REPORT ECONOMICO STATISTICO 2016/17

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1 REPORT ECONOMICO STATISTICO 2016/17

2 Economico Statistico 2016/17 Indice RELAZIONE SULL ECONOMIA E SUI SETTORI 4 L economia internazionale nel L economia italiana nel Il settore grafico europeo nel Il settore grafico italiano nel Il settore cartotecnico trasformatore europeo nel Il settore cartotecnico trasformatore italiano nel La filiera della carta, editoria, stampa e trasformazione nel L economia internazionale nel L economia italiana nel Il settore grafico e cartotecnico italiano nel COMPENDIO STATISTICO

3 Economico Statistico 2016/17 Presentazione Il settore grafico e cartotecnico trasformatore La rilevazione, l elaborazione e la diffusione di dati statistici sui settori rappresentati da Assografici, ovvero il settore grafico e il settore cartotecnico trasformatore (compreso anche l imballaggio flessibile), costituiscono parte integrante dell attività associativa che va incontro alle esigenze delle imprese associate, degli operatori di mercato, delle Istituzioni, delle Scuole Professionali a indirizzo grafico, di alcune Università e Centri di Ricerca. Il Report Economico Statistico Assografici 2016/17, ulteriormente aggiornato sia nella veste grafica che nella progettazione editoriale, ha lo scopo di fornire informazioni settoriali e macroeconomiche, a livello internazionale e italiano, per l anno 2016, con alcune indicazioni sui primi mesi del Tali informazioni riflettono l impianto delle statistiche prodotte dall Istat, da Eurostat, dal Centro Studi Assografici e dai Gruppi Nazionali di Specializzazione dell Associazione. Il Report è costituito da una prima parte descrittiva, la Relazione sull economia e sui settori, seguita da una seconda parte tabellare, il Compendio Statistico Nell ultima tabella sono indicati anche i dati della Filiera della Carta, Editoria, Stampa e Trasformazione, comprensivi dei comparti a monte e a valle dei nostri settori. Il Report Economico Statistico Assografici 2016/17 si pone l obiettivo di contribuire a estendere la conoscenza dei settori rappresentati. Si ringraziano tutti gli Associati e gli Enti che hanno collaborato alla raccolta dei dati, attraverso le indagini del Centro Studi. Il Centro Studi Assografici Responsabile: Alessandro Rigo Segreteria: Elena Maddalena centrostudi@assografici.it 3

4 Economico Statistico 2016/17 RELAZIONE SULL ECONOMIA E SUI SETTORI L economia internazionale nel 2016 Nel 2016 il Pil mondiale ha registrato un incremento del 3,1%, leggermente inferiore al 2015 (+3,4%). Pur in presenza di una ripresa negli ultimi mesi, la crescita del commercio internazionale è stata moderata, per cui l anno si è chiuso con un +2,2%, minore del +2,7% dell anno precedente. I Paesi emergenti asiatici hanno continuato a crescere più dei Paesi avanzati, ma c è stato un rallentamento dei tassi di sviluppo, che nel caso della Cina è stato pilotato dal Governo. L America Latina ha rallentato, per la recessione del Brasile e dell Argentina. Fra i Paesi avanzati Usa, Regno Unito e area dell Euro si sono allineati a tassi di incremento del Pil simili, fra l 1,6% e l 1,8%, ed è cresciuto moderatamente il Giappone. Nell area dell Euro è cresciuta, più degli altri principali Paesi, la Spagna e meno l Italia. È proseguito anche lo sviluppo dei Paesi dell Europa Orientale, mentre la Russia è rimasta in difficoltà. L analisi 2016 per Paesi nel mondo Negli Stati Uniti la crescita del Pil è stata pari all 1,6%, in decisa flessione rispetto all anno precedente (+2,6%). I livelli di disoccupazione in corso d anno sono stati storicamente bassi (4,9%). La persistente debolezza del ciclo internazionale e degli investimenti interni hanno spinto la Federal Reserve a lasciare per la maggior parte dell anno il tasso di riferimento invariato tra lo 0,25% e lo 0,50%, aumentandolo di 25pb (punti base) a dicembre 2016, coerentemente con le condizioni dell economia, migliorate nella parte finale dell anno. In Giappone il prodotto interno lordo è aumentato dell 1%, in linea col 2015 (+1,2%), grazie al contributo positivo del settore estero e dei consumi pubblici. La Banca del Giappone ha mantenuto in corso d anno una politica monetaria estremamente accomodante. Per quanto riguarda le principali economie emergenti dell area asiatica, in Cina il 2016 si è chiuso con un tasso di crescita del Pil del 6,7% annuo, raggiungendo l obiettivo previsto dal Governo, leggermente inferiore all anno precedente (+6,9%). Il dato, il più debole dell ultimo ventennio, ha scontato la transizione verso una tipologia di economia più matura e bilanciata. L obiettivo di crescita, tuttavia, è stato ottenuto al prezzo di un ulteriore aumento del debito pubblico e privato. Sul fronte della politica monetaria, contrariamente alle attese, la banca centrale cinese ha alzato i tassi a breve termine, offrendo un nuovo segnale di progressiva stretta del proprio orientamento monetario, a fronte delle indicazioni di stabilizzazione che giungono dall economia del Paese; questa manovra segnala anche la volontà della Cina di contenere il deflusso di capitali e di tenere sotto controllo i rischi sul sistema finanziario generati da anni di politiche espansive. 4 L India ha proseguito nel 2016 il suo processo di espansione economica, con un prodotto interno lordo in crescita del 6,8%, inferiore però di circa un punto rispetto al 2015 (+7,9%). Le economie dell America Latina hanno arrestato il ritmo di sviluppo complessivo dell attività economica (-1% di Pil), soprattutto perchè è proseguita la forte recessione, dovuta anche a problemi politici, del Brasile, il cui prodotto interno lordo è diminuito del 3,6% (dopo la caduta del 3,8% nel 2015); è arretrato anche il prodotto interno lordo dell Argentina (-2,3%), dopo la buona crescita del 2015 (+2,6%). È cresciuto invece del 2,3% il Pil del Messico, leggermente meno che nell anno precedente (+2,6%). In Europa la crescita del Pil delle economie dell Europa Orientale è stata discreta, registrando un tasso del 3%, inferiore a quello del 2015 (+4,7%). La Russia, dopo un 2015 caratterizzato dalla recessione (-2,8%), per gli effetti del crollo del prezzo del petrolio, del basso tasso di cambio del rublo e delle sanzioni commerciali Ue seguite alle tensioni militari in Crimea e Ucraina, ha stabilizzato la propria economia in termini di prodotto interno lordo nel 2016 (-0,2%). Nell area dell Euro, la crescita del Pil dell 1,7%, di poco inferiore rispetto al 2015 (+2%), è principalmente attribuibile al contributo dei consumi privati. La ripresa economica ha continuato a essere caratterizzata da una buona performance del mercato del lavoro, a seguito di ampie riforme strutturali in diversi Stati membri; il tasso di disoccupazione è sceso gradualmente nel corso dell anno, raggiungendo il 9,6% a fine dicembre, dal 10,3% di gennaio. La politica fiscale nell area ha assunto un tono meno restrittivo. Per quanto riguarda la politica monetaria, l orientamento fortemente espansivo della Banca centrale europea (Bce), accentuatosi all inizio del 2016, ha contribuito a garantire stabilità finanziaria, a scongiurare fenomeni deflattivi e a migliorare le condizioni economiche. L inflazione è rimasta prossima allo zero. I principali Paesi dell area dell Euro nel 2016 La crescita del prodotto interno lordo è stata discreta, ma differenziata. Il Pil tedesco è aumentato dell 1,8% (superiore all aumento dell 1,5% del 2015), mentre in Francia l incremento è stato dell 1,2%, leggermente inferiore all 1,3% del L Italia ha proseguito la crescita in termini di prodotto interno lordo su livelli modesti, con un +0,9% nel 2016 che segue il +0,8% dell anno precedente. Fa eccezione la Spagna, che ha conseguito un incremento del Pil notevole (+3,2%), uguale a quello ottenuto nel Fuori dall area dell Euro, il Regno Unito ha ottenuto nel 2016 un aumento del Pil dell 1,8%, leggermente inferiore a quello dell anno precedente (+2,2%). L economia italiana nel 2016 Nel 2016 l economia italiana è cresciuta, in termini di Pil, dello 0,9%, leggermente al di sopra delle ultime previsioni ufficiali. Dopo lo stallo registrato nel secondo trimestre, nella parte finale dell anno il Pil ha ripreso a crescere a tassi annualizzati prossimi all 1%. La domanda interna ha seguito un profilo di continua espansione. I consumi nazionali, in ripresa dal 2014, hanno continuato a espandersi nel 2016 (+1,2%), beneficiando delle migliori condizioni del mercato del lavoro, del sensibile recupero del reddito disponibile (+1,6%) e del miglioramento delle condizioni di accesso al credito, con bassi tassi di interesse. Fra le componenti dei consumi nazionali, a un quasi analogo tasso è cresciuta la spesa delle famiglie (+1,3%), soprattutto nella componente dei beni durevoli che hanno agito da traino, grazie agli acquisti di autovetture, ma sono aumentati anche i consumi di servizi, tornati abbondantemente al di sopra dei livelli pre-crisi. La spesa delle Amministrazioni Pubbliche è tornata a crescere leggermente (+0,6%), come anche la spesa delle Istituzioni sociali private, aumentata del 2,2%. Ha sorpreso al rialzo, nel 2016, la crescita degli investimenti (+2,9%), sospinta ancora una volta dalla componente relativa ai mezzi di trasporto (+27,3%). Anche gli investimenti in macchinari hanno ripreso a crescere (+3,9%), sia pure a ritmi più contenuti; il comparto ha beneficiato degli incentivi sul super-ammortamento attuati con la Legge di Stabilità Con riferimento al settore delle costruzioni, il dato annuale mostra, per la prima volta dal 2007, un aumento (+1,1%), grazie all andamento positivo degli investimenti in abitazioni. In calo invece gli investimenti in prodotti della proprietà intellettuale (-1,3%). L andamento delle esportazioni è risultato migliore delle attese; anche grazie all accelerazione del commercio mondiale alla fine dell anno e al deprezzamento dell euro, l export 2016 è cresciuto del 2,4%. La dinamica delle importazioni è risultata più vivace (+2,9%), grazie al recupero della domanda interna e del ciclo produttivo industriale. L industria manifatturiera si è confermata in discreta ripresa, almeno sul fronte della produzione industriale. I dati indicano un aumento di tale indicatore dell 1,2% sul La maggioranza dei settori manifatturieri rilevati dall Istat (9 su 13) ha accresciuto nel 2016 le quantità prodotte; l oscillazione dei risultati settoriali è stata modesta, fra il -2% e il +5,1%. Osservando i comparti di maggiore interesse per l imballaggio in carta e cartone (e flessibile), si osserva una modesta crescita produttiva

5 per alimentari, bevande e tabacco (+1,1%), mentre il risultato della farmaceutica (+2,2%) e della cosmesi-profumeria è stato migliore. Nel 2016 il fatturato dell industria italiana ha invece segnato un lieve calo dello 0,5% sul 2015, sintesi di una modesta diminuzione sia sul mercato interno (-0,7%), sia su quello estero (-0,3%). Nello stesso periodo gli ordinativi totali sono calati dell 1,2%, per la diminuzione del 2,2% degli ordinativi interni e la crescita dello 0,2% di quelli esteri. Come nel 2015, anche nel 2016 i dati sul mercato del lavoro sono stati confortanti, dimostrando che le misure introdotte dal Governo (Jobs Act e decontribuzione) hanno avuto effetti positivi sull occupazione. Per il terzo anno consecutivo c è stata una crescita degli occupati, che nel 2016 è stata dell 1,3%, per l aumento dei dipendenti con contratto a tempo determinato e indeterminato (+1,9%), mentre gli occupati indipendenti (quasi esclusivamente i collaboratori) hanno registrato un calo per il sesto anno consecutivo (-0,5%). Il miglioramento dell occupazione è stato accompagnato da un accelerazione della partecipazione al mercato del lavoro: di conseguenza il tasso di disoccupazione in Italia si è ridotto solamente di 0,2 punti percentuali, attestandosi nel 2016 all 11,7%. È proseguita la fase di moderazione salariale: le retribuzioni orarie contrattuali sono aumentate dello 0,6% nel complesso dell economia; specificamente la crescita è stata dello 0,5% nell industria, dell 1% nei servizi e dello 0,6% nell agricoltura, ma sono rimaste ferme le retribuzioni nella pubblica amministrazione. A seguito in particolare del perdurare dei bassi prezzi dei beni energetici, l inflazione 2016 è stata prossima allo zero: l indice dei prezzi al consumo si è addirittura ridotto (-0,1%), per la prima volta dal Nel complesso quindi anche nel 2016 l incremento delle retribuzioni è stato leggermente superiore all inflazione, favorendo il potere d acquisto dei lavoratori. Sul fronte della finanza pubblica, nonostante la modesta crescita del Pil 2016, inferiore al punto percentuale, il Governo è riuscito a garantire l equilibrio dei conti pubblici, con un indebitamento netto (deficit di bilancio) che anche nel 2016 è sceso di 0,3 punti percentuali, al 2,4% del prodotto interno lordo. Non si arresta però la continua crescita del debito pubblico in valore assoluto, che è passato dai miliardi del 2015 ai miliardi del 2016 e anche il lieve ma preoccupante aumento dell incidenza del debito pubblico sul Pil, passata dal 132,1% del 2015 al 132,6% del Il settore grafico europeo nel 2016 Sulla base degli ultimi dati di fonte Eurostat disponibili per il settore allargato della Stampa e servizi connessi alla stampa nell Unione Europea (28 Paesi), l industria grafica europea fattura all incirca 81,3 miliardi di euro ed è rappresentata da circa Nella tabella seguente sono indicate anche le quote percentuali relative a numero di A livello di Unione Europea (28 Paesi), nel 2016 sul 2015, si assiste a un lieve calo sia della produzione (-0,8%), sia del fatturato (-0,4%) del settore grafico. Relazione sull economia e sui settori imprese, con addetti. I primi 5 Paesi, in termini di quota percentuale di fatturato sul totale dell UE28, sono Germania, Regno Unito, Italia, Francia e Spagna. Nonostante la lunga crisi e ristrutturazione degli anni recenti, il comparto grafico italiano si conferma al terzo posto in Europa (per fatturato), dopo Germania e Regno Unito. Nel panorama internazionale, i prodotti di eccellenza italiani sono riviste, stampati pubblicitari, cataloghi e libri d arte. INDUSTRIA GRAFICA EUROPEA - FATTURATO NEI PRINCIPALI PAESI Quota % sul totale UE28 Altri 30,2 Spagna 7,1 Francia 10,4 Fonte: Elaborazione Assografici su dati Eurostat imprese e numero di addetti nei primi 5 Paesi, sul totale dell UE28. INDUSTRIA GRAFICA EUROPEA Fatturato, numero di imprese e di addetti nei principali paesi Quota % sul totale UE28 Paesi Fatturato Numero di imprese Numero di addetti Germania 21,9 9,7 20,1 Regno Unito 18,0 10,0 15,6 Italia 12,4 13,2 11,5 Francia 10,4 15,7 9,9 Spagna 7,1 11,4 8,0 Altri 30,2 40,0 34,9 Fonte: Elaborazione Assografici su dati Eurostat Italia 12,4 Fra i Paesi più importanti, si avverte una diminuzione del giro d affari piuttosto omogenea, intorno al -1,5%/-2,5%, in Spagna, Italia, Francia e Germania, mentre vi è una crescita dell 1,6% nel Regno Unito. INDUSTRIA GRAFICA EUROPEA Fatturato e produzione nei principali paesi Variazione % 2016/2015 Paesi Fatturato Produzione UE28-0,4-0,8 Germania -1,6-2,4 Regno Unito 1,6 1,7 Italia -2,1-6,2 Francia -1,7 1,7 Spagna 2,5-3,1 Fonte: Elaborazione Assografici su dati Eurostat e Istat Germania 21,9 Regno Unito 18,0 Germania Regno Unito Italia Francia Spagna Altri 5

6 Economico Statistico 2016/17 Il settore grafico italiano nel 2016 INDICATORI FONDAMENTALI 2016 SETTORE GRAFICO Imprese Addetti Fatturato (Milioni di Euro) Esportazioni (Milioni di Euro) Milioni di Euro Var.% Fatturato ,1 Esportazioni ,7 Importazioni ,3 Domanda interna* ,0 Saldo della bilancia commerciale ,7 Export / Fatturato % 15,8 16,4 Import / Domanda interna % 9,1 9,0 * Domanda interna = Consumo apparente = Fatturato + Import - Export - Fonti: Istat, Eurostat, Stime Assografici Struttura Il settore grafico italiano è rappresentato da circa imprese, con addetti. Dopo un 2015 caratterizzato da molteplici cambiamenti strutturali nel comparto (in particolare chiusure di aziende anche storiche), si è assistito nel 2016 a una maggiore stabilizzazione, seppure con diversi trasferimenti di macchinari e management fra le imprese. Sul fronte degli ammortizzatori sociali, le ore autorizzate di Cig nel settore Editoria, stampa e riproduzione di supporti registrati si sono ridotte nella parte iniziale e finale del 2016, per cui nell arco dell anno la riduzione complessiva rispetto al 2015 è del 13,8%, fissandosi intorno ai 12,7 milioni di ore. ANDAMENTO DI FATTURATO E PRODUZIONE SETTORE GRAFICO (variazione % sul periodo precedente) Industria grafica Fatturato totale (in valore) -12,8-7,0-1,6-3,1-2,1 Produzione totale (in quantità) -11,8-11,7-1,9-6,2-6,2 Produzione segmentata (in quantità) - grafica editoriale - grafica pubblicitaria e commerciale -8,7-14,6-22,8-4,6-4,9-0,5-3,4-7,5-5,4-6,9 Fonte: indagine Osi (Osservatorio Stampa ed Imballaggio) Assografici 6

7 Relazione sull economia e sui settori Fatturato Sulla base dell indagine congiunturale Osi (Osservatorio Stampa ed Imballaggio) del Centro Studi Assografici, nel 2016 prosegue ancora, pur attenuandosi perlomeno dal lato del giro d affari, la crisi (ed evoluzione) del settore grafico, iniziata nel lontano A seguito della tendenza meno negativa che ha caratterizzato in particolare il primo semestre dell anno, il 2016 si chiude con una modesta diminuzione complessiva del fatturato del settore grafico, del 2,1% sul Il giro d affari stimato da Assografici, sulla base delle proprie rilevazioni, è quindi di milioni di euro per il Dall analisi dei risultati aziendali nel 2016 si rileva una differenziazione fra le imprese: il 60% delle aziende subisce un calo dei ricavi, in media dell 8,2%, mentre il 40% delle imprese incrementa il giro d affari, mediamente del 6,7% sul Restano in difficoltà sui margini operativi le imprese grafiche che non sanno trasferire sui prezzi di vendita gli aumenti dei prezzi delle materie prime, mentre altre sono favorite su questo fronte dalla ridotta competizione fra gli operatori, connessa alla ristrutturazione settoriale; più stabile anche la situazione degli incassi dai clienti. Sul fronte delle materie prime, si osservano nel 2016 variazioni piuttosto omogenee dei prezzi delle principali carte ad uso grafico, mediamente tra il +2,1% e il +3,2% sul 2015, come rileva la Camera di Commercio di Milano, mentre i prezzi degli inchiostri, sulla base delle rilevazioni Assografici, registrano un lieve calo tendenziale dello 0,8% Fonte: Stime Assografici 2,0 0,0-2,0-4,0-6,0-8,0-10,0-12,0 Produzione La produzione del settore grafico nel 2016 diminuisce del 6,2% rispetto al 2015, per il calo della grafica editoriale (-5,4%) e della grafica pubblicitaria e commerciale (-6,9%). Tale flessione produttiva va però interpretata alla luce della chiusura, soprattutto durante il 2015, di alcune importanti aziende del settore, che può avere influenzato il confronto tendenziale dei dati con il 2016, in termini di quantità prodotte di stampati. Nell area grafica editoriale è peggiore il risultato produttivo dei libri (-14,3%), rispetto a quello delle riviste (-3,4%). Dal lato della domanda, si rileva nel 2016 un discreto incremento della spesa complessiva delle famiglie (+1,3%), quasi in linea con il trend dei consumi nazionali (+1,2%), ma resta bassa la spesa per acquisti di prodotti culturali, quali libri e giornali, che rappresenta circa lo 0,9% del totale e che si è quasi dimezzata negli ultimi vent anni (fonte Istat). Sempre riguardo ai libri, il calo della produzione si può collegare sia all incremento dell import (+16,1% in peso nel 2016 sul 2015), sia al fatto che il mercato editoriale continua a soffrire della continua riduzione del numero dei lettori, scesi dal 46,8% del 2010 al 42% del 2015 e al 40,5% del 2016 (fonte Aie), con ricadute negative in termini di copie vendute, seppure con una positiva tenuta delle vendite in valore. Per dare nuovo impulso al consumo dei prodotti culturali da parte delle famiglie e incrementare i tassi di lettura (su cui siamo agli ultimi posti a livello Ue) Assografici, insieme ad altre 6 Associazioni della Filiera, ha proposto, nell ambito di un incontro pubblico nel mese FATTURATO (milioni di euro) PRODUZIONE (Variazioni in %) ,8-11,7 Fonte: Elaborazione Assografici su dati Istat -1,9-6, ,2 di aprile 2017, un iniziativa di politica fiscale, consistente nella detrazione dalle imposte sul reddito delle persone fisiche per gli acquisti di libri, quotidiani e periodici in formato cartaceo o digitale, pari al 19% dell importo speso nel corso dell anno, come già avviene per le spese sanitarie. La parificazione del regime fiscale agevolato coi libri cartacei (Iva al 4% dal 1 gennaio 2015) ha favorito nell ultimo biennio la crescita del mercato digitale degli e-book, che rappresentavano a fine 2015 il 4,2% delle vendite trade (fonte Aie). Per quanto riguarda le riviste, oltre al calo del numero dei lettori abituali, la cui quota che nel 2014 era del 50,5% è scesa nel 2016 appena al 44,5% (fonte Audipress), incide anche la prosecuzione della caduta della pubblicità su stampa, a fronte del miglioramento del mercato pubblicitario complessivo. Secondo Nielsen, il mercato degli investimenti pubblicitari nel 2016 chiude nel complesso a 6,4 miliardi di euro circa, risultando in ripresa, dell 1,7% superiore al Tuttavia la pubblicità su stampa registra un andamento ancora negativo (-5,6%): nello specifico, rispetto al 2015, la pubblicità sui periodici cala nel 2016 del 4% e quella sui quotidiani del 6,7%. In un mercato pubblicitario in cui cresce l advertising su circa la metà dei mezzi classici, la TV fa la parte del leone, in aumento del 5,4%, raggiungendo ben il 60% in termini di quota sul totale della pubblicità nazionale; al contrario Internet sul web registra una ulteriore flessione dell Adv (-2,3%), ma cresce su search e social. In termini di principali settori merceologici investitori in pubblicità, torna a crescere nel 2016 l advertising di automobili e telefonia, mentre frena la finanza. Per fronteggiare la forte caduta della pubblicità sulla stampa degli ultimi anni (-48% dal 2011) è attesa l emanazione del Decreto attuativo sulla deduzione fiscale degli investimenti in pubblicità incrementale delle aziende, già recepita nella Legge per il Fondo per il pluralismo dell informazione: una misura che premia le imprese che investiranno in pubblicità più che in passato. Tornando alla produzione del settore grafico, nel comparto della grafica pubblicitaria e commerciale la produzione di stampati pubblicitari e commerciali nel 2016 ha una flessione tendenziale del 9,1%, mentre la modulistica diminuisce ulteriormente le già limitate quantità prodotte del 6,1% sull anno precedente. In termini di domanda, nel 2016 si riduce ancora la pubblicità sul direct mail (-4,2% sul 2015) e, dopo il positivo rimbalzo dell anno precedente, cala anche la pubblicità in affissioni (-4,3%). Tutto ciò avviene nonostante la significativa crescita dell advertising della grande distribuzione che, secondo Nielsen, cresce dell 11,2% tra 2015 e 2016, ma non sulla stampa. In termini di prodotto si conferma nel 2016 la crescita di alcuni segmenti come l imballaggio stampato, soprattutto flessibile, e il labelling che negli anni più recenti hanno avuto risultati migliori della stampa tradizionale. Prosegue la trasformazione di diverse imprese grafiche tradizionali in fornitori di servizi integrati di comunicazione, allargando il business ai servizi legati al web. Il 2016 vede inoltre l emergere della stampa industriale decorativa e 3D. 7

8 Economico Statistico 2016/17 Grado di utilizzo degli impianti e investimenti in macchine Il tasso di utilizzo degli impianti del settore grafico, rilevato dall Istat, nella media del 2016 è del 72,9%, in diminuzione di 0,8 punti rispetto al Sia il leggero miglioramento sul fronte del credito, sia soprattutto gli incentivi del Governo sul super ammortamento, favoriscono gli investimenti in macchinari nel comparto grafico, 74,0 72,0 70,0 68,0 66,0 64,0 62,0 60,0 Fonte: Elaborazione Assografici su dati Istat che hanno nuovamente una crescita significativa nel 2016, dopo quella del L Associazione Acimga (costruttori di macchine grafiche, cartotecniche e per il converting), che insieme ad Assografici e Assocarta fa parte della Federazione della Filiera della Carta e della Grafica, rileva, nel 2016 sul 2015, una crescita del 9% del consumo apparente di macchine grafiche, cartotecniche e per il converting, che segue la crescita a due cifre (+29%) del 2015; va ricordato che il consumo apparente indica il consumo nazionale, GRADO DI UTILIZZO DEGLI IMPIANTI (Valori %) 69, , , ,7 72, dato da produzione, più import, meno export. L Associazione Argi (distributori di macchine, sistemi e prodotti per l industria grafica) rileva inoltre nel 2016, l anno del post Drupa, una crescita degli investimenti in macchinari, consumabili e servizi grafici del 31% circa rispetto al 2015, che diventa del 39% se si considerano le sole macchine da stampa offset e digitali. Suddividendoli in categorie, in base al segmento di destinazione, gli investimenti in macchine da stampa offset a foglio registrano una crescita a due cifre (+31%), superiore rispetto al +17% delle macchine da stampa digitale. Fra le macchine da stampa offset, il 75% circa è rappresentato dal formato 70x100, quota in calo però rispetto al 2015, a favore soprattutto del 35x50. Fra le macchine da stampa digitale nel 2016 si evidenzia in particolare l incremento delle macchine a bobina (+64%), soprattutto per il packaging, in misura maggiore rispetto a quello delle macchine a foglio (+3%); crescono a due cifre anche quelle per etichette (+10%). Riguardo agli investimenti in pre-stampa e service, aumentano nel 2016 del 15% sul 2015, ma per una crescita notevole delle macchine (investimenti raddoppiati) e un calo della parte service (per ¾ contratti di assistenza tecnica). Gli investimenti in post-stampa e cartotecnica registrano un intensa crescita del 68% nello stesso periodo. Commercio estero Riguardo al commercio estero, sul fronte delle esportazioni in valore del settore grafico, nel complesso l anno 2016 si chiude con una crescita dell 1,7% sul L export in valore del comparto cresce quindi a milioni di euro (aumentando al 16,4% del fatturato nazionale grafico stimato da Assografici, dal 15,8% dell anno precedente), a fronte di una diminuzione complessiva dell import in valore del 4,3% rispetto all anno precedente, che scende a 565 milioni di euro. Il saldo della bilancia commerciale del settore grafico risulta pertanto in aumento dell 8,7% sul 2015, a 557 milioni di euro. Considerando i prodotti, nel 2016 si osserva una significativa crescita dell export in valore delle riviste (+4,8%), mentre più modesta è quella degli stampati pubblicitari e commerciali (+0,9%) e dei libri (+1,8%) Fra i prodotti minori, cresce notevolmente l export di francobolli e, più moderatamente, quello di decalcomanie (+5,9%), calendari (+1%) e cartoline (+0,4%). In calo invece a due cifre le esportazioni di musica manoscritta o stampata (-43,5%), lavori cartografici (-13,3%) e album-libri di immagini (-12,8%). Dal punto di vista geografico, le esportazioni in valore 2016 del settore grafico calano leggermente, rispetto al 2015, verso il principale Paese di destinazione, ovvero la Francia (-0,6%) mentre si incrementano lievemente verso il secondo Paese, cioè la Germania (+0,9); vi è un calo più significativo dell export verso il Regno Unito (-3,4%); in crescita invece le esportazioni verso la Svizzera (+1,6%) e, a due cifre, verso gli Stati Uniti (+13,5%). Volgendo lo sguardo ai primi 15 Paesi di destinazione, è significativa la crescita dell export verso i Paesi Bassi (+21,7%), il Belgio (+19,7%) e la Repubblica Ceca (+247,1%) mentre diminuiscono le esportazioni verso la Spagna (-2%) e la Svezia (-16,8%). ESPORTAZIONI (Milioni di euro) Fonte: Elaborazione Assografici su dati Istat Analizzando il peso percentuale dei Paesi di destinazione sul totale delle esportazioni, nel 2016 cala il peso della Francia (la cui quota passa dal 28,3% del 2015 al 27,6%), diminuisce leggermente quello della Germania (dal 12,4% al 12,3%) e si riduce anche la quota del Regno Unito (dall 11,5% all 10,9%); stabile la Svizzera al 7,7%; in netta crescita il peso percentuale degli Stati Uniti (dal 6,2% al 6,9%). La diminuzione complessiva del 4,3%, nel 2016 rispetto all anno precedente, delle importazioni in valore del settore grafico è legata alla flessione dell import degli stampati pubblicitari e commerciali (-15,6%) e delle riviste (-7,2%), a fronte dell aumento dell import dei libri (+8,4%). Dal punto di vista geografico, analizzando i cinque principali Paesi di provenienza, diminuiscono moderatamente le importazioni di stampati dalla Germania (-3,7%) mentre più intenso è il calo dal Regno Unito (-28,3%); diminuisce significativamente anche l import dalla Francia (-11,6%), dalla Cina (-13,5%) e dagli Stati Uniti (-12,6%). Considerando i primi 15 Paesi di provenienza, è a più cifre la crescita delle importazioni di stampati dai Paesi di seconda fascia: in primis Repubblica Ceca (+341,8%), ma anche Austria (+31,2%), Slovacchia (+10,1%) e Hong Kong (+61,7%). Si rilevano cali modesti dell import dalla Spagna (-1%) e dalla Svizzera (-4%). Analizzando il peso percentuale dei Paesi sul totale delle importazioni, nel 2016 aumenta leggermente il peso della Germania (la cui quota passa dal 28,9% del 2015 al 29,1%); in calo significativo invece la quota del Regno Unito (dal 18,1% al 13,6%); in diminuzione anche il peso della Francia (dall 8,2% al 7,6%), della Cina, (dall 8% al 7,2%) e degli Usa (dal 7,3% al 6,7%). 8

9 Relazione sull economia e sui settori Il settore cartotecnico trasformatore europeo nel 2016 INDUSTRIA CARTOTECNICA TRASFORMATRICE EUROPEA FATTURATO NEI PRINCIPALI PAESI Quota % sul totale UE28 Sulla base degli ultimi dati di fonte Eurostat disponibili, relativi al settore allargato della Fabbricazione di articoli di carta e cartone nell Unione Europea (28 Paesi), l industria cartotecnica trasformatrice europea fattura all incirca 101,7 miliardi di euro ed è rappresentata da circa imprese, con addetti. I primi 5 Paesi, in termini di quota percentuale di fatturato sul totale dell Ue28, sono Germania, Italia, Francia, Regno Unito e Spagna. L industria cartotecnica trasformatrice italiana mantiene pertanto una posizione significativa in ambito europeo, in qualità di secondo produttore. Osservando il quadro internazionale dal punto di vista dei prodotti, l Italia presenta un eccellenza nel cartone ondulato (2 produttore europeo), negli imballaggi stampati, nelle carte da parati e nell oggettistica da regalo. Altri 31,2 Spagna 7,6 Regno Unito 10,9 Fonte: Elaborazione Assografici su dati Eurostat Francia 11,2 Germania 22,1 Italia 17,0 Germania Italia Francia Regno Unito Spagna Altri Qui a lato sono indicate anche le quote percentuali relative a numero di imprese e numero di addetti nei primi 5 Paesi, sul totale dell UE28. INDUSTRIA CARTOTECNICA TRASFORMATRICE EUROPEA Fatturato, numero di imprese e di addetti nei principali paesi Quota % sul totale UE28 Paesi Fatturato Numero di imprese Numero di addetti Germania 22,1 7,9 21,3 Italia 17,0 20,4 12,6 Francia 11,2 8,9 10,3 Regno Unito 10,9 7,4 10,5 Spagna 7,6 7,9 6,5 Altri 31,2 47,5 38,8 Fonte: Elaborazione Assografici su dati Eurostat Nell Unione Europea (28 Paesi) la produzione del settore cartotecnico trasformatore registra un leggero calo dello 0,8%, nel 2016 rispetto al 2015, a fronte di un modesto aumento del fatturato (+0,3%): risultati medi inferiori a quelli italiani. Sul giro d affari, fra i principali Paesi, l Italia evidenzia la performance migliore, seguita dalla Spagna (+0,5%), mentre la Germania, la Francia e il Regno Unito arretrano tra lo 0,5% e l 1,5% circa. INDUSTRIA CARTOTECNICA TRASFORMATRICE EUROPEA Fatturato e produzione nei principali paesi Variazione % 2016/2015 Paesi Fatturato Produzione UE28 0,3-0,8 Germania -0,4-1,0 Italia 2,1 2,2 Francia -0,8-1,5 Regno Unito -1,7-2,6 Spagna 0,5 3,0 Fonte: Elaborazione Assografici su dati Eurostat 9

10 Economico Statistico 2016/17 Il settore cartotecnico trasformatore italiano nel 2016 INDICATORI FONDAMENTALI 2016 SETTORE CARTOTECNICO TRASFORMATORE Imprese Addetti Fatturato (Milioni di Euro) Esportazioni (Milioni di Euro) Milioni di Euro Var.% Fatturato ,1 Esportazioni ,3 Importazioni ,5 Domanda interna* ,7 Saldo della bilancia commerciale ,1 Export / Fatturato % 37,0 37,1 Import / Domanda interna % 14,5 14,3 * Domanda interna = Consumo apparente = Fatturato + Import - Export - Fonti: Istat, Eurostat, Stime Assografici Struttura L industria cartotecnica trasformatrice italiana è costituita da circa imprese, con addetti. Dal punto di vista strutturale, il 2016 si caratterizza per alcune importanti acquisizioni e integrazioni aziendali, in particolare nel comparto del packaging. Sul fronte degli ammortizzatori sociali, le ore autorizzate di Cig nel settore Pasta carta, carta, cartone e prodotti di carta, a seguito di un andamento altalenante in corso d anno, registrano una crescita alquanto modesta rispetto al 2015 (+0,8%), raggiungendo i 5 milioni di ore circa. ANDAMENTO DI FATTURATO E PRODUZIONE SETTORE CARTOTECNICO TRASFORMATORE (variazione % sul periodo precedente) Industria cartotecnica trasformatrice Fatturato totale (in valore) -4,4-0,6 3,3 2,3 2,1 Produzione totale (in quantità) -4,1 0,7 2,4 1,8 2,2 Produzione segmentata (in quantità) - imballaggi - altre lavorazioni -4,0-5,1 0,8-0,5 2,6 1,0 1,8 1,8 2,3 1,7 Fonte: indagine Osi (Osservatorio Stampa ed Imballaggio) Assografici 10

11 Fatturato In base all indagine congiunturale Osi (Osservatorio Stampa ed Imballaggio) del Centro Studi Assografici la dinamica complessiva del giro d affari del settore cartotecnico trasformatore nell anno 2016 è positiva (+2,1% sul 2015), caratterizzata da un primo semestre all insegna della crescita sostenuta, cui è seguito un secondo semestre più lento Fonte: Stime Assografici Il fatturato stimato da Assografici, sulla base delle proprie rilevazioni, è quindi di milioni di euro per il Raffrontando i risultati delle singole imprese nel 2016 rispetto al 2015, si nota che il 60% delle aziende aumenta il fatturato, in media del 6%, mentre il 40% delle aziende lo riduce, mediamente del 3,9%. In generale, nel 2016, i prezzi di vendita dei prodotti trasformati sono in calo dello 0,7% circa sul FATTURATO (milioni di euro) Relazione sull economia e sui settori In termini di margini operativi, le imprese cartotecniche trasformatrici evidenziano situazioni differenziate in base al segmento produttivo, a fronte della diversa variazione dei prezzi delle materie prime. I prezzi delle carte e dei cartoni, secondo la Camera di Commercio di Milano, risultano differenziati nei principali segmenti produttivi, nella media del 2016 sul 2015; vi sono trend diversi nelle quotazioni delle carte per cartone ondulato (fra -4% e +2% circa), leggeri cali nei prezzi dei cartoncini per astucci (tra 0 e -1%), mentre vi è stabilità o crescita modesta (tra 0 e +1,5%) nelle quotazioni delle carte per gli altri segmenti. Risultano in diminuzione, sulla base delle rilevazioni Assografici, i costi dell energia (-7,4%) e dei trasporti (-4,1%). Produzione 6,0 4,0 2,0 0,0-2, Le stime sul 2016, in base alle indagini di Assografici, evidenziano per il settore cartotecnico trasformatore una crescita tendenziale della produzione del 2,2% sul Nello specifico aumenta del 2,3% la produzione di imballaggi in carta e cartone (e flessibili), a fronte di un quasi analogo incremento dell 1,7% delle altre produzioni cartotecniche. Analizzando il comparto dell imballaggio in carta e cartone (e flessibile), i produttori di imballaggi di cartone ondulato, rappresentati dal Gifco (Gruppo Italiano Fabbricanti Cartone Ondulato), segnalano nel 2016 una crescita complessiva tendenziale delle quantità prodotte del 2,7%, un dato in miglioramento rispetto a quello conseguito nel 2015 e migliore anche del trend positivo del comparto alimentare e bevande. Il settore degli astucci e scatole pieghevoli, rappresentato dal Gifasp (Gruppo Italiano Fabbricanti Astucci e Scatole Pieghevoli), sostenuto dal favorevole andamento dei comparti alimentare, farmaceutico e della cosmesiprofumeria, registra un modesto aumento delle quantità prodotte nel 2016 (+0,7% tendenziale secondo l Istat), dopo un intensa crescita nel biennio La produzione di sacchi di carta, sulla base delle statistiche del Gipsac (Gruppo Italiano Produttori Sacchi Carta), è caratterizzata da una diminuzione dell 1,3% rispetto al 2015, principalmente per l ulteriore calo della domanda del settore costruzioni e la più forte riduzione del comparto mangimi. La produzione degli imballaggi flessibili, secondo il Giflex (Gruppo Imballaggio Flessibile), cresce del 2,8% nel 2016, per la continua domanda sia sul mercato interno, sia su quello estero, dove il settore continua a realizzare la maggior parte del giro d affari. Nell area della cartotecnica, nel 2016 sul 2015, prosegue il ciclo positivo produttivo delle etichette autoadesive (+4,4%), secondo Gipea (Gruppo Italiano Produttori Etichette Autoadesive); aumenta anche la produzione delle carte trattate per uso industriale (+4% per l Istat) e, in misura minore, degli articoli igienici e sanitari (+1,2% per l Istat). In crescita anche la produzione di tubi in cartone e di articoli di cartoleria. PRODUZIONE (Variazioni in %) 0,7 2,4 1, , Forte arretramento produttivo nel 2016 per le buste da corrispondenza (-19,6% per l Istat) che subiscono la digitalizzazione degli invii postali. Negativa, per la difficile situazione sui mercati esteri (cui viene destinato oltre il 95% della produzione), anche la variazione della produzione di carte da parati, in calo nel 2016 del 19,7%. Dal lato della domanda, il settore cartotecnico trasformatore consegue un risultato superiore a quello complessivo della produzione industriale italiana che chiude l anno 2016 con una crescita dell 1,2%. La maggioranza dei settori manifatturieri rilevati dall Istat (9 su 13) accresce nel 2016 le quantità prodotte; l oscillazione dei risultati settoriali è modesta, fra il -2% ed il +5,1%. Considerando i comparti di maggiore interesse per l imballaggio in carta e cartone, si osserva una moderata crescita produttiva per alimentari, bevande e tabacco (+1,1%), mentre migliore è il risultato della farmaceutica (+2,2%) e della cosmesi-profumeria. Il risultato del settore cartotecnico trasformatore è favorevole anche osservando il trend dei consumi nazionali (+1,2%), allineato all incremento della spesa delle famiglie (+1,3%), secondo l Istat. Le famiglie, in un contesto di miglior clima di fiducia rispetto agli anni della crisi e a fronte di un inflazione addirittura negativa (-0,1%), che favorisce il potere d acquisto, si riavvicinano all acquisto di beni. Il consumo di imballaggio in ambito alimentare, come negli anni precedenti, è favorito dalla tendenza a moltiplicare gli acquisti di piccole porzioni (fino alla monoporzione) e di piatti pronti. -4,0-6,0-4,1-8,0 Fonte: Elaborazione Assografici su dati Istat 11

12 Economico Statistico 2016/17 Grado di utilizzo degli impianti e investimenti in macchine Il tasso di utilizzo degli impianti del settore cartotecnico trasformatore, rilevato dall Istat, nella media del 2016 si fissa all 81,7%, un livello leggermente più basso (-0,5 punti) di quello dell anno precedente. Migliora leggermente la situazione sul fronte del credito e proseguono gli incentivi del Governo sul super-ammortamento, favorendo anche nel 2016 il ciclo positivo degli investimenti in macchinari cartotecnici più performanti. GRADO DI UTILIZZO DEGLI IMPIANTI (Valori %) 83,0 81,0 80,8 79,0 78,2 77,0 75,0 75,0 73,0 71,0 69, Fonte: Elaborazione Assografici su dati Istat 82,2 81, Commercio estero Sul fronte del commercio estero, nell anno 2016, le esportazioni in valore del settore cartotecnico trasformatore crescono del 2,3% rispetto al 2015, grazie soprattutto ai positivi risultati conseguiti nella prima parte dell anno, salendo a milioni di euro. Nel 2016 la quota dell export in valore si colloca al 37,1% sul totale del giro d affari del comparto cartotecnico trasformatore stimato da Assografici, con un leggero aumento rispetto al 2015 (37%). Le importazioni in valore chiudono invece l anno in leggero aumento sul 2015 (+0,5%), portandosi a 772 milioni di euro. Il saldo della bilancia commerciale pertanto migliora nel 2016 sul 2015 del 3,1% e in valori assoluti si conferma alquanto rilevante e positivo, portandosi a milioni di euro. Per quanto riguarda i prodotti, nel 2016 l export in valore di scatole, sacchi e imballaggi vari in carta e cartone aumenta del 3,2% sul 2015 e crescono anche le esportazioni di articoli igienici e sanitari (+3,1%), etichette (+2,7%), prodotti cartotecnici per corrispondenza (+2,9%), tubi di cartone (+6,5%) e articoli per scuola, ufficio e cartoleria (+0,7%). In flessione invece le esportazioni di carte da parati (-17,6%). Analizzando la destinazione dell export verso i principali 5 Paesi, il 2016 si caratterizza per una crescita quasi generalizzata in valore: le esportazioni verso la Francia crescono del 4,6%, come quelle verso la Germania (+4,9%); si rileva una lieve diminuzione delle esportazioni solo verso il Regno Unito (-1,5%); aumenta l export verso la Svizzera (+6,1%) e la Spagna (+5,4%). Allargando l analisi ai primi 15 Paesi, si nota una buona crescita dell export italiano verso la Romania (+9,9%), la Slovenia (+5,1%) e in particolare la Tunisia (+17,2%), mentre flettono le esportazioni verso i Paesi Bassi (-5,4%), il Belgio (-3,1%) e soprattutto gli Stati Uniti (-9,8%). In termini di peso percentuale dei Paesi di destinazione sul totale delle esportazioni, nel 2016 cresce il peso della Francia (dal 23,2% del 2015 al 23,7%) e della Germania (dal 13,8% al 14,2%); cala il peso del Regno Unito (dal 7,2% al 7%); aumenta la quota percentuale dell export verso la Svizzera (dal 6% al 6,2%) e la Spagna (dal 5,1% al 5,3%) ESPORTAZIONI (Milioni di euro) Fonte: Elaborazione Assografici su dati Istat Analizzando le importazioni in valore del settore cartotecnico trasformatore, il leggero aumento del 2016 sul 2015 (+0,5%) è dovuto alla crescita dell import in valore sia di scatole, sacchi ed imballaggi vari in carta e cartone (+3,2%), sia di articoli igienici e sanitari (+5,7%), mentre si riduce l import di etichette (-2,6%). Osservando i più importanti Paesi di provenienza, le importazioni in valore della cartotecnica trasformazione, nel 2016 sul 2015, crescono dalla Germania (+4,5%), si riducono dalla Cina (-4,1%) e più moderatamente dalla Francia (-1,9%), aumentano dal Regno Unito (+1,6%) e, a due cifre, dai Paesi Bassi (+13%), che superano in questa classifica l Albania e l Austria. Considerando i primi 15 Paesi di provenienza di prodotti della cartotecnica trasformazione, la crescita delle importazioni è significativa dagli Stati Uniti (+8,4%), dalla Romania (+17,4%) e soprattutto dall Ungheria (+49,2%); vi sono cali intensi dell import invece dall Albania (-12,8%) e dalla Svizzera (-15%). Nell analisi del peso percentuale dei Paesi sul totale delle importazioni, nel 2016 si conferma leader la Germania, con una quota percentuale in crescita (dal 26,1% del 2015 al 27,2%); in contrazione la quota della Cina (dal 16,6% al 15,8%) e della Francia (dal 12,8% al 12,5%); aumenta il peso sull import del Regno Unito (dal 4,4% al 4,5%) e soprattutto dei Paesi Bassi (dal 3,3% al 3,7%) che superano in questa classifica l Albania (dal 4,3% al 3,7%) La Filiera della Carta, Editoria, Stampa e Trasformazione nel 2016 Per completezza di informazione, dopo l analisi del settore grafico e cartotecnico trasformatore nel 2016, è opportuno riportare brevemente i principali dati sulla Filiera della Carta, Editoria, Stampa e Trasformazione, presentati nell ambito dell incontro pubblico Giornali e libri: strumenti di buona informazione e cultura. Le proposte della Filiera della carta, svoltosi il 20 aprile 2017 a Milano, durante la Fiera dell editoria italiana, Tempo di Libri. La Filiera, istituita nel 2006, è una rete di sette Associazioni legate alla produzione e diffusione di prodotti informativi e culturali, ovvero Assografici, Acimga (produttori di macchine grafiche, cartotecniche, cartarie e di trasformazione), Aie (editori di libri), Argi (distributori di macchine, sistemi e prodotti per il settore grafico), Asig (stampatori di giornali), Assocarta (produttori di carta) e Fieg (editori di quotidiani, periodici e agenzie di stampa). Il suo obiettivo è porsi come interlocutore qualificato nei confronti delle Istituzioni e del Governo, al fine di individuare percorsi di sviluppo e di crescita per le aziende del comparto. Per questo periodicamente diffonde dati economici aggiornati del macrosettore e individua possibili soluzioni a criticità di sistema. La Filiera rappresenta imprese che, per dimensione di fatturato (circa 30,9 miliardi di euro), numero di occupati (circa addetti, ovvero diretti e nell indotto) ed export realizzato

13 (9,5 miliardi), costituiscono un segmento vitale dell economia del Paese. Nonostante la prolungata fase di crisi economica, essa rappresenta il 5% dell occupazione manifatturiera complessiva. I risultati del 2016 si confermano nel complesso sui valori del triennio precedente. Se un buon contributo viene dalle esportazioni, quello che manca è la spinta del mercato interno. La riduzione della già scarsa propensione degli italiani alla fruizione di prodotti culturali, sicuramente accelerata dalla generalizzata diminuzione dei consumi, vede anno dopo anno sacrificare ulteriormente beni solo apparentemente non indispensabili rispetto a quelli di primaria necessità. Il tema della crescita culturale e sociale dei cittadini, attraverso la lettura di libri e giornali, è stato affrontato nella tavola rotonda che ha coinvolto importanti esponenti del mondo della carta e dell editoria. Gli indici di lettura in Italia restano purtroppo tra i più bassi al mondo: i lettori di almeno un libro all anno sono calati in sei anni (dal 2010 al 2016) dal 46,8% al 40,5%, e non va meglio per i lettori abituali dei giornali. A leggere un quotidiano è oggi il 33,4% della popolazione, mentre per i periodici la percentuale si attesta al 44,5%. Per questo la Filiera ha proposto l introduzione di una misura fiscale per incentivare la lettura, con Relazione sull economia e sui settori la finalità evidente di uno sviluppo sociale e culturale diffuso. Detrarre dalle imposte sul reddito delle persone fisiche il 19 per cento di quanto speso nel corso dell anno per comprare libri, quotidiani e periodici è specificamente la misura a sostegno della lettura e della domanda di informazione proposta al Governo. La stima della copertura necessaria a finanziare tale misura, meno di 200 milioni di euro l anno, ipotizza uno stanziamento ragionevole e di gran lunga più basso di quello stanziato dal Governo per il Bonus Giovani o di quello previsto per il sostegno al mondo del cinema. ASSOCIAZIONE STAMPATORI ITALIANA GIORNALI L economia internazionale nel 2017 Nel complesso l economia mondiale prosegue il cammino su un sentiero di ripresa graduale. Il 2017 è iniziato in modo favorevole per i Paesi avanzati con risultati che hanno superato, con poche eccezioni, le attese degli analisti. In particolare, le elezioni americane hanno dato un nuovo slancio alla dinamica già positiva dell economia degli Stati Uniti, spingendo verso l alto le aspettative di crescita (almeno di breve periodo). La ripresa economica si è consolidata e dovrebbe accelerare in corso d anno anche nei mercati emergenti, sebbene con performance eterogenee nei vari Paesi. Gli ultimi dati della produzione industriale e degli scambi commerciali indicano una diffusa e vivace ripresa del settore manifatturiero a livello globale. Secondo le più recenti previsioni del Fondo Monetario Internazionale di aprile 2017, il tasso di crescita dell economia globale nel 2017 dovrebbe salire leggermente al 3,5%, con il commercio mondiale in aumento significativo del 3,8%, un punto e mezzo in più dell anno precedente. L analisi 2017 per Paesi nel mondo L economia americana nei mesi a cavallo tra il 2016 e il 2017 ha mostrato decisi segnali di accelerazione: la previsione di incremento del Pil degli Usa nel 2017 è quindi del 2,3% (di 0,7 punti percentuali superiore a quella 2016). Al persistere di livelli di disoccupazione storicamente bassi (4,9%) si sono aggiunti crescenti segnali di fiducia nel settore privato e un nuovo impulso positivo alla ricchezza delle famiglie, legato al buon andamento del mercato finanziario. Coerentemente con le favorevoli condizioni dell economia, la Federal Reserve a marzo 2017 ha operato un ulteriore rialzo dei tassi di interesse di 25pb (punti base), rassicurando sulla gradualità dei futuri rialzi prospettati per il 2017 e il In Giappone l incremento del prodotto interno lordo nell anno in corso sarà dell 1,2%, leggermente superiore a quello del Anche la Banca del Giappone ha prospettato un evoluzione favorevole dell economia nel breve-medio termine. Gli analisti si attendono che nel 2017 il Governo cinese sarà maggiormente orientato a un processo di deleveraging (riduzione del debito pubblico e privato) per ridurre i rischi finanziari, piuttosto che al raggiungimento di una più elevata crescita del Pil, stimata comunque al 6,6%. In America Latina nel 2017 ripartirà la crescita economica, prevista all 1,1%. In particolare dovrebbe stabilizzarsi il Brasile (+0,2%), ripartire l altalenante Argentina (+2,2%) e proseguire sul sentiero di sviluppo il Messico (+1,7%). Nel continente europeo, le economie dell Europa Orientale confermeranno nel 2017 la buona crescita del prodotto interno lordo del 2016 (+3%). Ripartirà, dopo due anni di recessione, anche l economia della Russia (+1,4%). Nell area dell Euro il 2016 si è chiuso con un accelerazione della crescita che sta proseguendo anche nei primi mesi del 2017, ma nel complesso la previsione di incremento del Pil 2017 è analoga a quella del 2016 (+1,7%). Nei primi mesi del 2017, dopo un lungo periodo di letture prossime allo zero, si osserva un significativo rialzo dell inflazione, tra l 1,5% ed il 2%, legata però principalmente ai prezzi dei beni energetici, mentre la componente core (al netto di beni energetici e alimentari) resta ancora debole. La politica fiscale, così come nel 2016, dovrebbe avere un tono meno restrittivo anche nell anno in corso. I principali Paesi dell area dell Euro nel 2017 La crescita economica nel 2017 sarà su livelli leggermente inferiori rispetto a quella del 2016 in Italia (+0,8%), Germania (+1,6%), e Spagna (+2,6%), mentre migliorerà di qualche punto percentuale in Francia (+1,4%). Fuori dall area dell Euro, in leggera accelerazione anche l incremento del Pil 2017 nel Regno Unito (+2%, dopo il +1,8% del 2016). I rischi e le opportunità nel 2017 Lo scenario internazionale continua a essere caratterizzato da una prevalenza di rischi al ribasso di natura economica e legati a possibili tensioni geopolitiche; tuttavia risulta in lieve aumento anche l opportunità di scenari più favorevoli. Sul fronte dei rischi al ribasso, sono ancora pienamente da verificare i possibili danni al commercio internazionale e all economia mondiale derivanti da eventuali misure protezionistiche da parte dell amministrazione statunitense, che sta muovendo i primi passi in tale direzione. Gli effetti di medio termine della Brexit rimangono di difficile quantificazione, poiché il processo di uscita del Regno Unito dall Ue è appena stato formalizzato e gli esiti e le modalità sono ancora da definire. Inoltre le nazioni con disavanzi di partite correnti, elevata posizione debitoria in dollari e maggiore dipendenza commerciale verso gli Stati Uniti, potrebbero essere soggette a maggiori rischi al ribasso nel breve termine. Le opportunità al rialzo per lo scenario internazionale comprendono una ripresa più sostenuta del commercio mondiale e dell economia cinese, per quanto da quest ultima provengano anche preoccupazioni legate all elevato indebitamento di alcuni settori dell economia e alla crescita, ancora molto sostenuta, del credito. 13

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