inserto staccabile MARZO 2003 N STAMPATO IN PROPRIO EDUCAZIONE INTERCULTURALE NELLA SCUOLA PERCORSI DIDATTICI DI AMICI DEI POPOLI

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1 EDUCAZIONE INTERCULTURALE NELLA SCUOLA Iscrizione al n del registro stampa del Tribunale di Padova del Spedizione in abbonamento postale art.2 comma 20/c legge 662/96 aut. D.C.I. - Regione E/R MARZO 2003 N STAMPATO IN PROPRIO PERCORSI DIDATTICI DI AMICI DEI POPOLI inserto staccabile OFFERTA FORMATIVA POST-LAUREA EDUCAZIONE ALLO SVILUPPO E COOPERAZIONE INTERNAZIO- NALE di Alberto Mabilia Che cosa sta succedendo? Abbiamo un epidemia, un epidemia molto grave e pericolosa; è una malattia contagiosa che sta sconvolgendo tutta l Europa. Partita non si sa da dove e non si sa come, ha in breve contagiato milioni di persone nel nostro continente. I medici e i sapienti sono a consulto e non si sanno spiegare il metodo di diffusione. I politici e i potenti se ne stanno rintanati dentro ai loro palazzi per paura del contagio. Il loro è un mondo in bianco e nero, come certe foto di altri tempi, con il grigio della loro pelle che sa di cadavere e il nero dei loro abiti da lutto; lutto per gli altri e non per loro. E tutto il loro seguito rigorosamente in divisa, che cerca di tenere in piedi un teatrino dove tutti i burattini sono mossi da un unica e feroce fonte di energia, la sete di potere. I Potenti cercano di farsi clonare per poter continuare ad essere potenti per sempre, ma il loro castello scricchiola, il regno in bianco e nero è circondato da centinaia di migliaia di uomini e donne che non si sono rassegnati al potere del dittatore. Ognuna di queste persone contagiate porta con sè una lampada, ed è una lampada a colori, i colori dell arcobaleno. E tutte le lampade del mondo vincono il buio e ridanno colore alla terra, i colori dell iride, i colori delle bandiere che chiedono pace, che vogliono pace, che ottengono pace. Realtà o utopia? Sogno o son desto? Ma se di sogno si tratta, non svegliatemi che con tutti questi colori si sta fin troppo bene. ORGANO DI INFORMAZIONE DELL O.N.G. AMICI DEI POPOLI PROGETTO DI SARANDI DEL YI - URUGUAY LUÍS INÁCIO LULA DA SILVA PRESIDENTE DEL BRASILE STOP ESSO WAR CHE COSA STA SUCCEDENDO? 1

2 ORGANO DI INFORMAZIONE dell O.N.G. Amici dei Popoli SEDE LEGALE: c/o Istituto Salesiano Via Zanovello, Treviglio - BG Tel SEGRETERIA OPERATIVA: c/o Parrocchia S. G. Bosco Via Bartolomeo M. Dal Monte, Bologna Tel Fax assadp@iperbole.bologna.it REDAZIONE: c/o Amici dei Popoli Via Palladio, 32 Bis Padova Tel Fax adp.padova@tiscalinet.it PROGETTO GRAFICO: Annalisa De Pasquale, Paola Mariani FOTOCOMPOSIZIONE E STAMPA: Grafica 2000 Vigodarzere (Padova) DIRETTRICE RESPONSABILE: Monica Andolfatto REDAZIONE: Gianfranco Riello, Annalisa De Pasquale, Paola Mariani, Alberto Mabilia Sommario EDITORIALE Che cosa sta succedendo?...1 EDUCAZIONE INTERCULTURALE Perché l educazione interculturale nelle scuole...3 Educazione interculturale nella scuola...5 Perché fare intercultura alla scuola dell infanzia? Didattica interculturale, scuola secondaria di primo grado...8 Collegamento ai programmi scolastici: scuola media superiore.11 Valore del gioco di simulazione Identità e intercultura...13 L offerta formativa dopo la Laurea nell Università di Padova: Tra Educazione allo Sviluppo e operatività nella Cooperazione allo Sviluppo...15 DAL GRUPPO Le oche selvatiche PROGETTI Progetto di promozione integrale e di sviluppo rurale Repubblica Orientale dell Uruguay Dipartimenti di Durazno e Florida - SARANDI DEL YI - URUGUAY ATTUALITÀ Ignazio Da Silva Presidente del Brasile Lula ne ha fatta un altra Il sogno di Frei Betto...23 La strage degli innocenti.... continua CAMPAGNE Stop esso war SEGNALIAMO Strumenti per una maggiore conoscenza: intercultura PERCORSI DIDATTICI - INSERTO STACCABILE z zzz zzz zzz z Questo giornale ti giunge gratuitamente, se ti senti di contribuire alle spese, utilizza il bollettino inserito tra le pagine. Grazie fin da ora!! z zzz zzz zzz z INCONTRI PERIODICI AMICI DEI POPOLI SEDE DI ALTAMURA (BA) Tel. 080/ Riunione venerdì HANNO COLLABORATO: ore 20,00 Via Po, 5/B Altamura (BA) SEDE DI BOLOGNA Tel. 051/ Fax 051/ Paola Tiso, Cinzia Riguzzi, Donatella Babetto, Alessandra Callegaro, assadp@iperbole.bologna.it Alessandro Bonora (Fiume), Enrico Riunione II e IV giovedì del mese ore 21 c/o Parr. S.Giovanni Bosco Via Paglialunga, Patrizia Morganti, Bartolomeo Maria dal Monte, 14 Gianfranco Riello, Lucia Forte, Sandra SEDE DI PADOVA Tel. 049/ Fax. 049/ Biondo, sede di Treviglio, Segreteria - adp.padova@tiscalinet.it Operativa di Bologna Riunione II e IV martedì del mese, ore 21 c/o Parr. Gesù Buon Pastore Via T. Minio, 19 SEDE DI TREVIGLIO (BG) Tel. 0363/40758 adp.treviglio@libero.it Riunione mercoledì ore 21,00 c/o Ist. Salesiano Via Zanovello, 1 Questa pubblicazione è stampata su Carta Riciclata 2

3 PERCHÉ L EDUCAZIONE INTERCULTURALE NELLE SCUOLE Spiegare il perché dell educazione interculturale a scuola sembrerebbe ormai inutile, sorpassato, nel corso di questi ultimi dieci anni sono stata attuate migliaia di esperienze ad ogni livello, insegnanti, associazioni e direttiva ministeriale hanno dato a questa materia il diritto di cittadinanza e quindi parrebbe superfluo continuare a parlarne. In realtà l intercultura ha alla sua base un qualcosa che è in continua evoluzione, appartiene ad una sfera che coinvolge fatti internazionali, persone provenienti da ogni parte del mondo, luoghi e professioni e, non ultimo, il bagaglio culturale, sociale e civile di ciascun popolo. Vanno quindi rivisti, pressoché quotidianamente, i nostri modi di pensare e di agire, il nostro modo di rapportarci di fronte al cambiamento e alle sfide che ci piombano sulla testa, la questione dell identità: nostra personale e del nostro popolo di fronte a quella degli altri, della diversità e dell incontro con l altro. Ma tutto questo va rapportato al pianeta scuola alla quale viene richiesto sempre più, proprio per il suo ruolo educativo, non solo di trasmettere il sapere, ma anche di portare la persona a saper fare e saper essere. Ne consegue che è necessario individuare alcuni punti caratterizzanti l educazione interculturale, le basi fisse e condivise da cui partire per mettere a punto mezzi, strumenti, contenuti, questi possono variare a seconda delle persone, delle situazioni a cura di Paola Tiso Giochi di educazione alla differenza in una scuola materna e degli obiettivi che ciascuno poi si propone. Il primo di questi punti è LA CONOSCENZA DELLE ALTRE CULTURE, quando ritornammo dalla nostra prima esperienza dal Rwanda, portammo un bagaglio di cose mai viste sui libri, tanto vicine al nostro modo di pensare e allo stesso tempo lontanissime, cose che non potevamo tenere per noi, che gettavano una luce diversa sul modo di guardare, concepire una cultura. Questo ha portato direttamente alla necessità di CONOSCERE LE CAUSE, della povertà, dei conflitti, della disumanità di certe disuguaglianze. E così, come per gli anelli di una catena, diventa inderogabile PENSARE ALL USO DELLE RI- SORSE, con la corretta assunzione di atteggiamenti responsabili, non improntati al buonismo e al pietismo di chi ritiene di essere al di sopra di masse in miseria, ma con una reale concezione della giustizia, di chi si sente persona tra le persone, di chi sa di far parte del comune destino dell umanità, qualunque sia la sua provenienza, il suo colore, il suo credo religioso e politico Dal riconoscimento di tutto questo il passo verso L ETICA è breve, etica non intesa come insieme di norme astratte a cui attenersi, magari calate dall alto, ma come l insieme di atteggiamenti, di comportamenti tesi al bene comune, dove le idee vengono riconosciute, usate in termini di confronto, elaborazione e mediazione; non per contrapporle te- 3

4 nendo gli individui bloccati e cristallizzati in una chiusura che finisce per distruggere tutto. Infine L INCONTRO CON L ALTRO, IL DIVER- SO, qui ci giochiamo la nostra stessa esistenza psicologica, l altro sta qui, in mezzo a noi senza che, ne noi, ne lui, l abbiamo richiesto, ci pone domande, si aspetta risposte, sentiamo tentennare le nostre sicurezze, è facile cadere nell angoscia dell insicurezza e nella paura..ma l altro ha un volto indifeso, (Levinas), se gli togliamo tutte le etichette che gli sono state appiccicate, resta l individuo, dobbiamo solo comprenderlo nella sua nudità. Ma per potere arrivare a questo occorre porre ATTENZIONE A NOI STESSI E ALLA NO- STRA NUDITÀ SIA COME INDIVIDUI, SIA COME COMU- NITÀ. Fare in modo che la nostra identità sia frutto di coraggioso recupero dei nostri usi e costumi che costituiscano forti radici da mettere nel piatto della bilancia del cambiamento. contrapposizione, quindi, di tradizione/modernità, ma valorizzazione e consapevolezza che ogni persona e comunità, sono frutto dell incontro del passato che abita nel presente e nel futuro. La nostra identità con basi solide può andare incontro all identità dell altro, riconoscergli la sua diversità come ricchezza e risorsa. E un atteggiamento razionale, tipico di individui maturi che sanno riconoscere, progettare, abitare il futuro, sapere che il domani non è sempre tutto dovuto al caso ed a una sorta di ineluttabilità a cui necessariamente adeguarsi, significa attivarsi per cambiare le cose laddove è possibile, comprendere che ci sono spazi, più o meno ampi, su cui lavorare per cambiare il mondo, significa scuotere l indifferenza, la paura e il pessimismo. E la scuola è il luogo adatto per portare le giovani menti ad essere persone così, responsabili, creative, in grado di assumersi responsabilità a partire da piccole cose per arrivare ad incidere sull universo. Certo è utopistico pensare che tutto questo possa essere fatto da una sola istituzione, che spesso è in crisi, in difficoltà, alle prese con una cronica mancanza di risorse materiali ed umane, che proprio perché istituzione, ha strutture rigide e tante volte si trova in ritardo rispetto al vorticoso evolversi degli avvenimenti mondiali. Dalla sua, però, LA SCUOLA HA IL RUOLO EDUCATIVO-PEDAGOGICO, proprio questo ruolo le permette di veicolare messaggi, di creare sinergie con altri enti educativi e con le istituzioni, di confrontarsi con tutto ciò che è risorsa nel territorio. Porsi in questa dimensione non è semplice ne manca di conflittualità, occorre cambiare metodologie, modi di approccio, dare priorità all osservazione partecipante ed all ascolto reciproco, contribuire alla costruzione di una didattica nuova dove le discipline scolastiche diano il piacere di creare insieme, esplorare mondi nuovi, dare la possibilità ad ognuno di esprimere le proprie potenzialità. Occorre sapere aspettare, il tempo è l elemento cruciale, i grandi cambiamenti ne hanno sempre richiesto tanto. Non Educazione interculturale in una scuola elementare: Fiabe a confronto La scuola può comunque arrivare, con l educazione interculturale, a raggiungere tutto questo, lavorando sui giovani, e, attraverso loro, parlare anche agli adulti, in una continua interazione tra ragazzi, genitori, insegnanti, istituzioni, enti ed associazioni; in un confronto aperto dove l inevitabile conflitto viene elaborato e risolto in un clima di rispetto e cooperazione. 4

5 EDUCAZIONE INTERCULTURALE NELLA SCUOLA a cura di Alessandra Callegaro La scuola ha istituzionalmente il compito di educare alla diversità, allo spirito critico, vigile ed alla nonviolenza, perché ciò significa introdurre lo spirito del dialogo e dell apertura reciproca (Aldo Capitini). Anche da questo testo si evince che l educazione interculturale non si può considerare una materia d insegnamento a se stante: ma un atteggiamento trasversale, che deve avere come filo conduttore il concetto di diversità. La scuola è l istituzione delegata dalla nostra società per la trasmissione di quei modelli comportamentali, cognitivi e relazionali che gli antropologi chiamano cultura. L educazione Interculturale coinvolge tutti, è un occasione importante in una società come quella odierna che ha numerose occasioni di contatto pluriculturale (turismo, studio, lavoro, convivenza civile), arricchisce l offerta formativa della scuola in un clima di valorizzazione delle differenze e di ricerca delle valenze comuni. L educazione interculturale è anche un esigenza molto sentita da tutti gli operatori, gli insegnanti in particolare, che lavorano in ambienti sempre più multiculturali. Tentare di rispondere a queste pressanti richieste di orientamenti pedagogici interculturali, non significa presentare, a chi ne ha bisogno, la pappa pronta, ma consente di proporre strumenti per far emergere dall attività quotidiana in classe, gli elementi sui quali costruire una didattica connotata interculturalmente. Ci si orienta così ad un educazione alla differenza che diventa proponibile non solo in presenza di soggetti stranieri, ma in qualsiasi momento, perché, pedagogicamente, si riconosce a ciascuno (immigrato o autoctono che sia) il diritto ad essere se stesso, diverso dagli altri. I percorsi di educazione interculturale proposti dall O.N.G. Amici dei Popoli nascono dalla coscienza di questi bisogni e dalla competenza derivante dalla conoscenza e dalla collaborazione quotidiana con popolazioni di diversa cultura. Attraverso i diversi percorsi di educazione interculturale, alla mondialità e alla pace per le scuole di ogni ordine e grado, si punta all obiettivo di promuovere la comprensione che tutte le persone e tutti popoli sono portatori di valori, vanno trattati con pari dignità e rispetto e sono interdipendenti. Oltre a questo obiettivo generale, ogni singolo percorso propone una serie di obiettivi intermedi ed obiettivi operativi che vanno dalla possibilità offerta ai ragazzi di lasciar emergere, ed analizzare, emozioni e reazioni che si manifestano di fronte alla diversità, al tentativo di capire il concetto di interdipendenza e, quindi, di come ogni azione in qualsiasi zona della Terra si ripercuota nel resto del mondo e di come sia importante il valore della responsabilità personale e del proprio stile di vita nella soluzione di problemi che riguardano il mondo intero. Educazione alla mondialità in una scuola materna: Viaggio intorno al mondo I percorsi vanno concordati con gli insegnanti per meglio collegarli ai programmi scolastici, secondo una modalità interdisciplinare, la collaborazione degli insegnanti è fondamentale per approfondire la discussione e l apprendimento 5

6 di quanto affrontato anche oltre gli incontri effettuati. Le metodologie proposte sono attive e partecipative, differenziandosi dalla lezione tradizionale, con l utilizzo di molti strumenti fra cui: immagini, video, giochi di ruolo, giochi di simulazione, laboratori di manipolazione. Ecco dunque che, per quanto riguarda le SCUO- LE MATERNE ED ELEMENTARI, i percorsi prevedono dei riferimenti alla programmazione specifica, come: il sé e l altro; il corpo ed il movimento; i discorsi e le parole; lo spazio, l ordine, la musica; messaggi, forme e media; le cose, il tempo, la natura. Da questi riferimenti si possono ricavare precise attività di supporto ai singoli incontri. Fra le altre, possiamo indicare: esercizi per lo sviluppo della conoscenza dello schema corporeo e riappropriazione del proprio corpo, dei sensi, della propria espressività; drammatizzazione di testi; giochi di simulazione; giochi collaborativi e di fiducia; attività con saluto in diverse lingue o con modalità alternative; laboratorio di manipolazione musicale e con materiali di recupero; sensibilizzazione alla differenza/diversità e a saperla cogliere attraverso il confronto. Anche per quanto riguarda le SCUOLE MEDIE, sono numerosi i suggerimenti per rendere interdisciplinari eventuali percorsi. Ad esempio, un confronto tra favole e racconti africani ed europei può inserirsi a pieno titolo nel programma di educazione linguistica e letteraria. Così i continenti, analizzati da diversi punti di vista, sia geografici (clima, vegetazione e coltivazione, territorio, etc.), sia storico-sociali (colonizzazione, economia, rapporti di interdipendenza, imperialismo, guerre, etc.), possono permettere di inserire un percorso di interculturalità Animazione in una scuola elementare: Un mondo di musica all interno di una programmazione storico-geografica. Ancora, l educazione scientifica può diventare interculturale parlando dell alimentazione nel mondo; l educazione religiosa analizzando le differenze ed i punti di contatto fra le diverse religioni; l educazione musicale proponendo l ascolto di musica etnica o permettendo la costruzione di strumenti particolari di origine straniera. Un tipo di approccio base per affrontare determinate tematiche può prevedere quattro fasi: - Conoscenza approfondita di una zona in conflitto, o di malsviluppo, attraverso: testimonianze con proiezione di diapositive; incontri con abitanti della zona in esame; analisi di testi, giornali, letteratura; giochi di simulazione. - Studio, ricerca, lavoro di gruppo, discussione su quanto sentito, visto, letto. Importante in questo momento è che i ragazzi sviluppino immagini positive in contrasto con quanto trasmesso dai mezzi di informazione tendenti allo scoop giornalistico (attraverso immagini a volte atroci), più che alla presentazione delle reali cause di determinati eventi o alla presentazione dei lati positivi. - Fase del Cosa fare?. Senza mirare troppo in alto (cosa che potrebbe provocare sensazioni di frustrazione) o troppo in basso (con il rischio di banalizzare i problemi), si cerca di coinvolgere i ragazzi affinché sentano i temi presentati non come estranei, ma come dipendenti, in parte, anche dai nostri personali stili di vita. - Elaborare delle proposte proprie sulla base della precedente fase: non qualcosa di precostituito ma una pista che nasca dalle esigenze dei ragazzi e che sia vissuta come propria, facilitandone la messa in pratica. 6

7 PERCHE FARE INTERCULTURA ALLA SCUOLA DELL INFANZIA? a cura di Donatella Babetto insegnate della Scuola dell Infanzia di Noventa Padovana (PD) Dagli Orientamenti del 91 : La scuola dell infanzia è un ambiente dotato di una sua autonomia pedagogica e didattica, diretta a bambini considerati interlocutori attivi del proprio processo formativo, costruttori di conoscenze e di autonome categorie interpretative della realtà, per i quali si impegna a sollecitare e promuovere la libertà di pensiero e d indipendenza affettiva, per la realizzazione di un identità ricca e dinamica, aperta e creativa. I bambini immigrati rappresentano una presenza reale e consistente del nostro paese: fanno domande, esprimono dei bisogni. Il problema è insegnare la convivenza delle e nelle diversità. La scuola dell infanzia espressa dagli Orientamenti del 91, in quanto agenzia educativa, deve promuovere l educazione interculturale; è indispensabile operare nella concretezza quotidiana delle situazioni per incontrare, conoscere, comprendere, accettare nel rispetto delle differenze l altro, cioè colui che per lingua, religione, aspetto fisico è diverso da me. La diversità diviene risorsa, arricchimento, finalità educativa in vista di una convivenza basata sulla cooperazione, lo scambio, l accettazione produttiva delle diversità come valori ed opportunità di crescita democratica. I bambini dei nostri giorni sono spesso sollecitati dalle immagini dei mass-media a conoscere o almeno entrare in contatto con mondi lontani, diversi, sconosciuti. Anche la nostra società si sta trasformando e diviene sempre più ricca di genti diverse per cultura, colore, usanze, religioni ecc Noi insegnanti della scuola dell infanzia siamo convinte che sia fondamentale intervenire educativamente a partire dai tre anni, per progettare e realizzare percorsi- interventi educativo-didattici utili per condurre il bambino e la bambina al riconoscimento, alla valorizzazione della diversità, alla conquista della propria coscienza e della propria identità. Già da diversi anni, noi del team docente della scuola dell infanzia e l Associazione Amici dei z zzz zzz zzz z z zzz zzz zzz z Popoli progettiamo percorsi interculturali i cui OBIETTIVI e le FINALITA intendono: Contribuire alla crescita della personalità del bambino che sviluppa la conoscenza e l acquisizione di identità diverse dalla propria, promuovendo l accettazione e la collaborazione dell altro culturalmente diverso. Promozione di una mentalità tesa alla comprensione ed alla solidarietà con l altro e l altro diverso. Come Metodologia utile per sviluppare tale percorso abbiamo pensato di utilizzare: - La Fiaba, leggende e storie di paesi culturalmente diversi, sviluppando e stimolando il dialogo, la conversazione guidata e libera; - la drammatizzazione; - l ascolto di musiche di altri paesi; - la rappresentazione grafico-pittorica; - giochi di conoscenza e di fiducia, giochi di cooperazione; - visione di videocassette, diapositive e fotografie. Tali esperienze ed attività svolte dal bambino, sono utili a stimolare, a capire e rafforzare la propria identità personale e culturale facendo propri quei valori essenziali come la condivisione, l amicizia e la solidarietà, l accettazione, la comprensione ed il rispetto; elementi indispensabili per lo sviluppo armonico della personalità del bambino e della bambina. Conoscere qualcosa di più del mondo da cui gli altri provengono, e farsi conoscere meglio da costoro è il presupposto metodologico dal quale non si può prescindere; far entrare nella scuola i rimescolamenti che stanno avvenendo. Fare incontri con immigrati, con esperti, con genitori immigrati. Tutto questo esige,metodo, paziente preparazione, obiettivi che possono essere verificati quanto gli altri, proprio perché la didattica interculturale si possa affermare non come un optional, ma come una componente della professionalità del docente. Ecco perché diventa importante progettare e realizzare un percorso educativo in ambito socio-interculturale alla scuola dell infanzia. 7

8 DIDATTICA INTERCULTURALE SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO a cura di Cinzia Riguzzi, insegnate della S.M.S. S. Ferrari di Molinella (Bo) INTRODUZIONE Negli ultimi anni si è verificato, nella scuola di base, un graduale passaggio da una cosiddetta didattica dell emergenza volta a far fronte, spesso con pochi mezzi di fortuna, ai problemi organizzativi posti dall arrivo dei figli di lavoratori immigrati, nella maggior parte dei casi non italofoni, ad un approccio maggiormente sistematico volto all inserimento dei nuovi arrivati. La presenza di alunni stranieri ha avuto, infatti, ripercussioni importanti sulla definizione di tutto il curricolo, ed in particolare, ha avuto il ruolo positivo di interrogare la validità e l universalità delle metodologie e dei contenuti di una offerta formativa spesso incentrata unicamente sul nostro punto di vista. La presenza di tante minoranze sul territorio nazionale ha avviato un processo di riflessione da parte di alcuni insegnanti sul proprio modo di pensare la diversità e di affrontare le sfide che essa propone, ponendo in primo piano la relatività del modo che ciascuno di noi ha di leggere ed interpretare la realtà che ci circonda. La maggiore sensibilità dell istituzione scolastica, e di alcuni insegnanti in particolare, nei confronti delle relazioni interculturali emerge con sempre più frequenza se si prendono in esame i documenti prodotti da ogni singola scuola per illustrare la propria attività didatticoeducativa. Stiamo qui riferendoci al POF (Piano dell Offerta Formativa) ed alla programmazione dei singoli Consigli di Classe in cui, tra le competenze trasversali alle discipline da acquisire al termine del triennio di scuola media, criteri quali saper assumere comportamenti responsabili, che tra le altre cose si manifesta nel saper rispettare gli altri, e migliorare la collaborazione e l accettazione delle regole e la tolleranza nei confronti delle diversità, giocano un ruolo fondamentale e condizionante dell attività svolta da ogni singolo insegnante a prescindere dalla presenza o meno di alunni extracomunitari in classe, evidenziandone così la piena valenza formativa. Il raggiungimento di tali obiettivi può certamente essere perseguito con maggiori risultati organizzando attività di tipo interdisciplinare e/o pluridisciplinare che vedono tutti gli insegnanti delle diverse discipline collaborare insieme affrontando una tematica comune da diversi punti di vista. Attività di questo tipo presuppongono però una programmazione comune che non sempre è facilmente realizzabile, data anche la diversa sensibilità dei membri dei Consigli di Classe nei confronti di queste tematiche. E affidata quindi alle scelte fatte da alcuni docenti, spesso purtroppo uno soltanto, l introduzione in classe di tematiche di tipo interculturale. Come vedremo nella seguente breve esemplificazione, si tratta non di rivoluzionare completamente il curricolo, ma di affrontare le tematiche già scelte, e che fanno già parte della programmazione di ciascuna disciplina, con un taglio diverso. Si può affermare che tutte Animazione interculturale in una scuola media: Iterdipendenza 8

9 le materie, nessuna esclusa, possono affrontare gli argomenti chiave del proprio programma da un punto di vista interculturale, ne è riprova, per esempio, la pubblicazione costante di sempre nuovi volumi parte della collana pubblicata da EMI ed intitolata Quaderni dell interculturalità in cui sono presenti testi relativi alla didattica interculturale di quasi tutte le discipline. Educazione interculturale in una scuola media: Viaggio alle Galapagos 1. POSSIBILI PERCORSI Presentiamo ora alcuni possibili percorsi realizzabili nelle tre classi della scuola media. Si tratta di semplici esemplificazioni che vogliono mostrare l effettiva praticabilità dell introduzione di percorsi interculturali in classe. Classe prima Nell ambito delle attività relative alla conoscenza di sé, delle proprie caratteristiche personali e del proprio mondo individuale, si potrebbe effettuare un percorso sul CIBO, che coinvolga gli alunni della classe prima sia nell osservazione dei diversi cibi e dei loro componenti, sia in una indagine sulle diverse tradizioni ad esso legate. Le materie coinvolte in questo progetto potrebbero essere: Italiano: lettura di miti, leggende e racconti relativi all origine di cibi provenienti sia da realtà vicine sia lontane, con l analisi del valore simbolico che spesso questi prodotti possiedono; Storia / geografia: ricerca sulle tradizioni alimentari della propria regione e sulla presenza nelle ricette tradizionali di prodotti provenienti dal sud del mondo; analisi degli scambi commerciali sottostanti; Lingua straniera: presentazione di alcuni piatti tipici del paese di cui si studia la lingua; indagine sulle variazioni delle abitudini alimentari che hanno fortemente modificato i gusti dei vari paesi, in particolare quelli anglofoni, a causa della forte presenza di immigrati; Scienze: le proprietà nutritive dei cibi; calcolo calorico dei pasti nella giornata di uno studente tipo e di altri ipotetici studenti provenienti da altre parti del mondo. Queste attività si possono svolgere in collaborazione con l insegnante di tecnica che si occupa anche di educazione alimentare. All interno del percorso potrebbero essere effettuati giochi di ruolo e/o di simulazione sugli scambi commerciali relativi ad alcuni prodotti, come per esempio, il mercato del caffè (in: Morozzi M., Valer A., L economia giocata, EMI 2001). Classe seconda Un possibile percorso da effettuare con gli alunni di seconda potrebbe prendere l avvio da una riflessione sul TEMPO e sul proprio modo di impiegarlo. Le attività in esso contenute si propongono di far riflettere i ragazzi sulla propria realtà, imparando a descriverla e a confrontarla con quella di altri paesi. Italiano: indagine sui vari modi di trascorrere il proprio tempo libero; la giornata tipo di uno stu- 9

10 dente proveniente dal sud del mondo. Questo tipo di attività risulta particolarmente significativo perché consente di far emergere stereotipi e pregiudizi su alcuni paesi, in particolare l Africa, radicati profondamente nel nostro immaginario collettivo; Storia / Geografia: visione di filmati e discussione sui possibili stereotipi emersi a proposito delle abitudini di vita di persone di cultura diversa; Lingua straniera: raccontare la propria giornata a scuola nella lingua studiata e confrontarla con quelle di un alunno proveniente da altri paesi, compreso il sud del mondo; i diversi sistemi educativi e il mancato rispetto del diritto all istruzione in alcuni paesi; Educazione Musicale: musica e tempo libero; musiche di altri popoli; Educazione fisica: sport e tempo libero; lo sport come attività ricreativa principale di alcuni popoli del sud del mondo (per es. l America latina; i calciatori extracomunitari ); Educazione tecnica: hobbies e attività pratiche nel tempo libero; come i bambini del sud del mondo costruiscono praticamente i loro giocattoli, per esempio, si potrebbe costruire un automobilina o una barca da prodotti riciclabili come le lattine o altro. Classe terza Nella classe terza, in vista della preparazione di percorsi pluridisciplinari su diversi nuclei tematici, che dovranno caratterizzare il colloquio d esame, si potrebbe proporre un lavoro di ricerca sul MOVIMENTO DEI DIRITTI CIVILI IN AMERICA. Lo studio degli aspetti storico geografici degli Stati Uniti costituisce uno dei componenti della programmazione di storia e geografia e della lingua inglese, ma coinvolge, come vedremo, anche altre discipline. Affrontare questo tipo di argomento può contribuire a sensibilizzare gli stu- Educazione interculturale in una scuola media: musica in India, religione, filosofia, usi e costumi denti su problemi quali la discriminazione razziale, il mancato rispetto dei diritti civili e la possibile costruzione di regole di convivenza basate sul dialogo con la diversità. Italiano e lingua inglese: lettura in classe di articoli relativi al movimento sui diritti civili e di testi letterari scritti da autori afro-americani (facilmente reperibili sia in italiano sia in lingua straniera e accessibili anche a studenti con una competenza linguistica in L2 limitata se accompagnati da adeguati esercizi di guida alla comprensione del testo originale); Storia: il significato di diritto ; la tratta degli schiavi (visione di film sull argomento); M. L.. King e i leader dei movimenti per i diritti civili di ieri e di oggi; Geografia: un paese africano da cui partivano le navi degli schiavi; il punto di vista dei neri sulla tratta; Educazione musicale: la musica jazz; canzoni sui diritti civili di ieri e di oggi; Educazione fisica: i neri nello sport ieri e oggi; la discriminazione nello sport (le olimpiadi di Berlino). A conclusione di quanto fin qui esposto non possiamo che auspicare la realizzazione in tutte le scuole di percorsi pluri- ed interdisciplinari su temi relativi alle relazioni interculturali, svolti con la collaborazione del maggior numero possibile di colleghi e con l ausilio di organizzazioni non governative come Amici dei Popoli che possono aiutare gli insegnati con interventi specifici e con l uso di metodologie interattive spesso difficilmente utilizzabili dai singoli insegnati in quanto richiedono la presenza di più conduttori che operano contemporaneamente gruppo classe. Buon lavoro!!! sul 10

11 COLLEGAMENTO AI PROGRAMMI SCOLASTICI E importante ribadire, nel momento in cui si pensa e si progetta intercultura a scuola, che questa non è una materia d insegnamento accanto alle altre, ma un atteggiamento trasversale, uno degli assi portanti su cui un consiglio di classe o un gruppo di insegnanti, può organizzare tutte le sue attività indipendentemente dalla presenza di alunni stranieri nella propria classe. L educazione interculturale presume quindi una didattica interdisciplinare che non aggiunge peso, in termini di tempo e di impegno, alle singole discipline, ma alleggerisce l insegnamento tramite un lavoro modulare con mappe, ipertesti, schemi. Perché il lavoro interculturale sia produttivo ed efficace l interazione tra mondo della scuola e le associazioni che propongono i percorsi, come Amici dei Popoli, deve essere molto stretta, deve esserci molta chiarezza nel porre gli obiettivi, ma anche molta flessibilità e disponibilità nel cambiare nel corso del lavoro, mezzi e strategie. Il percorso modulare: EDUCAZIONE ALLA PACE E INTERCULTURALE OBIETTIVI GENERALI 1) Conoscere le relazioni causa-effetto tra fenomeni ed avvenimenti. 2) Conoscere le relazioni tra povertà, emigrazioni, economia e politica. 3) Conoscere gli aspetti fisici dei territori e i cambiamenti operati dall intervento dell uomo. 4) Riflettere sul passato. 5) Superare gli stereotipi e i pregiudizi riconoscendo la diversità delle culture e delle persone. 6) Sapere superare i conflitti con metodi non violenti assumendo le proprie responsabilità e confrontandosi criticamente. 7) Sapere distinguere e valorizzare le forme artistiche di ogni cultura. TEMATICHE DA ENUCLEARE 1) La globalizzazione e le problematiche della mondializzazione. 2) La questione della violenza individuale e collettiva. 3) Gli scambi ineguali e le dinamiche della povertà. 4) Gli sconvolgimenti geografici. SCUOLA MEDIA SUPERIORE a cura di Paola Tiso Scuola Media di Borgoricco (PD) 5) L esodo dalle aree rurali e l ipertrofia delle metropoli. 6) Le emigrazioni nella storia e quelle contemporanee. 7) Il concetto di totalitarismo e la democrazia. DISCIPLINE COINVOLTE 1) Storia ed educazione civica 2) Filosofia 3) Religione 4) Economia 5) Geografia 6) Scienze naturali 7) Matematica 8) Disegno e storia dell arte PAROLE CHIAVE Natura e cultura, civiltà, tradizione, etnocentrismo, ideologia, stereotipi, razzismo, colonizzazione, diaspora, conquista, invasione, sud del mondo, interdipendenza, rivoluzione industriale, crisi economica, scambi ineguali, sovrapproduzione, fattori di attrazione e di espulsione. MATERIALI 1) Testi specifici sull educazione interculturale, sulle emigrazioni, economici e politici. 2) Monografie scientifiche, filosofiche, politiche. 3) Manuali e testi scolastici. 4) Carte geografiche, planisferi, Atlanti. 5) Filmati documentari, materiali audiovisivi. Riviste e quotidiani. 6) Seminari e dibattiti. STRATEGIE 1) Enucleazione dell argomento da trattare favorendo le motivazioni. 2) Rilevazione di immagini mentali, pregiudizi e preconoscenze. 3) Letture guidate di testi, proiezione di immagini e video. 4) Discussione e lavori di gruppo. 5) Esercitazione con grafici, tabelle, carte tematiche. 6) Produzione di schemi, modelli e mappe concettuali. 7) Confronto dei dati e discussioni. 11

12 VALORE DEL GIOCO DI SIMULAZIONE a cura della sede Amici dei Popoli di Treviglio - BG P er sviluppare una lettura critica della realtà mondiale e la promozione di una mentalità tesa alla comprensione e alla solidarietà tra i popoli ci si avvale sempre più dell ausilio dei giochi di simulazione. Le organizzazioni che si occupano di Educazione alla Mondialità hanno modificato le tecniche e le metodologie dei propri interventi passando dalle conferenze (se ascolto, dimentico), alla proiezione di diapositive o filmati (se vedo, ricordo), per giungere all attuale utilizzo di giochi di simulazione (se faccio, imparo). I giochi si sono rivelati tra gli strumenti innovativi più efficaci per un approccio globale ai temi dell educazione alla mondialità: permettono di avvicinare i ragazzi alle problematiche Rappresentazione in una scuola media: Viaggio alle Galapagos Gioco in una scuola elementare di altri popoli attraverso il coinvolgimento emotivo nelle situazioni proposte e una visione più globale della realtà. La simulazione non intende essere una situazione reale né una rappresentazione teatrale; il suo scopo é la focalizzazione degli aspetti di una particolare situazione che si intendono evidenziare per farne sperimentare i diversi punti di vista possibili. Ciò permette di mettersi nei panni degli altri, comprendendone le ragioni delle scelte. Il gioco è un processo naturale di apprendimento, comune in tutto il mondo animale, che attraverso l impegno fisico, emotivo e intellettuale amplia la capacità di percezione e di interpretazione della realtà. Le simulazioni sono ideali per fare esperienza perché sono più divertenti, interessanti, ed eccitanti di qualsiasi altra forma di apprendimento. Scoprire soluzioni e trovare risposte ai problemi che vengono sottoposti è più produttivo che trovarle già precostituite. Durante il gioco ciascuno impara secondo le proprie capacità, non essendoci esperti che insegnano o dirigano le scelte. Sebbene il gioco sia artificiale, tutt altro sono i sentimenti scatenati e l esperienza che ne deriva. 12

13 IDENTITA E INTERCULTURA a cura di Alessandra Callegaro - Padova e Alessandro Bonora - Bologna Quando abbiamo letto il titolo del contributo che Paola ci chiedeva di scrivere, pensavamo fosse una cosa se non scontata, almeno non complicatissima, visto che si potevano dire moltissime cose. Poi, mentre ci riflettevamo, ci siamo ritrovati a pensare che le idee, forse, erano troppe e non sapevamo bene da dove iniziare. Identità o intercultura? Abbiamo preso tutti i libri e tutti i manuali che si ammucchiano in ogni angolo delle nostre case ed abbiamo cominciato a sfogliarli cercando qualcosa che potesse fare al caso nostro, riguardo l identità e, al tempo stesso, l intercultura. Niente! Allora ci siamo chiesti ma che cos è sta identità? E cosa/come/perché c entra con l intercultura? Pensiamo che l identità sia l essenza più intima di una cosa, di un animale, di una persona. Sono i sogni che facciamo, le paure che ci portiamo dentro, le debolezze che cerchiamo di nascondere. Sono i valori in cui crediamo, le attese che abbiamo riguardo alla vita L identità è fatta di domande, domande continue: chi sono? Cosa voglio desidero difendo? Dove vado? Con chi? E perché? Sono porte che si aprono sui nostri giorni, sul nostro quotidiano, sguardi bambini che ci interrogano sulla nostra vita e sul senso che le diamo! L identità è fatta di storia e si fa, si modifica continuamente con la storia: passata, presente e futura. Identità è scoprire il mio colore! Ma l identità non può essere fine a se stessa perché, solo se avvicinato ad un altro colore, possiamo cogliere le mille sfumature del nostro! E allora l intercultura ha un senso anzi, oseremmo dire di più è IL senso! Intercultura come ricamo in cui ogni filo contribuisce alla bellezza del disegno intrecciandosi con altri fili, ma mantenendo il suo colore, la sua posizione la sua identità! Intercultura come arcobaleno di colori, come sinfonia di musiche in cui ogni parte è importante per la riuscita del tutto. Voglio sputare su questa chiusura, che l altro mi presti la propria natura, la tavola, il clima e in grande misura vedere ogni Terra senza bandiera (- da una canzone de La Casa del Vento -). La canzone citata esprime il desiderio di vedere ogni terra senza bandiera, a noi piace più l immagine di un unico bel bandierone con tutti i colori del mondo, dove le differenze si vedono e non vengono cancellate, ma sono viste come un apporto a quella meravigliosa tavolozza di questo meraviglioso bandierone! Identità e intercultura ci fanno pensare ad un al- Camioncino costruito dai bambini del Senegal Automobilina costruita dai bambini del Togo 13

14 tra parola molto importante e necessaria: Incontro! Incontro non solo a livello di popoli e culture diverse ma anche, meglio, prima, incontro e Animazione interculturale: laboratiorio di bambole scambio di persone, perché ogni singolo individuo è già portatore di una sua cultura. Anche incontro inizia per I ma non è l unica cosa che lega queste tre parole, queste tre dimensioni, perché è attraverso l incontro che si sviluppa l identità ed è sempre attraverso l incontro che avviene intercultura. Nell incontro identità e intercultura si con-fondono strettamente: di fronte all altro io vedo, scopro le mie diversità, la mia novità, metto a fuoco la mia identità e posso decidere di offrirla, di giocarla, di scambiarla. L incontro richiede ascolto, curiosità, interesse tutti elementi che nascono dal rispetto per la persona, per la cultura, per il popolo che ci troviamo a fianco, dalla capacità di riconoscere che la mia verità è comunque solo parziale. Tutte queste dimensioni ed i valori sottesi, rimangono in un discorso più ampio che riguarda i popoli e le culture. L intercultura non è solo una necessità, un qualcosa di estremamente inevitabile se non si vogliono avere conseguenze traumatiche ( C è il villaggio globale, siamo tutti più vicini e se vogliamo convivere in maniera serena dobbiamo imparare a conoscerci e rispettarci ). Chi ha praticato la strada dell incontro, può sicuramente avere constatato la ricchezza che un tipo di scambio come questo può dare! E siccome la globalizzazione è un fatto, ci si può adeguare provando a prenderla dai lati belli o da quelli brutti. Sicuramente l intercultura è qualcosa di estremamente stimolante Pensiamo che bello!! C è la possibilità di conoscere Nigeria, Ghana, Marocco, Cina, Ecuador, Brasile, Filippine, ecc.senza salire su di un aereo, facendo semplicemente un giro per la nostra città.e non è una gran fortuna questa????? Anche l importanza della valorizzazione della nostra identità rimane: abbiamo parlato di scambio, per cui è necessario che anche io abbia qualcosa da scambiare, altrimenti quando io mi vesto della natura del mio Amico Nigeriano, poi lui che si mette???? Rischia di rimanere nudo!! Non possiamo permetterlo Ecco perché l intercultura deve essere anche una occasione per riscoprire le nostre radici, perché possiamo crescere anche sotto questo punto di vista. È importante, per un autentico dialogo interculturale, che ognuno conosca il proprio colore, la propria identità: ogni individuo indossa un bagaglio culturale che entra nel dialogo, nell arricchimento reciproco, che ci aiuta a scoprire l altro attraverso la relazione e la comunicazione: non c è nessuna possibilità di aprirsi all alterità se non ridiscutendo la propria identità, perché l apertura all altro è l altra faccia di come sono fatto io (Calzoni G.). Ci siamo dati tanto per scontato da questo punto di vista chiudono le osterie e aprono i Mac Donald s... 14

15 L OFFERTA FORMATIVA DOPO LA LAUREA NELL UNIVERSITÀ DI PADOVA: TRA EDUCAZIONE ALLO SVILUPPO E OPERATIVITÀ NELLA Il panorama della formazione post-laurea dell Università di Padova è andato ampliandosi negli ultimi anni, giungendo - nell anno accademico in corso - all attivazione di 58 Master e di 92 Corsi di Perfezionamento. Di questi, 2 Master e 6 Corsi di Perfezionamento sono dedicati all Educazione allo Sviluppo in senso ampio. Sul piano dell Educazione Interculturale, il MASTER IN STUDI INTERCULTURALI - attivato dalla Facoltà di Lettere e Filosofia - intende fornire l occasione per una riflessione sugli strumenti cult u r a l i ricavabili dalle discipline di carattere linguistico, letterario, filosofico, antropologico e storicoculturale. Il Master cerca altresì il confronto con le realtà nelle quali concretamente la ricerca interculturale si traduce in attività professionale e punta alla formazione di operatori indirizzati allo studio e all intervento sociale sul territorio e in contesti di contatto internazionale e di immigrazione. Nello specifico, si propone di formare: - consulenti ed operatori per pubbliche amministrazioni, enti ed imprese, ONG e Onlus, - esperti nel settore scolastico e nel campo della formazione permanente, - mediatori linguistici, - operatori in strutture di ricerca, di documen- COOPERAZIONE ALLO SVILUPPO a cura di Lucia Forte - Università di Padova Animazione interculturale. Viaggio intorno al mondo: Oceania tazione e di formazione. Il CORSO DI PERFEZIONAMENTO IN ANTRO- POLOGIA CULTURALE E SOCIALE - attivato dalla Facoltà di Psicologia - ha invece lo scopo di fornire una formazione approfondita nelle discipline antropologiche, rivolte allo studio delle culture nelle società umane, sia sotto il profilo teorico e metodologico, sia come avviamento alla ricerca sul campo. Particolare attenzione è rivolta ai temi del multiculturalismo e dei rapporti interculturali. L importanza e la rilevanza che tale tema sta assumendo all interno dell offerta formativa dell Università di Padova è confermata dal fatto che il Centro Interdipartimentale di Ricerca e di Servizi sui Diritti della Persona e dei Popoli - quest anno - ha dedicato il suo tradizionale CORSO DI PERFEZIO- NAMENTO SUI DIRITTI DELLA PERSONA E DEI POPOLI (giunto alla quattordicesima edizione) al tema DIRITTI UMANI E DIALOGO INTERCULTURALE. Il Corso persegue lo scopo generale di favorire la conoscenza dei temi relativi alla salvaguardia dei diritti della persona e dei popoli sul piano nazionale e internazionale, ma quest anno si propone in particolare di approfondire le problematiche relative al dialogo interculturale a livello locale, nazionale e internazio- 15

16 nale e mira a offrire alcuni strumenti utili all esercizio di forme di dialogo tra persone e gruppi appartenenti a culture diverse sia in ambito educativo, sia in quello delle politiche attuate e dei servizi forniti dalle istituzioni pubbliche. Le tematiche relative all Educazione Interculturale vengono affrontate alla luce degli strumenti di tutela dei diritti umani e delle politiche degli Organismi Internazionali in materia di dialogo interculturale e si dà spazio anche all approfondimento del dialogo interreligioso e del dialogo interculturale a livello locale. Ampliando la prospettiva dall Educazione Interculturale all Educazione allo Sviluppo nel senso più ampio del termine, comprendendovi le tematiche di sviluppo e sottosviluppo, della cooperazione internazionale e dei progetti e delle politiche di sviluppo nei Paesi del Sud del Mondo, ci si trova di fronte a una gamma abbastanza ampia, che comprende corsi di carattere generale aperti a qualsiasi tipo di Laurea e altri specialistici, destinati a un target ben definito. Animazione interculturale: Viaggio intorno al mondo: Americhe Il CORSO DI PERFEZIONAMENTO SULLA CO- OPERAZIONE E LO SVILUPPO INTERNAZIO- NALI - attivato dalla Facoltà di Scienze Politiche - è sorto alla metà degli anni Ottanta dalla collaborazione tra il Comitato Italiano per l UNI- CEF e il Dipartimento di Studi Internazionali dell Università di Padova. Pur adottando la prospettiva multidisciplinare tipica dell Educazione allo Sviluppo, il corso mira ad approfondire la conoscenza dei temi relativi alla progettualità per lo sviluppo nel quadro della cooperazione internazionale e punta ad offrire alcuni strumenti e metodologie essenziali nella progettazione per lo sviluppo. Più specialistico è il MASTER IN COOPERAZIO- NE ALLO SVILUPPO NELLE AREE RURALI, che si propone di fornire alcuni strumenti per la promozione dello sviluppo socio-economico delle aree rurali dei Paesi ad economia povera, privilegiando la logica dei micro-interventi, della gestione partecipata, della progettazione mirata e della cooperazione decentrata. In particolare, mira a offrire le basi culturali e tecnico professionali per affrontare l analisi, la valutazione e la progettazione nelle aree rurali con scarsità di risorse economiche e deboli strutture istituzionali e a trasferire alcune conoscenze di base riguardanti strumenti idonei alle politiche per le aree rurali. I contenuti tecnici specifici del Master, inerenti alle produzioni agricole e zootecniche e alla gestione e valorizzazione delle foreste, vengono inquadrati nell ambito dei problemi generali del sottosviluppo, della crescita ineguale, dei sistemi socio-politici dei Paesi del Terzo Mondo e degli obiettivi e strumenti della cooperazione internazionale e, in tale ottica, si punta a far cogliere la complessità delle situazioni e dei territori per quanto riguarda l impatto delle culture altre, l ambiente, gli aspetti socio-economici e a definire il ruolo che possono avere gli interventi di cooperazione nell innescare processi di sviluppo sostenibile. Caratteristica distintiva del Master - promosso dalla Facoltà di Agraria - è il fatto di basarsi su 16

17 un ampia rete operativa che comprende altre Università italiane e straniere, Istituzioni locali e internazionali, ONG e Onlus che operano nel mondo della cooperazione allo sviluppo. Ancora più mirati sono i Corsi di Perfezionamento in ambito sanitario, che vedono tutti la collaborazione dell ONG CUAMM-Medici con l Africa. Il CORSO DI PERFEZIONAMENTO IN ANE- STESIA NEI PAESI IN VIA DI SVILUPPO - attivato dalla Facoltà di Medicina e Chirurgia - intende fornire le basi teoriche e pratiche sull anestesia nei Paesi con risorse limitate. Quest anno la Facoltà di Medicina e Chirurgia ha attivato per la prima volta anche un CORSO DI PERFEZIO- NAMENTO IN CHIRUR- GIA NEI PAE- SI IN VIA DI SVILUPPO, che si prefigge di favorire la preparazione del medico che si avvicini alla patologia e alla clinica chirurgica nei paesi in via di sviluppo e di dare una formazione continua ed adeguata del personale medico operante nel settore chirurgico nei paesi in via di sviluppo. Gli obiettivi del CORSO DI PERFEZIONAMEN- TO IN PEDIATRIA NEI PAESI IN VIA DI SVI- LUPPO - anch esso attivato dalla Facoltà di Medicina e Chirurgia - sono invece: - lo sviluppo di elementi di conoscenza del panorama della cooperazione internazionale e della realtà del sottosviluppo, in relazione al contesto culturale, sociale, economico, politico e sanitario che la ca- ratterizza; - l acquisizione di principi e metodi di analisi dei problemi e di definizione delle priorità, di progettazione e valutazione di programmi di intervento, di metodologia della decisione clinica e di organizzazione dei servizi sanitari e basi di lavoro d équipe; - la conoscenza di proposte e strategie di intervento appropriate e sostenibili con particolare riguardo alle cure primarie e alle cure essenziali nel contesto dei PVS. Il tutto nel quadro pediatrico e con particolare attenzione alle condizioni dell infanzia. Il CORSO Animazione interculturaleviaggio intorno al mondo: Africa DI PERFE- ZIONA- MENTO IN SVILUPPO UMANO E GESTIONE DEI SERVI- ZI SANITA- RI NEI PAE- SI CON RI- SORSE LI- MITATE - attivato dalla Facoltà di Scienze Politiche - infine, intende fornire un approccio analitico e pratico alle sfide e ai problemi principali riguardanti la politica, la pianificazione e la gestione dei servizi e dei sistemi sanitari nei Paesi in via di sviluppo. In particolare, il Corso di quest anno è incentrato sulla pianificazione sanitaria nei Paesi con risorse limitate nei suoi diversi aspetti: epidemiologici, economico-finanziari, strategici e programmatici. Il panorama risulta dunque amplio e differenziato. E ora auspicabile che si creino collaborazioni e sinergie tra le varie strutture, che le diverse Facoltà o Istituti non si chiudano a coltivare il proprio orticello ma si aprano al confronto con altre discipline e costituiscano una sorta di rete universitaria padovana. 17

18 DAL GRUPPO Le oche selvatiche di Enrico e Patrizia Era una notte di luna piena e ci si vedeva quasi quanto di giorno, c era un silenzio strano, pieno di rumori di cui non si capiva la provenienza, e veniva spontaneo abbassare le voci, anche le risate erano sussurrate. Lì abbiamo incontrato le oche selvatiche. Appollaiate sui rami bassi che sfioravano l acqua erano immobili, ma sveglie e attente. La luce della luna ne pennellava le piume e le loro sagome si stagliavano nette contro il luccichio tremolante dello stagno. Migrano da nord a sud ed il nostro fontanile è una delle loro tappe. Migrano; in continuo viaggio fra insidie e pericoli non hanno una casa. Instabili sempre, vanno di tappa in tappa, senza un arrivo o una partenza, non sanno perché vanno, ma vanno. Non hanno una fine del viaggio, una vera destinazione; il loro destino è andare. Instabili? E fissato il loro andare, stagione dopo stagione; è precisa la loro formazione a V, come la punta di una freccia scoccata dall arco, che sa esattamente dove andare; sempre uguali sono le loro tappe e sempre quelle le loro compagne, se riescono a sfuggire ai cacciatori. Se qualcuna di loro si posa, stanca o ferita, altre la raggiungono e si fermano; poi, sole o con lei, riprendono la strada ed il loro posto in formazione, quella più indietro sostenuta nel volo dall aria mossa da quella davanti, alternandosi nella fatica assoluta della capofila. Migrano, e il loro migrare è come il tempo: ogni anno le cose cambiano un po, il tempo passa, ma ogni anno ritorna; viene Pasqua ad ogni primavera e sempre a dicembre arriva Natale; e sempre quando solleviamo lo sguardo seguendo nel cielo la grande V dei migratori il cuore si riapre alla speranza. NON SONO PIU CON NOI Maria Giovanna Nicoletti mamma di Donata Sonzogni padre di Stefano Orlandi Francesco Galliotto fratello di Carlo Mi è sempre piaciuta questa foto Così ricordiamo Maria Giovanna, anche dopo le lunghe sofferenze, ha camminato con noi e con tante persone amate. Quì, in Rwanda, in cielo Paola Spesso la sera andiamo al cinema, a volte a teatro, oppure a vedere una mostra, ma quest estate Stefano ci ha portato a vedere un fontanile. 18

19 PROGETTI Progetto di promozione integrale e di sviluppo rurale Repubblica Orientale dell Uruguay Dipartimenti di Durazno e Florida - SARANDI DEL YI - URUGUAY a cura della Segreteria Operativa di Amici dei Popoli Centro Paiva Irissari a Sarandì del Yì L obiettivo generale del progetto è la costituzione di un Centro di Sviluppo locale, che offra ai giovani dell ambiente rurale delle possibilità di aggregazione, di apprendimento e di formazione per creare attività di sostentamento e sviluppare settori produttivi, allo scopo di far fronte all esclusione sociale, evitare l emigrazione nei centri urbani e di ridurre le differenze di genere. Beneficiari del progetto saranno circa 370 adolescenti e giovani, sia ragazzi che ragazze, di età compresa tra 12 e 30 anni. Si stima che saranno circa le persone che riceveranno benefici indiretti attraverso il miglioramento della propria qualità di vita, dovuto sia al miglioramento dell alimentazione che ai maggiori introiti disponibili derivanti dalle nuove attività apprese. I criteri di selezione dei ragazzi saranno i seguenti: 1. che siano giovani poveri dell ambiente rurale, in particolare coloro che abitano nelle zone più isolate e che non hanno mezzi economici per pagare trasporto e alloggio; 2. che siano ragazze e ragazzi che abbiano completato la scuola primaria; 3. saranno quasi esclusivamente ragazze quelle che frequenteranno i corsi di apicoltura, conserve e orto biologico; 4. avranno priorità coloro che hanno età compresa tra 16 e 28 anni. Il corso di tosatura e lavorazione della lana sarà aperto anche ad adulti che abitano nelle zone limitrofe al «Paiva Irisarri». In generale si cercherà di offrire alle donne adolescenti l opportunità di socializzare, attraverso l integrazione e il lavoro in gruppi, affinché rafforzino la loro dignità e possano trasformare la cultura «machista» in cui vivono. A tutti verrà offerta la possibilità di partecipare ad una esperienza di sviluppo personale attraverso l apprendimento e il lavoro in équipe, di integrazione e di collaborazione con il gruppo 19

20 PROGETTI dei coetanei, in modo da condividere, scoprire, sperimentare e valorizzare le proprie potenzialità, capacità ed attitudini. Verranno migliorate e ingrandite le strutture del centro «Paiva Irisarri» per dare la possibilità ad un maggior numero di giovani di essere accolti e di partecipare alle iniziative di formazione organizzate dal Centro, di frequentare la scuola e di partecipare ai corsi; sarà offerta la possibilità agli adolescenti di apprendere un mestiere e di ricevere informazioni di base per l avvio e la gestione di micro-imprese produttive. Si prevede la ristrutturazione di 2 edifici esistenti, la realizzazione di 2 nuovi laboratori, l attrezzatura e l arredo di queste strutture, la realizzazione di corsi di apicoltura, di concime organico e orto biologico, di elaborazione e conservazione degli alimenti di origine animale e vegetale per il consumo famigliare e la commercializzazione, di lavorazione e imballaggio della lana e per lavoratori agricoli. In un ambiente così esteso e con gruppi familiari molto isolati, dove le opportunità di aggregazione, istruzione, formazione e crescita personale sono praticamente inesistenti, la scelta delle attività è stata funzionale allo scopo prioritario del progetto, cioè costituire un centro di sviluppo rurale dove le attività di formazione professionale proposte siano pienamente integrate con l ambiente circostante, rispettose delle Alberto Mabilia, Padre Direttore, un assistente ed H.Hope al Centro tradizioni locali, facilmente riproducibili e fruibili nel proprio ambiente familiare, non particolarmente onerose e che possano costituire un modello riproponibile per altre realtà simili. Tutto ciò affinché i giovani rimangano in questo ambiente e ne aiutino lo sviluppo sia culturale che economico. Altri obiettivi del progetto sono il miglioramento dell alimentazione attraverso la coltivazione di prodotti biologici e la produzione di conserve alimentari per il consumo familiare e per la commercializzazione, nonché il miglioramento della situazione delle donne, attraverso l apprendimento di nuove specializzazioni e la possibilità di socializzazione con altre donne. L azione sarà realizzata in collaborazione con l «Institucion Paiva Irisarri», avvalendosi della collaborazione di operatori qualificati e ben inseriti nel territorio. L «Institucion Paiva Irisarri» è ubicata nella zona di Sarandì del Yì, a sud del Dipartimento di Durazno e vicina a quello di Florida, a 200 km. da Montevideo. Si occupa sia di ospitare i ragazzi e offrire loro alloggio, alimentazione, attività ricreative, che di dare loro l opportunità di frequentare le scuole secondarie a Sarandì del Yì, che dista 15 km, trasportandoli quotidianamente in città utilizzando un omnibus. Attualmente i ragazzi dell internato sono 50. L Istituzione dispone di un latifondo destinato all allevamento sia vaccino che ovino con il quale concorre alla copertura dei costi di alimentazione e studio, dispone anche di 10 ha. di territorio montano con eucalipti e circa 300 ha. di prateria. L offerta educativa dell Istituzione è totalmente gratuita, perché è rivolta soltanto agli adolescenti poveri della campagna: non si può quindi contare su alcun apporto da parte delle loro famiglie di origine. L Istituzione «Paiva Irisarri» appartiene alla Sociedad San Francisco de Sales (Salesiani dell Uruguay). 20

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