Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza e Cremona. La regolamentazione del rischio di liquidità delle banche

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1 Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza e Cremona Facoltà di Economia La regolamentazione del rischio di liquidità delle banche di Ambra Bensi Relatore: Laura Nieri A. A

2 Introduzione Introduzione - 7 -

3 A. Bensi La regolamentazione del rischio di liquidità delle banche La recente crisi che ha investito il sistema finanziario internazionale, ha messo in luce la difficoltà riscontrata da numerose banche nel mantenere livelli di liquidità accettabili. Questa situazione globale è stata preceduta da anni in cui il sistema finanziario era caratterizzato da una grande liquidità, pertanto il rischio ad essa associato non ha ricevuto le attenzioni in termini di gestione, monitoraggio e controllo che invece sono state rivolte ad altre tipologie di rischio tipiche dell attività bancaria come, ad esempio, quello di creditizio. La recente crisi, tuttavia, ha dimostrato che il liquidity risk può insorgere piuttosto rapidamente, anche in contesti altamente liquidi e deteriorare con grande facilità le fonti necessarie agli intermediari per finanziare la loro attività. Il riconoscimento dell incapacità delle banche di gestire efficacemente la loro liquidità, ha portato le Autorità di vigilanza dei diversi Paesi e i principali organi di sorveglianza sull attività bancaria alla stesura di una serie di norme per aiutare gli intermediari a migliorare le politiche interne di gestione e controllo dei rischi. L intento che si propone questo lavoro, pertanto, è individuare i presidi a fronte del rischio di liquidità resi disponibili dalla letteratura, studiare il modo attraverso cui essi vengono applicati all interno delle banche italiane e analizzare le misure proposte dagli Organi di vigilanza per rafforzare le pratiche esistenti e per rendere più solido il sistema finanziario in caso si verifichi una tensione nella liquidità. A questo scopo nel Capitolo Primo viene fornita una breve descrizione del concetto di liquidità e dell importanza che essa assume nell attività di intermediazione; successivamente l attenzione viene focalizzata sul rischio ad essa collegato e sulle diverse forme in cui questo si può manifestare. Nel Secondo Capitolo vengono analizzate le diverse strategie di gestione della liquidità e i presidi per controllare il relativo rischio, diviso nelle sue forme di funding risk e di market liquidity risk, tra cui l approccio degli stock, l approccio dei flussi di cassa, l approccio ibrido, lo stress testing e il contingency funding plan. Come conclusione di questa parte relativa alle misure di controllo della liquidità e del relativo rischio, il Terzo Capitolo si prefigge di analizzare - 8 -

4 Introduzione empiricamente i metodi di liquidity risk management adottati da alcune banche italiane. La scelta degli intermediari da inserire nel campione d analisi è stata effettuata utilizzando come discriminante il livello dimensionale; questo ci ha portato a scegliere UniCredit e Intesa Sanpaolo come intermediari di grandi dimensioni; UBI Banca, Monte Paschi di Siena (MPS), Banco Popolare (BP) e Banca Farnese come istituti di medie dimensioni e Cariparma, Banca Nazionale del Lavoro (BNL), Credem e Banca Popolare di Milano (BPM) come enti di piccole dimensioni. Il capitolo si conclude con un esercizio di calcolo del liquidity gap e del liquidity gap cumulato. Il Quarto Capitolo, infine, vuole fornire una panoramica su quello che è il quadro regolamentare imposto per fronteggiare il rischio di liquidità, attraverso l analisi della normativa prudenziale italiana e dei documenti redatti dal Comitato di Basilea; in particolare l attenzione si focalizza su Basilea II e sulla relativa riforma già nota come Basilea III cercando di esaminare nel dettaglio le proposte contenute nei documenti di consultazione pubblicati nel dicembre 2009: il liquidity coverage ratio, il net stable funding ratio e i monitoring tools

5 A. Bensi La regolamentazione del rischio di liquidità delle banche Capitolo 1 Il concetto di liquidità e il rischio ad essa collegato

6 Il concetto di liquidità e il rischio ad essa collegato 1.1 Liquidità Uno dei maggiori ostacoli che i diversi interventi di letteratura hanno dovuto affrontare è legato al problema definitorio: la liquidità è una proprietà di difficile individuazione, così che molti studi, in prima approssimazione, tendono a definirla come un insieme di caratteristiche piuttosto che come un concetto unidimensionale 1. Possiamo indicare come liquidità di uno strumento finanziario la facilità con cui esso può essere rimborsato oppure ceduto, anche in elevate quantità, su un mercato secondario; un attività è definita liquida quando i partecipanti al mercato possono negoziarla con rapidità e a prezzi in linea con quelli del mercato al momento in cui prendono la decisione di scambiare. Questa è la liquidità artificiale, ovvero quella ottenuta da un attività di scambio, mentre la liquidità naturale è quella connessa alla scadenza di un attività finanziaria e con il suo rimborso da parte dell emittente. La liquidità degli strumenti finanziari è determinata dalla liquidità del mercato in cui essi sono negoziati che è influenzata a sua volta da una serie di fattori quali: il numero dei partecipanti, la dimensione e la frequenza degli scambi, il grado di asimmetria informativa tra i partecipanti, il tempo necessario e i costi sostenuti per portare a termine la transazione. Un mercato può essere definito liquido se i partecipanti possono eseguire rapidamente grandi volumi di transazioni con minimi impatti sui prezzi 2 ; un mercato liquido deve, pertanto avere le seguenti caratteristiche: Uno stretto bid-ask spread (tightness), che misura il costo nel breve periodo per acquistare o vendere una posizione; è spesso considerato la più importante misura della liquidità presente nel mercato in un determinato momento e dipende dal costo per il market maker di processare gli ordini, dall entità e dalla volatilità degli ordini accumulati e dal grado di asimmetria informativa; 1 A. BERVAS (2006) Market liquidity and its incorporation into risk management No 8, Banque de France 2 L. ERZEGOVESI (2002) Var and Liquidity risk.impact on market behaviour and measurement issues ALEA teach report Nr

7 A. Bensi La regolamentazione del rischio di liquidità delle banche Profondità (depth), che corrisponde al volume delle transazioni che possono essere compiute senza modificare troppo i prezzi migliori di acquisto e vendita; Elasticità (resiliency), che rappresenta la capacità del mercato di reagire a variazioni di prezzo causate da nuovi ordini; Il primo aspetto è una misura diretta dei costi di transazione, mentre le altre due caratteristiche definiscono la capacità del mercato di assorbire volumi elevati senza causare eccessivi effetti di prezzo. Graficamente, Figura 1.1, possiamo vedere che la differenza tra il bid e l ask price, definiti per quantità standard, rappresenta l ampiezza del mercato, mentre la quantità per la quale la curva di prezzo non è inclinata positivamente riflette la profondità del mercato stesso. L elasticità si riferisce alla velocità con la quale il mercato si muove una volta che ha raggiunto un punto della curva con inclinazione positiva. Figura 1.1- Aspetti della liquidità del mercato Fonte: Market liquidity and its incorporation into risk management (Bervas, 2006)

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