L INTEGRAZIONE DEGLI ALUNNI DI ORIGINE STRANIERA IN EUROPA
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- Clementina Giuliano
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1 L INTEGRAZIONE DEGLI ALUNNI DI ORIGINE STRANIERA IN EUROPA La questione dell integrazione degli immigrati nella società è al centro dei dibattiti politici degli ultimi decenni nella maggioranza dei paesi europei, collocandosi nel più ampio contesto dell obiettivo strategico di Lisbona, dello sviluppo di una cittadinanza attiva, di pari opportunità e coesione sociale. Ma come è possibile applicare misure appropriate che facilitino l integrazione delle persone immigrate, pur nel rispetto dei loro valori e delle proprie origini? Le risposte possibili sono molte e variano a seconda dei diversi contesti nazionali. Nessun paese sembra ancora aver trovato la soluzione perfetta, ed è per questo che il dibattito e lo scambio di buone pratiche rimane aperto ed estremamente utile. Con l obiettivo comune di raggiungere rapidamente una completa integrazione, i paesi europei hanno trovato diverse soluzioni per organizzare la vita a scuola dei bambini immigrati residenti nel loro territorio. Nei sistemi scolastici europei sono previste misure di supporto per i bambini immigrati corrispondenti a due modelli principali: un modello integrato nel quale i bambini immigrati sono inseriti in classi ordinarie composte da alunni della loro stessa età (o di età inferiore a seconda dei casi). Qui essi seguono i metodi ed i contenuti curricolari previsti per gli alunni originari del luogo. Misure di supporto (essenzialmente di natura linguistica) sono applicate su base individuale per ogni alunno durante il normale orario scolastico. In alcuni casi è previsto, in aggiunta all offerta ordinaria, anche un insegnamento extracurricolare. In questi casi, gli alunni immigrati ricevono delle lezioni al di fuori del normale orario scolastico ma sempre all interno delle strutture scolastiche. Le autorità educative del paese ospitante sono responsabili di questo tipo di insegnamento. Un modello separato che può assumere due forme: - accordi transitori: i bambini immigrati sono inseriti in gruppi separati dagli altri bambini per un periodo di tempo limitato in modo che possano ricevere un attenzione particolare adattata ai loro bisogni. Tuttavia, possono assistere ad alcune lezioni insieme agli altri alunni;
2 - misure a lungo termine: sono costituite classi speciali all interno della scuola per uno o più anni scolastici, e spesso i bambini immigrati sono raggruppati in base alle loro competenze nella lingua di insegnamento. Il contenuto del corso e i metodi di insegnamento sono adattati ai loro bisogni. In generale, i due modelli principali per l offerta di sostegno ai bambini immigrati non si escludono l un l altro ma spesso coesistono in uno stesso paese. Nel modello integrato, le autorità educative danno la priorità all inserimento immediato dei bambini immigrati nella classe ordinaria corrispondente, insieme agli altri alunni della loro età. Tuttavia, è anche possibile inserire gli alunni nella classe inferiore a quella indicata per la loro età, sulla base di una valutazione iniziale delle loro conoscenze linguistiche (nella lingua di insegnamento) o del loro rendimento generale a scuola, o di entrambi. In questo contesto, durante il normale orario scolastico, si possono pianificare misure di sostegno individuale o meno frequentemente collettivo che comportano il ritiro di questi alunni dalle lezioni ordinarie destinate alla lingua di insegnamento. In molti casi il modello integrato coesiste con il modello separato transitorio. In quest'ultimo, classi o gruppi di ricezione e transitori vengono organizzati regolarmente per gli alunni appena arrivati nel paese ospitante, per un periodo variabile generalmente non superiore ad un anno dopo. Queste classi hanno lo scopo di offrire un assistenza focalizzata sui bisogni speciali (e particolarmente sui bisogni linguistici) e di facilitare la graduale integrazione nel sistema scolastico ospitante. L organizzazione di gruppi o classi separate per una durata superiore ad un anno è molto meno diffusa. In circa un terzo di tutti i paesi, agli alunni immigrati vengono anche offerte lezioni aggiuntive fuori dall orario scolastico ufficiale. Questa offerta extracurricolare spesso viene organizzata nel pomeriggio, durante l estate o, in ogni caso, quando gli edifici scolastici non sono occupati e possono essere più facilmente utilizzati. All interno dei due modelli principali, i sistemi educativi europei offrono ai bambini immigrati una gamma di misure di sostegno particolarmente ampia, che si può ricondurre a tre categorie:
3 misure di sostegno tese a compensare le lacune linguistiche degli alunni immigrati la cui lingua materna non è la lingua di insegnamento. Fra i primi criteri presi in considerazione quando si tratta di collocare i bambini immigrati nelle classi ordinarie, c è infatti quello della lingua: quei bambini sono in grado di seguire le lezioni nella lingua di insegnamento utilizzata nella scuola? Se la risposta è negativa, la maggior parte dei sistemi educativi prevede un sostegno linguistico specifico adeguato. In generale, si tratta di un insegnamento basato sul metodo della immersione linguistica secondo il quale gli alunni sono esposti direttamente alla lingua del paese ospitante e ricevono un insegnamento intensivo durante il normale orario scolastico, individualmente o in piccoli gruppi. È anche possibile un insegnamento bilingue, che viene offerto in parte nella lingua di insegnamento e in parte nella lingua originaria degli alunni. Misure di sostegno tese a rispondere alle necessità linguistiche degli alunni immigrati attraverso determinate aree del curriculum del livello di istruzione al quale sono iscritti. In questo quadro, è possibile che siano apportate delle modifiche al contenuto e ai metodi didattici del curriculum ordinario, organizzati corsi di sostegno e, talvolta, è possibile che gli alunni immigrati siano valutati in maniera diversa dagli altri alunni. Le dimensioni delle classi possono essere ridotte in modo da permettere un migliore rapporto alunno/insegnante. Queste tre tipologie principali di sostegno, sono spesso combinate con i modelli integrati o separati. Il sostegno linguistico è di gran lunga il metodo più diffuso nei paesi europei. Anche i fenomeni di abbandono scolastico e assenteismo fra gli alunni immigrati costituiscono una preoccupazione per coloro che sono responsabili dell istruzione. Data una situazione familiare e/o socio-economica che spesso può essere piuttosto instabile, gli alunni immigrati sono oggetto di speciale attenzione, in quanto popolazione scolastica a rischio. Di conseguenza, alcuni paesi hanno introdotto programmi tesi a prevenire e combattere l insuccesso scolastico fra questi bambini. Infine, le scuole prendono spesso iniziative per assistere alunni e genitori immigrati nelle procedure di iscrizione, inserimento nel sistema di istruzione e accesso alle informazioni sulle opportunità future all interno del sistema scolastico. Queste misure vanno dall aiuto per l espletamento delle formalità amministrative, al sostegno psicologico per gli alunni nel loro
4 nuovo ambiente. Spesso si concentrano sul miglioramento della qualità dello scambio di informazioni fra casa e scuola, in particolare facilitando l uso delle lingue diverse da quella normalmente utilizzata a scuola (per esempio molti paesi pubblicano informazioni sul sistema scolastico nelle lingue straniere degli alunni immigrati). L esperienza tedesca In Germania nel 2007 il Kultusministerkonferenz (Conferenza dei Ministri della Cultura) insieme ad associazioni di immigrati, ha partecipato alla progettazione di una politica di lungo periodo per l integrazione degli immigrati. Un elemento significativo di questo piano è rintracciabile proprio nell ambito dell istruzione e della formazione professionale: l obiettivo è quello di non negare a nessun alunno l accesso a pari opportunità formative a causa di un particolare background socioeconomico-culturale. In Germania si ricorre alla predisposizione di percorsi didattici e d inserimento transitori con classi di preparazione (all interno della stessa scuola) per rispondere a bisogni educativi speciali. Viene però mantenuta sempre la possibilità di assistere alle lezioni insieme a tutti gli altri allievi della classe principale in cui verrebbero inseriti gli alunni. La durata di queste classi transitorie è inferiore a un anno. Viene previsto anche il ricorso a misure di lungo periodo (classi speciali per un anno o due) formate da soli studenti stranieri per le loro necessità sia di linguaggio, sia curricolari, con docenti appositamente incaricati. Tali misure sono rivolte esclusivamente agli alunni neo-arrivati. Si possono costituire classi speciali se l incidenza di alunni stranieri supera il 20%. Esiste dunque la possibilità di formare classi preparatorie per gli alunni stranieri, facendo ricorso a quel particolare canale del sistema formativo riservato a chi ha speciali necessità educative (Sonderschulen): una possibilità che viene presa in considerazione e attuata con diverse modalità dai vari Länder. Inghilterra e Francia In Inghilterra vige un sistema di autonomia delle istituzioni scolastiche e per quanto concerne l inserimento di alunni stranieri, esiste una legislazione chiara e avanzata che ha come pilastro il documento The Race Relations (amendment) Act (2000). In questo atto legislativo viene
5 accolto quanto già stabilito nel Race Relations Act (1976), come la disposizione per cui non si deve discriminare un minore a causa di motivi etnici per l ammissione a scuola, non si deve predisporre un insegnante speciale e neanche collocare l alunno/a in un particolare tipo di classe. L Inghilterra dunque propone un modello di integrazione che prevede l inserimento degli alunni stranieri nelle classi comuni. La Francia adotta un modello di politica educativa per studenti stranieri che prevede l inserimento nelle classi comuni, ma ricorre a classi separate che durano al massimo due anni nei confronti dei cosiddetti alunni NSA, non scolarisés antérieurement, cioè non precedentemente scolarizzati. La Spagna e il caso Catalogna La politica scolastica spagnola è di competenza delle Comunidades autonomas (che corrispondono alle nostre Regioni italiane). Il governo centrale mantiene il compito di impostare il quadro complessivo d indirizzo delle politiche educative. La Ley orgánica de Educación 2/2006, dedica gli articoli 78e 79 agli alunni con una integrazione debole nel sistema educativo spagnolo causata anche alla provenienza da altri paesi e per queste necessità di appoggio educativo corrisponde alle amministrazioni educative locali sviluppare programmi specifici ( ) al fine di facilitare l integrazione nella classe e corso che si frequenta. Lo sviluppo di tali programmi sarà comunque e in ogni caso simultaneo alla scolarizzazione degli alunni nelle classi ordinarie. La scelta di fondo del modello spagnolo è dunque quello dell inserimento degli alunni stranieri nelle classi comuni. Ha suscitato molte polemiche, recentemente, la decisione della Generalitat de Catalunya (il sistema amministrativo-istituzionale della Comunità autonoma della Catalogna) di istituire quattro centri speciali, non inseriti nel sistema scolastico, per minori stranieri tra gli otto e i diciotto anni. Tali centri chiamati Spazi di benvenuto educativo sono propedeutici all ingresso nel sistema scolastico e non lo sostituiscono: accoglieranno alunni che giungono ad anno scolastico iniziato e sono molto deboli nella lingua.
6 L approccio dell Unione europea La tendenza principale, fra i paesi dell Ue, è quella dell inserimento nelle classi comuni, ma fra i vari Stati vi sono importanti punti di distinzione legati a molte variabili. Se il diritto all istruzione dei minori, qualunque sia la provenienza nazionale, rimane inalienabile, occorre saper effettuare scelte politiche che tengono conto dei differenti bisogni educativi dei minori stranieri nati nel Paese di nuova residenza dei genitori, rispetto a quelli di coloro che arrivano da un contesto socio-linguistico diverso. È opportuno ricordare, inoltre, che l indagine PISA offre dei dati desolanti sui risultati scolastici degli alunni immigrati. Il Libro verde su migrazione e sistema d istruzione europei, elaborato dalla Commissione Europea nel luglio 2008, dà conto di queste criticità e sottolinea come sia necessario ripensare da cima a fondo i percorsi didattici e formativi degli attori coinvolti nello sforzo educativo; insistere su una scuola sempre più multilinguistica; lavorare tenacemente per un rinnovamento dell atteggiamento di fondo nei confronti delle diversità di provenienza nazionale e di appartenenza culturale. In ogni caso il documento prende posizione in modo chiaro nei confronti della segregazione come strategia politica: la segregazione scolastica indebolisce la capacità del sistema d istruzione di raggiungere uno dei suoi principali obiettivi, vale a dire lo sviluppo dell integrazione sociale, di amicizie e vincoli fra i figli di migranti e loro coetanei. In generale, quanto più le politiche educative riescono a neutralizzare la segregazione di fatto degli allievi figli di migranti sotto tutte le sue forme, tanto migliore è l esperienza scolastica (p.10). Si tratta di una sfida che chiama le istituzioni europee e i singoli Stati membri a risposte efficaci per un nuovo modello di convivenza. Fonti:
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