Benvenuti alla Scuola dell Infanzia. Augusta nobile Rossi vedova Pasti

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1 Benvenuti alla Scuola dell Infanzia Augusta nobile Rossi vedova Pasti

2 Metodologia L esperienza delle scuole dell infanzia comunali di Reggio Emilia ha avuto inizio nel 1963 con l apertura della prima scuola dell infanzia, seguita nel 1971 dagli Asili Nido: un esperienza in cui è stato elaborato e attuato un progetto pedagogico e culturale che da anni costituisce un riferimento d intensa vitalità ed è oggetto di interessante studio e confronto da parte di insegnanti, pedagogisti, ricercatori, amministratori, personalità della politica e della cultura provenienti da tutta Italia e da ogni parte del mondo. Un esperienza educativa per i bambini dai 3 mesi ai 6 anni che si fonda sull immagine di un bambino dotato di forti potenzialità di sviluppo e soggetto di diritti, che apprende, cresce nella relazione con gli altri.

3 L identità specifica dei servizi per l infanzia si fonda su alcuni tratti distintivi: Il progetto di partecipazione della famiglia alla vita e alla gestione dei servizi per l infanzia. La partecipazione si mantiene viva e si rifonda ogni giorno nella pratica quotidiana di relazione e comunicazione con le famiglie, percepite come risorsa, portatrici di cultura e competenze. L organizzazione del gruppo degli operatori si fonda sul valore della collegialità, della relazione, del confronto e della corresponsabilità. L ambiente e gli spazi sono predisposti e studiati dal punto di vista architettonico e funzionale per sostenere l intreccio di relazioni e incontri tra adulti e bambini, tra bambini e bambini, tra adulti e adulti. L ambiente viene concepito e vissuto come interlocutore educativo che con le sue opportunità, con i suoi spazi strutturati sollecita il bambino, i bambini ad esperienze di gioco, di scoperta e di ricerca. Gli atelier e i mini-atelier sono intesi come possibilità quotidiana, per ogni bambino e per i bambini in gruppo, di avere incontri con più materiali, più linguaggi, più punti di vista, di avere contemporaneamente attive le mani, il pensiero e le emozioni, valorizzando l espressività e la creatività di ciascun bambino.

4 LORIS MALAGUZZI: il suo pensiero Malaguzzi crede fortemente che ciò che i bambini apprendono non discende automaticamente da un rapporto lineare di causa- effetto tra processi di insegnamento e risultati, ma è in gran parte opera degli stessi bambini, delle loro attività e dell impegno delle risorse in cui sono dotati. I bambini svolgono sempre un ruolo attivo nella costruzione e nell acquisizione del sapere e del capire. L apprendimento è quindi sicuramente un processo autocostruttivo. La scuola è paragonata a un cantiere, a un laboratorio permanente in cui i processi di ricerca dei bambini e degli adulti si intrecciano in modo forte, vivendo ed evolvendosi quotidianamente. L obiettivo principale è quindi quello di fare una scuola amabile dove stiano bene bambini, famiglie ed insegnanti dove lo scopo dell insegnamento non è produrre apprendimento ma produrre condizioni di apprendimento. E fondamentale apprendere e insieme ai bambini e che essi diano forma all esperienza. Promuovere la formazione, fin dalla più tenera età, favorendo la maggiore integrazione possibile fra tutte le forme di linguaggio e dell espressività umane. Sviluppando dunque nei soggetti l abilità nel trovare autonomamente delle nuove strategie di adattamento di fronte alle problematiche che la vita pone loro davanti.

5 Malaguzzi pone una grande attenzione nel senso estetico in quanto vi è il convincimento che esisita anche un estetica del conoscere: la tesi è che nell impresa di apprendere e capire c è sempre, consciamente o no, una speranza che ciò che riusciremo a realizzare ci piacerà e piacerà agli altri. Egli introdusse gli atelier nella scuola, luoghi dove le mani dei bambini, il fare, il pasticciare, potessero conversare con la mente come è nelle leggi biologiche ed evolutive. Malaguzzi può essere considerato un movimentista della pedagogia : osservava quotidianamente i bambini, confrontava le proprie conoscenze e teorie con i bambini veri, cioè che giocano, apprendono, lavorano e si sviluppano. Concludendo, si può riassumere il pensiero di Loris Malaguzzi ricordando che privilegiava: l attenzione primaria al bambino e non alla materia da insegnare La trasversalità culturale e non il sapere diviso in modo settoriale Il progetto e non la programmazione Il processo e non il solo prodotto finale L osservazione e la documentazione dei processi individuali e di gruppo Il confronto e la discussione come alcune delle strategie vincenti della formazione L autoformazione degli insegnanti. Diceva Malaguzzi: i bambini costruiscono la propria intelligenza. Gli adulti devono fornire loro le attività ed il contesto e soprattutto devono essere in grado di ascoltare

6 atelier vuol dire che c è l arte a scuola e l arte è bella per tutti perchè rende felici Atelier L atelier è inteso come possibilità quotidiana per ogni bambino e per bambini in gruppo, di avere incontri con più materiali, più linguaggi, più punti di vista, di avere contemporaneamente attive le mani, il pensiero e le emozioni, valorizzando l espressività e la creatività di ciascuno. L atelier come luogo abitato quotidianamente e anima pervasiva della scuola, ambiente non esclusivo dei 100 linguaggi, circoscritto e disgiunto, ma pensiero diffuso ed esteso alla pluralità delle esperienze. Questo spazio permette una maggiore concentrazione, un attenzione nella ricerca

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8 «Costruire»: formare un insieme organico componendo opportunamente diversi elementi; consegnare, fondere, creare. (Zingarelli, 2004) La Costruttività E attraverso linguaggi di costruzione creativa che i bambini dialogano con il mondo.

9 La pedana

10 Linguaggi - luce Questo spazio accoglie strumentazioni luminose e materiali pensati per ricerche luminose legate sia alle fonti di luce naturale che alle fonti di luce artificiale. Il tavolo luminoso si presta a ricerche molteplici con materiali di diversa natura, ne potenzia le qualità, la trasparenza, la semitrasparenza o l opacità. E un piano di lavoro che permette l incontro di più linguaggi dalla grafica alla costruttività.

11 Il tavolo luminoso

12 Materiale ad alta potenzialità di apprendimento che valorizza il gruppo in una dimensione ludica, condividendo regole, strategie, finalità. I giochi da tavolo Rappresentano un allenamento interessante per lo sviluppo cognitivo e gli apprendimenti dei

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14 La narrazione è una delle esperienze più importanti per l espressione dell immaginazione e dei vissuti emotivi. L interesse per la lettura rappresenta un primo modo di avvicinare i bambini alla cultura, e può essere sostenuto dall adulto attraverso il piacere suscitato dalla narrazione. La lettura Strategia rassicurante che avvicina adulti e bambini all interno di un clima empatico in cui veicolare sentimenti.

15 La fantasia e i suoi dispositivi sono chiavi privilegiate di accesso alla conoscenza della realtà e per questo indispensabili. Gioco simbolico Qualcosa viene usato per significare, rappresentare qualcos altro attraverso il far finta di, l immedesimarsi in altri personaggi, i bambini definiscono la loro identità di persona e di genere, sostenendo il processo di costruzione delle loro identità.

16 La casetta

17 Il pranzo E il tappeto

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19 Gli strumenti nelle mani dei bambini vengono studiati nei minimi particolari ogni qualità dello strumento è una scoperta che genera meraviglia e conoscenza Da una prima ricerca cinetico motoria del segno grafico i segni vengono poi investiti di diversi significati e iniziano ad essere confrontati con forme e colori appartenenti al mondo reale. Linguaggi grafico pittorico

20 Pennarelli, matite cerette, tempere e

21 Lo spazio naturale spesso è connotato da qualità olfattive particolari; si possono creare contesti odorosi sfruttando le erbe aromatiche e le spezie; paesaggi polisensoriali e ricchi di possibilità esplorative. Pensieri costruttivi che prendono forma attraverso una ricerca fatta di scelte, utilizzando più canali percettivi ( lo sguardo, il tatto, l udito, l olfatto). Con questi materiali nascono costruzioni preziose sia dal punto di vista materico che sensoriale. Spazio naturale

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23 LA GIORNATA SCOLASTICA Dalle 8,00 alle 8.50 ACCOGLIENZA Dalle 9,00 alle 10,00 Dalle 10,00 alle 11,15 ATTIVITA DI ROUTINE (riordino giochi, saluto, calendario). ATTIVITA IN SEZIONE O LABORATORI Dalle 11,15 alle 11,45 PREPARAZIONE PER IL PRANZO Dalle 11,45 alle 12,30 PRANZO Dalle 12,45 alle 13,15 PRIMA USCITA E GIOCO LIBERO (in piazza o giardino) Dalle 13,30 alle 15,15 BAGNO, RIPOSO O ATTIVITA IN SEZIONE Dalle 15,15 alle 15,45 RIORDINO E MERENDA DALLE 15,45 alle 16,00 USCITA

24 I CENTO LINGUAGGI DEL BAMBINO. Il bambino è fatto di cento. Il bambino ha cento lingue, Cento mani, Cento pensieri, Cento modi di pensare di giocare e di parlare. Cento sempre cento Modi di ascoltare; Di stupire, di amare; Cento allegrie per cantare e capire, Cento mondi da scoprire, Cento mondi da inventare, Cento mondi da sognare. Il bambino ha cento lingue, (e poi cento cento cento), Ma gliene rubano novantanove. La scuola e la cultura Gli separano la testa dal corpo. Gli dicono di pensare senza mani, Di fare senza testa, Di ascoltare e di non parlare, Di capire senza allegrie, Di amare e di stupirsi, solo a Pasqua e a Natale. Gli dicono di scoprire il mondo che c è già E di cento Gliene rubano novantanove. Gli dicono che il gioco e il lavoro, La realtà e la fantasia, La scienza e l immaginazione, Il cielo e la terra, La ragione e il sogno, Sono cose che non stanno insieme. Gli dicono insomma che il cento non c è. Il bambino dice: invece il cento c è! (L. Malaguzzi)

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