8) IMPIANTI DI SMALTIMENTO E RECUPERO

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1 8) IMPIANTI DI SMALTIMENTO E RECUPERO 8.1) CICLO INTEGRATO DI GESTIONE DEI RIFIUTI L art.4 del DLgs 22/1997 prevede che la gestione dei rifiuti debba avvenire favorendo la riduzione dello smaltimento finale dei rifiuti mirando prioritariamente al riutilizzo, al riciclaggio ed al recupero di materia prima e favorendo fra le forme di smaltimento l utilizzazione principale dei rifiuti come combustibile o come altro mezzo per produrre energia. Lo smaltimento in discarica viene a costituire una forma residuale di smaltimento, da utilizzarsi, secondo quanto previsto dall art.5 comma 6, solo per rifiuti inerti, per rifiuti individuati da specifiche norme tecniche e per i rifiuti che residuano dalle operazioni di riciclaggio, di recupero e di smaltimento. L art.5 comma 3 chiarisce poi come Lo smaltimento dei rifiuti è attuato con il ricorso a una rete integrata e adeguata di impianti di smaltimento, che tenga conto delle tecnologie più perfezionate a disposizione che non comportino costi eccessivi, al fine di: - realizzare l autosufficienza nello smaltimento dei rifiuti urbani non pericolosi in ambiti territoriali ottimali; - permettere lo smaltimento dei rifiuti in uno degli impianti appropriati più vicini al fine di ridurre i movimenti dei rifiuti stessi, tenendo conto del contesto geografico o della necessità di impianti specializzati per determinati tipi di rifiuti; - utilizzare i metodi e le tecnologie più idonei a garantire un alto grado di protezione dell ambiente e della salute pubblica. Il carattere residuale dello smaltimento in discarica è bene evidenziato dalla tabella I allegata alla DCR 88/1998, che prevede come all anno 2003 in discarica debba in totale essere destinata, compresi i residui di trattamento inertizzati e stabilizzati, una frazione dei rifiuti prodotti compresa fra il 10 ed il 33%. E su queste basi che è stato progettato il ciclo integrato di gestione dei rifiuti dell ATO ) Principi ispiratori e proposta Il ciclo integrato vuole rispettare i criteri di cui al punto precedente, privilegiando quindi il recupero di materie prime e la termoutilizzazione e limitando l utilizzo degli impianti di discarica, che a regime dovrà riguardare quasi esclusivamente sovvalli dal trattamento meccanico, spazzamento e scorie e ceneri inertizzate dalla termoutilizzazione. La capacità di trattamento deve garantire a regime l autosufficienza dell ATO, con l eccezione dei flussi concordati con altri ATO, ed essere sufficiente a coprire anche le punte di produzione ed i fermo impianti. Il ciclo prevede: 1) L avvio di tutti i rifiuti ad impianti di trattamento. 2) Il trattamento dei rifiuti: a) tramite selezione meccanica con separazione della frazione organica e del ferro e produzione di sovvallo combustibile o di RDF; b) in alternativa un pretrattamento dei rifiuti, preliminare alla termoutilizzazione, quale l eliminazione della frazione fine e del ferro; c) limitatamente ai rifiuti da spazzamento e da aree pubbliche la possibilità di avvio diretto a discarica, preferibilmente previo pretrattamento teso al recupero della frazione combustibile; d) la possibilità di avvio diretto a discarica per quote minoritarie di fanghi o rifiuti dalla depurazione delle acque e per specifiche frazioni di rifiuto che non risulti opportuno avviare al trattamento o alla termoutilizzazione. 3) Il compostaggio: a) della frazione organica separata tramite selezione e la successiva raffinazione del compost prodotto con l obiettivo di usi poveri quale ammendante in agricoltura o per ripristini ambientali e paesaggistici; b) in alternativa la stabilizzazione della frazione organica per copertura giornaliera e finale delle discariche ed altri usi ammessi dalle norme tecniche; c) il compostaggio della frazione verde da manutenzione del paesaggio e della frazione organica raccolta separatamente per la produzione di compost di qualità; PIANO PROVINCIALE DI GESTIONE DEI RIFIUTI URBANI E ASSIMILATI ATO N 6 PAG. 51

2 d) l additivazione alla frazione organica (sia da selezione che da raccolta differenziata) di quote di fanghi di depurazione di idonee caratteristiche e di quote di rifiuti speciali utili per favorire la degradazione e l umificazione della frazione organica o per migliorare le caratteristiche del prodotto finito. 4) La termoutilizzazione: a) dei sovvalli combustibili e dello RDF; b) in alternativa, limitatamente a parte dei rifiuti prodotti, la termoutilizzazione dei rifiuti residuati dal pretrattamento; c) la termoutilizzazione di fanghi di depurazione; d) la termoutilizzazione di quote di rifiuti speciali e dei rifiuti sanitari combustibili. 5) Lo stoccaggio definitivo in discarica controllata: a) dei residui dagli impianti di trattamento; b) dei rifiuti urbani esterni; c) delle frazioni di rifiuto di cui al precedente punto 2d). 6) Lo smaltimento in discarica per inerti: a) dei residui dal trattamento degli inerti effettuato in specifici impianti di smaltimento o di recupero (soggetti a procedura semplificata); b) dei manufatti e dei rifiuti non pericolosi contenenti amianto (con limiti in fibre libere stabiliti dalla vigente normativa). La figura 8 mostra il diagramma di flusso del ciclo integrato. Nel rispetto del presente ciclo integrato di gestione dei rifiuti si possono realizzare sistemi impiantistici anche sensibilmente differenti fra loro, in cui però necessariamente dovranno essere presenti adeguate capacità di smaltimento per quanto concerne la termoutilizzazione della frazione combustibile dei rifiuti, il compostaggio della frazione verde ed organica da raccolta differenziata, la messa a discarica dei residui dal trattamento. Potrà invece variare la rilevanza per quanto concerne gli impianti di selezione e di compostaggio della frazione organica da selezione. Alle varie alternative che nel ciclo sono enunciate si aggiungono le varianti legate alle diverse tipologie impiantistiche, al dimensionamento dei singoli impianti, nonché le correlazioni fra gli impianti stessi. La crescita di consapevolezza in primo luogo da parte degli Enti Locali permette ora di delineare nel presente piano una ipotesi di ciclo integrato che tenda a minimizzare gli effetti ambientali dalla gestione dei rifiuti e a massimizzare il recupero di materiali e di energia. Tale ciclo integrato, che verrà compiutamente descritto nel prosieguo, ha come premessa il raggiungimento graduale nel corso degli anni degli elevati livelli di raccolta differenziata di cui al paragrafo 1.2, pari a regime per l anno 2007 al 45% come obiettivo minimo ed al 50% come valore guida, ed ha come filosofia ispiratrice la massima affidabilità e flessibilità impiantistica. La scelta fra le varie alternative ed opzioni, pur nel rispetto dei criteri e delle prescrizioni del presente piano, degli obiettivi quantitativi e qualitativi e della necessità di minimizzare gli effetti ed i carichi ambientali derivanti dalla gestione dei rifiuti, dovrà comunque essere effettuata dalla Comunità di Ambito con la stesura del Piano Industriale, con riferimento ad una scala di priorità da stabilirsi sulla base dell importanza assegnata ad un insieme di fattori fra cui i seguenti: - affidabilità del sistema impiantistico; - flessibilità del sistema impiantistico; - costi di investimento; - costi di gestione; - quota di rifiuti da avviarsi a discarica; - recupero di materie prime e di energia; - ricerca del consenso sociale; - consumo di territorio; - rapporti con il territorio ed il tessuto produttivo. PAG. 52 PIANO PROVINCIALE DI GESTIONE DEI RIFIUTI URBANI E ASSIMILATI ATO N 6

3 A titolo di esempio la ricerca dell affidabilità del sistema impiantistico e la volontà di minimizzare i costi di investimento e di gestione può comportare un minore ricorso ad impianti di selezione meccanica e l avvio alla termodistruzione di sovvalli combustibili poco raffinati o anche di rifiuti indifferenziati che abbiano subito un limitato pretrattamento, nel quadro della realizzazione di un sistema impiantistico tecnologicamente e funzionalmente semplice. Per contro la decisione di privilegiare la ricerca del consenso sociale può portare alla scelta di sistemi impiantistici più complessi, con impianti di produzione di combustibili di qualità ed impianti di termoutilizzazione dedicati ad utilizzare tale tipo di combustibile. In nessun caso però dovrà essere realizzato un sistema impiantistico che preveda tipologie di impianti di cui non esistano prove certe di funzionalità nello smaltimento di rifiuti che presentino caratteristiche corrispondenti a quelli per cui verrebbero utilizzati nell ambito dell ATO 6 e che pertanto non garantiscano una adeguata affidabilità ed un elevato rendimento. Un Piano Industriale che preveda di fornire possibilità di smaltimento anche ai rifiuti sanitari ed a flussi di rifiuti speciali combustibili, nonché a quote dei fanghi di depurazione derivanti dagli impianti di trattamento delle acque reflue, può permettere sia di sfruttare economie di scala, che di abbassare i costi di gestione, che di dare risposte ai problemi di smaltimento relativi a rifiuti speciali prodotti sul territorio e ancora di calmierare i costi di smaltimento presso altri impianti privati o pubblici, ma esterni alla Provincia di Firenze. Deve comunque essere chiaro che, come già detto al precedente punto 5 del presente piano, in nessun caso le scelte del Piano Industriale dovranno avere implicazioni sul livello di tutela ambientale, che viene garantito per ogni sistema impiantistico e per ogni tipologia impiantistica dall attività autorizzatoria e di controllo della Provincia di Firenze e dall obbligo di rispettare le normative tecniche sia per quanto concerne la realizzazione che la gestione degli impianti ) Evoluzione del ciclo integrato Il presente piano non intende disegnare soluzioni statiche né transitorie né a regime del ciclo integrato di smaltimento, quanto mostrare la sua evoluzione per l arco di tempo fino a tutto l anno Appare infatti superata, nella realtà dell attuale sistema impiantistico dell ATO 6 e tenendo conto sia della conformità di tutti gli impianti esistenti alla vigente normativa che della necessità di una ottimizzazione e di un miglioramento continuo nella gestione dei rifiuti, l idea stessa di una fase transitoria e di impianti per la fase transitoria. L evoluzione del ciclo integrato verrà comunque illustrata da quattro scenari, rispettivamente agli anni 2001, 2003, 2005 e 2007 (fig. 6A, 6B, 6C, 6D) allo scopo di favorire la comprensione delle possibili soluzioni gestionali e dei vincoli pianificatori presenti a tali anni e della situazione a regime quale si realizzerà a partire dalla metà del In ogni caso i flussi potranno poi discostarsi da quanto descritto negli scenari in virtù delle situazioni reali che verrano a crearsi durante l attuazione del piano, facendo riferimento alle riserve impiantistiche previste, oppure a nuove risorse ma sempre volte a garantire il raggiungimento degli obiettivi del presente piano nel più breve tempo possibile. La decisione di tenere in attività, ristrutturare, potenziare o dismettere gli attuali impianti deriverà da considerazioni legate ad una pluralità di fattori di cui di seguito si elencano i principali: - continuità nello smaltimento: la necessità di assicurare in ogni condizione, compresi eventi imprevedibili, lo smaltimento dei rifiuti è assunta come prioritaria; - autosufficienza dell ATO da conseguire nei tempi più brevi, fatti salvi i flussi concordati con altri ATO al fine di conseguire positive sinergie fra i rispettivi sistemi di smaltimento; - affidabilità di gestione: gli impianti dovranno essere progressivamente allineati ad un livello minimo di affidabilità e di rendimento; - integrabilità nel sistema impiantistico: gli impianti verranno progressivamente finalizzati a coprire tutte le fasi di gestione dei rifiuti, compresa la specializzazione di singoli impianti per il trattamento o lo smaltimento di flussi specifici di rifiuto; - investimenti necessari: la necessità di investimenti per l adeguamento o il potenziamento dovrà essere valutata nel quadro complessivo degli investimenti; - bilancio costi/benefici: nel momento in cui il singolo impianto cessi di essere indispensabile per assicurare la continuità nello smaltimento la decisione circa il suo futuro utilizzo viene a dipendere dall esito di un bilancio costi/benefici. Il ciclo integrato sarà quindi oggetto di una continua evoluzione finalizzata all ottimizzazione del ciclo stesso anche dopo l andata a regime degli interventi previsti da questo piano. E importante sottolineare come tutti i cicli e gli impianti industriali abbiano necessità di una continua trasformazione ed ottimizzazione che comporta a volte modificazioni anche sostanziali all impianto PIANO PROVINCIALE DI GESTIONE DEI RIFIUTI URBANI E ASSIMILATI ATO N 6 PAG. 53

4 originario. Sulla base della situazione attuale ed a regime del sistema impiantistico e delle innovazioni introdotte dalla normativa, quali i limiti alla utilizzabilità di singole tipologie di impianti (ad esempio il divieto di conferimento in discarica di rifiuti tal quali), e degli obiettivi del presente piano di seguito viene delineata l evoluzione del ciclo integrato dall entrata in vigore del presente piano a tutto il 2006, anno in cui dovrà completarsi l andata a regime degli impianti previsti dal piano. Come già chiarito al punto 1.5 il piano non perde la sua validità con tale anno, in quanto la gestione dei rifiuti verrà assicurata anche per gli anni successivi dal sistema impiantistico, che continuerà a modificarsi, compresa la possibile ristrutturazione o dismissione di alcuni impianti (nel caso di impianti di discarica per l esaurimento dei volumi). Nel complesso della sua evoluzione il sistema impiantistico comprenderà gli impianti elencati nella seguente tabella, dove sono riportati sia gli impianti esistenti, che quelli previsti e localizzati o quelli di nuova individuazione, oltre che gli impianti situati in altri ATO ed il cui utilizzo deriva dagli accordi stipulati con altri ATO di cui al successivo punto 8.2: Tabella 15 IMPIANTI Discarica Case Passerini in Comune di Sesto Fiorentino e di Cammpi Bisenzio Discarica in loc. Vigiano in Comune di Borgo S. Lorenzo Discarica in loc. Il Pago in Comune di Firenzuola Discarica in loc. Toiano in Comune di Vicchio Discarica nell area mineraria ENEL in Comune di Figline Valdarno Impianto di stoccaggio, trattamento e recupero- Filiera di Case Passerini- Osmannoro 2000 Impianto di stoccaggio, trattamento e recupero in loc. Le Sibille S. Casciano V. P. Area di raccolta e trattamento di RSU ed impianto di trattamento e recupero per le frazioni di RSU provenienti da raccolta differenziata in località S. Donnino-Firenze Impianto di trattamento termico in loc. Testi nel Comune di Greve in Chianti Impianto di termodistruzione in loc. Selvapiana in Comune di Rufina Impianto di trattamento termico della piana fiorentina Impianto di compostaggio di qualità in Comune di S. Casciano, loc. Ponterotto Impianto di compostaggio di qualità in Comune di Borgo S. Lorenzo, loc. Faltona NOTE Disponibilità al Mc; previsto ampliamento per ulteriori Mc Disponibilità al trascurabile; previsto ampliamento per ulteriori Mc Disponibilità al Mc; previsto ampliamento per ulteriori Mc Localizzato dal piano regionale vigente Localizzato dal piano regionale vigente Nell anno 2000 l impianto di Case Passerini ha trattato tonnellate, a regime avrà una capacità pari a t/anno, oltre alle potenzialità necessarie al trattamento e recupero della raccolta differenziata, dopo la dismissione di San Donnino Realizzata ristrutturazione stazione di trasferimento; da realizzare impianto di selezione con capacità annua a regime pari a t/anno. A supporto del sistema di raccolta differenziata. Prevista dismissione dopo avvio impianto di termoutilizzazione della Piana e ristrutturazione impianto di Case Passerini. Esistente impianto di gassificazione, che nell anno 2000 ha trattato 9000 tonnellate; in avviamento impianto di recupero del CDR nel cementificio; prevista realizzazione nuova linea di termoutilizzazione. Capacità complessiva di trattamento a regime circa t/ann* In attività, nell anno 2000 ha trattato 9500 t/a, previsto potenziamento dell impianto di almeno Kcal/h* con recupero energetico Nuova localizzazione, a regime potenzialità di circa t/anno * In costruzione, localizzato sulla base della procedura di cui all art. 27 del DLgs 22/1997, come previsto dal piano regionale vigente Nuova localizzazione sulla base della procedura di cui all art. 27 del DLgs 22/1997, come previsto dal piano regionale vigente Impianto di compostaggio di qualità in Comune di Scandicci Nuova localizzazione: area Protoni ATO 5 - Impianto di selezione e compostaggio Publiservizi in Intesa D.G.P. n.14 del 18/01/2001 Comune di Montespertoli, loc. Borro Sartori ATO 3 Discarica in Comune di Peccioli Intesa D.G.P: 141 del 31/03/2000 ATO 7 Discarica ed impianto di selezione in Comune di Terranova Bracciolini, loc. Casa Rota Intesa sullo smaltimento dei rifiuti dell area Valdarnese D.G.P. n.414 del 16/09/1999 *la potenzialità effettiva degli impianti di termovalorizzazione è da determinarsi sulla base della capacità termica necessaria e quindi del PCI dei rifiuti che si andranno ad alimentare, pertanto i valori suddetti in tonnellate possono variare in funzione di quanto appena evidenziato. PAG. 54 PIANO PROVINCIALE DI GESTIONE DEI RIFIUTI URBANI E ASSIMILATI ATO N 6

5 Gli impianti di nuova localizzazione, individuati dal presente piano, sono riportati nella tabella per dare un quadro completo del sistema impiantistico, nella parte che segue del piano ed in particolare nei punti da 8.3 a 9.5 viene descritto il percorso logico che porta alla individuazione delle necessità impiantistiche, alla scelta delle tipologie di impianti, alla localizzazione degli impianti. Nel seguito del presente punto viene invece delineata l evoluzione nel tempo del sistema impiantistico. La prima evoluzione dovrà concernere gli impianti esistenti ed in particolare gli impianti primari di Case Passerini e Le Sibille. Entro il luglio 2001, secondo quanto previsto dalla L.33/2000 sarebbe necessario che tali impianti risultassero in grado di trattare l intero flusso di rifiuti. La realizzazione e/o l ottimizzazione di tali impianti è in corso e al luglio 2001 la loro potenzialità di selezione risulterà pari a circa 470 t/g, per giungere nell anno 2002 a t/g. Tale considerevole quantitativo corrisponde alle necessità di trattamento primario a regime degli RSU ed RSAU previsto dal presente piano. Stante però il livello ancora ridotto di raccolta differenziata negli anni (fra il 25 ed il 35%) e la carenza delle linee di termoutilizzazione che saranno in tali anni in costruzione o in ristrutturazione la capacità di trattamento primario degli RSU ed RSAU risulterà insufficiente ad assicurare il trattamento di tutti i rifiuti prodotti ed il conseguente avvio a discarica dei soli rifiuti trattati. Risulterà in particolare carente la potenzialità di trattamento, sia come compostaggio che come biostabilizzazione, della frazione organica, stante anche la concomitante e crescente necessità di compostare la frazione organica raccolta in modo differenziato per la produzione di compost di qualità. Per tale motivo in via transitoria per gli anni risulterà necessario avviare a discarica quantitativi via via decrescenti di rifiuti indifferenziati, limitatamente ad impianti di discarica che già hanno ricevuto consistenti quantità di rifiuti tal quali e per cui sia in atto o allo studio il recupero energetico del biogas. In tali casi risulta infatti controproducente, sia sotto l aspetto economico che ambientale, che per i volumi residui vengano avviati a discarica rifiuti a scarsa componente putrescibile. La progressiva realizzazione di impianti di compostaggio di qualità permetterà di potenziare la raccolta differenziata della frazione organica. Nell anno 2002 vi è però una ormai inevitabile carenza di capacità di compostaggio della frazione organica da raccolta differenziata. Tale situazione comporterebbe l impossibilità di incrementare tale tipo di raccolta differenziata. Questa situazione contingente sarà risolta tramite una sinergia con l ATO n. 5, avviando parte della frazione organica da raccolta differenziata al compostaggio di qualità presso l impianto Publiservizi di Borro Sartori. Con il potenziamento dell impianto di termodistruzione di Selvapiana (e contemporanea attivazione del recupero energetico) e la realizzazione delle ulteriori linee di termoutilizzazione il ciclo integrato risulterà conforme alle indicazioni previste dalla vigenti normative nazionali e regionali. Successivamente all attivazione delle linee aggiuntive di termoutilizzazione il ciclo integrato potrà essere ottimizzato, sulla base delle potenzialità disponibili, con lo scopo di ridurre i conferimenti in discarica ed effettuare il trattamento di flussi di rifiuti aggiuntivi, quali rifiuti sanitari, fanghi di depurazione e rifiuti speciali combustibili. Parte delle potenzialità di compostaggio in precedenza destinate al trattamento di frazione organica derivante dalle linee di selezione potranno essere utilizzate per garantire potenzialità aggiuntiva per il compostaggio di qualità, permettendo il superamento degli obiettivi minimi di raccolta differenziata e minimizzando la necessità di nuovi impianti. Inoltre la bioessiccazione consentirà una scelta flessibile di gestione della frazione organica da selezione in funzione della richiesta di mercato di F.O.S. destinando la sostanza organica indifferentemente alla biostabilizzazione con produzione di fos per ripristini ecc. oppure alla bioessiccazione per il successivo ricupero energetico nelle linee di termovalorizzazione. Una ulteriore evoluzione vedrà il sistema impiantistico modificarsi con criteri di massimizzazione nel recupero delle risorse e minimizzazione dei costi. L autosufficienza dell ATO verrà conseguita già dagli anni , con esclusione dei flussi esplicitamente previsti negli accordi stipulati con altri ATO al fine di sviluppare sinergie positive fra i rispettivi sistemi di gestione dei rifiuti. Il ruolo degli impianti di discarica muterà progressivamente: la percentuale di rifiuto avviata a discarica si ridurrà, mentre dall anno 2004 verranno avviati a discarica esclusivamente rifiuti trattati. I nuovi impianti di discarica dovranno essere attivati secondo una tempistica adeguata a garantire la continuità temporale dello smaltimento. PIANO PROVINCIALE DI GESTIONE DEI RIFIUTI URBANI E ASSIMILATI ATO N 6 PAG. 55

6 8.2) SINERGIE E FLUSSI FRA ATO Provincia di Firenze Il presente piano intende conseguire l autosufficienza dell ATO n. 6 e l ottimizzazione del sistema di gestione dei rifiuti, tenendo conto sia della necessità di superare quanto prima la frammentarietà delle gestioni, che delle peculiarità delle situazioni locali. Per conseguire tali obiettivi risulta di interesse strategico la ricerca di sinergie con altri ATO per una complessiva ottimizzazione dei sistemi di gestione dei rifiuti. Per tale motivo sono stati stipulati o sono in corso di stipula accordi con quattro ATO della Regione Toscana e con la Provincia di Bologna in attuazione dell intesa fra Regione Toscana e Regione Emilia Romagna. Stante la situazione transitoria, che vede un ritardo nella operatività delle varie Comunità di Ambito, le intese sono state concordate fra le Province. Con l ATO n. 3, Provincia di Pisa, gli accordi hanno carattere residuale stante che non sono state individuate sinergie a regime con tale sistema gestione dei rifiuti. Con l ATO. n. 5, costituito dalle Province di Pistoia e Prato e dal territorio della Provincia di Firenze ricompreso nel circondario regionale dell empolese-valdelsa, l accordo concerne in primo luogo la gestione dei rifiuti dell area di raccolta Lastra a Signa, stante che tale Comune ha richiesto di essere inserito nell ATO n. 5. Viene anche previsto il conferimento temporaneo di frazione organica da raccolta differenziata alla linea di compostaggio di qualità dell impianto Publiservizi di Borro Sartori. Con l ATO n. 7, Provincia di Arezzo, l accordo costituisce invece una intesa strategica per l ottimizzazione dei sistemi di gestione dei rifiuti dei due ATO, che tiene conto anche della peculiarità locale delle aree del valdarno fiorentino ed aretino, inserite nelle rispettive province, ma che hanno fra loro legami storici, economici e culturali assai forti. L Intesa sullo smaltimento dei rifiuti dell area valdarnese costituisce infatti un ottimo esempio di sinergia fra ATO diversi, nel caso particolare l ATO n 6 e l ATO n 7. L intesa, successivamente integrata con ulteriore documento sottoscritto dalle due Province in data , prevede il trattamento di quote di rifiuti indifferenziati, valutate in t/anno e prodotti nell ATO 6 (rifiuti derivanti dall area di raccolta Alto Valdarno Fiorentino e parte dei rifiuti dell area di raccolta Mugello-Valdisieve) presso l impianto di Casa Rota nel Comune di Terranova Bracciolini, con messa a discarica dei sovvalli ed avvio della frazione combustibile prodotta dall impianto, che tratterà anche parte della produzione di rifiuto dell ATO n 7, all impianto di termoutilizzazione con recupero energetico di Selvapiana, da potenziarsi in attuazione del presente piano. Nel dettaglio si rinvia a quanto contenuto nella Integrazione e aggiornamento dell intesa sulla pianificazione dello smaltimento dei rifiuti nell area Valdarnese, approvato con delibera G.P. n. 132 del Tale accordo prevede per la fase transitoria, fino al , un conferimento nella discarica di Podere Rota in Provincia di Arezzo di complessive t/a, con un possibile incremento del 5% annuo, nonché un quantitativo massimo annuo di RSU e sovvalli dagli impianti di selezione e trasferimento dell ATO 6 fino a t/a, per un quantitativo che nel quadriennio non potrà comunque superare le t.. Nella fase a regime all impianto di selezione e compostaggio di Casa Rota potranno essere conferiti fino a t/a di rifiuto tal quale da avviare a selezione dalla Valdisieve e dal Valdarno F.no, mentre all impianto di termovalorizzazione di Selvapiana verranno conferiti circa t/a di sovvalli combustibili provenienti dall impianto di selezione di Casa Rota. All impianto di compostaggio di Casa Rota potrà essere conferita la raccolta differenziata della frazione organica proveniente dai comuni della Valdisieve e del Valdarno Fiorentino. La discarica di Podere Rota riceverà ceneri e scorie dall impianto di Selvapiana e rifiuti industriali provenienti dal Valdarno Fiorentino. Con la Provincia di Bologna l accordo riguarda la gestione interregionale dei rifiuti della Romagna Toscana e dei comuni limitrofi della Regione Emilia Romagna, in relazione alla funzionalità della discarica il Pago della AMI di Imola, sita in Comune di Firenzuola. PAG. 56 PIANO PROVINCIALE DI GESTIONE DEI RIFIUTI URBANI E ASSIMILATI ATO N 6

7 Nell ambito dell attuazione del presente piano verrà ricercata la possibilità di stipulare ulteriori intese con altri ATO, specie sulla base della necessità di ottimizzazione del ciclo integrato e del sistema impiantistico che potranno risultare in sede di stesura del piano industriale da parte della Comunità di Ambito. L art.25 della LR 25/1998 prevede poi la possibilità di accordi fra ATO, finalizzati principalmente all ottimizzazione della gestione dei rifiuti. Il punto 4.4 dello stralcio di piano regionale prevede la possibilità che gli impianti di trattamento termico siano funzionali ad un bacino che serva ATO diversi. Tale principio è da estendersi anche alle altre tipologie impiantistiche ed in particolare agli impianti di discarica, specie in considerazione del carattere residuale che la normativa vigente assegna a tale metodo di smaltimento e della conseguente riduzione dei flussi di rifiuto a discarica. L ATO n 6 ha fatto e fa tuttora ricorso in modo consistente ad impianti di smaltimento situati in altre Province Toscane o in Provincia di Firenze, ma in zone ora ricadenti all interno dell ATO n 5. Si è trattato e si tratta in modo prevalente di smaltimento di rifiuti indifferenziati in discarica. Per quantitativi fino ad ora limitati, ma crescenti, si tratta invece di smaltimento in discarica dei rifiuti trattati nell impianto di selezione di Case Passerini. Già da alcuni anni è in atto un trend di riduzione del ricorso ad impianti di smaltimento situati al di fuori dell ATO. Tale tendenza si manterrà per l andata a regime del sistema impiantistico costituito dall impianto di selezione e compostaggio di Case Passerini e dal gassificatore di Testi e successivamente per la progressiva attivazione degli impianti previsti dal presente piano. È comunque opportuno che vengano mantenuti accordi con altri ATO per permettere di continuare il conferimento in via transitoria di rifiuti, prima indifferenziati e poi trattati con separazione della frazione organica o da trattare in impianti a piè di discarica, fino al momento in cui siano completati i principali impianti previsti dal presente piano e/o per le quote di produzione di rifiuto che temporaneamente risultano eccedenti, stante il progressivo effetto sulla riduzione della produzione di rifiuto indifferenziato degli interventi di riduzione della produzione di rifiuto e del raggiungimento degli obiettivi di raccolta differenziata. Gli accordi con altri ATO dovranno per quanto possibile concernere anche l integrazione dei sistemi impiantistici finalizzata alla copertura delle esigenze straordinarie di smaltimento collegate a periodi di punta della produzione o al fermo impianti. La necessità di smaltimento in impianti esterni all ATO n. 6 per gli anni 2000 e 2001 ha riguardato il conferimento di rifiuti indifferenziati alla discarica di Casa Rota (AR), non essendo a tale data ancora attivo l impianto di trattamento previsto dal piano di gestione dei rifiuti dell ATO n. 7 ed alla discarica di Peccioli (PI). Il flusso di indifferenziato a discarica negli anni può incrementarsi e conseguentemente ridursi il flusso a discarica di rifiuto trattato, nel caso che venga deciso di continuare a conferire rifiuto indifferenziato alle discariche per cui sono previsti impianti di recupero energetico del biogas. 8.3) TIPOLOGIE IMPIANTISTICHE E FABBISOGNO IMPIANTISTICO La tabella 16 mostra la produzione di rifiuto e l entità della raccolta differenziata dal 1999 all anno Tabella n 16 ATO 6: PRODUZIONE DI RIFIUTO E RD AI VARI ANNI SU BASE ANNUA Anni Tipologia di rifiuto KT/anno** KT/anno KT/anno KT/anno KT/anno RSU ed RSAU prodotti (RSU + RD)* RD RSU indifferenziato totale rifiuti da spazzamento (4% del totale prodotto rsu+rd) RSU indifferenziati spazzamento escluso rifiuti verdi e frazione organica da RD rifiuti speciali (quota intercettabile) Fanghi di depurazione (quota smaltibile) Fanghi di depurazione (produzione) Totale ottimale rifiuti da gestire post RD Note: * Tutti dati sono riferiti all intero ato 6 e sono riportati approssimati al migliaio ** 1 KT/anno = 1000 Tonn/anno PIANO PROVINCIALE DI GESTIONE DEI RIFIUTI URBANI E ASSIMILATI ATO N 6 PAG. 57

8 La tabella 16 tiene conto della indicazione contenuta nel parere espresso dalla Giunta Regionale con deliberazione n. 728 del relativamente al testo di prima adozione. Indicazione relativa alla assunzione a base del piano i dati di produzione certificati da ARRR e relativi all anno Tale produzione di rifiuti è stata assunta costante fino al 2002 e quindi in leggera diminuzione, secondo quanto indicato al precedente punto 1.2. Tale obiettivo di riduzione appare già ambizioso, stante che per il momento permane una rilevante tendenza all incremento nella produzione di rifiuto. La diminuzione nella stima della produzione di rifiuto deriva dalla somma dei risultati conseguibili tramite: - l applicazione della normativa in materia di gestione degli imballaggi, con particolare riferimento alla raccolta separata, senza passare dal servizio pubblico, degli imballaggi terziari e di parte degli imballaggi secondari; - la riduzione dell incidenza degli imballaggi per unità di prodotto, conseguente alle politiche nazionali di gestione degli imballaggi; - i risultati conseguibili a livello locale (politiche di riduzione della produzione di rifiuto di cui al punto 2.4); - l estensione programmata sul territorio del compostaggio individuale. Non è però escludibile che la produzione di rifiuto possa mantenere la sua attuale tendenza all incremento, specie nei primi anni, stante i ritardi che si registrano specialmente a livello nazionale nelle politiche di riduzione della produzione di rifiuto. Per contro il dispiegarsi degli effetti della normativa in materia di gestione degli imballaggi sulla riduzione della produzione di rifiuto e delle iniziative correlate agli obiettivi di riduzione della produzione di rifiuto previsti dal presente piano porteranno prevedibilmente quanto meno ad una riduzione del tasso di crescita, ma possono permettere di giungere prima ad una stabilizzazione e poi ad una riduzione della produzione di rifiuto anche superiore, nel medio e lungo periodo al 6% rispetto all anno 1999 che costituisce l obiettivo al Sulle quantità riportate nella tabella si deve pertanto assumere un margine di incertezza pari al 15% in incremento e al 6% in diminuzione. Per i rifiuti da spazzamento la tabella riporta per l anno 1997 un dato di produzione che corrisponde al 4% sul totale della produzione di rifiuto, percentuale desunta dalle informazioni raccolte presso gli attuali gestori. Il valore assoluto del dato relativo allo spazzamento del 1997 è posto come costante negli anni successivi, in quanto l eventuale ipotetica riduzione nella produzione di questo tipo di rifiuto verrà prevedibilmente compensata dall incremento nei servizi derivante dall applicazione di standard di qualità. Il quantitativo dei rifiuti da spazzamento è stato indicato separatamente in quanto può risultare opportuno avviare direttamente alla discarica tali rifiuti, stante il maggiore contenuto di inquinanti. Per la raccolta differenziata i valori riportati corrispondono agli obiettivi minimi previsti dal presente piano. Non si ritiene di dovere prevedere il caso che tali obiettivi minimi non vengano raggiunti, in quanto non sussistono dubbi che gli obiettivi siano raggiungibili purché vengano adottate adeguate politiche e modalità gestionali. Il mancato raggiungimento degli obiettivi minimi dovrà comportare l adozione di decisivi interventi correttivi a livello di piano industriale, ovvero l applicazione di significative penalità ai soggetti gestori. Sulla base della ripartizione fra le varie frazioni del totale dei quantitativi da raccogliersi tramite raccolta differenziata e degli obiettivi di intercettazione di cui al precedente punto la tabella riporta una stima dei quantitativi ai vari anni di rifiuti verdi e di frazione organica da raccolta differenziata. Tale stima è funzionale a determinare quale debba essere la capacità di trattamento nello stesso periodo di riferimento degli impianti di compostaggio di qualità. Le righe relative alla quota intercettabile dei rifiuti speciali ed alla quota smaltibile dei fanghi di depurazione derivanti dagli impianti di trattamento delle fognature urbane a prevalenza civile non concernono flussi di rifiuto ricompresi fra i rifiuti urbani. Tali informazioni sono state inserite per essere utilizzate come valori di riferimento per determinare le configurazioni del sistema impiantistico, da decidersi a livello di approvazione del piano industriale. Nel presente piano è considerato preferibile e da perseguirsi, ove materialmente praticabile, che il sistema impiantistico sia in grado di dare risposta non solo alla necessità di smaltimento dei rifiuti urbani ed assimilabili, ma anche di ulteriori flussi con finalità sia di ottimizzazione del ciclo, che di offerta di PAG. 58 PIANO PROVINCIALE DI GESTIONE DEI RIFIUTI URBANI E ASSIMILATI ATO N 6

9 smaltimento tale da dare risposta ad almeno parte della produzione di rifiuti speciali nel territorio della Provincia di Firenze. In questo senso il presente piano costituisce anche una prima risposta pianificatoria per quanto attiene alla gestione dei rifiuti speciali, oggetto del secondo stralcio del piano regionale, approvato con DCR n. 385 del La differenza fra il totale dei fanghi di depurazione prodotti nei vari anni e la quota smaltibile, identifica la frazione di fanghi dalla depurazione delle acque reflue di fognature civili e miste che continuerà a trovare smaltimento al di fuori del servizio pubblico di gestione dei rifiuti. Dovrà essere privilegiato per quanto possibile lo smaltimento tramite fertirrigazione. Tabella n 17 ATO 6: PRODUZIONE DI RIFIUTO E RD AI VARI ANNI, MEDIA SU BASE GIORNALIERA Anni Tipologia di rifiuto T/giorno T/giorno T/giorno T/giorno T/giorno RSU ed RSAU prodotti (RSU + RD) RD RSU indifferenziati totale Rifiuti da spazzamento (4% dell indifferenziato totale) RSU indifferenziati spazzamento escluso Rifiuti verdi e frazione organica da RD Rifiuti speciali (quota intercettabile) Fanghi di depurazione (quota smaltibile) Fanghi di depurazione (produzione) Totale ottimale rifiuti da gestire post RD La tabella 17 riporta le stesse informazioni della Tabella 16, espresse in t/g. I valori in essa riportati sono stati ottenuti dividendo i dati annui per 310. Tale fattore di conversione viene utilizzato nel presente piano sia per quanto concerne la produzione di rifiuto che lo smaltimento, in quanto convenzionalmente si tende a considerare che sia il servizio di raccolta, che l attività degli impianti di smaltimento si svolga su sei giorni settimanali, approssimativamente pari a 310 giorni annui. Questo non è vero per gli impianti di termoutilizzazione, che operano sette giorni su sette e 24 ore al giorno, ma tale tipo di impianti necessita di fermate periodiche che fanno sì che il periodo effettivo di funzionamento sia anche in questo caso approssimativamente pari a 310 giorni annui. Tabella n 18 ATO 6: PRODUZIONE DI RIFIUTO E RD AI VARI ANNI, MAX SU BASE GIORNALIERA Anni Tipologia di rifiuto T/giorno T/giorno T/giorno T/giorno T/giorno RSU ed RSAU prodotti (RSU + RD)* RD RSU indifferenziati totale rifiuti da spazzamento (4% dell indifferenziato totale) RSU indifferenziati spazzamento escluso rifiuti verdi e frazione organica da RD rifiuti speciali (quota intercettabile) Fanghi di depurazione (quota smaltibile) Fanghi di depurazione (produzione) Totale ottimale rifiuti da gestire post RD PIANO PROVINCIALE DI GESTIONE DEI RIFIUTI URBANI E ASSIMILATI ATO N 6 PAG. 59

10 La tabella 18 esprime su base giornaliera i dati di produzione di rifiuto limitatamente ai periodi di punta, assunti come pari al 15% in incremento rispetto al dato medio annuale. Tale fattore è stato stimato sulla base dei dati forniti dai principali gestori, anche a titolo cautelativo per tenere conto del margine di incertezza sull'andamento della produzione dei rifiuti. Non si è applicato tale coefficiente correttivo sulla produzione di fanghi di depurazione. I dati riportati dalla tabella 18 permettono anche di stimare la potenzialità massima di trattamento richiesta agli impianti di smaltimento nel caso che l efficacia degli interventi di riduzione della produzione di rifiuto risulti nei primi anni inferiore al previsto o permanga la tendenza all incremento della produzione di rifiuto che si è fino ad ora registrata ) Tipologie e fabbisogno Le tabelle di cui al punto precedente forniscono i dati di base per calcolare la necessità impiantistica per la gestione dei rifiuti nell ATO 6. Per gli assunti del piano tutti i rifiuti devono essere avviati a trattamento. Salvo limitate eccezioni i rifiuti possono essere avviati a discarica solo quali residui dal trattamento. Senza ancora entrare nel merito delle tipologie impiantistiche risulta quindi che il sistema impiantistico deve permettere il trattamento nelle sue possibili forme (selezione, compostaggio o stabilizzazione della frazione organica, termoutilizzazione di rifiuti pretrattati o di sovvalli o ancora di RDF) almeno dei quantitativi di RSU indifferenziati totali, dei rifiuti verdi e della frazione organica da RD indicati su base annua nella tabella 16. Su base giornaliera il sistema impiantistico deve permettere nella sua interezza: - di assicurare il trattamento della produzione di rifiuto di punta (max giornaliero); - di garantire la copertura dei periodi di fermo impianto. Tali garanzie di affidabilità devono essere assicurate quantomeno per gli impianti primari di trattamento che, condizionando l accesso alla estrema via di emergenza dello smaltimento in discarica, sono da considerarsi, in caso di indisponibilità di una sezione del sistema impiantistico, come elemento di garanzia della certezza della gestione. Tale funzione non contraddice il carattere residuale dello smaltimento in discarica, stante che i quantitativi di rifiuto aggiuntivi da smaltire in discarica rispetto ai normali flussi per esigenze straordinarie di smaltimento sono comunque minimi su base annua. Gli impianti di selezione e compostaggio (ovvero di stabilizzazione aerobica della frazione organica) strutturalmente garantiscono maggiore flessibilità al sistema impiantistico rispetto agli impianti di termoutilizzazione per i seguenti motivi: - minore intensità di investimento (basso rapporto investimento/potenzialità); - possibilità di incrementare facilmente i quantitativi trattati (sia utilizzando al massimo gli spazi lasciati dal fatto che un impianto di selezione normalmente ha turni di lavoro strutturati su cicli inferiori alle 24h/giorno, sia ampliando le aree a disposizione degli impianti con piccoli investimenti). Gli impianti di termoutilizzazione, per gli alti costi di investimento ed in quanto operano comunque a ciclo continuo, hanno invece una minore attitudine ad aumentare la loro capacità di trattamento specie di fronte ad un incremento non programmato della richiesta di smaltimento, stante che la loro flessibilità, ove non si realizzino sezioni impiantistiche sovradimensionate con evidenti ricadute sul piano dei costi, risiede fondamentalmente nella programmazione delle fermate per manutenzione nei periodi di minore richiesta di trattamento. Il ricorso intensivo ad impianti di termoutilizzazione ha invece l effetto positivo di ridurre le necessità di discarica (specie in termini di volume) e di massimizzare il recupero di risorse dai rifiuti. Come già detto spetterà alla Comunità di Ambito, all atto della stesura del piano industriale, definire e dettagliare le scelte impiantistiche più opportune per il perseguimento delle modalità di gestione dei rifiuti previste dal presente piano e dalla normativa nazionale e regionale. PAG. 60 PIANO PROVINCIALE DI GESTIONE DEI RIFIUTI URBANI E ASSIMILATI ATO N 6

11 Tenuto conto della scala di priorità nelle forme di gestione dei rifiuti derivanti dal DLgs 22/1997 e dalla LR 25/98 si ritiene che al livello di elaborazione e di dettaglio di cui al presente piano il ciclo ottimale di gestione dei rifiuti debba basarsi: sul riciclaggio dei rifiuti tramite la raccolta differenziata della frazione secca; sul recupero di materie prime tamite il compostaggio di qualità della frazione organica da raccolta differenziata e di quote minoritarie dei fanghi di depurazione; sul riciclaggio dei metalli ferrosi e non ferrosi tramite selezione dei rifiuti a valle della raccolta; sul recupero di materie prime tramite compostaggio o biostabilizzazione della frazione organica selezionata a valle della raccolta; sul recupero di energia tramite termoutilizzazione: della frazione combustibile dei rifiuti, di parte della frazione organica presente nei rifiuti, previa eventuale bioessiccazione, della parte maggioritaria dei fanghi di depurazione, previo essiccamento meccanico e termico; di quote di rifiuti speciali combustibili, intercettabili dal sistema pubblico di smaltimento. Il sistema impiantistico ad esso correlato dovrà prevedere: Linee di compostaggio per il complesso delle necessità di recupero presenti nell ATO 6. Tali linee potranno essere presenti in impianti finalizzati al compostaggio di qualità o costituire sezioni impiantistiche di impianti di selezione e compostaggio, in maniera da potere essere destinati, in funzione della ottimizzazione del ciclo di gestione dei rifiuti, al compostaggio di qualità, al compostaggio di frazione organica selezionata a valle della raccolta, alla biostabilizzazione di frazione organica selezionata a valle della raccolta per gli utilizzi di cui al paragrafo dello stralcio di piano regionale fra cui in particolare per la ricopertura e rinaturalizzazione di discariche e la rinaturalizzazione di aree bonificate. Linee di selezione dei rifiuti indifferenziati o di particolari frazioni dei rifiuti. Tali linee potranno costituire: sezioni impiantistiche di trattamento dei rifiuti, finalizzate alla separazione della frazione organica, al recupero dei metalli ferrosi e non ferrosi, alla produzione di sovvallo combustibile overo di CDR/RDF; sezioni di pretrattamento dei rifiuti, situate preferibilmente in adiacenza alle linee di termoutilizzazione, finalizzate alla separazione per l invio a discarica della frazione fine, al recupero dei metalli ferrosi e non ferrosi, alla omogeneizzazione e triturazione del rifiuto preliminare alla sua termoutilizzazione; Linee di essiccamento meccanico, termico e/o biologico dei fanghi di depurazione, preliminare alla sua termoutilizzazione. Linee di termoutilizzazione con recupero di energia e di calore. Tali linee dovranno essere dotate di sistemi di alimentazione adeguati al fine di potere avviare alla termoutilizzazione le varie tipologie di frazioni combustibili (sovvallo combustibile trattato, CDR/RDF, fanghi di depurazione essiccati, rifiuti speciali combustibili. disponibilità di adeguate strutture di supporto alla raccolta differenziata ed alle attività di recupero, nonché di trattamento per flussi specifici di rifiuti quali i rifiuti da spazzamento; disponibilità di volumi di discarica per le quote residuali di rifiuti trattati da avviare a tale forma di smaltimento per almeno 10 anni; disponibilità di una capacità di trattamento dei rifiuti inerti, di cui al punto dello stralcio di piano regionale, tramite impianti di tattamento, selezione e valorizzazione, sufficiente a coprire la prevedibile produzione (preferibilmente tramite più impianti distribuiti sul territorio); disponibilità di impianti di discarica per i rifiuti inerti, preferibilmente in ogni area di raccolta, che garantiscano, oltre allo smaltimento della quota di rifiuti inerti non recuperati, la collocazione dei quantitativi di materiali contenenti amianto classificati come non pericolosi, prodotti all interno dell ATO. La tabella 19 riassume il dimensionamento del sistema impiantistico dell ATO 6 nella situazione a regime all anno 2007, per le principali tipologie impiantistiche, redatto secondo i criteri ed i presupposti suddetti. La tabella tiene conto dei flussi previsti dagli accordi tra A.T.O. di cui al precedente paragrafo 8.2. Tali accordi comportano una riduzione della necessità impiantistica per quanto concerne la selezione ed il compostaggio ed un incremento per quanto concerne la termoutilizzazione. PIANO PROVINCIALE DI GESTIONE DEI RIFIUTI URBANI E ASSIMILATI ATO N 6 PAG. 61

12 Tabella 19 DIMENSIONAMENTO DEL SISTEMA IMPIANTISTICO DELL'ATO 6 ALL'ANNO 2007 Necessità ottimale di smaltimento delle varie frazioni media (t/g) max. (t/g) Annua (KT/anno) RSU Indifferenziato (spazzamento escluso) rifiuti combustibili di ritorno da ATO Frazione organica da RD Spazzamento Fanghi di depurazione Altri rifiuti speciali TOTALI Gettito Totale da R.D tipologia d'impianto media (t/g) max. (t/g) Annua (KT/anno) Impianti di Selezione Impianti di trattamento aerobico della frazione organica e/o bioessiccamento [1] [2] Impianti di Termoutilizzazione [4] Accordi con altri ATO [3] Discarica Discarica (% su rsu prodotti) 17,0% [1] Sono inclusi sia gli impianti di compostaggio di qualità che quelli necessari al trattamento della F.O. e dei Fanghi di depurazione per la produzione di F.O.S. oppure di Bioessiccato o Fanghi essiccati. [2] Si considera un contenuto d'organico ricuperabile pari al 21% in peso dei rifiuti avviati alla selezione. [3] Trattasi dei rifiuti che verranno inviati a trattamento nell' ATO 5 per quanto riguarda Lastra a Signa e nell'ato ATO 7 in relazione all'accordo Valdarnese. [4] La maggiorazione del 15% per il dimensionamento impiantistico non è applicata al flusso dei rifiuti provenienti dall accordo con l ATO 7 (arezzo). Il sistema degli impianti di smaltimento nella situazione a regime dovrà essere caratterizzato dalla massima affidabilità e flessibilità. La presenza di linee di pretrattamento presso almeno parte delle linee di termoutilizzazione ed il dimensionamento degli impianti di selezione permetterà di coprire le necessità di smaltimento della produzione di punta degli RSU indifferenziati. Questo fatto assicurerà la capacità di smaltimento del sistema anche nel caso di fermo impianto per una o più linee di termoutilizzazione o di selezione. Le potenzialità indicate per gli impianti di compostaggio, essendo sensibilmente superiori alle necessità previste dal piano per il compostaggio di qualità, permetteranno di gestire con flessibilità il sistema ed in particolare: di potenziare la raccolta differenziata della frazione organica in modo da conseguire gli obbiettivi fissati dal piano, fino al valore guida per l anno 2007, costituito dal 50% della produzione di rifiuto; di destinare, in funzione della richiesta del prodotto, quote diverse di rifiuto alla selezione con separazione della frazione organica per la produzione di compost grigio o di frazione organica stabilizzata; di effettuare il bioessiccamento di quote della frazione organica selezionata a valle della raccolta in funzione di un successivo utilizzo come frazione combustibile ad elevato potere calorifico. Previa disidratazione una quota maggioritaria dei fanghi di depurazione potrà essere avviata a termoutilizzazione, stante la difficoltà a compostare grandi quantitativi di tale tipologia di rifiuti ed il potere calorifico superiore dei fanghi che si originano dalla depurazione delle acque reflue urbane. La termoutilizzazione dei fanghi di depurazione può risultare interessante anche sotto l aspetto economico in specie nel caso che sia possibile il loro essiccamento nell ambito di un utilizzo plurimo del calore. PAG. 62 PIANO PROVINCIALE DI GESTIONE DEI RIFIUTI URBANI E ASSIMILATI ATO N 6

13 Il dimensionamento degli impianti di termoutilizzazione è da intendersi come indicativo per quanto concerne la potenzialità espressa in t/g. A seconda delle soluzioni impiantistiche ed in particolare del tipo di pretrattamento del combustibile viene infatti a variare fortemente il potere calorifico del combustibile. Si ritiene, come già detto, necessario che le linee impiantistiche siano in grado di trattare un ampio spettro di rifiuti combustibili, dal rifiuto indifferenziato che ha subito solo un limitato pretrattamento, al sovvallo combustibile, a varie tipologie di rifiuti speciali combustibili e di fanghi di depurazione. In ogni caso, al fine di garantire la sostenibilità del quadro economico, dovrà essere evitato che le linee di termoutilizzazione di nuova costruzione necessitino di RDF essiccato e pellettizzato (operazioni ad alto costo specialmente energetico) e garantita l affidabilità degli impianti tramite la scelta di tecnologie sperimentate. Nella quota di rifiuto da avviare a discarica risulterà prevalente il contributo di scorie e ceneri inertizzate dalla termoutilizzazione, frazioni caratterizzate da una più elevata densità ed una minore pericolosità ambientale. Non è poi da escludere la possibilità che parte delle scorie e ceneri possa essere avviata a forme di recupero. Sono state infatti effettuate varie sperimentazioni per il ritulizzo delle scorie e delle ceneri degli impianti di termoutilizzazione, fra cui il riutilizzo delle scorie come inerti (in atto in molte realtà di altri paesi) o per la produzione di fritte o materiali vetrosi. Nella progettazione delle nuove linee di termoutilizzazione particolare attenzione dovrà essere data allo stato fisico e chimico finale delle scorie e delle ceneri, di modo da favorire il loro riutilizzo. Pur se nel presente piano si presuppone in via cautelativa che tutte le scorie e le ceneri dalle linee di termoutilizzazione vengano smaltite in discarica, è in reatà assai probabile che una parte almeno di tali quantitativi possa essere riutilizzata. Tutto questo porterà a limitare l occupazione di volume in discarica ) Distribuzione sul territorio La distribuzione territoriale della produzione di rifiuto riportata nella tabella 20 è indicativa per quanto concerne l ottimizzazione della distribuzione sul territorio degli impianti di smaltimento primari e quindi principalmente degli impianti di selezione. Tabella n 20 Ripartizione della produzione di rifiuto fra le aree di raccolta all'anno 1999 (rifiuto = RSU+RD) produzione di rifiuto area di raccolta t/anno % Alto Mugello ,2% Mugello ,3% Alto Valdarno Fiorentino e Val di Sieve ,8% Piana Fiorentina ,5% Fiesole e Chianti ,8% Lastra a Signa ,3% Totale ,0% L area di raccolta Fiesole e Chianti e l area di raccolta Piana Fiorentina rappresentano lo 82,3% della produzione di rifiuto per quanto concerne RSU ed RSAU ed una situazione simile riguarda anche i fanghi di depurazione. In tali aree di raccolta devono pertanto essere presenti impianti primari di adeguata potenzialità, in modo da ottimizzare il trasporto dei rifiuti dopo la raccolta riducendo il momento di trasporto ed evitando per quanto possibile la necessità di fare transitare i rifiuti da stazioni di trasferimento. L area di raccolta Alto Mugello afferisce per lo smaltimento ad un sistema integrato interregionale (con la Regione Emilia Romagna), che fa comunque perno sull impianto di discarica Il Pago in Comune di Firenzuola. L area di raccolta Lastra a Signa afferisce per lo smaltimento al sistema impiantistico dell ATO 5 ed in particolare all impianto di selezione e compostaggio (con annesso impianto di discarica) di Borro Sartori in Comune di Montespertoli. PIANO PROVINCIALE DI GESTIONE DEI RIFIUTI URBANI E ASSIMILATI ATO N 6 PAG. 63

14 Le residue aree di raccolta ( Mugello e Valdisieve e Alto Valdarno Fiorentino ) vedono una produzione di rifiuto complessivamente ridotta, pari al 14,1% ed una ampia dispersione territoriale dei centri urbani. In tale situazione risulterebbero aperte varie possibilità, dalla previsione di un ulteriore polo di smaltimento all accesso ad uno dei due poli di smaltimento suddetti, previo utilizzo di una o più stazioni di trasferimento. Nei fatti per l area di raccolta Valdisieve e Alto Valdarno Fiorentino la soluzione è indicata per i rifiuti indifferenziati dall accordo con la Provincia di Arezzo, relativamente alle sinergie fra gli ATO n. 6 e 7, mentre l area di raccolta Mugello afferisce sia agli impianti dell ATO 6 che a quelli dell ATO 7, essendo essa stessa sede di impianti sia di discarica che di compostaggio di qualità. Per quanto concerne gli impianti secondari il fattore di vicinanza e di baricentricità risulta di minore importanza, in quanto siamo comunque in presenza di flussi di rifiuto derivanti dal trattamento ed è possibile scegliere idonee modalità di trasporto. Nel caso particolare degli impianti di discarica il giudizio positivo che viene normalmente associato ai siti che abbiano una significativa distanza dai centri abitati rende difficile localizzare nuovi impianti di discarica in vicinanza di impianti primari collocati in posizione baricentrica. Costituisce in ogni caso soluzione ottimale la disponibilità di una filiera impiantistica per quanto possibile completa in posizione baricentrica rispetto alla produzione di rifiuto. Limitatamente agli impianti di compostaggio e specialmente per gli impianti di compostaggio di qualità, lo stralcio di piano regionale approvato con la DCR 88/1998 ha inserito fra i fattori preferenziali ai fini della ricerca di nuove localizzazioni la destinazione agricola dell area e la vicinanza agli utilizzatori finali. Tale criterio appare condivisibile limitatamente ai casi in cui la realizzazione dell impianto in area agricola sia funzionale ad un effettiva integrazione fra l impianto di compostaggio e gli utilizzatori finali. Questa condizione sembra ricorrere nei casi in cui l impianto vada ad integrarsi, anche tramite specifiche forme di realizzazione e gestione, con aziende agricole di elevata dimensione o con strutture associate di produttori agricoli o ancora con imprese che producano ammendanti conformi alla normativa in materia o altri prodotti che permettano la valorizzazione del compost. 8.4) CONFERMA E POTENZIAMENTO DEGLI IMPIANTI ESISTENTI E PREVISTI Con propria delibera n 1085 del la Giunta Regionale Toscana ha effettuato la pronuncia di conformità prevista dall art.31 comma 2 della LR 25/1998. Risulta pertanto possibile, in accordo con quanto previsto dall art.31 della LR 25/1998 sopracitata, non soltanto mantenere e potenziare gli impianti esistenti ove funzionali al ciclo integrato previsto dal presente piano, ma continuare le attività in corso per la realizzazione degli impianti previsti dal piano regionale vigente. Si ricorda che il prioritario impiego degli impianti esistenti, con le ristrutturazioni necessarie a garantire il conseguimento degli standard ambientali previsti relativamente sia ai sottoprodotti generati (siano essi compost o energia) che alle emissioni ed altri impatti ambientali è previsto al punto 1.3 dello stralcio di piano regionale. Come previsto dalla deliberazione della Giunta Provinciale n 374/1998, nell ambito del presente piano e prima di valutare gli effetti sul sistema impiantistico relativi alla possibilità di conferma e potenziamento degli impianti esistenti, è opportuna una verifica, alla luce dei criteri ispiratori del presente piano, dell attualità degli impianti esistenti e previsti dal piano regionale vigente. La tabella 21 elenca gli impianti esistenti e gli impianti previsti e localizzati dal piano regionale vigente, approvato con deliberazione n 369 del del Consiglio Regionale Toscano, la figura 9 riporta la posizione dei singoli impianti all interno del territorio dell ATO 6, nonché la produzione totale di rifiuto per Comune. Per gli impianti di discarica la capacità residua si intende riferita al PAG. 64 PIANO PROVINCIALE DI GESTIONE DEI RIFIUTI URBANI E ASSIMILATI ATO N 6

15 Tabella n 21 IMPIANTI ESISTENTI NOTE Discarica Case Passerini in Comune di Sesto in esercizio 3 vasca con capacità residua di Fiorentino e di Campi Bisenzio mc; previsto ampliamento capacità complessiva di mc. Discarica in loc. Palastreto in Comune di Sesto in attività, proprietà Produrre Pulito S.r.l. - capacità Fiorentino residua mc, residua globale mc Discarica in loc. Vigiano in Comune di Borgo S. capacità residua trascurabile, previsto ampliamento Lorenzo di mc Discarica in loc. Pianvallico in Comune di Scarperia In chiusura Discarica in loc. Il Pago in Comune di Firenzuola Capacità residua mc; previsto ampliamento Impianto di trattamento termico in loc. Testi nel eventuale potenziamento fino a potenzialità di 270 t/g, Comune di Greve in Chianti in relazione alle decisioni relative agli impianti Area di raccolta e trattamento di RSU ed impianto di trattamento e recupero per le frazioni di RSU provenienti da raccolta differenziata in località S. Donnino-Firenze Impianto di stoccaggio, trattamento e recupero in loc. Le Sibille S. Casciano V. P. Impianto di termodistruzione in loc. Selvapiana in Comune di Rufina Impianto di stoccaggio, trattamento e recupero in loc. Case Passerini - Sesto Fiorentino Discarica nell area mineraria ENEL in Comune di Figline Valdarno Discarica in loc. Toiano in Comune di Vicchio Impianto di compostaggio di qualità in Comune di S. Casciano, loc. Ponterotto complessivi di termovalorizzazione nell'ato n 6 A supporto del sistema di R.D. Prevista dismissione dopo avvio impianto di termoutilizzazione della Piana e ristrutturazione impianto di Case Passerini In corso di realizzazione primo stralcio del progetto di ristrutturazione in attività previsto potenziamento dell impianto di almeno Kcal/h e realizzazione recupero energetico in attività con ridotta potenzialità previsti interventi di ottimizzazione Prevista progettazione dopo anno 2010 previo verifica da effettuarsi nell ambito del Piano Industriale sulla priorità di progettazione degli impianti di discarica previsti e avviando tempestivamente le procedure di acquisizione dell area Prevista progettazione dopo andata a regime del presente Piano Localizzato sulla base della procedura di cui all art. 27 del DLgs 22/1997, come previsto dal piano regionale vigente L esame della mappa permette di rilevare come i siti di Case Passerini e di Le Sibille siano collocati in vicinanza ed in posizione baricentrica rispetto alla produzione di rifiuto delle aree di raccolta Fiesole e Chianti e Piana Fiorentina. Tali siti appaiono particolarmente favorevoli per la gestione di impianti di trattamento primari e pertanto vengono confermati quali principali impianti primari dell ATO n. 6. Le scelte del presente piano, in merito alla organizzazione ed integrazione del ciclo di gestione dei rifiuti, comportano però a regime un ruolo più limitato degli impianti primari, stante che considerevoli flussi di rifiuti trattati potranno essere avviati alla termoutilizzazione anche con limitati pretrattamenti. Per lo stretto legame tra gli impianti di selezione e quelli di termovalorizzazione, nella fase a regime del sistema integrato, potrebbe rivelarsi più funzionale una loro integrazione nei medesimi siti in cui avviene la termovalorizzazione. Tale opportunità potrà valutarsi sia in sede di redazione del piano industriale che in sede di progettazione degli impianti e ciò, in funzione sia delle problematiche impiantistiche (diponibilità di aree sufficienti) che degli obiettivi di ottimizzazione del momento di trasporto dei rifiuti ed altri eventuali fattori che influenzino tale scelta sia dal punto di vista della migliore sostenibilità ambientale che da quello economico. Gli impianti primari garantiranno in ogni caso la flessibilità e l affidabilità del sistema coprendo le situazioni di fermo impianto, le punte di produzione, permettendo di attivare ulteriori recuperi di materia (preferenziali nella filosofia del piano rispetto ai recuperi di energia) in tutti i casi in cui l evoluzione tecnologica o del mercato lo renda economicamente ed ambientalmente vantaggioso. Nel caso delle linee di compostaggio dell impianto di Case Passerini all eventuale riduzione nell utilizzo per il compostaggio, la biostabilizzazione o il bioessiccamento della frazione organica separata a valle della raccolta corrisponderà un incremento dell utilizzo per il compostaggio di qualità, funzionale al raggiungimento degli elevati valori di raccolta differenziata previsti quali valori minimi e valori guida per l anno PIANO PROVINCIALE DI GESTIONE DEI RIFIUTI URBANI E ASSIMILATI ATO N 6 PAG. 65

16 Il sito di Case Passerini vede presente, oltre all impianto di selezione e compostaggio, l impianto di discarica, per il quale è prevista la collocazione di impianto di riserva a partire dall andata a regime del Piano. E da segnalare la possibilità di sinergie che questo comporta, anche per il periodo successivo alla chiusura della discarica. Si pensi ai diversi utilizzi che possono essere previsti per il biogas prodotto dalla discarica od a tutta la quantità di FOS necessaria per il ripristino finale della discarica stessa. Il sito di Testi, dove è esistente l impianto di gassificazione e dove il piano regionale vigente prevede la realizzazione di ulteriori potenzialità di termoutilizzazione, appare collocato in modo non ottimale rispetto all'impianto di selezione di Case Passerini, che è strutturato per produrre combustibile idoneo all utilizzo nell esistente impianto di gassificazione. La sua vicinanza con il sito de Le Sibille fa invece sì che un sistema impiantistico costituito da un impianto di trattamento sito a Le Sibille ed idonee linee aggiuntive di termoutilizzazione a Testi verrebbe a godere di molti dei vantaggi di una filiera unitaria. Il sito è caratterizzato dalle sinergie fra il polo termico ed il cementificio Sacci, costituite dalla possibilità: - di avviare gas povero derivante dalla gassificazione del rifiuto alla combustione nel cementificio, - di utilizzare direttamente CDR nel forno del cementificio, quale attività di recupero soggetta a comunicazione di cui all art. 33 del DLgs 22/1997, - di miscelare nella materia prima per la produzione del cemento quote delle scorie o delle ceneri derivanti dal polo termico. Per contro l impianto di gassificazione ha mostrato dalla sua attivazione un rendimento ed una affidabilità ridotti e risulta non in linea con le caratteristiche dimensionali e di rendimento riportate dalla tabella II allegata allo stralcio di piano approvato con la DCR 88/98 ( di Kcal/h per h/anno. Il costo di smaltimento tramite gassificazione risulta al momento assai elevato. Per tali motivi il sito di Testi risulta ottimale per un potenziamento, realizzato tramite l utilizzo di tecnologie di combustione di sicura affidabilità, con l obiettivo di raggiungere il dimensionamento e l efficienza previsti dallo stralcio di piano regionale, garantire il rispetto dei limiti alle emissioni previsti dall allegato 1 al DM 503/97 e dalla tabella III allegata allo stralcio di piano regionale e massimizzare le sinergie con il cementificio. Il Polo di S. Donnino, previsto dal piano vigente quale area di raccolta e trasferimento di RSU ed impianto di trattamento e recupero per le frazioni di RSU provenienti da raccolta differenziata è ugualmente baricentrico per le due aree di raccolta, ma con accessi non ottimali per impianti caratterizzati da forti movimenti in ingresso ed in uscita. Il sito è quindi ottimale per impianti a servizio dei vari tipi di raccolta differenziata e per la valorizzazione dei materiali che è possibile avviare al recupero. In seguito alla realizzazione del nuovo polo termico della Piana, si prevede la dismissione del sito di San Donnino quale area di gestione dei rifiuti. In riva destra dell Arno saranno in ogni caso mantenuti due poli di trattamento dei rifiuti urbani e assimilati, attualmente rappresentati dal sito di San Donnino e da quello di Case Passerini e, in seguito alla realizzazione del nuovo impianto termico, da quelli di Case Passerini e di Osmannoro I siti di Toiano (Comune di Vicchio) e di Le Borra (Comune di Figline), previsti dal piano regionale vigente per la realizzazione di impianti di discarica, sono sufficienti a coprire le necessità di discarica dell ATO n 6 per almeno 10 anni, a partire dal momento della realizzazione del primo dei due impianti. Il piano industriale dovrà definire la priorità di progettazione e realizzazione dell uno o dell altro impianto. Il sito dove è esistente l inceneritore di Selvapiana, privo di recupero energetico, ma da considerarsi di nuova costruzione, stante il radicale rifacimento precedente alla sua riattivazione nell anno 1995, appare idoneo per un potenziamento dell impianto sufficiente ad ottimizzare i costi di gestione. Tale potenziamento tenderà a conseguire la massima capacità di trattamento compatibile con la situazione dell area, di modo da avvicinare per quanto possibile la taglia complessiva dell impianto ai valori minimi previsti dalla tabella II allegata allo stralcio di piano approvato con la DCR 88/98. Per quanto concerne gli impianti di discarica esistenti nel territorio dell ATO n 6, le aree attualmente utilizzate nei siti esistenti, anche se relativi a impianti di discarica realizzati prima dell entrata in vigore del DPR 915/82, sono state in tutti i casi oggetto di specifica progettazione, secondo l iter previsto dalla normativa, compresa la valutazione della compatibilità ambientale e territoriale degli interventi. PAG. 66 PIANO PROVINCIALE DI GESTIONE DEI RIFIUTI URBANI E ASSIMILATI ATO N 6

17 Nei siti di discarica di Case Passerini (Comune di Sesto Fiorentino), Vigiano (Comune di Borgo S. Lorenzo), Il Pago (Comune di Firenzuola) è risultato praticabile, in accordo con gli Enti Locali, procedere alla realizzazione di nuove volumetrie, ottimizzando l utilizzo delle aree e degli impianti esistenti, anche al fine di migliorarne l inserimento ambientale ad esempio con una definitiva sagomatura (nel caso di Case Passerini), o attraverso l adozione di soluzioni tecniche maggiormente affidabili (Vigiano) ed al fine di ridurre l incidenza dei costi di gestione nella fase di gestione post chiusura (Vigiano e Il Pago). Il potenziamento di questi tre impianti di discarica permetterà di dare soluzione alle problematiche di fase transitoria, che tendono ad aggravarsi mano a mano che slittando l approvazione del piano slitta anche di conseguenza la realizzazione di parte degli impianti previsti dal piano stesso. Potrà anche essere conseguita in tempi brevi un avanzata autosufficienza dell ATO. L impianto di maggiore rilevanza è costituito dalla discarica di Case Passerini. Trattandosi di una discarica di prima categoria che ha già ricevuto rilevanti quantitativi di rifiuti urbani tal quali e per cui è prevista la realizzazione di un impianto di recupero energetico del biogas risulta opportuno che anche nei volumi residui vengano conferiti rifiuti tal quali, a cui non sia stata tolta la frazione organica. In caso contrario verrebbe a ridursi la convenienza del recupero energetico, con diminuzione della produzione di biogas senza che questo comporti vantaggi ambientali, ma anzi con un possibile incremento delle criticità nella gestione dell impianto ) Impianti di trattamento e discariche per rifiuti inerti Nell ambito della Provincia di Firenze sono attualmente attive 53 aziende di cui 22 effettuano la sola attivita di messa in riserva di cui al punto 7.1 del D.M e 31 effettuano la completa attivita di recupero mediante macinazione, vagliatura, selezione granulometrica e separazione della frazione metallica e delle frazioni indesiderate. La potenzialità offerta da tali impianti, di cui si riporta l elenco completo in allegato 11, risulta sufficiente rispetto al fabbisogno dell ATO. Dalle comunicazioni di inizio attivita ai sensi dell art. 33 del D.lgs n. 22/97 non e possibile stimare l esatto quantitativo di rifiuti che tali impianti possono realmente assorbire, in quanto viene generalmente dichiarata la quantita massima corrispondente alla classe di attivita per la quale viene versato il diritto annuale di iscrizione secondo quanto previsto dal DM 350 del La potenzialità del sistema di impianti appare tale da permettere il trattamento della produzione dell ATO n. 6 per tale tipo di rifiuto, come risulta dai dati di produzione inerti riportati in tabella 9. La loro distribuzione sul territorio risulta soddisfacente e funzionale per buona parte del territorio provinciale ad evitare eccessivi percorsi per il conferimento dai punti di produzione. Il piano industriale dovrà verificare se vi sia necessità di realizzare impianti di trattamento in aree che ne siano sprovviste, valutando se eventuali nuovi impianti possano comunque essere realizzati e gestiti da privati o tramite società miste pubblico-privato. Nell ATO n. 6 sono attualmente presenti le seguenti discariche per inerti: Tabella n. 22 Gestore Localizzazione Potenzialità stimata residua al (mc) Eredi di Guido Carlini Via del Piano, 14 Lastra a Signa Ref-Dig Via della Nave a Settimo Scandicci Ref-Dig Via del Pellicino Scandicci Comune di Dicomano Loc. Celle Dicomano Nessuna delle discariche attualmente in esercizio è autorizzata al ricevimento di cemento amianto o altri rifiuti non pericolosi contenenti amianto. PIANO PROVINCIALE DI GESTIONE DEI RIFIUTI URBANI E ASSIMILATI ATO N 6 PAG. 67

18 8.5) NUOVI IMPIANTI Provincia di Firenze La necessità di nuovi impianti, fatta salva la ristrutturazione ed il potenziamento degli impianti esistenti e la realizzazione degli impianti previsti, è limitata alla realizzazione di un nuovo polo di termoutilizzazione (compreso l eventuale pretrattamento dei rifiuti indifferenziati e sezioni funzionali a flussi specifici di rifiuto, quali i fanghi di depurazione) ed alla realizzazione di almeno 3 impianti di compostaggio di qualità, essendo un ulteriore impianto già esistente, seppure da ottimizzare, presso il polo di smaltimento di Case Passerini. Sono da prevedersi altre sezioni impiantistiche per flussi di rifiuto ben identificati o per la valorizzazione di materiali derivanti da raccolta differenziata. Fra queste è bene evidenziare quantomeno le sezioni impiantistiche funzionali alle seguenti tipologie di rifiuto: - rifiuti da spazzamento ed in generale i rifiuti esterni; - rifiuti ingombranti; - beni durevoli ed in particolare gli elettrodomestici bruni. Per quest ultimo flusso, oggetto di ricerca ed elaborazione da parte del Consorzio Quadrifoglio e di finanziamento da parte della Regione Toscana, la sezione di trattamento è da dimensionarsi su un bacino sovraprovinciale, ma forse anche sovraregionale, mentre per altri flussi similari (ad esempio gli elettrodomestici bianchi) può essere previsto il conferimento ad impianti a bacino sovraprovinciale siti in altri ATO. Per quanto concerne il dimensionamento dei principali nuovi impianti il nuovo impianto di termoutilizzazione dovrà essere dimensionato a partire dalla taglia minima regionale (potenzialità termica superiore a di Kcal/h per h/anno), mentre gli impianti di compostaggio di qualità dovranno avere in media una potenzialità almeno pari alla potenzialità minima di t/anno prevista dallo stralcio di piano regionale. Singoli impianti di compostaggio di qualità potranno comunque essere realizzati anche di potenzialità inferiore, purché con rapporto costi/benefici favorevole. E questo il caso dell impianto di Ponterotto in Comune di S. Casciano Val di Pesa, di cui è già stato approvato il progetto, nell ambito dell attuazione del piano regionale vigente e dell impianto di Pratoni in Comune di Scandicci per le particolari condizioni ambientali dell area circostante. Risulta inoltre necessario, stante che trattasi di impianti di stoccaggio definitivo che hanno quindi una vita limitata dall esaurimento delle volumetrie, prevedere la realizzazione di ulteriori discariche per inerti, preferibilmente distribuite sul territorio in modo da ridurre la distanza dai centri di produzione di tale tipo di rifiuto. All atto della progettazione di tali impianti dovrà verificarsi l opportunità di prevedere la realizzazione, in adiacenza al sito di discarica di un impianto di trattamento. In fase progettuale dovrà valutarsi la possibilità, in funzione delle caratteristiche morfologiche, del piano di coltivazione e risanamento e dell utilizzo finale previsto per i suoli dopo il risanamento, di destinare una porzione di discarica allo smaltimento di rifiuti non pericolosi contenenti amianto. In ogni momento nel territorio dell ATO n. 6 dovrà essere attiva almeno una discarica per inerti autorizzata allo smaltimento di tale tipologia di rifiuto. In considerazione che è possibile ed auspicabile lo smaltimento di cemento amianto o di altri simili rifiuti in una sezione dedicata di discarica per inerti, mentre lo smaltimento abusivo degli stessi rifiuti comporta rilevanti rischi sanitari, il piano si pone l obiettivo di realizzare sezioni dedicate allo smaltimento di rifiuti inerti non pericolosi contenenti amianto in tutte le situazioni in cui questo sia possibile. Pertanto due nuovi impianti di discarica per inerti previsti dal presente piano sono da considerare comprensivi di una sezione dedicata allo smaltimento di cemento amianto, salvo i casi in cui a livello di progettazione tale possibilità appaia da escludere. In sede di redazione del piano industriale da parte della Comunità di Ambito potrà essere verificato se limitare il numero di impianti da destinare allo smaltimento di rifiuti non pericolosi contenenti amianto. La realizzazione e gestione di discariche per inerti non è soggetta a privativa, in quanto trattasi di rifiuti speciali. In via normale saranno quindi soggetti privati, nell ambito della loro attività imprenditoriale, a realizzare questo tipo di impianti. La Comunità di Ambito dovrà però garantire, come già detto, anche tramite la realizzazione di un impianto di discarica per inerti di iniziativa e proprietà pubblica, nel caso di carenza di impianti privati, che nell ATO sia attiva almeno una discarica per inerti a cui destinare il cemento amianto che per le sue caratteristiche non rientri nella classificazione di rifiuto pericoloso, come espressamente previsto al punto dello stralcio di piano regionale approvato con deliberazione n. 88/1998 del Consiglio Regionale Toscano. PAG. 68 PIANO PROVINCIALE DI GESTIONE DEI RIFIUTI URBANI E ASSIMILATI ATO N 6

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