Introduzione. privi di mezzi hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi. Lo Stato provvede alla rimozione degli ostacoli materiali.

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1 Il problema affrontato in questo lavoro riguarda gli aspetti motivazionali connessi all apprendimento. La scelta di questo tema è legata alla rilevanza che l insuccesso scolastico ha acquisito, non solo in ambito educativo, ma, anche psicologico, sociologico e giuridico. In ambito psicologico sono state dimostrate le conseguenze che i ripetuti insuccessi possono provocare in soggetti in età evolutiva, ci riferiamo a deficit di autostima e ad un forte calo della motivazione. Inoltre, studi sociologici sulla gioventù, particolarmente disadattata, hanno individuato il forte legame tra l inadempienza dell obbligo scolastico e la devianza giovanile. A livello giuridico sono stati molti i provvedimenti adottati (vedi l articolo 34 della Costituzione) 1. Nonostante l insuccesso scolastico sia affrontato da diversi punti di vista, ritengo che spetta a noi, educatori e insegnanti, motivare allo studio, nel senso di progettare modalità efficaci di affrontare il problema. Stupisce che, in una società così evoluta, con una diminuzione del tasso di analfabetismo, una grande ricchezza culturale, un progresso scientifico e tecnologico, col diritto di tutti di accedere a scuola, siano sempre più frequenti i giovani che abbandonano gli studi, demotivati e disinteressati. 1 Tale articolo dichiara che la scuola è aperta a tutti ed è gratuita. I capaci e i meritevoli, anche se privi di mezzi hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi. Lo Stato provvede alla rimozione degli ostacoli materiali. V

2 Non è facile spiegare cosa sta accadendo nella nostra società e nella scuola, che ne riflette le trasformazioni. Quotidianamente, possiamo trovare conferma di alcuni aspetti che si presentano nella vita di ognuno: riduzione dei tempi di concentrazione, mancanza di disponibilità all ascolto; noia e fastidio per tutto ciò che comporta sforzo di comprensione; giovani sempre più depressi, aggressivi e insicuri; perdita di autorevolezza e del ruolo-guida da parte degli adulti; crisi dei valori; precarietà del lavoro; instabilità familiare. Sono alcuni luoghi comuni che bastano a dimostrare la complessità di una società, sempre più in crisi e che accresce il forte disagio dei giovani. Probabilmente gli insuccessi, gli abbandoni e le fuoriuscite precoci dal circuito scolastico, sono una conseguenza del forte disagio dei ragazzi. Lavorare sulla motivazione degli studenti diventa, quindi, compito primario di un insegnante. Non è certo semplice lavorare con classi difficili da coinvolgere e da appassionare, con studenti che vivono situazioni personali e sociali differenti. Se vivere è apprendere, e lo scopo dell educazione è il passaggio da una condizione presente ad un altra migliore, il soggetto deve essere motivato, poiché non esiste vero apprendimento senza la motivazione a voler appendere. La prima parte del testo si focalizza sul concetto di motivazione e sulle principali teorie. L obiettivo è tracciare, in modo riassuntivo, un quadro teorico che consente ai lettori di orientarsi sui diversi approcci. Le prime teorie hanno ridotto la motivazione alle pulsioni e all istinto. VI

3 Successivamente, modelli più complessi hanno considerato aspetti cognitivi, emozionali e relazionali. Le teorie umaniste hanno presentato la motivazione come spinta a soddisfare bisogni interni, in vista dell' autorealizzazione. Inoltre, il modello comportamentista ha rivolto la sua attenzione agli stimoli esterni e ai rinforzi dell insegnante e il modello cognitivista che presenta un soggetto che agisce, in modo intenzionale, in base alle rappresentazioni cognitive. Infine, l approccio sociocognitivo che ha descritto la motivazione, non solo, come prodotto di bisogni interni all uomo, ma come frutto dell interazione tra fattori personali e contestuali. Una volta definito il quadro teorico sono stati esaminati i fattori che incidono sulla motivazione: scolastici (strutturali e organizzativi) e extrascolastici (ambito personale, familiare e territoriale). Spetta, a educatori e insegnanti, individuare i fattori di rischio (biologici, psicologici, socio-ambientali e cognitivi) che incidono sul rendimento scolastico di un alunno, sulla sua motivazione e, soprattutto, sulla sua personalità. Il primo obiettivo è saper distinguere gli studenti a rischio, per poter, poi, attivare una didattica motivante che tenga conto delle differenze individuali. Brevemente, è stato esposto il nesso tra le esperienze negative e il calo di autostima. Numerose indagini, infatti, hanno dimostrato come un insuccesso possa incidere negativamente sulla personalità di un soggetto, in particolare, se ci riferiamo agli adolescenti cioè a soggetti in fase evolutiva che vivono cambiamenti continui dall interno (fisici, intellettivi, emotivi) e dall esterno (rapporti con i compagni, con l altro sesso, con la scuola, con la famiglia e con la società). VII

4 L adolescente si trova ad accettare cambiamenti fisiologici, non sempre con serenità e piacere; una maturazione sessuale che lo spinge ad adottare comportamenti nuovi con l altro sesso; a darsi una nuova identità. Immaginiamo, quindi, cosa significa, in questa fase, un insuccesso scolastico. Andrà ad incidere sulla stima di sé, sul rapporto con gli altri (insegnanti, compagni e l intera istituzione scolastica), e, soprattutto, sulla motivazione ad apprendere. Lavorare per una didattica della motivazione vuol dire vedere oltre le difficoltà, spronare i ragazzi, anche se ci sono sconfitte o fallimenti, incoraggiarli ad essere autonomi e responsabili. Motivare, però, richiede essere motivati in prima persona. L insegnante deve mostrare interesse, disponibilità e impegno affinchè il processo educativo possa avere buoni risultati. La trattazione sottolinea, negli ultimi due capitoli, l importanza che l adulto ha nel processo di apprendimento e, più in generale, di crescita dell alunno. Le aspettative e le attese di un docente possono incidere sul comportamento, sulla motivazione, sull aspetto cognitivo e affettivo di un alunno. In modo particolare, le ricerche condotte da Rosenthal e Jacobson sull effetto pigmalione hanno confermato questo dato. Oltre alle opinioni e alle immagini che l insegnante si forma dell alunno, un ruolo importante esercita anche la valutazione. Si evidenzia la necessità di una valutazione oggettiva che consideri le difficoltà e i possibili insuccessi, incontrati nel processo di VIII

5 apprendimento, come punto di partenza per progettare nuovi interventi e attività didattiche più efficaci. La trattazione si conclude con alcuni spunti per una didattica motivante, partendo da un clima di classe sereno fino a giungere ad attività didattiche nuove. Come in famiglia, anche a scuola, un clima relazionale sereno è il presupposto per apprendere. Non si parla di lassismo ma di un clima imperniato sul dialogo, sull accettazione reciproca, sulla tolleranza, sul consenso, sulla valorizzazione delle differenze. Ad esso si aggiungano: la progettazione e l attuazione di attività didattiche varie ( laboratori, lavori di gruppo,..); la scelta di argomenti interessanti per gli alunni; la scelta di strumenti valutativi vari e oggettivi; l utilizzo di mediatori didattici sempre diversi e attuali. E ovvio, che tutte le attività organizzate dovranno tenere conto della realtà della classe, perché non possiamo avviare un unico intervento per situazioni-classe differenti. IX

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