Enciclopedia della. Nutrizione. clinica del cane. Pascale Pibot Vincent Biourge Denise Elliott

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1 Close window to return to IVIS Enciclopedia della Nutrizione clinica del cane Pascale Pibot Vincent Biourge Denise Elliott Medico Veterinario, Scientific Publishing Manager, Royal Canin Communication Group Medico Veterinario, Capo del Nutritional Research Program, Royal Canin Research Center Medico Veterinario, Direttore del Scientific Communications, Royal Canin USA This book is reproduced in the IVIS website with the permission of Royal Canin. IVIS thanks Royal Canin for their support.

2 Philippe HENNET DMV, dipl AVDC, dipl EVDC Nutrizione e salute orale nel cane 1 - Anatomia e fisiologia Periodontopatia e igiene orale Il ruolo del cibo nell igiene orale Bibliografia Informazioni Nutrizionali Royal Canin

3 Nutrizione e salute orale nel cane Philippe HENNET DVM, Dipl AVDC, Dipl EVCD Laureato presso la Scuola Nazionale Veterinaria di Tolosa nel 1988, il Dr. Philippe Hennet ha condotto nel un progetto di ricerca in endodonzia canina con la Facoltà di Odontoiatria di Tolosa, che ha portato ad una tesi di dottorato in Veterinaria nel Ha continuato la sua ricerca nell ambito di un periodo di residenza clinica presso la Dentistry Section della University of Pennsylvania Veterinary School di Philadelphia nel Il Dottor Hennet è oggi specializzato in malattie orali e otorinolaringoiatria presso la sua struttura di Parigi. È stato assistente in odontoiatria della scuola nazionale veterinaria di Alfort dal Dal 1995 è anche stato il co-organizzatore scientifico del corso di Odontoiatria della European School for Advanced Veterinary Studies (ESAVS) del Lussemburgo. Diplomato presso l American Veterinary Dentistry College (AVDC) dal 1993, e presso l European Veterinary Dentistry College (EVDC) dal 1998, è autore di numerose pubblicazioni in inglese ed in francese. La periodontopatia è la più comune malattia del cavo orale del cane. Qualsiasi animale di questa specie ne è colpito in qualche misura nel corso della sua vita. Curiosamente, in confronto ad altre malattie spesso viene trascurata, anche se è possibile trattarla o perfino prevenirla con le opportune attenzioni. Nell igiene orale, i benefici di qualsiasi intervento terapeutico sono di breve durata se non vengono mantenuti nel tempo con le cure giornaliere da parte del proprietario. 412

4 1 - Anatomia e fisiologia Denti (Figure 1 e 2) FIGURA 1 - VEDUTA LATERALE DELLA DENTURA DEL CANE M2 (109/209) M1 (109/209) PM4 (108/208) PM3 (107/207) PM2 (106/206) PM1 (105/205) Denti superiori Incisivi: I1 (101/201) I2 (102/202) I3 (103/203) Canini (104/204) FIGURA 2 - VEDUTA FRONTALE DELLA DENTURA DEL CANE Incisivi Canini 1 - Anatomia e fisiologia M3 (311/411) M2 (310/410) M1 (309/409) PM4 (308/408) PM3 (307/407) Canini PM2 (306/406) Incisivi PM1 (305/405) { { Denti superiori Denti inferiori Il cane adulto possiede 42 denti. La formula dentaria per ogni emiarcata è: I 3/3; C 1/1; PM 4/4; M 2/3. Denti inferiori Incisivi: I1 (301/401) I2 (302/402) I3 (303/403) Canini (304/404) Gli incisivi, che sono molto più grandi nell arcata superiore, sono indicati (dalla linea intermedia della dentatura) col nome di picozzo, mediano e cantone. I primi mammiferi primitivi che comparvero 250 milioni di anni fa durante l era Mesozoica erano già in possesso di due emimandibole connesse ventralmente da una sinfisi ed articolate alla cavità glenoidea dell osso squamosale da parte di un condilo (articolazione temporomandibolare). I denti coperti di smalto erano suddivisi in incisivi taglienti, canini a sezione rotonda e molari per macinare o fare a pezzi il cibo, impiantati nei margini alveolari della mascella e della mandibola. I mammiferi del giorno d oggi mantengono queste caratteristiche anatomiche essenziali, con modificazioni che dipendono dalla dieta (Lavergne & coll, 1996). I carnivori sono difiodonti (cioè dotati di due serie successive di denti, decidui e permanenti) ed eterodonti (con differenti tipi di denti che svolgono funzioni diverse). Gli incisivi - denti prensili presenti in numero di tre per ciascuna emimandibola o emimascella - sono dotati di una sola radice. I canini conici sono denti laceranti adatti alla dieta di un carnivoro. I premolari possiedono due radici, con l eccezione del primo, che è in regressione e presenta una corona formata da tre cuspidi lungo una linea. Si ha un occlusione alternata delle corone dei premolari mascellari e mandibolari con la necessità di un diastema fra i denti. Fauci Nella specializzazione dei carnivori, l articolazione temporomandibolare è localizzata nell estensione del piano di occlusione. È formata da una profonda fossa mandibolare a sezione semicilindrica ed orientata trasversalmente, delimitata ventralmente da un potente processo retroarticolare nel quale si inserisce trasversalmente il condilo mandibolare allungato. Questo meccanismo nel cane permette principalmente di alzare ed abbassare la mandibola ed effettuare movimenti laterali, che sono essenziali per lacerare le prede (Lafond, 1929; Gaspard, 1967). Occlusione dei denti permanenti nel cane. Si noti la regolare alternanza dei premolari mascellari e mandibolari: la cuspide principale dei premolari mascellari è alloggiata nella parte intermedia dello spazio interdentale dei due premolari mandibolari. Il canino mandibolare è posto nello spazio interdentale fra il canino mascellare e il cantone, formando così una potente triade. Nei cani delle razze mesocefale e dolicocefale, ed in alcune brachicefale, gli incisivi formano una chiusura a forbice (la cuspide degli incisivi mandibolari è a contatto del cingolo di quelli mascellari). Ph. Hennet 413

5 1 - Anatomia e fisiologia Fisiologia della manducazione Il termine manducazione designa tutte le azione coinvolte nell assunzione del cibo, compresa la prensione, la masticazione, l insalivazione e la deglutizione (Verchère et al, 1992). Contrariamente all uomo, i carnivori non masticano il proprio cibo. Lo suddividono in brandelli che non vengono completamente schiacciati e sono scarsamente insalivati, ma vengono deglutiti rapidamente. La manducazione consiste principalmente nello spezzare grandi porzioni di cibo. In ambito selvatico, i canidi catturano la loro preda grazie ai potenti canini di cui sono dotati. Gli incisivi servono a tagliare e lacerare grandi pezzi, che vengono poi introdotti più in profondità nel cavo orale. Questa azione può essere coadiuvata da scatti della testa guidati dai muscoli della collottola. Il pezzo di cibo ad esempio una massa muscolare viene tagliato dalle forbici formate dalle cuspidi dei denti ferini mandibolari e mascellari (Figura 3). Per consentire questo fenomeno la superficie vestibolare dei denti ferini mandibolari deve venire a contatto di quella linguale dei denti ferini mascellari attraverso un apertura della sinfisi ed una torsione esterna del corpo della mandibola (Gaspard, 1967). FIGURA 3 - SFORZO DI TAGLIO (Da Gaspard, 1967) FIGURA 4 - ROTTURA PER ESTENSIONE (Da Gaspard, 1967) I II III I II La biomeccanica mandibolare consente un allineamento delle cuspidi dei denti ferini della mandibola e della mascella (I), per esercitare una forza di taglio (II) che recide il cibo quando la bocca viene chiusa (III). Trattenuto dalle cuspidi dei denti ferini, il cibo viene allungato da un movimento laterale che ne determina la rottura. In ogni dato momento lavora solo una branca della mandibola (Lafond, 1929). Quando il pezzo è molle e meno voluminoso, il cane può serrare le fauci senza portare i denti ferini a contatto. Lo stesso fenomeno avviene quando l animale lavora simultaneamente con le due emimandibole. Qui il pezzo viene spezzato attraverso un azione di estensione associata a forze di taglio. La deformazione è accompagnata da movimenti laterali. I carnivori strappano il corpo elastico e dilaniano i tessuti fibrosi mediante lacerazione, che consiste nel muovere violentemente i denti mandibolari di traverso rispetto a quelli mascellari. Il cibo viene sottoposto ad un violento stiramento, che esita nella sua rottura in corrispondenza del punto di minore resistenza (Figura 4). Di fronte ad un corpo lungo e rigido, come un osso, il cane lo immobilizza fra le zampe anteriori premendone una estremità contro il suolo ed afferrandone energicamente l altra nella bocca. Quindi, ruota la testa da un lato all altro per sottoporlo a movimenti di flessione e torsione. Il corpo così sollecitato infine si spezza nel punto dei denti ferini. Quindi, viene compresso e poi schiacciato fra il primo molare superiore e la cuspide tubercolare del dente ferino inferiore. Queste tecniche di frammentazione del cibo e le principali forze che si sviluppano spiegano i potenti muscoli masticatori che consentono ai carnivori di chiudere le fauci. 414

6 2 - Periodontopatia ed igiene orale A differenza di quanto avviene nell uomo, nel cane le carie dei denti sono molto rare. Uno studio su 435 animali di questa specie presentati presso una struttura veterinaria specializzata in odontoiatria ha riferito che solo in 23 casi (5,3%) era presente la carie (Hale, 1998). La più comune affezione orale del cane è la periodontopatia, alla quale è dedicata la maggior parte di questo capitolo. Periodontopatia La periodontopatia è il risultato di una lotta a livello tissutale (periodonzio = gengiva, osso alveolare, legamento periodontale e cemento) fra i batteri che si accumulano sulle corone dei denti (placca batterica dentale) e il sistema di difesa dell individuo (Figura 5). > Epidemiologia 0 La periodontopatia colpisce tutti i cani nel corso della loro vita, anche se la prevalenza varia in funzione della razza e dell individuo. L accumulo della placca batterica dentale sulle corone dei denti lungo la gengiva porta ad una reazione infiammatoria della gengiva stessa nota come gengivite. Tradizionalmente, le superfici esterne (vestibolari) dei denti sono colpite più gravemente di quelle interne (palatine o linguali), e i denti mascellari sono maggiormente interessati di quelli mandibolari (Rosenberg & coll, 1966; Isogai & coll, 1989; Harvey & coll, 1994) (Figura 6). FIGURA 5 - PERIODONTOPATIA Placca sopragengivale (in caso di gengivite) Batteri circondati da una matrice protettiva Mineralizzazione e trasformazione in tartaro Edema gengivale 2 - Periodontopatia ed igiene orale FIGURA 6 - CONFRONTO DELLA PLACCA DENTALE SUI DENTI DEI CANI DI PICCOLA TAGLIA (Hennet & coll, 2004) Punteggio di placca dentale (Logan & Boyce) Denti mascellari C P3 P4 M1 TOTALE Studio di 4 mesi su 18 cani di piccola taglia (< 10 kg), di 1-8 anni di vita. La placca dentale è generalmente molto comune sul quarto premolare e sul primo molare superiore. Influenza della taglia del cane I cani di piccola taglia (peso inferiore a 8 kg) vengono colpiti più precocemente ed in modo più grave, in particolare a livello degli incisivi e delle superfici interne dei denti (Harvey et al, 1994). Quanto più il cane è piccolo, tanto maggiore è il volume relativo dei denti nelle fauci. Di conseguenza, nel caso della periodontite, la graduale distruzione dell osso alveolare lungo la radice può minacciare la solida struttura mascellare/mandibolare. È stato dimostrato che il rapporto fra altezza della mandibola e altezza del primo molare nel cane diminuisce significativamente in associazione con la taglia dell animale (Gioso & coll, 2001) (Figura 7). La perdita di pochi mm di osso in uno Yorkshire Terrier ha conseguenze maggiori di quelle che ha in un cane di grossa taglia. Le fauci possono diventare così fragili che si verificano delle fratture. Nello Yorkshire Terrier, le malattie orali rappresentano la ragione primaria di richiesta di una visita veterinaria in tutte le fasce di età (Veterinary Medical Data Base, ). Punteggio di placca dentale (Logan & Boyce) Denti mandibolari C P3 P4 M1 TOTALE Placca sopragengivale e sottogengivale (in caso di periodontite) Formazione di una tasca periodontale Tasca periodontale Distruzione dell osso interradicolare 415

7 2 - Periodontopatia ed igiene orale Rapporto fra l altezza della mandibola/dente ferino (D/C) 1,6 1,4 1,2 1,0 0,8 0,6 0,4 0,2 0 Peso del cane (kg) FIGURA 7 - RELAZIONE FRA IL PESO DEL CANE ED IL RAPPORTO ALTEZZA DELLA MANDIBOLA (D) / ALTEZZA DEL DENTE FERINO MANDIBOLARE (C) (Gioso et al, 2001) Yorkshire kg Peso in kg Numero di cani studiati Rapporto: altezza della mandibola / altezza del dente ferino (D/C) < 5,0 33 (14,1%) 0,64 ± 0.019a 5,0-10,0 31 (13,3%) 0,76 ± 0.020b 10,1-20,0 53 (22,7%) 0,87 ± 0.015c 20,1-30,0 45 (19,2%) 0,97 ± 0.016d > 30,0 72 (30,8%) 1,00 ± 0.013e Il valore medio del rapporto D/C dei cani di peso inferiore a 5 kg è di 0,64, in confronto ad 1 per quelli che pesano più di 30 kg. Ciò significa che l altezza del dente ferino mandibolare di un cane di piccola taglia è quasi il doppio di quella delle fauci stesse (Gioso et al, 2001). È indicata la registrazione per lo Yorkshire Terrier, che ha un rapporto di 0,49. A = linea che unisce gli apici del dente ferino mandibolare, B = linea lungo la corticale ventrale mandibolare, C = altezza del dente ferino mandibolare, D = altezza della mandibola Radiografia del dente ferino mandibolare di un cane Influenza dell individuo La transizione dalla gengivite alla periodontite è un fenomeno specifico di ciascun individuo. Dipende dalla limitazione dello sviluppo dell infezione attraverso l igiene orale e/o il sistema immunitario locale del soggetto. Influenza dell età Uno studio ha dimostrato che nell 80% dei cani con più di 6 anni di vita portati alla visita con una periodontite moderata o grave era presente una distruzione dell osso (Hamp et al, 1984). La placca dentale sopragengivale viene gradualmente mineralizzata e trasformata in tartaro dalle secrezioni salivari. Il tartaro può diventare visibile poche settimane dopo che la placca ha iniziato ad accumularsi. In uno studio su giovani Beagle, a partire dall età di 26 mesi nel 95% dei casi era presente un notevole accumulo di tartaro, nonché una grave infiammazione gengivale accompagnata da periodontite (Rosenberg et al, 1966). La periodontopatia si aggrava naturalmente con l età. Esiste una significativa correlazione statistica fra l età e l indice gengivale (intensità dell infiammazione), quello del tartaro (quantità di tartaro), quello di mobilità del dente e quello di biforcazione (importanza del riassorbimento osseo interadicolare) (Harvey & coll, 1994). Ph. Hennet Gengivite nel cane. Accumulo di placca dentale con graduale formazione di tartaro, responsabile dell infiammazione della gengiva senza distruzione dei tessuti più profondi. Influenza del sesso Nella specie canina non è stata dimostrata alcuna predisposizione legata al sesso. > Le cause della malattia La placca batterica dentale è una pellicola batterica naturale (biofilm) che si sviluppa sulla superficie dei denti (Overman, 2000) (Figura 8). Nella cavità orale sono stati registrati più di 350 ceppi di batteri. Di conseguenza, la periodontopatia non è causata da uno solo. Questi microrganismi si accumulano dapprima in gran numero sulla superficie visibile dei denti (placca dentale sopragengivale) e poi dif- 416

8 fondono sotto la gengiva (placca sottogengivale). 1 mg di placca dentale contiene circa di batteri (Loesche, 1988). A contatto della gengiva, questi provocano naturalmente una reazione infiammatoria, nota come gengivite. I batteri che diffondono sotto la gengiva possono anche indurre gradualmente lesioni più profonde (distruzione della gengiva, anomalie del legamento periodontale, danneggiamento dell osso alveolare che sostiene il dente). Queste alterazioni situate in profondità allentano il dente, che diviene sempre più mobile. Ciò caratterizza la fase della periodontite. Il normale attacco del periodonzio al dente viene distrutto e migra verso l estremità della radice (perdita dell attacco) portando alla formazione di una tasca periodontale. La profondità di quest ultima dipende dalla concomitante velocità di recessione gengivale. FIGURA 8 - DENTE E GENGIVA SANI Placca sopragengivale Batteri Matrice contenente i batteri 2 - Periodontopatia ed igiene orale Il tartaro si forma per la graduale mineralizzazione della placca dentale determinata dai sali minerali (in particolare di calcio) apportati alla placca sopragengivale dalla saliva, oppure a quella sottogengivale dal fluido gengivale, in cui è immersa la fessura gengivale. Il tartaro non è responsabile della periodontopatia, ma una superficie ruvida costituisce un terreno ideale per lo sviluppo della placca batterica dentale. Nel caso della periodontopatia cronica, il tartaro è indivisibile dalla placca batterica dentale. Per consentire l eradicazione della seconda, bisogna eliminare il primo. Limitare la formazione del tartaro e, al tempo stesso, quella della placca batterica dentale è uno degli obiettivi dell igiene orale. Certi fattori (riduzione dell attività masticatoria, malocclusione dentale, persistenza di denti decidui, assenza di igiene orale) Il biofilm che costituisce la placca dentale è formato da numerosi batteri possono far progredire l accumulo della placca. Altri aspetti inseriti in una matrice glicoproteica che forma una sorta di colla naturale. che influiscono sulla capacità individuale di sviluppare una I batteri comunicano reciprocamente mediante segnali chimici che scatenano la produzione di proteine ed enzimi potenzialmente dannosi. normale reazione di difesa sono rappresentati da malattie sistemiche (diabete mellito, insufficienza renale, insufficienza epatica) e immunodeficienza innata o acquisita. La capacità individuale di sviluppare una reazione difensiva appropriata è un fattore innato. In generale il cane presenta un aumento di placca dentale e di accumulo di tartaro ed una gengivite più grave quando viene alimentato con cibi molli e appiccicosi piuttosto che con alimenti duri e fibrosi (Egelberg, 1965; Kaplan & coll, 1978). Questo apparente vantaggio dei cibi duri e fibrosi vale soltanto quando l alimento viene offerto sotto forma di pezzi di grandi dimensioni, che promuovono l uso dei denti. Igiene orale Anche se non tutti gli individui che presentano una gengivite sviluppano automaticamente una periodontite, la prima rappresenta lo stadio preliminare essenziale nello sviluppo della seconda. Il principio fondamentale dell igiene orale è quindi basato sul controllo della placca dentale sopragengivale. Uno studio su Beagle colpiti da periodontite lieve o moderata ha dimostrato che un trattamento periodontale professionale (ablazione, revisione sottogengivale e lucidatura) seguita da spazzolatura quotidiana contribuisce a ridurre la perdita iniziale dell attacco e assicura il mantenimento dei benefici ottenuti per un periodo di tre anni. In assenza di una spazzolatura quotidiana, che contribuisce a prevenire l approfondimento delle tasche e la perdita dell attacco, un trattamento periodontale aggiuntivo ogni 6 mesi nell arco di questo periodo non migliora la condizione periodontale, né lo fa lo stesso trattamento ogni 6 mesi (Morrison & coll, 1979). Periodontite nel cane. Distruzione del tessuto che assicura l attacco del dente. In mancanza di trattamento, ciò finisce per portare alla perdita del dente stesso. Ph. Hennet 417

9 3 - Il ruolo del cibo nell igiene orale A P. Hennet B L igiene orale può venire distinta in primaria (misure preventive attuate su gengive sane prima che si sviluppi la periodontopatia) e secondaria (prevenzione delle recidive, dopo un trattamento periodontale professionale di una periodontopatia preesistente). In tutti i casi, la prevenzione primaria è sempre auspicabile, perché va attuata più precocemente ed è quindi più efficace. Il cucciolo deve essere educato sin da un età molto giovane. L igiene orale si applica a tutti i cani e a tutte le razze, ma soprattutto a quelli piccoli e di taglia nana. > Spazzolatura La spazzolatura dei denti è lo standard aureo per il controllo della placca dentale sopragengivale. Nell uomo, è possibile vantare un efficacia dell ordine del 70% dell inibizione della placca dentale, almeno per le superfici vestibolari più accessibili (Mankodi et al, 1998; Van der Weijden et al, 1998). Studi condotti sui Beagle hanno dimostrato che la spazzolatura almeno tre volte alla settimana contribuisce a mantenere sane le gengive, mentre la stessa operazione una volta alla settimana non ci riesce (Tromp et al, 1986a). In presenza di gengivite, soltanto una spazzolatura quotidiana permette di ripristinare la sanità delle gengive (Tromp et al, 1986b). L unico studio clinico pubblicato sulla spazzolatura dei denti nel cane dimostra che, durante un periodo di 13 mesi, 49 proprietari su 51 (96%) si sono ricordati della cosa dopo ricevuto istruzioni sulla spazzolatura e 34 su 51 (67%) se ne sono ricordati dopo che era stato loro mostrato come spazzolare i denti; 15 proprietari su 51 (29%) spazzolavano sempre i denti del cane più volte alla settimana e 12 proprietari su 51 (24%) lo facevano ogni giorno o a giorni altern (Miller & Harvey, 1994). P. Hennet Aspetto dei denti dello stesso cane da destra (A) e da sinistra (B). A destra tutti i denti sono presenti ed i depositi di placca dentale e di tartaro sono molto scarsi. A sinistra il dente ferino mascellare è assente, il che significa che non si ha alcun effetto meccanico con quello mandibolare, portando ad un maggior accumulo di placca dentale e tartaro. Pur essendo un punto di riferimento per l igiene orale, la spazzolatura non è un compito facile da eseguire per i proprietari. L operazione può essere integrata dall impiego di sostanze chimicamente attive, fra cui la clorexidina è ancora la più efficace. In uno studio sui Beagle in cui è stato effettuato quotidianamente il massaggio dei denti e delle gengive con un gel dentale contenente clorexidina ed altri ingredienti, la placca dentale sulle superfici vestibolari è stata ridotta del 42-49% (Hennet, 2002). Indipendentemente dal fatto che questi prodotti vengano applicati mediante spazzolatura o massaggio, necessitano dell intervento del proprietario e della collaborazione dell animale. Queste limitazioni hanno naturalmente portato allo sviluppo di altri metodi di igiene orale che non richiedono l intervento diretto del proprietario. Questi mezzi indiretti comprendono le ossa da masticare a base di collagene, che possono o meno essere mangiate, e specifici alimenti per la salute dei denti. 3 - Il ruolo del cibo nell igiene orale Influenza della composizione del cibo Quando si modifica la composizione di un alimento, ma non la sua consistenza, non si osserva alcuna significativa influenza sullo sviluppo della periodontopatia. La carenza proteica non sembra avere alcuna conseguenza (Ruben et al, 1962). Una dieta proteico-lipidica (P-L) (50-50% sul peso secco) o l aggiunta di carboidrati (C) (60% C, 20% P, 20% L) non porta ad un aggravamento della periodontopatia (Carlsson & Egelberg, 1965; Egelberg, 1965). L osteopenia dell osso alveolare indotta dall iperparatiroidismo secondario con una causa nutrizionale (Ca/P = 0,1) non sembra influenzare l avvio e la progressione della periodontopatia (Svanberg & coll, 1973). Gli agenti attivi contro la placca dentale o il tartaro possono venire incorporati in una crocchetta o in una barra masticabile. Vengono poi rilasciati nell ambiente orale durante la masticazione. Sono stati studiati per primi gli agenti antitartaro come i polifosfati (Stookey et al, 1993). Questi sono polimeri dei fosfati (pirofosfato, polifosfato, esametafosfato), alcuni dei quali presentano delle proprietà di sequestro dei cationi bivalenti come il calcio (Figura 9). 418

10 La chelazione del calcio salivare è responsabile dell inibizione della formazione del tartaro. Per facilitarne il rilascio ed il contatto con il calcio presente nella saliva, i polifosfati devono essere incorporati nel rivestimento della crocchetta (Stookey & coll, 1993). L incorporazione può riguardare anche altri composti (polifenoli, oli essenziali, sali di ioni metallici, ecc.) che hanno mostrato un attività in vitro o in vivo sulla formazione della placca dentale. Sono necessari degli studi per valutarne l attività in queste condizioni, e per determinare il modo migliore per ottimizzare il rilascio di queste sostanze nel cavo orale (nel rivestimento esterno o nella crocchetta propriamente detta). Influenza della presentazione fisica del cibo Anche se sembra logico che un alimento molle o in pezzi molto piccoli non contribuisca alla funzione dei denti o alla manducazione dei canidi, l interesse per il ruolo svolto dal cibo è un fenomeno relativamente recente. FIGURA 9 - MECCANISMO DI CHELAZIONE DEL CALCIO SALIVARE DA PARTE DEL POLIFOSFATO DI SODIO 3 - Il ruolo del cibo nell igiene orale Studi condotti dai fisiologici hanno dimostrato che cani gastrectomizzati alimentati con un cibo molle sviluppavano una maggior quantità di tartaro (Ivy et al, 1931). In uno studio in cui un gruppo di cani è stato alimentato con fette di manzo intere, esofago, muscoli e un integrazione minerale e vitaminica e un altro gruppo è stato alimentato con lo stesso cibo macinato, i cani del secondo gruppo hanno presentato un maggior accumulo di placca dentale rispetto a quelli del primo (Egelberg, 1965). Molti altri studi hanno confermato questo fatto (Krasse & Brill, 1960; Kaplan et al, 1978). Oltre all assenza dell azione meccanica, un alimento molle può provocare una riduzione del flusso di saliva, una diminuzione delle secrezioni enzimatiche ed un atrofia funzionale (Sreebny, 1972). Tuttavia, non si può semplicemente giungere alla conclusione che un alimento sotto forma di crocchetta oppure duro sia generalmente più efficace di uno molle. Nello studio di Egelberg (1965) il fattore principale è il carattere fibroso del cibo piuttosto che la sua durezza. Uno studio multicentrico su 1350 cani del Nord America ha dimostrato che non esiste alcuna differenza significativa fra gli animali di questa specie alimentati esclusivamente con un cibo secco e gli altri. D altro canto, i cani che dispongono di un certo numero di oggetti da masticare presentano meno tartaro, meno casi di gengivite e meno alveolite di quelli che non ne hanno o ne hanno pochi (Harvey & coll, 1996). Il calcio libero (Ca 2+ ) nella saliva viene intrappolato da due molecole di polifosfato di sodio. Prende il posto di due ioni sodici (Na + ) ed è essenziale per la formazione del tartaro. Un alimento secco è potenzialmente utile per l igiene dentale se la forma e la consistenza delle crocchette sono specificamente studiate per una particolare taglia o razza di cane in modo da contribuire al meccanismo di spazzolatura passiva dei denti. Perché si eserciti un azione abrasiva sulla superficie del dente quando il cane mangia, la masticazione deve avvenire in modo tale che il dente penetri in profondità attraverso la crocchetta prima che questa si rompa. La taglia e la razza sono due parametri che influiscono sulla pressione esercitata sulla crocchetta al momento della prensione. Sono stati studiati dei dispositivi per valutare la soglia di penetrazione nella crocchetta prima che questa si frammenti. Ciò consente di confrontare vari tipi di prodotti di questo tipo (Figura 10). Forza (N) FIGURA 10 - FORZA NECESSARIA PER SPEZZARE LA CROCCHETTA: CONFRONTO FRA DUE DIFFERENTI TIPI DI CROCCHETTE PER CANI DI PICCOLA TAGLIA (Royal Canin, 2003) ,5 1,0 1,5 2,0 2,5 3,0 Distanza di penetrazione (mm) Crocchetta che si sfalda Crocchetta elastica Una crocchetta elastica che resista alla pressione esercitata su di essa per un periodo di tempo più lungo prima di spezzarsi consente al dente di penetrare più in profondità e quindi determina un effetto pulente più pronunciato. 419

11 Conclusione Il controllo dell igiene dentale con il cibo La possibilità di controllare la placca dentale e lo sviluppo della periodontopatia attraverso l azione meccanica di un osso da masticare o di specifici alimenti è stata recepita dall industria degli alimenti per animali da compagnia all inizio degli anni 90 del XX secolo. Sono stati condotti vari studi sul cane relativi a placca dentale, tartaro, colorazione e gengivite. Solo la placca dentale e la gengivite presentano un interesse di tipo medico. La colorazione dei denti, importante nell uomo per ragioni estetiche, non riveste interesse nel cane. Texturometro di laboratorio Royal Canin. Il texturometro viene utilizzato per misurare la resistenza della crocchetta alla forza delle fauci e dei denti del cane. Moduli intercambiabili simulano la forma e le dimensioni dei denti di cani di varie età e taglie. Dimensioni reali : 9 cm Dopo una settimana di alimentazione con una crocchetta specificamente studiata per l igiene orale, si è ottenuta una significativa riduzione del 19% della placca dentale in confronto al gruppo di controllo (Jensen et al, 1995). Più recentemente, si sono avute significative riduzioni del 39% della placca dentale e del 36% dell infiammazione gengivale dopo 6 mesi di alimentazione con lo stesso cibo fra cani di peso compreso fra 9 e 25 kg (Logan et al, 2002). In un altro studio sull effetto preventivo della somministrazione giornaliera di un osso alimentare nei cani del peso medio di 23 kg, è stata osservata una significativa riduzione della placca dentale all età di 12 e 21 mesi (ma non di 18 mesi) e della gengivite a 12, 18 e 21 mesi (Gorrel & Bierer, 1999). Sfortunatamente, le percentuali di riduzione non sono fornite in questo studio, ma un estrapolazione basata sui grafici dimostra una riduzione massima della placca dentale e della gengivite del 15-20%. Il miglioramento dell igiene orale ottenuto con il cibo o un integrazione della dieta è perciò un campodi ricerca in pieno sviluppo, che oltre all azione sul tartaro, deve anche esser rivolto alla placca dentale ed all infiammazione gengivale. Benché siano molto interessanti, i risultati sopracitati sono stati ottimizzati su cani di media taglia, che non rappresentano affatto il gruppo più gravemente colpito dalla periodontopatia. Quelli che pesano meno di 8 chili sono colpiti più gravemente dalla malattia. Gli studi devono essere condotti su razze specifiche (Yorkshire Terrier, Barbone, Bassotto, ecc..) per verificare se si possono ottenere gli stessi risultati. L autore ha condotto un indagine su 18 cani di piccola taglia (peso medio 7 kg) appartenenti ad uno di due gruppi a secondo della loro relazione genetica. Il gruppo di prova al quale è stata somministrata una barra masticabile per la cura dei denti ha presentato significative riduzione statistiche del 17% della placca dentale e del 45% del tartaro al termine di un periodo di valutazione di 4 mesi (Hennet, 2004). La metodologia di questi studi è stata messa in discussione, principalmente per quanto riguarda la valutazione della placca dentale (Hennet, 1999; Harvey 2002). Si potrebbe prendere in considerazione un miglioramento della metodologia per ottenere risultati che siano non solo statisticamente significativi, ma cosa più importante, biologicamente più significativi. Esempio di barra dentale per cani di piccola taglia che contribuisce a limitare l accumulo di placca dentale e tartaro. Si raccomanda di offrire per la prima volta questo tipo di integrazione dopo un trattamento di ablazione. La consistenza resistente, ma elastica, di questo tipo di barra richiede che il cane impieghi i propri denti per masticarla prima di inghiottirla. Conclusione Esistono vari modi per controllare la formazione della placca dentale e del tartaro attraverso la manducazione e tutti sono stati ampiamente studiati. La forma, la consistenza e l appetibilità del prodotto hanno ricevuto la massima attenzione, così come la possibilità di incorporare agenti chimici che agiscano sulla placca dentale, sul tartaro o sulla reazione infiammatoria. Queste innovazioni hanno indubbiamente determinato dei progressi nella prevenzione della periodontopatia. Stiamo assistendo ad una nuova era in nutrizione veterinaria. Dopo aver padroneggiato il cibo a livello dietetico, è necessario prendere in considerazione le specifiche caratteristiche di specie e delle varie razze. Oltre ad offrire un buon equilibrio nutrizionale, il cibo può anche svolgere un ruolo nella prevenzione di problemi di natura medica. Gli alimenti con un valore aggiunto nell igiene orale e le barre masticabili che favoriscono la masticazione ed hanno una consistenza che consente di sfruttare al massimo l effetto di autopulizia contribuiscono a ridurre l accumulo di depositi dentali e, forse, a prevenire la gengivite. Anche se la spazzolatura quotidiana resta il miglior modo per prevenire la periodontopatia, si raccomanda l impiego complementare di alimenti per la cura dei denti. 420

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