SCHEDA PROGETTO PER L IMPIEGO DI VOLONTARI IN SERVIZIO CIVILE IN ITALIA

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1 SCHEDA PROGETTO PER L IMPIEGO DI VOLONTARI IN SERVIZIO CIVILE IN ITALIA ENTE 1) Ente proponente il progetto: CARITAS ITALIANA La Caritas Italiana è l'organismo pastorale della Cei (Conferenza Episcopale Italiana) con lo scopo di promuovere «la testimonianza della carità nella comunità ecclesiale italiana, in forme consone ai tempi e ai bisogni, in vista dello sviluppo integrale dell'uomo, della giustizia sociale e della pace, con particolare attenzione agli ultimi e con prevalente funzione pedagogica» (art.1 dello Statuto). È nata nel 1971, per volere di Paolo VI, nello spirito del rinnovamento avviato dal Concilio Vaticano II. Ha prevalente funzione pedagogica, cioè tende a far crescere nelle persone, nelle famiglie, nelle comunità, il senso cristiano della Carità. Nel 1977 ha stipulato la convenzione col Ministero della Difesa per accogliere obiettori di coscienza al servizio militare e nel 2001 è stata tra i primi enti a realizzare progetti di servizio civile nazionale. Caritas Diocesana di Novara L Ente presso il quale devono essere indirizzate le domande per il presente progetto è: CARITAS DIOCESANA DI NOVARA Via SAN GAUDENZIO 11 cap città NOVARA Tel. 0321/ Fax 0321/ caritas@diocesinovara.it Persona di riferimento: Parisi Marco 2) Codice di accreditamento: NZ ) Albo e classe di iscrizione: NAZIONALE 1 CLASSE CARATTERISTICHE PROGETTO 4) Titolo del progetto: RIPARTIAMO INSIEME-CARITAS NOVARA 5) Settore ed area di intervento del progetto con relativa codifica (vedi allegato 3): Settore: ASSISTENZA (A) Area di intervento: donne con minori a carico disagio adulti e donne in difficoltà Codice: : (A 11) (A 12) L area Disagio Adulti (A-12) è da considerarsi prevalente 1

2 6) Descrizione dell area di intervento e del contesto territoriale entro il quale si realizza il progetto con riferimento a situazioni definite, rappresentate mediante indicatori misurabili; identificazione dei destinatari e dei beneficiari del progetto: Le realtà che vengono prese in considerazione in questo progetto operano: - sulle condizioni di disagio presenti sul territorio della città di Novara; - su problematiche di povertà contigue e in sovrapposizione; - interfacciandosi fra loro secondo una concezione di lavoro in rete. Il nodo fondamentale che lega queste realtà è il servizio dell ascolto. Ascolto inteso come sostegno psicologico e relazionale alle persone, che a causa del disagio che vivono, sono in condizioni di fragilità e debolezza. Grazie all ascolto e a diverse altri interventi materiali (borse delle spesa, accoglienze, indumenti ecc. le persone possono avviarsi verso un cammino di recupero e di reinserimento sociale uscendo dallo stato di povertà in cui si trovano. Il servizio di ascolto è lo strumento principale per educare società e comunità cristiana alla promozione umana cioè al rendere le persone fragili, come lo sono i giovani NEET, persone autonome e destinate all autodeterminazione del proprio futuro. Area d Intervento A/11 Donne con minori a carico e donne in difficoltà Sede Caritas Diocesana novarese Via Pier Lombardo 4 codice Helios sede 278 La Caritas Diocesana di Novara mediante l azione del Centro d Ascolto che segue direttamente (descritto nel punto successivo A/12 Disagio Adulto) entra in contatto, per via dei bisogni materiali e relazionali/socializzazione delle persone adulte, con un rilevante numero di donne: 353 nel 2013, 280 nel 2012, 183 nel 2011 e 245 nel Dall analisi dei progetti individualizzati delle donne che si sono rivolte al Centro d Ascolto nel 2013 per avere un aiuto è emerso che il 51% delle donne ha figli minori (esiste una forte percentuale di donne sole che operano nel settore dell assistenza famigliare le cosiddette badanti ) e di queste il 35% vive la condizione di madre senza compagno avendo a proprio carico i figli. Nella maggior parte dei casi le donne che stanno per partorire, o che hanno figli con età inferiore ai tre anni, sono senza compagno e sono straniere. Molte di queste donne sono alla ricerca di lavoro ma l impossibilità di trovare strutture che accudiscano i bambini rende vane le loro aspirazioni; basti pensare che negli asili nido della città di Novara sono pervenute nel al 01/09/2013 un numero di domande che supera di oltre 100 unità la capienza totale dei nidi di Novara. Per dare una risposta, anche se parziale, all insieme di queste esigenze fra loro interconnesse la Caritas diocesana promuove da qualche anno un centro di aggregazione per donne con bambini chiamato Primi passi.. Nella struttura vengono svolte attività ludiche ed educative per i bambini e momenti di confronto con i genitori per stimolare le loro capacità adattative e di inserimento all interno della società italiana. Durante l anno vengono organizzati diversi momenti di aggregazione, feste in cui si incontrano destinatari, beneficiari ma anche molte altre persone esterne al centro. Il fine ultimo è quello di facilitare la convivenza e la partecipazione al bene comune mediante l autopromozione delle donne (ritrovare le proprie risorse, riaffermare i propri valori certezze, stimolare la sensazione di sicurezza). Data la massiccia presenza di donne/bambini stranieri risulta fondamentale l educazione interculturale. Le prassi per costruire un buon approccio interculturale devono essere sviluppate tenendo conto delle: relazione tra uguali (stessa nazionalità e percorso migratorio); relazione tra simili (differenti nazionalità di migranti); relazione tra differenti (migranti e autoctoni); L integrazione dei migranti passa attraverso le relazioni tra simili e la condizione di maternità in contesto migratorio, se debitamente sostenuta e strutturata, può motivare importanti processi di rielaborazione culturale. La struttura Primi passi interviene a favore di donne, ma soprattutto di bambini che hanno già superato la fase dello svezzamento, per ridurre i rischi di allergie e intolleranze alimentari, e svolge le seguenti attività: aiuto nell inserimento o reinserimento lavorativo part time ; stimolo delle forme di auto aiuto nell accudire i bambini; sostegno psicopedagogico al fine di sviluppare le attitudini espressive e le capacità individuali dei bambini mediante la stimolazione dei cinque sensi; personalizzazione delle attività ludiche per i bambini al fine di favorirne lo sviluppo all interno del proprio ambiente famigliare; gestione degli aspetti interculturali che intercorrono fra donne e bambini di diverse nazionalità o etnie. In questa struttura gli operatori 2

3 Destinatari Il centro di aggregazione diurno Primi passi è aperto in forma continuativa dal lunedì al venerdì dalle 8.30 alle Attualmente interviene a favore di 28 bambini con relative mamme. Il servizio viene offerto in prevalenza alle donne con bambino senza compagno, ma le forme di disagio sono talmente articolate e sovrapposte che risulta difficile fare altre analisi. La maggioranze delle coppie bambino-mamma seguite sono di origine straniera a causa dei maggiori problemi d inserimento nelle strutture pubbliche. I volontari e giovani del SCN-GG nell incontro con le donne e bambini che vivono il disagio vengono aiutati a far pace con il un dato oggettivo; la società italiana è sempre più multiculturale. I giovani del SCN-GG possono acquisire competenze utili alla convivenza comprendendo come le differenze culturali sono generatrici di nuove risorse culturali ed economiche. Beneficiari I beneficiari del progetto possono essere suddivisi in: i volontari (in gran parte donne) che prestano servizio nel centro di aggregazione. i giovani del SCN-GG. Gli indicatori del raggiungimento degli obiettivi sono: Obiettivi Educazione interculturale dei giovani in SCN-GG, delle volontarie e degli immigrati (destinatari e beneficiari). Stimolare la partecipazione dei volontari al processo di crescita della struttura Indicatori Numero degli strumenti educativi/animativi e formalizzazione delle buone prassi interculturali fra donne/bambini/volontari Momenti di confronto e di rielaborazione del vissuto dei volontari e dei giovani in SCV GG Coinvolgimento alla progettazione degli interventi educativi. Area d intervento A/12 Disagio Adulto Sede Caritas Diocesana novarese 1 Via Ansaldi 4, codice Helios sede Sede Caritas Diocesana novarese Via San Gaudenzio 11, codice Helios sede 279 Il Centro d Ascolto, che si trova in Via Ansaldi 4, è lo strumento educativo più efficiente ed efficace per intervenire in favore dei poveri (destinatari) ma anche per coinvolgere i volontari e i giovani del SCN-GG e la società civile (beneficiari) nel sostegno e nella promozione dei più deboli. Per poter intervenire, a favore delle più evidenti povertà di carattere materiale, i volontari e i giovani del SCN- GG del Centro d Ascolto vengono debitamente formati ad affrontare i disagi di natura psicologica dei destinatari mediante l ascolto; prima forma di riconoscimento e di promozione umana della persona. Alle persone in condizioni di disagio vengono offerti i seguenti interventi: servizio guardaroba; servizio doccia: borse della spesa; divulgazione informazioni e segretariato sociale; consulenza legale per i migranti; supporto all inserimento o reinserimento lavorativo; servizio mobili; ascolto e sostegno psicologico. L ultimo servizio, l ascolto, è in realtà il principale perché quotidianamente si costruisce su di esso la promozione umana, cioè la capacità di ritrovare o di scoprire competenze e potenzialità (relazionali e professionali) che la persona in condizioni di bisogno ha perso o che non pensa di avere, ma anche di riaffermare i propri valori e le proprie certezze. Queste problematiche sono analoghe a quelle vissute dai giovani NEET. Ogni Centro d Ascolto, fatte salve le motivazioni cristiane che spingono gli operatori ad intervenire a favore dei poveri, richiede una costante opera formativa al fine di rendere compatibili fra loro operatività e condivisione delle strategie d interazione con le autorità pubbliche e le associazioni del territorio. Il Centro d Ascolto Caritas è aperto al pubblico da lunedì al venerdì per 4 ore giornaliere (lunedì e mercoledì pomeriggio, martedì, giovedì e venerdì mattina) mentre nel restante tempo gli operatori incontrano, su appuntamento, le persone con le quali stanno costruendo il percorso di reinserimento. I servizi alle persone dei Centri d Ascolto della città sono integrati con quelli dei Servizi Sociali del Comune di Novara con le seguenti modalità: 3

4 Il Centro Ascolto Caritas interviene a favore dei cittadini italiani e stranieri che non essendo residenti nel comune di Novara non possono usufruire della copertura data dai Servizi Sociali o dalle singole parrocchie dove le persone risiedono; il Centro d Ascolto Caritas su richiesta dei Servizi Sociali del Comune offre alcuni dei suoi servizi a persone residenti che non possono ricevere sussidi economici o aiuti materiali dall assessorato; i Centri d ascolto parrocchiali della città, grazie all attenzione data alle persone del territorio, contattano informalmente le famiglie in condizioni di bisogno che per vergogna non si rivolgono ai servizi sociali offrendo loro un sostegno a domicilio. La nascita dei centri d ascolto nelle parrocchie della città Novara ha permesso di suddividere ed indirizzare al meglio le persone in condizioni di bisogno. Da oltre tre anni si sperimenta una forma di collaborazione fondata sui seguenti cardini operativi: i Centri d Ascolto parrocchiali operano esclusivamente a favore dei residenti del proprio territorio; il Centro d Ascolto Caritas interviene a favore dei senza fissa dimora e di tutti coloro che non hanno una residenza stabile; il Centro d Ascolto Caritas integra i servizi materiali forniti delle parrocchie per garantire un sostegno uniforme a tutte le persone La realtà del disagio delle persone, ottenuta mediante l osservazione di ogni singolo passaggio/intervento dei poveri presso i Centri d Ascolto, non deve però riguardare i soli addetti ai lavori ma tutta la cittadinanza. Nasce così l Osservatorio delle Povertà e delle Risorse che si trova presso la sede Caritas di Via San Gaudenzio 11. Dei 14 Centri d Ascolto attualmente in funzione in città solo 11 sono avviati alla raccolta e alla lettura organica dei dati statistici che permettono di comprendere l evoluzione delle povertà del territorio ma anche le caratteristiche sociologiche delle persone che soffrono questi disagi. Destinatari Il Centro d Ascolto Caritas interviene a favore delle persone residenti o non in città e ha visto nel 2013, 3232 contatti (insieme di occasioni in cui le persone si sono presentate più volte) riferiti a 352 persone iscritte( 253 donne e 99 uomini ): La crisi economica e sociale che viviamo da qualche hanno ha impattato in maniera forte sulla società novarese rendendo i Centri d Ascolto parrocchiali incapaci di dare risposte adeguate ai bisogni. Beneficiari Beneficiari di primo livello: sono i famigliari di coloro che si recano ai Centri d Ascolto per richiedere aiuto. Si può stimare che nella sola città di Novara i famigliari delle persone aiutate ammontano, anche a causa della crisi economica, a circa 4800 unità. Presso il Centro d Ascolto Caritas prestano servizio circa 42 volontari mentre negli altri Centri d Ascolto della sola città di Novara vi sono almeno altre 156 persone. I volontari anche del SCN-GG, che sono i beneficiari di secondo livello, nonostante i diversi stress a cui sono sottoposti a causa dei processi d empatia che instaurano con i poveri, ricevono dalle relazioni umane anche molte soddisfazioni personali; il donare porta sempre a ricevere più di quanto si è dato. I giovani del SCNGG, essendo in relazione con gli altri volontari, ricevono dai rapporti interpersonali: - stimoli a processi educativi che permettono la rielaborazione dei propri vissuti; - la capacità di rielaborare le esperienze di vita degli altri volontari (molti pensionati) riducendo così le conflittualità intergenerazionali. I volontari dei Centri d Ascolto usufruiscono di diversi momenti di formazione finalizzata a gestire un senso di inadeguatezza e d impotenza di fronte alle richieste del destinatario; la trasmissione di un dolore che risulta ingestibile e/o disorientante per il volontario. La gestione dell ascolto e della relazione d aiuto richiede una formazione specifica che va costantemente monitorata per mantenere la salute psicologica del volontario. Gli indicatori del raggiungimento degli obiettivi sono: Sede Caritas Diocesana novarese 1 Via Ansaldi 4, codice Helios sede Obiettivi Aumento del tempo, e della qualità dell ascolto, dedicato ad ogni singolo destinatario Miglioramento delle capacità relazionali dei giovani del SCN GG. Indicatori A parità di iscritti nell elenco dei poveri aumentare il numero di interventi/ servizi di ascolto Riduzione dello stress (fatiche psicologiche) della relazione interpersonale. Aumento incontri di formazione/cura dei volontari. 4

5 Sede Caritas Diocesana novarese Via San Gaudenzio 11, codice Helios sede 279 Obiettivi Attenzione sociale sui vari tipi di disagio presenti nel territorio e conseguente riflessione sulla fragilità della natura umana (come si può cadere nella povertà) Indicatori Aumentare la conoscenza delle povertà presenti nel territorio mediante i dati e le analisi dell Osservatorio delle povertà e delle risorse. Aumento del numero di articoli di stampa e dibattiti pubblici 7) Obiettivi del progetto: PREMESSA Caritas Italiana e le Caritas diocesane intendono promuovere una proposta di Servizio Civile Nazionale come esperienza di formazione globale della persona. Ai giovani che si avvicinano al Servizio Civile in Caritas si chiede di pensare a questo anno non come una parentesi nella loro vita, ma come un anno intenso, ricco di stimoli e di sfide, un anno che raccoglie le memorie del passato e produce orientamenti per le scelte future. L intenzione progettuale è di attingere dalla cultura cristiana del servizio, che ha radici assai antiche e profonde, partendo dal cambiamento di sé per giungere ad un cambiamento della società. Le Caritas diocesane si uniscono nell impegno di proporre un anno di formazione intesa come competenza del servizio che si svolge, ma anche come momento di auto-riflessione, di ripensamento e di scoperta. Un anno per mettersi alla prova, per conoscere se stessi e fare nuove amicizie; per condividere con altri giovani i propri vissuti attraverso la dimensione comunitaria e la sensibilizzazione. L intento è quello di proporre un esperienza che cerchi e costruisca senso. Un esperienza che davvero cambi. Il Progetto si allinea altresì agli obiettivi condivisi dalle Caritas a livello nazionale, che mirano in particolare alla prevalente funzione pedagogica del Servizio Civile nazionale, affermando l impegno alla realizzazione delle condizioni fondamentali affinché l esperienza proposta abbia come finalità ultima l attenzione ai giovani coinvolti nel progetto, ai bisogni del territorio in cui si inserisce, all impatto sulla società civile come sensibilizzazione alla testimonianza della Carità. Queste finalità generali sono così riassumibili: Educazione ai valori della solidarietà, gratuità attraverso azioni di animazione e d informazione per una cittadinanza attiva e responsabile. Condivisione coi poveri e con gli altri partecipanti al progetto, riconoscendo e promovendo i diritti umani e sociali, per accompagnare le persone vittime di povertà ed esclusione sociale in percorsi di liberazione. Riflessione sulle proprie scelte di vita, vocazionali, professionali, sociali e possibilità di approfondimento spirituale. Creazione delle condizioni per l incontro con nuove persone, per inventare nuove professionalità in ambito sociale. Coscientizzazione: approfondimento della cultura della pace, della nonviolenza e della solidarietà. Attenzione a tutto ciò che potrà incoraggiare un futuro volontariato inteso come stile di vita nei giovani che verranno coinvolti nell esperienza. Difesa delle comunità in modo nonarmato e nonviolento in termini di: gestione e superamento del conflitto, riduzione e superamento della violenza implicita e/o esplicita, acquisizione e riconoscimento di diritti. OBIETTIVI GENERALI DEL PROGETTO A) Obiettivi rispetto al servizio ai poveri (destinatari e beneficiari primari) Il progetto della Caritas diocesana di Novara è quello di costituire una rete efficace ed efficiente tra le aree d intervento qui indicate e le rispettive comunità, ponendo sempre al centro della sua azione la promozione delle persone povere. I giovani in condizione di NEET sono agli occhi della Caritas dei giovani impoveriti e che rischiano l esclusione sociale. Se i poveri che afferiscono ai servizi vengono considerati sottoposti alla povertà nera i giovani NEET vengono considerati come persone soggette a povertà grigia. 5

6 La percezione diffusa nella società civile relega la Caritas alla logica dei servizi di assistenza, senza considerare che una delle finalità principali dell ente é quella di elevare la qualità e la quantità dei servizi alle persone povere, al fine di renderle autonome\autosufficienti\libere da condizionamenti. L attenzione e il tempo trascorso con e per il povero sfugge spesso alla logica dell efficientismo, ma rappresenta condizione fondamentale per il rispetto della persona. B) Obiettivi rispetto ai giovani in servizio civile Il progetto intende offrire ai giovani in servizio civile una esperienza di vita con le seguenti caratteristiche: mediante il contatto diretto con le persone disagiate, alimentare le capacità relazionali per comprendere i problemi della società civile a livello locale, nazionale e globale; grazie all intreccio tra formazione, esperienza e verifica, stimolare l analisi del senso delle proprie azioni e dei valori che le motivano; dal lavoro svolto a contatto con persone professionalmente preparate acquisire abilità e competenze metodologiche nel campo socio-assistenziale: lavoro in equipe, lavoro di rete, ecc. declinate secondo le prospettive della solidarietà e dell accoglienza; dal confronto con persone portatrici di altre culture, mediato da operatori con competenze specifiche, acquisire competenze interculturali. I giovani NEET vengono considerati come sottoposti alla povertà grigia cioè in condizione di elevato rischio di esclusione sociale e l azione educativa e di motivazione ha lo scopo di invertire l andamento depressivo e demotivante. C) Obiettivi di sensibilizzazione e responsabilizzazione delle comunità (beneficiari secondari) Una rete efficace ed efficiente tra le aree d intervento qui indicate stimola, secondo la prospettiva della Caritas, l attivazione di sinergie e di forme collaborative tra le varie sedi di realizzazione e tra queste e i propri territori. Risulta fondamentale la responsabilizzazione delle persone di buona volontà per fare in modo che le azioni tese alla promozione umana delle persone povere intercettate dalle varie sedi, siano da stimolo al coinvolgimento delle comunità locali (quartiere, parrocchia, gruppi di volontariato). I giovani del SCNGG venendo a contatto con realtà locali potranno essere rimotivati nel proseguire o intraprendere nuovi studi o a trovare nuove opportunità lavorative. La collaborazione tra i vari Centri di Ascolto parrocchiali, per una migliore conoscenza territoriale delle realtà del disagio (Osservatorio delle Povertà e delle Risorse), e la divulgazione\notiziabilità dei dati raccolti ed elaborati rappresentano nodi strategici di questo obiettivo. OBIETTIVI SPECIFICI DEL PROGETTO AREA D INTERVENTO (con riferimento a quanto indicato nel punto 5) Donne con minori a carico e donne in difficoltà (A 11) SEDE (indicare la dizione come da accreditamento) Caritas diocesana novarese Novara,Via Pier Lombardo, 4 cod 278 SITUAZIONE DI PARTENZA degli indicatori di bisogno OBIETTIVI SPECIFICI E INDICATORI (situazione di arrivo) A.1-B.1- C.1 Le prassi operative utili a sostenere le relazioni interculturali tra donne e bambini di diversa Costruzione di alcuni nuovi strumenti educativi per mamme/bambini. Formalizzazione (documenti che provenienza sono basate sulle sensibilità tengano conto delle varie zone di provenienza) delle soggettive degli operatori, volontari e giovani SCN GG (non tengono conto dei vari riferimenti culturali) inoltre gli strumenti educativi rischiano di essere prassi operative che gestiscono le relazioni interculturali tra operatori-volontari e immigrati (destinatari e beneficiari). eurocentrici. Il numero di volontari permette il funzionamento ordinario del centro di aggregazione ma non la sua evoluzione. B.2- C.2 Stimolare la partecipazione dei volontari e dei giovani in SCNGG al processo di crescita della struttura anche mediante un loro coinvolgimento alla progettazione degli interventi educativi e di ricerca dei volontari. 6

7 AREA D INTERVENTO (con riferimento a quanto indicato nel punto 5) Disagio adulti (A 12) SEDE (indicare la dizione come da accreditamento) Caritas diocesana novarese 1 Novara, Via Ansaldi, 4 cod SITUAZIONE DI PARTENZA degli indicatori di OBIETTIVI SPECIFICI E INDICATORI (situazione di bisogno arrivo) A.1 Aumento del tempo, e della qualità dell ascolto, dedicato ad ogni singolo destinatario e soprattutto ai giovani NEET. Da qualche anno si è avviato un processo di presa in carico dei poveri da parte della parrocchia di residenza dello stesso. In questa maniera i poveri residenti e quelli senza fissa dimora dovrebbero ricevere la stessa attenzione e percorsi individualizzati più puntuali. I giovani NEET risentono di un deficit di competenze comunicative del proprio pensiero e del proprio disagio. B.1 Miglioramento delle capacità relazionali e comunicative, con conseguente riduzione dello stress. I giovani NEET che sono nel SCNGG vengono sostenuti nel processo decisionale utile al reinserimento scolastico o per imboccare nuovi campi professionalizzanti o lavorativi. AREA D INTERVENTO (con riferimento a quanto indicato nel punto 5) Disagio adulti (A 12) SEDE (indicare la dizione come da accreditamento) Caritas diocesana novarese Novara, Via San Gaudenzio, 11 cod.279 SITUAZIONE DI PARTENZA degli indicatori di bisogno OBIETTIVI SPECIFICI E INDICATORI (situazione di arrivo) B.1- C.1 Annualmente vi sono circa una ventina di articoli sulle varie testate giornalistiche cittadine che trattano delle povertà del territorio e nessuna Aumentare la conoscenza delle povertà presenti, e in particolare dei giovani NEET del territorio, mediante i dati e le analisi dell Osservatorio delle povertà e delle attenzione alla situazione dei giovani NEET risorse. Aumento del numero di articoli di stampa e (povertà grigia). dibattiti pubblici. 8) Descrizione del progetto e tipologia dell intervento che definisca in modo puntuale le attività previste dal progetto con particolare riferimento a quelle dei volontari in servizio civile nazionale, nonché le risorse umane dal punto di vista sia qualitativo che quantitativo: La Caritas diocesana ritiene importante sottolineare la trasversalità di tutti gli obiettivi generali del Progetto che verranno realizzati lungo i 12 mesi di impiego dei giovani in Servizio civile volontario Garanzia Giovani. Il progetto formativo- lavorativo che si vuole avviare con i giovani avrà alcuni capisaldi: definizione e presa in carico dei loro ruoli, monitoraggio e sostegno alle azioni concrete loro affidate, percorso educativo/formativo basato sul vissuto e sulla sua rielaborazione alla luce degli incontri formativi. 8.1 COMPLESSO DELLE ATTIVITÀ PREVISTE PER IL RAGGIUNGIMENTO DEGLI OBIETTIVI AREA DI INTERVENTO Donne con minori a carico e donne in difficoltà (A 11) SEDE Caritas diocesana novarese Novara,Via Pier Lombardo, 4 cod 278 OBIETTIVO SPECIFICO A.1-B.1-C.1 Azione A.1-B.1-C.1 Buona accoglienza interculturale Attività A.1.1- B 1.1 Ricerca antropologica Descrizione dettagliata I giovani in SCVGG, supervisionati dalla responsabile del centro, effettuano ricerche di tipo antropologico culturale sui paesi di provenienza delle donne con bambini, per conoscere e comprendere: i modelli educativi, di relazione con le proprie comunità e di accoglienza del differente (straniero). 7

8 A1.2 Strategie di convivenza A 1.3- B.1.2 Prassi operative C.1 Nuovi strumenti educativi La presenza di molte donne con bambini provenienti da differenti culture richiede la preparazione di laboratori finalizzati a garantire le relazioni interculturali. Si avvieranno dei gruppi di lavoro con donne immigrate e volontarie al fine di costruire un buon approccio interculturale tenendo conto dei seguenti passaggi: relazione tra uguali (stessa nazionalità e percorso migratorio); relazione tra simili (differenti nazionalità di migranti); relazione tra differenti (migranti e autoctoni); Il fine ultimo, l integrazione dei migranti, deve passare attraverso le relazioni tra simili e la condizione di maternità, in contesto migratorio se debitamente sostenuta e strutturata, può facilitarne il raggiungimento. Le feste e i momenti d incontro tra le donne rappresentano la concreta espressione dei percorsi di approccio interculturale. A seguito della prima attività si deve approdare ad un documento sistematico che presenti anche una tabella di confronto culturale con l emersione delle diversità tra modelli culturali dei paesi d origine dei migranti e quelli italiani. I dati raccolti mediante le interviste effettuate sul campo con le donne accolte nel centro e le ricerche antropologiche, svolte entrambe dai giovani del SCVGG, daranno vita mediante un focus group: ad una verifica dell efficacia e dell efficienza delle attività svolte; a proposte per nuove prassi di accoglienza interculturale. Basandosi sui cinque sensi si vogliono implementare le attività cognitive che permettono ai bambini (età inferiore ai tre anni) di convivere fra loro e di entrare in rapporto con il mondo. L utilizzo dei cinque sensi rappresenta il sistema basilare di contatto tra bambini e tra mamma e questi. Per ogni bambino si costruirà un progetto individualizzato atto a sviluppare in maniera più efficace e equilibrata le proprie potenzialità cognitive. Come appendice alla ricerca antropologica si approfondirà l utilizzo dei cinque sensi (gusto, olfatto, tatto, vista e udito) preparando degli strumenti educativi per i bimbi. OBIETTIVO SPECIFICO B.2-C.2 Azione Attività Descrizione dettagliata B. 2.1 Riunioni di confrontoformazione alla vita del centro. B.2-C.2 Coinvolgimento dei giovani in SCNGG alla crescita dei volontari C.2.1 Coinvolgimento alle feste C.2.2 Divulgazione e rapporti con il CSV Durante le riunioni con le volontarie in cui ci si confronta sugli aspetti di accoglienza interculturale (vedi Obiettivo B.1.2) si cerca anche di stimolare la partecipazione e le motivazioni Coinvolgimento di tutta la comunità, alle attività preparatorie delle feste interculturali del centro. Si chiederà alle donne di invitare anche amiche o vicine di casa per promuovere la famigliarità nella struttura. Il Centro Servizi Volontariato della Provincia di Novara invia ogni anno delle ragazze perché con il volontariato ottengano dei crediti formativi. Da un confronto con il CSV si vuole predisporre con la collaborazione dei ragazzi del SCNGG del materiale promozionale per essere divulgato. ATTIVITA OBIETTIVO SPECIFICO A.1-B.1 -C.1 Attività A.1.1-B.1.1 Ricerca antropologica A1.2 Strategie di convivenza A 1.3- B.1.2 Prassi operative C.1 Nuovi strumenti educativi OBIETTIVO SPECIFICO B.2-C.2 Attività B.2.1 Riunioni di confronto-formazione C.2.1 Coinvolgimento alle feste C.2.2 Divulgazione e rapporti con CSV PERIODO DI REALIZZAZIONE

9 AREA DI INTERVENTO Disagio adulti (A 12) SEDE Caritas diocesana novarese 1 Novara, Via Ansaldi, 4 cod OBIETTIVO SPECIFICO A.1 Azione Attività Descrizione dettagliata A.1.1 A.1 Nuova postazione di ascolto Miglioramento qualità dell ascolto A.1.2 Accoglienza A.1.3 Incontri con i Centri di Ascolto parrocchiali OBIETTIVO SPECIFICO B.1 Azione Attività Descrizione dettagliata B.1.1 Ricerca formativa B.1 Miglioramento delle capacità relazionali B.1.2 Confronto e sostegno quotidiano B.1.3 Preparazione attività formative Aggiunta di una nuova postazione di ascolto presso il Centro d Ascolto Caritas per poter aumentare il tempo che si dedica all ascolto di ogni singolo caso. I giovani del SCNGG effettueranno i servizi di ascolto sempre in appoggio a volontari esperti o responsabili della Caritas. La crescita delle richieste d intervento o aiuto richiedono un notevole sforzo organizzativo ed umano perché necessitano l elaborazione di progetti individualizzati e l accompagnamento delle persone. Per la preparazione dei progetti individualizzati (insieme di azioni che si mettono in campo nella relazione d aiuto) risulta necessario incontrare la persona in condizioni di disagio per un numero minimo di 4 incontri. Dopo questi ascolti sono necessarie circa 5-6 ore di confronto (responsabile, volontari, giovani SCNGG) per considerare le diverse percezioni sul caso e altrettante ore per contattare le strutture pubbliche o private che possono, all interno del progetto individuale, garantire alcune azioni. Con un responsabile e i volontari del SCN GG si effettueranno delle visite in ogni Centro d Ascolto parrocchiale per conoscere la loro operatività e per proporre, sulla base di quanto si svolge al Centro d Ascolto Caritas, miglioramenti nelle: modalità di accoglienza del povero; tecniche di ascolto del povero; modalità di costruzione dei progetti individualizzati; Questi incontri permettono inoltre la circolazione delle informazioni sull evoluzione delle povertà presenti sul territorio. A seguito degli incontri con i vari Centri d Ascolto si stenderà un prontuario di tecniche, modalità operative e trucchi comunicativi per sostenere le strutture nel loro servizio. Nella stesura del testo ci sarà un inevitabile contaminazione positiva dovuta alla formazione ricevuta dai giovani in servizio civile Garanzia Giovani. I giovani del SCNGG verranno supervisionati dal vice direttore Caritas in una ricerca per individuare le caratteristiche delle povertà oggi, ma anche delle attività formative più adatte per sostenere i volontari. Il giovani in SCNGG collaboreranno con i volontari, durante i momenti di riflessione-approfondimento di ogni caso personale, all analisi del caso offrendo: una differente visione del caso personale con una prospettiva più moderna ; al volontario l occasione per il confronto che stimolerà l azione auto formativa del giovane. Il giovane del SCNGG aiuterà il responsabile del Centro d Ascolto Caritas, e gli altri operatori dell ente, nella preparazione di attività formative più adatte ai bisogni dei volontari. Aumento della frequenza degli incontri. 9

10 ATTIVITA OBIETTIVO SPECIFICO A.1 Attività A.1.1 Nuova postazione di ascolto A.1.2 Accoglienza A.1.3 Incontri con CdA cittadini OBIETTIVO SPECIFICO B.1 Attività B.1.1 Ricerca formativa B.1.2 Confronto e sostegno quotidiano B.1.3 Preparazione attività formative PERIODO DI REALIZZAZIONE AREA DI INTERVENTO Disagio adulti (A 12) SEDE Caritas diocesana novarese Novara, Via San Gaudenzio, 11 cod.279 OBIETTIVO SPECIFICO B.1- C.1 Azione Attività Descrizione dettagliata B.1 Incontri con giornalista B.1-C.1 Divulgare la realtà della povertà nel territorio C.1.1 Rassegna stampa C.1.2 Articoli giornalistici Con una serie d incontri con un giornalista della stampa diocesana si cercherà di trasmettere al giovane la capacità di far emergere la notiziabilità e di saper leggere alcuni aspetti (dati, tabelle ecc.), prodotti dai vari Centri d Ascolto. Il momento formativo sarà effettuato in concomitanza con articoli redatti dal direttore della Caritas o da suoi collaboratori. Ricerca sui giornali del territorio di tutti gli articoli inerenti lo sviluppo del disagio e delle povertà sul territorio con particolare riguardo agli aspetti quantitativi e qualitativi. Per aumentare la divulgazione, specialmente presso i giovani, delle povertà presenti nel territorio e della fragilità della natura umana (come si può cadere nella povertà) si deve partire da una conoscenza più approfondita dei mezzi di comunicazione sociale. Preparazione in collaborazione con i giovani del SCNGG di un articolo giornalistico ogni due mesi e aggiornamento del sito ATTIVITA OBIETTIVO SPECIFICO B1-C.1 Attività B.1 Incontri con giornalista C.1.1 Rassegna stampa C.1.2 Articoli giornalistici PERIODO DI REALIZZAZIONE RISORSE UMANE COMPLESSIVE NECESSARIE PER L ESPLETAMENTO DELLE ATTIVITÀ PREVISTE, CON LA SPECIFICA DELLE PROFESSIONALITÀ IMPEGNATE E LA LORO ATTINENZA CON LE PREDETTE ATTIVITÀ. AREA DI INTERVENTO -Donne con minori a carico e donne in difficoltà (A 11) Sede Caritas diocesana novarese Novara, Pier Lombardo, 4 cod 278 Numero Professionalità Elenco attività in cui è coinvolto 1 Coordinatrice A1.1-B1.1; A 1.2;A1.3-B1.2;B.2.1; C.2.1; C.2.2; 1 educatrice prima infanzia A1.1; A1.2, A1.3-B.1.2; C.1; B.2.1; C.2.1; C.2.2; 1 educatrice A1.1; A1.2, A1.3-B.1.2; C.1; B.2.1; C.2.1; C.2.2; 6 mediatrici interculturali A1.1; A1.2, A1.3; B.2.1; C.2.1; 3 infermiere professionali A.1.1; A1.2; A1.3; C maestre elementari A1.2, A1.3-C.1.1, C.1.2; C.2.1, C volontari A1.1-B1.1; A 1.2;A1.3-B1.2;B.2.1; C.2.1; C.2.2; 1 Persona delle pulizie 10

11 AREA DI INTERVENTO - Disagio adulti (A 12) Sede Caritas diocesana novarese 1 Novara, Via Ansaldi, 4 cod Numero Professionalità Elenco attività in cui è coinvolto 1 Vicedirettore Caritas A.1.1; A.1.2;A.1.3; B.1.1;B.1.2; B Responsabile C.dA A.1.1; A.1.2;A.1.3; B.1.2, B Educatore professionale A.1.1; A.1.2;A.1.3; B.1.2, B Assistente sociale A.1.1; A.1.2;A.1.3; B.1.2, B mediatrici interculturali A.1.1; A.1.2;A volontari A.1.1; A.1.2;A Persona delle pulizie AREA DI INTERVENTO - Disagio adulti (A 12) Sede Caritas diocesana novarese Novara, Via San Gaudenzio, 11 cod.279 Numero Professionalità Elenco attività in cui è coinvolto 1 Vicedirettore Caritas B.1;C.1.1;C Responsabile C.dA B.1;C.1.1;C operatrice pastorale (suora) B.1;C.1.1;C segretaria 1 Assistente sociale B.1;C.1.1;C mediatrici interculturali 20 Volontari 1 Persona delle pulizie Per ogni SCNGG che presterà servizio presso le sedi sopra descritte si affiancherà per due ore giornaliere un dipendente del personale per indirizzarlo e sostenerlo operativamente (vedi anche punto 23). Totale personale retribuito:12 Totale personale volontario: circa RUOLO ED ATTIVITÀ PREVISTE PER I VOLONTARI NELL AMBITO DEL PROGETTO. SEDE Caritas diocesana novarese Novara, Pier Lombardo, 4 cod 278 Obiettivi (cfr punto 7): Obiettivo A.1-B.1-C.1 Piano di attuazione A.1.1 Ricerca antropologica A1.2 Strategie di convivenza A 1.3- B.1.2 Prassi operative C.1 Nuovi strumenti educativi Descrizione delle attività e del ruolo dei giovani in servizio civile I volontari del SCNGG supervisionati dalla responsabile e dalle mediatrici interculturali del centro effettuano ricerche di tipo antropologico culturale sui paesi di provenienza delle donne con bambini per conoscere: i modelli educativi, di relazione con le proprie comunità e di accoglienza del differente (straniero). I giovani in SCNGG collaborano alla sistematizzazione e produzione di una tabella di confronto culturale basata anche sulle loro esperienze sul campo. Incontrare le donne accolte dal centro per effettuare interviste (griglia predisposta dalle mediatrici su indicazioni della coordinatrice) utili all elaborazione di nuove prassi operative. Partecipazione al focus group finalizzato ad elaborare i risultati della ricerca antropologica e delle interviste per preparare nuovi protocolli di accoglienza interculturale. I volontari del SCNGG come appendice alla ricerca antropologica collaboreranno ad approfondire l utilizzo dei cinque sensi (gusto, olfatto, tatto, vista e udito) per preparare degli strumenti educativi per i bimbi quali per esempio i libri tattili o degli strumenti musicali. Ogni bambino riceverà alla fine del percorso il suo libro tattile con stoffe, immagini, carte di varia consistenza ecc. da condividere con la propria madre. Si ricercheranno anche delle fiabe con forti significati educativi e delle musiche che abbinandosi, permetteranno di comprendere al meglio il sistema culturale del luogo di provenienza. I volontari parteciperanno anche alla produzione 11

12 Obiettivo B.2.-C.2 C.2.1 Riunioni di confrontoformazione C.2.1 Coinvolgimento alle feste C.2.2 Divulgazione e rapporti con il CSV di strumenti musicali poveri tipici di alcuni paesi di provenienza dei migranti. Mediante queste strumenti educativi si avranno vantaggi comunicativi-relazionali tra le mamme e i volontari. Durante le riunioni con le volontarie, a cui partecipano i giovani in SCNGG, si rifletterà in gruppo sulle ricerche antropologiche e sulle possibili implicazioni. I volontari del SCNGG come le volontarie parteciperanno alle attività preparatorie delle feste interculturali del centro. Anche loro potranno invitare amici, conoscenti famigliari ecc. I giovani in SCNGG collaboreranno alla stesura del materiale promozionale (contenuto e forma grafica) da divulgare nelle scuole. SEDE Caritas diocesana novarese 1 Novara, Via Ansaldi, 4 cod Obiettivi (cfr punto 7): Obiettivo A.1 Piano di attuazione A.1.1 Nuova postazione di ascolto A.1.2 Accoglienza A.1.4 Incontri con i centri di Ascolto parrocchiali Obiettivo B.1 Descrizione delle attività e del ruolo dei giovani in servizio civile Non è prevista l opera del volontario del Servizio Civile Nazionale. Il giovane in SCNGG collaborerebbe all elaborazione di progetti individualizzati e all accompagnamento delle persone. Per la preparazione dei progetti individualizzati (insieme di azioni che si mettono in campo nella relazione d aiuto) risulta necessario incontrare la persona in condizioni di disagio per un numero minimo di 4 incontri. Dopo questi ascolti sono necessarie circa 5-6 ore di confronto (responsabile, volontari, giovani SCNGG) per considerare le diverse percezioni sul caso e altrettante ore per contattare le strutture pubbliche o private che possono, all interno del progetto individuale, garantire alcune azioni. Con un responsabile il volontario del SCNGG effettuerà una visita in ogni Centro d Ascolto parrocchiale per conoscere la loro operatività e per proporre, sulla base di quanto si svolge al Centro d Ascolto Caritas, miglioramenti organizzativi e nelle strategie relazionali. Verrà chiesto al giovane di testimoniare come si opera al Centro d Ascolto Caritas. Nella stesura di un prontuario di tecniche, modalità operative e trucchi comunicativi per sostenere i vari centri d ascolto nel loro servizio vi sarà un inevitabile contaminazione positiva data dai giovani in SCV. B.1.1 Ricerca formativa B.1.2 Confronto e sostegno quotidiano B.1.3 Preparazione attività formative Ai giovani del SCNGG verrà affidata una ricerca tra le realtà ecclesiali italiane per individuare: le caratteristiche delle povertà oggi; quali attività formative sono più adatte per sostenere i volontari. Il giovane in SCNGG collaborerà con i volontari, durante i momenti di riflessioneapprofondimento di ogni caso personale, all analisi del caso offrendo: una differente visione del caso personale con una prospettiva più moderna ; al volontario l occasione per il confronto che si vuole anche auto formativo per il giovane. Il giovane del SCNGG aiuterà il responsabile del Centro d Ascolto Caritas e gli altri operatori dell ente nella preparazione di attività formative più adatte ai bisogni dei volontari. SEDE Caritas diocesana novarese Novara, Via San Gaudenzio, 11 cod.279 Obiettivo B.1-C.1 B.1 Incontri con giornalista Con una serie d incontri con un giornalista della stampa diocesana si cercherà di trasmettere ai giovani la capacità di far emergere la notiziabilità e di saper leggere alcuni aspetti (dati, tabelle ecc.), prodotti dai vari Centri d Ascolto. Il momento formativo sarà effettuato in concomitanza con articoli redatti dal direttore della Caritas o da suoi collaboratori. 12

13 C.1.2 Rassegna stampa C.1.3 Articoli giornalistici Ricerca sui giornali del territorio di tutti gli articoli inerenti lo sviluppo del disagio e delle povertà sul territorio con particolare riguardo agli aspetti quantitativi e qualitativi. Per aumentare la divulgazione, specialmente presso i giovani, delle povertà presenti nel territorio e della fragilità della natura umana (come si può cadere nella povertà) si deve partire da una conoscenza più approfondita dei mezzi di comunicazione sociale. Preparazione in collaborazione con i giovani del SCNGG di un articolo giornalistico al e aggiornamento del sito 9) Numero dei volontari da impiegare nel progetto: Il numero di volontari da impiegare è 5. 10) Numero posti con vitto e alloggio: N. posti:0 Modalità di fruizione del vitto e dell alloggio: Sedi di attuazione indicate alla voce 16 dove sono collocati i posti con vitto e alloggio (indicare il codice sede e il numero di posti con V/A): 11) Numero posti senza vitto e alloggio: Il numero di posti senza vitto e alloggio è 5 12) Numero posti con solo vitto: N. posti:0 Modalità di fruizione del vitto: Sedi di attuazione indicate alla voce 16 dove sono collocati i posti con solo vitto (indicare il codice sede e il numero di posti con vitto): 13) Numero ore di servizio settimanali dei volontari, ovvero monte ore annuo: Il numero di ore settimanali è di 30 ore 14) Giorni di servizio a settimana dei volontari (minimo 5, massimo 6): Il numero di giorni di servizio settimanali è di 5 15) Eventuali particolari obblighi dei volontari durante il periodo di servizio: Questa voce è stata oggetto di limitazioni in sede di valutazione da parte del Dipartimento della Gioventù e del Servizio Civile Nazionale 13

14 Partecipazione al percorso formativo previsto a livello diocesano e ai corsi di formazione residenziali che, a seconda dei progetti approvati e finanziati dal Dipartimento della Gioventù e del Servizio Civile Nazionale, potranno essere organizzati anche d intesa con altre Caritas diocesane della stessa regione, anche fuori dal comune e della provincia ove si svolge il proprio progetto, in date e luoghi che verranno comunicati al Dipartimento prima dell avvio del progetto. Partecipazione ai momenti di verifica dell esperienza di servizio civile con la Caritas diocesana e/o le sedi di attuazione svolti su base periodica (quindicinale-mensile) e previsti a metà e a fine servizio con momenti residenziali in date e luoghi che verranno tempestivamente comunicati al Dipartimento. Disponibilità alla partecipazione ai momenti formativi e di verifica e monitoraggio anche se svolti di sabato e di domenica o in altri giorni festivi. Disponibilità al trasferimento temporaneo della sede in caso di eventi di formazione, aggiornamento e sensibilizzazione (es. 12 marzo: incontro nazionale giovani in servizio civile). 14

15 CARATTERISTICHE ORGANIZZATIVE 16) Sede/i di attuazione del progetto, Operatori Locali di Progetto e Responsabili Locali di Ente Accreditato N. Sede di attuazione del progetto Comune Indirizzo Cod. ident. sede N. vol. per sede Nominativi degli Operatori Locali di Progetto Cognome e nome Data di nascita C.F. Nominativi dei Responsabili Locali di Ente Accreditato Cognom e e nome Data di nascita C.F Caritas Diocesana Novarese Caritas Diocesana Novarese 1 Caritas Diocesana Novarese Novara Via Pier Lombardo, Novara Via Ansaldi, Menis Daniela Garbellini Angiolino Novara Via San Gaudenzio, Parisi Marco 15

16 17) Eventuali attività di promozione e sensibilizzazione del servizio civile nazionale: L azione di promozione del servizio civile volontario rientra in un iniziativa allargata di promozione generale del servizio civile e del patrimonio dell obiezione di coscienza di Caritas Italiana. La campagna permanente di promozione del servizio civile si propone di sensibilizzare l opinione pubblica ai valori della solidarietà, della pace, della nonviolenza e della mondialità e in particolare alle possibilità offerte dal servizio civile e/o altre forme di impegno civile dei giovani. ATTIVITÀ PERMANENTI DI PROMOZIONE E SENSIBILIZZAZIONE A LIVELLO NAZIONALE Sito Caritas Italiana Foglio informativo quindicinale on line Informa Caritas di Caritas Italiana Mensile della Caritas Italiana Italia Caritas Sito del Tavolo Ecclesiale sul Servizio Civile Sito della Rete Caschi Bianchi (per il servizio all estero) Progetto di promozione del servizio civile in collaborazione con l Azione Cattolica Italiana, presso i gruppi giovanili diocesani dell Azione Cattolica. Stampa di pieghevoli, poster sul servizio civile. Incontro nazionale dei giovani in servizio civile in occasione di San Massimiliano martire (12 marzo). Marcia per la pace (31 dicembre) organizzata dall Ufficio nazionale CEI per i problemi sociali e il lavoro, Pax Christi e Caritas Italiana. In collaborazione con la Conferenza Nazionale Enti per il Servizio Civile (CNESC), di cui la Caritas Italiana è socio, presentazione pubblica del rapporto annuale degli enti membri della CNESC. ATTIVITA DI PROMOZIONE E SENSIBILIZZAZIONE A LIVELLO LOCALE SVOLTE PRIMA DELL AVVIO DEL PROGETTO A cura della Caritas Diocesana di Novara (per un totale di ore/anno 100): Inserzioni e articoli promozionali sulle testate giornalistiche locali Mailing list della Caritas diocesana di Novara Informazioni sul sito Locandine e brochure promozionali Interventi di presentazione del progetto nelle televisioni locali Incontri con gruppi (comunità parrocchiali, oratori, associazioni) Offerta di periodi di tirocinio e partecipazione volontaria alle attività della Sede Partecipazione a eventi rivolti ai giovani e presentazione di testimonianze. Totale ore dedicate prima dell avvio del progetto: 50 ATTIVITA DI PROMOZIONE E SENSIBILIZZAZIONE A LIVELLO LOCALE SVOLTE DURANTE LO SVOLGIMENTO DEL PROGETTO A cura della Caritas Diocesana di Novara (per un totale di ore/anno 200): Inserzioni e articoli informativi sulle testate giornalistiche locali Mailing list della Caritas diocesana di Novara Informazioni sul sito Interventi di presentazione dell avanzamento del progetto nelle televisioni locali Incontri informativi con gruppi (comunità parrocchiali, oratori, associazioni) Partecipazione a eventi rivolti ai giovani e presentazione di testimonianze. Sito Web, Caritas Diocesana Torino Totale ore dedicate durante il servizio civile: 50 Totale complessivo ore di promozione e sensibilizzazione:

17 18) Criteri e modalità di selezione dei volontari: 19) Ricorso a sistemi di selezione verificati in sede di accreditamento (eventuale indicazione dell Ente di 1^ classe dal quale è stato acquisito il servizio): 20) Piano di monitoraggio interno per la valutazione dell andamento delle attività del progetto: Si rinvia al sistema di monitoraggio e valutazione verificato in sede di accreditamento. Inoltre per quanto concerne il monitoraggio, la verifica e la valutazione dell esperienza dei volontari in servizio civile si prevedono alcuni momenti di incontro con tutti i giovani partecipanti al progetto: - incontro di metà servizio (al 5-6 ); - incontri periodici (quindicinali o mensili) di alcune ore ciascuno svolti a livello diocesano; - incontro di fine servizio (al 12 ); Durante gli incontri verranno proposte attività di gruppo finalizzate alla verifica e alla rilettura dell esperienza. Durante gli stessi momenti a inizio, metà e fine servizio, verrà distribuito un questionario come previsto dal sistema di monitoraggio accreditato. 21) Ricorso a sistemi di monitoraggio verificati in sede di accreditamento (eventuale indicazione dell Ente di 1^ classe dal quale è stato acquisito il servizio): SI 22) Eventuali requisiti richiesti ai canditati per la partecipazione al progetto oltre quelli richiesti dalla legge 6 marzo 2001, n. 64: Non sono richiesti particolari requisiti. 23) Eventuali risorse finanziarie aggiuntive destinate in modo specifico alla realizzazione del progetto: 24) Eventuali reti a sostegno del progetto (copromotori e/o partners): 25) Risorse tecniche e strumentali necessarie per l attuazione del progetto: CARATTERISTICHE DELLE CONOSCENZE ACQUISIBILI 26) Eventuali crediti formativi riconosciuti: Convenzione collettiva per tirocini curriculari, tirocini extracurriculari formativi e di orientamento, tirocini professionalizzanti con Università degli Studi di Bergamo 17

18 Convenzione di tirocinio di formazione ed orientamento con Università degli studi di Genova-Facoltà di Scienze Politiche Convenzione per tirocini di formazione e orientamento curriculari con Università di Pisa-Dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere Convenzione quadro per tirocini di formazione e orientamento con Università degli Studi di Roma La Sapienza 27) Eventuali tirocini riconosciuti : Convenzione collettiva per tirocini curriculari, tirocini extracurriculari formativi e di orientamento, tirocini professionalizzanti con Università degli Studi di Bergamo Convenzione di tirocinio di formazione ed orientamento con Università degli studi di Genova-Facoltà di Scienze Politiche Convenzione per tirocini di formazione e orientamento curriculari con Università di Pisa-Dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere Convenzione quadro per tirocini di formazione e orientamento con Università degli Studi di Roma La Sapienza 28) Competenze e professionalità acquisibili dai volontari durante l espletamento del servizio, certificabili e validi ai fini del curriculum vitae: Per tutti coloro che concludono il Servizio Civile è previsto il rilascio di un attestato da parte di Caritas Italiana in cui vengono riportate la tipologia del servizio svolto e le competenze che vengono conseguite durante il servizio (modello consegnato al Dipartimento da Caritas Italiana). La singola Caritas diocesana rilascia su richiesta dell interessato e per gli usi consentiti dalla leggeulteriore documentazione più dettagliata e particolareggiata. Le stesse competenze sono riconosciute e certificate mediate il rilascio di un attestato da parte dell Ente terzo CGM - Consorzio Nazionale della Cooperazione di Solidarietà Sociale Gino Mattarelli, come da convenzione allegata. Il progetto consente l'acquisizione delle seguenti competenze riconosciute e certificate da Caritas Italiana e dall ente terzo CGM - Consorzio Nazionale della Cooperazione di Solidarietà Sociale Gino Mattarelli : COMPETENZE TRASVERSALI - Costruire messaggi chiari, al fine di fornire informazioni corrette ai giovani interessati alle attività organizzate dall associazione. - Adottare stili di comportamento propositivi, improntati alla cordialità e alla cortesia. - Collaborare con i professionisti coinvolti nel progetti, in relazione ai propri compiti e ai risultati da raggiungere. - Integrarsi con altre figure/ruoli professionali e non. - Adeguarsi al contesto: linguaggio e atteggiamenti, rispetto delle regole e orari. - Gestire la propria attività con la dovuta riservatezza ed eticità. - Controllare la propria emotività rispetto alla sofferenza. - Lavorare in team per produrre risultati collettivi. - Assumere le necessarie decisioni gestionali in sufficiente autonomia, seppur nell ambito di sistemi e procedure già calibrati e condivisi. - Collaborare con il Personale dell Ente e con i colleghi. COMPETENZE SPECIFICHE Giovani - Costruire messaggi chiari, al fine di fornire informazioni corrette ai giovani interessati alle attività organizzate dall associazione. - Adottare stili di comportamento propositivi, improntati alla cordialità e alla cortesia. - Trasmettere ai giovani valori positivi e socialmente riconosciuti, riproducibili nel contesto sociale. 18

19 - Mediare i rapporti e le relazioni con i giovani utilizzando codici linguistici chiari e comprensibili per la generazione di riferimento. - Informare il giovane dei servizi presenti sul territorio. Esclusione giovanile - Applicare tecniche di animazione, socializzazione e di gioco per favorire l integrazione dei singoli e dei gruppi. - Accompagnare e supportare il giovane e il minore nell attività di studio e ricreativa. - Collaborare alla conduzione di attività di socializzazione, di ricostruzione della rete relazionale - Mediare i rapporti con il giovane. - Applicare tecniche di stimolazione cognitiva - Utilizzare tecniche specifiche di animazione: attività di intrattenimento (giochi, musica, films ecc ); supporto ad attività scolastiche; attività sportive; attività occupazionali (disegno, patchwork, manipolazione creta, pittura); attività culturali (visite e gite, raccolta storie personali, drammatizzazione), sostegno ai legami familiari (feste, accompagnamento), supporto ad attività a valenza assistenziale (riattivazione individuale - stimolazione cognitiva in senso lato). - Conoscere le tecniche di gestione di dinamiche di gruppo all interno del gruppo dei pari degli adolescenti. - Conoscere le tecniche di gestione di un gruppo di adolescenti nelle attività ludico-sportive. - Conoscere le tecniche di rapporto con giovani e minori con problematiche di tipo sociale in atto - Saper informare il giovane dei servizi presenti sul territorio - Possedere la capacità di accompagnare i minori stranieri nelle attività di animazione e socializzazione. Abbandono scolastico - Saper educare alla frequenza scolastica - Promuovere il valore socio-culturale dell istruzione - Responsabilizzare il minore all importanza dell assolvimento dell obbligo scolastico - Valorizzazione la scuola e le agenzie socializzanti. Devianza sociale - Possedere una conoscenza generale delle problematiche del territorio in relazione alla violazione delle regole sociali da parte di persone escluse o a rischio di esclusione; - Acquisire una conoscenza di base sulle modalità di assistenza legale per tali fasce (gratuito patrocinio); Tossicodipendenti ed etilisti - Possedere una conoscenza generale sulle patologie, sulle cause psicologiche e sociali del disagio e sulle modalità relazionali adeguate ai casi di tossicodipendenza ed etilismo - Acquisire una conoscenza di base sull analisi delle richieste e sulla lettura dei bisogni espressi e inespressi della persona - Applicare le principali norme igieniche, di sicurezza e di primo soccorso. - Collaborare all applicazione di tecniche di animazione e di socializzazione per favorire l integrazione dei singoli e dei gruppi. - Conoscere le tecniche di analisi delle richieste e di lettura dei bisogni espressi e inespressi della persona - Collaborare ai processi educativi e di crescita della persona in situazione di disagio. Donne con minori a carico e in difficoltà - Conoscere i diritti della donna e del minore - Saper analizzare le situazioni di disagio e i primi interventi necessari. - Collaborare con la donna in difficoltà e il minore a carico nelle attività di vita quotidiana. - Applicare tecniche di animazione e socializzazione per favorire l integrazione dei singoli - Collaborare alla conduzione di attività di socializzazione e di ricostruzione della rete relazionale. Disagio adulto - Riconoscere le problematiche specifiche legate al disagio (immigrazione, problemi legali, problemi sanitari) - Collaborare a identificare metodologie di intervento. - Possedere una capacità di interazione con soggetti svantaggiati e in difficoltà socio economica. - Applicare tecniche di animazione, socializzazione per favorire l integrazione dei singoli - Collaborare alla conduzione di percorsi individualizzati di accompagnamento nella soluzione del disagio. - Sviluppare la capacità di ascolto empatico. - Avere la capacità di risposta a situazioni di ansia o disperazione. - Controllare la propria emotività rispetto alla sofferenza. - Saper collaborare in un servizio di mensa per persone disagiate - Acquisire elementi di base per l analisi delle richieste e la lettura di bisogni espressi e inespressi della persona Immigrazione e profughi - Conoscere i principali aspetti della normativa sull immigrazione. - Collaborare alla conduzione di attività di socializzazione, di ricostruzione della rete relazionale. - Possedere capacità di accoglienza e ascolto degli stranieri (minori e adulti) provenienti da qualsiasi paese. 19

20 - Possedere capacità di relazione con persone portatrici di culture diverse. Possedere capacità di negoziazione interculturale. Formazione generale dei volontari 29) Sede di realizzazione: DELEGAZIONE REGIONALE CARITAS DEL PIEMONTE E VALLE D AOSTA GRUPPO PACE Corso Mortara 46/c TORINO 30) Modalità di attuazione: La formazione è effettuata in proprio, presso l Ente, con formatori dell Ente 31) Ricorso a sistemi di formazione verificati in sede di accreditamento ed eventuale indicazione dell Ente di 1^ classe dal quale è stato acquisito il servizio: SI 32) Tecniche e metodologie di realizzazione previste: A partire dai contenuti previsti per la formazione generale nella circolare Linee guida per la formazione generale dei volontari, ed il sistema di formazione verificato in sede di accreditamento, il percorso di formazione generale si attua con le seguenti tecniche e metodologie. Metodologia Per ogni obiettivo formativo viene considerato: - la coscientizzazione: essere/divenire consapevoli di sé, dell altro, del mondo - dalla conoscenza della realtà al saper comunicare la realtà - dal sapere di essere nella realtà al saper stare nella realtà - dal saper fare al saper fare delle scelte - dallo stare insieme al cooperare ed in relazione a questi livelli la dimensione: - individuale della persona - la famiglia, il gruppo, la comunità di appartenenza - la società, il mondo attraverso: - lezioni frontali (non meno del 30% delle 42 ore); - elaborazione dei vissuti personali e di gruppo, simulazioni, lavori in gruppo e riflessioni personali (non meno del 40% delle 42 ore); - testimonianze e/o visite ad esperienze significative Articolazione della proposta di formazione previste; totale nei primi sei mesi dall avvio del progetto: 42 ore. La proposta è articolata in un percorso di formazione caratterizzato da: - corso di inizio servizio di alcune giornate nel primo di servizio. - incontri di formazione permanente di alcune ore o al massimo di 1-2 giornate ciascuno nei mesi successivi. Numero verifiche previste e relativi strumenti utilizzati anche per la misurazione dei livelli di apprendimento raggiunti; 20

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