RTM Volontari nel Mondo

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1 RTM Volontari nel Mondo 18 Marzo 2014

2 1. Titolo del progetto e breve sintesi con l indicazione della località di intervento: Breve sintesi Women Action against Violence and for Equality in Shkodër region WAVES RTM è presente e lavora ininterrottamente con propri programmi di sviluppo nei Balcani Occidentali dal 1999 grazie soprattutto al servizio svolto sul campo dai suoi giovani volontari. Il progetto WAVES nasce proprio dagli anni di lavoro a fianco dei gruppi di donne locali e dalla constatazione che la dimensione della violenza domestica (che si consuma cioè tra le mura di casa ad opera di familiari e/o persone conviventi) su bambine, ragazze e donne è ampissima nelle zone rurali e di montagna del Nord Albania. La violenza di genere è un problema universale, ma ci sono aree, culture e società del mondo in cui la tolleranza verso questo fenomeno è altissima e la violazione dei diritti della donna è sistematica: il Nord Albania è una di queste. Siamo convinti che la violenza domestica non si sconfigga con un singolo progetto, ma generando un cambiamento culturale che necessita anni per essere attuato e l impegno congiunto e attivo di istituzioni e società civile. RTM assieme ai suoi partner albanesi e italiani e da anni impegnata in questa direzione ed e pronta a fare ancora la propria parte. Attraverso il progetto WAVES RTM intende sostenere le donne albanesi nel combattare la violenza domestica in una delle zone piu remote e rurali del nord del paese in cui l impatto di questo fenomeno e assai elevato: il Distretto di Puka (Regione di Scutari) Questo verra fatto lavorando in 2 direzioni principali: prevenzione della violenza domestica e supporto diretto alle vittime della stessa. Sul fronte della prevenzione, verra realizzato un ampio programma di formazione del personale pubblico operante in diversi settori (amministratori locali, medici, personale di polizia e giudiziario, assistenti sociali, ecc.). Con queste categorie di persone verranno affrontati temi quali la violenza di genere, la violenza domestica, la legislazione in materia in Albania e le modalita con cui relazionarsi con vittime di violenza domestica. Verra, inoltre, realizzato un programma di prevenzione sulla violenza domestica nelle scuole in cui verranno coinvolti sia il personale scolastico sia gli studenti. Gli enti coinvolti in questi 2 programmi verranno, infine, sostenuti nella creazione di un Forum Locale sulla Violenza Domestica che ambisce a diventare il luogo privilegiato di confronto, proposta e azione sul tema nella comunita locale. Con questo progetto intendiamo generare anche onde ( waves in inglese) di speranza per le vittime della violenza, ovvero rompere il loro isolamento e la loro solitudine. Verra, quindi, aperto uno Sportello Donna nella citta di Puka che ambisce a diventare luogo di aggregazione, socializzazione e supporto per le donne locali vittime e non di violenza. Si sosterra, inoltre, la creazione di gruppi di auto mutuo aiuto composti da donne vittime o potenzialmente vittime di violenza al fine di stimolare la solidarieta tra pari, l elaborazione del trauma e la condivisione del vissuto personale. Queste 2 attivita verranno promosse nel territorio attraverso un apposita campagna informativa composta da eventi, incontri e materiale informativo rivolti alle ragazze e donne locali.

3 Località d intervento: - Paese: ALBANIA - Regione ( Qarku in Albanese): Scutari/Shkodër (Albania Settentrionale). - Distretto di Pukë: Comuni di Pukë, F. Arrëz, Blerim, Iballe, Fierzë, Gjegjan, Qafë-Mali, Qelëz, Qerret, Rrapë

4 2. Organismo proponente il progetto Denominazione Indirizzo RTM VOLONTARI NEL MONDO Via Mogadiscio 1, Reggio Emilia (RE) - Italia Telefono/fax Website Facebook Forma giuridica info@reggioterzomondo.org RTM Reggio Terzo Mondo ONG-ONLUS Registrazione Ministero Affari Esteri, rif. 1988/128/004187/2D in data 14/09/1988 Anno di costituzione 1973 Numero di soci 186 Personale impiegato - Staff Italia: 8 - Volontari: 28 (12 Volontari in Italia + 16 Volontari all estero) Nominativi dei soci coinvolti nell'accompagnamento del progetto e modalità di coinvolgimento - Francesco Gradari Referente per il progetto in Italia francesco.gradari@reggioterzomondo.org - Martina Pieri Volontaria Espatriata RTM in Albania - Chiara Caccialupi Volontaria Espatriata RTM in Albania - Valeria Quaini Supporto amministrativo e contabile - Francesca Cedraro Attività di comunicazione e sensibilizzazione in Italia - Elena Gaiti Formazione e accompagnamento dei volontari espatriati Attività svolte RTM è una ONG di volontariato internazionale nata nel 1973 e con sede a Reggio Emilia. La mission di RTM è quella di promuovere la dignità della persona, tutelare i suoi diritti fondamentali e sostenere processi di sviluppo economico e sociale delle comunità nel rispetto dell'ambiente. In 40 anni RTM ha realizzato programmi di cooperazione internazionale in Africa (Madagascar, Repubblica Centrafricana), Est Europa (Ucraina), Balcani Occidentali (Kosovo e Albania), America Latina (Brasile) e Medio Oriente (Palestina). Sono 6 gli ambiti d intervento principali e prioritari per RTM: sviluppo agricolo, empowerment femminile, sanità, commercio equo solidale, sicurezza alimentare, educazione della prima infanzia.

5 RTM opera attraverso programmi di medio e lungo periodo in partenariato con enti pubblici, privati e organizzazioni della società civile locali e con il coinvolgimento attivo negli interventi di attori del territorio emiliano romagnolo (es. Università, enti locali, aziende, associazioni) nell ottica di stimolare uno scambio tra comunità, territori ed esperti di settore. Ad oggi, RTM ha realizzato 85 interventi di sviluppo, di cui 25 a finanziamento del Ministero Affari Esteri Italiano e 29 UE, inviando 280 giovani volontari internazionali di lungo periodo e oltre 150 di breve periodo. Punto di forza di RTM sono i volontari impegnati sia all'estero, nei progetti di sviluppo, che in Italia in attività di sensibilizzazione, educazione alla mondialità e in campagne di raccolta fondi. In Italia RTM è impegnata in attività di informazione, sensibilizzazione ed educazione allo sviluppo della cittadinanza su tre tematiche principali: diritti delle donne, consumo critico ed educazione alla mondialità. RTM aderisce alle seguenti associazioni di secondo livello: COONGER - COORDINAMENTO ONG DELL EMILIA ROMAGNA [ FOCSIV - FEDERAZIONE ORGANISMI CRISTIANI SERVIZIO INTERNAZIONALE VOLONTARI [ CIDSE - COORDINAMENTO ONG DI SVILUPPO DELEGATE DELLE CONFERENZE EPISCOPALI [ ALDA - ASSOCIATION OF LOCAL DEMOCRACY AGENCIES, promossa dal Consiglio d Europa [ RTM è una ONG accreditata presso e finanziata, tra gli altri, da: UE, MAE, CEI, Regione Emilia Romagna, altri enti locali emiliano-romagnoli e diverse fondazioni private italiane ed europee. RTM ha stretto ed è al momento impegnata in partenariati e collaborazioni con diverse Agenzie ONU: - OMS Organizzazione Mondiale della Sanità - per il Programma per la Salute Mentale in Madagascar - PAM Programma Alimentare Mondiale - per il Programma di Sicurezza Alimentare in Madagascar - UN WOMEN per il Programma di Contrasto alla Violenza Domestica su Donne e Minori in Kosovo Nell area dei Balcani occidentali RTM: - E una ONG riconosciuta dai Governi della Repubblica d Albania e del Kosovo. - Ha sviluppato negli anni diverse collaborazioni con la FAO e il network CARITAS sia nel settore delle emergenze sia in quello dello sviluppo agricolo e rurale. - Ha ottenuto in Kosovo nel 2013 lo status consultivo presso TACSO, piattaforma UE di supporto tecnico alle organizzazioni della società civile nei paesi IPA. RTM è un ente accreditato da UE e Governo Italiano per l invio di volontari SVE (Programma Youth in Action) e in Servizio Civile in Kosovo e Albania. Per scoprire tutte le attività svolte da RTM di recente consulta il REPORT ANNUALE RTM 2012 (Allegato 1). 3. Responsabile legale - Nominativo: MARIA TERESA PECCHINI (Presidente, già volontaria RTM in Madagascar) - Recapito: Via Mogadiscio 1, Reggio Emilia (RE) - Telefono: fisso , cell

6 4. Partners Partner locale Denominazione Indirizzo CENTRO DONNA PASSI LEGGERI Qendra e Gruas Hapa te Lehte (in albanese) Rruga Murgeshave 6, Gjuhadol - Shkoder Telefono/fax Fisso: Website Facebook Forma giuridica qendragruashk@yahoo.com Hapa te Lehte Associazione no profit Registrazione Tribunale di Tirana rif. 797 del 14/10/2003 Anno di costituzione 2001 Numero di soci 25 Legale Rappresentante e persona di contatto Alketa Leskaj (Presidente) leskajalketa@hotmail.com Cell.: Il Partner locale del progetto WAVES è il CENTRO DONNA PASSI LEGGERI (Qendra e Gruas Hapa te Lehte, in albanese), associazione no profit di donne nata a Scutari nell'aprile 2001.

7 Il Centro Donna e uno spazio aperto e autogestito da donne e ragazze della citta di Scutari. Nasce con l obiettivo di essere un luogo di aggregrazione, confronto, socializzazione, formazione e supporto tra donne. Il Centro Donna e gestito da uno staff di 10 donne albanesi e frequentato ogni anno da centinaia e centinaia di donne. Le principali attivita portate avanti da e all interno del Centro Donna sono: Formazione professionale per donne svantaggiate Eventi culturali sui diritti delle donne Gestione di una scuola d infanzia Gestione di 3 centri comunitari per donne residenti in aree svantaggiate e periferiche di Scutari Sportello per donne vittime di violenza Lo Sportello per vittime di violenza domestica assiste ogni anno oltre 100 ragazze e donne locali. Attraverso lo Sportello il Centro Donna garantisce supporto psicologico, familiare, legale, sanitario e orientamento professionale alle vittime.

8 Per avere maggiori informazioni sulle attività del Centro Donna Passi Leggeri è possibile: - Visitare il sito internet di Passi Leggeri: - Guardare una presentazione di Passi Leggeri su Youtube all indirizzo: Partner tecnico Data la complessità del settore d intervento, RTM e Passi Leggeri hanno ritenuto opportuno coinvolgere nel progetto WAVES in veste di partner tecnico il COORDINAMENTO DEI CENTRI ANTIVIOLENZA DELL EMILIA ROMAGNA (CCAER). Denominazione Indirizzo COORDINAMENTO DEI CENTRI ANTIVIOLENZA DELL EMILIA ROMAGNA (CCAER) Via dell Oro 3, Bologna (BO) - Italia Telefono/fax Fisso: Website Forma giuridica centriantiviolenzaer@women.it Associazione no profit di II livello Registrazione Albo Regionale Emilia Romagna, rif. 233 del 2009 Anno di costituzione 2003 Numero di soci Legale rappresentante Persona di contatto 13 Associazioni di Donne Samuela Frigeri (Presidente) Alesssandra Campani Centro Antiviolenza di Reggio Emilia NONDASOLA alle.campani@alice.it Cell.: Le principali attivita realizzate da CCAER in Italia sono: Pubblicazioni sul tema della violenza domestica e del feminicidio Organizzazione di eventi di sensibilizzazione della popolazione sulla violenza domestica (es. tavole rotonde, cineforum, festival, seminari, ecc.) Formazione e aggiornamento del personale dei centri antiviolenza Partecipazione a reti nazionali ed europee dei centri antiviolenza Conduzione di studi e ricerche sul tema della violenza domestica

9 CCAER è nato con lo scopo di costruire un identità comune che sviluppi progettualità e visibilità dei Centri antiviolenza e delle Case delle Donne del territorio emiliano romagnolo. È costituito da 13 associazioni attive in Emilia Romagna nel contrasto alla violenza alle donne: - Casa delle Donne per non subire violenza Onlus di Bologna - SOS Donna Onlus di Faenza - Centro Donna Giustizia di Ferrara - Demetra Donne in aiuto Onlus di Lugo - Casa delle Donne contro la violenza Onlus di Modena - Centro Antiviolenza Onlus di Parma - La Città delle Donne di Piacenza - Linea Rosa Onlus di Ravenna - Nondasola - Donne insieme contro la violenza Onlus di Reggio Emilia - Rompi il Silenzio Onlus di Rimini - SOS Donna di Bologna - Centro antiviolenza Vivere Donna di Carpi - Associazione Trama di Terre di Imola CCAER collabora da anni con RTM in veste di consulente e formatore in interventi di supporto ai centri antiviolenza dei Balcani occidentali (es. Kosovo). 5. Personale incaricato della realizzazione del progetto Il team di progetto WAVES sara composto dalle seguenti figure professionali: 1 Coordinatrice locale di progetto: esperta (almeno 10 anni) in gestione di progetti in ambito di genere. Sara responsabile di coordinare il team di progetto, gestire la relazione con le autorita lcoali, programmare monitorare e valutare le attivita. La Coordinatrice sara anche responsabile della creazione e accompagnamento del Forum Locale sulla Violenza Domestica. Questa figura verra individuata all interno dello staff di Passi Leggeri. 2 Formatrici locali: esperte (almeno 5 anni) in formazione in materia di genere e diritti delle donne. Saranno responsabili del programma di formazione del personale pubblico e del programma di prevenzione nelle scuole sulla violenza domestica. Queste figure verranno individuate all interno dello staff di Passi Leggeri. 1 Operatrice locale dello Sportello Donna: esperta (almeno 5 anni) in gestione di servizi di supporto alle vittime di violenza. Sara responsabile dello Sportello Donna e dell intero pacchetto 2 di attivita. Questa figura verra individuata all interno dello staff di Passi Leggeri. 2 Volontarie Junior RTM in loco: giovani italiane con formazione o pregressa esperienza lavorativa in materia di cooperazione internazionale e/o in ambito di genere. Supporteranno il personale di Passi Leggeri nella realizzazione delle attivita di progetto. Ogni volontaria verra specificatamente coinvolta in uno dei 2 pacchetti di attivita a seconda del suo background e inclinazione personale. Le 2 volontarie risiederanno nella zona d intervento per un periodo minimo di 12 mesi.

10 6. Contesto e giustificazione Sviluppo del progetto WAVES e un progetto nuovo e innovativo che nasce dalla collaborazione tra l'ong italiana RTM - Volontari nel Mondo e il Centro Donna Passi Leggeri ( Qendra e Gruas Hapa të Lehtë ), ONG albanese che opera da quasi 15 anni nel settore della promozione dei diritti delle donne e nella lotta alla violenza di genere nella regione di Scutari. RTM in stretto coordinamento con Passi Leggeri ha avviato a fine 2012 un dialogo con i rappresentanti delle associazioni locali, le autorità pubbliche e gli attivisti per i diritti umani della Regione di Scutari nel Nord Albania. A questo scopo sono state realizzate da RTM 3 missioni sul campo (Dicembre 2012, Marzo 2013, Agosto 2013). L obiettivo di queste missioni e stato quello di studiare e approfondire la condizione femminile nell'area e valutare la situazione dell'uguaglianza di genere. Tutti i soggetti consultati hanno mostrato grande preoccupazione per le dimensioni del fenomeno della violenza domestica ai danni di donne, ragazze e bambine nelle zone rurali ed isolate del Nord dell'albania. Dalle informazioni raccolte è risultato che il fenomeno ha un'incidenza più alta ed è maggiormente diffuso nel Distretto di Pukë, rispetto ad altre zone della Regione e del paese in generale. Sulla base delle indicazioni e delle informazioni raccolte, RTM e Passi Leggeri hanno cominciato a lavorare ad un progetto da realizzare nel Distretto di Pukë con l obiettivo di contribuire alla lotta contro la violenza sulle donne. Concretamente il progetto è stato formulato nella seconda parte del 2013 attraverso un processo partecipativo, mediante cioe consultazioni con gli attori locali e raccogliendo direttamente l'esperienza delle vittime di violenza provenienti da quell area assistite sinora da Passi Leggeri. Contesto socio-economico e culturale La zona di intervento del progetto sarà il Distretto di Pukë, nella Regione di Scutari (Nord Albania). Il Distretto è suddiviso in 10 comuni: Pukë, Fushë Arrez, Blerim, Iballe, Fierzë, Gjegjan, Qafë-Mali, Qelëz, Qerret, Rrapë). Secondo i dati ufficiali la popolazione complessiva del Distretto e di abitanti (INSTAT - Istituto di Statistica d Albania, 2010). Il Distretto di Pukë si trova in una zona montana ed isolata, non raggiungibile durante i mesi invernali (da 8 a 10 settimane all'anno) con un solo centro urbano di piccole dimensioni, la città di Pukë, (che conta circa abitanti). La popolazione è sparsa in una moltitudine di villaggi ed i collegamenti stradali sono scarsi e non sicuri, causando ai residenti limitazioni negli spostamenti. La violenza di genere è un fenomeno molto radicato in Albania e colpisce persone di sesso femminile di tutte le fasce d'età: bambine, adolescenti, ragazze e donne adulte. La violenza nei confronti delle donne non è un fenomeno recente, ma affonda le sue radici in un substrato culturale di forte discriminazione tra i sessi. L'Indice di Diseguaglianza di Genere in Albania è molto alto (0,251) secondo i dati forniti da UNDP nel Sia la società che che le istituzioni, poiché poco sensibilizzate, hanno inoltre difficoltà a riconoscere la violenza contro le donne come una violazione dei diritti umani.

11 Una forma specifica di violenza contro le donne, particolarmente diffusa nel territorio di riferimento, è quella che viene definita violenza domestica: ovvero, atti di violenza fisica, psicologica, economica, sessuale (incluse coercizioni e minacce) commessi da una persona che ha, o ha avuto, una relazione con la vittima al fine di esercitare controllo e potere sulla vittima stessa. Secon INSTAT, in Albania circa il 56% delle donne e il 45,8% dei bambini sperimentano almeno una forma di violenza domestica nella loro vita. Solo il 10% delle vittime di violenza decide di chiedere aiuto e tra queste, soltanto il 20%, cerca supporto al di fuori della famiglia. La violenza domestica rimane dunque un fenomeno nascosto, invisibile e le sue dimensioni sottostimate. Le donne, ragazze e minori che subiscono violenza domestica sono lasciate sole dalla società e dalle istituzioni ed attualmente, non hanno vie d'uscita per evitare o sottrarsi alla violenza. Come confermato, infatti, dalla Seconda Ricerca Nazionale sulla Violenza Domestica in Albania realizzata dalle Nazioni Unite e dall INSTAT stesso, queste percentuali salgono notevolmente quando si parla del Nord Albania (Allegato 2), zona in cui il livello dei servizi sanitari e dell occupazione femminile crolla rispetto al resto del paese. In sintesi, nelle aree rurali ed isolate del Nord Albania donne, ragazze e minori hanno maggiore probabilità di subire violenza domestica rispetto al resto della popolazione albanese. Non sono disponibili dati precisi e attendibili sul numero delle donne che subiscono violenza domestica nel Distretto di Pukë poiché non c'è nessun ente che si occupi di monitorare la situazione. Sappiamo però dalle consultazioni avute con i soggetti locali che il fenomeno è molto esteso ed ha drammatiche ripercussioni a livello sociale, familiare, sanitario ed economico. Molto spesso, purtroppo, la violenza colpisce anche i bambini, favorendo così la trasmissione di generazione in generazione di comportamenti violenti. L'ampiezza del fenomeno si lega alle forti tradizioni patriarcali che hanno più presa in aree rurali e montane che in quelle urbane. In queste zone vige ancora all interno delle comunita, parallelamente alla legge ufficiale albanese, un codice tribale denominato KANUN. Si tratta di un codice di origine medioevale che definisce le regole della vita sociale, familiare ed economica delle comunita del Nord Albania. In esso la donna e definita letteralmente come un otre a servizio e disposizione del marito. Si tratta, quindi, di un insieme di regole basate sulla violazione esplicita e sistematica dei piu basilari diritti delle donne e della parit di genere. Una copia cartacea di questo codice e disponibile in italiano su richiesta. Recentemente l'albania ha adottato strumenti legislativi per combattere il fenomeno della violenza domestica e promuovere le pari opportunità. Nel 2011 il Governo ha lanciato il Piano Nazionale e la Strategia d'azione per le Pari Opportunità, la Riduzione della Violenza di Genere e della Violenza Domestica ed e stata approvata una Legge per la protezione ed il supporto alle vittime di violenza domestica. Mancano però misure che impongano l'applicazione di tali leggi e strumenti specifici per dare attuazione pratica a quanto previsto dalle leggi. A cio si aggiunge il fatto che nelle zone montane dell Albania settentrionale il personale pubblico non e a conoscenza delle politiche nazionali e delle leggi in vigore in materia. Mentre nei centri urbani del paese sono attivi servizi e associazioni che si occupano in modo specifico del supporto alle vittime di violenza, nelle aree montane e isolate della Regione di Scutari, quali il Distretto di Puke, mancano completamente servizi di prevenzione, accoglienza e supporto per le vittime.

12 Problematiche Sono 3 le problematiche principali che il progetto WAVES intende affrontare in maniera diretta: (1) Gli amministratori pubblici ed i rappresentanti delle istituzioni locali hanno conoscenze limitate rispetto alle politiche di contrasto alla violenza domestica e alle leggi sulla protezione delle vittime adottate a livello centrale. Inoltre, gli operatori dei servizi pubblici hanno scarse competenze professionali sulle modalità adeguate con cui gestire i casi di violenza domestica. Infine, la collaborazione tra gli enti territoriali (ospedali, comuni, tribunali, scuole, polizia) per dare risposte efficaci ai bisogni espressi dalle vittime di violenza è quasi inesistente. (2) Le donne, ragazze e bambine (potenziali) vittime di violenza domestica vivono in una condizione di profondo isolamento. Non hanno relazioni esterne alla cerchia familiare (isolamento sociale). Non hanno possibilità di chiedere aiuto al di fuori della famiglia perché nel territorio non vi è alcuna realta della societa civile che provveda a fornire supporto alle vittime (isolamento fisico). Fanno parte di una società che è poco cosciente del fenomeno, e che, quando non lo nega, comunque non lo riconosce, o peggio lo tollera. Inoltre, loro stesse, sono scarsamente consapevoli dei loro diritti e dei servizi cui possono rivolgersi (isolamento culturale). (3) Le donne, ragazze e bambine (potenziali) vittime di violenza domestica sono dipendenti economicamente dai loro (potenziali) abusatori. Soprattutto nelle zone rurali le donne generalmente vivono nella casa del marito, non hanno diritti di proprietà e possibilità di lavorare fuori casa. I ruoli di genere all'interno della famiglia sono stereotipati: alla donna sono tradizionalmente assegnati compiti duri quali i lavori di casa, l educazione dei figli e il lavoro nei campi, mentre sono gli uomini ad avere il completo potere decisionale e il controllo sui redditi familiari. La paura della condanna sociale, di ripercussioni all'interno della famiglia, oltre che la scarsa fiducia nelle istituzioni, sono i motivi principali per cui, nella maggior parte dei casi, le donne non denunciano la violenza. 7. Obiettivo generale e obiettivi specifici L'obiettivo generale del progetto è: Supportare l'applicazione della Legge sulla Violenza Domestica e del Piano Nazionale per le Pari Opportunità, la Riduzione della Violenza di Genere e della Violenza Domestica nelle aree rurali e isolate dell'albania settentrionale. L'obiettivo specifico è: Rafforzare i servizi di prevenzione e supporto per donne, ragazze e minori vittime di violenza domestica nel Distretto di Pukë attraverso la collaborazione con le autorità locali e i diversi servizi pubblici presenti nel territorio.

13 8. Attività Le diverse azioni previste sono state suddivise in 2 Pacchetti di Attivita corrispondenti ai 2 principali ambiti d intervento: la prevenzione della violenza e il supporto diretto alle vittime. 1. PACCHETTO 1 Prevenzione della violenza domestica Attività 1.1 Creazione di un Forum locale sulla violenza domestica nel Distretto di Pukë Attività 1.2 Programma di formazione su violenza di genere e violenza domestica rivolto al personale degli enti pubblici del Distretto di Puke Attività 1.3 Campagna di prevenzione sulla violenza domestica nelle scuole del Distretto di Puke 2. PACCHETTO 2 Supporto alle vittime di violenza domestica Attività 2.1. Apertura di uno Sportello Donna nella città di Puke Attività 2.2. Campagna informativa sui servizi disponibili per le vittime di violenza domestica nel Distretto di Puke Attività 2.3 Creazione di gruppi di auto mutuo aiuto per ragazze e donne della comunità Le attività previste per le 2 aree di intervento sono concepite per contribuire al raggiungimento dell'obiettivo specifico e sono direttamente collegate ai 2 risultati attesi descritti al punto 9. Le attivita per cui si richiede il finanziamento di Operation Daywork sono la 1.2, 1.3 e 2.1. Attraverso il suo personale operativo Passi Leggeri sara responsabile dell esecuzione delle attivita. RTM offrira supporto gestionale e organizzativo in tutto il progetto attraverso 2 giovani volontarie espatriate in loco. CCAER offrira consulenza tecnica specifica sulla violenza domestica e le tematiche di genere in ogni attivita attraverso il supporto a distanza e brevi missioni in loco. PACCHETTO 1 - PREVENZIONE DELLA VIOLENZA DOMESTICA 1.1 Creazione di un Forum locale sulla violenza domestica nel Distretto di Pukë Le organizzazioni e singoli individui impegnati nel contrasto alla violenza sulle donne non possono essere lasciati soli nella loro lotta. Il contrasto alla violenza domestica richiede, infatti, per essere efficace e produttivo un impegno duraturo, il contributo di diverse agenzie e la cooperazione tra tutti i rappresentanti della comunità (istituzioni, societa civile, leader locali). Per questo motiovo è prevista la creazione di un forum locale sul tema della violenza domestica che coinvolgerà rappresentanti di tutti i servizi presenti sul territorio (forze di polizia, servizi sociali, psicologi, personale giudiziario, personale sanitario, personale scolastico, enti locali, associazioni). Il forum sarà luogo di confronto tra i partecipanti su come fornire risposte adeguate ai bisogni delle donne vittime di violenza. Esso non sarà solamente uno spazio di riflessione ma avrà anche un ruolo attivo: organizzerà campagne di sensibilizzazione e fungerà da osservatorio sul fenomeno, raccogliendo e diffondendo dati sulla sua diffusione e sulle sue caratteristiche. Un'altra importante funzione operativa del forum sarà quella di elaborare e mettere in pratica meccanismi di collaborazione tra tutti i soggetti partecipanti, ciascuno col proprio ruolo e le proprie responsabilità, per combattere la violenza domestica. Il forum vuol essere il primo passo per smuovere l'attitudine culturale diffusa sul tema della violenza domestica e far sì che essa abbia uno spazio permanente nel dibattito pubblico.

14 1.2 Programma di formazione sulla violenza di genere e la violenza domestica rivolto al personale degli enti pubblici del Distretto di Puka Le scarsa conoscenza delle dinamiche della violenza domestica e la mancata sensibilità al tema della violenza di genere contribuiscono a far rimanere nascosto il fenomeno. Occorre poi tener conto che la violenza incide su diversi aspetti della vita della vittima: salute, relazioni affettive, equilibrio psicofisico, lavoro, autonomia economica. Di conseguenza le diverse agenzie del territorio devono essere preparate in modo adeguato per rispondere alle diverse necessità delle vittime. Un approccio inadeguato ai casi di violenza domestica può inoltre favorire una re-vittimizzazione delle donne che chiedono aiuto, aumentando il loro senso di abbandono e autocolpevolizzazione. Il programma di formazione ha lo scopo di offrire ai partecipanti nuove competenze ed un nuovo approccio nell'ambito del supporto alle vittime di violenza domestica. Durante la formazione si approfondiranno i seguenti temi: Definizione e caratteristiche della violenza di genere e della violenza domestica Strategie di risposta più appropriate I bisogni delle vittime di violenza La legislazione a supporto delle vittime e le politiche nazionale di contrasto alla violenza in Albania Principi base e strumenti per fornire servizi di qualità alle vittime Forme di cooperazione possibili tra i partecipanti Saranno coinvolte nel programma di formazione le seguenti categorie di soggetti: n. 10 rappresentanti del personale giudiziario (pubblici ministeri, giudici, avvocati); n. 30 ufficiali di polizia; n. 10 medici/infermieri; n. 10 professionisti del settore psico-sociale (psicologi e psicoterapeuti, assistenti sociali); n. 25 Assessori e impiegati comunali appartenenti dai Dipartimenti degli Affari Sociali e delle Pari Opportunità delle 10 Municipalità del Distretto. Il training prevede, per ciascuna categoria di partecipanti, due giornate di formazione, organizzate secondo una modalità didattica interattiva con lavori di gruppo su casi concreti. I percorsi formativi non rappresenteranno solo un semplice trasferimento di conoscenze, ma si incoraggeranno i partecipanti ad applicare nel loro lavoro quotidiano le competenze apprese. I partecipanti saranno impegnati, come seguito della formazione, a sviluppare procedure pratiche per la gestione dei casi di violenza domestica e proporre modalità di coordinamento con le altre istituzioni. Per esempio, sviluppando documenti di riferimento sul trattamento dei casi e mettendosi rete per combattere il fenomeno. 1.3 Campagna di prevenzione nelle scuole del Distretto di Puke Molti bambini ed adolescenti, quando non direttamente vittime, sono purtroppo spettatori della violenza che avviene entro le mura domestiche. L'esposizione a/o il subire atti di violenza favorisce l'insorgere in loro di comportamenti aggressivi, contribuendo così ad una trasmissione della violenza da una generazione all altra. Nell'area di Pukë non sono presenti istituzioni educative attive nel promuovere valori della non-violenza e nel sensibilizzare sul rispetto dei diritti umani fondamentali. Le scuole sono il luogo ideale attraverso cui trasmettere alle nuove generazioni una maggiore consapevolezza sul tema della violenza di genere: discutendo e confrontandosi sulla relazione maschilefemminile, sui ruoli che uomini e donne rivestono nella società, analizzando gli atteggiamenti e le dinamiche culturali che legittimano la violenza e promuovendo una cultura della reciprocità e del rispetto di sé e degli altri.

15 La campagna prevede il coinvolgimento delle Scuole Medie di Primo e Secondo Grado dei Comuni di Pukë, Fushë Arrez e di un terzo comune di piu ridotte dimensioni del Distretto (che verra identificato in fase di esecuzione). Alla base di questo programma educativo vi e il principio della formazioneazione. La formazione si svolgerà in due moduli, organizzati in 6 giornate. Verranno formati 50 tra docenti e direttori delle scuole medie primarie e secondarie sui seguenti temi: Definizione e caratteristiche della violenza di genere e della violenza domestica Conseguenze della violenza su bambini e ragazzi Come riconoscere e gestire la violenza in ambito scolastico Strumenti per promuovere una cultura a difesa dei diritti dei minori Gli insegnanti e i direttori delle scuole saranno poi impegnati a promuovere giornate informative, formative e d azione sul tema della violenza domestica per gli studenti e sviluppare specifiche attività educative con le classi quali: Lavori di gruppo interattivi Laboratori Seminari Giornate a tema Le scuole diventeranno attive nella lotta alla violenza domestica e ciascuna di esse adotterà una procedura interna per la gestione dei casi di violenza domestica e si farà promotrice di una cultura di rispetto dei diritti della donna. PACCHETTO 2 - SUPPORTO ALLE VITTIME DI VIOLENZA DOMESTICA 2.1 Apertura di uno Sportello Donna nella città di Pukë Le vittime di violenza domestica nell'area di riferimento vivono in una condizione di profondo isolamento. Non hanno attualmente opportunità di uscire dalla spirale della violenza. Hanno contatti sociali quasi esclusivamente con i membri della cerchia familiare. Ed è proprio all'interno della cerchia familiare che si esercita la violenza. Mancano inoltre nel Distretto associazioni/enti a cui le vittime possano rivolgersi. Il progetto prevede l'apertura di uno Sportello Donna per l accoglienza e il supporto alle vittime di violenza domestica nel centro della città di Pukë. Lo Sportello Donna ambisce a diventare un punto di riferimento per ragazze e donne che subiscono violenza domestica. Lo Sportello Donna offrirà diversi tipi di servizi di supporto diretto alle vittime e alle potenziali vititme di violenza quali: Counselling individuale Assistenza sanitaria Assistenza legale Mediazione familiare Supporto per la cura dei figli Ricerca di soluzione abitative autonome Orientamento al lavoro Le vittime verranno sostenute nel difficile percorso di rielaborazione del trauma subito, nel processo di riabilitazione e reinserimento nella società.

16 Prioritari nello sviluppo dell'azione dello Sportello Donna saranno il coinvolgimento e la partecipazione attiva delle donne del territorio, non solo per rafforzare il loro ruolo a livello sociale, ma anche per la sostenibilità a lungo termine di questa attività. Inizialmente, infatti, la gestione dello Sportello Donna sarà affidata ad una operatrice esperta di Passi Leggeri. Quando l'azione dello Sportello Donna sarà consolidata (secondo anno di di progetto), le donne della comunita interessate e piu attive saranno invitate a partecipare alla gestione dello Sportello stesso anche attraverso training pratici Campagna informativa sui servizi disponibili per le vittime di violenza nel Distretto di Puke Il progetto intende contribuire a rompere il muro del silenzio attorno al fenomeno della violenza domestica, mandando due chiari messaggi. Alle (potenziali) vittime, che non sono sole nell'affrontare la loro drammatica esperienza. Alla comunità, che non può più far finta di non vedere, anche se il fenomeno è nascosto entro le mura domestiche e giustificato da condizionamenti culturali. L'attività ha l'obiettivo di promuovere, nella comunità di Pukë e nei Distretti limitrofi, l'apertura dello Sportello Donna e diffondere informazioni sui servizi da esso offerti. Principalmente si rivolgerà alle (potenziali) vittime di violenza domestica residenti nell'area. Le iniziative di promozione dello Sportello Donna intendono far conoscere questa nuova realtà anche a tutti gli altri attori territoriali della società civile e alle autorità locali. La campagna di informazione si propone anche di capire se l'iniziativa di apertura di questo tipo di servizio di prevenzione e supporto alle vittime di violenza domestica sia esportabile in altre zone del Nord Albania in cui il fenomeno della violenza domestica è altrettanto radicato. La campagna sarà realizzata attraverso 4 azioni diversificate e tra loro complementari: (1) Elaborazione di materiali promozionali (posters, adesivi, depliants) contenenti informazioni sui servizi offerti dallo Sportello e i suoi contatti. Questo materiale verra distribuito durante eventi pubblici (conferenze, seminari, tavole rotonde) e messo a disposizione negli spazi pubblici. (2) Promozione dell'attività dello Sportello tramite iniziative di informazione sui media quali: partecipazione a programmi tv, brevi spot, pubblicità su giornali, promozione via web e social media. (3) Organizzazione di un evento lancio per l'apertura dello Sportello. (4) Incontri con gruppi di donne della comunità nei villaggi Creazione di gruppi di auto-mutuo aiuto per ragazze e donne della comunità La costituzione di gruppi in cui le donne entrano in relazione reciproca è un metodo efficace per creare occasioni di socializzazione per le donne e ragazze del territorio e permettere loro di uscire dalla condizione di forte isolamento sociale in cui vivono. I gruppi saranno il punto di partenza di un processo di formazione/responsabilizzazione attraverso cui le donne potranno diventare protagoniste nella difesa dei propri diritti. Lo Sportello Donna supporterà la creazione di due gruppi di auto mutuo aiuto: uno a Pukë e l'altro nella città di Fushë Arrez. I gruppi saranno composti ciascuno da ragazze/donne vititme o potenzialmente vittime di violenza. L unico criterio per la partecipazione al gruppo sara la motivazione individuale. Le ragazze/donne parteciperanno ad un primo training introduttivo di 4 giorni per complessive 32 ore di formazione sui principi dell auto mutuo aiuto e il funzionamento dei gruppi. All interno dei gruppi le partecipanti avranno la possibilita di condividere il loro vissuto personale, sostenersi reciprocamente, elaborare il trauma subito e individuare assieme percorsi e strumenti per uscire dalla violenza.

17 I gruppi di auto mutuo aiuto saranno anche strumenti per monitorare la situazione della violenza domestica. Avranno un ruolo trainante nell'alimentare una cultura della solidarietà tra donne e nell'aiutare le vittime di violenza domestica a denunciare il fenomeno, innescando così un processo di cambiamento all'interno delle rispettive comunità. I gruppi si incontreranno regolarmente (una volta alla settimana). Da 3 a 5 partecipanti per gruppo saranno, in una fase successiva, incaricate di diventare rappresentanti del gruppo e responsabili delle iniziative per la promozione dei diritti delle donne. Un secondo training di due giorni per un totale di 16 ore complessive coinvolgerà le rappresentanti dei gruppi per accrescere le loro competenze riguardo: a) i diritti legali delle donne; b) le disposizioni legislative in atto per la protezione dalla violenza domestica; c) i principi della cittadinanza attiva d) tecniche di lobbying e advocacy per i casi di violenza domestica. L'attività avrà come risultato la creazione di gruppi motivati di attiviste che mantengono alta l'attenzione della comunità sulla necessità di prevenire la violenza domestica e supportare le vittime. 9. Risultati attesi (indicatori) Risultati Attesi 1. Sensibilizzare e accrescere le competenze professionali dei rappresentanti pubblici sulla violenza domestica Indicatori Oggettivamente Verificabili 1.1 Aumento del 100% dei casi di violenza domestica denunciati alle autorità 1.2 Aumento del 100% degli ordini di protezione richiesti per le vittime e rilasciati da pubblici ufficiali 2. Garantire alle vittime di violenza domestica l'accesso a servizi di prevenzione e supporto 2.1. Numero di vittime di violenza domestica che all'anno beneficiano dei servizi offerti dallo Sportello Donna 2.2. Aumento del 100% del numero di vittime di violenza che decidono di abbandonare l abusatore 2.3 Numero di donne partecipanti ai gruppi di auto mutuo aiuto 10. Beneficiari Beneficiari diretti I beneficiari diretti del progetto sono minori, ragazze e donne vittime di violenza, o esposte al rischio di subirla, residenti nelle aree rurali del Distretto di Pukë in Albania (8.000 persone). Beneficiari indiretti I beneficiari indiretti del progetto sono invece il personale giudiziario, di polizia, i medici, gli infermieri ed i professionisti del settore psico-sociale, i direttori, gli insegnanti delle Scuole Medie di Primo e Secondo Grado e le autorità comunali (80 persone). Questi soggetti saranno coinvolti in programmi di formazione e prevenzione per rafforzare le loro competenze professionali e nello sviluppo di un lavoro di rete per diventare più efficaci nella lotta alla violenza domestica.

18 Dell'intervento trarrà beneficio indirettamente tutta la comunità del Distretto ( persone), che sarà sensibilizzata sui temi della violenza di genere e resa più consapevole ed attenta al fenomeno: si ridurranno in tal modo anche le conseguenze e gli alti costi sociali ed economici del fenomeno. 11. Metodologia d intervento La metodologia di intervento si basa sui principi di partecipazione diretta e responsabilizzazione di tutti i soggetti coinvolti nel progetto e si esprime su tre livelli: Livello individuale (vittime di violenza) - La violenza domestica, in quanto esperienza traumatica, distrugge l'autostima delle vittime, che perdono fiducia in se stesse e nelle proprie capacità. A tutto questo si aggiunge la vergogna ed il timore del giudizio sociale che le portano a sentirsi sempre più impotenti e sole. Spesso l'approccio degli operatori ai casi di violenza è quello di decidere al posto della donna, di sostituirsi a lei nelle scelte da compiere nel percorso di uscita dalla violenza. Questa metodologia non permette alla donna di riprendere il controllo sulla propria vita, di recuperare la propria capacità decisionale, indebolita dalle violenze subite. Il progetto intende introdurre un approccio innovativo basato sull empowerment: incoraggiare la donna a diventare protagonista della sua emancipazione, offrendole allo stesso tempo incoraggiamento e supporto. La metodologia di lavoro che il progetto vuole diffondere parte dalla relazione con la vittima, dall'analisi dei bisogni, dei desideri e delle volontà della donna, accompagnandola ad arrivare a compiere scelte autonome e consapevoli, non imposte dall'alto. Il progetto intende trasferire agli operatori l'idea che anche se la violenza domestica è un fenomeno generale, ogni vittima richiede uno specifico supporto. Livello gruppale (gruppi di di donne) - Nella formazione di gruppi di auto mutuo aiuto di ragazze/donne, il metodo peer-to-peer, verrà utilizzato come strategia per aiutare le donne ad evitare o, quando coinvolte, uscire, dalla violenza domestica. La creazione di gruppi di auto mutuo aiuto composti da donne promuove lo scambio di esperienze tra le stesse in un'ottica di reciproca assistenza. Non solo per superare paure e sofferenze comuni, a anche per cercare di trovare soluzioni e tentare di dare risposte a problemi condivisi. Saranno le stesse donne dunque a diventare attori principali nella difesa dei propri diritti, rafforzando il loro ruolo nella comunità. Livello comunitario (societa locale) - L'intero progetto è costruito su una modalità di intervento partecipativa, prevedendo il coinvolgimento diretto del partner e dell'intera comunità locale (rappresentanti istituzionali, operatori dei servizi pubblici, organizzazioni non-profit, servizi, agenzie pubbliche, cittadini). Ciascun membro della comunità deve essere responsabilizzato rispetto al fatto che può dare un contributo per eliminare la violenza contro le donne. Solo se la comunità, nelle sue diverse componenti, smette di tollerare la violenza e si attiva attraverso meccanismi di coordinamento per combatterla, la violenza potrà essere sradicata. Il progetto ha lo scopo di produrre un cambiamento culturale nella comunità di riferimento, contribuendo a sradicare le discriminazioni di genere, che vengono utilizzate per giustificare la violenza. 12. Sostenibilita Il maggior elemento di sostenibilita delle iniziative proposte e dato dal coinvolgimento attivo nel progetto di una realta locale, il Centro Donna Passi Leggeri, fortemente radicata nell area d intervento e che lavora da anni nella promozione dei diritti della donna e nel contrasto alla violenza domestica. Passi Leggeri si prendera carico della gestione e della prosecuzione delle iniziative avviate con WAVES al termine dell intervento stesso. Nello specifico delle singole attivita la sostenibilita delle azioni avviate con il progetto WAVES e garantita da:

19 - Forum locale: si tratta di un attivita no-cost per la quale e richiesta la sola partecipazione dei soggetti membri. Passi Leggeri coordinera i lavori del forum in fase iniziale per poi lasciar spazio ai soggetti locali piu interessati, attivi e capaci. - Formazione del personale publico e campagna di prevenzione nelle scuole: i moduli e il materiale didattico e formativo che verra elaborato all interno del progetto restera a disposizione dei soggetti locali. In questo modo la formazione potra essere riprodotta da Passi Leggeri e/o altri soggetti locali a costi ridotti. - Sportello Donna: si puntera sin da subito sul coinvolgimento di donne locali nelle attivita dello Sportello affinche l operatrice di Passi Leggeri possa progressivamente delegare loro la gestione dello stesso. Si cerchera di ubicare lo Sportello in locali pubblici messi a disposizione dagli enti locali in modo da minimizzare i costi di gestione. - Gruppi di Auto Mutuo Aiuto: si tratta di un attivita no-cost per cui e richiesto unicamente un supporto tecnico e finanziario in fase di start-up. I gruppi continueranno a incontrarsi liberamente e fino a quando ne sentiranno il bisogno. 13. Azioni di accompagnamento e valutazione Si prevedono 2 missioni all anno in loco da parte del referente di progetto RTM in Italia per valutare l andamento del progetto. Le volontarie RTM espatriate in loco sono tenute all elaborazione di un report mensile sulle attivita svolte nel progetto. Il report verra condiviso con il referente di progetto in Italia. Si prevedono riunioni operative di staff in loco a cadenza settimanale a cui partecipera sia il personale di Passi Leggeri sia le volontarie RTM in loco. Mensilmente verra convocata una riunione di programmazione di piu ampio respiro tra i medesimi soggetti. Il personale consulente di CCAER effettuera 3 missioni in loco per accompagnare dal punto di vista tecnico lo staff locale. Nell ultima annualita e prevista la realizzazione di una valutazione finale partecipata attraverso l organizzazione di una tavola rotonda in loco a cui saranno invitati tutti i soggetti/enti di rilievo che hanno preso parte alle attivita. 14. Collegamento con altri progetti RTM ha attivo in Kosovo, un progetto pluriennale, a livello nazionale, di contrasto alla violenza domestica. L'intervento è realizzato in collaborazione con la KSC-Kosovo Shelter Coalition, una coalizione che raggruppa 8 associazioni di donne che gestiscono 8 Centri Antiviolenza in diverse citta del paese. Il progetto REVIVE - Reinserimento di donne Vittime di Violenza Domestica è stato avviato nella seconda metà del 2012 ed è finanziato dall'unione Europea. Il contesto della violenza domestica in Kosovo è molto simile a quello nel Nord dell'albania, sia per quanto riguarda il profilo delle vittime e le dinamiche della violenza, che per quanto concerne le problematiche da affrontare. Questo perché il contesto in cui matura la violenza, in entrambi i paesi, è influenzato da comuni tradizioni culturali di matrice patriarcale. L'esperienza accumulata e gli insegnamenti tratti da questo progetto (in fase di conclusione) sono serviti a RTM come orientamento per la progettazione di WAVES e serviranno anche per la sua realizzazione. Nel 2014 si prevedono attivita di scambilo tra il personale dei 2 progetti per favorire lo scambio di buone prassi ed esperienze. Anche nel progetto REVIVE è coinvolto con il ruolo di partner tecnico il Coordinamento dei Centri Antiviolenza dell'emilia Romagna (CCAER), con cui RTM porta avanti una collaborazione ormai ben consolidata.

20 Nella medesima area d intervento in Albania (Distretto di Puke - Regione di Scutari), RTM ha intenzione di avviare nel 2014, in partnership con la Caritas locale e una ong albanese esperta in sviluppo agricolo, il Programma PAMSA Promozione dell Allevamento Montano per lo Sviluppo del nord Albania. Questo programma di sviluppo rurale ha lo scopo di rivitalizzare l'economia e promuovere le aree montane e isolate attraverso investimenti sostenibili nel settore agricolo. Attraverso PAMSA e WAVES RTM intende, quindi, promuovere uno sviluppo integrato (sociale ed economico) della comunita del Distretto di Puke al fine di massimizzare l impatto delle proprie azioni sui beneficiari. 15. Durata del progetto Il progetto ha la durata di 24 mesi (2 anni). Si fornisce qui di seguito un Piano d Azione dettagliato relativo al primo anno di attività. Al termine del primo anno di progetto verrà realizzato un piano d azione dettagliato per la seconda annualità. Semestre 1 Semestre 2 Attività Preparazione Attività 1.1 Esecuzione Attività 1.1 Creazione di un Forum locale sulla violenza domestica Preparazione Attività 1.2 Esecuzione Attività 1.2 Formazione del personale degli enti pubblici sulla violenza domestica Preparazione Attività 1.3 Esecuzione Attività 1.3 Campagna di prevenzione sulla violenza domestica nelle scuole Preparazione Attività 2.1 Esecuzione Attività 2.1 Apertura di uno Sportello Donna nella città di Pukë Preparazione Attività 2.2 Esecuzione Attività 2.2 Campagna informativa sui servizi disponibili per le vittime di violenza Preparazione Attività 2.3 Esecuzione Attività 2.3 Creazione di gruppi di auto mutuo aiuto per ragazze e donne della comunità

21 16. Campagna di sensibilizzazione in Italia Vi sono 2 elementi principali che rendono il progetto WAVES compatibile e appetibile per attività di sensibilizzazione rivolte a studenti di istituti secondari, ovvero: - VICINANZA GEOGRAFICA: sebbene faccia registrare indici di sviluppo socio-economico lontanissimi dagli standards europei (soprattutto nel nord del paese), l Albania si trova a solo 1 ora e mezza di aereo e a pochi passi dalle nostre coste. Il destino dell Albania è quello di entrare a far parte prima o poi dell Unione Europea: le tempistiche di questa adesione dipenderanno dalla capacità delle istituzioni e della società civile albanese di avviare reali e radicali riforme sociali, economiche e politiche e dalla capacità dei soggetti europei di sostenerle. Questa vicinanza ha fatto sì che il nostro paese diventasse meta di destinazione di tanti cittadini albanesi in fuga dalla povertà e dal caos socio-politico negli anni novanta. Quella albanese è oggi al secondo posto tra le comunità straniere in Italia: sono, pertanto, molto numerosi i bambini e giovani albanesi inseriti nel nostro sistema scolastico. - SETTORE D INTERVENTO: la tematica della violenza sulle donne è di estrema attualità non solo nei Balcani occidentali, ma anche nel nostro paese. La cronaca nazionale è tristemente piena di episodi di violenza e sangue a danno di bambine, ragazze e donne. Il progetto può fornire l occasione per parlare di questo problema sociale partendo da un caso studio esterno e neutrale (l Albania appunto) per poi far arrivare i giovani a interrogarsi e approfondire le cause, le caratteristiche e le conseguenze di questo fenomeno nella nostra società. Nello specifico, all interno della campagna di sensibilizzazione possono realizzarsi, a nostro avviso con successo, le seguenti azioni: - VIAGGIO NEL PAESE. Italia e Albania sono collegate da voli giornalieri low-cost dai principali aeroporti italiani. I costi della vita in loco sono molto bassi: un pasto completo per 1 persona oscilla tra i 3 e i 5 euro. I costi di viaggio sono quindi ridotti. La maggior parte della popolazione locale conosce la lingua italiana e inglese, questo può facilitare la relazione con gli attori locali coinvolti nel progetto e i giovani del posto. RTM ha una propria rete di contatti in loco che può mettere con piacere a disposizione di OD per organizzare incontri, visite, testimonianze, ecc. Si può pensare anche a una visita nel vicino Kosovo dopo RTM è presente ed opera dal 1999 per allargare lo sguardo su un altro paese balcanico. - ELABORAZIONE DI MATERIALE DIDATTICO. RTM e CCAER mettono a disposizione di OD la proprie biblioteche dalle quali è possibile attingere testi, studi, film, documentari e testimonianze sui Balcani Occidentali (e l Albania in particolare) e il tema della violenza di genere. - FORMAZIONE. RTM è disponibile a partecipare agli eventi di formazione previsti in Italia. Sia RTM che CCAER danno, inoltre, la loro disponibilità a condividere con OD il proprio materiale formativo sulla violenza di genere ( kit scuole ) già utilizzato in diverse scuole emiliane. - AZIONI RIVOLTE ALLA SOCIETA CIVILE. Si suggerisce la realizzazione di spettacoli di teatro civile sul tema dei Balcani e/o della violenza di genere. RTM è già in contatto con compagnie e autori teatrali italiani impegnati in questo ambito con i quali ha realizzato eventi del genere sul territorio emiliano-romagnolo rivolti a un pubblico giovanile. - VISITA IN TRENTINO ALTO ADIGE DI PERSONE PROVENIENTI DAL PAESE DEL PROGETTO. RTM e CCAER hanno già in programma una visita studio in Italia per il partner locale e altri soggetti coinvolti in WAVES a inizio L obiettivo della visita è quello di approfondire il funzionamento dei centri antiviolenza in Italia. Si potrebbe ragionare a un accorpamento delle 2 visite per ridurre i costi e favorire lo scambio anche con la regione Trentino Alto Adige. Il personale di Passi Leggeri ha già preso parte ad iniziative similari nel recente passato, facendo visita a realtà emiliano romagnole e toscane.

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