Gruppo di lavoro Protocollo di Kyoto ed Enti Locali - Kyoto Club

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1 Gruppo di lavoro Protocollo di Kyoto ed Enti Locali - Kyoto Club The Convenant of Majors, l importanza della pianificazione energetica negli Enti Locali Key Energy - Giovedì 29 Ottobre ore Ing. Sandro Picchiolutto Energy Consultant Ambasciatore per l Italia di Energie Cités

2 CHI DECIDE Sull uso dell energia: nelle nostre case, nella nostra mobilità, nel rapporto col cittadino 2/65

3 Gli Enti Locali prendono queste decisioni 3/65

4 3 ragioni perché le città dovrebbero interessarsi alla gestione dell energia energia 1. L energia è uno dei pochi campi nella gestione locale dove si possono ancora raggiungere dei risparmi economici significativi. 4/65

5 3 ragioni perché le città dovrebbero interessarsi alla gestione dell energia energia 2. una città di abitanti spende circa ogni anno di bolletta energetica in consumi propri ed in servizi al cittadino quali la illuminazione pubblica 5/65

6 3 ragioni perché le città dovrebbero interessarsi alla gestione dell energia energia 3. risparmiare solo il 5% significa ben ma in un programma di medio termine, questo risparmio può arrivare al 25%! 6/65

7 La capacità degli Enti Locali nell avviare processi evolutivi nel campo dell energia e dell ambiente è considerevole! 7/65

8 Energie-Cités sostiene le città in questo cambiamento. Da 20 anni! 8/65

9 Energie-Cités, la rete delle città energeticamente sostenibili 200 membri in 26 nazioni Rappresenta gli interessi di più di 1,000 Enti Locali 9/65

10 La Direttiva 2006/32/EC sull efficienza negli usi finali dell energia (EEESD) stabilisce per le nazioni europee un obiettivo del 9% per i risparmi energetici al La successiva Comunicazione 30/2008 Due volte 20 per il 2020 si è posta i seguenti obiettivi: ridurre i gas ad effetto serra di almeno il 20% rispetto ai livelli del 1990; incrementare l uso delle energie rinnovabili giungendo al 20% della produzione totale di energia; diminuire il consumo di energia del 20% rispetto ai livelli previsti al 2020 con una migliore efficienza. 10/65

11 Il Patto dei Sindaci Il Patto dei Sindaci, lanciato dalla Commissione Europea nel 2008, è aperto alle città europee di ogni dimensione, con l intento di coinvolgere le città e i cittadini nello sviluppo della politica energetica dell Unione Europea. Sino ad oggi 88 città italiane hanno aderito al Patto, mentre in tutta Europa 130 milioni di cittadini di 890 città sono coinvolti nell iniziativa. 11/65

12 Il Patto, tra l altro, consiste nell impegno delle città firmatarie: a preparare un inventario base delle emissioni come punto di partenza per il Piano di Azione; a presentare il Piano di Azione per l Energia Sostenibile entro un anno dalla formale ratifica del Patto; a ridurre le emissioni di CO 2 nelle rispettive città di oltre il 20% attraverso l attuazione di tale Piano; ad adattare le strutture della città, inclusa l allocazione di adeguate risorse umane, al fine di perseguire le azioni necessarie; 12/65

13 a mobilitare la società al fine di sviluppare un Piano di Azione concertato che indichi le politiche e le misure da attuare per raggiungere gli obiettivi del Piano stesso; a presentare con cadenza biennale un Rapporto sull attuazione del Piano, ai fini di una valutazione, includendo le attività di monitoraggio e verifica. 13/65

14 Le Strutture di Supporto al Patto dei Sindaci La Commissione riconosce gli Enti che agiscono in qualità di Strutture di Supporto come i suoi principali alleati. Tali Strutture sono definite come quei Soggetti che sono capaci di fornire una guida strategica e un supporto tecnico a quei Comuni che hanno la volontà politica di firmare il Patto dei Sindaci, ma che non hanno la capacità e/o le risorse per ottemperarne i requisiti, principalmente la preparazione e l adozione di Piani di Azione per l Energia Sostenibile. 14/65

15 Principali scopi delle Strutture di Supporto sono: cooperazione con i Comuni per sviluppare le loro politiche e i programmi di gestione; definizione di scenari e strumenti di facile comprensione ed integrazione anche nella gestione del quotidiano; inserimento di tali strumenti nei Piani di Azione per l Energia Sostenibile a livello comunale. 15/65

16 Il Protocollo DG TREN Energie Cités Nel protocollo sottoscritto tra Energie-Cités e DG TREN, quest ultima riconosce ad Energie Cités il ruolo di attore principale nel Patto dei Sindaci, nella sua qualità di Struttura di Supporto della Commissione Europea per gli Enti Locali in Europa. 16/65

17 Energie-Cités si impegna a sviluppare le seguenti azioni : a. Promuovere l accesso al Patto dei Sindaci tra i suoi membri e tra gli Enti Locali europei e rendere disponibile supporto e coordinamento tra i membri sottoscrittori (con particolare riferimento alla organizzazione di eventi pubblici mirati alla presa di coscienza sull argomento); b. Riconoscere pubblicamente il Patto dei Sindaci come elemento chiave della sua Politica; c. Cooperare con i suoi membri e facilitare lo scambio di esperienze tra i sottoscrittori ed i candidati al Patto; d. Difendere i comuni interessi del Forum Europeo al fine di facilitare sia l accesso al Patto che l implementazione dei suoi obiettivi; 17/65

18 e. Giocare il ruolo di intermediario tra i suoi membri e l ufficio del Patto dei Sindaci, così come i media; f. Collaborare all identificazione degli eventi rilevanti ove il Patto dei Sindaci possa essere promosso; g. Dar seguito all implementazione del Patto dei Sindaci da parte dei suoi membri e degli altri Enti Locali; h. Relazionare regolarmente a DG TREN sui risultati ottenuti da Energie Cités, dai suoi membri e dagli altri Enti Locali e partecipare alla discussione sulla implementazione strategica del Patto così come proposto dalla Commissione. 18/65

19 Parallelamente, DG TREN si impegna a: a. Rendere disponibile supporto e visibilità alle principali conferenze ed eventi che Energie Cités realizzi nell ambito del Patto dei Sindaci; b. Condividere e dibattere le informazioni disponibili al fine di fare progressi nel raggiungere gli obiettivi comuni; c. Informare con il dovuto anticipo dei nuovi sviluppi nella implementazione del Patto. 19/65

20 Oltre 65 municipalità membri di Energie-Cités sono già coinvolte nel Patto e stanno lavorando sul loro Piano di Azione, e molte altre sono impegnate nel processo di adesione. Parallelamente, vari membri collettivi di Energie-Cités in Polonia (PNEC), Bulgaria (Eco-Energia) e Ucraina (EECU) stanno operando come Strutture di Supporto del Patto dei Sindaci nelle rispettive nazioni. L obiettivo è ambizioso, ma Energie-Cités è cosciente di poter contare: sull impegno politico dei suoi membri; sulla capacità tecnica dei loro uffici; sulla cornice istituzionale internazionale che beneficia del supporto della Commissione Europea. 20/65

21 Il Piano di Azione all estero Heidelberg Forse il più conosciuto dei Piani di Azione urbani in Europa è quello della città di Heidelberg, nato nel lontano 1992 ed ormai giunto alla versione 2006 con ben 71 campi operativi suddivisi in 7 filoni principali: 21/65

22 1. Provvedimenti a destinazione collettiva; 2. Obiettivo Azienda Comune; 3. Obiettivo residenziale privato; 4. Obiettivo industria, commercio e servizi; 5. Obiettivo strutture pubbliche (Università, Policlinico, ecc.); 6. Obiettivo manutenzioni e prodotti ad elevato impatto energetico; 7. Obiettivo fornitura dell energia. 22/65

23 1. Provvedimenti a destinazione collettiva Pubbliche relazioni; Identificazione degli attori nella protezione del clima; Partecipazione e guida nelle attività di protezione del clima; Educazione alla protezione del clima dalla scuola materna all università; Standard costruttivi edilizi; Quartieri ottimizzati energeticamente; Parco tecnologico, parco ambientale. 23/65

24 2. Obiettivo Azienda Comune Prosecuzione e sviluppo del programma comunale di gestione dell energia. 24/65

25 3. Obiettivo residenziale privato Economia domestica; Libretto d assegni del risparmio energetico domestico; Risparmio di elettricità domestico; Modelli di gestione del risparmio elettrico; Programma premiale per il risparmio di Elettricità; Campagna nazionale per il risparmio Elettricità; Ottimizzazione energetica nelle nuove costruzioni e ristrutturazioni; Promozione dell uso razionale dell energia; Informazione sulle spese energetiche tra inquilini ed affittuari; Utilizzo di criteri ecologici nel mercato dell affitto. 25/65

26 4. Obiettivo industria, commercio e servizi Efficienza energetica nel settore del commercio; Ottimizzazione energetica nella ventilazione; Fondi e premi per la protezione del clima; Incentivazione economica per motivare le aziende. 26/65

27 5. Obiettivo strutture pubbliche (Università,, Policlinico, ecc.) Ottimizzazione energetica degli edifici di proprietà pubblica; Utilizzo degli standard edilizi municipali per gli edifici pubblici; Ampliamento delle strutture universitarie; Miglioramento dell efficienza energetica degli impianti di ventilazione nell Università e nel Policlinico; Prosecuzione dei progetti di risparmio energetico nell Università. 27/65

28 6. Obiettivo manutenzioni e prodotti ad elevato impatto energetico Specifiche tecniche e formazione professionale; Adozione di sistemi di qualità nelle ristrutturazioni e nelle nuove costruzioni; Nuova Manutenzione: cooperazione nella promozione delle maestranze; Evoluzione nell offerta di manutenzione da parte dell Azienda Municipalizzata. 28/65

29 7. Obiettivo fornitura dell energia energia Ampliamento delle energie rinnovabili (E-sun); Campagna Eco-forza; Campagna per la promozione del riscaldamento tramite biomasse; Campagna per la promozione del solare (fotovoltaico e riscaldamento tramite pannelli solari); Campagna promozione impianti a geoscambio; Estensione rete teleriscaldamento urbano. 29/65

30 Il Piano di Azione all estero Parigi La dimensione metropolitana non ha impedito al Comune di Parigi di sviluppare un Piano di Azione articolato in 25 interventi distribuiti su 10 filoni principali: 30/65

31 1. Edifici ed aree pubbliche; 2. Sviluppare e distribuire l Energia; 3. Trasporti; 4. Consumi di risorse; 5. Attività Economiche; 6. Una strategia per contrastare i cambiamenti climatici; 7. Implementazione del Piano per la protezione del Clima; 8. Comunicazione e presa di coscienza nell utilizzo dell Energia; 9. Premi ed altre misure incentivanti; 10.Misure di monitoraggio e controllo budgetario. 31/65

32 1. Edifici ed Aree Pubbliche La trasformazione dell ambiente edificato parigino; Parigi: proporre un esempio di ambiente edificato; Parigi come organizzatore del territorio amministrato; Ruolo del governo. 2. Sviluppare e distribuire l energial Distribuzione dell Energia; Gestione sostenibile dei Rifiuti; I principi dello sviluppo del fattore 4. m 32/65

33 3. Trasporti L azione dell amministrazione urbana nel definire gli standard su trasporti e la mobilità municipale; c Parigi come organizzatore del territorio amministrato. 4. Consumi di risorse L acquisto responsabile da parte della municipalità; Gestione dei rifiuti. 33/65 5. Attività economiche Le ricadute economiche del Piano del Clima; Sviluppo di un Turismo sostenibile.

34 6. Una strategia per contrastare i cambiamenti climatici Il Piano Canicola (protezione degli anziani, miglioramento delle condizioni di lavoro più esposte ai rischi calore); Miglioramento dei livelli di comfort ed adattabilità degli edifici; Piantumazione urbana; Il Piano di prevenzione dei rischi di inondazione ; Acquisto di Titoli di emissione per interventi di riduzione gas serra effettuati all estero. 34/65

35 7. Implementazione del Piano per la protezione del clima Governo del Territorio; Fondazione dell Agenzia per il Clima Parigina. 35/65 8. Comunicazione ed incremento della presa di coscienza nell utilizzo dell energia energia Informare il pubblico; Piano di formazione ed incremento della presa di coscienza.

36 9. Premi ed altre misure incentivanti 10. Misure di monitoraggio e controllo budgetario 36/65

37 Obiettivo del Piano per la Protezione del Clima di Parigi è il ridurre del 75% le emissioni del 2004 entro il Il Comune di Parigi intende porsi esso stesso come esempio di eccellenza; i suoi obiettivi sono: Riduzioni del 30% delle emissioni di gas serra al 2004 entro il Riduzione del 30% dei consumi dei servizi municipali, ivi compresa l illuminazione pubblica. Utilizzo del 30% di energie rinnovabili nelle sue forniture energetiche. Per quanto riguarda il territorio comunale, il Piano per la protezione del Clima intende superare i traguardi europei. Gli obiettivi al 2020 sono infatti: Riduzione del 25% sia delle emissioni che dei consumi energetici territoriali rispetto ai valori Utilizzo di una quota del 25% di energie rinnovabili nel mix del territorio. 37/65

38 Il Piano di Azione in Italia la Provincia di Verona Il Piano di Azione della Provincia di Verona, che in questo caso agirà come Struttura di Supporto, si concretizza in 6 azioni nell ambito di 2 filoni principali. Questi sono individuati: nel Settore della Pubblica Amministrazione con: Proposta di uno schema di Regolamento Edilizio Energetico-tipo integrato degli incentivi e delle procedure tecnico-amministrative standard per la realizzazione dei più comuni interventi di riqualificazione energetica degli immobili (ad es. installazione di impianti di climatizzazione alimentati tramite fonti rinnovabili); 38/65

39 Proposta di un Piano dell'illuminazione Comunale per il contenimento dell inquinamento luminoso; Promozione di iniziative per l Incremento del livello di professionalità ed autocoscienza sull uso dell energia nella Pubblica Amministrazione e nel sistema produttivo locale, attraverso un maggiore utilizzo della figura dell Esperto in Gestione dell Energia (evoluzione ai sensi del D.Lgs.115/08 della figura già conosciuta come Energy Manager); Promozione di capitolati d appalto standard e/o iniziative per lo sviluppo della produzione di fonti energetiche locali (Eolico, Energia da biomasse da filiera corta); 39/65

40 nel sistema produttivo territoriale: con iniziative per la riduzione dei consumi energetici (ad es. il progetto Europeo Motor challenge per la riduzione dei consumi elettrici); Con la promozione di iniziative per lo sviluppo della produzione di energia da biomasse da filiera corta; con strumenti gestionali e/o accordi volontari in grado di ridurre costi e consumi energetici, nonché aumentare la competitività nazionale ed internazionale delle aziende del territorio (quali ad es. azioni di adesione e certificazione a Sistemi di Gestione dell Energia collegati alla EN 16001). 40/65

41 I Sistemi di Gestione dell Energia Tale ultima azione si presenta come estremamente innovativa a livello nazionale. Il 1 luglio 2009 è infatti entrata in vigore la norma standard europea EN Sistemi di Gestione dell Energia Specifiche e guida all utilizzo. E N 41/65 La norma, destinata ad essere recepita da un apposito Decreto Ministeriale nell ambito del D.Lgs.115/08 sui Servizi Energetici, specifica i requisiti per stabilire, implementare, mantenere e migliorare un Sistema di Qualità Aziendale per la Gestione dell Energia.

42 Questa norma permette a qualunque Organizzazione, Pubblica o Privata, di intraprendere un approccio sistematico al miglioramento continuo della sua efficienza e sostenibilità energetica. L adozione di un tale standard è applicabile ad ogni Organizzazione che voglia, una volta definita una propria Politica Energetica : a. assicurare la compatibilità delle sue azioni al perseguimento degli obiettivi così definiti; b. dimostrare tale compatibilità all esterno anche attraverso certificazione da parte di una organizzazione esterna. 42/65

43 La norma è stata pensata come un modulo in grado di adattarsi agli altri sistemi di Qualità presenti nella Organizzazione. Altri sistemi gestionali Sistemi di Gestione Ambientale ISO Gestione della Qualità ISO 9001 Sistema di Gestione dell Energia EN /65

44 Aderire ad uno Standard per la Gestione dell Energia significa che l Organizzazione deve: a) stabilire una Politica Energetica appropriata; b) identificare gli aspetti energetici derivanti dalle attività dell Organizzazione; c) identificare i vincoli legali e regolamentari cui sia sottoposta o cui aderisca, anche volontariamente, l Organizzazione; d) identificare le priorità, definendo obiettivi e finalità energetiche appropriate; 44/65

45 e) stabilire una struttura rilevante e programmi al fine di implementare la politica, raggiungere gli obiettivi e rispondere alle finalità; f) facilitare pianificazione, controllo, monitoraggio, azioni preventive e correttive, diagnosi ed attività di revisione che: siano conformi alla Politica Energetica approvata; siano appropriate rispetto al Sistema di Gestione dell Energia. 45/65

46 La presenza o la assenza di una efficace funzione di Energy Management è in grado di marcare i consumi energetici di un Organizzazione, come ci mostra questa rilevazione dei consumi di energia nella città di Stoccarda. 46/65

47 Lo strumento del Patto dei Sindaci mostra come gli Enti Locali possono essere protagonisti nella conservazione dell energia e nella riduzione delle emissioni serra nel territorio di loro competenza. Ma la norma EN ci da una chiara indicazione in merito: qualunque Organizzazione voglia puntare a risultati duraturi nel campo del controllo dei suoi consumi energetici deve dotarsi di strumenti di Politica Energetica. Essi, nella fattispecie, dovranno coniugarsi: all interno dell azienda Comune; verso l intero territorio comunale. 47/65

48 48/65 Il Piano di Azione in Italia il Comune di Modena Modena ha attivato dal 1992 azioni nel primo campo: le emissioni serra associate ai consumi energetici dell Azienda Comune sono scese da circa tonn. CO 2 del 1992 a tonn. del 2002 con una riduzione del 24% in 10 anni. Le azioni nel secondo settore, attivate dal 1994, hanno permesso di: ridurre del 5% ( tonn.) i consumi energetici per la climatizzazione invernale della città attraverso le azioni di controllo degli impianti di riscaldamento; ridurre del 60% ( tonn.) le emissioni del sistema smaltimento rifiuti urbani producendo, tra l altro, il 5% del consumo di elettricità della città.

49 I risultati ottenuti all interno dell Azienda Comune sono legati all uso di strumenti quali: controllo degli strumenti contrattuali; controllo delle leve finanziarie e di gestione degli investimenti; ottimizzazione degli impianti esistenti; sperimentazione ed installazione di apparecchiature ed impianti d'avanguardia; azioni di miglioramento gestionale lato utente; adozione di procedure di certificazione EMAS; sviluppo dei Patti Volontari; utilizzo dei Certificati Bianchi. 49/65

50 Alle azioni puramente impiantistiche si sono associate operazioni marcatamente gestionali, quali: La adozione di procedure EMAS sulle piscine comunali, che in 6 anni ha determinato riduzioni nei consumi di Elettricità (-17 %), Metano (-62 %), Acqua (-83 %), CO 2 (-66 %); La sottoscrizione, da parte di scuole elementari e medie, di un patto volontario per suddividere tra il. Comune e la scuola i risparmi ottenuti sui consumi energetici registrati, che in pochi anni ha permesso di registrare risparmi mediamente del 15% cui hanno corrisposto minori emissioni climalteranti di oltre 168 tonnellate di CO 2, liquidando così oltre agli istituti partecipanti. 50/65

51 Nel campo dei consumi elettrici, l Ente Comune ha registrato nello scorso decennio solo un moderato aumento (contro una crescita media urbana di oltre il 40%) Consumi elettrici in GWh/anno Illuminazione pubblica Utenze < 500 kw Tali azioni si sono affiancate ad un controllo, a partire dal 2001, dei consumi del servizio di Illuminazione Pubblica. 51/65

52 I risultati del complesso integrato di azioni mirate alla riduzione dei consumi sulla climatizzazione invernale possono essere riassunti e visualizzati nel seguente andamento dell indice di consumo destagionalizzato: Consumi termici destagionalizzati in mc eq/gganno x /65

53 Interessanti risultati sono stati ottenuti anche nel campo della riduzione dei consumi della flotta autoveicoli ottimizzando il numero delle autovetture, radiando le più inefficienti e sostituendole con mezzi alimentati a metano. I consumi sono stati così ridotti (-30% dal 1999 al 2008): Combustibili per autotrazione in litri (kg) x 1000 (CONSUNTIVO annuo) Benzina Benzina verde Gasolio Metano (kg) Totale /65

54 L'impegno del Comune di Modena verso il suo territorio si é sviluppato attraverso tutta una serie di interventi tesi a ridurre le emissioni di gas serra tramite: limitazione nelle emissioni di HFC, PFC, SF6 (recupero dei fluidi frigoriferi e dei gas isolanti per trasformatori elettrici); ampliamento della rete di teleriscaldamento, con riqualificazione tramite trigenerazione in occasione dell ampliamento del termovalorizzatore; raccolta differenziata integrata dal recupero di energia dai rifiuti; 54/65

55 adozione di un sistema di vincoli relativo all utilizzo cogente di apparecchi, impianti e tecnologie costruttive ad alta efficienza energetica, indotto da specifiche norme del Regolamento Edilizio Energetico, associato ad azioni di promozione anche finanziaria; riduzione delle perdite dell acquedotto (consumi di pompaggio); riduzione delle perdite della rete distribuzione energia elettrica; riduzione delle perdite della rete distribuzione gas metano; attivazione di programmi volontari di certificazione e miglioramento energetico degli edifici; 55/65

56 sottoscrizione di protocolli volontari con i distributori di energia presenti nel territorio per stimolare l utilizzo dei Certificati Bianchi; regolare messa a punto degli autoveicoli attivata dal Controllo Gas di Scarico; interventi sul flusso veicolare (Car Sharing, Fluidificazione del Trasporto Pubblico, Piano della sosta); interventi sul Trasporto Pubblico Locale (Elettrificazione e metanizzazione delle linee); aumento e localizzazione ottimale (tangenziale urbana) dei distributori di gas metano ad uso autotrazione. 56/65

57 Comune di Modena Bilancio CO Scenari gas-serra produttori Emissione 1990 in tonn CO2 eq.te Emissione 2002 in tonn CO2 eq.te Diff.za assoluta % in tonn CO2 eq.te 1. Consumi globali di E.E (+ 27%) 2. Consumi prod. petroliferi per usi agricoli (15.000) (15.000) = 3. Consumi prod. petroliferi per autotrazione * (+30%) 4. Consumi prod. petroliferi per riscaldamento n.d n.d. 5. Consumi gas metano per usi ind.li e climatizzazione ** ** (+ 5%) 6. Smaltimento rifiuti (- 60%) 7. Agroindustriale e zootecnia (20.000) (20.000) TOTALE (+10%) Emissioni specifiche 7.56 (9.18) 8.32 (9.48) (+ 10%) (tonn. CO2/abitante)*** 57/65 * non comprensivo del contributo degli inquinanti secondari quali CO e Nox ( tonn. equivalenti nel 2000) ** non comprensivo del contributo delle perdite di rete ( tonn. equivalenti nel 2000) *** riferiti ad una popolazione 1990 di abitanti [ ] e 2001 di abitanti [ ]

58 Il Piano di Azione in Italia il Comune di Rimini In questo caso Il Piano di Azione si sviluppa attraverso tre macro-progetti paralleli: interventi all interno dell Azienda Comune; interventi sulla generalità degli utenti; interventi su utenti qualificati portatori di interesse (Associazioni di Categoria, forze imprenditoriali, grande distribuzione, ecc.). 58/65

59 Il Piano sviluppa un percorso condiviso al fine di raggiungere risultati concreti e misurabili nel: ridurre il consumo di energia; incrementare il peso delle energie comunque a minor impatto ambientale; rinnovabili o ridurre le emissioni di CO 2 e dei gas ad effetto serra del sistema urbano e produttivo; ridurre le emissioni di inquinanti particolarmente, delle PM10; atmosferici e, incrementare qualitativamente e quantitativamente il mercato di prodotti e servizi energetici; ridurre la quantità di rifiuti prodotti; incrementare l utilizzo da parte del sistema produttivo di sistemi gestionali, prodotti e servizi a minor impatto ambientale ed energetico; liberare risorse economiche oggi legate ad oneri energetici spesso subiti del tutto passivamente. 59/65

60 Il Programma di Azione si esplicita attraverso una serie di Progetti Operativi dettagliatamente descritti in apposite schede ove sono esplicitate: qualifica (obbligatorietà o meno); quadro normativo e/o programmatico di riferimento; vincoli e/o strumenti applicativi; vantaggi e/o svantaggi collegati (economici, ambientali, organizzativi ecc.); eventuali incentivi (economici, normativi o altro). 60/65

61 Per quanto riguarda gli interventi all interno del Comune, si evidenziano: la trasformazione a gas di 3 grandi centrali termiche a gasolio di edifici scolastici; l installazione di 4 impianti fotovoltaici su ampliamento scuola media esistente e sulle 3 nuove scuole per l'infanzia costruite in bioedilizia; l installazione di un impianto solare termico per un impianto sportivo; dal 2007 l'illuminazione pubblica (oltre punti luci, di cui il 96% SAP, e 700 km di linee) è alimentata esclusivamente da energia verde certificata RECS, consentendo una riduzione di circa il 40% delle emissioni di CO 2 dei consumi della Pubblica Amministrazione. 61/65

62 dal 2007 tutti i nuovi veicoli acquistati in sostituzione dei vecchi sono a basso impatto ambientale (metano, GPL o elettrici); 32 impianti fotovoltaici consentiranno al 2010 la copertura dell 8% dei consumi elettrici degli edifici comunali; nei nuovi contratti di gestione dell'illuminazione pubblica e gestione calore (dal 2010) il gestore dovrà raggiungere l'obiettivo di riduzione dei consumi del 20% entro il 2012; la rete di teleriscaldamento (16 km) in cogenerazione sarà trasformata dal nuovo gestore (2010) in cogenerazione ad alto rendimento e praticamente raddoppiata per estensione, passando dai circa utenti attuali ad oltre utenti, collegando anche 10 edifici pubblici. 62/65

63 Fra gli interventi rivolti alla generalità degli utenti ricordiamo: 63/65 la riduzione dell'aliquota ICI per le abitazioni per tutti gli interventi di efficienza energetica di importo superiore ai euro; due campagne di sostegno al solare termico Una fetta di cielo conviene! con contributi fino al 25% cumulabili con le detrazioni fiscali ( ) finanziate con fondi propri per euro; la riduzione degli oneri di urbanizzazione fino al 50% e lo scomputo delle murature per le nuove costruzioni o ristrutturazioni aderenti alle Misure volontarie di Bioedilizia; contributi comunali (e nazionali) per la trasformazione dei veicoli a benzina in bi-fuel ( ); l istituzione del servizio di bike-sharing gratuito nei punti di maggior frequentazione.

64 64/65 Conclusioni La Pubblica Amministrazione è in grado di incidere in maniera determinante sui consumi energetici, sia propri che del territorio di sua competenza. Il Patto dei Sindaci è strumento per formalizzare tale impegno, potendo così acquisire importanti risorse sia in termini finanziari che in termini di scambio di esperienze e buone pratiche. Le indicazioni che ci giungono a livello europeo sono che gli sforzi dovranno indirizzarsi anche ad una rivisitazione dei sistemi gestionali, con particolare attenzione al patrimonio umano. Enti sovracomunali e soggetti a rete, come Energie- Cités, sono in grado di promuovere fortemente tale percorso innovativo.

65 Ing. Sandro Picchiolutto Energy Consultant Ambasciatore per l Italia di Energie Cités spicchiolutto@libero.it 65/65

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