29 AUTUNNO/INVERNO messaggi DAL PARCO NATURALE ALPI MARITTIME

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1 29 AUTUNNO/INVERNO messaggi DAL PARCO NATURALE ALPI MARITTIME

2 Editoriale Il saluto del direttore Giuseppe Canavese Patrimonio Mondiale, la nostra grande scommessa Ecco il Parco che vorrei: a disposizione delle persone Gianluca Barale, imprenditore valdierese, dal 13 giugno del 2011 è alla guida del Parco Naturale Alpi Marittime. Presidente fino a settembre 2014, in seguito è stato nominato Commissario dell Ente dall ultima amministrazione regionale, in attesa che una nuova legge ridefinisca il sistema delle aree protette piemontesi e ne ridisegni gli organi di gestione. Cosa può raccontare di questa esperienza? Che è stata un esperienza complicata, perché il mio mandato è coinciso con un periodo di gravi difficoltà economiche per la Regione e di conseguenza anche per i Parchi piemontesi. In una situazione del genere è stato fondamentale il rapporto di collaborazione con i Comuni: con i sindaci si è creata una squadra unita, che ha cercato di risolvere i problemi che via via si sono presentati in questi tre anni e mezzo. Vorrei qui ringraziare tutti, e in particolare chi ha condiviso con me l onore di far parte del Consiglio del Parco, innanzitutto il vice presidente Paolo Bottero, e poi gli altri membri: Gianni Aime, Alberto Giordano, Enzo Garnerone. E a proposito di ringraziamenti, credo sia doveroso un saluto e un grazie a Patrizia Rossi, che dopo trent anni di impegno nel Parco come direttore nello scorso mese di luglio è andata in pensione. L amministrazione, anche per garantire la necessaria continuità con quanto si stava facendo, ha deciso di nominare al suo posto Giuseppe Canavese, altro personaggio chiave del Parco fin dall istituzione. A lui va l augurio di poter svolgere al meglio il suo compito, non certo facile. Quali gli obiettivi su cui si è puntato in questi anni? Quando sono entrato uno dei miei principali obiettivi era quello di far sì che la gente sentisse il Parco più vicino, una cosa di tutti e non una realtà a sé. Spero di esserci riuscito, anche se la cosa è tutt altro che semplice, soprattutto rispetto a quanti, non essendo inseriti in ambiti come quello turistico, hanno meno occasioni di essere informati su quanto fa il Parco per il territorio. A parte questo obiettivo di fondo, credo fosse fondamentale rafforzare la collaborazione con il Parco del Mercantour, una cooperazione che in questi anni ci ha permesso di sviluppare una gran quantità di progetti finanziati dall Europa. Con la creazione del GECT, il Gruppo Europeo di Cooperazione Territoriale, abbiamo raggiunto un risultato importante, che ci permetterà rispetto alla prossima programmazione del fondo europeo di essere ancora più operativi. Che valutazione può dare dei progetti sviluppati negli anni con il Mercantour? Personalmente sono convinto che i progetti dovrebbero essere più concreti, finalizzati ad interventi su beni materiali e non solo dedicati a studi, ricerche e programmazione. Questo risultato è difficile da raggiungere perché spesso si scontra con le finalità dei bandi europei che tendono a privilegiare interventi immateriali. Secondo me ad esempio ci vorrebbero più fondi per i sentieri, che sono il biglietto da visita delle nostre montagne. Rispetto alla promozione del territorio mi sembra si siano ottenuti risultati importanti. A fronte di una crisi fortissima del turismo a livello italiano, la nostra zona ha sofferto di meno, potendo contare su una buona presenza di turisti olandesi, tedeschi, francesi. E questo è merito del Parco, dei Comuni, di tutti gli operatori dell associazione Ecoturismo in Marittime, una realtà associativa che tutti gli altri Parchi ci invidiano. Gli investimenti per la partecipazione a fiere, per gli educational per giornalisti, per l animazione locale hanno dato i loro frutti. Ne ho avuto un riscontro diretto quando ho partecipato a Francoforte alla premiazione di un servizio giornalistico sulle Marittime realizzato su iniziativa del Parco e dell ATL Valli Cuneesi. Chiuso il Piano Integrato Transfrontaliero, su quali progetti si sta lavorando attualmente? Siamo alle ultime battute per due progetti Alcotra sul paesaggio e sul turismo, mentre ne è appena partito uno sull educazione ambientale che si svilupperà nel corso del 2015, e che ci permetterà di collaborare ancora più strettamente con le scuole locali. In assoluto credo che il progetto più importante sia quello Alcotra, recentemente finanziato, grazie al quale potremo preparare insieme ad altri Parchi il dossier di candidatura a Patrimonio Mondiale dell Umanità. È la nostra scommessa più grande, quella che può davvero cambiare il futuro del nostro territorio. I dati dimostrano che dove si è ottenuto questo prestigioso riconoscimento c è stato un forte incremento dei flussi turistici, per cui è davvero una grossa opportunità, sia dal punto di vista della valorizzazione dell ambiente, sia da quello delle ricadute economiche. Uno sguardo al futuro Il futuro non è chiarissimo. Le risorse pubbliche scarseggiano, in particolare in Piemonte. La Regione è tornata a parlare di razionalizzazione del sistema dei Parchi piemontesi. Nella proposta di legge che sta circolando in questo periodo si parla di un accorpamento con il Parco del Marguareis. Ritengo fondamentale, e con me l intera Comunità del Parco, che il nostro ente, da sempre fiore all occhiello del sistema Parchi piemontese e simbolo del nostro territorio, mantenga la sua identità dopo che per anni abbiamo investito e lavorato per incrementare il brand awareness sul mercato turistico nazionale ed europeo. Il nome del Parco Naturale Alpi Marittime è sempre più conosciuto e identifica positivamente il nostro territorio assicurandoci flussi turistici importanti anche in questi anni di crisi economica diffusa. Qualunque sia il suo futuro mi auguro quindi che questo valore, fondamentale per la nostra economia, non venga sacrificato nel nome di una generica esigenza di razionalizzazione. nv Sono ormai trentasei anni che lavoro in Valle Gesso. Ho iniziato come responsabile dell Ufficio Tecnico del Comune di Entracque, poi, a partire dal 1980, mi sono occupato della costituzione del Parco Naturale dell Argentera per diventare infine, nel 1984, dipendente della nuova area protetta. Una lunga avventura, piena di errori, talvolta di delusioni, ma anche ricca di soddisfazioni derivate soprattutto dal lavoro al servizio della valle, della montagna e della gente che in questo angolo di paradiso vive e lavora. Questa esperienza mi permette oggi di fare alcune considerazioni in un momento di cambiamento, di incertezze sul futuro dei Parchi, di ripensamento sul ruolo che i Parchi stessi dovrebbero svolgere a favore da un lato delle collettività, dall altro della conservazione dell ambiente naturale. Ecco dunque alcune riflessioni sul Parco che vorrei come struttura e sul Parco che vorrei come attività rispetto all esterno. Vorrei che la struttura del Parco fosse agile, snella, priva di burocrazia o quanto meno che la burocrazia connessa alle attività dell Ente non venisse a rappresentare l ennesimo intoppo, l ennesimo scoglio da superare per quanti fanno parte di quelle collettività per le quali il Parco vuole rappresentare uno strumento di crescita. Vorrei che quanti hanno dedicato impegno e lavoro a favore dell Ente Parco sapessero mostrare anche nelle circostanze più difficili sempre maggior capacità, intelligenza e soprattutto buon senso, interpretando con cognizione le leggi e trasferendo alla gente un immagine di serietà ed efficienza della pubblica amministrazione. Molte volte nel nostro lavoro dovremmo essere capaci di fare un passo indietro, di migliorare il lavoro di squadra mettendo a disposizione impegno e professionalità nell esclusivo interesse delle collettività, delle finalità e degli obiettivi dell Ente Parco. Vorrei che le comunità locali e tutti gli operatori del territorio fossero di aiuto nelle attività del Parco, mossi dalla convinzione che per un territorio di montagna come le Alpi Marittime la principale opportunità di valorizzazione è la presenza dell area protetta. Mi pare fondamentale che la collettività sia costantemente informata delle attività svolte, e al contempo ne sia partecipe, anche attraverso forme di volontariato, apportando conoscenze e impegno di grande valore. Vorrei che le Amministrazioni locali, tramite la Comunità del Parco, fossero artefici delle nomine dei rappresentanti politici all interno del Consiglio dell Ente Parco, in quanto penso che solo il pieno coinvolgimento di attori locali possa garantire, in ogni ruolo, una corretta conservazione di un ambiente naturale di così grande valore. Vorrei che il nostro Parco fosse un vero Parco Europeo, che lavora al di là dei confini facendo del Gruppo Europeo di Cooperazione Territoriale un efficace strumento di gestione, in vista di una auspicabile classificazione del nostro territorio a Patrimonio Mondiale UNESCO. Vorrei un Parco che sappesse essere motore della progettazione, in sinergia con gli operatori privati, accedendo ai fondi europei nei diversi settori di attività, con una particolare attenzione alla gestione e alla qualificazione del territorio, in modo da garantire una fruizione sostenibile e rispettosa dell ambiente naturale che dobbiamo conservare nel tempo. Una missione rispetto alla quale sicuramente molto è stato fatto in tutti questi anni di lavoro, ma sono convinto che ogni giorno qualche cosa in più si possa fare e debba essere fatto. Vorrei che vorrei che : il mio potrebbe sembrare un approccio fin troppo personale e in qualche modo egoistico. E forse in parte lo è. Sono dell idea che solamente sentendo il Parco come cosa propria si possa essere protagonisti del processo di evoluzione, si possa lavorare al meglio, senza interessi o condizionamenti. Il tutto all interno di un unità di intenti che è il presupposto per il raggiungimento di obiettivi che porterebbero questo territorio a un livello di eccellenza sulla scena mondiale. Il direttore al Centro faunistico Uomini e Lupi con i bambini delle scuole locali. 2 Messaggi Messaggi 3

3 Progetti transfrontalieri Progetti transfrontalieri Le Alpi del Mare si candidano all UNESCO La sfida ha avuto ufficialmente inizio sabato 25 ottobre, quando a Cuneo, nel salone d onore del Comune, è stato presentato il programma per la candidatura a Patrimonio Mondiale UNESCO dello spazio Alpi del Mare. Nel progetto sono coinvolti il Parco delle Alpi Marittime e il Parc national du Mercantour, che da tempo lavorano a questa idea, cui si sono in tempi recenti aggiunti il Parco del Marguareis, il Parco delle Alpi Liguri, alcuni Siti di Importanza Comunitaria della Provincia di Imperia e l Area protetta regionale giardini botanici Villa Hanbury. Si trova così riunito un territorio ben connotato dalla definizione di Alpi del Mare, che da tempo è al centro di numerose iniziative delle amministrazioni di Cuneo, Imperia e Nizza. Le autorità che nell occasione hanno portato il loro saluto da Federico Borgna, sindaco di Cuneo e neo-presidente della Provincia ad Alberto Valmaggia, assessore regionale alla Montagna Dalle Alpi al mare: uno scorcio del territorio candidato a Patrimonio dell Umanità. 4 Messaggi e ai Parchi, da Ferruccio Dardanello, presidente della Camera di Commercio, a Gianni Vercellotti, presidente del ATL, da Fernand Blanchi per il Conseil Général des Alpes-Maritimes a Hélène El Missouri, in rappresentanza del Governo di Monaco hanno assicurato il massimo appoggio. Gianluca Barale e Armando Erbì, commissari dei due Parchi regionali piemontesi, hanno sottolineato come l auspicato successo dell iter di iscrizione nella lista UNESCO comporterebbe da un lato una miglior gestione delle risorse ambientali del territorio, dall altro un importante ritorno economico, considerando che la visibilità assicurata dal marchio dell UNESCO fa sì che si generino forti incrementi dei flussi turistici. L idea di lavorare a una candidatura per il Patrimonio mondiale ricorda Patrizia Rossi, ex direttrice del Parco delle Alpi Marittime e attuale presidente del gruppo UNESCO della Convenzione delle Alpi risale ormai ad alcuni anni fa, ma c è voluto del tempo per individuare quale fosse la strada da seguire per avere buone chances di successo. Perché ormai non ci si può fermare alla dimostrazione dell eccezionalità di un luogo, va fatta emergere la sua unicità al mondo. L UNESCO, entità che ha promosso e gestisce l assegnazione di patrimonio dell Umanità, ha definito tre diverse categorie di siti: culturali, naturali, misti. Nel caso Marittime-Mercantour, il tema della biodiversità è sempre risultato centrale, ma si è ragionato anche rispetto ad alcune importanti emergenze culturali, con riferimento alle incisioni rupestri della Valle delle Meraviglie, alle vie della transumanza, alle fortificazioni, alla linea ferroviaria Cuneo-Nizza Il dubbio sito naturale o misto? si è infine dissolto quando gli esperti coinvolti in un apposito gruppo di lavoro hanno dimostrato come l argomento chiave della biodiversità fosse strettamente legato a un elemento di assoluta unicità: la storia geologica delle Marittime. In epoche remote spiegano gli esperti l attuale catena alpina aveva come appendice i rilievi della Corsica e della Sardegna; poi l interazione tra le placche continentali genera il progressivo allontanamento delle due isole e la loro rotazione che le porta ad assumere una posizione quasi perpendicolare rispetto all asse alpino. Nel tratto intermedio si forma un mare profondissimo, mentre nello spazio tra il Colle della Maddalena e la costa si crea una fascia che per posizione geografica, geologia e clima si presta ad accogliere nel tempo una eccezionale quantità di specie vegetali e animali. In estrema sintesi: ci troviamo di fronte a un territorio dove, in pochi chilometri, da profondità marine che toccano i 2500 metri si raggiungono cime che superano i 3000, passando per una varietà di ambienti ed ecosistemi assolutamente straordinaria. È questo piccolo paradiso terrestre che oggi chiede di diventare Patrimonio dell Umanità. Il cammino non è semplice, la concorrenza molto agguerrita: in lizza per il riconoscimento, di recente conseguito dalle Dolomiti, ci sono il Monte Bianco, il Parco Nazionale della Sila, l arcipelago de La Maddalena Primo passo: un serrato confronto con il territorio, e in particolare con i sindaci e gli altri amministratori locali, affinché tutti siano informati e il livello di consenso e coinvolgimento sia il più possibile elevato. Nel frattempo si dovrà procedere con la realizzazione del dossier di candidatura, composto in primis dalla raccolta degli studi che illustrano le peculiarità del territorio con specifico riferimento ai criteri di eccezionalità. Un impegno sicuramente gravoso, reso possibile dal recente finanziamento di un progetto Alcotra ( euro) che i partner avevano depositato in vista della predisposizione del dossier e di strumenti e campagne di comunicazione. Grazie a questi fondi nel 2015 si procederà dunque con la realizzazione degli studi e delle prime azioni promozionali. Il 2016 sarà l anno della stesura della versione definitiva del dossier e della presentazione della candidatura. E se tutto andrà per il verso giusto, nel 2017 nv LAVORI IN CORSO Non si vive di soli progetti europei, ma poco ci manca La collaborazione del Parco delle Marittime con il gemello Parc du Mercantour anno dopo anno si fa sempre più stretta e tra i risultati di maggior rilievo c è una capacità di investire sul territorio, grazie alle risorse messe a disposizione dall Europa, che pochi altri enti possono vantare. Al momento sono in fase di chiusura due progetti Alcotra biennali ( ) incentrati sui temi del paesaggio e del turismo. Nel primo sono rientrate ricerche sulle connessioni tra attività agro-pastorali e presenza del fagiano di monte, sulla biodiversità delle praterie alpine, sugli impatti degli ungulati rispetto agli habitat e in particolare alla rinnovazione del bosco. Tra le altre azioni, l individuazione di aree boscate di particolare valore e dunque da preservare, nonché la realizzazione di un concorso sulle praterie fiorite. Una specifica linea di intervento è stata inoltre finalizzata all avvio del GECT (Gruppo Europeo di Cooperazione Transfrontaliero), entità che nel prossimo futuro rappresenterà il fulcro della gestione delle iniziative comuni dei Parchi delle Marittime e del Mercantour. Il progetto Turismo è stato costruito attorno all idea di rafforzare la rete tra i gestori di servizi e strutture creando un catalogo basato su proposte studiate congiuntamente da due o più operatori locali. Oltre alla definizione dei prodotti, legati in particolare a temi quali la fauna, la preistoria, le fortificazioni, i prodotti tipici del territorio, è stata sviluppata una specifica vetrina dei pacchetti all interno del portale web Marittime-Mercantour. Inoltre sono stati realizzati pieghevoli informativi ed è stata programmata la partecipazione ad alcune fiere, tra cui l edizione 2014 del Salone internazionale del Gusto di Torino. Altre azioni ancora hanno interessato la rete sentieristica, con lavori di manutenzione dei percorsi in area Valasco e San Giacomo di Entracque, di revisione e integrazione del sistema di monitoraggio dei flussi lungo le principali strade di accesso al Parco. Infine si è intervenuti a favore del sistema di mobilità, con l attivazione del servizio di trasporto a chiamata, e della formazione degli operatori, con incontri di approfondimento sulle birre artigianali, sui formaggi della Granda, sull accoglienza per persone disabili. Nel corso del 2015 dovranno essere sviluppati e portati a compimento altri due progetti Alcotra. Uno di essi, con il Parco Fluviale Gesso-Stura in qualità di ente coordinatore, ha il proprio focus sulla crescita dei centri di educazione ambientale di una vasta area che in territorio italiano comprende Cuneo e i Parchi delle Marittime e del Marguareis. Al suo interno verranno sviluppate attività di studio e scambio a favore delle scuole locali, insieme alla realizzazione di nuovi strumenti didattici e allestimenti per il Centro faunistico Uomini e Lupi. Il secondo progetto è di capitale importanza per il Parco, poiché permette di far fronte alle spese per la redazione del dossier di candidatura a Patrimonio Mondiale dell Umanità (articolo in queste pagine). La programmazione transfrontaliera non esaurisce gli ambiti d azione del Parco. A parte il progetto LIFE Wolfalps (vedi pagina 20), una coda del Piano di Sviluppo Rurale permetterà di investire circa euro in azioni a favore dei boschi. A fronte dell applicazione di forme di gestione sostenibile in corrispondenza delle superfici boscate presentate a domanda di contributo, il territorio potrà contare su fondi per l esecuzione di interventi selvicolturali in boschi di protezione, l avvio del servizio di assegno delle piante al taglio nei lotti comunali, l organizzazione di un ciclo d incontri di presentazione alla popolazione del nuovo Piano di gestione forestale. Alle porte, scontato un ritardo che può essere considerato fisiologico, c è l avvio della programmazione Il Parco si presenta all appuntamento nelle migliori condizioni: l istituzione del GECT fa sì che si possa accedere ai futuri bandi secondo linee di finanziamento privilegiate. nv Messaggi 5

4 Dai Comuni del Parco Dai Comuni del Parco A Valdieri ora c è il Parco archeologico Centro Uomini e Lupi: nel 2014 visite in crescita Un parco archeologico è per definizione un ambito territoriale caratterizzato da importanti evidenze archeologiche e dalla compresenza di valori storici, paesaggistici o ambientali, attrezzato come museo all aperto. Nel 2013 il Parco Alpi Marittime ha dato inizio alla realizzazione del Parco archeologico della Necropoli di Valdieri con l obiettivo di promuovere una più vasta conoscenza del sito e del patrimonio archeologico locale attraverso una serie di attività di animazione e di studio che abbiano come filo conduttore la vita quotidiana di una piccola comunità nella tarda età del bronzo in Valle Gesso. I parchi archeologici, diffusi recentemente anche in Italia, nascono nel Nord Europa a fine Ottocento come ricostruzioni di villaggi preistorici: uno dei più antichi è in Germania, il Museo delle palafitte di Unterhuldingen, aperto fin dal Non bisogna però confondere i parchi archeologici, che includono aree archeologiche da preservare e che hanno un valore educativo e scientifico, con i parchi tematici, strutture non collegate a un sito archeologico e generalmente votate all aspetto commerciale, come a esempio il Parc Asterix a Parigi, i Parchi Harry Potter a Londra e in California. La necropoli di Valdieri è il cuore e l anima del Parco archeologico, che si propone come laboratorio scientifico sperimentale e museo del territorio, con valenze didattiche e turistiche. Le strutture previste nel Parco comprendono due edifici adibiti ad abitazioni e laboratori, forni e focolai per la fusione del bronzo e la cottura delle ceramiche, recinti per gli animali e piccoli campi coltivati. Le attività proposte nel Parco saranno improntate all archeologia sperimentale e all archeologia della produzione, con dimostrazioni e laboratori di tessitura e ceramica, costruzione di manufatti, preparazione e cottura di cibi. Il tutto sotto la guida e la supervisione degli esperti della Soprintendenza per i Beni Archeologici del Piemonte e del Centro di Archeologia Sperimentale di Torino perché, pur divertendosi, qui si farà scienza, non fantascienza. go Il Parco archeologico di Valdieri. Corso di archeologia sperimentale Nel periodo tra la primavera e l autunno 2014 si è svolto il Corso di archeologia didattica organizzato dal Parco Naturale Alpi Marittime nell ambito del PSR Asse IV Leader, dedicato allo sviluppo di attività di carattere culturale che ha visto l iscrizione di 21 partecipanti. Durante le dieci lezioni in programma, docenti ed esperti della materia hanno approfondito gli aspetti più significativi dell archeologia, presentando le emergenze del cuneese con particolare riferimento ai siti delle valli Gesso e Pesio e del Monte Bego. La fusione del bronzo. DIDATTICA Gli incontri, supportati anche dalle visite a musei e collezioni, hanno permesso ai corsisti di avere nozioni sulla pre e protostoria del cuneese. Le lezioni in aula sono state affiancate da laboratori di archeologia sperimentale che hanno permesso di dare un risvolto tecnico e pratico. A completamento del corso, si è svolta una prova attraverso la quale è stato possibile verificare il grado di apprendimento della materia trattata da parte dei partecipanti. go All ultima Borsa Internazionale del Turismo di Milano hanno fatto sapere dall ATL del Cuneese una delle strutture che in assoluto ha attirato maggiormente l attenzione dei visitatori è stato il Centro faunistico Uomini e Lupi di Entracque. Una notizia che insieme ai dati del 2014 fa ben sperare: nell anno appena terminato c è stato un incremento di visitatori del 20% rispetto al Eppure, in mancanza di fondi per la promozione, non ci sono dubbi che per il centro faunistico la scarsa visibilità rappresenti il limite più chiaro ed evidente. Chi, sulla base per lo più del passaparola, ha l occasione di visitarlo, ne esce spesso entusiasta, comunque soddisfatto. In effetti sottolinea Stefania Rivelli, della cooperativa Montagne del Mare, che da un paio di stagioni gestisce la struttura a fronte di centinaia di commenti molto positivi, in una sola situazione ho dovuto registrare delle critiche da parte di un turista. Circa il 40% dei visitatori è rappresentato da ragazzi delle scuole, per i quali il Centro è diventato una meta fissa. Molte le famiglie, per lo più provenienti da Liguria, torinese e basso Piemonte, mentre nell ultimo periodo c è stato un aumento dei milanesi e dei toscani, elemento che fa sperare nell attivazione di nuovi flussi, legati prima ancora che al Centro del Lupo al Parco nel suo complesso. Un ultimo dato significativo: nel periodo estivo di massima affluenza il 10% dei visitatori parlava straniero. Certo è che per il pubblico il motivo di maggior richiamo è la possibilità di vedere il lupo in carne e ossa, e non a caso il numero di visitatori della sezione di Casermette, dove c è l area recintata, è di tre volte superiore a quello del centro di Entracque. I lupi quasi tutti i giorni si fanno vedere, ma per momenti generalmente brevi, per cui non tutti i visitatori hanno la possibilità di osservarli. Cerchiamo di spiegare racconta Stefania che questo è un centro di recupero e non uno zoo o comunque un area, come quella di Saint-Martin-Vésubie, organizzata in modo tale che i lupi siano sempre bene in vista. Gli animali che ospitiamo sono selvatici che hanno subito gravi incidenti e che meritano di non essere disturbati più di tanto. Molti lo capiscono, e anzi sono affascinati dall idea che se riescono a vedere il lupo hanno l opportunità di vivere un esperienza quasi paragonabile, in termini di fortuna, a quella che avrebbero potuto avere in natura. In ogni caso per chi assolutamente il lupo vuole vederlo prosegue, organizziamo delle visite guidate all area cintata che ospita Hope, l ultimo lupo arrivato: è abbastanza piccola e dotata di alcuni punti di avvistamento, per cui, anche se spesso da lontano, l animale in genere può essere osservato senza particolari problemi. Attualmente al centro sono presenti nella parte recintata più ampia Ormea, giovane maschio recuperato nei dintorni del paese della Valle Tanaro (da cui il suo nome) ed Emilia, vittima di un investimento nell Appennino tosco-emiliano. In un area più piccola vive invece Hope: operata più volte a zampe e bacino dopo l impatto con un auto lungo la statale della Val Chisone, è oggi in ottima forma ma la lunga permanenza a contatto con l uomo ne ha impedito la liberazione. L ingresso del Centro faunistico Uomini e Lupi di Casermette. Nei prossimi mesi al centro dovrebbero arrivare una femmina dalla Francia e un maschio da un area del Centro Italia, mentre c è stato anche un contatto con il Bioparco di Roma per il trasferimento a Entracque di un branco di sei esemplari per assicurare agli animali una sistemazione più adeguata di quella attuale, molto sacrificata. E molte sono le idee per rendere ancora maggiore l attrattività del centro faunistico. Sono allo studio alcune attività di animazione, legate all area gestita ma anche al territorio circostante. Grazie al progetto LIFE Wolfalps, nella stagione entrante al personale impiegato nell accoglienza (tre persone e un volontario) sarà affiancato un collaboratore impegnato nella gestione di attività per i visitatori, con particolare attenzione per i più giovani. E nel loro insieme le azioni previste all interno di Wolfalps fanno sì che il Centro Uomini e Lupi possa a breve diventare il punto di riferimento a livello alpino per quel che riguarda la comunicazione e la sensibilizzazione sul lupo. nv 6 Messaggi Messaggi 7

5 Dai Comuni del Parco Dai Comuni del Parco E con Roaschia i comuni del Parco diventano cinque Per Vernante finalmente un nuovo centro visita Aisone, Entracque, Valdieri, Vernante e adesso anche Roaschia. I Comuni del Parco sono diventati cinque: l area protetta si rinforza e si arricchisce in biodiversità. Il piccolo Comune della Valle Gesso, famoso per i suoi pastori e le sue pecore, per i tajarin (tagliatelle) all uovo per contro non è mai stato, e a torto, altrettanto rinomato per il patrimonio paesaggistico e naturale che custodisce. I botanici da sempre ne sono invece ben a conoscenza tant è che, su loro richiesta, alcune zone del suo territorio già negli anni Settanta furono inserite negli elenchi di quelle meritevoli di entrare a far parte del sistema delle aree protette. Non se ne fece mai nulla, forse per paura di interferenze con l attività estrattiva, fin quando le peculiarità naturalistiche di questa scaglia di calcare, ricchissima di specie animali e botaniche tra cui diversi endemismi, vengono riconosciute dalla rete Natura 2000 con la delimitazione di ampie porzioni di territorio quali Siti d Importanza Comunitaria (SIC) e Zone a Protezione Speciale (ZPS). Il passo successivo si compie nel Il Consiglio comunale di Roaschia delibera all unanimità la richiesta alla Regione di entrare a far parte del Parco delle Marittime in quanto utile e vantaggioso per il Comune. Una domanda che dà modo alla Regione, in occasione della revisione della legge quadro delle aree protette, di inserire nel 2011 con la Legge n. 16, Roaschia nel sistema regionale dei Parchi. Dal 1 gennaio dell anno seguente gli alti pascoli e la costiera rocciosa dai pressi della Punta del Van sino alla Bussaia diventano il nuovo finis terrae settentrionale del Parco delle Marittime: una grande balconata affacciata sulla pianura e sulle propaggini dell arco alpino. Più in basso, nella porzione di territorio comunale che costeggia il torrente Gesso, viene invece istituita la Riserva delle Grotte del Bandito che tutela un sito importante dal punto di vista naturalistico e anche da quelli preistorico e paleontologico (vedi box). Adesso c è anche Roaschia a condividere le grandi sfide del Parco, prima fra tutte l iscrizione al Patrimonio mondiale Unesco. gb Un sito prezioso GROTTE DEL BANDITO Le Grotte del Bandito, il più importante sistema sotterraneo della Valle Gesso setacciato con scarso successo in epoche passate per la ricerca di pagliuzze d oro è risultato al contrario un sito molto importante per paleontologi e archeologi. Fin dall Ottocento le grotte sono state scavate per la ricerca di ossa del mitico orso delle caverne con le quali sono stati ricostruiti esemplari esposti nei musei di scienze naturali di Londra e di Milano. Recenti campagne di studio hanno portato alla luce poi diversi esemplari di altri animali che anticamente popolavano la valle. Nel 2015 ricorre il ventennale dell accorpamento del Parco dell Argentera e della Riserva Bosco e dei Laghi di Palanfrè, operazione che portò alla creazione del Parco Naturale Alpi Marittime. Oggi si può dire che quella unione ha apportato dei benefici all intero territorio. Vernante, che si era sviluppata anche grazie al turismo invernale della stazione sciistica di Limone, inserendosi all interno della più grande area protetta del Piemonte ha avuto modo di assumere una maggiore connotazione di località turistica estiva e di centro escursionistico. La Valle Gesso, cuore del Parco, ha potuto contare su una nuova vetrina e su una porta di accesso raggiungibile da un arteria di traffico internazionale. Dall accorpamento a oggi, sul territorio di Vernante, sono stati portati a compimento numerosi interventi, da quelli sulle infrastrutture (sentieri, alpeggi ) a quelli di carattere promozionale (presenza a saloni, visite di giornalisti ) senza dimenticare i molti progetti didattici sviluppati con le scuole locali. Particolarmente importante è stata la chiusura dei lavori avviati a suo tempo dall amministrazione della Riserva per la costruzione del rifugio L Arbergh a Palanfrè, snodo fondamentale per i flussi escursionistici lungo la Grande traversata delle Alpi e anche tra Vernante e la Valle Gesso. Oggi la struttura è gestita dalla dinamica Silvana Giordano, giovane abitante della frazione. La presenza del Parco nel paese si è rafforzata con l inaugurazione, nel settembre 2013, del nuovo centro visita, realizzato dalla Comunità Montana con la riqualificazione di un area artigianale (ex segheria) dismessa. Entrato a pieno regime dall estate scorsa, il centro ha ospitato alcune mostre e svolto il ruolo di punto informativo, diventando un riferimento fondamentale per villeggianti e turisti di passaggio. La gestione, in carico alla cooperativa Montagne del Mare, ha coinvolto personale del posto. In questi anni ottimi risultati sono giunti dalla collaborazione tra il Parco e alcuni operatori turistici di Vernante, soci di Ecoturismo in Marittime, che localmente rappresentano l eccellenza nei settori della ristorazione, della ricettività e dei prodotti locali. gb AISONE Negozio di Aisone: un servizio indispensabile Il Comune di Aisone fa parte del Parco sin dagli anni Ottanta quando fu istituito con il nome di Parco Naturale dell Argentera. Un territorio di grande pregio ambientale per i suoi laghi, pascoli e ricchezza faunistica, purtroppo di difficile fruibilità a causa della lunga strada sterrata di accesso percorribile soltanto con l autorizzazione del Comune. Anche se Aisone per ragioni geografiche è ai margini del Parco, è sempre stato vissuto in modo positivo dalla gente dice il più volte sindaco Franco Armando. Il cuore dell area Lo stambecco è oggi presente anche sulle montagne di Roaschia. Pinocchio accoglie i turisti al Centro visita di Vernante. Il Centro visita/negozio di Aisone. L Ursus spelaeus di Roaschia esposto a Milano. Anche l uomo ha utilizzato il sito nei tempi antichi come ha dimostrato il ritrovamento di numerosi reperti durante campagne di scavo condotte dalla Soprintendenza del Piemonte. Oggetti che hanno permesso di arricchire le conoscenze dei primi popolamenti umani in zona. Non di minor valore è l interesse naturalistico della cavità che ospita diverse specie di insetti rari e di pipistrelli che le utilizzano per lo svernamento. Per tutelare i chirotteri durante i mesi invernali, dall estate scorsa l accesso alle grotte è stato regolamentato. gb protetta è storicamente in Valle Gesso prosegue ma di fatto la sua presenza ad Aisone è concreta. Come non ricordare il contributo fondamentale del Parco nell avvio del Centro di sci di fondo e quello più recente per il mantenimento di un servizio indispensabile per gli abitanti qual è il negozio di alimentari sulla piazza principale del paese. Unico rammarico è che Aisone e la Valle Stura avrebbero forse potuto avere un ruolo e opportunità maggiori se anche altri Comuni vicini fossero entrati a far parte dell area protetta dice ancora Franco. Adesso c è una nuova prospettiva che Aisone e i Comuni vicini hanno colto: quella di essere parte attiva nella candidatura delle Alpi del Mare a Patrimonio Mondiale dell UNESCO. gb 8 Messaggi Messaggi 9

6 Turismo e Sviluppo sostenibile Turismo e Sviluppo sostenibile La grigia estate 2014 salvata dai turisti stranieri Una cooperativa di giovani tra entusiasmo e difficoltà combinazione così marcata di temperature fresche, elevata nuvolosità, piogge e temporali frequenti e abbondanti come nel luglio scorso, al Nord Italia, si era Una vista poche volte a scala secolare. Parola di un meteorologo del calibro di Luca Mercalli. Il grigio, infatti, è stata la nota di colore dominante della prima parte dell estate. Le condizioni climatiche hanno influito sulle presenze dei visitatori, mentre gli appassionati di camminate che non hanno disdetto hanno dovuto modificare i loro trekking in quota a causa dell innevamento prolungato. Testimone dell andamento della stagione è Aladar, gestore del rifugio Pagarì: Siamo partiti molto male per il meteo e la presenza di molta neve in quota. Dal 20 luglio in poi le cose sono andate migliorando anche se il cattivo tempo ha coinvolto ancora alcuni week-end. Situazione tragica che in parte è stata compensata dal buon andamento di agosto e settembre. E questo per merito della frequentazione straniera, sempre in aumento: quest anno ci sono stati meno tedeschi e più francesi e olandesi rispetto la precedente stagione. Stranieri dunque all assalto delle Marittime e non solo i consueti nordici, perché a camminare sui nostri sentieri cominciano a esserci orientali, americani, australiani Quest estate un guardaparco ha incrociato una coppia di escursionisti israeliani, e da uno scambio di battute è emerso che i due avevano condiviso parte dell itinerario nel Parco con visitatori provenienti da Dubai: un dato di fatto che la notorietà delle Marittime è crescente. Purtroppo non sono ancora disponibili i dati di arrivi e presenze turistiche per valutare nel dettaglio l andamento della stagione. In base a commenti e impressioni raccolte tra gli operatori emerge che l estate, se si tengono in giusta considerazione la crisi economica e le condizioni meteo, non è stata negativa come si temeva inizialmente. Un dato oggettivo per come sta andando il turismo dalle nostre parti c è, ed è la tendenza all aumento dei posti letto. In pochi anni sono nate nuove strutture, altre sono state ampliate e ammodernate, segno inequivocabile che alcuni imprenditori hanno voluto scommettere sul territorio e rispondere a una maggior domanda turistica. Il risultato è che la nostra rete di ricettività è già al momento adeguata per quanto riguarda campeggi, rifugi e case vacanze, ma dal confronto quotidiano con tour operator e turisti sono tangibili le nostre debolezze nella ricettività alberghiera, negli agriturismi e nell offerta di appartamenti. Qualcosa comunque si sta muovendo anche in questo settore. Si pensi alla recente nascita di MANIA, a Valdieri, associazione che si pone tra gli obiettivi quello di incrementare le attività di animazione locale e di creare una rete di accoglienza diffusa in Valle Gesso per sfruttare il patrimonio di seconde case. Una nuova realtà che può integrarsi in modo ottimale con Ecoturismo in Marittime, da molti anni impegnata in azioni di promozione del territorio, soprattutto all estero, contribuendo in modo determinante nel fare delle nostre montagne una destinazione turistica con un anima e un identità basata su natura e cultura. gb Escursionisti al Colle di Finestra. Linee Reali e Trail PNAM NUOVI EVENTI Animare le frange della stagione estiva è da sempre un obiettivo dell area protetta. Con questo intento la scorsa estate hanno debuttato a giugno e a settembre Linee Reali e il Trail del Parco delle Alpi Marittime. Gara di arrampicata libera sui massi, la prima manifestazione sportiva, competizione di corsa in montagna, la seconda. Linee Reali è stata organizzata in collaborazione con Il Punto di Borgo S. Dalmazzo nell ambito del progetto Wonderful Outdoor Week dell ATL delle Valli di Cuneo e finanziato dalla Fondazione CRC. L evento che si è svolto a Sant Anna di Valdieri, in nuovo sito di boulder valorizzato per l occasione e dalle ottime potenzialità, ha richiamato un centinaio di partecipanti tra i quali c erano alcuni dei più forti arrampicatori italiani. Un debutto d oro è stato quello del Trail ideato dalla Valle Gesso Sport e dal Parco la prima domenica di settembre. Sulla linea di partenza a Terme di Valdieri si sono presentati 200 concorrenti provenienti da ogni parte d Italia e anche dall estero. Motivo di grande soddisfazione la posizione conquistata dal guardaparco di Valdieri, Enzo Piacenza, arrivato per una manciata di secondi alle spalle del vincitore Enrico Aimar. La prossima edizione si correrà domenica 6 settembre. gb Coop MdM Alzando gli occhi al cielo, una delle attività della cooperativa. Montagne del Mare è nata nella primavera del 2013 dall iniziativa di alcuni giovani della Valle Gesso, che hanno deciso di mettersi in gioco costituendo una cooperativa per i servizi di prenotazione di eventi e attività didattiche e per la gestione delle strutture del Parco Alpi Marittime: i centri visita di Terme e Vernante, le aree attrezzate e il Centro faunistico Uomini e Lupi. La cooperativa ha inoltre in gestione l ufficio turistico del Comune di Entracque e il Centro visita della centrale dell ENEL. Il Parco ha affidato tramite bando pubblico a Montagne del Mare molti dei servizi svolti in passato da GESAM, la società a capitale pubblico che fino al 2012 coinvolgeva l ente insieme al Comune di Entracque. L attuale cooperativa ha tuttavia un impostazione più imprenditoriale e i soci un maggior rischio di impresa: Bisogna investire di tasca propria e non si ha mai la certezza di portare a casa un buon guadagno, spiega Piera Loprete, fra i soci fondatori. Lavorare nei servizi turistici vuol dire dipendere dai capricci del meteo e dalle molte variabili che influenzano le scelte di singoli, famiglie e gruppi. Non ultimo il portafoglio. Per esempio quest anno, tra la pioggia e la crisi economica, alla fine della stagione estiva abbiamo registrato complessivamente un calo di presenze rispetto al Oggi la cooperativa è gestita da un trio di sole donne: Piera, Stefania Rivelli e Katia Fichera. Ciascuna ha la sua specializzazione continua Piera anche se tutte qui devono all occorrenza saper fare tutto: Katia si occupa delle prenotazioni e della contabilità, Stefania del magazzino e dei rapporti con i fornitori e io dei contatti con gli operatori locali e con il Parco. Di anno in anno cerchiamo di ampliare e migliorare l offerta di animazione, fra serate di presentazione di libri, osservazioni guidate del cielo stellato e corsi di balli occitani. Coop MdM Il lupo Ligabue, la mascotte del Centro Uomini e Lupi. D estate la cooperativa quadruplica i suoi effettivi: Abbiamo bisogno di una quindicina di persone per gestire le strutture che ci sono state affidate, nonostante l aiuto che ci forniscono stagisti e volontari del Parco. La scorsa primavera abbiamo selezionato tramite colloquio la squadra che ci ha affiancato nel corso dell estate, adesso stiamo continuando un percorso di formazione insieme a loro in vista della prossima stagione. E se qualcuno volesse collaborare con la cooperativa? In primavera faremo il punto sull organizzazione del personale: se sarà il caso, faremo nuovi colloqui per integrare la squadra. Chi fosse interessato ci può inviare il proprio curriculum. Per chiudere, tre domande a Piera, atterrata quasi per caso in Valle Gesso nel 2010 da Settimo Torinese per raccogliere i dati per la tesi di laurea in biologia e ormai entracquese d adozione. Qual è il bello del vostro lavoro? Quando le persone se ne vanno soddisfatte dopo una visita o un attività e poi magari ritornano! E il lato difficile? La stagionalità estrema: con due mesi senza respiro e intere settimane morte o quasi. Tornassi indietro, faresti le stesse scelte? Dal trasloco alla cooperativa, mille volte sì. ib 10 Messaggi Messaggi 11

7 Associazione Ecoturismo in Marittime Associazione Ecoturismo in Marittime Ecoturismo: scelte vincenti sostenute dai numeri Tempi non facili per il turismo. Ma se altrove si piange, nelle Marittime qualche motivo di consolazione esiste. Nel periodo estivo, il flusso dei visitatori si è mantenuto su livelli più che accettabili (vedi articolo a pag. 10). Il merito di questo trend, in controtendenza rispetto alla stragrande maggioranza delle località turistiche, va sicuramente ai luoghi valli e montagne tra le più belle dell arco alpino, ma anche a una politica promozionale sviluppata nel corso dell ultimo decennio che ha saputo far crescere le Marittime quale destinazione per il pubblico degli appassionati di natura. Parco e operatori, riuniti nell associazione Ecoturismo in Marittime, hanno puntato sul turismo verde, sulla grande tribù dei camminatori, con particolare riferimento ai mercati del Centro-Nord Europa, tradizionalmente forti in questi settori. La partecipazione a fiere, da Monaco (Germania) a Utrecht (Olanda) a Herning (Danimarca), senza dimenticare la Francia (saloni di Parigi e Lione), nazione che per ragioni storiche e geografiche da sempre è un bacino di fondamentale importanza per Roberto Pockaj Giornalisti tedeschi impegnati nel test della Via Alpi-na del Mare. le Alpi del Sud, insieme all organizzazione di visite e soggiorni per giornalisti, hanno prima fatto crescere e consolidato in seguito un attenzione per le Alpi Marittime, e per la Valle Gesso in particolare, che si è tradotta in un confortante afflusso di turisti. Tra le ultimissime iniziative promozionali di Ecoturismo in Marittime, il lancio a inizio estate di un trekking che collega l Argentera al mare, con l attraversamento dell intera area che intende candidarsi a Patrimonio Mondiale dell Umanità. Ricalcando grosso modo il percorso di Via Alpina, l itinerario in sedici tappe passa dal Parco delle Alpi Marittime al Parc du Mercantour in Francia, poi Parco del Marguareis, Parco delle Alpi Liguri, per finire al mare con i giardini Hanbury. Il primo test sulla Via Alpi-na del Mare (ipotesi di denominazione dell itinerario, che coniuga Via Alpina con l area di riferimento, le Alpi del Mare ), è stato affidato a sei giornalisti tedeschi, accompagnati dalla guida del Parco delle Alpi Marittime Roberto Pockaj e da Roberto Maggioni, agente turistico con sede a Berlino che su iniziativa dell associazione Ecoturismo in Marittime ha organizzato il tour. È stata un esperienza bellissima racconta Barbara Schaefer. Ero stata già più volte nelle Langhe, e non immaginavo che a poca distanza ci fossero delle montagne così affascinanti. Soprattutto mi ha colpito la grande varietà di ambienti e paesaggi che abbiamo potuto ammirare passando dalle Alpi Marittime alla costa ligure. Con Barbara, giornalista free-lance della capitale tedesca, erano presenti firme di alcuni importanti quotidiani tedeschi e austriaci, insieme a Nina Holmer, della rivista di montagna Bergsteiger, già autrice di uno speciale di sedici pagine dedicato all escursionismo nel cuneese. Più che positivi i commenti di tutti i partecipanti, e non solo rispetto agli aspetti ambientali: molto apprezzata l accoglienza offerta da rifugi e alberghi, tra cui il Questa e l hotel delle Terme di Valdieri. La promozione del territorio sottolinea Fabrizio Fenocchio, per dodici anni presidente di Ecoturismo in Marittime è sempre stato il principale campo di attività della nostra associazione. Grazie all impegno di tutti, dagli operatori al Parco e ai Comuni, abbiamo raggiunto dei risultati che ci riempiono di soddisfazione. Sia chiaro: sarebbe stato necessario fare molto di più, ma se non altro credo siano state investite al meglio le risorse, obbiettivamente limitate, che abbiamo avuto a disposizione. Le attività di animazione del territorio aggiunge Michela Formento, che da inizio 2014 ha sostituito Fenocchio alla guida di Ecoturismo organizzate dalle proloco e da altre realtà associative che sono nate, anche di recente, nei nostri Comuni sono importantissime. Servono per rendere ancora più ricca e coinvolgente un esperienza tra le nostre montagne. Anche Ecoturismo fa la sua parte, pensiamo solo all organizzazione di Tuma e bodi e di tanti altri appuntamenti, ma credo che la specificità dell associazione sia quella di far conoscere le Marittime in un ambito non strettamente locale. Il compito di Ecoturismo è soprattutto quello di far arrivare i visitatori; il compito di tutti è di fare in modo che questi visitatori se ne vadano soddisfatti e che si inneschi quel meccanismo del passaparola che resta pur sempre alla base della promozione di un territorio. Dunque migliorare l accoglienza, all interno di un processo che si sviluppa coniugando gli interessi economici con il rispetto e la valorizzazione dell ambiente e della cultura locale. Di passi in avanti, in questi anni, ne sono stati fatti. È cresciuta la rete, tra gli operatori c è più disponibilità alla collaborazione. Le strutture sono gestite con un occhio sempre più attento a consumi e smaltimenti. L utilizzo dei prodotti locali è ormai generalizzato. Si sono moltiplicate le proposte di scoperta del territorio. Ma guai a fermarsi sostiene Michela Formento. Per il 2015 stiamo pensando a un allargamento del nostro territorio di riferimento, inserendo anche strutture che operano al di fuori dei Comuni del Parco, al mantenimento del servizio di navette anche nel caso in cui il Parco non fosse più in grado di sostenere la spesa, a un ciclo di incontri con esperti per accrescere il bagaglio professionale di ognuno di noi. nv GESTIONI Cambio della guardia alla Real Casa Nella primavera del 2014 è iniziata la nuova avventura al Rifugio Valasco di Andrea Cismondi, già gestore del Rifugio Morelli. Per l occasione, la casa di caccia ha ricevuto un bel maquillage in legno della sala da pranzo, della sala bar e delle camere, che sarà completato nel 2015 con una tettoia, costruita dalla proprietà della struttura, che permetterà di percorrere il perimetro del cortile interno senza bagnarsi. Al termine della prima stagione da gestore di due rifugi, riesci a fare un confronto Morelli-Valasco? Si parla di mondi diversi. Il Morelli è aperto solo nella stagione estiva: è un rifugio da alpinisti e da appassionati di natura alpina. Il Valasco ha un periodo di apertura che dura 7-8 mesi e attrae una variopinta clientela di famiglie, escursionisti eroici e debuttanti, ciclisti, gruppi organizzati, visitatori non necessariamente molto esperti di montagna quanto piuttosto amanti della buona cucina... Così, dopo cinque anni passati a trattare con gruppi mai immensi di alpinisti, c è stato bisogno di imparare a gestire una domanda molto differenziata e mediamente esigente. Cosa vuol dire gestire un rifugio nel cuore del Parco? Il Piano del Valasco è uno dei simboli dell area protetta, un luogo accessibile e di eccezionale bellezza, che vive la non facile situazione di essere allo stesso tempo famoso, frequentatissimo e fragile Ci sono state alcune occasioni di attrito col Parco, che col senno di poi si sarebbero potute evitare con una comunicazione migliore. I momenti di tensione sono stati causati dall aver attrezzato senza autorizzazione alcuni itinerari di roccia in prossimità del rifugio, da un episodio di disturbo involontario arrecato alla cattura dei camosci e dalla festa di fine stagione, che ha suscitato una discreta bagarre. Per quanto riguarda gli itinerari, mea culpa: prima di intervenire era doveroso verificarne la fattibilità dopo aver valutato l impatto ambientale. Ho ovviamente interrotto l operazione con l accordo verbale da parte del Parco di incontrarsi per capire insieme, dopo le valutazioni del caso, se c è la possibilità di attrezzare vie nei paraggi senza arrecare danni all ambiente. Siccome l episodio di disturbo riguardo alle catture di camosci riguarda proprio l accesso alle vie d arrampicata, attrezzare un settore in un altra posizione permetterebbe di ovviare a questo inconveniente. Infine, per quanto riguarda la festa, dal mio punto di vista è stata l occasione, riuscita, per far quadrare i conti al termine di una stagione estiva davvero difficile e di far conoscere il rifugio a molte persone che non erano mai state al Valasco. Se potessi tornare indietro, di sicuro mi muoverei in modo diverso, cercando di concordare il programma dell evento e il calendario della stagione insieme a tutte le parti interessate. Il dibattito che si è scatenato sui media e sui social intorno alla festa al Valasco riflette da un lato due filosofie della montagna (di cui una mal sopporta le declinazioni più ludiche dell ambiente alpino), dall altro due missioni del Parco non sempre facili da conciliare: la conservazione dell ambiente (prioritaria) e la promozione turistica (cui la prima detta e deve dettare alcuni paletti). Di sicuro gestire il Rifugio Valasco implica trovarsi sempre sotto i riflettori e sotto i binocoli attenti dei guardaparco! Per questo c è bisogno di sapere con chiarezza cosa si può e cosa non si può fare e di capire il perché dei divieti. Anche un divieto spiegato bene può diventare una risorsa da comunicare, invece che un limite antipatico: se io escursionista so che non posso campeggiare nella torbiera perché danneggio quel che resta di un antico lago che ci parla delle ultime glaciazioni, probabilmente accetto più volentieri di accamparmi accanto al rifugio. Come operatori che lavorano all interno del Parco, siamo i primi a doverci formare e informare: prima dell inizio della prossima stagione voglio sapere tutto sulla torbiera del Valasco e sulle catture dei camosci e su ogni emergenza naturalistica e culturale dei dintorni. Ne ho bisogno anche per sapere dove indirizzare gli escursionisti, per poter spiegare perché alcuni luoghi è meglio non frequentarli e quali sono i comportamenti giusti da tenere per non danneggiare gli ambienti fragili. Nei prossimi mesi spero ci sarà la possibilità di incontrarsi e programmare insieme, rifugisti e Parco, la stagione estiva ib 12 Messaggi Messaggi 13

8 Scuola, didattica e educazione ambientale Scuola, didattica e educazione ambientale Sempre più stretto il legame tra Parco e scuola delle attività didattiche che il Parco ha predisposto, disponibile sia su carta sia su internet, è lo strumento L opuscolo di promozione per le visite di istruzione delle scuole che giungono nel Parco. L obiettivo delle proposte educative è quello di fornire un supporto al processo di insegnamento integrandolo con offerte e approfondimenti mirati e sostenendo alunni e docenti nel proprio operato. La grande esperienza accumulata in quasi trentacinque anni di vita dell area protetta ci permette di rivolgere ai vari gradi di istruzione programmi di carattere diversificato, pensati per rispondere a differenti esigenze formative: significative sono quelle dedicate al Centro Uomini e Lupi, al Parco archeologico di Valdieri, all Ecomuseo della Segale. Altre proposte didattiche interessano le tematiche culturali e la storia del territorio, talune sviluppano un approccio scientifico, altre ancora sono a sfondo prevalentemente naturalistico o sportivo. Ragazzi impegnati in una simulazione di scavo archeologico. I programmi sviluppati alle Marittime tendono a caratterizzare l educazione sostenibile in chiave di strumento che favorisca nelle persone la crescita di comportamenti responsabili e propositivi verso il patrimonio ambientale. Al mondo della scuola viene dunque offerta la possibilità di fruire di un area protetta anche e soprattutto come laboratorio didattico all aperto. Questa impostazione ha trovato negli ultimi anni notevole consenso. Nel 2013, ultimo anno di cui si hanno dati completi, 4880 studenti hanno visitato il territorio del Parco. Una cifra che segna un ribasso rispetto agli anni precedenti, per altro contenuto, e che trova una spiegazione soprattutto nella crisi economica che sempre più sta colpendo scuole, genitori, famiglie, tutti noi. Ci sono però anche dati positivi, tipo quello delle scuole che hanno svolto dei soggiorni di istruzione (circa 980 ragazzi in pernottamento di uno o più giorni nel 2013, un centinaio il più rispetto all anno precedente). Ma sono le scuole dei Comuni del Parco il nostro fiore all occhiello, perché con le insegnanti dei nostri alunni e studenti si fa sperimentazione e innovazione didattica garantendo l intervento del personale dipendente a titolo gratuito, sia nella fase organizzativa sia operativa, e mettendo inoltre a disposizione strutture, strumentazioni, materiali. Nell autunno sono stati avviati alcuni progetti con le scuole locali e altri partiranno prossimamente, il che richiederà uno sforzo organizzativo non da poco. Incontro in classe con il guardaparco. I 17 piccoli delle scuole dell infanzia di Andonno saranno seguiti nel progetto 4 amici nel bosco, mentre i 23 pari età di Entracque si vedranno coinvolti nel progetto Esploratori della natura. Con le primarie di Entracque (classi I,II,III; in totale 43 bambini) viene svolto il progetto di conoscenza della natura A scuola nel Parco, mentre alcuni laboratori specifici, tipo quello del torrente, sono già stati svolti e altri ne seguiranno con la classe IV della primaria di Valdieri (11 alunni). Con le classi V delle primarie di Valdieri e di Vernante (rispettivamente 12 e 11 alunni) verrà sviluppato, nella prossima primavera, un laboratorio sperimentale di due incontri dedicato alle energie rinnovabili forniteci dalle risorse naturali, in questo caso il bosco, ma non mancherà la visita alla centrale Enel. Con il progetto LIFE Wolfalps partirà a gennaio un programma sperimentale sul lupo. Ne beneficeranno le classi III e IV della Primaria di Vernante (16 alunni), la Primaria di Roccavione (I e II con 23 bambini, V con 18 alunni) e la Secondaria di 1 grado di Valdieri (classi I e III, 23 studenti). Migliaia di studenti in visita, centinaia di professori e insegnanti coinvolti, circa 180 alunni e una ventina di insegnanti delle scuole locali al lavoro con il Parco: questi dunque i numeri di un attività legata ad una tra le principali missioni dell ente, l educazione. Numeri che danno conto solo in parte di una storia che è fatta, soprattutto, di impegno, applicazione, voglia di scoprire, condividere le esperienze e imparare. ab Piccoli guardaparco crescono JUNIOR RANGER Junior Ranger (JR) del Parco, ovvero piccoli guardaparco, è un iniziativa ideata dal servizio didattica e che ha ormai oltre quattro anni di vita. Nata con lo scopo di avvicinare le nuove leve alle attività svolte nel Parco, ha permesso a oltre trenta ragazzi residenti nei comuni di Valdieri e di Entracque di scoprire, fra l altro, le tecniche per catturare i camosci, le fototrappole e il loro utilizzo per immortalare gli animali di notte, la strumentazione GPS per mappare un sentiero, i sistemi per seguire le tracce dei lupi o per catturare le farfalle in modo da poterle determinare. Ma ha anche permesso al Parco di avere ragazzi disponibili a rastrellare l erba lungo il sentiero dell Ecomuseo della Segale di Sant Anna, recuperare legname per i pastori in alpeggio, raccogliere rifiuti o pulire le canalette di scolo delle acque meteoriche. Ringraziamo quindi tutti i piccoli guardaparco che ci hanno aiutato in questi negli anni. Per due di loro, l estate scorsa, è arrivata una bella sorpresa: un viaggio in Repubblica Ceca per l incontro annuale dei JR della Federazione Europea dei Parchi: un esperienza forte, sicuramente da ripetere. md Junior Ranger in azione al Parco archeologico di Valdieri. Si ulula sulle Alpi NUOVA PROPOSTE DIDATTICHE Nell ambito del progetto LIFE Wolfalps, i Parchi naturali delle Alpi Marittime e del Marguareis hanno messo a punto insieme a un gruppo di insegnanti delle scuole locali particolarmente motivati un programma di formazione innovativo, riservato alle classi della scuola primaria e secondaria del territorio dei due Parchi. Abbiamo studiato qualcosa di speciale per la prossima primavera: Ululato sulle Alpi, racconta Alessandro Barabino, del Parco Alpi Marittime. Vediamo perché. Si tratta prima di tutto di una proposta completa, perché i ragazzi oltre a imparare chi è il lupo dal punto di vista biologico e culturale hanno la possibilità concreta di confrontarsi con un pastore che andrà a trovarli in classe. Inoltre Ululato sulle Alpi è un programma di scambio su scala locale: le scuole dell area del Parco delle Alpi Marittime andranno infatti in gita nel Parco naturale del Marguareis e viceversa. Ultima cosa, ma non meno importante: la proposta è gratuita per le famiglie e a costo zero per gli enti, che si avvalgono di personale interno. Il progetto LIFE Wolfalps rende possibile tutto questo mettendo a disposizione le risorse per coprire le spese vive dei trasporti e del rimborso per il pastore. ib 14 Messaggi Messaggi 15

9 Ecomuseo della Segale Attività del territorio Ecomuseo della Segale: pochi soldi, tante attività Lo sportello forestale del Parco compie due anni I tagli operati dalla Regione Piemonte hanno interessato anche gli Ecomusei piemontesi, che pur in assenza o quasi di risorse tentano di mantenere in vita le attività sviluppate nel corso degli anni. L Ecomuseo della Segale nell ambito dell animazione locale continua a riproporre il Carnevale alpino dell Orso, la Festa della Segale, la scuola di organetto di Silvio Peron, i corsi sulla panificazione e sull utilizzo delle piante officinali, il ciclo estivo di incontri tematici, che la scorsa estate ha avuto come momenti clou la presentazione di due volumi di Marzia Verona sulla pastorizia e del quaderno del Parco sulle cacce reali, curato dal professor Pietro Passerin d Entreves, forse il massimo esperto in materia È proseguito l esperimento, da parte della cooperativa Montane del Mare, di far pagare un biglietto d ingresso al Museo della Segale. Ciò sta comportando, com era prevedibile, una notevole riduzione degli ingressi; starà al prossimo responsabile della struttura dal 2015 l apertura sarà curata dalla nuova gestione del negozio dei Bateur valutare se proseguire su tale strada o impostare nuovi criteri di fruizione. La scarsità di mezzi a disposizione ha impedito di procedere con interventi di grande urgenza, in particolare il rifacimento della copertura in paglia sia dell edificio di Tetti Bartola, da tempo ricoperto con teloni, sia della casa di Tetti Bariau, in condizioni appena migliori ma comunque a forte rischio di infiltrazioni. Fortunatamente, per il pubblico dei visitatori, un buon esempio di copertura in paglia è stato realizzato, grazie a finanziamenti europei, presso il Parco archeologico della necropoli protostorica di Valdieri. E proprio il Parco archeologico sta diventando uno dei nuovi banchi di prova dell Ecomuseo: sono allo studio sia attività didattiche rivolte alle scolaresche, sia laboratori per l animazione dell area durante la bella stagione. nv Gli antichi mestieri rivivono in due video Abituati come siamo a effetti speciali e occhialetti 3D, l ultimo ringraziamento che sfuma nel nero immobile dello schermo spiazza gli occhi viziati del pubblico: il cortometraggio è finito con la stessa semplicità che ne ha contraddistinto tutta la durata. Sul set di Profumo di Lavanda. Eppure in Profumo di Lavanda fiction promossa dal gruppo culturale Tabàs, in collaborazione con la comunità di Andonno e l associazione CULTURA LOCALE KinoKinino di Torino, che fa rivivere i luoghi e i momenti che caratterizzavano la raccolta della lavanda spontanea nella Valle Gesso e in da na stélo a l àuto documentario a cura dell associazione Vudìer Cuénto e del regista Marco Dogliotti, incentrato sulla restituzione di testimonianze estrapolate dalle interviste ad anziani valdieresi ci sono emozioni e sentimenti che nemmeno le riprese mozzafiato di un drone potranno mai offrire agli spettatori. Primo tra tutti l amore che i due gruppi culturali rivolgono alla loro terra, ai loro paesi, rispettivamente Andonno e Valdieri; poi l impegno nel gridare che il passato non è una pagina ingiallita su cui sbrodolare pensieri nostalgici, ma un bene prezioso da valorizzare; ultimo, ma fil rouge in cui entrambe le storie si impigliano, il desiderio di custodire la propria lingua, la propria identità e, perché no, in fondo in fondo, la proprio anima. ba SANT ANNA C è chi va e chi viene Ce lo siamo sempre detti: un ecomuseo è fatto di cose (case, sentieri, campi, boschi, ), ma anche e soprattutto di persone, di quelle persone che concorrono a rendere vivo un territorio. Debora Orso lascia i Bateur dopo 15 anni. Secondo questa prospettiva, l Ecomuseo della Segale non può far altro che dichiararsi profondamente ferito dalle vicende degli ultimi mesi: in poco tempo se ne sono andati Maria, Toni, Dino,, tutte figure che erano molto legate alla realtà quotidiana di Sant Anna. Si potrebbe pensare che questi eventi segnino un ulteriore tappa dell abbandono della montagna. I vecchi se ne vanno, i pochi giovani rimasti se possono scappano. Ma non è esattamente così. O perlomeno: Sant Anna fa sperare che qualcosa nell aria stia cambiando. Ci sono giovani famiglie dietro le nuove gestioni del Centro alpino, di la Casa alpina, di la Casa regina è vero, nessuno per il momento ha scelto di vivere stabilmente nella frazione, ma i passi si fanno uno per volta. E se dopo quindici anni a servizio dei santannesi Debora Orso e la sua famiglia lasciano il negozio dei Bateur, si può contare sulla certezza che chi subentra, Clara Lovera di Valdieri, saprà assicurare la medesima disponibilità. nv A settembre lo sportello forestale del Parco ha compiuto due anni. La firma della convenzione tra il nostro ente e la Regione per la sua apertura risale alla primavera del 2012: proprio con quell atto è stata sancita la nascita in valle del punto d accesso alle informazioni in campo forestale per i cittadini, primi fra tutti gli operatori del bosco, professionali e non. Tuttavia la prima comunicazione di taglio è stata inoltrata, non a caso, in settembre, proprio all avvio della stagione silvana di quell anno. Si tratta quindi di un iniziativa giovane, ma dalla vita piuttosto intensa. Sono state numerose le persone che fin dall inizio hanno richiesto l affiancamento dello sportello per presentare la comunicazione di taglio, sempre necessaria per interventi ricadenti all interno del Parco e del Sito d Interesse Comunitario; con molte di esse il confronto sulle regole vigenti, spesso ritenute in contrasto con usi e consuetudini locali, è stato vivace, ma fortunatamente sempre corretto e stimolante. Resiste un certo numero di persone che continua a ignorare il regolamento forestale; a questo riguardo c è da augurarsi che un po per volta tutti facciano un piccolo sforzo per arrivare a gestire con più conoscenza e trasparenza quel bene comune che è il bosco, nell interesse del gestore che paga un prezzo per usufruirne, ma anche della collettività, che si avvantaggia dei servizi offerti dalle foreste trattate correttamente, quali la conservazione dell assetto idrogeologico, il contenimento dell effetto-serra, l arricchimento del paesaggio e l offerta di un ambiente distensivo per lo svago. Pur non essendo di sua stretta competenza, lo sportello ha seguito passo dopo passo la redazione del Piano forestale, che, una volta approvato, diventerà lo strumento di riferimento per la gestione del patrimonio boschivo locale; per illustrarne i contenuti è quasi pronto un opuscoletto divulgativo che verrà distribuito a tutti gli interessati. cc GrandAlpi al lavoro su boschi e sentieri Tra i risultati concreti raggiunti dal Piano integrato transfrontaliero Marittime-Mercantour, conclusosi poco più di un anno fa, va senz altro dato rilievo alla costituzione della cooperativa agroforestale GrandAlpi, nata due anni fa grazie al sostegno del Parco e oggi operante come impresa autonoma nel settore della manutenzione ambientale. Il campo d azione dei giovani operatori che la compongono è tanto ampio quanto vario, comprendendo interventi selvicolturali, sistemazioni di versante, ripristino di sentieri e muretti a secco, manutenzione di aree verdi, interventi di miglioramento nei pascoli in quota, coltivazione di varietà tradizionali di cereali e molto altro ancora. Positivo è l atteggiamento della cooperativa nei confronti della formazione professionale, che, se da una parte l ha messa in condizioni di perfezionare tecniche note, com è successo nel caso dei cantieri didattici allestiti per la costruzione dei NUOVE REALTÀ muretti a secco, dall altra l ha condotta fin dagli esordi a operare in condizioni di sicurezza attraverso la prevenzione degli infortuni, caso questo dei cantieri forestali. cc Alcuni ragazzi della cooperativa GrandAlpi. VALORIZZAZIONE FILIERE Un marchio per i prodotti locali Un aggiustamento del marchio dell Ecomuseo della Segale: stessa spiga, stessa dicitura con l aggiunta però in grande di VALLE GES- SO. È questo il nuovo logo registrato dal Parco e messo a disposizione dei produttori locali. Per intanto si è partiti con la segale, che negli ultimi anni ha visto un forte incremento delle produzioni, superando abbondantemente il traguardo (non glorioso, ma comunque significativo) dei cinquanta quintali di granella. Principale centro della coltivazione è Andonno (Alberto Rosso, Piero Rosso, Antonio Rosso ), ma anche su Valdieri (Luigino Miraglio, Guido Dadone) e Entracque (Daniele Grosso) ci sono appezzamenti di buone dimensioni. E in parallelo all incremento delle superfici, si sta lavorando per far sì che crescano gli sbocchi commerciali. Oltre ad alcuni panificatori e all azienda Il Farro che fin da subito sono rientrati in progetti di valorizzazione delle filiere corte finanziati dal GAL delle valli Gesso Vermenagna Pesio, di recente si è sviluppata una collaborazione con il biscottificio Cavanna di Dronero, che ha ritirato buona parte della produzione Fabrizio Cavanna e famiglia, proprietari dello storico mulino della Riviera a Dronero, stanno puntando per le loro farine macinate a pietra e i biscotti artigianali sulla qualità: in primis della materia base, la granella dei diversi cereali utilizzati. E in Valle Gesso, dove da anni l Ecomuseo è impegnato nella valorizzazione della segale e nella ripresa della sua coltivazione, hanno trovato terreno fertile. nv 16 Messaggi Messaggi 17

10 Il lupo nel Parco Il lupo nel Parco Vent anni di presenza del lupo in Valle Gesso È dagli inizi degli anni Novanta del secolo scorso che il lupo viene segnalato con una certa continuità nella provincia di Cuneo nel settore delle Alpi Marittime. Queste prime presenze sono dovute al processo di ricolonizzazione naturale di lupi dagli Appennini alle Alpi. In Francia la prima osservazione certa di un branco risale al 1993 nella zona della Vésubie. Sul lato italiano del Parco la specie è stata osservata la prima volta nel 1998, anche se segni di passaggio erano stati documentati già in precedenza. Da allora la presenza del lupo è stata registrata in modo continuo fino ai giorni nostri. Oggi, nell ormai 2015, si può parlare quindi di un ventennio di lupo nel Parco Alpi Marittime con storie e dinamiche che vale la pena raccontare. Racconti possibili grazie al puntuale lavoro dei guardaparco e dei ricercatori del Centro Grandi Carnivori del Parco che hanno strettamente monitorato la situazione in tutti questi anni. Un lupo del branco della Valle Gesso avvistato dai guardaparco. 18 Messaggi Nei primi anni 2000 il territorio della Valle Gesso è stato interessato dalla presenza stabile di una femmina solitaria nella zona nord ovest del Parco, la lupa F9, e dal passaggio di individui appartenenti a due branchi transfrontalieri, così chiamati perché con territorio italo-francese: il branco della Roya e il branco della Vésubie Tinée. In particolare in quegli anni venivano registrati spesso due-tre lupi in un area compresa tra il vallone del Sabbione, il vallone di Moncolombo e il vallone Gesso della Barra, e comunque solo nella parte alta della Valle Gesso. Questo territorio a confine con la Francia è tutt ora utilizzato dal passaggio di lupi appartenenti a branchi transfrontalieri: i numerosi svalicamenti documentati oltre confine confermano anche oggi questa presenza. La storia della lupa solitaria F9 merita invece di essere raccontata nel dettaglio. F9 ha difeso un territorio dal 1999 al 2007 in un area della bassa Valle Stura - Valle Gesso (zona di Desertetto e Meris per intenderci) e solo nel 2003 è stata campionata insieme a un lupo maschio, M55. Ma tranne questo breve periodo, la lupa ha sempre difeso il proprio territorio in maniera solitaria e non ha mai formato un branco, cosa veramente anomala per la specie. Per questo la pensiamo come una lupa dal caratteraccio. Nel giugno 2007 l animale è stato trovato gravemente ferito perché aggredito dai lupi vicini della Vésubie, ed è stata recuperata nel Parco Nazionale del Mercantour con l intento di curarla. Da allora non è più stata rilasciata libera sul territorio e vive in un recinto in Francia. Dopo la lupa solitaria e i branchi transfrontalieri, è solo dal 2007 che appare la prima coppia stabile nel cuore del Parco Alpi Marittime, nelle valli Gesso e Vermenagna, originata dall arrivo per naturale dispersione di due lupi adulti, F45 proveniente dalla Valle Pesio, ed M40 proveniente dalla Val Tanaro. Nell inverno l intero territorio del Parco è stato occupato da questi due lupi e la presenza dei branchi transfrontalieri è diminuita. I lupi, che vivono in branchi formati da una coppia alpha dominante insieme ai loro cuccioli, difendono il proprio territorio, in media di 250 chilometri quadrati, dall arrivo di altri esemplari della loro specie. E così è stato anche in valle Gesso. Ma la storia non è finita. M40 viene ritrovato ucciso da un altro lupo nel 2010 nel vallone di Desertetto. È un nuovo maschio dominante, M200, che prende il posto di M40 oramai vecchio (undici anni). M200 e una nuova femmina si riproducono nel 2010, conquistano la Valle Gesso e si sostituiscono alla precedente coppia alpha. Nell estate 2010 nascono sei cuccioli, quattro dei quali, con i genitori, vengono seguiti nel corso dell inverno successivo. Si tratta del primo branco riproduttivo nel Parco Alpi Marittime che gravita su tutta la Valle Gesso. In inverno la presenza di lupi si fa notare anche nel fondovalle, occasionalmente vicino alle case, ma questo è un comportamento normale per tale periodo dato che l utilizzo del territorio dei lupi segue la presenza stagionale degli ungulati. Ma il branco dura poco. Il lupo alpha M200 viene investito a Tetti Rim, e così il branco perde il papà dei cuccioli. Subito dopo vengono ritrovati dai guardaparco e da agenti della Forestale altri tre lupi morti, tre dei cuccioli. Il primo rinvenimento è quello di una femmina tra Andonno e Borgo San Dalmazzo: dall esame necroscopico emerge che la lupa è stata uccisa per colpo da arma da fuoco. Il secondo esemplare viene ritrovato morto con un laccio alla zampa, in avanzato stato di decomposizione, nel Comune di Borgo San Dalmazzo, sullo spartiacque tra le valli Stura e Gesso. Il terzo lupo, ritrovato nei pressi di Sant Anna di Valdieri, probabilmente è stato ucciso tramite avvelenamento, ipotizzato a seguito della necroscopia. Dalle analisi genetiche condotte sui tessuti, tutti e tre i lupi sono risultati appartenenti al branco della Valle Gesso, che dal 2012 non è stato quindi più campionato. Da allora si sono rilevati segni di presenza di 1-2 animali, ma non più del branco. Quest inverno, grazie al nuovo Progetto LIFE Wolfalps, il nuovo programma di monitoraggio del lupo con l aiuto delle analisi genetiche permetterà di riaggiornare la situazione e scoprire quanti e quali lupi sono presenti oggi nel Parco, nella Valle Gesso e sull intero arco alpino. fm Il lupo M40 ritrovato ucciso nel vallone di Desertetto. FATTI E MISFATTI Un animale pericoloso per l uomo? Essere aggrediti o, peggio, mangiati. Quello di essere divorati è un pensiero agghiacciante, che rimesta nel profondo del nostro inconscio di predatori che una volta, migliaia di anni fa, sono stati prede e serbano una memoria nascosta dell antica paura. Quello che spesso ci dimentichiamo, invece, è che gli attacchi documentati in passato in Italia sono avvenuti in contesti rurali e alpini molto differenti da quelli di oggi. Gli ultimi episodi di aggressione a persone risalgono alla fine dell Ottocento, in un tempo in cui le campagne e le valli alpine erano così popolate che ogni metro coltivabile era abitato e fatto fruttare e tutti gli animali cacciabili finivano in pentola: la nostra specie era una diretta concorrente del lupo, cui contendeva habitat e risorse alimentari. Scarseggiando le prede selvatiche, il lupo occasionalmente si rivolgeva ai domestici e, raramente, purtroppo, anche a chi li custodiva, soprattutto se bambini lasciati soli a sorvegliare gli animali. La situazione è adesso radicalmente diversa, nel bene e nel male: la montagna si è spopolata e sono rimasti in pochi a dedicarsi all agricoltura e all allevamento, i campi e i terrazzamenti coltivati hanno fatto spazio al bosco, che abbonda di ungulati seivatici. Oggi quindi il lupo ha spazi rinaturalizzati (o rinselvatichiti, a seconda del punto di vista ) e prede selvatiche a disposizione che non deve più contendere alle persone: non rientra nella strategia di un carnivoro intelligente come il lupo attaccare degli obiettivi difficili e potenzialmente pericolosi come gli esseri umani. Infatti in Italia, almeno a partire dalla Seconda guerra mondiale, non sono stati più registrati attacchi all uomo. Senza contare che molti attacchi sono stati causati in passato dalla rabbia, una malattia debellata nel nostro paese dal Ma quindi, è giustificata la paura del lupo? Il documento del Large Carnivores Initiative for Europe The fear of wolf - La paura del lupo del 2002, ci conforta: dopo aver analizzato tutta la documentazione disponibile a livello mondiale, conclude che il lupo non attacca l uomo per nutrirsi. Nei rari casi di aggressione, i quattro fattori alla base degli attacchi da lupo alle persone sono: la rabbia, la mancanza di paura nei confronti dell uomo, la minaccia diretta al lupo o alla sua prole, l alterazione dell habitat, con mancanza di prede selvatiche e concorrenza diretta con situazioni di agricoltura e allevamento di sussistenza. Considerato che il lupo vive stabilmente nelle Alpi del Sud da vent anni, che la rabbia è stata debellata in Italia e che di prede selvatiche oggi il lupo ne ha in abbondanza, a patto di non andare a stuzzicarlo nella sua tana, possiamo continuare a passeggiare per i boschi come abbiamo sempre fatto, riservandogli l atteggiamento di curiosità e prudente rispetto che va tenuto con ogni animale selvatico. Un po lo stesso comportamento che i lupi riservano a noi, nelle parole del professor Luigi Boitani durante un recente intervento pubblico a Torino: Il lupo ci guarda come noi guardiamo una ruspa che sta facendo lavori di scavo: con curiosità e attenzione a non avvicinarsi troppo, perché potrebbe finire male. ib Messaggi 19

11 Progetto LIFE Wolfalps Ambiente e fauna Wolfalps: per la convivenza tra uomo e lupo Dai censimenti: meno camosci, più stambecchi Il progetto LIFE Wolfalps, avviato nell ottobre 2013, è cofinanziato al 70% dall Unione Europea nell ambito del programma LIFE Natura e biodiversità. Questo vuol dire che si tratta di un progetto, della durata di cinque anni (terminerà a maggio 2018), che ha come tema la conservazione della biodiversità naturale: i fondi di questo tipo di progetti sono destinati dall Unione Europea esclusivamente a interventi di conservazione. Se il progetto LIFE Wolfalps investe molte risorse anche per il sostegno dei pastori, per la lotta al bracconaggio, nel dialogo con tutte le categorie direttamente coinvolte dal ritorno del lupo e nella promozione di un tipo di turismo consapevole nelle aree ricolonizzate del lupo è perché il lupo non è lo scoiattolo. Non è una specie carina e coccolosa alla cui presenza nessuno sognerebbe mai di opporsi: è un grande carnivoro che, se da un lato costituisce un indiscutibile elemento di arricchimento e un sintomo di salute dell ambiente naturale, dall altro lato ha anche dei costi economici e sociali non trascurabili. Insomma: a qualcuno il lupo rompe le scatole, e parecchio. Per questo conservare a lungo termine il lupo sulle Alpi, che è l obiettivo finale del progetto LIFE Wolfalps, vuol dire non solo monitorare il lupo, ma anche favorire le condizioni perché la sua presenza e le conseguenze che essa comporta siano accettate prima di tutto da chi in montagna ci vive e lavora e in secondo luogo da chi frequenta le valli nel tempo libero. Il Parco delle Alpi Marittime è il beneficiario coordinatore del progetto e lavora insieme con altri nove partner italiani (Corpo Forestale dello Stato, Parco Naturale del Marguareis, Parco Naturale delle Alpi Cozie, Parco Naturale dell Ossola, Parco Nazionale della Val Grande, Regione Lombardia, Museo delle Scienze di Trento, Regione Veneto) e a due partner sloveni (Parco Nazionale del Triglav, Università di Lubiana) a livello dell intero arco alpino. Cosa è successo nel 2014? Abbiamo ricominciato a contare i lupi. Quanti sono i lupi in Valle Gesso? E in Piemonte? Dopo un vuoto di qualche anno causato dalla chiusura del Progetto Lupo Piemonte, che per anni ha garantito il monitoraggio del lupo a livello regionale, è ripartito a novembre 2014 il primo monitoraggio invernale della popolazione alpina. Guardaparco, agenti della Forestale e delle polizie provinciali, personale dei comprensori di caccia e volontari appositamente formati stanno raccogliendo sul campo i dati che verranno analizzati alla fine dell inverno: i primi risultati li avremo in primavera. Si tratta di un elemento fondamentale anche per chi chiede a gran voce la possibilità di contenere i lupi: il primo passo verso qualsiasi richiesta di deroga alla legge passa esclusivamente attraverso quei dati solidi che solo LIFE Wolfalps è in grado di fornire. Abbiamo ricominciato a dialogare con i pastori. Attraverso questionari distribuiti nella stagione d alpeggio, siamo riusciti ad avere una fotografia aggiornata della situazione dei pascoli, delle difficoltà logistiche e della vulnerabilità degli alpeggi, per capire come facilitarne la conduzione e migliorarne la difesa. Grazie all azienda Almo Nature, che ha generosamente donato un grande quantitativo di crocchette per cani, sarà possibile sostenere 140 cani da guardiania e 10 cani antiveleno per un anno su tutte le Alpi. Abbiamo creato 10 nuclei cinofili antiveleno. Quanti cani e gatti domestici, quanti animali selvatici di ogni specie e dimensione devono ancora morire prima che l avvelenamento, reato punito dalla legge e pratica pericolosa per l uomo e devastante per l ambiente, sparisca del tutto? Da gennaio, il pastore malinois Kira del forestale Emanuele Gallo e il labrador Lana del guardaparco del Marguareis Giuseppe Gerbotto saranno operativi nelle Alpi Marittime e Liguri per bonificare le aree di ritrovamento di bocconi e prevenire l utilizzo di simili mezzi. Un servizio utile, al servizio di tutti. Abbiamo incominciato a trasferire la nostra esperienza dalle Alpi Occidentali verso le Alpi Centrali e Orientali. La Regione Piemonte per forza di cose è anni luce avanti rispetto al resto delle regioni alpine per quanto riguarda la convivenza con il lupo. Abbiamo tecnici e i veterinari con l esperienza più vasta, i pastori più preparati e in gamba delle Alpi a prevenire gli attacchi da lupo: saranno loro a spiegare ai colleghi come ci si difende dal lupo attraverso incontri e viaggi di scambio. Per saperne di più sul progetto visita il sito lifewolfalps.eu oppure scrivi a info@lifewolfalps.eu. Se vuoi essere aggiornato senza fatica, iscriviti alla newsletter: lifewolfalps.eu/newsletter (non mangia, non beve, è gratis e si fa viva una sola volta al mese). ib Dal 29 settembre al 21 ottobre 2014 il personale del Parco è stato impegnato nell annuale operazione di censimento esaustivo dei camosci. Il metodo applicato, utilizzato già gli scorsi anni, è quello del block census, che consiste nell osservazione diretta e simultanea da parte di più rilevatori, che operano su un unità territoriale definita, da postazioni fisse o muovendosi lungo percorsi prefissati. Quest anno il meteo non è stato del tutto favorevole, particolarmente nel primo periodo: pioggia, vento e nebbia hanno fatto sospendere il conteggio per alcuni giorni. Le temperature relativamente elevate per la stagione e la quasi totale assenza di neve al suolo hanno fatto si che i camosci avessero ancora ampia disponibilità alimentare e quindi fossero ancora distribuiti su tutto il territorio, rendendo di fatto più difficoltoso il loro conteggio. In totale sono stati contati 3320 camosci, 1405 nel settore di Valdieri-Aisone e 1915 nel settore Entracque-Vernante; il tasso generico di natalità, parametro generalmente variabile fra il 20% e il 30% nelle popolazioni stabili, è risultato essere pari al 27,02%. A seguito delle abbondanti nevicate dell inverno si era passati dai 4488 camosci contati nel 2008 ai 3168 censiti l anno successivo; lo scorso anno il numero di soggetti osservati è stato pari a Dopo una pausa di quasi dieci anni, dal 21 maggio al 5 giugno è stato condotto nuovamente il censimento degli stambecchi, con la stessa tecnica utilizzata per il conteggio dei camosci. In totale sono stati contati 843 soggetti di cui 64 in nuove aree di presenza. Da alcuni anni infatti è segnalata in modo sempre più assiduo e stabile la presenza di stambecchi nell area compresa fra i comuni di Entracque, Roaschia e Vernante, indice dell espansione della popolazione presente in Valle Gesso, come confermata poi dai numeri: nel 2005 nello stesso periodo erano stati contati 625 animali. lm Interventi a favore del fagiano di monte Nel corso del 2014 il Parco ha realizzato diverse azioni previste dal progetto europeo Alcotra 174 Paesaggio. Una di queste è stata dedicata allo studio dei pascoli del Colle dell Arpione (Valdieri), di Pianard (Vernante) e della Perla (Limone Piemonte). In particolare si sono approfonditi i temi della gestione pastorale e della presenza di habitat favorevoli al fagiano di monte. Al termine degli studi è stato realizzato sulle pendici settentrionali del Monte Merqua un intervento di diradamento del rododendro, che ha interessato sei ettari di arbusteto. Su metà dell area si è proceduto con un taglio a macchia di leopardo, al fine di ricreare un habitat più favorevole per l allevamento dei pulcini di questo galliforme. Una gestione zootecnica adeguata potrà in futuro mantenere aperte le aree decespugliate e consentire al gallo forcello la possibilità di una presenza stabile nell area. lg Fagiano di monte. HABITAT Il cormorano in Valle Gesso MONITORAGGI La presenza invernale del cormorano in Valle Gesso è monitorata dal personale del Parco sin dal 1998 tramite conteggi settimanali presso l invaso della Piastra, dove questi uccelli si radunano in dormitorio. Dai primi due immaturi presenti nel 1998 si è arrivati negli ultimi anni a circa individui presenti da settembre a fine marzo, con punte occasionali di oltre 100 individui nel periodo di passo, in ottobre e dicembre. La qualità dei torrenti e la presenza di ittiofauna, particolarmente abbondante per via delle immissioni, attira questi uccelli e ne determina una presenza stabile, a fronte di una situazione decisamente compromessa dei corsi d acqua. lg Cormorano. ENERGIE RINNOVABILI Progetto Spazio Alpino Recharge Green Il Parco è coinvolto, in quanto area pilota, nel progetto Spazio Alpino Recharge Green che interessa anche l Austria, la Slovenia e la Francia, nonché, in Italia, la Regione Veneto. Il lavoro si basa su quanto già realizzato nel progetto Econnect e prevede di valutare la sostenibilità delle energie rinnovabili - idroelettrico e biomasse in particolare - sia a scala alpina che a scala locale. L area interessata dallo studio comprende i territori del Parco e della ex Comunità Montana Alpi del Mare, sui quali è stato compiuto un censimento delle derivazioni idroelettriche ed è stata effettuata una valutazione delle potenzialità di sfruttamento delle biomasse forestali, al fine di evidenziare quali sono le opportunità e i vincoli per sviluppare queste due energie mantenendo un occhio di riguardo alla conservazione della natura. lg 20 Messaggi Messaggi 21

12 Territorio Ente Parco Sui sentieri grandi lavori di ripristino e manutenzione Il personale del Parco e le sue funzioni Con la manutenzione della parte alta della ex strada Enel che sale alla diga del Chiotas e al Rifugio Genova, il Parco delle Alpi Marittime ha portato a termine una proficua stagione di interventi di ripristino e segnalazione degli itinerari dell area protetta. Nella sistemazione della parte alta della rotabile che percorre lo scosceso pendio a monte del Lago della Rovina, finanziata con fondi propri del Parco, è stato utilizzato un mini escavatore. Con la collaborazione del gestore del Rifugio Genova si è provveduto al disgaggio, procedendo poi all intervento sulla sede della ex strada, che frane e scariche di pietre avevano ridotto in alcuni tratti a una traccia di difficile percorribilità. La grande instabilità del pendio pone molti interrogativi circa la durata nel tempo dei lavori, ma le pressanti richieste del gestore e del CAI Ligure, sezione proprietaria del Rifugio Genova, hanno infine indotto il Parco a intervenire. Per la salita al rifugio resta sempre valida l alternativa del sentiero diretto, che gli operai del Parco hanno reso più agevole con la realizzazione nel corso dell estate di un nuovo tracciato che permette di evitare il tratto più esposto. Sempre nel territorio del Comune di Entracque è stata ricostruita la passerella distrutta da una valanga all emissario del Lago del Vei del Bouc e anche una sezione del sentiero che lo raggiunge, rovinato in più punti da smottamenti. Più a valle, armati di falcetti e decespugliatori, gli addetti del Parco hanno ripulito dalla vegetazione la Grande Traversata delle Alpi tra il Ponte Rovina e San Giacomo di Entracque. Il percorso della GTA è stato oggetto anche di lavori da parte delle squadre degli operai forestali dell assessorato alla Montagna della Regione Piemonte. In particolare gli interventi si sono concentrati sul sentiero tra Esterate e il Ponte Rovina e su quello tra i rifugi Ellena-Soria e Genova attraverso il Colle di Fenestrelle. A fine estate, con risorse del progetto Alcotra Turismo, è stato migliorato il sentiero per il Rifugio Questa nella sezione compresa il bivio per la Valscura e l intersezione con la strada militare Valscura - Fremamorta. Poco più a valle si è provveduto al ripristino della passerella (16 metri di lunghezza) al Piano superiore del Valasco. Un intervento reso possibile dal supporto del Comune di Valdieri che, oltre a mettere a disposizione il materiale, ha sostenuto le spese per i trasporti con l elicottero. Ancora squadre forestali della Regione, del Parco e del Comune di Valdieri al lavoro a inizio estate per permettere la salita degli animali in alpeggio nel vallone della Vagliotta. Oltre alla risistemazione della sede, sono stati ricostruiti muri a secco e messe in sesto due passerelle: la prima a circa un ora di cammino dalla partenza, la seconda in corrispondenza dello strappo che precede la Capanna sociale Barbero di proprietà del CAI di Cuneo. Nel corso della stagione sono stati fatti anche molti interventi di manutenzione sulla segnaletica verticale, con trasporto a spalle di pali e cartelli. In questo ambito è stato segnalato il collegamento riservato a escursionisti esperti tra il Passo di Cabrera e il sentiero di Valmiana. Con tutti questi lavori si è contribuito a mantenere in buone condizioni e a migliorare una rete di circa settecento chilometri di itinerari attrezzata con oltre trecento paline. gb Lavori sul sentiero del Rifugio Genova. L arte della pietra a secco PROGETTO EUROPEO LEONARDO Cosa ci vuole per fare un muretto a secco? Buona tecnica e tanta esperienza. Quella che avevano i nostri nonni e che purtroppo è andata persa. Ma per fare degli interventi sui sentieri che durino nel tempo è indispensabile saper mettere con perizia una pietra sull altra, e così il Parco si è inserito in un progetto europeo Leonardo incentrato sull utilizzo della pietra a secco. Partner alcune realtà all avanguardia nel settore, come l associazione Artisans Batisseur en Pierre Sèches (Cévennes, Francia) e The Dry Stone Walling Association of Great Britain e altre che invece, come nel caso del Parco delle Marittime, intendevano formare operatori qualificati: la Cooperativa Olivicola di Arnasco (Savona) e la Asociacion Andaluza para el formento y conservacion de la piedra seca. Lo scambio di competenze è avvenuto attraverso una serie di incontri di lavoro su più giorni in cui ciascun partner ha ospitato gli altri. Poca teoria, moltissima pratica. E a chiusura di progetto anche le Marittime possono così contare su alcuni artisti della pietra: dagli operai del Parco Claudio Audisio e Guido Giordana a Mauro Bottero e altri giovani soci della cooperativa GrandAlpi. nv DIREZIONE AREA PIANIFICAZIONE AREA GESTIONE PATRIMONIO NATURALE AREA VIGILANZA Giuseppe Canavese Funzionario direttivo D6 Posizione organizzativa A e indennità di funzione Direttore f.f., coordinamento generale attività Ente Parco Daniela Quaranta Istruttore C4 Progetti comunitari Claudio Audisio Istruttore tecnico C3 Gestione falegnameria e allestimenti Guido Giordana Esecutore tecnico B5 Gestione fabbricati Piero Audisio Esecutore tecnico B2 Gestione aree e sentieri Luca Giraudo Funzionario D1 Conservazione e gestione territorio Cati Caballo Istruttore C5 Attività forestali e floristico vegetazionali Laura Martinelli Istruttore C5 GIS, database, mammalofauna Gianni Oppi Funzionario vigilanza D4 Coordinamento servizio vigilanza Paolo Fantini Funzionario vigilanza D4 Coordinamento territoriale, attività floristiche Augusto Rivelli Funzionario vigilanza D4 Coordinamento territoriale, attività faunistiche Valter Roggero Funzionario vigilanza D4 Coordinamento servizio tecnico territoriale James Beauchamp Gestione acque e ittiofauna Mario Bertaina Attività territoriale operativa Giancarlo Biglino Attività territoriale operativa Gabriella Cavagnino Attività didattica e laboratorio Mario Dalmasso Attività didattica Mario Dotto Attività gestione faunistica lupo Silvano Giordana Segnaletica e automezzi Claudio Giordano Grafica e allestimenti Marco Contarino Guardaparco C4 Attività pascolive e forestali Enzo Piacenza Attività gestione faunistica lupo Paolo Fenoglio Attività tecnico operative LE AREE DEL PARCO ALPI MARITTIME Pianificazione territorio e patrimonio Gestione patrimonio naturale Vigilanza Amministrativa e affari generali Gestione fruizione, promozione e educazione AREA AMMINISTRATIVA e AFFARI GENERALI Luciana Baretto Funzionario direttivo D6 POCI Responsabile Area Patrizia Rubaldo Istruttore C2 Segreteria amministrativa Elena Quaranta Istruttore C3 part-time 75% Amministrazione e protocollo Graziella Tosello Istruttore C5 part-time 50% Amministrazione generale AREA GESTIONE FRUIZIONE E PROMOZIONE Nanni Villani Funzionario direttivo D5 POCI Responsabile Area Giorgio Bernardi Funzionario D3 Servizio comunicazione, ufficio stampa Marzia Di Giambattista Funzionario D4 part-time 75% Amministrazione Alessandro Barabino Istruttore C5 part-time 50% Animazione e didattica 22 Messaggi Messaggi 23

13 L ex direttore saluta la comunità del Parco Il saluto di Patrizia Rossi MESSAGGI dal Parco Naturale Alpi Marittime Direttore responsabile: Nanni Villani Direzione e redazione: Parco naturale delle Alpi Marittime Piazza Regina Elena Valdieri tel , fax info@parcoalpimarittime.it Hanno collaborato a questo numero: Alessandro Barabino (ab), Alessio Barale (ba), Giorgio Bernardi (gb), Irene Borgna (ib), Cati Caballo (cc), Giuseppe Canavese (gc), Mario Dalmasso (md), Luca Giraudo (lg), Laura Martinelli (lm), Francesca Marucco (fm), Gianni Oppi (go), Patrizia Rossi (pr), Nanni Villani (nv) Foto: dove non diversamente indicato, le immagini provengono dall archivio fotografico del Parco Naturale Alpi Marittime In copertina: le Alpi Marittime al tramonto viste dalla pianura cuneese Nanni Villani Impaginazione e grafica: Alessio Barale Stampa: Tipolitografia Europa, Cuneo Registrazione del Tribunale di Cuneo n. 497 del 21/12/1996 Desideri ricevere MESSAGGI? Se vuoi ricevere gratuitamente Messaggi telefona allo , oppure scrivici a info@parcoalpimarittime.it, specificando se preferisci la spedizione via posta tradizionale o posta elettronica. Ti invitiamo, se possibile, a scegliere la seconda opzione: in questo modo ci aiuti a consumare meno carta e ad abbattere i costi. Saluto con piacere la ripresa della pubblicazione di Messaggi, sospesa forzatamente negli anni passati a causa di difficoltà finanziarie e perché si è dovuto dare la priorità a questioni più gravi, inerenti la sopravvivenza stessa dell Ente. Ora che questi problemi, anche se non del tutto superati, sembrano avviarsi ad una soluzione, è cosa davvero opportuna riprendere questa forma di comunicazione diretta tra il Parco e i suoi abitanti e fruitori. È dunque l opportuna occasione per un ultimo saluto da parte mia, che sono stata collocata a riposo (come si dice in burocratese!) il 7 luglio scorso, dopo aver dedicato al Parco i tre quarti della mia vita lavorativa e la metà della mia vita personale. Mi considero fortunata: è stato il lavoro più bello del mondo, anche se non privo di difficoltà, soprattutto all inizio e alla fine. Io ce l ho messa tutta, spero di aver concluso qualcosa di buono e di lasciare un buon ricordo dietro di me: faccio i miei migliori auguri al direttore facente funzioni Giuseppe Canavese, al quale ho lasciato il testimone, al Commissario Gianluca Barale e ai Sindaci, dei quali ho constatato una sempre maggiore attenzione all ambiente. Tanto è stato fatto ma tanto resta ancora da fare, ci sono nel cassetto molti progetti ambiziosi da concludere, primo fra tutti la candidatura al Patrimonio Mondiale dell UNESCO, una sfida difficile da portare avanti con grinta e convinzione, perché il territorio lo merita, e per il quale sono pronta a mettere a disposizione la mia esperienza e le mie conoscenze degli ambienti internazionali. Un abbraccio affettuoso a tutto il personale, che è stato la mia seconda famiglia in tutti questi anni, e un augurio di successo e serenità a tutti: questo non è un addio ma un arrivederci sulle mie amate Alpi Marittime, che finalmente potrò riprendere a percorrere da semplice utente! Giorni e orari di apertura delle sedi del Parco Sede legale Sede operativa Direzione, Servizi di vigilanza, servizi amministrazione e affari generali, pianificazione e gestione patrimonio sviluppo sostenibile e comunicazione naturale, educazione Contatti: piazza Regina Elena 30 Valdieri; info@parcoalpimarittime.it; tel Apertura al pubblico: dal lunedì al venerdì (esclusi festivi). Dal 16 settembre al 14 giugno con orario 9-12,30. Pomeriggio su appuntamento. Dal 15 giugno al 15 settembre con orario 9-12 e con funzioni anche di punto informativo. Contatti: strada prov. per San Giacomo 12 Entracque; sede.operativa@parcoalpimarittime.it; tel Apertura al pubblico: dal lunedì al venerdì (esclusi festivi). Tutto l anno con orario 9-12,30. Pomeriggio su appuntamento. 16 Messaggi

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