiente di coltivazione mirata alla riduzione dell umidità ambientale, ed in particolare alla limitazione dei periodi di bagnatura dell apparato fogliare, ha favorito l ottenimento di piante di taglia più compatta e, in ultima analisi, più adatte a sopportate il passaggio dalle condizioni climatiche del vivaio a quelle di campo.

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