Il parere, in primo luogo, non è un tema.

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1 PARTE I IL METODO

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3 3 1. Che cosa (non) è un parere. Se, come abbiamo scritto nella presentazione, la redazione di un parere non è attività frequente neppure per gli avvocati, ciò non significa che l avvicinamento ad essa debba creare in noi panico. Una dote fondamentale sia in fase di preparazione che, soprattutto, durante l esame, è la tranquillità d animo. Un adeguato studio dei metodi di redazione dei compiti, quale valore aggiunto, deve anche condurci ad affrontare le prove nel modo più sereno possibile. Ciò consentirà di valorizzare al massimo le rispettive qualità e farà emergere quanto abbiamo appreso in precedenza, sia durante la pratica professionale che la preparazione specifica per l esame. La cosa importante è non farsi prendere dal panico. Affrontiamo quindi questi primi passi con tranquillità. Vi sembrerà un paradosso ma, per imparare efficacemente come scrivere un parere, occorre in primo luogo capire cosa non è un parere. Una volta definito cosa si trova all esterno del parere, sarà molto più facile occuparci di quanto contenuto all interno del suo perimetro. Il parere, in primo luogo, non è un tema. Tema e parere vivono su piani diversi, pur ovviamente facendo entrambi parte della medesima casa del diritto. Generalmente, la traccia del tema è piuttosto stringata, in quanto necessaria solo a specificare le questioni giuridiche da affrontare, piuttosto ampie, che consentono al candidato di esprimersi in molteplici modi, sfruttando tutto il suo bagaglio conoscitivo. Possiamo quindi affermare che con il tema mi viene chiesto di mettere in evidenza tutte le nozioni che possiedo su un determinato argomento.

4 4 IL METODO Il parere, poi, non è un atto giudiziario. Con l atto, che rappresenta la tipica esplicitazione scritta della professione di avvocato, mi viene chiesto di rappresentare una determinata parte, uno specifico centro di interessi. Io non debbo quindi fare mostra di tutto quello che so ma sono chiamato a ricercare, tra le mie conoscenze, quelle che più servono a valorizzare la posizione del mio assistito, ad evidenziare le sue ragioni. In un atto, dunque, non solo dovrò essere ben capace di stabilire cosa sia utile per una adeguata difesa ma dovrò anche essere in grado di valorizzarlo rispetto ad altri concetti che risultino magari più affermati nel mondo giuridico. Sì, ma allora cosa è il parere? Una volta che abbiamo stabilito, in modo necessariamente sintetico, cosa non sia, possiamo adesso (finalmente) specificare i tratti salienti del parere. Durante i corsi di preparazione all esame, ricorro sempre ad una analogia con la professione medica. Durante una visita medica, il professionista ci farà tante domande sui sintomi che avvertiamo, ragionerà su questi e, dopo, ci spiegherà con termini quanto più possibilmente chiari quale sia la eventuale patologia dalla quale siamo affetti e quali le possibilità di guarigione attraverso una adeguata prognosi. Il medico, quindi, nel fare una diagnosi del nostro stato di salute, nel valutarne la gravità e le possibili conseguenze, non dovrà mai essere accondiscendente o erroneamente ottimista. In modo asettico, invece, dovrà essere obiettivo anche qualora riscontri delle gravi malattie. Il candidato all esame di avvocato, nel redigere un parere, è chiamato a svolgere esattamente questo compito: valutare in modo neutro il contenuto fattuale della traccia (i sintomi), collegarla logicamente con eventuali fattispecie civili o penali (le malattie) e, da ultimo, stabilire quali siano le conseguenze giuridiche (la prognosi). Nella redazione di un parere, non dovremo dunque mai essere eccessivamente propensi a valorizzare le ragioni del nostro assistito o, nemmeno, svolgere un trattato enciclopedico di tutte le fattispecie giuridiche connesse al caso concreto. Nel parere, dovremo sempre essere orientati sul contenuto della traccia e sulle sue conseguenze obiettive. 2. La forma del parere Prime indicazioni tecniche sulle modalità di redazione del compito. Se dobbiamo imparare a forgiare il miglior parere, dobbiamo conoscere alcune

5 LA FORMA DEL PARERE 5 regole generali che, a prescindere dai singoli contenuti giuridici, ci consentano di mantenere una omogeneità di fondo a tutti i nostri compiti. In primo luogo, il parere non deve essere svolto utilizzando la prima persona singolare. Esempio: È dunque errata la formulazione della seguente frase: Ritengo che Tizio sia inadempiente agli obblighi contrattuali. Alla pari, è inesatto anche l utilizzo della prima persona plurale. Il cosiddetto plurale maiestatico, a differenza di quello che in alcuni casi e ad alcune condizioni può essere corretto nella lingua parlata, nella redazione di un compito d esame deve essere invece bandito, in quanto ci porta lontano da quella che è la essenza del parere, rappresentata come dicevo dalla formulazione di una diagnosi obiettiva. Esempio: È quindi errata anche la seguente frase: Riteniamo che Tizio sia inadempiente agli obblighi contrattuali. Escluse queste due modalità di redazione, dovremo invece privilegiare una formulazione maggiormente distaccata, neutra, che conferisca maggiore autorevolezza ai concetti espressi Esempio: Sarà, dunque, corretta la frase: Si ritiene che Tizio sia inadempiente agli obblighi contrattuali La grafia. In relazione a questo argomento, che dovete assolutamente non sottovalutare, la recriminazione è dietro l angolo: durante gli anni di studio universitario, infatti, non siamo incentivati ad utilizzare la scrittura né, tantomeno, siamo ormai portati a farlo nella vita quotidiana. Una riserva di scrittura manuale era costituita, nella professione, dalla redazione dei verbali d udienza civile, quasi sempre riservati al praticante che, nelle vesti di amanuense ( ma è per imparare... ), scriveva sotto dettatura del proprio dominus. Oggi, che in molti Fori viene privilegiata la verbalizzazione direttamente al PC, stiamo perdendo anche quest ultimo collegamento con quella che, un tempo, costituiva un arte a sé stante: la calligrafia. Eppure, a fronte di questi mutamenti irreversibili dei costumi, l ultima isola nella quale la bella grafia costituisce un importante elemento di merito è rappresentata dalle prove d esame di avvocato. Durante i tre giorni d esame, si è infatti chiamati a svolgere i compiti in forma scritta cartacea.

6 6 IL METODO Da qui l importanza di redigere i compiti prima in una brutta copia e poi, fondamentale, in bella. Per comprendere appieno la importanza di scrivere i nostri compiti in bella copia con una grafia che risulti comprensibile a tutti, vi basterà questa informazione: i compiti d esame vengono corretti da una commissione composta da cinque commissari. I compiti vengono letti a voce alta da un commissario agli altri commissari, da qui l importanza, direi la decisività, che la scrittura sia di agevole lettura. Il mio invito è dunque quello di riservarsi, durante le sette ore d esame, un congruo tempo per rileggere la brutta, apportare eventuali correzioni e, di seguito, redigere una bella che sia veramente bella, che consenta quindi una facile comprensione delle singole frasi al commissario incaricato di leggere. Questo è un aspetto che nessun candidato può permettersi di sottovalutare e, come ripeto spesso durante i corsi, meglio scrivere un concetto in meno e avere il tempo per ricopiare in bella il compito piuttosto che aggiungere al parere nozioni su nozioni ma finire il tempo costretti a consegnare la brutta del proprio elaborato L ortografia. Al pari di una bella grafia, occorre evitare come il fuoco gli errori di ortografia. Non vi è niente di peggio di un compito d esame che presenti degli errori cosiddetti da prima elementare : una doppia sbagliata, un apostrofo messo o tolto a caso, una andata a capo errata. Il problema è che, un tempo, la maestra ci avrebbe messo un votaccio o messo in castigo per aver scritto un ipotesi di reato senza apostrofo (beh, forse in prima elementare il contenuto del dettato sarebbe stato diverso!) Oggi usiamo il PC che, con il correttore ortografico, è più benevolo dei maestri di un tempo e corregge i nostri elaborati senza neppure sgridarci. Guai però a chi provi ad utilizzare, all esame, espressioni quali nn in luogo di non, oppure x al posto di per Segni grafici. Un altro aspetto, forse destabilizzante ma certo da considerare, è rappresentato dalla impossibilità di utilizzare, in fase di scrittura all esame, elementi di abbellimento che, nella vita professionale, rappresentano invece un valore chiarificatore aggiunto. Durante le prove, è preferibile evitare l utilizzo del grassetto o di sottolineature, visto che non è certo facile far risaltare, con la penna, determinati caratteri ed è ancor peggio sottolinearne degli altri. Ancor più da ricordare è la circostanza che i nostri compiti debbono essere

7 LA FORMA DEL PARERE 7 necessariamente anonimi e va dunque evitato qualsiasi potenziale segno distintivo. A questo riguardo, quindi, mi permetto di sconsigliare la suddivisione del compito con numeri, lettere od altri simboli, che possano in qualche modo essere interpretati, durante le correzioni, come segno identificativo e portare all annullamento del compito. Mi viene spesso mossa una obiezione: Ma, nella attività professionale, i nostri atti prevedono una precisa numerazione e suddivisione anche visiva dei concetti. Questo è vero ed un atto di studio acquista maggior pregio se gli argomenti vengono adeguatamente separati ed evidenziati. Però, all esame vi è la possibilità non la certezza ma la possibilità che l utilizzo di numeri o simboli od altri elementi distintivi dei concetti possano essere interpretati come segni identificativi del compito e portare al suo annullamento. Chi vuole, dunque, può rischiare, se crede; io, però, vi ho avvisato di questa possibilità. Altri elementi che possono portare all annullamento del compito, ovviamente, sono rappresentati dalla sottoscrizione del compito o dalla indicazione di elementi di fantasia non riportati dalla traccia, ma questo aspetto verrà approfondito in seguito I tempi dei verbi. Un importante elemento di valutazione del compito è rappresentato dalla capacità del candidato di sviluppare i propri concetti con un sapiente ed adeguato coordinamento dei tempi dei verbi. Niente di peggio, anche in questo caso, di banali errori nella consecutio temporum, che minano la qualità sostanziale del nostro elaborato e rischiano di sottoporci ad un sommesso dileggio della commissione d esame. Quali tempi e forme verbali utilizzare nella redazione di un compito? A questa domanda, necessariamente, non può corrispondere una risposta univoca. L Italia, sotto questo profilo, è molto variegata ed ogni regione, spesso ogni città, presenta le sue peculiarità verbali. I compiti d esame, però, debbono essere scritti in italiano e la nostra lingua presenta delle regole unitarie. Ciò, soprattutto, in ragione del fatto che, ad oggi, le correzioni dei compiti d esame non si svolgono presso il medesimo Foro ma le commissioni sono incrociate con Fori di altre Regioni. Generalmente, quando in un parere descriviamo quanto accaduto, le forme verbali più utilizzate sono rappresentate dall imperfetto e dal passato prossimo. Ciò non significa, però, che il passato remoto sia errato; è solo che, purtroppo,

8 8 IL METODO questo nobile tempo verbale sta diventando sempre meno utilizzato nella vita quotidiana. A questo si deve poi aggiungere come detto il coordinamento del tempo utilizzato per meglio descrivere la fattispecie. Esempio: Ecco alcuni esempi corretti: Tizio non eseguiva la prestazione e si rendeva responsabile dell inadempimento. Altro Esempio: Tizio non ha eseguito la prestazione e si è reso responsabile dell inadempimento. Va invece scartato, a mio avviso, l utilizzo del tempo presente. Ciò in quanto stiamo comunque facendo riferimento a fatti passati, che non possono essere dunque riportati al presente. Esempio errato: Tizio non esegue la prestazione ed è responsabile dell inadempimento La punteggiatura. Quando correggo i compiti, gli errori più frequenti, e quelli che possono danneggiare di più la qualità del compito, sono rappresentati dall utilizzo di una inesatta punteggiatura. Anche il corretto inserimento di virgole e punti sta diventando tristemente obsoleto in un epoca da 144 caratteri. Questo non significa, però, che all esame di avvocato, come pure successivamente nello svolgimento di questa adorata professione, le nostre capacità debbano ridursi a singole, apodittiche affermazioni prive di qualsiasi collegamento l una con l altra. Possiamo infatti ben comprendere che, dovendo essere i nostri elaborati letti a voce alta, la punteggiatura, insieme alla grafia, rappresenti il più immediato biglietto da visita del compito. La punteggiatura, poi, consente al commissario che legge di riportare al meglio i concetti espressi, senza la necessità di grandi respiri o pause all interno di una singola frase o, ancora peggio, senza bisogno di dover leggere o rileggere qualche lunghissimo e criptico periodo. Un punto di partenza può essere rappresentato dal rinfrescarci qualche piccola regoletta in materia di soggetto, predicato e complemento oggetto. Esempio corretto: Sempronio non ha estinto il debito Esempio errato: Sempronio, non ha estinto, il debito.

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