Cammina, pedala! mobilità sostenibile per il BenEssere delle persone e dell ambiente. Dispensa per gli insegnanti

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1 ONLUS FEDERAZIONE ITALIANA AMICI DELLA BICICLETTA progettoscuola Cammina, pedala! mobilità sostenibile per il BenEssere delle persone e dell ambiente Dispensa per gli insegnanti Una guida alternativa per far prendere coscienza che un miglioramento della vivibilità dell ambiente urbano è possibile attraverso suggerimenti e proposte didattiche specifiche per e con il coinvolgimento dei bambini. achab group rete nazionale di comunicazione ambientale

2 progettoscuola

3 Secondo voi, quale posto si lascia per i giochi dei bambini nella città, rispetto allo spazio accordato dai pubblici poteri al parcheggio o alla circolazione? Quali diritti hanno i bambini in materia di libertà di movimento e d accesso a luoghi dove sviluppare una vita sociale e culturale, conoscenze, un benessere fisico? Esiste un diritto alla mobilità autonoma per i bambini? E qual è il suo peso di fronte alle scelte imposte da adulti che preferiscono spostarsi in automobile e a tutti i costi? ( ) che cosa pensare del potere che ha il mondo adulto di fare valere le sue priorità e le sue esigenze a scapito delle attese, della salute e del benessere dei bambini? Dall introduzione di Eppure si muovono, testo-documento della Commissione Europea per l Ambiente (2002). Ciao Stefania! Per chi ha avuto la gioia e la possibilità di conoscerti come socia FIAB, pedagogista, formatrice e insegnante, rimani ancora un messaggio e invito di speranza che ci aiuta a riflettere per il futuro. Il tuo pedalare purtroppo una mattina, mentre ti recavi a scuola dai tuoi allievi, è stato improvvisamente e tragicamente interrotto per sempre. Ti vogliamo ricordare con le tue stesse parole e testimonianza di vita, predisposte per la relazione presentata il 18 novembre 2004 durante il Seminario Bambini e Bambine nella loro città organizzato dalla Conferenza dei Sindaci della AULSS 13 e il Comune di Mirano (VE) in collaborazione con FIAB-GIS ciclisti e pedoni (Gruppo Iniziativa Sicurezza) per la città possibile. I tuoi amici..alla domanda: di chi è la città?, la risposta arriva veloce e scontata: è degli automobilisti. La città non è di tutti i cittadini, persone diverse per età, per sesso, per professione ma soprattutto delle persone che usano l auto per spostarsi, cioè la maggioranza degli adulti. I bambini in città, a parte qualche oasi pedonale e di verde protetta dove comunque non sempre possono giocare, li vediamo soprattutto ai finestrini delle auto o radunati in luoghi appartati e predisposti per loro: la scuola, la palestra, la parrocchia, la piscina, la ludoteca Il bambino che cresce in questa città, quasi esclusivamente trasportato in auto e con dei genitori che non sperimentano mobilità alternative, si adatta e aspetterà l età della patente per sentirsi libero di muoversi da solo. I bambini però, se ascoltati, hanno desideri e bisogni importanti, perché fondamentali per la loro crescita, rispetto l ambiente urbano e le modalità di spostamento. I bambini, ad esempio, nonostante la presenza di numerosi giochi e giocattoli allettanti, di computer e videogiochi, desiderano effettuare piccoli spostamenti in bicicletta mentre i genitori, preoccupati del traffico e della pericolosità delle strade, vietano la bicicletta come mezzo per spostarsi e concedono qualche pedalata nel sottoportico del condominio o sul marciapiede del proprio giardino. La bicicletta invece, risponde in modo adeguato ad alcuni dei bisogni fondamentali del bambino: muoversi nella propria città autonomamente, provarsi in un attività che richiede abilità e conoscenze, fare amicizia al di fuori dei contesti usuali. Noi adulti, bambini di anni fa, dove giocavamo? Come andavamo a scuola o a fare i compiti da qualche compagno? è importante far affiorare i ricordi dei giochi in strada che si protraevano fino a quando il buio impediva di continuare; dei giri in bicicletta con i quali ci si avventurava ogni giorno un po più in là. Prendere contatto con il bambino che siamo stati può aiutarci a prestare attenzione ed ascolto alle richieste dei bambini di oggi, figli, nipoti, alunni, vicini di casa. Stefania Elibani A Stefania per aver condiviso gioia, impegno, speranza e fiducia nel ricercare e proporre città più vivibili per tutti a partire dalle bambine e dai bambini. I tuoi amici 3

4 indice Presentazione... 6 Approfondimenti tematici: I Le caratteristiche della mobilità in città... 7 II I bisogni e i desideri dei bambini e bambine... 8 III Manifesto per la riconquista della città IV Crescere nelle città di oggi V Esempio degli adulti VI Insegnanti e genitori: consapevolezza, responsabilità e coinvolgimento Metodologia Obiettivi generali di educazione alla mobilità sostenibile Unità didattica 1: la mobilità Introduzione Attività Attività Approfondimento web Scheda 1: Rilevazione dei mezzi in transito Scheda 2: Intervista quando ero piccolo io Scheda 3: Intervista ad un cittadino Scheda 4: Il diario dei miei spostamenti durante la settimana Unità didattica 2: I mezzi di trasporto motorizzati Introduzione Attività Approfondimento web Scheda 5: Confronto tra diversi mezzi di trasporto: velocità e consumo specifico di energia Scheda 6: Indagine sui mezzi posseduti Approfondimento: L aria: allarme polveri e gas Unità didattica 3: L auto e il codice della strada Introduzione Attività Approfondimento: Il piano urbano del traffico (PUT) Scheda 7: Il significato dei principali segnali stradali Scheda 8: Le multe morali Unità didattica 4: La mobilità sostenibile Introduzione Attività Giochi cooperativi: Nessuno me la fa, Gomitolo di lana, La macchina fotografica, Il bruco cieco Attività Approfondimento 1: L agonismo che permea la nostra società e lo spirito di giochi dei bambini Approfondimento 2: Un fatto di cronaca Approfondimento 3: Meno auto, più vita: la nuova mobilità inizia nelle nostre teste Scheda 9: Diario del clima Unità didattica 5: La pubblicità Introduzione Attività Approfondimento: L auto come è vista nella pubblicità Scheda 10: Griglia per analizzare la pubblicità

5 Unità didattica 6: Andare a piedi Introduzione Attività Scheda 11: Camminando non mi sfugge niente osservo mentre cammino Scheda 12: Disegna la paura Unità didattica 7: Il codice stradale per i pedoni Introduzione Attività Scheda 13: Il codice della strada per i pedoni Approfondimento 1: I pericoli dei pedoni Approfondimento 2: La Charta Europea dei diritti del pedone Unità didattica 8: La sicurezza dei bambini Introduzione Attività Approfondimento 1: Le difficoltà dei bambini Approfondimento 2: Quali situazioni sono pericolose e vanno evitate? Unità didattica 9: Andare in bicicletta Introduzione Attività Approfondimento: Breve storia della bicicletta Scheda 14: Meccanica della bicicletta Scheda 15: La bicicletta e la sicurezza Scheda 16: Vantaggi e svantaggi della bicicletta Unità didattica 10: Il ciclista e il codice della strada Introduzione Attività Scheda 17: Suggerimenti generali Approfondimento 1: 10 consigli per pedalare sicuri Approfondimento 2: Ciclabilità urbana Unità didattica 11: Vacanze in bicicletta Attività Approfondimento 1: Il servizio treno+bici in Italia Approfondimento 2: Vademecum del cicloviaggiatore Unità didattica 12: I percorsi sicuri casa scuola Introduzione Approfondimento: Percorsi sicuri casa-scuola in autonomia e in sicurezza Attività Attività Scheda 18: Il percorso casa-scuola e ritorno Unità didattica 13: Pedibus e bicibus Introduzione Attività Approfondimento web Bibliografia

6 Presentazione In Italia sono numerose le città artisticamente belle: palazzi, chiese, piazze, fontane, portici, giardini, monasteri, regge e castelli ma negli ultimi decenni da luoghi di svago e socializzazione, a parte esigue zone pedonali, si sono trasformate in luoghi rumorosi, inquinati, vivibili a malapena solo la domenica. Gli abitanti delle città, anche quelle di piccole dimensioni, cercano altrove luoghi protetti dove stare tranquilli, spesso effettuando lunghi spostamenti. I centri commerciali ad esempio, rispondono al bisogno di città riproducendo le strade e le piazze di una volta dove si poteva passeggiare, sostare, far giocare i bambini, e hanno un pregio in più, se piove non occorre l ombrello: nei centri commerciali si può continuare a stare all aperto. La maggior parte di noi si è adattata a questa situazione e pensa non sia possibile un cambiamento che migliori la vivibilità dell ambiente urbano. Nella stesura di questa guida abbiamo pensato a come far prendere coscienza che un alternativa è possibile e a proporre suggerimenti e proposte didattiche specifiche per lavorare con i bambini che, naturalmente si fanno coinvolgere appassionatamente in questi argomenti. è possibile recuperare una situazione di ben-essere e ben-stare in città diventando promotori e protagonisti di una nuova condizione di mobilità che chiameremo mobilità sostenibile e solidale. L approccio alla mobilità diventa lo strumento per ripensare, progettare e ricreare un ambiente più sano, con luoghi di socializzazione rispondenti ai bisogni primari di tutte le persone e modalità di spostamento e uso di mezzi adeguati in relazione alla lunghezza del percorso da effettuare. Una guida pensata per chi non sa aspettare che le scelte politiche delle amministrazioni pubbliche propongano interventi di moderazione del traffico, la costruzione di piste ciclabili o il recupero di spazi verdi per il tempo libero e si impegna personalmente per una mobilità a misura delle differenti persone che abitano la città: giovani, anziani, bambini, diversamente abili Tutto ciò è possibile attraverso: una lettura e riflessione attenta di una serie di capitoli di approfondimento sulla mobilità sostenibile una metodologia adeguata da adottare degli obiettivi di cui tener conto durante tutta l attività l attuazione di un percorso adeguato attraverso specifiche unità didattiche. All inizio di ogni unità saranno elencati gli obiettivi specifici, una breve introduzione e le attività proposte che possono essere calibrate in base all età dei bambini e alle conoscenze già maturate dalla classe. Ogni unità si conclude con alcuni approfondimenti dedicati soprattutto alla formazione degli insegnanti. Buon lavoro! 6

7 Approfondimenti tematici I - Le caratteristiche della mobilità in città I bambini e le bambine in città, a parte qualche oasi pedonale e di verde protetta, dove comunque non sempre possono giocare, li vediamo soprattutto ai finestrini delle auto o radunati in luoghi appartati e predisposti per loro: la scuola, la palestra, la parrocchia, la piscina, la ludoteca Ciò è la conseguenza di come le caratteristiche della mobilità nelle strade delle nostre città si siano ridefinite nel corso degli ultimi decenni. l auto È diventata il mezzo privilegiato per spostarsi Nelle nostre città ci si muove soprattutto in auto in quanto viene considerata più sicura e più veloce per ogni tipo di spostamento, anche se breve e anche se c è bel tempo: andare in autobus è considerato troppo lento e inaffidabile; usare la bicicletta è rischioso, faticoso e meno veloce; spostarsi a piedi è atemporale (si cammina solo in montagna o sul tapis roulant di una palestra)! c È un alta incidentalità La maggior parte degli incidenti stradali mortali o con feriti gravi, si verifica nelle zone urbane e tra le persone coinvolte ci sono molti bambini. si È sviluppato un egocentrismo del ruolo Riconosciamo solo i nostri diritti e i nostri bisogni e siamo poco rispettosi dei diritti e dei bisogni degli altri utenti della strada: in auto ci infastidisce fermarci agli attraversamenti pedonali, ci mettono apprensione biciclette e scooter che ci affiancano o ci chiedono spazio, ci innervosisce l autobus che sosta alle fermate e non possiamo sorpassare, ci irritano gli altri automobilisti che, secondo noi, non sanno guidare. Quando siamo in bicicletta inveiamo contro gli autisti che ci sfiorano e guidano come se i ciclisti non ci fossero; a piedi ci stanchiamo ad aspettare invano che ci lascino attraversare sulle strisce pedonali. manca interazione e solidarietà tra gli utenti della strada non ci rapportiamo con gli altri, fatichiamo ad avere uno sguardo complessivo su ciò che succede intorno a noi, presi dalla mancanza di tempo e di pazienza. la città È un intreccio di percorsi A parte poche zone pedonali, il resto della città è vissuto come un insieme di tragitti sperimentati e collaudati per raggiungere le diverse destinazioni e da effettuare nel più breve tempo possibile, quasi a voler annullare lo spazio. La città come luogo nel quale trascorrere del tempo all aperto per passeggiare, incontrare e salutare, fare degli acquisti (vedi centri commerciali), per divertirsi (vedi cittadelle del cinema), sta svanendo. La città viene usata per essere percorsa più che per essere vissuta. vale il rispetto personalizzato del codice stradale Abbiamo delle convinzioni personali, o semplicemente delle scuse che motivano la nostra personalizzazione o il nostro non rispetto delle regole del codice e ci fanno diffidare in ogni caso degli agenti della polizia municipale come se fossero lì solo per tenderci dei tranelli e intascare dei soldi. presenza di pregiudizi e luoghi comuni Donne al volante pericolo costante, guardati dagli uomini che guidano con il cappello, i veneziani non sanno guidare sono alcuni detti che non fanno solo sorridere ma dimostrano sentimenti ostili verso le diversità degli utenti della strada e ci servono a giustificare l incapacità degli altri e la propria irreprensibile condotta automobilistica. il bambino che cresce in questa città, quasi esclusivamente trasportato in auto e con dei genitori che non sperimentano mobilità alternative, si adatta e aspetterà l età della patente per sentirsi libero di muoversi da solo! 7

8 II - I bisogni e i desideri dei bambini e delle bambine I bambini però, se ascoltati, hanno desideri e bisogni importanti (individuali e/o di gruppo) fondamentali per la loro crescita rispetto l ambiente urbano, le modalità di relazione e di spostamento. Bisogni che riguardano la libertà nello spazio e nel tempo nella scelta dei compagni di gioco più che la ricerca di giocattoli e giochi giusti. I bambini hanno bisogno di muoversi con il proprio corpo anche in città, non solo quando giocano a scuola, in palestra o a casa: hanno bisogno di camminare, correre, saltare, nascondersi, scavare, arrampicarsi, pedalare, pattinare, ballare anche nelle stradine dei quartieri e delle zone residenziali, nelle piazze, nei giardini e nei cortili della loro città. I bambini hanno bisogno di fare esperienze, di esplorare, di cercare, di avventurarsi, ad esempio di percorrere il tragitto casa-scuola a piedi o in bicicletta, di fare esperienza della strada, delle distanze, dello spazio e del tempo: anche quello meteorologico. è vero che l ambiente urbano è complesso, caotico, stressante ma è anche vero che dobbiamo conviverci e che i bambini prima o poi diventeranno ragazzi e usciranno in strada da soli con il motorino e poi con l auto senza aver fatto esperienze come pedone e come ciclista accompagnati da un adulto. Queste esperienze lo educherebbero gradualmente ad una consapevolezza del comportamento più adeguato per stare in strada: i bambini si educano alla mobilità in città non solo imparando il codice stradale e ascoltando raccomandazioni ripetute più volte ma soprattutto percorrendo le strade della città a piedi e in bicicletta con adulti attenti e pazienti. I bambini hanno bisogno di osservare, prestare attenzione, cogliere le piccole mutazioni quotidiane e stagionali dell ambiente vegetale, animale e antropico. I bambini hanno bisogno di incontrare, socializzare, fare conoscenza in modo spontaneo e indipendente e non perché predisposto, con persone che non siano solo i loro compagni di scuola o gli adulti della propria famiglia. I bambini hanno bisogno di essere autonomi facendo delle esperienze di mobilità da soli o in compagnia dei loro amici, di gestire il proprio tempo, essere indipendenti ed avere fiducia nei propri mezzi, anche rischiando di perdersi. Per crescere devono distanziarsi dalle loro famiglie e hanno bisogno di adulti che gli diano fiducia e li incoraggino a fare da soli. Una sana educazione prevede una dose di rischio perché il controllo esasperato e l iperprotettività crescono persone insicure, incapaci di scegliere, passive. Il bambino oltre ad essere protetto deve essere educato a proteggersi, a preoccuparsi personalmente della propria incolumità. Thomas Gordon, rispetto alla capacità di risolvere i problemi che gli alunni si trovano ad affrontare, afferma: questi problemi appartengono a loro. Se sono costretti ad affrontarli e risolverli, essi imparano anche a fronteggiare i sentimenti negativi e a trovare le soluzioni. Se imparano a fare assegnamento solo sulle proprie forze, confidare nei propri sentimenti, ed accettare le conseguenze delle proprie decisioni, essi potranno sviluppare sicurezza, autonomia, e indipendenza. Il danno maggiore che gli insegnanti possono procurare agli studenti è quello di assumere un atteggiamento protettivo nei loro confronti sottraendoli ad una esperienza fondamentale: e cioè affrontare le conseguenze delle proprie decisioni. tratto da: Thomas Gordon, Insegnanti Efficaci, Giunti 1991, pag

9 I bambini hanno bisogno di giocare nella loro città, nelle piazze e nelle strade, con altri bambini e non solo della loro età, senza adulti che dettino le regole del gioco: di risolvere da soli eventuali situazioni conflittuali sperimentando diverse strategie. Compito dell adulto è quello di rispettare il gioco dei bambini e di agevolarlo il più possibile perché il gioco è un laboratorio per conoscere le proprie capacità e i propri limiti, per imparare a relazionarsi con gli altri, per gestire le proprie emozioni: il gioco allena a rapportarsi con gli altri, a negoziare regole e ruoli. Abitua alla convivenza con i diversi da sé. I bambini hanno bisogno di sentirsi parte di una comunità, di essere considerati cittadini a tutti gli effetti per poter esprimere le proprie opinioni e dare dei suggerimenti sulla progettazione della città e sviluppare così un senso di rispetto e di appartenenza alla comunità. I bambini hanno bisogno di essere riconosciuti protagonisti di scelte e decisioni, di essere presi in considerazione e sentirsi importanti. I bambini hanno bisogno di apprendere dalla città, testimonianza di una storia e di una cultura: gli edifici, la struttura delle strade, i colori e i materiali, le zone verdi, i corsi d acqua che l attraversano e collegare tutto ciò all organizzazione data dagli abitanti in funzione dei loro bisogni primari di sussistenza e dei bisogni sociali. I bambini hanno bisogno di sentirsi sicuri quando escono di casa perché hanno fatto esperienza delle strade della città e sono consapevoli del comportamento da assumere di fronte a pericoli e difficoltà e sono certi di poter contare sulla solidarietà e l aiuto di bambini più grandi o di adulti. I bambini hanno bisogno di essere appagati esteticamente, di vivere in un ambiente piacevole perché pulito, curato, ricco di verde, di acqua e di luoghi in cui socializzare e giocare. I bambini hanno bisogno di non fare niente, di oziare, di stare a guardare, di stare soli con i propri pensieri per pensare e fantasticare. 9

10 III - Manifesto per la riconquista della città Un documento indispensabile per dare risposte concrete ai bisogni fondamentali dell infanzia e dell adolescenza, approvato al Primo Congresso Nazionale dei bambini e dei ragazzi (Bologna, aprile 1994). Noi bambini e ragazzi riuniti in congresso a Bologna vogliamo riprenderci la città. Al mondo degli adulti, a chi può decidere, chiediamo di ascoltarci e di aiutare chi come noi vuole cambiare le cose. 10 NOI ABBIAMO BISOGNO DI: punti di ritrovo dove poterci incontrare con gli amici poter avere un rapporto con la natura anche in città che significa: giocare, arrampicarsi, costruire capanne, ascoltare, osservare, conoscere...; girare liberamente per la città senza correre rischi; avere fiducia negli altri; provare esperienze diverse, che vuol dire dormire all aperto, passeggiare, aquiloni tra le case, ponti tra finestre; avere la possibilità di decidere del nostro tempo libero che vuol dire avere la fiducia dei grandi. Ricordatevi che ci siamo anche noi bambini, anziani, disabili, animali domestici e non. NOI NELLE NOSTRE CITTÀ VOGLIAMO: avere a disposizione spazi affidati dagli amministratori direttamente ai bambini; avere spazi dove poter giocare vicino a casa; strade con le macchine che vadano lentamente (cunette, curve...); fare in modo che ci sia un controllo delle zone gioco da parte di chi ha più tempo libero (anziani o altri); avere più occasioni per incontrarsi, più feste cittadine; avere spazi per i bambini non attrezzati coi soliti giochi ma che possiamo modificare (non ludoteche); avere un maggior numero di attrezzature sportive; avere un teatro per i ragazzi; se il luogo di ritrovo manca, i bambini restano isolati e non hanno la possibilità di crescere; comunicare con gli altri (ammalati, ragazzi in difficoltà, stranieri); scambi frequenti tra gruppi di realtà diverse; un punto di ritrovo, diverso dal solito, non con il titolo piazza dei bambini ma con qualche cosa di speciale, con l acqua, senza pericolo, uno spazio dove poter giocare; poter stare da soli; poter stare in compagnia. NELLE NOSTRE CITTÀ VOGLIAMO SPAZI VERDI con tanti elementi naturali; con tanti alberi, cespugli ed erba alta per nascondersi; con tanti alberi da frutta da poter raccogliere con la possibilità di trovare rami, foglie, sassi e sabbia per costruire le capanne; prati per rotolarsi e buttarcisi dentro, facilmente raggiungibili con i mezzi di trasporto, frequentati da tanta gente, sicuri e chiusi al traffico; con tanta acqua a disposizione per giocare; sentieri con salite e discese per andare in bicicletta presenti in ogni quartiere. NELLE NOSTRE SCUOLE VOGLIAMO: utilizzare i cortili per giocare e stare insieme; costruirci giardini; edifici scolastici facili da raggiungere; una scuola bella colorata; una scuola in mezzo al giardino. PER SALVARCI DAL TRAFFICO SOFFOCANTE VOGLIAMO: poterci muovere con sicurezza e liberamente a tutte le ore; strade con piste ciclabili; evitare che le macchine vadano sopra i marciapiedi; zone silenziose e chiuse al traffico; avere più mezzi pubblici; spazi dove mettere le biciclette; percorsi senza gradini con scivoli per le biciclette e le carrozzelle; mezzi pubblici accessibili a tutti, meglio se piccoli; barriere verdi contro le macchine sui marciapiedi; segnali stradali comprensibili e simpatici. DECIDIAMO NOI PER IL NOSTRO FUTURO vogliamo un congresso dei ragazzi per poter decidere; fare incontri con gli amministratori; essere informati; essere ascoltati; Insomma, noi vogliamo decidere per ciò che ci riguarda!!!

11 IV - Crescere nelle città di oggi Con le ricerche sul rapporto bambini e traffico, lo psicologo svizzero Marco Huttenmoser (*) ha osservato che i bambini cresciuti in un ambiente sfavorevole e che non possono uscire liberamente, faticano a rendersi indipendenti e sono svantaggiati nello sviluppo motorio, nella capacità di socializzazione e nell apprendimento. Huttenmoser ha esaminato due gruppi di bambini di 5 anni di Zurigo e di una regione di campagna e ha potuto dimostrare che il 20-30% dei bambini cresce in condizioni in cui il traffico stradale è una seria minaccia per la vita quotidiana e per lo sviluppo dei bambini stessi. Molti fenomeni di disagio tra gli adolescenti sono attribuibili alla mancanza di reali esperienze infantili in un ambiente sano, ricco di stimoli sociali e culturali: i giovani fanno fatica ad instaurare nuove amicizie, a confrontarsi con persone di generazioni diverse e soffrono spesso di solitudine; dipendono dagli adulti per il trasporto e in genere per prendere decisioni importanti rispetto la loro vita; hanno perso molte abilità manuali e accolgono passivamente le proposte dei messaggi consumistici. La richiesta della città di oggi sembra essere quella di adeguarsi, essere passivi, consumare, non partecipare, seguire le mode. L educazione alla mobilità sostenibile ha il compito importante di contrapporre: la sicurezza al rischio la convivenza e la collaborazione alla competizione la responsabilità al disinteresse e all indifferenza la consapevolezza all incoscienza la vita all evasione 11

12 Huttenmoser ha presentato sette tesi per offrire ai bambini lo spazio necessario per crescere bene: TESI 1: I bambini hanno bisogno di spazio per giocare nei dintorni di casa. Gli spazi disponibili per il gioco devono essere raggiungibili senza che i bambini debbano essere accompagnati da un adulto. I bambini devono però sempre avere la possibilità di raggiungere un genitore o un conoscente. TESI 2: Le strade di quartiere, che fanno parte dell ambiente quotidiano dei bambini, devono essere sistemate e organizzate in modo che i bambini possano giocarvi (andare in triciclo, bicicletta, pattini a rotelle, fare giochi con la palla, ecc.) TESI 3: I bambini e gli automobilisti possono convivere sulle strade di quartiere solo se il traffico motorizzato procede a passo d uomo e se le possibilità di posteggio sono limitate. TESI 4: Per favorire lo sviluppo motorio e sociale dei bambini e la graduale conquista di una maggiore indipendenza, essi devono potersi muovere anche in un contesto più vasto senza essere accompagnati da un adulto. I percorsi corrispondenti devono essere sicuri. TESI 5: Per permettere ai bambini della scuola dell infanzia o delle prime classi di scuola elementare di spostarsi in tutta sicurezza è necessario moderare il traffico stradale. Tener lontano i bambini dalla strada non è una soluzione, poiché è controproducente per il loro sviluppo motorio e sociale. I bambini devono poter imparare a comportarsi correntemente nel traffico senza correre troppi pericoli. TESI 6: Nelle piccole località, ma anche in città, i percorsi dei bambini non si limitano a zone residenziali adiacenti. Perciò i percorsi lungo le strade principali e gli attraversamenti pedonali devono essere costruiti in modo da permettere ai bambini di spostarsi senza essere accompagnati. TESI 7: L educazione stradale non è efficace se l ambiente di vita dei bambini e la rete di percorsi pedonali non soddisfa le esigenze espresse nelle tesi precedenti. La capacità di socializzare, un corretto sviluppo motorio e la fiducia dei bambini nei propri mezzi sono i presupposti per un educazione stradale efficace. tratto da: Sicurezza sul percorso casa scuola, manuale per i genitori, i docenti e le autorità a cura del GMT SI, Gruppo per la moderazione del traffico nella Svizzera italiana, 1992 (*) Marco HÜTTENMOSER è direttore del Centro di Documentazione bambino e ambiente, Kirkhbühlstrasse 6, 5630 Muri 12

13 V - L esempio degli adulti è necessario partire da una riflessione personale sull esempio che diamo noi adulti, sui nostri atteggiamenti e sulle nostre abitudini nella vita quotidiana in città: siccome le realtà cittadine sono ormai compromesse, non ci rassegnamo (o dimentichiamo) quanto sia importante per la nostra salute vivere in una città più a nostra misura! I bambini ritroveranno spazio per giocare e possibilità di muoversi in città solo quando gli adulti acquisiranno le motivazioni necessarie per dedicare tempo ed energia alla riconquista delle città. È importante far affiorare i ricordi dei giochi in strada che si protraevano fino a quando il buio impediva di continuare: dei giri in bicicletta con i quali ci si avventurava ogni giorno un po più in là. La bicicletta (per chi la possedeva) era un amica preziosa e inseparabile per muoversi, giocare e fare amicizia. Prendere contatto con il bambino che siamo stati può aiutarci a prestare attenzione ed ascolto alle richieste dei bambini di oggi, figli, nipoti, alunni, vicini di casa. Ci sono già giovani adulti senza questi ricordi Prima di lavorare con i bambini provate quindi a rispondere a queste domande personali Da bambino potevo muovermi da solo nella mia città? Come mi muovevo a 6 anni, a 10, a 13 anni? E dove andavo? Condividevo alcuni spostamenti con gli amici? Quale era l ampiezza della mia zona di movimento? Quali erano i pericoli, i limiti, ai quali dovevo far attenzione? Quali erano le raccomandazioni dei miei genitori o degli altri adulti? Come si muovevano i miei genitori? E i miei nonni? Ricordo quali emozioni e quali sensazioni provavo durante un giro in bici, quando dovevo fare da solo una commissione o andare a scuola? Gianfranco Zavalloni, dirigente scolastico e animatore dell Ecoistituto delle tecnologie appropriate di Cesena, illustra con efficacia la magia del mondo infantile che spesso non rispettiamo perché abbiamo dimenticato: Osservo un bambino di sette anni che, nel tinello dei nonni, pesca da un cesto castagne matte e mandorle troppo vecchie per essere mangiate ma ottime per diventare una mandria di bisonti minacciati da un dinosauro. Una pigna lunga e stretta intorno a cui ha arrotolato uno spago rosso. Che cosa inventa? Che cosa esorcizza? Domande indiscrete in fondo: quello che conta è la felicità dell invenzione e il senso di libertà che gli permette di trovare un suo spazio malgrado gli adulti vicini, nessuno dei quali però si permette di interferire, consigliare, suggerire. Un bambino fortunato perché le persone di casa tollerano con paziente buon umore quel tanto di sano disordine provocato da orde di briganti e da macchine rovesciate in fondo a precipizi. E invece preferiamo bambini con l antennina in testa, che non osano salire non dico su un albero, ma nemmeno su un muretto e che mai si leverebbero le scarpe per entrare in un prato o in una pozzanghera, bambini che non hanno mai scoperto come trarre spunto dalle sagome banali degli oggetti quotidiani per trasformarli in brillanti personificazioni, in situazioni avventurose che spaziano per monti e mari. I bambini hanno diritto a questa loro autonoma stagione: non perdono tempo ma si costruiscono; non raccontano stupidaggini ma rafforzano ed esplorano con la loro forza immaginativa; non operano a vuoto ma attraverso la felice invenzione entrano in contatto con le cose vere. Bambini che non possono essere pienamente bambini nei loro desideri, nei loro giochi, come faranno domani ad essere adulti in equilibrio con se stessi, audaci e sognatori, concreti realizzatori di un mondo migliore? tratto da: Gianfranco Zavalloni, Le piazze dei giochi e dei diritti naturali di bimbi e bimbe, Comune di Cesena, 2001, pag

14 VI - Insegnanti e genitori: consapevolezza, responsabilità e coinvolgimento Noi adulti educhiamo soprattutto per come siamo e non per quello che diciamo o insegniamo: che modello siamo per i bambini? Che esempio diamo? Che mezzi usiamo per muoverci e come ci comportiamo in strada? Di che tipo sono le nostre relazioni con gli altri utenti della strada? Per bambini e ragazzi risultano fondamentali i comportamenti osservabili degli adulti per acquisire o per modificare i propri comportamenti, piuttosto che continue informazioni e lunghe prediche: non è possibile educare con parole che non siano accompagnate da gesti coerenti. Per l adulto la svolta educativa consiste nel prender coscienza che ad una mobilità solidale e sostenibile ci si educa insieme ai bambini. Durante lo svolgimento delle attività, adulti e bambini possono reciprocamente apprendere gli uni dagli altri: pensare ai bambini come unici destinatari in un percorso educativo significa perdere possibilità, idee ed emozioni, inimmaginabili! Noi adulti autodipendenti non ci accorgiamo dell automatismo che si è consolidato quando scegliamo l auto per spostarci: l auto è una delle invenzioni che più ha modificato e sconvolto la qualità della nostra vita. È la nostra casetta mobile in miniatura, colorata, luccicante, profumata, firmata, con cuscini, gingilli e adesivi, la musica, caldo o fresco a piacere, da usare con tutta la famiglia o gli amici, isolati, e protetti dagli altri utenti/vicini di strada e che dovrebbe essere più veloce di tutti gli altri (pedoni, ciclisti, bus..) anche quando non è possibile. Indossiamo l auto come facciamo con le scarpe e i vestiti come faremo ad uscire senza? Sempre seduti in auto o seduti e con movimenti ripetitivi al lavoro ci affidiamo poi agli esperti di piscine e palestre, pagando profumatamente, per contrastare gli effetti della nostra vita sedentaria come se non potessimo con la nostra sola forza di volontà e un po di creatività inventarci momenti di moto alternativo e gratuito. Partiamo da casa prima per riuscire a parcheggiare l auto il più possibile vicino alla scuola dei figli, alla sede del lavoro, alla palestra, ai negozi che frequentiamo quando nello stesso tempo potremo parcheggiare più lontano e fare qualche centinaio di metri a piedi sopperendo così al bisogno di moto che abbiamo. Lo sforzo per raggiungere una situazione migliore, non può essere delegato agli altri, la responsabilità degli adulti educatori è quella di impegnarsi nella modifica dei propri comportamenti quotidiani, nella formazione dei bambini e, per ricaduta, dei loro genitori. Oggi le strade sono invase dalle auto ed è difficile far uscire i bambini: dobbiamo noi adulti per primi, e in tanti, riprenderci a piedi e in bicicletta le strade delle nostre città. I bambini dimostrano (ve ne accorgerete!) già grande disponibilità, serietà ed entusiasmo ad accompagnarci in questa sfida. 14

15 Metodologia Nell educazione alla mobilità solidale e sostenibile come in tutte quelle educazioni che si rivolgono alla totalità della persona (educazione ambientale, legale, alla salute...) per rendere le proposte didattiche più efficaci si deve tener conto di alcune indicazioni. È necessario: Non trasmettere solo contenuti da studiare, memorizzare e poi verificare ma organizzare attività atte a stimolare comportamenti e atteggiamenti critici e responsabili. I bambini, abituati ad una video-informazione unidirezionale che non lascia spazio alla replica, hanno il diritto e le capacità di intervenire criticamente su questi temi. Lavorare trasversalmente progettando percorsi che coinvolgano tutti gli ambiti disciplinari perché parlando di mobilità si può fare educazione motoria, storia, musica, geografia, lingua e matematica. Inoltre un programma condiviso da tutti gli insegnanti del team dà un messaggio forte sull importanza di quello che si sta facendo. Partire dall osservazione della realtà percorrendo a piedi le strade della propria città prima di affrontare troppi contenuti, il lavoro in classe deve essere successivo a una presa di coscienza della situazione reale vissuta e sperimentata. Scegliere strumenti e mezzi attivi: problem-solving, giochi di ruolo, simulazioni, uscite, test, indagini, comunicazioni pubbliche, animazioni locali, coinvolgimento famiglie, contatti con tecnici comunali. Iniziare il prima possibile in modo appropriato e graduato fin dalla scuola materna: l educazione alla mobilità non può essere sentita necessaria solo quando il ragazzo inizia a uscire in motorino o in auto. Valorizzare tutti i bambini rispettandone le esperienze personali, i bisogni, i desideri, le difficoltà, rendendoli protagonisti prediligendo una didattica per domande legittime, domande per le quali non si ha ancora una risposta* (tratto da: Daniele Novara, L ascolto si impara. Domande legittime per una pedagogia dell ascolto) Prestare attenzione anche alla dimensione emotiva, affettiva e relazionale perchè influenza in maniera decisiva i processi cognitivi: i comportamenti da assumere per una mobilità sostenibile coinvolgono interamente la persona e quindi la capacità relazionale dell insegnante diventa una risorsa fondamentale. Avviare alla progettualità abituando alla individuazione dei problemi, all analisi, al confronto sulle ipotesi di soluzione e sui progetti, infine alla scelta di quelli da realizzare. Lavorare con trasparenza: tenere sempre informati i bambini sul percorso che si sta svolgendo, su eventuali difficoltà, anche economiche, sulle risorse disponibili e da ricercare, i bambini apprezzano la trasparenza e la fiducia che gli si dà condividendo con loro problemi e decisioni. Condividere con i genitori gli obiettivi del lavoro coinvolgendoli nelle attività e soprattutto nelle uscite in strada. E cerchiamo di non scolarizzare troppo questi argomenti 15

16 OBIETTIVI GENERALI di una educazione alla mobilità sostenibile 1 fare esperienza delle condizioni del traffico cittadino per acquisire consapevolezza dei pericoli della strada 2 apprendere strumenti critici per conoscere, individuare problemi e proporre soluzioni attraverso percorsi di progettazione partecipata 3 responsabilizzare al fine di scegliere autonomamente comportamenti adatti per tutelare la propria vita e quella degli altri 4 coinvolgere i genitori, gli altri insegnanti, i cittadini affinché prendano coscienza dei problemi legati alla mobilità e modifichino le loro abitudini 5 migliorare indirettamente la qualità della vita nel quartiere di residenza 6 prendere coscienza dei propri diritti e doveri nell uso dello spazio urbano 7 sviluppare o migliorare l autonomia dei bambini negli spostamenti a piedi e in bicicletta garantendone la sicurezza 8 educare all uso della bicicletta e rivalutarne l immagine per prevenire la febbre da motorino degli adolescenti 9 evidenziare gli aspetti sanitari positivi legati all attività fisica e quelli negativi derivati dalla sedentarietà e dell inquinamento per preservare la propria e l altrui salute 16

17 Unità Didattica 1 La mobilità Obiettivi i. ii. iii. iv. osservare e conoscere la mobilità nel proprio quartiere e/o nella propria città informarsi sull evoluzione storica e culturale della mobilità fornire alcuni strumenti per fare indagini sul territorio leggere e analizzare dati e informazioni raccolte avviando la formulazione di conclusioni critiche. Introduzione L uomo ha sempre avuto bisogno di muoversi: per cacciare, per raccogliere, per scappare da un pericolo, per scoprire, per motivi religiosi, perché è piacevole avventurarsi e conoscere posti nuovi, confrontarsi con culture diverse. Nel corso degli anni le persone si sono spostate prima solo a piedi o sul dorso degli animali, poi inventando dei mezzi per essere più veloci e protetti. Oggi una persona può raggiungere qualsiasi punto della Terra (e fra poco dello spazio...) con mezzi diversi e le invenzioni si concentrano soprattutto per aumentare la velocità con la quale si arriva a destinazione. In questa unità i bambini devono raccogliere personalmente i dati per conoscere la mobilità sperimentata quotidianamente e assumere un atteggiamento attento e consapevole contrapposto alla rassegnata indifferenza con la quale la maggior parte delle persone vive e sceglie i movimenti effettuati abitualmente. ATTIVITÀ 1 Prendendo spunto da un uscita d istruzione o da come i bambini vengono a scuola si può avviare una conversazione per introdurre all argomento: Come si muovevano i nostri genitori? E i nostri nonni? Come e quante erano le strade? Come ci muoviamo oggi? Ci muoviamo tutti allo stesso modo? Gli adulti, i bambini, gli anziani, i diversamente abili Come e quante sono le strade? Come vengo a scuola? 17

18 Attività 2 Dopo aver condiviso queste prime conoscenze, con l ausilio delle schede predisposte qui di seguito, si possono programmare OSSERVAZIONI ed INDAGINI. Con la SCHEDA 1 si rilevano i mezzi che transitano in un incrocio o in una strada, davanti alla scuola all entrata o all uscita, o in una piazza. La SCHEDA 2 è un questionario per intervistare i genitori, i nonni, gli insegnanti della propria scuola... per rendersi conto di come in pochi decenni la mobilità e le abitudini delle persone siano cambiate senza una seria presa di coscienza di ciò che questo ha comportato. La SCHEDA 3 è una traccia per un intervista da condurre in strada, ad esempio nello stesso punto della rilevazione effettuata con la scheda 1 (utile il registratore). Con la SCHEDA 4 ogni alunno della classe, o ogni famiglia, annota tutti gli spostamenti effettuati in una settimana. Le indagini possono essere completate con una registrazione dei rumori: in una piazza, in un incrocio, davanti alla scuola e dentro la scuola (arrivano rumori del traffico?), davanti e dentro la propria abitazione. Con i dati raccolti (eventualmente visualizzati in grafici, istogrammi, aerogrammi, ecc.) avviare una lettura critica della situazione osservata. Nelle settimane dedicate alla trattazione dell argomento, gli alunni saranno invitati a raccogliere qualsiasi informazione sull argomento (traffico, inquinamento, targhe alterne, incidenti, funzionamento bus e treni ) da riviste e quotidiani, dalla visione di documentari e servizi dei TG (anche radio). Se possibile si possono ricercare i mezzi di locomozione usati nel periodo storico che si sta studiando. Approfondimento web Per avere informazioni in merito a incidenti e mobilità, visita questi siti internet: e 18

19 Schede da poter realizzare Dopo aver condiviso queste prime conoscenza si suggerisce di predisporre e realizzare alcune schede di cui trovate di seguito le indicazioni per realizzarle. scheda 1 Rilevazione dei mezzi in transito indicare il nominativo, la data, il luogo, l orario della rilevazione dei vari mezzi, la relativa tipologia e il totale dei singoli mezzi. i mezzi che si suggerisce di rilevare sono: pedone ciclista motorino/moto auto autobus camion, altro (es. mezzi di soccorso, macchine agricole, carri ) scheda 2 Intervista: quando ero piccolo io Può risultare particolarmente utile con questa scheda raccogliere le informazioni rispetto ai diversi modi di spostamento che avevano a disposizione i genitori, gli zii o i nonni quand erano bambini. di seguito ecco come impostare la scheda e quali potrebbero essere le domande da rivolgere: Intervista a... Raccolta da Come andavi a scuola? 2. Con chi facevi il percorso? 3. Ti capitava di fare dei tragitti in città da solo? Per andare dove? 4. Ti venivano fatte delle raccomandazioni? Quali? 5. Ti ricordi le emozioni e le sensazioni che provavi a muoverti da solo o con gli amici? 6. Come erano le strade della tua città? (presenza di alberi, pavimentazione, traffico, odori e rumori ) 7. A che età hai avuto la prima bicicletta e come hai imparato a correre senza rotelle? 19

20 scheda 3 Intervista ad un cittadino Ultimo suggerimento è di fare un uscita nei pressi della scuola e ogni bambino seguito dagli insegnanti può intervistare persone che transitano in quella zona. di seguito ecco come impostare la scheda e quali potrebbero essere le domande da rivolgere: Luogo... Intervista raccolta da Come si muove di solito in città? 2. La scelta del mezzo che utilizza per i suoi spostamenti dipende dalla lunghezza del percorso? E con quali motivazioni? 3. Cosa ne pensa della mobilità nella sua città (struttura delle strade, disagi, traffico, sicurezza, sorveglianza, comportamenti dei vari utenti )? 4. Qual è secondo lei il problema più urgente da affrontare? Ha dei suggerimenti, delle proposte per migliorare la mobilità? 5. Pensa che potrebbe fare qualcosa personalmente? 6. Come dovrebbero muoversi i bambini (ad es. per andare da casa a scuola)? 7. Pensa che la bicicletta offra una valida opportunità per spostarsi sui tragitti medio brevi? scheda 4 Il diario dei miei spostamenti durante una settimana riportiamo di seguito le indicazioni per completare il diario: Raccolti da... dal giorno... al giorno... e per ogni giorno della settimana riporto gli spostamenti più significativi (scuola, palestra, amici, corsi vari, patronato, ecc): LUNEDÌ Da... a... Mezzo usato... Distanza in m/km... In compagnia di... NB: ogni spostamento effettuato con l auto produce mediamente 8 kg di CO2, andare a piedi, in bicicletta, con il car pooling o con mezzi condivisi con più persone fa guadagnare in salute e in qualità dell aria. Per saperne di più visita il sito 20

21 Unità Didattica 2 I mezzi di trasporto motorizzati Obiettivi i. conoscere i mezzi di trasporto motorizzati presenti nella propria città ii. verificarne le modalità di utilizzo (orari, biglietti, affidabilità, tragitti) iii. fare esperienza di un tragitto in autobus e in treno. Introduzione A partire dalla seconda rivoluzione industriale si diffondono sempre più i mezzi di trasporto a motore che già all inizio del 900 hanno un ruolo di primo piano in Europa: la rete viaria viene rapidamente adeguata alle esigenze dei nuovi mezzi che consentono una rapidità di spostamento fino a pochi decenni prima impensabile. Tuttavia il vero e proprio boom avviene nel secondo dopoguerra, in parallelo con la diffusione del benessere economico che interessa tutto il nostro continente a partire dagli anni 60. La produzione delle auto private in particolare, cresce enormemente mentre diminuisce il prezzo di vendita, per cui la maggioranza dei lavoratori si trova presto nella possibilità di poter acquistare un auto che diventa un simbolo della condizione sociale. è l esplosione dell industria automobilistica ma anche il manifestarsi di problemi prima inesistenti. I motori immettono nell aria dei gas nocivi e delle polveri (quali gli ossidi di azoto, l anidride solforosa, il piombo) e sono la principale causa di inquinamento ai danni di persone e cose come i monumenti; e nemmeno la benzina verde può essere considerata una soluzione in quanto è vero che non contiene piombo ma, in compenso, è realizzata con altre sostanze altrettanto dannose come il benzene. In 15 anni di prove sperimentali si è provato che tutti i combustibili in commercio (benzine, nafta, gasolio, kerosene) sono cancerogeni. I mezzi motorizzati, inquinano anche suolo ed acqua indirettamente tramite le fabbriche che producono i veicoli e le operazioni di estrazione, stoccaggio e raffinazione del petrolio. 21

22 Attività 1. Lettura commentata della SCHEDA 5 nella quale si confrontano le caratteristiche di alcuni mezzi di trasporto: velocità e consumo specifico di energia. 2. Parallelamente, utilizzando la SCHEDA 6, si può condurre un INDAGINE sui mezzi posseduti in ogni nucleo familiare e nella propria classe: con un lavoro di analisi e confronto con le altre classi è poi possibile giungere ad una valutazione complessiva di tutta la scuola. 3. Organizzare un USCITA DIDATTICA sul territorio con l autobus di linea o il treno: si suggerisce di coinvolgere gli alunni nella ricerca di orari, punto vendita e acquisto dei biglietti, relative stazioni o fermate per la partenza e l arrivo (è possibile avere informazioni di orari e talvolta delle tariffe tramite televideo e internet). 4. La GARA tra i mezzi di trasporto: gli alunni più grandi possono effettuare personalmente il confronto sulla velocità di spostamento dei vari mezzi di trasporto. In concomitanza con l arrivo del Treno Verde, ogni anno Legambiente* svolge in varie città un esperimento che consiste in una gara tra mezzi di trasporto: quattro persone partono contemporaneamente per coprire un percorso di circa 4 km ubicato in pieno centro urbano nell ora di punta: ciascuna di esse usa un mezzo di trasporto diverso, rispettivamente auto, tram o bus, motorino, bicicletta. Il risultato all arrivo è pressoché sempre lo stesso: per primo arriva il motorino (che però è un mezzo inquinante), poi la bicicletta, poi il tram ed infine l auto, che perde molto tempo per la ricerca del parcheggio. Con gli allievi si può ripetere questa stessa esperienza. Prima ancora di avere spiegato di che si tratta, si chiederà agli allievi di indovinare chi vincerebbe nelle circostanze sopra descritte motivando il perché. Raccolte le risposte, le si metterà a confronto con l esperienza di Legambiente e si proporrà di imitarla. Una volta stabilito il percorso lo si coprirà varie volte utilizzando lo scuolabus, il mezzo pubblico, il motorino e la bici (questi ultimi due mezzi potrebbero essere usati da un adulto mentre gli allievi controllano la correttezza del percorso). Ogni volta si segneranno i tempi impiegati. Si dovrà naturalmente anche tenere conto dei percorsi a piedi alla/dalla fermata del mezzo pubblico e al/dal parcheggio dell auto e della bici. Approfondimento web Sito internet di riferimento: 22

23 SCHEDA 5 Confronto tra diversi mezzi di trasporto: velocità e consumo specifico di energia VELOCITà La bicicletta è spesso sottovalutata come mezzo di trasporto perché si tende erroneamente a pensare che essa sia un mezzo lento. Al contrario, tutte le misurazioni di tempi di spostamento in ambito urbano effettuate in diverse città europee anche ad intenso traffico, hanno dato sempre lo stesso risultato: fino a sei-otto chilometri di distanza la bicicletta è più veloce dell auto e dei mezzi di trasporto pubblici. Il diagramma spazio-tempo dei cinque mezzi di locomozione che riporta i dati relativi alla città di Londra, indica sull asse delle ascisse i tempi di spostamento che precedono e che seguono il trasporto effettivo (spostamento fino al locale per biciclette, alla stazione degli autobus, al parcheggio) e quindi i tempi di trasporto. La pendenza delle linee indica la velocità dei diversi mezzi di trasporto. percorso Km fino a 6 Km auto e bicicletta hanno la stessa rapidità auto 25Km/h metrò 28Km/h bicicletta 15Km/h bus 15Km/h a piedi 4Km/h tempo min alla bicicletta al parcheggio alla fermata del bus alla fermata del metrò (Diagramma tratto da LA CITTÀ A DUE RUOTE Progetto didattico per la scuola dell obbligo. Comune di Reggio Emilia, Assessorato Ambiente FIAB Federazione Italiana Amici della Bicicletta. Ed. Achab Snc.) 23

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