Successioni. Aprile 2017
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1 Successioni Aprile 2017
2 Le disposizioni a titolo particolare Le disposizioni a titolo particolare sono attribuzioni testamentarie di specifici diritti patrimoniali che conferiscono, a chi le riceve, la posizione di legatario. Il legatario, a differenza dell erede non succede nela totalità dei rapporti ereditari ma consegue soltanto i diritti che sono indicati nel titolo e, di regola, non risponde dei debiti del defunto. Per diventare legatario non è necessario un formale atto di accettazione ma può farsi rinuncia.
3 Tipologia di legato Obbligatorio, attribuisce denaro o altri beni generici che l onerato è obbligato a prestare al legatario Traslativo, comporta l automatico trasferimento al legatario del diritto oggetto di attribuzione. Legati traslativi sono quelli di credito e i legati di specie. Il legatario non è tenuto a pagare debiti e pesi ereditari che ricadono, invece, di norma sugli eredi.
4 Il prelegato (art. 661 c.c.) È quello attribuito all erede o ad uno dei coeredi a carico di tutta l eredità. Se si tratta di un prelegato obbligatorio gli altri coeredi sono obbligati all adempimento solo per la parte corrispondente alle proprie quote.
5 Determinazione del legato rimessa ad un terzo È nulla la disposizione che rimette ad un terzo la determinazione dell oggetto o della quantità del legato (art. 632 cc), da ciò si deduce la validità della disposizione che rimette la determinazione del legato all equo arbitrio degli altri. Si applica analogicamente l art c.c. I legati disposti a titolo di remunerazione, se non diversamente disposto, si intendono rimessi all equo arbitrio dell erede. Deve tuttavia trattarsi di fatti o attività che consentano di proporzionare l attribuzione secondo una valutazione equitativa
6 Il legato alternativo Presenta una parziale indeterminatezza, la scelta di norma compete all onerato ma può anche essere rimessa al terzo o al legatario. Se l onerato non procede alla scelta entro il termine indicato dal giudice il potere di scelta passa allo stesso beneficiario, secondo le regole delle obbligazioni alternative.
7 Possesso del bene legato Il legatario deve chiedere all onerato il possesso del bene anche quando sia stato espressamente dispensato dal testatore. Il bene, infatti, passa all erede automaticamente che, quindi, sarà possessore e legittimato, altresì, ad esercitare tutte le azioni possessorie contro il terzo.
8 Disposizioni sottoposte a condizione o a termine Le disposizioni testamentarie possono essere sottoposte a condizione sospensiva o risolutiva o a termine. Il carattere sospensivo o risolutivo della condizione deve risultare dall interpretazione della disposizione testamentaria. Le condizioni testamentarie illecite o impossibili sono considerate come non apposte, senza incidere né sulla validità né sull efficacia, salvo che abbiano rappresentato l unico motivo che ha spinto il testatore a disporre. Il termine, a differenza della condizione si riferisce ad un accadimento certo, seppur non riferita ad un giorno del calendario specifico. La disposizione a titolo universale non può essere sottoposta né a condizione né a termine.
9 La sostituzione fedecommissoria È un esempio di disposizione a termine. Fa obbligo all erede o al legatario di conservare e restituire i beni alla sua morte. È prevista la nullità di tale forma di sostituzione, salvo nell ipotesi in cui si tratti di un interdetto o minorenne abitualmente infermo di mente (art. 692 c.c.). La deroga al divieto si giustifica, dunque, in ragione della funzione assistenziale. Data la funzione assistenziale deve ritenersi che sia applicabile anche ai soggetti sottoposti ad amministrazione di sostegno.
10 L onere o modo Si tratta di una disposizione accessoria a carico dell erede o del legatario che obbliga l onerato a devolvere in tutto o in parte i beni ricevuti per la finalità indicata dal testatore. L onere è una limitazione del beneficio attribuito all erede o al legatario che può soddisfare una finalità morale del testatore (erigere un monumento) o un interesse dello stesso onerato (impiego di somma di denaro per proseguire gli studi) o un interesse di terzi determinati o, infine, un interesse diffuso. Per l adempimento dell onere può agire qualsiasi interessato. Pur quando conferisce un vantaggio economico ad una persona, l onere rimane sempre distinto dal legato. Sia l onere illecito, che quello impossibile si considerano come non apposti.
11 LA COLLAZIONE È l atto con cui i discendenti e il coniuge che accettano l eredità conferiscono nell asse ereditario quanto hanno ricevuto dal defunto in donazione. La collazione è obbligatoria per legge, salvo che il donatario non ne sia stato dispensato (art. 737 cc). Scopo della collazione è evitare una disparità di trattamento in dipendenza delle donazioni fatte in vita dal defunto, posto che, socialmente, tali donazioni hanno il significato di un anticipazione dell eredità.
12 Dispensa dalla collazione La dispensa eventualmente fatta dal defunto ha effetto nei limiti della disponibile. La dispensa può essere un negozio accessorio alla donazione, della quale deve rivestire la stessa forma, oppure può essere contenuta in un testamento. Un esempio di dispensa legale è quella dei patti di famiglia.
13 Soggetti e oggetto della collazione Tenuti alla collazione sono il coniuge e i discendenti in quanto siano coeredi, in quanto cioè abbiano accettato l eredità. I coeredi devono conferire i beni che hanno ricevuto in donazione diretta o indiretta (ossia le donazioni indirette). La collazione può avvenire: - in natura: restituendo il bene all asse ereditario; - per imputazione: corrispondendo, cioè, il valore del bene. L imputazione è necessaria in caso di beni immobili alienati o ipotecati.
14 LA SUCCESSIONE LEGITTIMA È la successione intestata, cioè quella che ha luogo per legge quando manca in tutto o in parte la successione testamentaria. La legge testualmente designa come legittima la successione dello Stato e quella familiare. L art. 565 c.c. prevede che nella successione legittima l eredità si devolve al coniuge, ai discendenti, ai collaterali, agli altri parenti e allo Stato. Quanto allo Stato, questo è un erede necessario in senso proprio in quanto non gli è consentito rinunciare all eredità che viene acquistata automaticamente senza bisogno di accettazione.
15 QUINDI La legittima è il diritto che spetta agli stretti congiunti anche contro la volontà del defunto. Il fondamento non deve rinvenirsi soltanto nell appartenenza al gruppo familiare ma nell inderogabile esigenza di solidarietà tra i più prossimi congiunti. Per tale ragione il diritto di riserva prevale, anche, sulla volontà dell ereditando. Legittimari sono il coniuge, i figli e, in mancanza, gli ascendenti. La legittima prende anche il nome di riserva, poiché è il diritto successorio riservato ai legittimari, la cui successione è comunemente definita necessaria. La successione necessaria può qualificarsi come successione legittima poiché è una successione che ha titolo nella legge, ossia in un diritto successorio attribuito, per legge, al successibile.
16 Successione necessaria e legittima Il codice distingue successione necessaria da successione legittima. Per successione legittima il codice intende restrittivamente la sola successione intestata, cioè la successione che si apre sull eredità di cui il defunto non abbia disposto tramite testamento. Può allora affermarsi che la necessaria è una forma di sostituzione legittima
17 Determinazione della legittima Deve calcolarsi il valore dei beni ereditari (relitti, ossia quelli appartenenti al defunto al tempo della morte), da questi deve detrarsi il valore dei debiti e, infine, aggiungersi il valore dei beni donati dal defunto. La somma dei beni relitti e donati si chiama massa. Il valore di questi va calcolato con riferimento al tempo di apertura della successione.
18 Categorie di legittimari Il coniuge: Al coniuge spetta la metà della massa se non concorrono figli, 1/3 se assieme al coniuge concorre un figlio, ¼ se concorrono più figli, metà se insieme al coniuge concorrono ascendenti. Al coniuge spetta anche il diritto di abitazione e di uso della casa di proprietà del defunto o che fosse in comproprietà. Si tratta, secondo la giurisprudenza, di legati di legittima che possono essere conseguiti anche a prescindere dall accettazione dell eredità. Trattandosi di legati di specie vengono acquisiti immediatamente e quindi sottratti alla comunione ereditaria. I diritti di abitazione e di uso sono incedibili e hanno la durata della vita del titolare. Il coniuge separato senza addebito ha lo stesso diritto di legittima del coniuge non separato. Il coniuge separato con addebito non gode, invece, dei diritti successori che spettano al coniuge nella successione necessaria e in quella legittima. Tale coniuge ha tuttavia diritto ad un assegno vitalizio alimentare se al momento della morte percepiva gli alimenti legali dall ex coniuge.
19 Segue: Categorie di legittimari I figli: La legittima, oltre che al coniuge spetta anche ai figli e ai loro discendenti in rappresentanza. Figlio unico ha una quota di legittima pari alla metà della massa; di 1/3 se concorre con il coniuge; di 2/3 sul patrimonio complessivo se concorrono più figli e, in caso di concorso col coniuge del defunto della metà. Prima della riforma della filiazione i figli di genitori coniugati godevano del diritto della commutazione. Una situazione ben peggiore era quella dei figli cd. irriconoscibili che, però, con una sentenza del 2002 della Corte Costituzionale prima e della riforma dopo, non esistono più come categoria. Adesso, i figli di parenti, previa autorizzazione del giudice sono riconoscibili. Tuttavia, in caso di diniego da parte del giudice il legislatore ha voluto garantire questi soggetti mantenendo la disposizione di cui all art. 580 cc sull assegno vitalizio, che è commisurato alla rendita della quota di eredità a cui il figlio avrebbe avuto diritto se fosse stato riconosciuto.
20 Segue: Categorie di legittimari Gli ascendenti: Hanno un diritto di legittima quando i figli muoiono senza lasciare discendenti. La loro quota è pari ad ¼ o ad 1/3 a seconda che concorrano o meno col coniuge del defunto. La riforma del 2012 ha esteso anche la categoria degli ascendenti (nuovi artt. 536 e 538 cc), prima si negava ogni rapporto di parentela coi figli nati fuori dal matrimonio.
21 Il legato in sostituzione di legittima È un attribuzione a titolo particolare che tacita il diritto di legittima del legittimario e gli preclude di agire in riduzione. Il legato grava sulla quota di riserva e, per l eccedenza, sulla disponibile. Il legittimario non è di per sé privato del suo diritto, ma deve scegliere se prendere il legato o concorrere alla legittima. Si differenzia dal legato in conto di legittima che è, invece imputato alla quota di legittima, senza precludergli di agire in riduzione per l eventuale differenza. Anche la donazione può essere fatta in conto di legittima.
22 Il legato in conto della disponibile È l attribuzione che grava sulla disponibile e si aggiunge a quanto spetta al beneficiario a titolo di legittima. Anche la donazione può essere fatta in conto della disponibile. Il legatario in conto della disponibile è privilegiato perché potrà agire in riduzione per la lesione della legittima, senza dovere imputare alla sua quota di legittima il legato ricevuto.
23 Principio di intangibilità della legittima Un importante principio è quello per cui il testatore non può gravare con pesi e condizioni la quota del legittimario. Tale divieto comporta l inefficacia delle disposizioni senza che occorra esperire l azione di riduzione. Tuttavia, a tal fine, non basta che un peso (legato o onere per esempio), sia posto a carico del legittimario, ma quel peso deve gravare sulla quota di legittima riducendone l ammontare. Deve darsi conto, tuttavia, di un ulteriore tesi in giurisprudenza che ritiene che i legati lesivi della legittima richiederebbero sempre l esperimento dell azione di riduzione.
24 Lascito eccedente la disponibile La cd. cautela sociniana, prevista dall art. 550 c.c. riguarda le seguenti ipotesi: 1) il testatore assegna al legittimario beni in nuda proprietà e a terzi un diritto di usufrutto o una rendita il cui reddito eccede quello della disponibile. 2) il testatore assegna al legittimario un diritto di usufrutto mentre a favore di terzi ne dispone la nuda proprietà per una parte eccedente la disponibile. Il rimedio della cautela sociniana consiste nel potere del legittimario di scegliere se dare esecuzione alla disposizione oppure conseguire integra la porzione di legittima abbandonando al terzo l usufrutto o la nuda proprietà, limitatamente alla parte disponibile. La scelta può essere esercitata dal legittimario senza alcuna formalità.
25 L AZIONE DI RIDUZIONE Il legittimario leso nel suo diritto di legittima da disposizioni testamentarie e donative può agire giudizialmente per ottenere la riduzione delle disposizioni lesive della legittima. L azione di riduzione non implica nullità delle disposizioni e per questo deve distinguersi l azione di riduzione da quella volta ad impugnare il testamento o la donazione per vizi di volontà o di forma. Si tratta di disposizioni valide, ma suscettibili di essere dichiarate in tutto o in parte inefficaci per reintegrare la legittima.
26 Condizioni per l esercizio dell azione: Che il legittimario abbia accettato con beneficio di inventario (sempre che vi sia stata una delazione a favore del soggetto che si assume leso); Che il legittimario imputi alla sua quota i legati e le donazioni fattegli dal defunto; L azione di riduzione è soggetta al termine di prescrizione di 10 anni decorrente dall apertura della successione.
27 La riduzione delle disposizioni testamentarie Ad essere ridotte per prime per la reintegrazione della quota di legittima devono essere le disposizioni testamentarie, in misura proporzionale, sia che si tratti di disposizioni a titolo universale che a titolo particolare. Se la riduzione delle disposizioni testamentarie non è sufficiente allora si ridurranno le donazioni, anche quelle remuneratorie. Le donazioni si riducono seguendo il criterio cronologico, cominciando dall ultima effettuata in ordine di tempo. La riduzione delle donazioni rende le attribuzioni inefficaci nei limiti di quanto sia necessario a reintegrare il diritto di legittima leso, per cui il donatario dovrà restituire agli eredi il bene in natura o l importo del valore che esso aveva al tempo dell apertura della successione, espresso in moneta attuale. In caso di insolvenza del donatario può agirsi contro i terzi acquirenti, se non può farsi nulla il valore sarà detratto dalla massa.
28 La restituzione dei beni A seguito della riduzione si procede alla restituzione dei beni che è diversa a seconda che si tratti di: - beni mobili il donatario deve restituirli o pagarne il corrispondente in valore. La scelta compete al donatario, secondo la scelta delle obbligazioni alternative. - beni immobili: la riduzione può comportare la separazione di una porzione in natura o la totale acquisizione del bene all eredità o, ancora, l obbligo di corrispondere all eredità il valore della porzione ridotta. Il donatario che ha alienato il bene a un terzo deve corrisponderne il valore al legittimario che agisce in riduzione. Se il donatario è insolvente il donatario può agire nei confronti degli alienatari, a prescindere dal titolo oneroso o gratuito dell alienazione e dalla buona o mala fede.
29 Tuttavia L alienatario si sottrae all azione di restituzione se il suo atto di acquisto è a titolo oneroso ed è stato trascritto prima della trascrizione della domanda di riduzione e questa è stata trascritta dopo dieci anni dall apertura della successione. Merita inoltre attenzione il nuovo art. 563 c.c. che favorisce ulteriormente i terzi acquirenti di beni immobili.
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