Istituto Ricerca Accademica Sociale e Educativa. Sede Provinciale di Viterbo. Progetto di formazione: Apprendimento cooperativo

Dimensione: px
Iniziare la visualizzazioe della pagina:

Download "Istituto Ricerca Accademica Sociale e Educativa. Sede Provinciale di Viterbo. Progetto di formazione: Apprendimento cooperativo"

Transcript

1 Istituto Ricerca Accademica Sociale e Educativa. Sede Provinciale di Viterbo Progetto di formazione: Apprendimento cooperativo AZIONI DI VITA: UN MODELLO DI COMUNITÀ DI CARING NELLA LOTTA ALLA DISPERSIONE. A. S. 2012/2013

2 Finalità : formare i docenti alla padronanza di strategie pedagogiche e tecniche didattiche di tipo cooperativo e di mutuo insegnamento. Obiettivi : Introdurre i docenti alla conoscenza teorica sottostante il metodo del Cooperative Learning e sensibilizzarli al valore della cooperazione intesa in senso strettamente scientifico. Presentare gli elementi teorici, metodologici e didattici che differenziano l'apprendimento cooperativo dagli approcci individualistici o competitivi. Fornire strumenti per la rimozione delle difficoltà di gestione e funzionamento delle classi, mediante la creazione di un clima di classe positivo, basato sull'educazione delle abilità sociali, l'elaborazione condivisa di regole e comportamenti, la responsabilità individuale e di gruppo ed infine la compartecipazione al processo d'apprendimento. Attivare un processo di costruzione della conoscenza in gruppo cooperativo, mediante l'uso congiunto di abilità sociali e cognitive, sia a livello discente che docente. Sviluppare le dimensioni del Clima di classe, con particolare attenzione allo sviluppo della motivazione intrinseca all'apprendimento e alla risoluzione volontaria del compito, attraverso attività cooperative in cui l'alunno è attore del processo d'apprendimento. Consolidare la conoscenza e la pratica di stili d'insegnamento/ apprendimento orientati al rinforzo del clima di classe, dell' identità di gruppo, del pensiero "positivo" e della corresponsabilità dell'esperienza scolastica. Collaborazione scientifica: Prof. Giorgio Chiari - Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale - Università di Trento. I.R.A.S.E. - Sede Provinciale di Viterbo - Gruppo di ricerca sul Cooperative Learning.

3 Presentazione Docente di Sociologia e Ricerca Sociale - Università di Trento: Prof. Giorgio Chiari. "COOPERATIVE LEARNING: I GRUPPI E L'APPRENDIMENTO COOPERATIVO". Obiettivi generali del corso: Obiettivo essenziale del corso è quello di introdurre i partecipanti alla teoria sottostante il metodo del Cooperative Learning e di sensibilizzarli, sia come insegnanti sia come cittadini, al valore della cooperazione, intesa in senso strettamente scientifico, come metodologia teoricamente e empiricamente fondata. La metodologia cooperativa si è rivelata capace di elevare sia il livello di competenza sociale e di responsabilità personale e morale degli allievi (ma anche degli insegnanti) sia quello cognitivo e metacognitivo, dato l'elevato potenziale di pensiero di ordine superiore, dello scambio fra pari, del peer tutoring, del reciprocal thinking, dell'open ended questioning: un parallelismo straordinario fra strutture affettive e cognitive dell'apprendimento e della democrazia. Obiettivi specifici del corso. Risulta tuttora fortemente persistente, nel nostro sistema scolastico, una generale tendenza degli insegnanti a privilegiare nel proprio modello didattico i momenti verbali, deduttivi della lezione frontale, 'accademica', del lavoro scolastico fortemente centrato sull'insegnante, del 'dire' anziché 'domandare', del dare istruzioni e informazioni piuttosto che stimolare autonomia, responsabilizzazione, capacità di ricerca e di problem solving, attraverso i metodi del lavoro di gruppo e della ricerca scientifica. Nel panorama delle ricerche empiriche sul settore educativo mondiale di quest'ultimo trentennio è emersa l'importanza dell'acquisizione del senso di identità scolastica e del clima di classe e di scuola positivamente percepiti dagli allievi - ma anche da insegnanti e genitori - come prerequisiti emotivi e affettivi della motivazione all'apprendimento e dell'apprendimento stesso definito in senso più strettamente cognitivo. Di qui l'importanza attribuita ad alcune attività e tecniche di rinforzo del clima, dell'identità di gruppo, della capacità di 'pensare in positivo', di identificarsi con gli altri compagni dell'esperienza scolastica. Il lavoro di gruppo, inteso come normale modalità di attività didattica scolastica, risulta una delle più efficaci strategie di apprendimento/insegnamento rivolte all'obiettivo di aumentare il senso di cooperazione e di solidarietà degli studenti mantenendo elevato nello stesso tempo il loro senso di responsabilità e di autostima. Il corso viene proposto per coordinare correttamente le tecniche del lavoro di gruppo e in particolare quelle del Cooperative Learning con quelle di gestione coerente della classe (Classroom Consistency management) e di miglioramento del Clima di classe, al fine di fornire ai partecipanti un quadro teorico e pratico completo, rivolto al

4 miglioramento dei prerequisiti affettivi e relazionali del processo di apprendimento/ insegnamento. A questo fine viene proposta l'esperienza di due ambienti di ricerca e di sperimentazione di tecniche didattiche specifiche : il Miglioramento del Clima di classe e l'apprendimento Cooperativo. L'apprendimento cooperativo. L'Apprendimento Cooperativo comprende alcune specifiche strategie rivolte ad aiutare gli studenti a lavorare assieme in gruppi al fine di realizzare obiettivi sia affettivi che cognitivi. Anziché competere gli uni con gli altri, come nella scuola tradizionale, gli allievi in piccoli gruppi eterogenei condividono le responsabilità dell'apprendimento. Come risultato, gli studenti imparano uno dall'altro. Essi imparano ad apprezzare le loro differenze e a far leva sulle energie individuali per realizzare gli obietti del gruppo; imparano in tal modo le competenze sociali cosi come le materie di insegnamento. Mentre nell'organizzazione tipica della classe tradizionale gli studenti affrontano i loro obiettivi di apprendimento individualmente o in modo competitivo, nei gruppi di apprendimento cooperativo l'indipendenza degli studenti e la loro responsabilità individuale (Individual accountability) non viene in alcun modo diminuita dall'assunzione strutturata di responsabilità comuni; anzi, il gruppo permette lo sviluppo di capacità di leadership e di comunicazione più di quanto non faccia qualsiasi altro modello di gestione della classe. La ricerca scientifica del settore indica che obiettivi di gruppo (Positive Interdependence) e valutazioni individuali (Individual Accountability) rappresentano le due condizioni essenziali del 'Cooperative Learning'. Inoltre, l'apprendimento cooperativo tende a migliorare il rendimento scolastico e le positive relazioni di gruppo, tiene conto degli studenti migliori e rafforza l'autostima. L'apprendimento cooperativo incoraggia da un lato l'accettazione delle differenze fra gli studenti, i quali imparano a cooperare anziché a competere, e incoraggia dall'altro anche l'iniziativa e la partecipazione degli studenti. Nei gruppi di apprendimento cooperativo gli studenti imparano quelle abilità di cooperazione e di comunicazione che potranno poi trasferire ad altre situazioni scolastiche o sociali cosi' come, più tardi, alla vita in generale. Gli obiettivi dell'apprendimento cooperativo sono, in sintesi, i seguenti: 1. Promuovere la cooperazione accademica fra gli studenti. 2. Incoraggiare le relazioni di gruppo positive. 3. Sviluppare l'autostima degli studenti. 4. Migliorare il rendimento scolastico. 5. Far nascere, attraverso il rispetto e la valorizzazione del punto di vista dell'altro, quel senso civico e quella cooperazione che risultano indispensabili per la crescita di una comunità democratica. Gli studenti possono perseguire gli obiettivi educativi in tre modi: in modo competitivo, in modo individuale, in modo cooperativo.

5 In un ambiente competitivo ("mors tua vita mea"), gli studenti lavorano uno contro l'altro e confrontano continuamente i loro risultati. In tale ambiente alcuni studenti falliscono, con il risultato di perdere l'autostima e di provare sentimenti negativi nei confronti dei compagni più bravi. Più spesso la competizione può così degenerare facilmente in un clima distruttivo. In un ambiente individualistico ("Ognuno per sé e Iddio per tutti"), gli studenti lavorano in modo indipendente, al proprio ritmo, per ottenere gli obiettivi stabiliti dall'insegnante, il quale poi valuta il conseguimento degli obiettivi da parte di ciascun allievo. In tale clima l'isolamento dagli altri tende a ridurre il livello di stimolazione cognitiva, oltre che sociale degli allievi. In un ambiente cooperativo ("Affondiamo o nuotiamo assieme"), gruppi eterogenei di studenti lavorano assieme per realizzare un obiettivo. In un tale clima di interdipendenza reciproca, ognuno è responsabile del proprio apprendimento e della assistenza agli altri compagni. Vengono utilizzate le energie di ciascuno e il successo puo' venire ottenuto da ciascun componente del gruppo. È importante ricordare come buona comunicazione e competenze sociali siano richieste per una migliore relazione di lavoro. "Within cooperative learning groups, there tends to be considerable peer regulation, feedback, support and encouragement of learning. Such peer academic support is unavailable in competitive and individualistic learning situations" (D. Johnson and R. Johnson, 1987).

6 Presidente IRASE - Sede Prov.le di Viterbo: Prof. Ugo Longo La tematica prescelta per questo corso di formazione credo che possa rispondere pienamente al bisogno di arricchimento della dimensione professionale e " personale" di tutti i docenti. Il riferimento, voluto, alla dimensione " personale " di tale percorso di formazione, intende rimarcare la necessità del rapporto Persona-Persona, che seppur importante in tutti i processi di relazione, si rivela un costituente essenziale ed ineluttabile del processo d'insegnamento/apprendimento. Questo perché una modalità di gestione democratica della classe, basata su gruppi di lavoro eterogenei e costruttivi, sull' interdipendenza positiva dei ruoli, sull' uguaglianza delle possibilità di successo per tutti, indipendentemente dalle capacità e potenzialità personali, richiede al docente l'assunzione di un ruolo di "Facilitatore", profondamente diverso da quello " Unidirezionale " e " Direttivo " proprio della lezione frontale. E' proprio la convinzione che "Docente-Facilitatore" e classe "Democratica e Positiva" siano i due elementi essenziali del circuito virtuoso dell'apprendimento, che ci ha spinto a perseguire l'apprendimento Cooperativo come linea metodologica trasversale di studio ed applicazione per il nostro Istituto di Ricerca Accademica Sociale ed Educativa. L'importanza di tale approccio educativo si rivela pienamente nel perseguimento della Programmazione di Classe, dove la presenza di abilità sociali e cognitive si fonde con un percorso predisposto per l'insegnamento di entrambe, senza pregiudizio di superiorità del cognitivo sul sociale. Il riconoscimento, l'apprendimento, l'uso, la padronanza delle abilità sociali si fonde con il pensiero, con il cognitivo e molto spesso con il metacognitivo o pensiero di ordine superiore. Mi piace ricordare l'apporto degli esemplari studi di Vigotskij, sul concetto di Zona di sviluppo prossimale, che nel gruppo cooperativo eterogeneo trovano la massima estrinsecazione, raggiungendo il livello dello sviluppo potenziale dell'alunno, grazie alla mediazione dei pari e dell'adulto. Il contatto con i coetanei all interno di un gruppo di collaborazione permette a ciascun allievo di poter operare all interno della propria zona di sviluppo prossimo, ottenendo risultati sempre più avanzati. Il gruppo diviene attivatore delle zone di sviluppo prossimale di tutti componenti. I contributi degli studiosi di Piaget, che hanno auspicato l introduzione di attività cooperative nella scuola, si basano sulla creazione di "conflitti cognitivi", cioè gli alunni con le loro discussioni sui contenuti creano l' esposizione a nuovi processi di ragionamento e l emergere di livelli superiori di pensiero. Da numerose ricerche emerge che gli studenti dei gruppi cooperativi che fornivano spiegazioni agli altri circa il materiale elaborato, raggiungevano dei livelli d apprendimento molto più alti anche degli stessi compagni di gruppo. Il richiamo alle motivazioni teoriche ed applicative sopra esposte traccia, anche se sinteticamente, l'itinerario di studio e di possibile applicazione nella classe, lungo il quale intendiamo incamminarci insieme, sicuri della vostra disponibilità sia professionale ma soprattutto personale, per l'attuazione di un "Percorso di comunità di caring

7 MODULI DI STUDIO: 1 modulo: Presentazione della struttura del corso. Introduzione al metodo Cooperative Learning: aspetti teorici ed elementi di base. 2 modulo: Il docente e la classe. Docente facilitatore e il clima di classe 3 modulo: I gruppi cooperativi: interdipendenza ed abilità sociali 4 modulo: La formazione dei gruppi cooperativi: caratteristiche e formazione dei gruppi 5 modulo: Tecniche di lavoro cooperativo: jigsaw, stad. attività cooperative per la creazione di interdipendenza positiva e la strutturazione dei ruoli 6 modulo: Il piano della lezione cooperativa: struttura teorica ed esempi concreti La valutazione del lavoro di gruppo e il rendiconto individuale

8 1 modulo: PIANO DELLA LEZIONE: PRESENTAZIONE DELLA STRUTTURA DEL CORSO. INTRODUZIONE AL METODO COOPERATIVE LEARNING: ASPETTI TEORICI ED ELEMENTI DI BASE. Apertura: Siamo qui perché "Introduzione al metodo Cooperative Learning: aspetti teorici ed elementi di base. I problemi della nostra scuola: educazione nella società globale. Mancanza/Scarso uso abilità sociali Mancanza di rispetto dell altro Non rispetto delle regole Scarsa collaborazione Apprendimento nozionistico e individuale Povertà di strategie risolutive dei problemi. Aspetti generali dell apprendimento cooperativo Imparare le abilità sociali (Social Skills) Imparare a riconoscere l altro attraverso il gruppo (Team learning) Imparare a pensare (Cognitive Skills) Imparare a risolvere problemi (Problem Solving) 1.2.Obiettivi dell'incontro: obiettivi pratici e teorici P r a t i c i: Dare l'occasione - e l'emozione - di una breve esperienza di lavoro di gruppo cooperativo. Dare un primo esempio di lavoro di gruppo cooperativo Raccogliere suggerimenti su attività da proporre per coinvolgere molti docenti alla metodologia del lavoro di gruppo cooperativo (strutturato ad alta interdipendenza).. T e o r i c i: Delineare alcune fondamentali modalità didattiche alternative e in particolare l'importanza, le basi teoriche e l'efficacia del Cooperative Learning. Definire gli elementi di base del metodo 'Cooperative Learning'; Richiamare la matrice filosofica fortemente egualitaria del metodo 'Cooperative Learning' Modello di scuola A. Docente B. Alunni C. Classe

9 A. Docente NO alla lezione frontale (J. Freiberg) NO ai gruppi omogenei (ai gruppi di abilità, ai gruppi di recupero) (Streaming, ricerche inglesi di D. Hargreaves 1972) NO ai gruppi Laissez-faire (Ricerche di K. Lewin, 1939) SI ai gruppi Democrative (Democratic+Directive) lewiniani (G. Chiari, 1998): (Warm&Supportive Ruling&Controlling) SI ai gruppi eterogenei (conflitto cognitivo (Piaget); SI alla responsabilità individuale degli allievi (Individual accountability) (Johnson & Johnson; R. Slavin) SI all'arte di far domande (open-ended questions) (J. Dillons) SI alta motivazione (G. Allport; M. Deutsch)) SI alta identità (autostima, senso di sè) (M Clelland) SI alto senso dell'altro (prosocialità):(giving + we-ness) (Rogers) 1 Attività: B. Alunni Imparare a pensare (Cognitive Skills): Imparare a lavorare in Team (Social Skills) Imparare a risolvere problemi (Problem Posing /Problem Solving) Imparare ad essere cooperativi invece che competitivi (J & J, S. Kagan) Riconoscere e dare valore alla diversità 2 Attività 1.4. Gli elementi di base del modello Cooperative Learning: 1. Interdipendenza positiva 2. Interazione faccia-a-faccia 3. Abilità sociali 4. Responsabilità individuale 5. Processi di gruppo Chiusura: oggi sono stata/o.

10 2 modulo: PIANO DELLA LEZIONE : IL DOCENTE E LA CLASSE. DOCENTE FACILITATORE E IL CLIMA DI CLASSE Apertura: appello creativo 2.1 Il docente facilitatore Tipologia Comparazione tra apprendimento cooperativo ed insegnamento tradizionale Metodo A Metodo B fondato sulla mediazione fondato sulla mediazione degli alunni dell insegnante - Fonte di conoscenza - Origine di apprendimento - Aiuto reciproco e corresponsabilità nell apprendimento - Autori del ritmo di apprendimento - Valutatori dell apprendimento - Attori consapevoli di relazioni sociali - Fonte di conoscenza - Origine di apprendimento - Individualizza l apprendimento - Autore del ritmo di apprendimento - Valutatore dell apprendimento - Suscita la motivazione e la recupera Ruolo docente facilitatore Ruolo docente istituzionale Competenze: conoscenza degli elementi teorici del modello Cooperative Learning La teoria dell'apprendimento in interazione, culturale e situato. (Piaget, Vygotskij, Lewin, Dewey, Wertsch, Pontecorvo), conflitto cognitivo (Piaget), zone di sviluppo prossimale (Vygotskj) La teoria delle intelligenze multiple: stili di apprendimento e stili di insegnamento (Gardner, Sternberg), dai modelli di pensiero aristotelico, deduttivo, analitico, aristocratico, elitario a modelli di tipo baconiano, induttivo: la sfida della società globale richiede di valorizzare e recuperare il pensiero di tutti, il contributo di tutti i cittadini, provenienti dai vari ambienti socioculturali tradizionalmente esclusi dal nostro sistema scolastico ancora a tradizione elitaristica, gentiliana. La teoria dei bisogni: Bisogno di IDENTITÀ e di AUTOSTIMA dello studente: David McClelland:

11 bisogno di appartenenza (Belonging) bisogno di affiliazione (Membership) bisogno di successo (Achievement) Elizabeth Cohen: auto e eteropercezione di STATUS dell'allievo nel gruppo classe. Obiettivi e Procedure (K. Lewin) Affettivo e Cognitivo (D. Goleman) Warm & Supporting/Ruling & Controlling (K. Kewin, C. Rogers) 1 Attività 2.2 Il clima Dimensioni del clima cooperativo Obiettivi e Procedure (K. Lewin) Affettivo e Cognitivo (D. Goleman) Warm & Supporting/Ruling & Controlling (C. Rogers J. Freiberg) Consistency Management (C. Rogers, J. Freiberg) Giving & Weness (D. Johnson & R. Johnson) Le condizioni preliminari del metodo Cooperative Learning: Creare il Clima (classe) Creare il Team (insegnanti) Creare il Gruppo (allievi) (importanza della comunità educante: genitori e opinion leaders per uscire dai pregiudizi sui gruppi) Criteri per la creazione di in clima cooperativo: Eterogenity eterogeneità Cultural Inclusion inclusione culturale Individual accountability rendiconto individuale Consistency coerenza e armonia High Level of Expectancies elevate aspettative High Level of Moral Reasonin alto ragionamento morale Giving & Weness dare e senso del noi 2 Attività

12 In sintesi: Per un clima di classe cooperativo: W&S R&C Warm and Supportive affettivo/emotivo Ruling and Controlling cognitivo/regolativo Concetti chiave: Affettività Autonomia Responsabilità Regole, ruoli, incarichi Giving (SENSO DEL DARE) We-ness (SENSO DEL NOI) Interdependence Consistency Chiusura: sono stata/o bene con te oggi perchè.

13 3 modulo PIANO DELLA LEZIONE: I GRUPPI COOPERATIVI: INTERDIPENDENZA ED ABILITA SOCIALI 3.1 L interdipendenza Apertura: la mia classe avrebbe bisogno di. Definizione de i concetti di base dell'interdipendenza positiva: Weness & Giving: senso del noi, del gruppo, del team. I vari tipi di interdipendenza positiva: di obiettivi, di compiti, di materiali, di risorse, di ruoli, di ricompense, di identità Come si struttura/ crea situazioni di oggettiva interdipendenza in attività ludiche/didattiche: suscitare la motivazione a stare assieme e a lavorare 'naturalmente' in gruppo Importanza dell'interdipendenza positiva in un team di lavoro scolastico: come crearlo, quali ostacoli, quali conflitti, quali soluzioni organizzative e manageriali. Come creare interdipendenza nel consiglio di classe, con i genitori 1 attività 3.2 Le abilità sociali: come definirle, come formarle, come osservarle Importanza delle abilità sociali per la formazione della citizenship, del cittadino democratico e per il successo negli studi superiori e, più tardi, nel lavoro e nella vita (J&J) * Conoscersi e fidarsi gli uni degli altri * Comunicare con chiarezza e precisione * Accettarsi e sostenersi a vicenda * Risolvere i conflitti in maniera costruttiva

14 Come definire le abilità sociali: A. GESTIONE Muoversi nei gruppi con calma Stare con il gruppo Parlare piano con voce calma Rispettare i turni Chiamare per nome e guardare l interlocutore Fare commenti positivi Non gesticolare B. FUNZIONAMENTO Condividere idee ed opinioni Chiedere fatti e ragionamenti Dare direttive per il lavoro di gruppo (scopi, tempi,..) Incoraggiare la partecipazione di tutti Chiedere aiuto e chiarimenti Esprimere sostegno ed accettazione Offrirsi di spiegare e chiarire Parafrasare i contributi altrui Sostenere il gruppo Descrivere i sentimenti, quando necessario C. APPRENDIMENTO Riassumere ad alta voce Cercare l'accuratezza correggendo o aggiungendo elementi ai riassunti Cercare l'elaborazione riferendosi a conoscenze altrui Aiutare il gruppo a trovare il miglior sistema per ricordare Controllare la comprensione provocando interventi Chiedere ad altri di pianificare l'insegnamento ad alta voce D. STIMOLO Criticare le idee e non le persone Differenziare idee e ragionamenti dei membri del gruppo Integrare le idee dentro singole posizioni Chiedere di giustificare le conclusioni Estendere le risposte Sondare formulando domande approfondite Generare altre risposte Verificare la realtà controllando il lavoro di gruppo

15 Criteri e modalità per insegnare le abilità sociali nei gruppi di lavoro cooperativo: (v. J.& J.) Insegnare abilità sociali significa aiutare gli allievi a capire: 1. perché stanno imparando una certa abilità 2. in che cosa consiste tale abilità 3. in che modi l'abilità viene applicata 4. quanto essi sono in grado di servirsi dell'abilità in questione e come possono perfezionarne l'uso. T Chart (J & J), vari esempi 'cosa vedo?' 'cosa sento?' Come accertare le abilità sociali: Schede di assessment (J & J): scheda a 4 abilità da osservare scheda a 8 abilità da osservare scheda a 21 abilità da osservare: 2 attività Chiusura: il prossimo incontro non mancherò perché

16 4 modulo PIANO DELLA LEZIONE: LA FORMAZIONE DEI GRUPPI COOPERATIVI: CARATTERISTICHE E FORMAZIONE DEI GRUPPI 4.1 I gruppi Apertura: Da 1 a 10 il tuo umore oggi 1 Attività La teoria dei gruppi cooperativi (Cooperative Learning): gruppi spontanei e gruppi cooperativi (Johnson & Johnson (Minneapolis), R. Slavin (Baltimora), J. Freiberg (Houston), Sharan & Sharan (Tel Aviv), E. Cohen (Stanford), S. Kagan (San Juan Capistrano (Ca). Caratteristiche dei gruppi cooperativi Eterogeneità Numero dei componenti Rotazione dei ruoli Durata /Tipi di gruppo Criteri e modalità di formazione dei gruppi di lavoro: Dinamiche di gruppo. Principi di sociometria applicata. Moreno). Profitto Sesso, provenienza socio/ambientale, etnia Parallelismo fra le strutture cognitive e sociali: io noi egocentrismo altruismo individualismo solidarietà particolarismo universalismo competizione cooperazione gerarchia parità intelligenza analitica intelligenza creativa, pratica pensiero convergente pensiero divergente (flessibilità) pensiero di ordine inferiore pensiero di ordine superiore N.B.: mai sciogliere un gruppo quando ha difficoltà. Prima di cambiare gli elementi di un gruppo questi devono riuscire a lavorare assieme, ad avere successo: Capacità di risoluzione del conflitto (Problem Solving). Chiusura : oggi mi sei stato d aiuto perché.

17 5 modulo: PIANO DELLA LEZIONE :TECNICHE DI LAVORO COOPERATIVO: JIGSAW, STAD. ATTIVITA' COOPERATIVE PER LA CREAZIONE DI INTERDIPENDENZA POSITIVA E LA STRUTTURAZIONE DEI RUOLI Apertura : dona qualcosa al tuo compagno 5.1 Prerequisiti: Riflessione teorica sulle tecniche Jigsaw e Stad e sulla loro applicazione. Creazione del clima Strutturazione dell interdipendenza Attribuzione dei ruoli Finalità Strutturano l interdipendenza positiva Stimolano la responsabilità individuale Assicurano uguale opportunità di successo 5.2 Struttura teorica ed applicativa L applicazione dello STAD prevede 5 fasi : La presentazione dei contenuti da parte dell insegnante. La formazione dei gruppi eterogenei. Il lavoro di gruppo : gli studenti lavorano nei loro gruppi per apprendere il materiale che è stato insegnato. La somministrazione di prove di valutazione individuale. Riconoscimenti nel gruppo : vengono computati punteggi di gruppo sulla base dei punteggi di miglioramento dei membri del gruppo e vengono dati premi in riconoscimento al successo del gruppo. 1 Attività Le fasi del Jigsaw sono le seguenti : Presentazione dei contenuti da parte dell insegnante. Formazione di gruppi eterogenei di quattro studenti numerati da una a quattro : Gli Esperti. Consegna e studio in gruppo del materiale di lavoro, diviso in quattro sezioni numerate da uno a quattro. Tutti gli studenti che corrispondono nei rispettivi gruppi al numero uno studiano la sezione numero uno, tutti gli studenti che corrispondono nei rispettivi gruppi al numero due studiano la sezione numero 2 e via di seguito. Vengono formati i gruppi esperti in cui tutti i numeri uno si incontrano per discutere la sezione numero uno, tutti i numeri due si incontrano per discutere la sezione numero due e così via

18 Ogni esperto torna al gruppo originario e spiega ai compagni la sezione in cui è diventato esperto. Somministrazione di prove di valutazione individuale su tutte e quattro le sezioni. Correzione delle prove di valutazione e riconoscimento al gruppo sulla base della somma dei punteggi individuali 2 Attività 5.3 Discussione sulle due tecniche e sulle modalità di applicazione ai diversi ambiti disciplinari 5.4 I ruoli Importanza della definizione dei diversi ruoli di processo (how roles) e di azione (activity roles ) necessari al lavoro di gruppo e dell importanza della formazione degli allievi - di tutti, a rotazione - al ruolo di 'facilitatore'. (Cohen) in particolare how roles / activity roles process roles/ cognitive roles Processuali: - accettare volentieri di lavorare nel gruppo - chiamare per nome i propri compagni del gruppo - prendere i turni di parola - incoraggiare gli altri - incoraggiare la partecipazione - contribuire con idee, opinioni - chiedere le idee, le opinioni degli altri - chiedere aiuto - allentare la tensione Cognitive: - riassumere sintetizzare - correggere - controllare che tutti capiscano - chiedere conto del ragionamento espresso da un compagno - parafrasare - rendere aperto il ragionamento implicito - formulare domande complesse (higher order, open-ended questions) i ruoli vanno: individuati definiti assegnati a rotazione osservati

19 Chiusura: oggi con il tuo aiuto ho capito che 6 modulo: PIANO DELLA LEZIONE :IL PIANO DELLA LEZIONE COOPERATIVA: STRUTTURA TEORICA ED ESEMPI CONCRETI. LA VALUTAZIONE DEL LAVORO DI GRUPPO E RENDICONTO INDIVIDUALE. IL Apertura: oggi La lezione cooperativa Struttura di una lezione-tipo cooperativa: Apertura Obiettivi Concetti Feedback immediato Lavoro di gruppo (mastering) (padroneggiare i concetti esposti) Valutazione/test individuale e di gruppo (STAD, TGT) Chiusura In particolare per la lezione cooperativa: strutturazione dei gruppi interdipendenza positiva Criteri per il successo Responsabilità individuale Riconoscimento ai gruppi Monitoraggio e processi Caratteristiche del lavoro cooperativo: pone una domanda o un problema la domanda è open-ended, ammette più risposte esistono più fonti per le risposte favorisce la discussione, lo scambio e l'elaborazione di informazioni e di idee permette a tutti i membri del gruppo di partecipare il compito è multiability, richiede abilità diverse, che non tutti gli allievi hanno il lavoro è divisibile (letture, puzzle, jigsaw) e ciascuno può fare la propria parte, dare il suo contributo il lavoro comporta un prodotto da parte del gruppo 1 Attività

20 6.2 La Valutazione del lavoro di gruppo e il rendiconto individuale I punti in più La Valutazione del lavoro di gruppo e il rendiconto individuale Lavoro di gruppo e il rendiconto individuale L'uguaglianza delle opportunità di successo Valorizzare gli sforzi e i contributi al lavoro di gruppo Valorizzare i miglioramenti individuali attraverso il lavoro di gruppo (Improvement Points di R. Slavin) Sistema di valutazione dell'apprendimento cooperativo

21 Bibliografia: 1. Canevaro, C. Balzaretti, G. Rigon (1996), Pedagogia speciale dell'integrazione, La Nuova Italia, Firenze. 2. AA.VV. (1992), Scienza cognitiva e educazione, Bollati Boringhieri, Torino. 3. Ashman A.F., Conway Robert N.F(1994), Guida alla didattica metacognitiva, Erickson. 4. Bonansea G., Damnotti S., Picco A (1986), Oltre l insuccesso scolastico, S.E.I, Torino. 5. Canevaro ( a cura di) (1993), Handicap e scuola, La Nuova Italia Scientifica, Urbino. 6. Chiari G. (1994, 1997), Climi di classe e apprendimento. Un progetto di sperimentazione per il miglioramento del clima di classe in quattro città italiane, Angeli, Milano. 7. Chiari G. (1997a), Gruppi e apprendimento cooperativo: un'alternativa ai gruppi di recupero. Scuola Democratica, 1. gennaio-marzo. 8. Chiari G. (1997b), Metodi e modelli didattici. In: Scuola Democratica, n Chiari G., Climi di classe e stili d insegnamento. In E. Morgagni e F. Russo (a cura di), Sociologia dell educazione, Cooperativa Libraria, Bologna 10. Cohen E. (1994), Designing Group Work: Strategies for the Eterogeneous Classroom. New York, Teachers College Press. 11. Comoglio M. (1999), (a cura di ), Il cooperative Learning, strategie di sperimentazione, Edizioni Gruppo Abele, Torino, 12. Comoglio M. (1998), Educare insegnando. Roma LAS. 13. Comoglio M. Cardoso M. (1996), Insegnare e apprendere in gruppo, Il Cooperative Learning. Roma, LAS. 14. Cornoldi C., De Beni Rossana, Gruppo MT (1993), Imparare a studiare, Erickson, Trento. 15. D.W. Johnson, R.T. Johnson e Edythe J.Holubec (1996), Apprendimento cooperativo in classe, Erickson, Trento. 16. Damnotti S (1993), Come si può insegnare l intelligenza, Giunti e Lisciani, Teramo. 17. Dewey J. (1961), How we Think. Boston, Heat. Trad. it. Come pensiamo. Firenze, La Nuova Italia Cohen (1994), Organizzare i gruppi cooperativi. Trento, Erickson, Carugati P. Selleri (1996), Psicologia sociale dell'educazione. Bologna, il Mulino. 20. Feuerstein Reuven (1995), Non accettarmi come sono, Sansoni. 21. G.Chiari (1995), Le dimensioni sociologiche del processo di apprendimento/insegnamento. 22. Gardner H (1991), Formae mentis, Feltrinelli. 23. Gibson B.P. e Govendo B.L., Intelligenze multiple in classe: applicazioni didattiche e educative, in Difficoltà di apprendimento,vol.5, n.4, aprile 2000, Erickson. 24. In: G. Ceccatelli Gurrieri (a cura di), Qualificare per la formazione. Il ruolo della sociologia. 25. J. Freiberg (1987), Check-list del Consistency management (gestione dell'armonia-coerenza)

22 26. J. Freiberg (1987), Check-list of First Day of School (lista di controllo del primo giorno). 27. Freiberg (1999), School Climate: Measuring, Improving and Sustaining Healthy Learning Environments. London, Falmer Press. 28. Johnson & R. Johnson (1997), Meaninful and Manageable ASSESSMENT Through Cooperative Learning. Edina, Mn, Interaction Book Co. 29. Johnson D. W. Johnson R. T. Holubec E. J. (1994), The nuts and bolts of Cooperative Learning. Edina, Interaction Book Company. Trad. It.: Apprendimento cooperativo in classe. Migliorare il clima emotivo e il rendimento. Trento, Erickson, Prefazione di M. Comoglio. 30. Lisbeth Dixon-Krauss ( a cura di) (1998), Vygotskij nella classe, Erickson, Trento. 31. R.J.Stenberg, L.Spear-Swerling (1997), Le tre intelligenze, Erickson, Trento. 32. Sharan S. (1990), Cooperative learning: Theory and research, Praeger, New York, 33. Sharan Y. Sharan S. (1992), Expanding Cooperative Learning Through Group Investigation. New York, Teachers' College Press. Traduzione italiana, Gli alunni fanno ricerca. Trento, Erickson, Prefazione di G. Chiari. 34. Slavin R.E., Cooperative learning: Theory, research and practice, Allyn and Bacon, London 35. Sternberg R. Spearl Swerling L. (1997), Teaching for Thinking. American Psychological Association, Washington, D. C., Traduz. italiana: Le tre intelligenze. Come potenziare le capacità analitiche, creative e pratiche. Trento Erickson. Presentazione di C. Cornoldi. 36. Sternberg, R. J., et al. (2000), Practical Intelligence in Everyday Life. New York: Cambridge University Press. 37. Vianello R., Cornoldi C (1996), Metacognizione disturbi di apprendimento e handicap, Edizioni Junior. 38. Vianello R., Cornoldi C (1991), Stili di insegnamento, stili di apprendimento e handicap, Juvenilia, Bergamo. 39. Vianello R., Cornoldi C. (1989), Handicap, memoria e apprendimento, Juvenilia, Bergamo. 40. Vygotskij L.S (1966), Pensiero e linguaggio, Giunti e Barbera. 41. Yael Sharan, Shlomo Sharan (1998), Gli alunni fanno ricerca Erickson, Trento.

Uno per tutti, tutti per uno.

Uno per tutti, tutti per uno. Uno per tutti, tutti per uno. Bologna, 09/02/2015 Dainese Roberto Educare attraverso il Cooperative Learning: stile attributivo e competenze metacognitive Chiara Trubini Marina Pinelli Psicologia - Università

Dettagli

RUOLO CENTRALE DEL DS NELL ACCOGLIENZA DEGLI ALUNNI DISABILI COME SENSIBILIZZARE E RESPONSABILIZZARE I DIRIGENTI

RUOLO CENTRALE DEL DS NELL ACCOGLIENZA DEGLI ALUNNI DISABILI COME SENSIBILIZZARE E RESPONSABILIZZARE I DIRIGENTI INTEGRAZIONE, ORIENTAMENTO E BUONE PRASSI RUOLO CENTRALE DEL DS NELL ACCOGLIENZA DEGLI ALUNNI DISABILI COME SENSIBILIZZARE E RESPONSABILIZZARE I DIRIGENTI L iscrizione degli alunni con certificazione L.104

Dettagli

Insegnare le abilità sociali con la carta a T. ins. Fabrizia Monfrino

Insegnare le abilità sociali con la carta a T. ins. Fabrizia Monfrino Insegnare le abilità sociali con la carta a T ins. Fabrizia Monfrino Scuola: I circolo di Giaveno (To) Classe: trasversale Anno scolastico: 2003/2004 Insegnare le abilità sociali con l uso della carta

Dettagli

La lettura con la tecnica del jigsaw (gioco a incastro)

La lettura con la tecnica del jigsaw (gioco a incastro) La lettura con la tecnica del jigsaw (gioco a incastro) Abdelkrim Boussetta Ispettorato Regionale - Rabat 1 Corso di formazione Accademia di Rabat, giovedi 21 ottobre 2010 Docente Studente Materia 2 Insegnamento

Dettagli

QUESTIONARIO DOCENTI Riepilogo (48 questionari compilati)

QUESTIONARIO DOCENTI Riepilogo (48 questionari compilati) QUESTIONARIO DOCENTI Riepilogo (48 questionari compilati) 1) Pensi alla sua istituzione scolastica, comprensiva delle diverse sedi e dei diversi gradi di scuola. Quanto è d accordo con le seguenti affermazioni?

Dettagli

QUESTIONARIO DI AUTOOSSERVAZIONE PROFESSIONALE

QUESTIONARIO DI AUTOOSSERVAZIONE PROFESSIONALE QUESTIONARIO DI AUTOOSSERVAZIONE PROFESSIONALE I FATTORI CHE ACCRESCONO L EFFICACIA DELL INSEGNAMENTO LE COMPETENZE DIDATTICHE Contrassegna con una X la casella prescelta per ogni indicatore L insegnante

Dettagli

J. Delors NELL EDUCAZIONE UN TESORO. Rapporto all UNESCO della Commissione Internazionale sull Educazione per il XXI secolo

J. Delors NELL EDUCAZIONE UN TESORO. Rapporto all UNESCO della Commissione Internazionale sull Educazione per il XXI secolo J. Delors NELL EDUCAZIONE UN TESORO Rapporto all UNESCO della Commissione Internazionale sull Educazione per il XXI secolo L utopia dell educazione L educazione è un mezzo prezioso e indispensabile che

Dettagli

PROGETTO ACCOGLIENZA Classi prime Anno scolastico 2012/2013

PROGETTO ACCOGLIENZA Classi prime Anno scolastico 2012/2013 SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO SIMONE DA CORBETTA PROGETTO ACCOGLIENZA Classi prime Anno scolastico 2012/2013 1 Introduzione Il progetto accoglienza nasce dalla convinzione che i primi mesi di lavoro

Dettagli

PROGETTO AFFETTIVITÀ secondaria di primo grado

PROGETTO AFFETTIVITÀ secondaria di primo grado PROGETTO AFFETTIVITÀ secondaria di primo grado anno scolastico 2014-2015 EDUCAZIONE ALL AFFETTIVITÀ E ALLA SESSUALITÀ Premessa La preadolescenza e l adolescenza sono un periodo della vita in cui vi sono

Dettagli

Strategia Laboratoriale

Strategia Laboratoriale CERT- LIM Interactive Teacher Test Mod. 2.2 CL La Certificazione delle Competenze Strumentali e Metodologiche con la LIM Candidati LIM AICA Associazione Italiana per l Informatica ed il Calcolo Automatico

Dettagli

I WEBQUEST SCIENZE DELLA FORMAZIONE PRIMARIA UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI PALERMO. Palermo 9 novembre 2011

I WEBQUEST SCIENZE DELLA FORMAZIONE PRIMARIA UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI PALERMO. Palermo 9 novembre 2011 I WEBQUEST SCIENZE DELLA FORMAZIONE PRIMARIA Palermo 9 novembre 2011 UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI PALERMO Webquest Attività di indagine guidata sul Web, che richiede la partecipazione attiva degli studenti,

Dettagli

Fornisci una breve spiegazione su ciò che si intende per «attribuzione». Elenca i fattori che influiscono sul metodo di studio.

Fornisci una breve spiegazione su ciò che si intende per «attribuzione». Elenca i fattori che influiscono sul metodo di studio. QUARTA PARTE Percorso unico Il successo scolastico e il metodo di studio 1. RISPOSTA APERTA Fornisci una breve spiegazione su ciò che si intende per «attribuzione». Elenca i fattori che influiscono sul

Dettagli

QUESTIONARI INCLUSIONE ANNO SCOLASTICO 2013/14

QUESTIONARI INCLUSIONE ANNO SCOLASTICO 2013/14 QUESTIONARI INCLUSIONE ANNO SCOLASTICO 2013/14 Questionari per: - docenti dell istituto - alunni classi terze secondaria - genitori classi terze secondaria Composti da tre punti di analisi con 8 domande

Dettagli

IL MANAGER COACH: MODA O REQUISITO DI EFFICACIA. Nelle organizzazioni la gestione e lo sviluppo dei collaboratori hanno una importanza fondamentale.

IL MANAGER COACH: MODA O REQUISITO DI EFFICACIA. Nelle organizzazioni la gestione e lo sviluppo dei collaboratori hanno una importanza fondamentale. IL MANAGER COACH: MODA O REQUISITO DI EFFICACIA Nelle organizzazioni la gestione e lo sviluppo dei collaboratori hanno una importanza fondamentale. Gestione e sviluppo richiedono oggi comportamenti diversi

Dettagli

CORSO DI STORIA DELLA PEDAGOGIA

CORSO DI STORIA DELLA PEDAGOGIA SSIS LAZIO 2007-2007 Indirizzi Tecnologico, Economico-Giuridico CORSO DI STORIA DELLA PEDAGOGIA Pedagogia e Scienze dell Educazione nella cultura contemporanea Prof.ssa Eleonora Guglielman 1 06. Costruttivismo:

Dettagli

FORMAT PROFILO DI COMPETENZA. competenza chiave

FORMAT PROFILO DI COMPETENZA. competenza chiave FORMAT PROFILO DI COMPETENZA PRIMA PARTE GRUPPI DI LAVORO PER DISCIPLINA IN VERTICALE compito a. formulare lo specifico formativo della competenza chiave presa in esame in base alla formazione personale,

Dettagli

GRUPPI DI INCONTRO per GENITORI

GRUPPI DI INCONTRO per GENITORI Nell ambito delle attività previste dal servizio di Counseling Filosofico e di sostegno alla genitorialità organizzate dal nostro Istituto, si propone l avvio di un nuovo progetto per l organizzazione

Dettagli

PROGETTO DI INTEGRAZIONE E RECUPERO SCOLASTICO

PROGETTO DI INTEGRAZIONE E RECUPERO SCOLASTICO in collaborazione con il Comune di Gubbio, la Caritas Diocesana, con il contributo del M.I.U.R.(Art.9 del C.C.N.L.Comparto Scuola 2002/2005) e della Regione Umbria, L.R.18/90. PROGETTO DI INTEGRAZIONE

Dettagli

SCHOOL COACHING. progetto formativo

SCHOOL COACHING. progetto formativo SCHOOL COACHING progetto formativo IL COACHING è una tecnica finalizzata al miglioramento della performance, attraverso lo sviluppo delle potenzialità personali. è uno strumento che consente di raggiungere

Dettagli

Scheda descrittiva del Laboratorio Didattico

Scheda descrittiva del Laboratorio Didattico Scheda descrittiva del Laboratorio Didattico Tipologia: Recupero e consolidamento delle capacità linguistiche Recupero e consolidamento delle capacità logiche Recupero e consolidamento delle capacità matematiche

Dettagli

TEST DI ORIENTAMENTO PER LA SCELTA DELLA SCUOLA SUPERIORE

TEST DI ORIENTAMENTO PER LA SCELTA DELLA SCUOLA SUPERIORE TEST DI ORIENTAMENTO PER LA SCELTA DELLA SCUOLA SUPERIORE Scuola Italia via Italia n 10 - Roma studente Francesco M. classe III A N.B. Ricorda che quanto leggerai è totalmente riservato, vincolato dal

Dettagli

Istituto Comprensivo Cepagatti anno scolastico 2015-2016

Istituto Comprensivo Cepagatti anno scolastico 2015-2016 Finalità della Scuola del primo ciclo Compito fondamentale della scuola del primo ciclo d istruzione, che comprende la Scuola Primaria e la Scuola Secondaria di primo grado, è la promozione del pieno sviluppo

Dettagli

CIRCOLO DIDATTICO DI SAN MARINO Anno Scolastico 2013/2014

CIRCOLO DIDATTICO DI SAN MARINO Anno Scolastico 2013/2014 CIRCOLO DIDATTICO DI SAN MARINO Anno Scolastico 2013/2014 RICERCA-AZIONE Insegnare per competenze: Lo sviluppo dei processi cognitivi Scuola Elementare Fiorentino DESCRIZIONE DELL ESPERIENZA Docente: Rosa

Dettagli

Orientamenti pedagogico-didattici per una scuola di qualità Relazione a cura di Monica Barbolini

Orientamenti pedagogico-didattici per una scuola di qualità Relazione a cura di Monica Barbolini Orientamenti pedagogico-didattici per una scuola di qualità Relazione a cura di Monica Barbolini Il processo didattico è un processo di natura relazionale, nel senso che mira a sostenere lo studente nella

Dettagli

PREMESSA Continuità curricolare Continuità metodologica

PREMESSA Continuità curricolare Continuità metodologica PREMESSA Il progetto continuità, nasce dall esigenza di garantire al bambinoalunno un percorso formativo organico e completo, che miri a promuovere uno sviluppo articolato e multidimensionale del soggetto,

Dettagli

Accoglienza CHI BEN COMINCIA...

Accoglienza CHI BEN COMINCIA... Accoglienza CHI BEN COMINCIA... Anno scolastico 2010/2011 Osservazioni della Commissione L accoglienza è un percorso che ha come finalità: La formazione di un gruppo di lavoro (clima idoneo all apprendimento)

Dettagli

Ufficio Scolastico Regionale per l Abruzzo. Rapporto dal Questionari Studenti

Ufficio Scolastico Regionale per l Abruzzo. Rapporto dal Questionari Studenti Rapporto dal Questionari Studenti SCUOLA xxxxxxxxx Anno Scolastico 2014/15 Le Aree Indagate Il questionario studenti ha lo scopo di indagare alcuni aspetti considerati rilevanti per assicurare il benessere

Dettagli

A.s. 2008 2009. PROGETTO DI RICERCA-AZIONE SUL METODO FEUERSTEIN ANNO SECONDO (Approvato dal Collegio dei Docenti nella seduta del 30 giugno 2008)

A.s. 2008 2009. PROGETTO DI RICERCA-AZIONE SUL METODO FEUERSTEIN ANNO SECONDO (Approvato dal Collegio dei Docenti nella seduta del 30 giugno 2008) A.s. 2008 2009 PROGETTO DI RICERCA-AZIONE SUL METODO FEUERSTEIN ANNO SECONDO (Approvato dal Collegio dei Docenti nella seduta del 30 giugno 2008) In seguito alla sperimentazione in classe dello scorso

Dettagli

PROTOCOLLO COOPERATIVE LEARNING

PROTOCOLLO COOPERATIVE LEARNING PROTOCOLLO COOPERATIVE LEARNING Il seguente protocollo rappresenta il piano di lavoro della ricerca-azione prevista dal Corso di formazione che ha come obiettivo l inclusione degli alunni nelle relazioni

Dettagli

CHI SIAMO. BeOn è una società di consulenza italiana ad alta specializzazione in ambito di valutazione, sviluppo e formazione delle risorse umane.

CHI SIAMO. BeOn è una società di consulenza italiana ad alta specializzazione in ambito di valutazione, sviluppo e formazione delle risorse umane. www.beon-dp.com Operiamo in ambito di: Sviluppo Assessment e development Center Valutazione e feedback a 360 Formazione Coaching CHI SIAMO BeOn è una società di consulenza italiana ad alta specializzazione

Dettagli

Gli strumenti per una didattica inclusiva

Gli strumenti per una didattica inclusiva STRUMENTI PER UNA DIDATTICA INCLUSIVA Ottilia Gottardi CTI Monza Est Gli strumenti per una didattica inclusiva Ottilia Gottardi CTI Monza Est PRINCIPI della PEDAGOGIA INCLUSIVA Tutti possono imparare;

Dettagli

PERCORSO DI FORMAZIONE SUI METODI DI APPRENDIMENTO COOPERATIVO. LABORATORIO PERMANENTE di FORMAZIONE E RICERCA

PERCORSO DI FORMAZIONE SUI METODI DI APPRENDIMENTO COOPERATIVO. LABORATORIO PERMANENTE di FORMAZIONE E RICERCA PERCORSO DI FORMAZIONE SUI METODI DI APPRENDIMENTO COOPERATIVO LABORATORIO PERMANENTE di FORMAZIONE E RICERCA Dr. Andrea Bertucci Psicologo e Dottore di Ricerca in Scienze Cognitive E mail: andrea.bertucci@yahoo.com

Dettagli

Circolare Ministeriale n. 3 del 13 febbraio 2015 Linee guida DOCUMENTO DI CERTIFICAZIONE DI COMPETENZE

Circolare Ministeriale n. 3 del 13 febbraio 2015 Linee guida DOCUMENTO DI CERTIFICAZIONE DI COMPETENZE Circolare Ministeriale n. 3 del 13 febbraio 2015 Linee guida DOCUMENTO DI CERTIFICAZIONE DI COMPETENZE STRUTTURA DEL DOCUMENTO La scheda di certificazione esplicita la traduzione delle singole competenze

Dettagli

Psicologia dell orientamento scolastico e professionale. Indice

Psicologia dell orientamento scolastico e professionale. Indice INSEGNAMENTO DI PSICOLOGIA DELL ORIENTAMENTO SCOLASTICO E PROFESSIONALE LEZIONE I ORIENTAMENTO E PSICOLOGIA PROF.SSA ANNAMARIA SCHIANO Indice 1 L orientamento: significato e tipologie ---------------------------------------------------------------

Dettagli

PATTO EDUCATIVO DI CORRESPONSABILITÁ (DPR 249 del 1998 come modificato dal DPR 235 del 2007) Scuola Primaria.. classe.. a. s.

PATTO EDUCATIVO DI CORRESPONSABILITÁ (DPR 249 del 1998 come modificato dal DPR 235 del 2007) Scuola Primaria.. classe.. a. s. PATTO EDUCATIVO DI CORRESPONSABILITÁ (DPR 249 del 1998 come modificato dal DPR 235 del 2007) Scuola Primaria.. classe.. a. s. 2014 15 L obiettivo del patto di corresponsabilità è quello di impegnare le

Dettagli

BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI

BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI Formazione in ingresso personale docente ed educativo 2015/1016 BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI Mirko Sala Bisogni Educativi Speciali FONTE: Flavio Fogarolo COME SI PUO FARE? LA DIDATTICA NON PUO IGNORARE LA

Dettagli

Il Profilo Dinamico Funzionale (PDF)*

Il Profilo Dinamico Funzionale (PDF)* Il Profilo Dinamico Funzionale (PDF)* E' atto successivo alla Diagnosi Funzionale (a cura della NPI) e indica in via prioritaria, dopo un primo periodo di inserimento scolastico, il prevedibile livello

Dettagli

Questionario PAI Personale Scolastico

Questionario PAI Personale Scolastico Questionario PAI Personale Scolastico La paziente e partecipata analisi del contesto locale porta ad evidenziare punti di vista diversi che possono generare ipotesi risolutive di problemi. Per questo motivo

Dettagli

7 CIRCOLO DIDATTICO - MODENA

7 CIRCOLO DIDATTICO - MODENA 7 CIRCOLO DIDATTICO - MODENA Via San Giovanni Bosco, 171 - Modena tel. 059.223752 / fax 059.4391420 VADEMECUM IMPEGNI DI RECIPROCITA NEI RAPPORTI SCUOLA FAMIGLIA Premessa Dal POF 2009/2010 del 7 Circolo

Dettagli

Corso annuale di Perfezionamento e di Aggiornamento Professionale (1500 ore 60 CFU) (Legge 19/11/1990 n. 341- art. 6, co. 2, lett.

Corso annuale di Perfezionamento e di Aggiornamento Professionale (1500 ore 60 CFU) (Legge 19/11/1990 n. 341- art. 6, co. 2, lett. Libera Università degli Studi San Pio V di Roma Anno Accademico 2009/2010 Corso annuale di Perfezionamento e di Aggiornamento Professionale (1500 ore 60 CFU) (Legge 19/11/1990 n. 341- art. 6, co. 2, lett.

Dettagli

L OSS NEL SERVIZIO DI INTEGRAZIONE SCOLASTICA. L integrazione dell alunno con disabilità: l operatore socio sanitario

L OSS NEL SERVIZIO DI INTEGRAZIONE SCOLASTICA. L integrazione dell alunno con disabilità: l operatore socio sanitario L OSS NEL SERVIZIO DI INTEGRAZIONE SCOLASTICA L integrazione dell alunno con disabilità: l operatore socio sanitario L OSS NEL SERVIZIO DI INTEGRAZIONE SCOLASTICA Il Servizio di Integrazione Scolastica

Dettagli

Il Problem-Based Learning dalla pratica alla teoria

Il Problem-Based Learning dalla pratica alla teoria Il Problem-Based Learning dalla pratica alla teoria Il Problem-based learning (apprendimento basato su un problema) è un metodo di insegnamento in cui un problema costituisce il punto di inizio del processo

Dettagli

LA SCUOLA DELL INFANZIA E LA SCUOLA DELL ACCOGLIENZA, DELLA RELAZIONE, DELLA CURA

LA SCUOLA DELL INFANZIA E LA SCUOLA DELL ACCOGLIENZA, DELLA RELAZIONE, DELLA CURA Mirella Pezzin - Marinella Roviglione LA SCUOLA DELL INFANZIA E LA SCUOLA DELL ACCOGLIENZA, DELLA RELAZIONE, DELLA CURA Nelle Indicazioni per il curricolo del 2007, alla sezione Centralità della persona

Dettagli

RICERCA-AZIONE. l insegnamento riflessivo. Caterina Bortolani-2009

RICERCA-AZIONE. l insegnamento riflessivo. Caterina Bortolani-2009 RICERCA-AZIONE ovvero l insegnamento riflessivo Gli insegnanti sono progettisti.. riflettono sul contesto nel quale devono lavorare sugli obiettivi che vogliono raggiungere decidono quali contenuti trattare

Dettagli

Monitoraggio fasi finali del progetto e valutazione. Elementi di caratterizzazione del progetto della rete

Monitoraggio fasi finali del progetto e valutazione. Elementi di caratterizzazione del progetto della rete Monitoraggio fasi finali del progetto e valutazione Elementi di caratterizzazione del progetto della rete Oggetto problema Osservazioni rispetto all autoanalisi Oggetto definito e area di riferimento Coerenza

Dettagli

APPRENDIMENTO COOPERATIVO E METODO DELLA RICERCA DI GRUPPO. 5.1. La ricerca di gruppo

APPRENDIMENTO COOPERATIVO E METODO DELLA RICERCA DI GRUPPO. 5.1. La ricerca di gruppo APPRENDIMENTO COOPERATIVO E METODO DELLA RICERCA DI GRUPPO. 5.1. La ricerca di gruppo La ricerca di gruppo è un metodo attraverso il quale gli studenti collaborano tra di loro a piccoli gruppi per esaminare

Dettagli

- OLIMPIADI DI PROBLEM SOLVING - Informatica e pensiero algoritmico nella scuola dell'obbligo

- OLIMPIADI DI PROBLEM SOLVING - Informatica e pensiero algoritmico nella scuola dell'obbligo Ministero dell Istruzione, dell Università e della Ricerca Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e formazione Direzione generale per gli ordinamenti scolastici e la valutazione del sistema

Dettagli

La mia autostima. Edizioni Erickson. Deborah Plummer. Dario Ianes Centro Studi Erickson Università di Bolzano www.darioianes.it

La mia autostima. Edizioni Erickson. Deborah Plummer. Dario Ianes Centro Studi Erickson Università di Bolzano www.darioianes.it Edizioni Erickson La mia autostima Dario Ianes Centro Studi Erickson Università di Bolzano www.darioianes.it Deborah Plummer Introduzione L immaginazione come strumento per il cambiamento Imagework: un

Dettagli

Uff. I. - OLIMPIADI DI PROBLEM SOLVING - Informatica e pensiero algoritmico nella scuola dell'obbligo

Uff. I. - OLIMPIADI DI PROBLEM SOLVING - Informatica e pensiero algoritmico nella scuola dell'obbligo Uff. I - OLIMPIADI DI PROBLEM SOLVING - Informatica e pensiero algoritmico nella scuola dell'obbligo Il Ministero dell Istruzione, dell Università e della Ricerca Direzione Generale per gli Ordinamenti

Dettagli

La Dislessia è uno dei disturbi specifici di apprendimento, di seguito denominati «DSA» (LEGGE 8 ottobre 2010, n. 170 ) Lucia Scuteri 30.06.

La Dislessia è uno dei disturbi specifici di apprendimento, di seguito denominati «DSA» (LEGGE 8 ottobre 2010, n. 170 ) Lucia Scuteri 30.06. La Dislessia è uno dei disturbi specifici di apprendimento, di seguito denominati «DSA» (LEGGE 8 ottobre 2010, n. 170 ) Alla base della dislessia ci sarebbe una comunicazione carente fra le aree cerebrali

Dettagli

CORSI DI FORMAZIONE DEAL PRESSO LE ISTITUZIONI SCOLASTICHE

CORSI DI FORMAZIONE DEAL PRESSO LE ISTITUZIONI SCOLASTICHE Gruppo di Ricerca DEAL (Dislessia Evolutiva e Apprendimento delle Lingue) Università Ca Foscari Venezia CORSI DI FORMAZIONE DEAL PRESSO LE ISTITUZIONI SCOLASTICHE Si riporta di seguito l offerta formativa

Dettagli

PROGETTO DI FORMAZIONE PER COMPRENDERE, SPERIMENTARE E FAR PROPRIO IL METODO

PROGETTO DI FORMAZIONE PER COMPRENDERE, SPERIMENTARE E FAR PROPRIO IL METODO LO SPAZIO MAGICO DELLA RELAZIONE TM Metodo di intervento sulle dinamiche relazionali e sulla prevenzione del disagio nella Scuola dell Infanzia e nella Scuola Primaria PRIMO LIVELLO PROGETTO DI FORMAZIONE

Dettagli

Approfondimenti e-book: I laboratori come strategia didattica autore: Antonia Melchiorre

Approfondimenti e-book: I laboratori come strategia didattica autore: Antonia Melchiorre Approfondimenti e-book: I laboratori come strategia didattica autore: Antonia Melchiorre Breve excursus delle risoluzioni giuridiche introdotte per garantire il diritto al Successo formativo nella scuola

Dettagli

Attività di recupero che si intendono attivare per colmare le lacune emerse dalle prove d ingresso:

Attività di recupero che si intendono attivare per colmare le lacune emerse dalle prove d ingresso: LIVELLI DI PARTENZA Strumenti utilizzati per rilevarli: Colloqui individuali e di gruppo sul curricolo formativo generale e specifico disciplinare e pregresso. Discussione di gruppo. Livelli di partenza

Dettagli

L intelligenza numerica

L intelligenza numerica L intelligenza numerica Consiste nel pensare il mondo in termini di quantità. Ha una forte base biologica, sia gli animali che i bambini molto piccoli sanno distinguere poco e molto. È potentissima e può

Dettagli

LABORATORIO a cura di Pier Cesare Rivoltella e Andrea Garavaglia La Formazione a distanza di Terza Generazione

LABORATORIO a cura di Pier Cesare Rivoltella e Andrea Garavaglia La Formazione a distanza di Terza Generazione LABORATORIO a cura di Pier Cesare Rivoltella e Andrea Garavaglia La Formazione a distanza di Terza Generazione Laboratorio 2 Apprendimento collaborativo in rete Laboratorio 2 Apprendimento collaborativo

Dettagli

Rapporto dal Questionari Insegnanti

Rapporto dal Questionari Insegnanti Rapporto dal Questionari Insegnanti SCUOLA CHIC81400N N. Docenti che hanno compilato il questionario: 60 Anno Scolastico 2014/15 Le Aree Indagate Il Questionario Insegnanti ha l obiettivo di rilevare la

Dettagli

UN GRUPPO DI LAVORO EVOLVE

UN GRUPPO DI LAVORO EVOLVE GRUPPI DI LAVORO GRUPPO DI LAVORO Un gruppo di lavoro è costituito da un insieme di individui che interagiscono tra loro con una certa regolarità, nella consapevolezza di dipendere l uno dall altro e di

Dettagli

ALLEGATO B. Nel corso degli anni il monitoraggio ha previsto nelle diverse annualità:

ALLEGATO B. Nel corso degli anni il monitoraggio ha previsto nelle diverse annualità: ALLEGATO B Il modello di monitoraggio Il gruppo di Progetto di PQM, nell anno scolastico 2010-2011 ha costituito un gruppo di lavoro tecnico composto dal gruppo di progetto stesso e dai ricercatori dei

Dettagli

La leadership sanitaria:

La leadership sanitaria: La leadership sanitaria: una nuova dimensione per le professioni sanitarie Dott. Alessandro Rovetta Leadership SAPER CREARE UN MONDO AL QUALE LE PERSONE DESIDERINO APPARTENERE 1 Perchè servono professionisti

Dettagli

GLI EFFETTI DELLA COOPERAZIONE TRA PARI SU UN ALUNNO CON DISTURBO DA DEFICIT DI ATTENZIONE IPERATTIVITA

GLI EFFETTI DELLA COOPERAZIONE TRA PARI SU UN ALUNNO CON DISTURBO DA DEFICIT DI ATTENZIONE IPERATTIVITA GLI EFFETTI DELLA COOPERAZIONE TRA PARI SU UN ALUNNO CON DISTURBO DA DEFICIT DI ATTENZIONE IPERATTIVITA IELENA BARBIANI, CHIARA TRUBINI E MARINA PINELLI Facoltà di Psicologia, Università di Parma barbiani.ielena@alice.it

Dettagli

PROTOCOLLO DI ACCOGLIENZA ALUNNI STRANIERI

PROTOCOLLO DI ACCOGLIENZA ALUNNI STRANIERI Pag. 1 a 7 Protocollo di accoglienza alunni stranieri Istituto Comprensivo Via Cassia 1694 Roma XV Municipio XXVIII Distretto PROTOCOLLO DI ACCOGLIENZA ALUNNI STRANIERI Il Protocollo di accoglienza alunni

Dettagli

Scuola Primaria di Marrubiu

Scuola Primaria di Marrubiu Scuola Primaria di Marrubiu SESTANTE 2 Anno scolastico 2007/2008 Page 1 of 6 SOMMARIO MOTIVAZIONI...3 QUALE PROGETTO... 3 FINALITA... 4 OBIETTIVI CON VALENZA ORIENTATIVA...4 PERCORSI FORMATIVI...4 ATTIVITA

Dettagli

CONTESTO EDUCATIVO E BENESSERE PSICOLOGICO

CONTESTO EDUCATIVO E BENESSERE PSICOLOGICO CONTESTO EDUCATIVO E BENESSERE PSICOLOGICO Prima rilevazione nell istituto comprensivo Virgilio di Roma a cura di Pietro Lucisano Università degli studi di Roma La Sapienza, con la collaborazione di Emiliane

Dettagli

PROGETTO CITTADINANZA E COSTITUZIONE

PROGETTO CITTADINANZA E COSTITUZIONE PROGETTO CITTADINANZA E COSTITUZIONE SICUREZZA E RISPETTO DELLE REGOLE FINALITA e OBIETTIVI DEL PROGETTO Le direttive comunitarie in tema di salute e sicurezza sul luogo di lavoro sottolineano la necessità

Dettagli

Condivisione di pratiche organizzative e didattiche per l inclusione scolastica degli alunni con Bisogni Educativi Speciali

Condivisione di pratiche organizzative e didattiche per l inclusione scolastica degli alunni con Bisogni Educativi Speciali Condivisione di pratiche organizzative e didattiche per l inclusione scolastica degli alunni con Bisogni Educativi Speciali Che cos è il Bisogno Educativo Speciale? Il Bisogno Educativo Speciale rappresenta

Dettagli

Il gruppo nella ricerca-azione. azione. Cantù, 24 maggio 2011

Il gruppo nella ricerca-azione. azione. Cantù, 24 maggio 2011 Il gruppo nella ricerca-azione azione Cantù, 24 maggio 2011 Life Skills di comunità PAR (Participatory Action Research): Analisi degli Stakeholders Valorizzazione del lavoro in gruppo Focus groups Conference(Tavoli)

Dettagli

STRATEGIE DI INTERVENTO PER LO SVILUPPO DELLE ABILITA COGNITIVE E SOCIALI

STRATEGIE DI INTERVENTO PER LO SVILUPPO DELLE ABILITA COGNITIVE E SOCIALI STRATEGIE DI INTERVENTO PER LO SVILUPPO DELLE ABILITA COGNITIVE E SOCIALI L intervento basato sull educazione strutturata tiene conto : Del livello globale di sviluppo Della funzionalità delle proposte

Dettagli

Processi di comunicazione scuola-famiglia

Processi di comunicazione scuola-famiglia Processi di comunicazione scuola-famiglia Appunti Comunicare a scuola è il cuore della relazione scuola-famiglia, parti alleate di un progetto che -in particolare nella realtà attualenon sopporta solitudine:

Dettagli

ISTITUTO COMPRENSIVO STATALE CAPACCIO PAESTUM

ISTITUTO COMPRENSIVO STATALE CAPACCIO PAESTUM ISTITUTO COMPRENSIVO STATALE CAPACCIO PAESTUM Località Villaggio 84047 CAPACCIO (SA) - C.M. SAIC8AZ00C Tel. 0828725413/0828724471 Fax. 0828720747/0828724771 e-mail SAIC8AZ00C@istruzione.it Ascolta i bambini

Dettagli

PROTOCOLLO PER L ACCOGLIENZA ALUNNI DIVERSAMENTE ABILI

PROTOCOLLO PER L ACCOGLIENZA ALUNNI DIVERSAMENTE ABILI Ministero dell Istruzione dell Università e della Ricerca Istituto Comprensivo NORD 2 - Brescia Via Costalunga, 15-25123 BRESCIA Cod. Min. BSIC88400D - Cod.Fisc. 80049710173 Tel.030307858-0308379448-9

Dettagli

RAV e PDM (Rapporto di Auto-Valutazione) e (Piano di Miglioramento) L Aquila, 10 settembre 2015

RAV e PDM (Rapporto di Auto-Valutazione) e (Piano di Miglioramento) L Aquila, 10 settembre 2015 RAV e PDM (Rapporto di Auto-Valutazione) e (Piano di Miglioramento) L Aquila, 10 settembre 2015 IL RAV Il RAV (di seguito nominato Report) rappresenta la prima esperienza di autovalutazione dell Ist. Comprensivo

Dettagli

SVILUPPO TALENTI PROGETTO CONSEGUIRE OBIETTIVI RICERCARE ECCELLENZA

SVILUPPO TALENTI PROGETTO CONSEGUIRE OBIETTIVI RICERCARE ECCELLENZA SVILUPPO TALENTI PROGETTO CONSEGUIRE OBIETTIVI RICERCARE ECCELLENZA Bologna Aprile 2009 L IMPORTANZA DEL MOMENTO In un mercato denso di criticità e nel medesimo tempo di opportunità, l investimento sulle

Dettagli

Associazione AMA BERGAMO Metodologia dell auto mutuo aiuto Come funziona un gruppo Risorse e difficoltà Dr.ssa Bruna Allievi Treviglio 28 marzo 2015 I GRUPPI DI AUTO MUTUO AIUTO Obiettivi 1. Sviluppo di

Dettagli

Tecniche strategie e metodologie del processo di insegnamento-apprendimento. a cura della Dott.ssa Donata Monetti

Tecniche strategie e metodologie del processo di insegnamento-apprendimento. a cura della Dott.ssa Donata Monetti Tecniche strategie e metodologie del processo di insegnamento-apprendimento a cura della Dott.ssa Donata Monetti Gli elementi di base della dinamica insegnamento - apprendimento LA PROGRAMMAZIONE DEGLI

Dettagli

LA DIDATTICA PER LO SVILUPPO DELLE COMPETENZE. Dino Cristanini

LA DIDATTICA PER LO SVILUPPO DELLE COMPETENZE. Dino Cristanini LA DIDATTICA PER LO SVILUPPO DELLE COMPETENZE Dino Cristanini LE COMPONENTI DI UNA COMPETENZA CONOSCENZE ABILITÀ OPERAZIONI COGNITIVE DISPOSIZIONI COME PROMUOVERE LO SVILUPPO DI UNA COMPETENZA FAVORIRE

Dettagli

ATTO D INDIRIZZO DEL DIRIGENTE SCOLASTICO PER LA PREDISPOSIZIONE DEL PIANO TRIENNALE DELL OFFERTA FORMATIVA

ATTO D INDIRIZZO DEL DIRIGENTE SCOLASTICO PER LA PREDISPOSIZIONE DEL PIANO TRIENNALE DELL OFFERTA FORMATIVA ATTO D INDIRIZZO DEL DIRIGENTE SCOLASTICO PER LA PREDISPOSIZIONE DEL PIANO TRIENNALE DELL OFFERTA FORMATIVA VISTO l art. 3 comma 4 del D.P.R. 275/1999 come modificato dall art. 1, comma 14, della Legge

Dettagli

ISTITUTO STATALE D ISTRUZIONE SUPERIORE F. BESTA MILANO

ISTITUTO STATALE D ISTRUZIONE SUPERIORE F. BESTA MILANO ISTITUTO STATALE D ISTRUZIONE SUPERIORE F. BESTA MILANO PROTOCOLLO DI ACCOGLIENZA PER ALUNNI STRANIERI INDICE: PREMESSA 1. FINALITA 2. CONTENUTI 3. LA COMMISSIONE ACCOGLIENZA 4. PRIMA FASE DI ACCOGLIENZA

Dettagli

PROGETTI COMENIUS LIFE LONG LEARNIG

PROGETTI COMENIUS LIFE LONG LEARNIG PROGETTI COMENIUS LIFE LONG LEARNIG FORMAZIONE A CHELTENHAM (UK)- 26 ott/3 nov 2013-26 apr/4mag 2014 SUL METODO C.L.I.L. PER L INSEGNAMENTO BILINGUE DI DISCIPLINE UMANISTICHE NELLA SCUOLA SUPERIORE Durante

Dettagli

TIROCINIO FORMATIVO ATTIVO

TIROCINIO FORMATIVO ATTIVO 2. TIROCINIO FORMATIVO ATTIVO Il Tirocinio Formativo Attivo (TFA) è un corso abilitante all insegnamento istituito dalle università. Esso ha durata annuale e attribuisce, tramite un esame finale sostenuto

Dettagli

Il teatro è uno strumento educativo e formativo che i bambini praticano. da sempre nella forma spontanea e divertente del gioco.

Il teatro è uno strumento educativo e formativo che i bambini praticano. da sempre nella forma spontanea e divertente del gioco. Il teatro è uno strumento educativo e formativo che i bambini praticano da sempre nella forma spontanea e divertente del gioco. Il laboratorio teatrale è un occasione di scambio e confronto reciproco in

Dettagli

Alessandro Ricci Psicologo Psicoterapeuta Università Salesiana di Roma

Alessandro Ricci Psicologo Psicoterapeuta Università Salesiana di Roma Alessandro Ricci Psicologo Psicoterapeuta Università Salesiana di Roma LA COPPIA NON PUO FARE A MENO DI RICONOSCERE E ACCETTARE CHE L ALTRO E UN TU E COME TALE RAPPRESENTA NON UN OGGETTO DA MANIPOLARE

Dettagli

Manifesto TIDE per un Educazione allo Sviluppo accessibile

Manifesto TIDE per un Educazione allo Sviluppo accessibile Manifesto TIDE per un Educazione allo Sviluppo accessibile Pagina 2 Contenuto Il progetto TIDE...4 Il manifesto TIDE...6 La nostra Dichiarazione...8 Conclusioni...12 Pagina 3 Il progetto TIDE Verso un

Dettagli

IL PORTFOLIO EUROPEO DELLE LINGUE. Mónica Sandra Lista Rodríguez

IL PORTFOLIO EUROPEO DELLE LINGUE. Mónica Sandra Lista Rodríguez IL PORTFOLIO EUROPEO DELLE LINGUE Mónica Sandra Lista Rodríguez COME NASCE E SI SVILUPPA IL PEL Nel contesto europeo, l insegnamento/apprendimento delle lingue straniere ha lo scopo di far acquisire agli

Dettagli

IL RAPPORTO DI AUTOVALUTAZIONE

IL RAPPORTO DI AUTOVALUTAZIONE IL RAPPORTO DI AUTOVALUTAZIONE Priorità strategiche della valutazione - Riduzione della dispersione e dell insuccesso scolastico. - Rafforzamento delle competenze di base degli studenti rispetto alla situazione

Dettagli

OGGETTO: Linee guida Progetto PERCORSO DI ORIENTAMENTO in collaborazione con la FS Prof. Sergio.

OGGETTO: Linee guida Progetto PERCORSO DI ORIENTAMENTO in collaborazione con la FS Prof. Sergio. Distretto Scolastico N 53 Nocera Inferiore (SA) Prot. n. 1676 C/2 Nocera Superiore,18/10/2012 A tutti i docenti All attenzione della prof. Sergio FS di riferimento All attenzione di tutti i genitori Tramite

Dettagli

La Leadership efficace

La Leadership efficace La Leadership efficace 1 La Leadership: definizione e principi 3 2 Le pre-condizioni della Leadership 3 3 Le qualità del Leader 4 3.1 Comunicazione... 4 3.1.1 Visione... 4 3.1.2 Relazione... 4 pagina 2

Dettagli

Per costruire e migliorare il rapporto di collaborazione Scuola /Famiglia

Per costruire e migliorare il rapporto di collaborazione Scuola /Famiglia Istituto Comprensivo - Monte Urano Via Vittorio Alfieri 1 - Monte Urano - prov. Ascoli Piceno - cap.63015 telefono 0734/840605 Fax 0734/840880 Per costruire e migliorare il rapporto di collaborazione Scuola

Dettagli

QUESTIONARIO 3: MATURITA ORGANIZZATIVA

QUESTIONARIO 3: MATURITA ORGANIZZATIVA QUESTIONARIO 3: MATURITA ORGANIZZATIVA Caratteristiche generali 0 I R M 1 Leadership e coerenza degli obiettivi 2. Orientamento ai risultati I manager elaborano e formulano una chiara mission. Es.: I manager

Dettagli

Convegno Nazionale 25 26 settembre 2009 COMUNE DI VIGEVANO LA FAMIGLIA CON PERSONA DISABILE INTERVENTO OLISTICO

Convegno Nazionale 25 26 settembre 2009 COMUNE DI VIGEVANO LA FAMIGLIA CON PERSONA DISABILE INTERVENTO OLISTICO Convegno Nazionale 25 26 settembre 2009 COMUNE DI VIGEVANO LA FAMIGLIA CON PERSONA DISABILE INTERVENTO OLISTICO L AIUTO SCOLASTICO LA FAMIGLIA Dott. Eugenia Rossana Fabiano Dirigente Scolastico Fase di

Dettagli

RELAZIONE FINALE MODULO DI PROGETTAZIONE

RELAZIONE FINALE MODULO DI PROGETTAZIONE Pagina 1 di 5 RELAZIONE FINALE MODULO DI PROGETTAZIONE La partecipazione al DOL Diploma On Line per Esperti di Didattica assistita dalle Nuove Tecnologie del Politecnico di Milano ha richiesto a ciascun

Dettagli

Per la legge sulla privacy si fa riferimento al Documento Programmatico della sicurezza (protezione dei dati personali D.L.V.O. 196 del 30/06/2003)

Per la legge sulla privacy si fa riferimento al Documento Programmatico della sicurezza (protezione dei dati personali D.L.V.O. 196 del 30/06/2003) Per la legge sulla privacy si fa riferimento al Documento Programmatico della sicurezza (protezione dei dati personali D.L.V.O. 196 del 30/06/2003) PIANO EDUCATIVO INDIVIDUALIZZATO Scuola Dirigente Scolastico

Dettagli

Che cos è AIESEC? Cambiare il mondo tramite l educazione

Che cos è AIESEC? Cambiare il mondo tramite l educazione AIESEC Italia Che cos è AIESEC? Nata nel 1948, AIESEC è una piattaforma che mira allo sviluppo della leadership nei giovani, offrendo loro l opportunità di partecipare a stage internazionali con l obiettivo

Dettagli

PROGETTO ACCOGLIENZA

PROGETTO ACCOGLIENZA PROGETTO ACCOGLIENZA Per accoglienza intendiamo un atteggiamento positivo verso soggetti in un contesto di relazioni e comunicazioni. L accoglienza di nuove persone è un momento fondamentale nella dinamica

Dettagli

PROGETTO: TEATRO FORUM

PROGETTO: TEATRO FORUM 24 5 PROGETTO: TEATRO FORUM (per Oratori sensibili) Che cos è Il Teatro forum è un metodo e percorso formativo utilizzato spesso in situazioni di disagio socio-culturale e si propone come strumento per

Dettagli

Progetto 5. Formazione, discipline e continuità

Progetto 5. Formazione, discipline e continuità Istituto Comprensivo Statale Lorenzo Bartolini di Vaiano Piano dell Offerta Formativa Scheda di progetto Progetto 5 Formazione, discipline e continuità I momenti dedicati all aggiornamento e all autoaggiornamento

Dettagli

L AVORO DI RETE AL OBIETTIVI FORMATIVI

L AVORO DI RETE AL OBIETTIVI FORMATIVI Finalita educativa generale: Favorire l inserimento, promuovere l integrazione scolastica e lo sviluppo delle potenzialità dell alunno disabile o in situazione di svantaggio nell apprendimento, nella comunicazione,

Dettagli

PROPOSTA DI PACCHETTO DI ORIENTAMENTO

PROPOSTA DI PACCHETTO DI ORIENTAMENTO PROPOSTA DI PACCHETTO DI ORIENTAMENTO MOMENTI DI ORIENTAMENTO Obiettivi INDICE Bilancio delle Competenze e Consapevolezza delle Vocazioni...4 La Gestione del Cambiamento...4 Momenti e iniziative sul tema

Dettagli

L insegnamento del Laboratorio di Fisica. Alcune considerazioni didattiche

L insegnamento del Laboratorio di Fisica. Alcune considerazioni didattiche L insegnamento del Laboratorio di Fisica Alcune considerazioni didattiche La Fisica nasce come scienza sperimentale, ma è spesso insegnata in modo soltanto teorico. Senza il supporto del laboratorio, si

Dettagli

Istituto di Istruzione Superiore Pudente-Pantini Vasto (CH)

Istituto di Istruzione Superiore Pudente-Pantini Vasto (CH) Istituto di Istruzione Superiore Pudente-Pantini Vasto (CH) PIANO EDUCATIVO INDIVIDUALIZZATO Anno Scolastico / Cognome Nome nato a in data residente a provincia Via Telefono Indirizzo Classe Sezione Sede

Dettagli