UIL Camera Sindacale Provinciale Cesena
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- Flavio Carlini
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1 UIL Camera Sindacale Provinciale Cesena Via Natale Dell Amore 42\a Cesena - tel. 0547\ fax 0547\ e.mail cspcesena@uil.it Nell introdurre i lavori di questa importante iniziativa, mi sia consentito una breve considerazione. Nella nostra Costituzione si proclama l Italia una Repubblica democratica, che riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell uomo, sia come singolo, sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità. Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale. La Repubblica riconosce il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto. La repubblica riconosce i diritti della famiglia. La Repubblica agevola con misure economiche e altre provvidenze la formazione della famiglia e l adempimento dei compiti relativi. Questi alcuni stralci di quanto i padri nobili della nostra Repubblica, hanno voluto con sapienza affermare, per realizzare, come citato nel primo articolo della nostra Costituzione, una Repubblica democratica la cui sovranità appartiene al popolo. Il nostro ruolo ci pone drammaticamente davanti ad una situazione reale diversa, nella quale la dignità sociale che la Costituzione sancisce è spesso fortemente compromessa. Quando non esiste il lavoro per troppi cittadini, o quando non esiste un lavoro in regola, quando non esiste una retribuzione od una pensione sufficiente ad assicurare a sé ed alla famiglia un esistenza libera e dignitosa, si compromettono i fondamenti della nostra Repubblica. In questo contesto si inserisce il tema delle politiche abitative. Un ambito che non si esaurisce con un richiamo al problema casa, ma che si inserisce pienamente in quelle tematiche fondanti il diritto alla dignità sociale dei cittadini e delle famiglie.
2 UIL CSP Cesena 2 Per questo motivo le nostre Organizzazioni Sindacali hanno promosso una petizione popolare, per sensibilizzare l opinione pubblica su di un problema sociale drammatico, per sensibilizzare la società civile sulle proposte che abbiamo unitariamente presentato. Abbiamo il compito e il dovere di lavorare per la riuscita di questa iniziativa, avviando con forte motivazione ideale una campagna di raccolte firme con un obiettivo di 1 milione di firme, una meta certamente ambiziosa ma nello stesso tempo data la portata e la diffusione del problema casa, obiettivo assolutamente fattibile e alla nostra portata. D altra parte questo fine ci consentirà si stimolare quegli interlocutori Istituzionali, oggi troppo distaccati e poco sensibili a questo problema. Abbiamo il compito di fare sentire attraverso la raccolta di firme che abbiamo intrapreso, tutto il peso e la pressione che le organizzazioni sindacali e la società civile possono esercitare, affinché nel nostro Paese vengano individuate soluzioni idonee, concrete, efficaci e stabili. Con questo spirito mi accingo a enunciare le riflessioni e i capisaldi della proposta che CGIL, CISL, UIL e i rispettivi sindacati inquilini SUNIA, SICET e UNIAT, hanno elaborato per il rilancio di una concertata ed efficace politica abitativa. Il mercato abitativo in Italia, caratterizzato dal forte prevalere della casa in proprietà, ha raggiunto ormai livelli insostenibili per le famiglie con reddito medio e medio basso, che intendono acquistare il bene casa. Nello stesso tempo i prezzi dell affitto hanno raggiunto livelli che, nelle grandi Città, sono addirittura pari o superiori al reddito familiare delle fasce deboli. Per questo è in atto una grave emergenza sfratti per morosità. Ma più in generale sono evidenti situazioni di disagio abitativo generalizzate, che colpiscono un ampia platea sociale composta di anziani, giovani, famiglie monoreddito o monogenitore, single e immigrati.
3 UIL CSP Cesena 3 In tali situazione non esistono oggi le condizioni reddituali minime per la casa come bene di investimento, ma al contrario si pone la necessità vitale di un alloggio come bene d uso. Una situazione difficile determinatasi a causa di un contesto che vede contemporaneamente la forte crisi del potere d acquisto di retribuzioni e pensioni, aggravato dall affermarsi del carattere speculativo dell unico investimento oggi redditizio, l investimento immobiliare. Questa situazione concorre a tenere alti i prezzi e i canoni degli alloggi. Per questi motivi, abbiamo contestato metodo e contenuto di un processo di dismissione del patrimonio pubblico, che con l obiettivo finale di fare esclusivamente cassa, al di fuori di qualsiasi relazione con le esigenze di politica abitativa, sta nei fatti erodendo proprio quella parte di abitazioni che fino ad oggi avevano contribuito a calmierare il mercato stesso. Questa scelta dimostra ancora una volta la nostra necessità di intervenire con grande forza persuasiva, per modificare impostazioni di politica economica e sociale, svincolate, insensibili e sorde alle emergenze sociali in generale e in particolare a quel diritto sociale primario costituito dal bene casa. Le Regioni, alle quali in base alla riforma del titolo quinto della Costituzione spetta la competenza primaria in materia di politica della casa, ma soprattutto il Governo, che nel passaggio di questa delega non ha previsto un idoneo meccanismo di trasferimento anche delle risorse necessarie, sono chiamati a ripensare profondamente al sistema di regole che governano il mercato dell'affitto, definendo un quadro di standard minimi a livello nazionale. Le proposte del sindacato costituiscono una base di lavoro ragionata. Su queste richieste attendiamo dai nostri interlocutori istituzionali, segnali significativi, risposte concrete ed urgenti.
4 UIL CSP Cesena 4 Abbiamo chiesto di rilanciare l'edilizia a canone sociale, perché il progressivo ridimensionamento in questi anni di abitazioni ERP, oltre come già ricordato delimitare quel ruolo di calmierante dei valori delle locazioni, ha impoverito la disponibilità di alloggi. Se tale situazione determina per i redditi medio alti una comunque difficile spinta per la proprietà è evidente che per le fasce sociali deboli si determina uno scenario di esclusione abitativa e conseguentemente di maggiori interventi assistenziali. Per questo sosteniamo la necessità di garantire in via definitiva e per questo fine la destinazione annua, attraverso la compartecipazione di Stato e Regioni, di 1 miliardo di euro, che corrispondono al flusso annuo di risorse dell ex Gescal. Tali risorse consentirebbero un adeguato sviluppo del patrimonio dell ERP, condizione essenziale per il riequilibrio generalizzato dei canoni ad un livello più sopportabile e per una maggiore disponibilità di alloggi a canoni agevolati. Abbiamo chiesto di puntare allo sviluppo di un progetto per l edilizia agevolata in locazione permanente, sul modello promosso sperimentalmente con la legge 21 del 2001 sul disagio abitativo. Ad oggi registriamo purtroppo che il lungo percorso causato dalle difficoltà nell iter dei decreti attuativi, ha determinato ritardi nella esigibilità delle risorse disponibili pari a circa 980 milioni di euro, disponibilità che attraverso la partecipazione degli Enti Locali, delle Regioni e dei privati dovrà raddoppiare. Ricordo brevemente le finalità di tali investimenti. Il primo programma relativo a " abitazioni in affitto", utilizza metà dei fondi disponibili e mira alla realizzazione ed al recupero di alloggi da concedere in locazione a canone convenzionato. Il secondo programma "alloggi in affitto per gli anziani del 2000" punta a realizzare un piano di edilizia residenziale per anziani con affitti agevolati permanenti.
5 UIL CSP Cesena 5 L'ultimo programma riguarda la riqualificazione di quartieri periferici o comunque degradati di comuni e città dove è più forte il disagio abitativo. Poiché il programma è destinato a produrre un incremento dell'offerta da destinare permanentemente alla locazione a canone convenzionato, anche se non rappresenta una risposta risolutiva è un opportunità da cogliere accelerandone i tempi di realizzazione. La programmazione degli interventi dovrà essere fatto dalle Regioni, proprio perché è necessario individuare un offerta abitativa che, per tipologia e costi, sia in grado di rapportarsi a situazioni di reddito differenziate e ad una domanda che si presenta, molto articolata e differenziata da Regione a Regione. Tuttavia per rendere più efficace tale intervento, le Regioni potranno trovare sinergie attraverso la partecipazione di tutti i soggetti interessati, in grado di offrire risorse, capacità tecnica di costruzione e\o di recupero, esperienze in attività di gestione, anche attraverso appositi consorzi. Nella produzione e gestione di questa attività immobiliare a rendimento va riconosciuta la possibilità di concorrere anche a ERP, prevedendo che le risorse ricavate siano utilizzate nella manutenzione e nella valorizzazione del patrimonio pubblico. A tale fine ed anche in termini più generali, è necessario andare al riordino della materia relativa ai costi di costruzione per l intero settore dell edilizia abitativa, attualmente regolata a livello comunale senza parametri comuni di riferimento. L insieme dei contributi e delle agevolazioni dovranno coprire il 40 50% dell intervento relativo ai costi reali permettendo in questo modo, di praticare livelli di canoni e di futuro eventuale acquisto a condizioni accessibili alle famigli con reddito medio e medio basso. Abbiamo chiesto di modificare la legge 431/'98. Infatti tale Legge nota come riforma degli affitti, vede ad oggi un utilizzo residuale di quel canale concordato che, anche grazie agli
6 UIL CSP Cesena 6 incentivi fiscali, avrebbe dovuto rendere disponibili abitazioni ad un canone agevolato. Al contrario la liberalizzazione consentita con il canale libero ha prodotto una lievitazione esasperata dei canoni. Infine il fenomeno dell evasione fiscale, per la tendenza dei proprietari a non registrare i contratti o a registrare solo una parte dell affitto percepito, rimane irrisolto. Proponiamo quindi di eliminare il "canale libero", ad eccezione delle abitazioni di pregio e di portare l'intero settore della locazione al "canale concordato", potenziando a tal fine le agevolazioni fiscali già previste e azzerando automaticamente l aliquota ICI. Abbiamo chiesto di portare ad almeno 500 milioni di euro annui, il fondo di sostegno all'affitto. Il fondo potrebbe così diventare uno strumento efficace di welfare nel mercato dell affitto, per tutte le famiglie a basso reddito, consentendo agli Enti Locali di intervenire nelle situazioni di disagio abitativo, contribuendo cioè a corrispondere una parte del canone nelle situazioni reddituali più bisognose, garantendo così a fronte di una carente offerta di alloggi a canoni socialmente sostenibili, una forma di sostegno che agisca efficacemente anche nel mercato privato. Abbiamo chiesto di rilanciare il mercato dell'affitto dando priorità alla ristrutturazione e manutenzione nella città di strutture già esistenti, attraverso specifiche nuove risorse per la realizzazione dei piani di recupero e di riqualificazione urbana, rifinanziando l'esperienza positiva dei contratti di quartiere; Abbiamo chiesto di modificare la legge 410 del 2001 (vendita alloggi Enti Previdenziali pubblici tramite scip 1 e scip 2) e per le ragioni già enunciate in premessa, di estendere a tutti i conduttori la possibilità di acquistare ai prezzi del 2001 e garantendo la permanenza in affitto ad anziani e famiglie a basso reddito, rivedendo infine i criteri per la individuazione degli immobili di pregio;
7 UIL CSP Cesena 7 Abbiamo chiesto vengano definiti appositi dispositivi sanzionatori per assicurare la stabilità alloggiativa, penalizzando fiscalmente le case sfitte e salvaguardando la legalità contrattuale e fiscale nel rapporto di locazione; Abbiamo chiesto siano stabiliti sistemi di regolazione delle procedure per l'esecuzione degli sfratti, attraverso una programmazione concertata, che preveda anche periodi di blocco ragionato, tenendo conto delle concrete possibilità delle famiglie sfrattate di trovare un nuovo alloggio. Questi in sintesi sono gli aspetti fondanti la nostra proposta, il dibattito di oggi ci consentirà di mettere a fuoco anche altri aspetti particolari comunque importanti. Purtroppo ancora oggi nella manovra finanziaria, registriamo una grave carenza di risposte significative sui problemi e sulle proposte da noi avanzate. Questo ci deve spingere ancora di più a sostenere queste proposte, continuando a chiedere ai lavoratori, ai pensionati e a tutti i cittadini, di sottoscrivere la nostra petizione popolare, allo scopo di mettere al centro del dibattito politico un problema sociale oggi sempre più drammatico, contribuendo a ridare centralità nel Paese ad un diritto di dignità sociale, al diritto all alloggio e chiamando per questo fine, il Governo ed il Parlamento ad assumere tutte le iniziative necessarie.
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