Unione bancaria: ancora un working progress
|
|
- Emma Valli
- 8 anni fa
- Visualizzazioni
Transcript
1 Unione bancaria: ancora un working progress di Giuseppe G. Santorsola* 1. PREMESSA Il 2014 si prospetta anno critico in senso greco cioè decisivo per il futuro del sistema bancario. Critico peraltro anche in senso italiano corrente (cioè difficile) in quanto l intero periodo sarà pervaso dagli stress test sulla salute e la solidità degli istituti principali. Si è parlato al riguardo di comprehensive assessment quale sommatoria del meccanismo di risoluzione (SRM), della revisione qualitativa (AQR) e degli stress test (ST). Taluni reputano tuttavia che, a monte di tale processo, sia ancora necessario intervenire sulle 3 U (le Unioni all interno della Comunità) e cioè quelle Monetaria, Bancaria e Fiscale, essendo la terza la più debole e la prima indebolita dall assenza finora delle altre due. Marco Onado ha parlato al riguardo di zoppia della UE. L attesa delle analisi condotte dalla BCE comporta anche l accentuazione di interventi ex ante delle Banche Centrali Nazionali per risolvere in anticipo alcuni casi (circa una decina in Italia) al fine di eludere un giudizio negativo a livello comunitario. La situazione peraltro si presenta complessa poiché non è certo quale sia l Authority che possa decidere in caso di interventi necessari, essendo in discussione addirittura tre soluzioni, quella nazionale, quella comunitaria e quella di un Resolution Board specifico. Tuttavia, l impianto dell Unione Bancaria Europea si presenta come scelta istituzionale assodata, possibile pilastro per il consolidamento di tutta la UE e struttura indispensabile per rafforzare i mercati finanziari comunitari nel loro complesso. Probabilmente il perimetro è ancora più ampio quando si pensi al complesso rapporto fra crisi bancarie, dei debiti sovrani e di alcuni Paesi sovrani, nonché alla funzione bancaria creditizia pericolosamente in riduzione (credit crunch). Si tratterà di conciliare un insieme di fattori di difficile coordinamento anticipati in passato da Tommaso Padoa-Schioppa (già delineati nel 1999 come percorso difficile) e ripresi recentemente da Andrea Sironi nella rivista della SDABocconi: 1. libera circolazione internazionale di beni e servizi; 2. libera circolazione internazionale dei capitali; 3. un sistema di tassi di cambio fissi; 4. politiche monetarie indipendenti. Si tratta di quattro fattori di grande utilità per sviluppo e stabilità economica, difficilmente massimizzabili. Spesso nelle scienze economiche, si tenta di fissare una delle variabili per evitarne i riflessi e diminuire il numero delle alternative di governo delle altre. Nello spazio della UE, si è cercato nel tempo di lavorare in tal senso sulle prime tre, con il MEC e la CEE per la circolazione dei beni e servizi, con le riforme degli anni 80 per quella dei capitali e con il Trattato di Maastricht che ha trasformato lo SME nel sistema dell. In tutto ciò è mancato il successo nella gestione della quarta variabile, laddove ciascun Paese ha mantenuto diverse autonomie nella gestione della politica monetaria, soprattutto a vantaggio delle proprie condizioni e senza tener conto delle situazioni altrui, in particolare nelle fasi congiunturali più difficili. In particolare appaiono deboli i seguenti fattori: - la moneta è unica, ma non esiste ancora un autorità monetaria unica, essendo la BCE l istituto di emissione, ma condizionato nella politica monetaria; - le politiche fiscali non sono compatte, concedendo libertà ai singoli Paesi che si risolvono a detrimento di altri; - le scelte di politica economica non sono coese, nonostante i vincoli dei parametri del Trattato; - ogni entità ha selezionato scelte differenziate, soprattutto in momenti distinti. La crisi economica ha reso più evidenti le debolezze ricordate; tralasciando l improponibile (tecnicamente) modifica del sistema della moneta unica ed essendo ormai diffuse la libera circolazione di beni e capitali (forse meno quelle dei servizi e delle 2
2 risorse umane), restano mutevoli, sciolte e, quindi, incoerenti le politiche fiscali, economiche e monetarie, una triade troppo importante per non generare conseguenze vincolanti sull evoluzione di Eurozona e della UE (cui manca ovviamente il vincolo della moneta unica). Non senza dubbi sull efficienza ex post, i tentativi di affinamento sono iniziati nei segmenti monetario e bancario. In queste note si analizzerà il solo contesto dell Unione Bancaria, necessariamente inquadrato peraltro nel complesso sistema sopra delineato. Ne costituiscono i contorni ancora incerti la scelta non assunta se privilegiare una soluzione strutturale o la predisposizione di un paracadute del sistema, la percezione per gli operatori della condizione di fallibilità in quanto imprese oppure di quella di protezione (too big to fail) e, infine, la creazione di un sistema di intervento (backstop) che sia rapido e non l esito del coordinamento di molte autorità. 2. L UNIONE BANCARIA EUROPEA: contorni e limiti nel 2014 Con lo sviluppo operativo dell accordo di Maastricht, sorsero CEBS, CESR e CEIOPS, mere aggregazioni delle Autorità di vigilanza nazionali. Nel 2011 esse furono trasformate in Autorità sovranazionali con poteri di intervento: EBA, ESMA ed EIOPA, poi coordinate dall ESA, alla luce della evidente sovrapposizione per soggetti e per oggetti dei campi di competenza giuridica delle tre strutture. Un primo esempio di cooperazione a livello comunitario risale già al 2011 quando l ESA costituì un Comitato Congiunto con l obiettivo di coordinare gli interventi di vigilanza a carico di EBA, ESMA e EIOPA, a livello di procedure di approvazione di prodotti e strumenti destinati alla diffusione presso il pubblico retail qualunque ne fosse la natura di prodotto o servizio, bancario, finanziario, assicurativo e previdenziale. L azione dell ESA è di profilo generale senza interferire nelle competenze di segmento coperte a loro volta dalle Direttive 2004/39/EC (MiFID), 2002/ 92/EC sulla mediazione assicurativa ( IMD ), 2009/138/EC Solvency II e la Payment Services Directive (PSD). È un tema di lungo orizzonte, forse non determinante per quest anno. Con il 2014 entrano in operatività anche regole europee per la Governance (istituzione e funzione dei comitati interni al c.d.a., maggiore coinvolgimento dei consiglieri, piani di formazione per i soggetti con ruoli chiave) e le Remunerazioni (rapporto 1:1 tra parte fissa e variabile anche per promotori e banker, rafforzamento della valutazione dei rischi ex post, correttivi sui bonus (con malus e clausole di clawback). Entra in vigore anche il requisito di capitale del common equity minimo del 7%, costituito dal 4,5% di base cui si aggiunge il 2,5% di conservazione del capitale. In realtà, avranno incidenza nel tempo in misura maggiore le misure relative ai fondi propri, al rischio di liquidità e alla leva finanziaria. Infine, dall viene rafforzata la funzione interna di compliance e risk management nella catena di controllo dei rischi, con maggiori responsabilità del c.d.a. e dell a.d. In quest ambito diviene obbligatoria l adozione di un modello per la determinazione della propensione al rischio. Infine, una trentina di banche europee - considerate too big to fail - potrebbero veder scattare la proibizione di effettuare operazioni di trading per conseguire profitti per proprio conto senza alcun legame con l attività dei clienti o quella di copertura dei rischi. Si tratterebbe di una replica parziale del modello della Volcker Rule, operativa nel contesto statunitense, come spesso in anticipo rispetto alle scelte UE. Saranno i supervisori bancari a decidere se certe attività di trading creino rischi sistemici da separare dal resto dell attività bancaria: l Eba fornirà indicazioni tecniche e l eventuale separazione sarà decisa al termine di un percorso predeterminato, potrà riguardare l attività di market making o di acquisto o vendita di derivati che sarebbero trasferiti in una entità con patrimonio separato. In tal caso la banca potrà continuare a vendere derivati standardizzati per coprire il rischio a gruppi assicurativi, società non finanziarie, fondi pensione con una esposizione che avrà dei limiti stabiliti. Fra i temi di maggiore interesse per i lettori prevalenti di queste note è necessario sottolineare tra i numerosi argomenti oggetto di cambiamento: - la richiesta per le banche minori di non prevedere contestualmente entrambe le figure dell amministratore delegato e del direttore generale; - la definizione di regole ex ante e trasparenti per le remunerazioni del personale rilevante (con ammontare retributivo superiore a 500ml e dei dipendenti che gestiscono il rischio (tra questi anche i promotori e i private banker); - la proporzione 1:1 tra componente fissa e variabile, salvo delibera a maggioranza qualificata dell assemblea per la scelta di un rapporto massimo 2:1; - l ipotesi di valutazione ex post dei rischi e del relativo pagamento con malus (cioè riduzione ex post in connessione a risultati, rischi e perdite), 3
3 clawback (restituzione della parte variabile fino al 50%) e retention (mantenimento nel tempo dei risultati). 3. IL MECCANISMO DI RISOLUZIONE DELLE CRISI BANCARIE Il titolo assegnato al paragrafo evidenzia un profilo conseguente al necessario compromesso del 18/12/13. Le scelte possibili concernono la prevenzione, la gestione e la risoluzione delle crisi bancarie; chiaramente si è prescelta la terza, lasciando al complesso della direttiva CRD IV gli aspetti prudenziali finalizzati alla prevenzione, restando invece mista la definizione del secondo momento. L approfondimento di questi contenuti è sviluppato nell articolo di De Chiara cui si rimanda. Il SRM prevede: 1) un ruolo residuale importante degli Stati membri nella sua governance; 2) un utilizzo sostanzialmente nullo del ESM, che continuerà a finanziare solo gli Stati in difficoltà e non le banche; 3) un bassissimo grado di mutualità del futuro fondo di risoluzione delle crisi bancarie almeno nei prossimi dieci anni, quando verranno raccolti dal sistema bancario circa 55mld (circa 1% dei depositi) che serviranno ad alimentarlo. La dimensione del fondo è peraltro minima considerando che negli ultimi sei anni le crisi bancarie europee hanno comportato invece interventi dei governi della UE per oltre miliardi; 4) l utilizzo prevalente di risorse private nel salvataggio degli istituti creditizi. L elemento centrale dell approccio europeo al meccanismo di salvataggio riguarda il principio dei bail-in. In altri termini, l onere delle crisi bancarie dall 1/1/2016 non ricadrà sugli Stati, e quindi sui contribuenti (bail-out), ma su azionisti, obbligazionisti e depositanti (se sopra la soglia dei 100ml ). Questi, infatti, saranno tenuti a coprire la prima perdita fino almeno all 8% degli attivi della banca. Di seguito entrerà in opera il SRM per un altro 5% e, solo dopo tale copertura, il bail-out potrà aiutare le banche in difficoltà, sempre che ciò venga consentito dall organo comunitario incaricato di gestire le crisi. Anche in ragione della dimensione contenuta del Fondo di risoluzione, il sistema approntato può svolgere un indubbio ruolo di sostegno di sicurezza per il sistema finanziario, ma non avrebbe efficienza risolutiva nel caso di crisi delle maggiori banche comunitarie. Con tutte le cautele, e non desiderando proporre alcuna ipotesi su specifiche banche, la struttura del fondo non è in grado di coprire rischi che si manifestassero prima del 2017 e non coprirebbe più esigenze parziali di alcune banche non maggiori, dovendosi supporre, come anticipato, che il primo 8% dei debiti non onorati sia coperto all interno del patrimonio e delle passività tipiche e che, quindi, la crisi sia adeguatamente grave rispetto alle dimensioni dell istituto coinvolto. 4. ALCUNE CONSEGUENZE MICRO- E MACRO-ECONOMICHE In quanto bail-in, il meccanismo dovrebbe limitare il moral hazard di chi investe nel capitale delle banche o gli fa credito senza donare adeguata attenzione ai rischi, ritenendoli garantiti dallo Stato. Non è tuttavia chiaro quanto l azzardo sia stato rilevante in questi anni, ricordando che gli azionisti delle banche salvate hanno comunque pagato un prezzo, laddove i corsi azionari si sono, almeno inizialmente, fortemente ridotti. Inoltre, i manager ritenuti responsabili del default sono sempre stati rimossi, anche se con il corredo delle liquidazioni contrattualmente previste. Le simulazioni effettuate evidenziano che in caso di crisi della dimensione di quelle registrate in questi anni sia gli obbligazionisti junior che senior, e in alcuni casi anche i depositanti (seppur solo quelli maggiori), verrebbero penalizzati dal SRM. Penalizzare questi creditori e sottrargli l assicurazione implicita comporta quasi certamente l aumento del costo della raccolta bancaria: obbligazionisti e depositanti istituzionali dovranno essere remunerati per il maggior rischio. Ne può conseguire l aumento del costo del credito per imprese e famiglie e/o la riduzione della quantità disponibile, già assai scarsa. Ancora più rischiosa è l ipotesi per le banche italiane le cui eventuali difficoltà derivano dalla negativa congiuntura economica con conseguente crescita delle sofferenze e non dall eccesso di operatività finanziaria strutturata. Nel contempo, anche sotto il profilo della raccolta, le obbligazioni uguagliano per dimensione i depositi bancari in molte aziende maggiori e sono sottoscritte da risparmiatori al dettaglio; inoltre una percentuale significativa di queste non è certamente plain vanilla, bensì indicizzata, strutturata, quando non subordinata. Infine, gli stessi soggetti sono titolari, insieme alle banche, di ingenti volumi di titoli di Stato che le banche sarebbero costrette a vendere in caso di crisi di liquidità generando la caduta dei prezzi e quindi del valore in mano agli stessi risparmiatori-clienti. Fermo restando che non vi sono presupposti per queste ipotesi di crisi (essendo ben 4
4 differente lo stato di difficoltà delle banche attualmente sotto osservazione e/o commissariate), il meccanismo individuato corre il rischio di costituire un fattore di rassicurazione nelle fasi di generazione del default, ma di rivelarsi inconsistente a fronte del reale manifestarsi degli eventi, rigenerando l esigenza degli interventi di bail out. 5. LE CARATTERISTICHE DEL SRM Dal punto di vista tecnico il Consiglio Europeo ha definito la creazione di un Comitato e di un Fondo. Sarà compito del Parlamento Europeo definirne la regolamentazione. Di fatto verranno trasferiti a livello comunitario i contributi nazionali di protezione, provvedendo in seguito alla gestione in forma mutualistica, nell arco di 10 anni, un periodo certamente necessario, ma non utile per la gestione dei problemi attuali dei bail in in essere. Ancor più precisamente, il sistema agirà in modo progressivo decrescendo le quote a carico del paese della banca in crisi e accrescendo quelle mutualistiche. In particolare, gli interventi del Fondo nel periodo transitorio saranno rimborsati dal settore bancario mediante prelievi finalizzati. Di fatto opereranno due meccanismi, uno di supervisione (SSM) già in vigore dal novembre 2013, ed uno di risoluzione (SRM) sopra descritto. La connessione tra i due dovrebbe evitare la necessità di negoziazioni davanti allo stato di crisi, il conflitto decisionale su singoli casi e favorire la gestione ex ante delle crisi, laddove i mercati percepissero la certezza della procedura di difesa del sistema. Appare interessante, per quanto potenzialmente rischiosa la previsione della partecipazione al SRM non solo dei Paesi di Eurozona, quanto anche di quelli Ue che aderissero con accordi di cooperazione bilaterali. Dal punto di vista procedurale, la decisione di intervento avviene attraverso due vie; la decisione della BCE nel definire lo stato di crisi oppure l intervento del board del SRM che disponga lo stato di difficoltà in seguito alla applicazione dei parametri definiti dal suo Regolamento. I temi in discussione riguardano ancora: - la definizione dello stato di potenziale crisi - la quantificazione dei parametri di probabilità della crisi (per interventi ex ante) - la struttura dei possibili schemi di soluzione delle crisi, in assenza dei quali vi sarebbe il rischio di una negoziazione in condizioni di stress, come nei casi finora occorsi. I poteri del board di SMR sono ampi e le sue decisioni entrano in vigore entro 24 ore dall assunzione, salvo decisioni a maggioranza del Consiglio Europeo o interventi della Commissione, casi augurabilmente estremi al fine di non decapitare la potestà del board, esaltando la opportuna separatezza fra scelte politiche e autonomia dei sistemi di Vigilanza. La struttura del board è ipotizzata con 23 membri (ad oggi): un direttore esecutivo, quattro membri a tempo pieno e i 18 rappresentanti dei paesi aderenti, al momento quelli di Eurozona. Le decisioni di intervento prevedono peraltro l azione di proposta del comitato esecutivo (5 membri) e dei rappresentanti dei paesi coinvolti, salvo il caso in cui la liquidità coinvolta nella decisione ecceda la quota del 20% del capitale disponibile del Fondo, oppure la ricapitalizzazione della banca in crisi superi il 10% dello stesso valore. Ulteriore coinvolgimento è previsto quando, nell anno solare, siano stati già impegnati 5mld. In tutti questi casi il board decide a maggioranza di 2/3 e tutti i Paesi hanno lo stesso peso salvo quelli che fossero rappresentati anche nel Direttorio. Questa quota peraltro deve rappresentare almeno il 50% dei contributi, il che innalza il potere dei principali membri. Ulteriormente, tuttavia, il board plenario potrebbe opporsi alla scelta del Direttorio a semplice maggioranza sia nel caso di utilizzo del fondo sia in quello (soprattutto nel periodo transitorio) di mutualizzazione dell intervento. È opportuno precisare un importante differenza fra SSM e SRM, laddove il primo coinvolge solo le banche maggiori sotto il profilo della vigilanza, mentre l intervento finanziario concerne tutto il sistema nazionale delle banche compreso le minori. In attesa di future modifiche strutturali, quindi anche banche popolari, Casse di Risparmio o Regionali e Banche di Credito Cooperativo sono coperte dagli interventi. È peraltro evidente il percorso (non ancora ben definito né accettato da molti) verso una maggiore armonizzazione delle regole nazionali che disciplinano governance, struttura, gestione e vigilanza di queste banche ancora molto numerose in diversi Paesi. Anche le banche centrali nazionali subiscono ingerenze progressive delle strutture comunitarie (BCE, EBA, SSM e SRM). In caso di carenza d azione, il potere di azione di quest ultima sarebbe prevalente, riproponendo i casi già registrati per Grecia e Cipro. L auspicio è che eventuali casi non abbiano luogo prima del 2016 quando le procedure saranno completamente in vigore (presupponendo il completamento di tutti i regolamenti richiesti e l approvazione dei Parlamenti nazionali per almeno l 80% 5
5 dei contributi). È opportuno sottolineare che questa previsione richiede l approvazione da parte di Germania e Francia il cui peso eccede la quota residua in ossequio all art. 114 del Trattato dell Unione. 6. CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE Una prima valutazione comparativa con il modello di regolamentazione adottato negli Stati Uniti evidenzia la preferenza verso una scelta prudenziale in quella soluzione rispetto alla scelta della progettazione di un piano di intervento ex post nel modello europeo. Ciò non significa che quest ultimo manchi di un controllo ex ante, quanto che, per motivi di impostazione strutturale, i meccanismi comunitari risultano assegnati alla competenza di organismi differenti il che rende necessario un coordinamento nell eventuale azione, laddove si ripresentino condizioni di crisi. Il modello delineato con la Volcker Rule negli USA è assegnato nella UE alla competenza dell EBA, mentre il sistema SRM è gestito dalla BCE. Inoltre, la Rule è parte del Dodd-Frank Act, mentre le scelte comunitarie rispondono a normative differenti, forse bisognose di un coordinamento nella loro applicazione. Una considerazione successiva concerne la necessità di donare stabilità al sistema bancario dell Eurozona, che è sistema differente da quella della UE, con alcune importanti differenze relative ai sistemi britannici, svedesi, danesi, nonché degli altri 7 paesi non aderenti all Euro. Proprio per questa valutazione assume un rilievo determinante il risultato degli stress test programmati per l anno 2014, la cui attesa condizionerà l andamento gestionale e di vigilanza dell intero anno. L assetto dei bilanci appare ordinato nella gestione corrente con due fondamentali punti di incertezza: la debolezza potenziale del portafoglio crediti e la possibilità, ancora consentita, di operare largamente nell area degli strumenti derivati anche al di fuori della ordinaria funzione di copertura per i quali essi svolgono un ruolo fondamentale e ineliminabile. Il contesto attuale consente di agire con azioni transfrontaliere che potrebbero eludere le limitazioni imposte dall EBA alle banche maggiori. Si delineano pertanto tre scenari operativi: - quello adeguatamente regolato che esclude o pone sotto adeguato controllo l operato in aree individuate nella black-list, laddove la mancanza dello scambio di informazioni preclude le operazioni incrociate; - quello, al momento opaco o grigio nella sua configurazione, in condizioni nelle quali i diversi paesi appartengono ad aree conformi alla trasparenza, ma non al medesimo meccanismo di regulation e di vigilanza fra Paesi Europei, Ue e di Eurozona e quelli internazionali classificati nelle white list; quello interno all Eurozona per il quale varranno dopo il 2017 le regole delineate in queste note. Ne deriva l ipotesi potenziale che le banche comunitarie potrebbero trovarsi svantaggiate nell azione competitiva, suscitando la scelta di selezionare localizzazioni alternative, tra le quali la più privilegiata potrebbe risultare quella britannica, efficiente, consistente e riconosciuta come valida già da tempo dalle istituzioni di molti Paesi. Quanto sopra, qualora come già ricordato, paesi UE extra euro non aderissero al SRM. Peraltro, la banca è un impresa e come tale vive di gestione del rischio. Il banchiere deve paradossalmente preferire la possibilità di fallire, conoscendo peraltro quale ne sia il percorso e a quanto ammonti il costo del fallimento stesso. Deve conoscere ex ante le condizioni a lui imposte per gli interventi di bail in, nonché gli eventi e le condizioni (trigger events) per i quali scattano condizioni di bail out. Il tutto, al contrario della tendenza attuale, senza eccessi di regolamentazione o di vincoli meramente burocratici (over regulation). Inoltre, è opportuno sapere il prima possibile se nei prossimi anni avremo una Basilea 4 (cioè un nuovo Accordo) oppure un Pillar 4 (cioè un approfondimento dei pilastri già in essere). Un ultima considerazione riguarda l effettivo rischio di una futura condizione di crisi. Le condizioni attuali suscitano incertezza, senza alcuna indicazione circa la loro manifestazione più rischiosa in un prossimo futuro. Per questo appare prioritaria la definizione delle risoluzioni delle crisi, atteso il lungo percorso per l inquadramento dei criteri prudenziali e, più tecnico e conseguente, il trattamento delle situazioni di fallimento. Le crisi bancarie non possono evitarsi in assoluto; è invece utile ridurne la probabilità dell evento ed il costo della sua gestione. Su queste basi si debbono valutare con la dovuta efficacia le proposte in essere. *Professore Ordinario di Economia degli Intermediari Finanziari, Università Parthenope di Napoli. 6
Il sistema monetario
Il sistema monetario Premessa: in un sistema economico senza moneta il commercio richiede la doppia coincidenza dei desideri. L esistenza del denaro rende più facili gli scambi. Moneta: insieme di tutti
DettagliUnione bancaria: a che punto siamo?
Unione bancaria: a che punto siamo? Angelo Baglioni Intervento alla tavola rotonda: Crisi in Europa: la risposta dell Unione Europea e degli Stati membri SSEF - Milano, 9 dicembre 2013 UBE: building blocks
DettagliOBBLIGAZIONI SUBORDINATE: COSA SONO E PERCHÉ SONO RISCHIOSE
1 OBBLIGAZIONI SUBORDINATE: COSA SONO E PERCHÉ SONO RISCHIOSE I bond subordinati sono una speciale categoria di obbligazioni il cui rimborso nel caso di problemi finanziari per l emittente - avviene successivamente
DettagliVigilanza bancaria e finanziaria
Vigilanza bancaria e finanziaria DISPOSIZIONI DI VIGILANZA IN MATERIA DI POTERI DI DIREZIONE E COORDINAMENTO DELLA CAPOGRUPPO DI UN GRUPPO BANCARIO NEI CONFRONTI DELLE SOCIETÀ DI GESTIONE DEL RISPARMIO
DettagliStrategia di classificazione della clientela relativamente ai servizi d investimento offerti dalla Banca Nazionale del Lavoro SpA
relativamente ai servizi d investimento offerti dalla Banca Nazionale del Lavoro SpA Classification Policy PREMESSA, FONTI NORMATIVE ED OBIETTIVO DEL DOCUMENTO... 3 1. DEFINIZIONI... 3 1.1. CLIENTI PROFESSIONALI...
DettagliGli strumenti di risoluzione delle crisi bancarie: il bail-in
Gli strumenti di risoluzione delle crisi bancarie: il bail-in Francesca Passamonti Roma, 27 giugno 2012 Convegno ABI - Basilea 3 6/26/2012 1 Proposta di Direttiva CE sulla gestione delle crisi bancarie
DettagliLE NOVITÀ IN TEMA DI CONCORDATO PREVENTIVO. RIFLESSI SULLA CLASSIFICAZIONE PER QUALITÀ DEL CREDITO DEI DEBITORI.
VIGILANZA BANCARIA E FINANZIARIA LE NOVITÀ IN TEMA DI CONCORDATO PREVENTIVO. RIFLESSI SULLA CLASSIFICAZIONE PER QUALITÀ DEL CREDITO DEI DEBITORI. DOCUMENTO PER LA CONSULTAZIONE Eventuali osservazioni,
DettagliModulo 8. Moneta e prezzi nel lungo periodo. UD 8.1. Il sistema monetario
Modulo 8. Moneta e prezzi nel lungo periodo Questo modulo si occupa dei problemi della moneta e dei prezzi nel lungo periodo. Prenderemo in esame gli aspetti istituzionali che regolano il controllo del
DettagliGestione della politica monetaria: strumenti e obiettivi corso PAS. Mishkin, Eakins, Istituzioni e mercati finanziari, 3/ed.
Gestione della politica monetaria: strumenti e obiettivi corso PAS 1 Anteprima Con il termine politica monetaria si intende la gestione dell offerta di moneta. Sebbene il concetto possa apparire semplice,
DettagliComune di San Martino Buon Albergo
Comune di San Martino Buon Albergo Provincia di Verona - C.A.P. 37036 SISTEMA DI VALUTAZIONE DELLE POSIZIONI DIRIGENZIALI Approvato dalla Giunta Comunale il 31.07.2012 INDICE PREMESSA A) LA VALUTAZIONE
DettagliInformazioni sulla soluzione delle crisi di Banca Marche, Banca Popolare dell Etruria e del Lazio, CariChieti e Cassa di Risparmio di Ferrara
Informazioni sulla soluzione delle crisi di Banca Marche, Banca Popolare dell Etruria e del Lazio, CariChieti e Cassa di Risparmio di Ferrara Il Governo e la Banca d Italia, in stretta collaborazione e
DettagliIL FONDO OGGI E DOMANI
IL FONDO OGGI E DOMANI Lo schema di gestione che ha caratterizzato il Fondo fin dalla sua origine nel 1986 prevede un unico impiego delle risorse su una linea assicurativa gestita con contabilità a costi
DettagliPOTERE SANZIONATORIO DELLA BCE: PUBBLICATO NELLA GAZZETTA UFFICIALE VIGILANZA BANCARIA E RISCHIO DI CREDITO: IL COMITATO DI BASILEA AVVIA UNA
POTERE SANZIONATORIO DELLA BCE: PUBBLICATO NELLA GAZZETTA UFFICIALE DELL UNIONE EUROPEA IL REGOLAMENTO 0/9 VIGILANZA BANCARIA E RISCHIO DI CREDITO: IL COMITATO DI BASILEA AVVIA UNA CONSULTAZIONE SULLA
DettagliRisparmio, investimenti e sistema finanziario
Risparmio, investimenti e sistema finanziario Una relazione fondamentale per la crescita economica è quella tra risparmio e investimenti. In un economia di mercato occorre individuare meccanismi capaci
DettagliFABBISOGNO DI FINANZIAMENTO
FABBISOGNO DI FINANZIAMENTO Fonti interne: autofinanziamento Fonti esterne: capitale proprio e capitale di debito Capitale proprio: deriva dai conferimenti dei soci dell azienda e prende il nome, in contabilità,
DettagliCapitolo 1 Il sistema finanziario e il sistema reale 3. Capitolo 2 I saldi finanziari settoriali e l intermediazione finanziaria 29
00.romaneNadotti:Layout 1 25-09-2009 15:15 Pagina vi Gli Autori Prefazione Ringraziamenti dell Editore In questo volume... Il sito xiii xiv xvi xvii xxiii PARTE I Concetti fondamentali Capitolo 1 Il sistema
DettagliProvincia- Revisione della disciplina delle funzioni
Provincia- Revisione della disciplina delle funzioni L art. 1, comma 86, della l. n. 56/2014 ha elencato le funzioni fondamentali delle Province non comprendendo tra queste il servizio idrico integrato;
DettagliApprovazione CDA del 25 giugno 2009. Limiti al cumulo di incarichi ricoperti dagli amministratori di Unipol Gruppo Finanziario S.p.A.
Approvazione CDA del 25 giugno 2009 Limiti al cumulo di incarichi ricoperti dagli amministratori di Unipol Gruppo Finanziario S.p.A. Regolamento U n i p o l G r u p p o F i n a n z i a r i o S. p. A. Sede
DettagliRelazione Semestrale al 30.06.2012. Fondo Federico Re
Relazione Semestrale al 30.06.2012 Fondo Federico Re Gesti-Re SGR S.p.A. Sede Legale: Via Turati 9, 20121 Milano Tel 02.620808 Telefax 02.874984 Capitale Sociale Euro 1.500.000 i.v. Codice Fiscale, Partita
DettagliLezione 1. Uniformità sistema creditizio. Basilea 1. Basilea 2, fattori di ponderazione, il concetto di rating
Lezione 1 Basilea 2, fattori di ponderazione, il concetto di rating Uniformità sistema creditizio Il Comitato di Basilea fu istituito nel 1974 tra i governatori delle Banche Centrali del G10. Obiettivo
DettagliMIFID Markets in Financial Instruments Directive
MIFID Markets in Financial Instruments Directive Il 1 1 Novembre 2007 è stata recepita anche in Italia, attraverso il Decreto Legislativo del 17 Settembre 2007 n.164n.164,, la Direttiva Comunitaria denominata
DettagliREGOLAMENTO PER LA GESTIONE DEL PATRIMONIO
REGOLAMENTO PER LA GESTIONE DEL PATRIMONIO APPROVATO DAL CONSIGLIO GENERALE NELL ADUNANZA DEL 28/06/2013 Fondazione Cassa di Risparmio di Pesaro 1 INDICE AMBITO DI APPLICAZIONE p. 3 TITOLO I: PRINCIPI
DettagliPolicy sintetica di Banca delle Marche S.p.A. per la gestione dei conflitti d interesse
Policy sintetica di Banca delle Marche S.p.A. per la gestione dei conflitti d interesse 1. Introduzione Banca Marche nel normale esercizio della propria attività e nell erogazione dei propri molteplici
DettagliREGOLAMENTO PER LA GESTIONE DEL PATRIMONIO DELLA FONDAZIONE BANCA DEL MONTE DI ROVIGO
REGOLAMENTO PER LA GESTIONE DEL PATRIMONIO DELLA FONDAZIONE BANCA DEL MONTE DI ROVIGO AMBITO DI APPLICAZIONE TITOLO I PRINCIPI GENERALI Finalità del processo di gestione del patrimonio Fondo stabilizzazione
DettagliREGOLAMENTO PER LA GESTIONE DEL PATRIMONIO FONDAZIONE CASSA DI RISPARMIO DI FANO
REGOLAMENTO PER LA GESTIONE DEL PATRIMONIO FONDAZIONE CASSA DI RISPARMIO DI FANO 1 INDICE AMBITO DI APPLICAZIONE p. 3 TITOLO I: PRINCIPI GENERALI Art. 1 Finalità del processo di gestione del patrimonio
DettagliUD 7.2. Risparmio, investimento e sistema finanziario
UD 7.2. Risparmio, investimento e sistema finanziario Inquadramento generale In questa unità didattica analizzeremo come i risparmi delle famiglie affluiscono alle imprese per trasformarsi in investimenti.
DettagliSEDE DI CAGLIARI. Il credito all economia regionale: Il ruolo degli Intermediari e la nuova regolamentazione di settore
FORUM PERMANENTE SUL CREDITO E LA FINANZA II^ CONFERENZA REGIONALE SUL CREDITO E LA FINANZA PER LO SVILUPPO Il credito all economia regionale: Il ruolo degli Intermediari e la nuova regolamentazione di
DettagliQuello che pensano le imprese della crisi: un indagine della CNA di Roma sulle imprese della Provincia
Quello che pensano le imprese della crisi: un indagine della CNA di Roma sulle imprese della Provincia Roma, 12 novembre 2008 La CNA di Roma ha condotto dal 29 ottobre al 4 novembre 2008 un indagine tra
DettagliCircolare Informativa n 21/2013
Circolare Informativa n 21/2013 DURC negativo ed intervento sostitutivo della stazione appaltante e-mail: info@cafassoefigli.it - www.cafassoefigli.it Pagina 1 di 6 INDICE Premessa pag.3 1) Intervento
DettagliCOMMISSIONE DI VIGILANZA SUI FONDI PENSIONE
COMMISSIONE DI VIGILANZA SUI FONDI PENSIONE DELIBERAZIONE 21 marzo 2007 Direttive recanti chiarimenti operativi circa l applicazione del decreto ministeriale del 30 gennaio 2007, adottato ai sensi dell
DettagliPOLITICA DI CLASSIFICAZIONE DELLA CLIENTELA
POLITICA DI CLASSIFICAZIONE DELLA CLIENTELA 1. Obiettivo del Documento... 2 2. Criteri per la classificazione della clientela... 2 2.1 Controparti qualificate... 2 2.2. Clientela professionale... 3 2.3
DettagliLeasing secondo lo IAS 17
Leasing secondo lo IAS 17 Leasing: Ias 17 Lo Ias 17 prevede modalità diverse di rappresentazione contabile a seconda si tratti di leasing finanziario o di leasing operativo. Il leasing è un contratto per
DettagliCorso di Valutazione Economica dei Progetti e dei Piani. Marta Berni AA. 2006-2007
Corso di Valutazione Economica dei Progetti e dei Piani AA. 2006-2007 PIANO e PIANIFICAZIONE 3 Pianificazione È il Processo con il quale un individuo, una impresa, una istituzione, una collettività territoriale
DettagliIn n altr t e parole e b a i l i n LE PRINCIPALI INFORMAZIONI IN 10 xìàlæx ø üâïĉ
In n alt ltre parole b a i l i n LE PRINCIPALI INFORMAZIONI IN 10 xìàlæx ø üâïĉ Dal 1 gennaio Il primo gennaio 2016 entra pienamente in vigore anche in Italia un pacchetto di nuove regole comuni a tutti
DettagliStudio di Economia e consulenza Aziendale s.r.l. Stipulato il protocollo d intesa per i finanziamenti rosa
News per i Clienti dello studio del 4 Novembre 2014 Stipulato il protocollo d intesa per i finanziamenti rosa Ai gentili clienti Loro sedi Gentile cliente, con la presente desideriamo informarla che è
DettagliCONTABILITA E BILANCIO: IL BILANCIO PUBBLICO PRINCIPI ECONOMICI, DISCIPLINA GIURIDICA E NORMATIVA FISCALE
CONTABILITA E BILANCIO: IL BILANCIO PUBBLICO PRINCIPI ECONOMICI, DISCIPLINA GIURIDICA E NORMATIVA FISCALE Prof. Giovanni Frattini Dal cap. 5 Il bilancio pubblico - L introduzione dei principi contabili
DettagliRegolamento sui limiti al cumulo degli incarichi ricoperti dagli Amministratori del Gruppo Banco Popolare
Regolamento sui limiti al cumulo degli incarichi ricoperti dagli Amministratori del Gruppo Banco Popolare febbraio 2013 1 1 PREMESSA... 3 1.1 Oggetto... 3 1.2 Perimetro di applicazione e modalità di recepimento...
DettagliVerso il multicomparto
Verso il multicomparto Guida alla scelta della linea di investimento più adatta Il Fondo Pensione per il personale della Deutsche Bank Spa è prossimo al passaggio al multicomparto. I risparmi saranno immessi
DettagliLA RIFORMA DELLA PREVIDENZA COMPLEMENTARE E DEL TRATTAMENTO DI FINE RAPPORTO
Sono interessati alla riforma della previdenza complementare attuata con il decreto legislativo n. 252/2005 che, secondo quanto previsto dalla legge finanziaria per l anno 2007, entrerà in vigore dal 1
DettagliEntro il 31.12.2015 è possibile domandare finanziamenti a tassi agevolati a favore delle imprese femminili e delle lavoratrici autonome
CIRCOLARE A.F. N.172 del 10 Dicembre 2015 Ai gentili clienti Loro sedi Entro il 31.12.2015 è possibile domandare finanziamenti a tassi agevolati a favore delle imprese femminili e delle lavoratrici autonome
DettagliIl mercato mobiliare
Il mercato mobiliare E il luogo nel quale trovano esecuzione tutte le operazioni aventi per oggetto valori mobiliari, ossia strumenti finanziari così denominati per la loro attitudine a circolare facilmente
DettagliRelazione illustrativa
Relazione illustrativa Relazione illustrativa degli Amministratori sulla proposta di autorizzazione all Acquisto ed alla Disposizione di Azioni proprie da sottoporre all Assemblea Ordinaria degli Azionisti
DettagliCOSA ACCADE IN CASO DI VERSAMENTO CONTRIBUTIVO IN UN FONDO PENSIONE COMPLEMENTARE. Informazioni di approfondimento
COSA ACCADE IN CASO DI VERSAMENTO CONTRIBUTIVO IN UN FONDO PENSIONE COMPLEMENTARE Informazioni di approfondimento Come vengono gestiti i versamenti ai fondi pensione complementare? Prima dell adesione
DettagliGLI SCENARI EUROPEI PER IL DOPO QUOTE LATTE. Paolo Sckokai Università Cattolica, Piacenza
GLI SCENARI EUROPEI PER IL DOPO QUOTE LATTE Paolo Sckokai Università Cattolica, Piacenza Schema della relazione 1) Lo studio della Commissione Europea sul settore lattiero-caseario post-2015 2) Gli scenari
DettagliCOSA HA VERAMENTE DETTO IL FONDO MONETARIO INTERNAZIONALE
75 i dossier www.freefoundation.com COSA HA VERAMENTE DETTO IL FONDO MONETARIO INTERNAZIONALE NEL RAPPORTO CONCLUSIVO DELLA MISSIONE IN ITALIA DEL 3-16 MAGGIO 17 maggio 2012 a cura di Renato Brunetta EXECUTIVE
DettagliPrestito Obbligazionario Banca di Imola SpA 185^ Emissione 02/04/2007-02/04/2010 TV% Media Mensile (Codice ISIN IT0004219223)
MODELLO DI CONDIZIONI DEFINITIVE relative alla Nota Informativa sul Programma di Offerta di Prestiti Obbligazionari denominati Obbligazioni Banca di Imola SPA a Tasso Variabile Media Mensile Il seguente
DettagliUnione bancaria: istituti, poteri e impatti economici. Introduzione Stefano Micossi. LUISS School of European Political Economy Roma, 26 febbraio 2014
Unione bancaria: istituti, poteri e impatti economici Introduzione Stefano Micossi LUISS School of European Political Economy Roma, 26 febbraio 2014 Nascita e obiettivi dell unione bancaria Giugno 2012:
DettagliRISULTATI DELLA RILEVAZIONE SULLE COMMISSIONI APPLICATE DALLE BANCHE SU AFFIDAMENTI E SCOPERTI DI CONTO
RISULTATI DELLA RILEVAZIONE SULLE COMMISSIONI APPLICATE DALLE BANCHE SU AFFIDAMENTI E SCOPERTI DI CONTO 1. Premessa La legge n. 2 del 28 gennaio 2009 ha vietato la commissione di massimo scoperto (CMS)
DettagliCircolare N. 113 del 3 Agosto 2015
Circolare N. 113 del 3 Agosto 2015 Presunzioni, riqualificazioni ed abrogazioni: come vanno gestiti i contratti a progetto e le partite IVA? Gentile cliente, con la presente desideriamo informarla che
DettagliRelazione sulla gestione
PIANORO CENTRO SPA SOCIETA' DI TRASFORMAZIONE URBANA Sede legale: PIAZZA DEI MARTIRI 1 PIANORO (BO) Iscritta al Registro Imprese di BOLOGNA C.F. e numero iscrizione: 02459911208 Iscritta al R.E.A. di BOLOGNA
DettagliMANUALE DELLA QUALITÀ Pag. 1 di 6
MANUALE DELLA QUALITÀ Pag. 1 di 6 INDICE GESTIONE DELLE RISORSE Messa a disposizione delle risorse Competenza, consapevolezza, addestramento Infrastrutture Ambiente di lavoro MANUALE DELLA QUALITÀ Pag.
DettagliPolicy di gestione delle operazioni con soggetti collegati. Allegato 1 Sistema dei limiti alle attività di rischio verso soggetti collegati
Policy di gestione delle operazioni con soggetti collegati Allegato 1 Sistema dei limiti alle attività di rischio verso soggetti collegati Aggiornamento del 24 luglio 2014 INDICE 1. Obiettivi del documento...
DettagliPOLICY DI VALUTAZIONE E PRICING DEI PRESTITI OBBLIGAZIONARI
POLICY DI VALUTAZIONE E PRICING DEI PRESTITI OBBLIGAZIONARI Versione 0.0 delibera del Consiglio di Amministrazione del 05/05/2011 Versione 1.0 delibera del Consiglio di Amministrazione del 04/08/2011 Versione
Dettagli5.1 Organizzazione delle fonti di finanziamento e coinvolgimento del settore privato
5. IL PIANO FINANZIARIO 5.1 Organizzazione delle fonti di finanziamento e coinvolgimento del settore privato La predisposizione del piano finanziario per il POR della Basilicata è stata effettuata sulla
DettagliDa più parti si sente dire e si legge che con Basilea 2 non serviranno più le garanzie o che esse avranno un ruolo ridotto.
-omissis- 1.7 Il ruolo delle garanzie Da più parti si sente dire e si legge che con Basilea 2 non serviranno più le garanzie o che esse avranno un ruolo ridotto. Riteniamo che queste affermazioni nascano
DettagliPrincipali indici di bilancio
Principali indici di bilancio Descrizione Il processo di valutazione del merito creditizio tiene conto di una serie di indici economici e patrimoniali. L analisi deve sempre essere effettuata su un arco
DettagliCONDIZIONI DEFINITIVE della NOTA INFORMATIVA BANCA DI CESENA OBBLIGAZIONI A TASSO FISSO. Isin IT0004233943
BANCA DI CESENA CREDITO COOPERATIVO DI CESENA E RONTA SOCIETA COOPERATIVA CONDIZIONI DEFINITIVE della NOTA INFORMATIVA BANCA DI CESENA OBBLIGAZIONI A TASSO FISSO BANCA DI CESENA 01/06/07-01/06/10 - TF
DettagliECOFIN 20-21 GIUGNO 2013: MISURE CONTRO LE CRISI BANCARIE?
476 www.freenewsonline.it i dossier www.freefoundation.com ECOFIN 20-21 GIUGNO 2013: MISURE CONTRO LE CRISI BANCARIE? 21 giugno 2013 a cura di Renato Brunetta INDICE 2 I temi in agenda La ricapitalizzazione
DettagliCOMMISSIONE DELLE COMUNITÀ EUROPEE RACCOMANDAZIONE DELLA COMMISSIONE
IT IT IT COMMISSIONE DELLE COMUNITÀ EUROPEE Bruxelles, 30.4.2009 C(2009) 3177 RACCOMANDAZIONE DELLA COMMISSIONE che integra le raccomandazioni 2004/913/E e 2005/162/CE per quanto riguarda il regime concernente
DettagliRISOLUZIONE N.15/E QUESITO
RISOLUZIONE N.15/E Direzione Centrale Normativa Roma, 18 febbraio 2011 OGGETTO: Consulenza giuridica - polizze estere offerte in regime di libera prestazione dei servizi in Italia. Obblighi di monitoraggio
DettagliIL PRESENTE MODELLO RIPORTA LE CONDIZIONI DEFINITIVE DELLA NOTA INFORMATIVA SUL PROGRAMMA DI EMISSIONE DENOMINATO CASSA PADANA TASSO FISSO
B.9 MODELLO DELLE CONDIZIONI DEFINITIVE CASSA PADANA Banca di Credito Cooperativo Società Cooperativa in qualità di Emittente IL PRESENTE MODELLO RIPORTA LE CONDIZIONI DEFINITIVE DELLA NOTA INFORMATIVA
DettagliCriteri di pricing per i prestiti obbligazionari emessi dalla Banca
Criteri di pricing per i prestiti obbligazionari emessi dalla Banca Redatto da: Responsabile Servizio Finanza e Tesoreria / Responsabile Servizio Controlli Interni Verificato da: Responsabile Compliance
DettagliAudizione Confindustria. Disegno di legge n. 1051
Audizione Confindustria Disegno di legge n. 1051 Delega al Governo su Informazione e Consultazione lavoratori e definizione misure su Democrazia economica XI Commissione Lavoro Senato della Repubblica
DettagliPunto 3 all Ordine del Giorno dell Assemblea Ordinaria
Punto 3 all Ordine del Giorno dell Assemblea Ordinaria Autorizzazione all acquisto e alla disposizione di azioni proprie. Delibere inerenti e conseguenti. 863 Relazione del Consiglio di Gestione sul punto
DettagliLA GESTIONE AZIENDALE
LA GESTIONE AZIENDALE GESTIONE = insieme delle operazioni che l impresa effettua, durante la sua esistenza, per realizzare gli obiettivi perseguiti dal soggetto economico. ESERCIZIO = parte di gestione
DettagliPrestito Obbligazionario T.V. 01/02/08 01/02/11 130^ emissione (Codice ISIN IT0004322027)
MODELLO DI CONDIZIONI DEFINITIVE relative alla Nota Informativa sul Programma di Offerta di Prestiti Obbligazionari denominati Obbligazioni Cassa di Risparmio di Ravenna SPA a Tasso Variabile Il seguente
DettagliINDAGINE SUI CREDITI VERSO LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE 2011
INDAGINE SUI CREDITI VERSO LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE 2011 Il presente rapporto riporta i principali risultati dell indagine sui crediti verso la Pubblica Amministrazione, svolta dall Associazione fra
DettagliBANCA DI CREDITO COOPERATIVO DI CARATE BRIANZA in qualità di Emittente
MODELLO DELLE CONDIZIONI DEFINITIVE BANCA DI CREDITO COOPERATIVO DI CARATE BRIANZA in qualità di Emittente CONDIZIONI DEFINITIVE ALLA NOTA INFORMATIVA SUL PROGRAMMA BANCA DI CREDITO COOPERATIVO DI CARATE
DettagliCaratteristiche funzionamento finanziamento e garanzie, dei fondi di previdenza complementare
Caratteristiche funzionamento finanziamento e garanzie, dei fondi di previdenza complementare 1 I destinatari Lavoratori dipendenti, privati e pubblici Quadri Lavoratori autonomi Liberi professionisti
DettagliProposte di investimento
Proposte di investimento Il Fondo è articolato in sei comparti con differenti caratteristiche (e, quindi, diversi profili di rischio rendimento). 1. Linea Monetaria; 2. Linea Obbligazionaria 5; 3. Linea
DettagliNOTA A CURA DEL SERVIZIO POLITICHE FISCALI E PREVIDENZIALI DELLA UIL UN OPERAZIONE VERITA SULLA GESTIONE FINANZIARIA DEI FONDI PENSIONE
NOTA A CURA DEL SERVIZIO POLITICHE FISCALI E PREVIDENZIALI DELLA UIL UN OPERAZIONE VERITA SULLA GESTIONE FINANZIARIA DEI FONDI PENSIONE Le ultime settimane sono caratterizzate da una situazione non facile
DettagliBANCA POPOLARE DI SAN FELICE SUL PANARO Società Cooperativa per Azioni CONDIZIONI DEFINITIVE NOTA INFORMATIVA
BANCA POPOLARE DI SAN FELICE SUL PANARO Società Cooperativa per Azioni CONDIZIONI DEFINITIVE ALLA NOTA INFORMATIVA relativa al Programma di emissione dei Prestiti Obbligazionari BANCA POPOLARE DI SAN FELICE
DettagliGli strumenti della Banca Centrale Europea
Gli strumenti della Banca Centrale Europea Strumenti della BCE Operazioni di Politica Monetaria Tipologie di Transazioni Immissione di Liquidità Assorbimento di Liquidità Operazioni di Mercato Aperto Operazioni
DettagliPOLITICHE INTERNE IN MATERIA DI PARTECIPAZIONI IN IMPRESE NON FINANZIARIE
POLITICHE INTERNE IN MATERIA DI PARTECIPAZIONI IN IMPRESE NON FINANZIARIE 1 Indice 1. Premessa... 3 2. Strategie della banca in materia di partecipazioni in imprese non finanziarie... 3 2.1 Partecipazioni
DettagliRichiami di teoria della domanda di moneta
Richiami di teoria della domanda di moneta Parte seconda La teoria della preferenza della liquidità di Keynes Keynes distingue tre moventi principali per cui si detiene moneta. Transattivo Precauzionale
DettagliPER LE BANCHE DI CREDITO COOPERATIVO CASSE RURALI E ARTIGIANE DEL VENETO MEFR MODELLO ECONOMETRICO FINANZIARIO REGIONALE
PER LE BANCHE DI CREDITO COOPERATIVO CASSE RURALI E ARTIGIANE DEL VENETO MEFR MODELLO ECONOMETRICO FINANZIARIO REGIONALE I dati utilizzati per le elaborazioni sono aggiornati al 31/7/1 Pagina 1 Questa
DettagliINFORMATIVA AL PUBBLICO SULLA SITUAZIONE AL 31/12/2014. Sintesi del documento pubblicato ai sensi della normativa di vigilanza prudenziale
INFORMATIVA AL PUBBLICO SULLA SITUAZIONE AL 31/12/2014 Sintesi del documento pubblicato ai sensi della normativa di vigilanza prudenziale La nuova normativa di vigilanza prudenziale si basa, in linea con
DettagliRelazione del Consiglio di Amministrazione all Assemblea Ordinaria di Banca
Relazione del Consiglio di Amministrazione all Assemblea Ordinaria di Banca IMI del 24 aprile ore 10,30 in prima convocazione e 27 aprile ore 9,00 in seconda convocazione - Punto [4] all Ordine del Giorno
DettagliIL SISTEMA DI CONTROLLO INTERNO
http://www.sinedi.com ARTICOLO 27 OTTOBRE 2008 IL SISTEMA DI CONTROLLO INTERNO PRODUZIONE DI VALORE E RISCHIO D IMPRESA Nel corso del tempo, ogni azienda deve gestire un adeguato portafoglio di strumenti
DettagliRISTRUTTURAZIONE DELL IMPRESA E OPERAZIONI DI FINANZA STRAORDINARIA IL PROBLEMA DELLA CORRETTA CONTABILIZZAZIONE DEI CONTRATTI DERIVATI
RISTRUTTURAZIONE DELL IMPRESA E OPERAZIONI DI FINANZA STRAORDINARIA IL PROBLEMA DELLA CORRETTA CONTABILIZZAZIONE DEI CONTRATTI DERIVATI Marco Carbone Tavola rotonda TopLegal 23/ 09/ 2010 ARGOMENTI TRATTATI
DettagliRELAZIONE SULL ADOZIONE DEL PROTOCOLLO DI AUTONOMIA PER LA GESTIONE DEI CONFLITTI D INTERESSI
RELAZIONE SULL ADOZIONE DEL PROTOCOLLO DI AUTONOMIA PER LA GESTIONE DEI CONFLITTI D INTERESSI ai sensi dell articolo 6, comma 2, dello Statuto Assogestioni ARCA SGR S.p.A. Anno 2012 1 ATTESTAZIONE DI CONFORMITÀ
DettagliESTRATTO DELLA POLITICA PER LA GESTIONE DELLE SITUAZIONI DI CONFLITTO DI INTERESSE GENERALI Investments Europe S.p.A. SGR
ESTRATTO DELLA POLITICA PER LA GESTIONE DELLE SITUAZIONI DI CONFLITTO DI INTERESSE GENERALI Investments Europe S.p.A. SGR Politica per la gestione dei conflitti d interesse di GENERALI INVESTMENTS EUROPE
DettagliLa regolamentazione del sistema finanziario e gli organismi di controllo. Avv. Lorenzo Di Antonio
La regolamentazione del sistema finanziario e gli organismi di Avv. Lorenzo Di Antonio indice Obiettivi e strumenti della regolamentazione Le autorità di vigilanza I modelli di vigilanza Le fonti della
DettagliLe funzioni della banca. Lezione 1 1
Le funzioni della banca Lezione 1 1 Le principali funzioni svolte dalle banche sono: Funzione monetaria; Funzione creditizia; Funzione di mobilizzazione del risparmio; Funzione di trasmissione degli impulsi
DettagliElenco Intermediari operanti nel settore finanziario n. 27193. RELAZIONE SULLA GESTIONE AL BILANCIO AL 31.12.2012
CITHEF S.C. a R.L. Sede Legale: Via Santa Lucia, 81 80132 Napoli Capitale Sociale:euro 610.330 i.v. R.E.A. Napoli n.507434 Registro Imprese di Napoli e C.F. 06629110633 Elenco Intermediari operanti nel
Dettagliin qualità di Emittente e Responsabile del Collocamento
in qualità di Emittente e Responsabile del Collocamento Società per Azioni Via Lucrezia Romana, 41/47-00178 Roma P. IVA, Codice Fiscale e n. di Iscrizione al Registro delle Imprese di Roma n. 04774801007
DettagliEVOLUZIONI DELLA LEGISLAZIONE BANCARIA
INDICE SOMMARIO Capitolo I EVOLUZIONI DELLA LEGISLAZIONE BANCARIA I.1. Le origini: dalle suggestioni filo-germaniche alla legislazione del 1926......................... 1 I.2. Le crisi bancarie degli anni
DettagliSCHEDA SINTETICA INFORMAZIONI SPECIFICHE INFORMAZIONI GENERALI SULL INVESTIMENTO FINANZIARIO
SCHEDA SINTETICA INFORMAZIONI SPECIFICHE La parte Informazioni Specifiche, da consegnare obbligatoriamente all investitore-contraente prima della sottoscrizione, è volta ad illustrare le principali caratteristiche
DettagliSCHEDA SINTETICA INFORMAZIONI SPECIFICHE
SCHEDA SINTETICA INFORMAZIONI SPECIFICHE La parte Informazioni Specifiche, da consegnare obbligatoriamente all investitore-contraente prima della sottoscrizione, è volta ad illustrare le principali caratteristiche
DettagliIl Ministro dello Sviluppo Economico. il Ministro dell Economia e delle Finanze. di concerto con
Il Ministro dello Sviluppo Economico di concerto con il Ministro dell Economia e delle Finanze MISURA E MODALITÀ DI VERSAMENTO DEL CONTRIBUTO DOVUTO DAI SOGGETTI OPERANTI NEL SETTORE POSTALE ALL AUTORITÀ
DettagliI Fondi pensione aperti
50 I Fondi pensione aperti sono forme pensionistiche complementari alle quali, come suggerisce il termine aperti, possono iscriversi tutti coloro che, indipendentemente dalla situazione lavorativa (lavoratore
DettagliREGISTRO DELLE FATTISPECIE DI CONFLITTO DI INTERESSE
REGISTRO DELLE FATTISPECIE DI CONFLITTO DI INTERESSE PROCESSO FINANZA BANCA DELL ALTA MURGIA CREDITO COOPERATIVO REGISTRO DELLE FATTISPECIE DI CONFLITTI DI INTERESSE L art. 26 del Regolamento congiunto
DettagliI contributi pubblici nello IAS 20
I contributi pubblici nello IAS 20 di Paolo Moretti Il principio contabile internazionale IAS 20 fornisce le indicazioni in merito alle modalità di contabilizzazione ed informativa dei contributi pubblici,
DettagliBongini,Di Battista, Nieri, Patarnello, Il sistema finanziario, Il Mulino 2004 Capitolo 2. I contratti finanziari. Capitolo 2 I CONTRATTI FINANZIARI
Capitolo 2 I CONTRATTI FINANZIARI 1 Indice Definizione di contratto finanziario Contratti finanziari bilaterali e multilaterali Contratto di debito Contratto di partecipazione Contratto assicurativo Contratto
DettagliIl sistema monetario
Il sistema monetario Premessa: in un sistema economico senza moneta il commercio richiede la doppia coincidenza dei desideri. L esistenza del denaro rende più facili gli scambi. Moneta: insieme di tutti
DettagliL AREA DI CONSOLIDAMENTO
L AREA DI CONSOLIDAMENTO Prof. Alessandro Zattoni Università Parthenope I criteri per la definizione La definizione dell area di consolidamento rappresenta l aspetto più critico del processo di consolidamento,
DettagliI Piani individuali pensionistici di tipo assicurativo
I Piani individuali pensionistici di tipo assicurativo (PIP) I Piani individuali pensionistici di tipo assicurativo (PIP) sono forme pensionistiche complementari esclusivamente individuali rivolte a tutti
DettagliRisparmio e Investimento
Risparmio e Investimento Risparmiando un paese ha a disposizione più risorse da utilizzare per investire in beni capitali I beni capitali a loro volta fanno aumentare la produttività La produttività incide
DettagliCONDIZIONI DEFINITIVE ALLA NOTA INFORMATIVA SUL PROGRAMMA BANCA DI CREDITO COOPERATIVO DI MASIANO TASSO VARIABILE
9. MODELLO DELLE CONDIZIONI DEFINITIVE Banca di Credito Cooperativo di Masiano (Pistoia) in qualità di Emittente CONDIZIONI DEFINITIVE ALLA NOTA INFORMATIVA SUL PROGRAMMA BANCA DI CREDITO COOPERATIVO DI
DettagliCONDIZIONI DEFINITIVE NOTA INFORMATIVA SUL PROGRAMMA
CONDIZIONI DEFINITIVE alla NOTA INFORMATIVA SUL PROGRAMMA "B.C.C. DI FORNACETTE OBBLIGAZIONI A TASSO VARIABILE" Emissione n. 182 B.C.C. FORNACETTE 2007/2010 Euribor 6 mesi + 25 p.b. ISIN IT0004218829 Le
Dettagli