UNIVERSITA DEGLI STUDI ROMA TRE FACOLTA DI SCIENZE POLITICHE CORSO DI LAUREA IN SCIENZE POLITICHE TESI DI LAUREA. Diritto del Lavoro
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1 UNIVERSITA DEGLI STUDI ROMA TRE FACOLTA DI SCIENZE POLITICHE CORSO DI LAUREA IN SCIENZE POLITICHE TESI DI LAUREA in Diritto del Lavoro Il fondamento e i limiti del potere del datore di lavoro in materia di abbigliamento dei lavoratori RELATORE: Chiar. mo Prof. Roberto ROMEI CANDIDATO Matr Valerio TOCCI Anno Accademico 2009/2010
2 Introduzione Nell ultimo trentennio numerosi principi di diritto del lavoro sono radicalmente mutati. Per quel che riguarda la tipologia contrattuale, il contratto di lavoro subordinato si è dovuto confrontare in un primo tempo con le diverse articolazioni del tempo di lavoro, e in seguito con nuovi schemi contrattuali. Questi mutamento si inseriscono in una dinamica di superamento del sistema produttivo taylorista e fordista, così come in un mutamento del modello di organizzazione del lavoro. In senso ancora più ampio, si è arrivati a comprendere come un rapporto di lavoro non coinvolge solo la sfera economica, ma anche quella della personalità dell individuo: il lavoro, come è stato osservato, «non è più solamente coinvolto in un contratto che subisce, ma è destinato a plasmare il rapporto che ne deriva in modo sempre più consistente» 1. Uno dei campi in cui l evoluzione del mondo del lavoro ha subito un mutamento più rilevante è quello dell abbigliamento del lavoratore. Questo lavoro si propone, per l appunto, di delineare l evoluzione dottrinale e giurisprudenza in materia di aspetto e abbigliamento del prestatore di lavoro. Il primo capitolo è dedicato all analisi della nozione di potere datoriale e di personalità del lavoratore con riferimento all abbigliamento. I limiti generali al potere datoriale sono sanciti, oltre che dalle singole piattaforme contrattuali, dall art c.c., sulla tutela della personalità morale. Secondo quanto è previsto da tale articolo, l imprenditore è tenuto ad adottare nell esercizio dell impresa le misure che, secondo la particolarità del lavoro, l esperienza e la tecnica, sono necessarie a tutelare l integrità fisica e la personalità morale dei prestatori di lavoro. Operano inoltre diritti costituzionali che coinvolgono il 1 M. Ranieri, L abbigliamento nei luoghi di lavoro: dalla tuta blu al velo usa e getta, working paper, 2010, p. 4. 3
3 diritto all uguaglianza (art. 3 Cost.) e la libertà di iniziativa economica (art. 41 Cost.), condotta peraltro secondo modalità il linea con l utilità sociale e in modo da non recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana. Il secondo capito si focalizza sulle posizioni giurisprudenziali in materia di abbigliamento e di poteri datoriali al riguardo. I tribunali hanno assunto in proposito una posizione equilibrata. Essi tendono a mettere in rilievo la relazione tra il contenuto dell ordine e le esigenze dello specifico lavoro o della particolarità della mansione e dell'organizzazione aziendale. E stata esclusa, quindi, la legittimità di ordini del datore che, in relazione al tipo di lavoro prestato, non corrispondano ad suoi interessi oggettivi. Più in generale la giurisprudenza tende a legittimare le direttive sull abbigliamento in due casi, vale a dire qualora esse siano determinate da ragioni di igiene e sicurezza sul posto di lavoro, oppure da ragioni produttive e di immagine, in relazione alla natura della attività imprenditoriale esercitata e alla clientela cui la stessa si rivolge. La sezione conclusiva del lavoro intende analizzare il tema dell abbigliamento del lavoratore nella società multietnica. Un problema sempre più pressante è, infatti, quello del rapporto fra abbigliamento sui luoghi di lavoro e multiculturalismo sociale, fra identità culturale, libertà individuali e obblighi lavorativi. Si scontrano, infatti, due tendenze contrastanti della società contemporanea, che si rispecchiano anche nel campo del lavoro: da un lato si collocano nozioni come quelle di multiculturalismo e identità, dall altro ci si sta muovendo verso un ideologia individualistica. Queste tendenze assumono un rilievo particolare in quelle situazioni in cui esigenze culturali e religiose impongano determinati abbigliamenti (come il velo, le tuniche, ecc.) che potrebbero risultare inidonei allo svolgimento della mansione. 4
4 Capitolo primo Il potere datoriale in materia di abbigliamento 1.1. Le nozioni di luogo di lavoro e di abbigliamento L art c.c. prevede che il luogo in cui il lavoro deve essere adempiuto sia determinato nel contratto o dagli usi o, in mancanza, desunto dalla natura della prestazione o di altre circostanze. L individuazione della sede lavorativa costituisce, quindi, una clausola essenziale del contratto. Essa vincola infatti il lavoratore ad uno specifico luogo in cui egli deve espletare la prestazione lavorativa 2. Il luogo dell adempimento è legato, inoltre, alle esigenze dell impresa. Ciò fa sì che, in particolari circostanze, il datore di lavoro possa stabilire due diverse sedi lavorative, anche se resta ferma la libertà dl lavoratore di accettare questa condizione. La dottrina ha sottolineato come il luogo di lavoro abbia subito, a partire dagli anni 80, una profonda trasformazione in conseguenza dei mutamenti intervenuti sia nel sistema di produzione, sia nel modello di organizzazione del lavoro. Questa evoluzione ha portato ad un ampliamento della nozione di luogo di svolgimento della prestazione lavorativa (basti pensare all ipotesi del telelavoro) e a una sua frammentazione, soprattutto in seguito ai processi di esternalizzazione e di decentramento produttivo 3. Oggi, come è stato rilevato, la fisionomia del luogo di lavoro si è modificata in modo significativo, «provocando la sostituzione della grande 2 G. Mazzoni, Manuale di diritto del lavoro, Milano, 2005, p M. Ranieri, L abbigliamento nei luoghi di lavoro: dalla tuta blu al velo usa e getta, working paper, 2010, p. 5. 5
5 fabbrica con veri e propri territori telematici, ma soprattutto ne ha favorito una tale diversificazione da giustificare il progressivo radicamento di una pluralità di luoghi di lavoro ovvero di spazi variegati spesso isolati, in cui eventualmente un solo lavoratore presta la propria attività e talora addirittura per più committenti» 4. Verducci, in particolare, rileva come nell ultimo secolo il luogo di lavoro abbia subito cinque fondamentali trasformazioni, concludendo che «la rivoluzione industriale prima, quella terziaria poi, quella telematica adesso ha lanciato l uomo nello spazio, frantumando ogni riferimento topologico, tipologico ed ideologico, cioè ogni riferimento alla tradizionale nozione di luogo e spazio architettonico» 5. In senso generale, il luogo di lavoro può essere definito come l ambito spaziale all interno del quale il lavoratore è tenuto ad adempiere la prestazione dedotta in contratto. Esso comprende, quindi, sia i locali adibiti al lavoro vero e proprio, sia quelli destinati ai servizi complementari (mensa, riunione, ecc.) 6. Spesso il luogo di lavoro viene fatto coincidere con l azienda, vale a dire, come stabilisce l art c.c., con «il complesso di beni organizzati dall imprenditore per l esercizio dell impresa». Per quel che riguarda, invece, la nozione di abbigliamento, la dottrina giuslavoristica ha definito questo concetto o come «una declinazione, congiuntamente all aspetto personale, dell espressione di sé» 7 oppure come l apparenza fisica o esteriore dell individuo 8. L abbigliamento costituisce, 4 Ivi, p A. Verducci, I luoghi del lavoro tra funzionalità ed estetica, in G. Ciocca, D. Verducci (a cura di), Cento anni di lavoro. Ricognizione multidisciplinare sulla trasformazioni del lavoro nel corso del XX secolo, Milano, Giuffrè, 2001, p. 106 ss. 6 C. Smuraglia, Diritti fondamentali della persona nel rapporto di lavoro situazioni soggettive emergenti e nuove tecniche di tutela), in Riv. giur. lav., 2000, p. 449; A. Accornero, Spunti per un agenda sui cambiamenti del lavoro, in Dir. merc. lav., 2000, p K. E. Klare, Abbigliamento e potere: il controllo sull aspetto del lavoratore subordinato, in Gior. dir. lav. rel. ind., 1994, p A. Bellavista, Abbigliamento del dipendente e poteri del datore di lavoro, in Riv. giur. lav., 6
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