Relazione sull attività svolta dai Dipartimenti di Prevenzione delle ASL del Piemonte. Attività dei Servizi Veterinari (area A)

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1 Relazione sull attività svolta dai Dipartimenti di Prevenzione delle ASL del Piemonte Attività dei Servizi Veterinari (area A) 2011

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3 IL PATRIMONIO ZOOTECNICO I. Zootecnia nella Regione Piemonte. II. Bovini e bufalini. La razza piemontese. III. Suini, ovicaprini e le altre specie. I. Zootecnia nella Regione Piemonte. In Piemonte la zootecnia riveste un notevole rilievo economico e rappresenta uno dei settori di maggior rilevanza nel panorama italiano, in particolare nel settore dell allevamento bovino e suino. In ogni caso tutte le filiere produttive sono ben rappresentate. Il patrimonio zootecnico di bovini e suini rappresenta circa il 13% del patrimonio italiano, mentre il territorio e la popolazione regionale sono rispettivamente l 8,42% e il 7,32% di quello nazionale (cfr. tabelle 1 e 2). Suddivisi per ASL e per provincia, sono di seguito riportati i dati relativi alle singole specie di interesse zootecnico allevate sul territorio regionale; di seguito sono indicate, per ogni specie, la fonte dei dati: Bovini e bufalini: tabella 3 Banca Dati Regionale (BDR) dell anagrafe zootecnica; Suini: tabella 4 Censimenti annuali registrati nella Banca Dati Regionale dell anagrafe zootecnica; Ovini e caprini: tabella 5 Censimenti annuali registrati nella Banca Dati Regionale dell anagrafe zootecnica; Equidi: tabella 6 Banca Dati Nazionale (BDN) equidi; Conigli: tabella 7 registrazioni presenti in ARVET; Avicoli: tabelle 8 e 9 registrazioni presenti in ARVET; Api: tabella 10 denuncia possesso alveari, trasmesso da Settore Sviluppo Produzioni Zootecniche (anno 2010); Ittici: tabella 11 registrazioni presenti in ARVET. Le aziende, sede di allevamenti bovini, hanno subito negli anni una progressiva diminuzione. Negli ultimi 20 anni si sono praticamente dimezzate passando da a 15598, mentre il numero dei capi allevati si è ridotto del 17,8%, da a capi. TAB. 1 - POPOLAZIONE E SUPERFICIE ITALIA E REGIONE PIEMONTE - ANNO 2011 Popolazione Superficie Pianura Collina Montagna Abitanti % Kmq % % % % ITALIA PIEMONTE , , Dati ISTAT TAB. 2 - PATRIMONIO ZOOTECNICO ITALIA E REGIONE PIEMONTE al 31/12/2011 Bovini e bufalini Suini Ovicaprini ITALIA PIEMONTE % ITALIA PIEMONTE % ITALIA PIEMONTE % , , , , , , , , , , , , , , ,99

4 Numerose sono le cause che hanno portato alla diminuzione delle aziende e, in particolare possiamo considerare: la necessità di produrre prodotti qualitativamente certificati, sia per effetto delle politiche comunitarie sia per effetto del mercato, ha comportato l uscita dal mercato di molte aziende marginali e di piccole dimensioni; l impossibilità di allevare bovini in ambito urbano anche in paesi di piccole dimensioni tradizionalmente a vocazione agricola; le crisi ricorrenti del settore (BSE, quote latte ecc.) impongono una gestione di tipo manageriale che solo l azienda di una certa dimensione riesce a sopportare. Il numero di aziende in cui sono allevati suini ha subito rispetto al 2010 un decremento del 14,5% con il patrimonio zootecnico variato di poco: solo una leggera flessione da a capi. Ancora ben presenti le aziende da autoconsumo (ben 1210 aziende) con numero di capi variabili per azienda da 2 a 4, in questo caso i capi vengono allevati e ingrassati solo per un periodo dell anno (infatti, al 31/03/2011, 809 dei 1210 allevamenti risultano vuoti)e macellati per un uso familiare; non sono registrati gli allevamenti da autoconsumo con un solo capo. I dati sono riportati nelle tabelle 12, 13 e 14 e visualizzati nei grafici 1, 2 e Patrimonio suino capi suini allev. con almeno 2 capi Grafico 2 Popolazione suina dal 1991 al TAB SETTORE BOVINO Anno Patrimonio bovino Grafico 1 Popolazione bovina dal 1991 al TAB SETTORE SUINICOLO Anno

5 ASL Produzione bovini adulti Produzione bovini Produzione vitelli Totale TAB. 3 - ANAGRAFE ZOOTECNICA AL BOVINI E BUFALINI Produzione carne o mista Riproduzione bovini Produzione latte e altri Totale TOTALE BOVINI TAB. 4 - ANAGRAFE ZOOTECNICA AL SUINI B) Riproduzione TotaleA) + B) Ciclo aperto Ciclo chiuso TOTALE Autoconsumo ASL di cui con 0 capi A) Produzione TOTALE GENERALE autonconsumo aperte con zero capi BUFALINI TOTALE GENERALE TO TO TO TO VC BI NO VCO CN CN AT AL TOT TO VC BI NO VB CN AT AL Fonte dati: Banca Dati Regionale dell'anagrafe Bovina e Bufalina. TO TO TO TO VC BI NO VCO CN CN AT AL TOT TO VC BI NO VB CN AT AL Fonte dati: Censimenti annuali regiatrati nella Banca Dati dell'anagrafe Suina.

6 ASL Allevamenti ovini ANAGRAFE ZOOTENICA AL 31/12/2011 Allevamenti caprini TAB. 5 - Ovi-caprini TOTALE Allevamenti TOTALE AZIENDE ovi-caprine TO TO TO TO VC BI NO VCO CN CN AT AL TOT TO VC BI NO VB CN AT AL Fonte dati: censimenti annuali registrati nella Banca Dati Regionale con esclusione degli allevamenti con 0 capi Ovini Caprini Totale capi ASL TAB. 6 - EQUIDI - PATRIMONIO al 31/12/2011 Allevamenti Cavalli Allevamenti Asini Muli - Bardotti Allevamenti Allevamenti TOTALI EQUIDI TO TO TO TO VC BI NO VCO CN CN AT AL TOT TO VC BI NO VB CN AT AL Fonte dati: BDN (i capi sono quelli presenti in BDN al 30/06/2012 quando la BDN è stata aggiornata) TAB. 7 - CONIGLI - ANNO 2011 ASL TO TO TO TO VC BI NO VCO CN CN AT AL TOT TO VC BI NO VB CN AT AL Fonte dati: registrazioni presenti in ARVET TAB API - ANNO 2010 ASL ALVEARI Rapporto alveari/ azienda TO ,1 TO ,1 TO ,5 TO ,7 VC ,4 BI ,7 NO ,0 VCO ,0 CN ,7 CN ,3 AT ,6 AL ,9 TOT ,4 TO ,8 VC ,2 BI ,3 NO ,0 VB ,7 CN ,2 AT ,9 AL ,9 Fonte dati: Denuncie possesso alveari. Settore Sviluppo Produzioni Zootecniche

7 ASL All. All. All. All. TO TO TO VC BI NO VB CN CN AT AL TOT Fonte dati: registrazioni presenti in ARVET TAB. 8 - ANAGRAFE REGIONALE GALLUS GALLUS - ANNO 2011 Riproduttori linea carne Riproduttori linea uova Orientamento produttivo carne Orientamento produttivo uova TAB. 9 - ANAGRAFE REGIONALE DEGLI ALLEVAMENTI AVICOLI - ANNO 2011 ASL ANATRE (*) FAGIANI (*) FARAONE (*) OCHE (*) PERNICI (*) PICCIONI (*) TACCHINI (*) QUAGLIE (*) RATITI (**) STARNE (*) ALTRI UCCELLI (*) All. All. All. All. All. All. All. All. All. All. All. TO TO TO VC BI NO VB CN CN AT AL TOT *Allevamenti con n. capi = 0 > 250 Fonte dati: registrazioni presenti in ARVET. **Allevamenti con n. capi = 0 > 1 ASL AZIENDE/ INCUBATOI RICONISCIUTI TAB IMPIANTI ITTICI - CENSIMENTO AL 31/12/2011 AZIENDE/ INCUBATOI IN CORSO DI RICONOSCIMENTO ALTRE AZIENDE IMPIANTI CAMPAGNE ITTIOGENICHE PESCHE SPORTIVE TOTALE TO TO TO TO VC BI NO VB CN CN AT AL TOT Fonte dati: registrazioni presenti in ARVET e comunicazione ASL

8 Grafico 3 Confronto popolazione bovina e suina dal 1992 al II. TAB CAPI BOVINI E SUINI Anno Bovini Suini Patrimonio bovino e suino Bovini e bufalini. La razza piemontese. Bovini e bufalini bovini suini Al 31 dicembre 2011, erano registrati nella BDR/BDN Bovina capi di cui bovini e bufalini. L identificazione individuale con codice univoco, la registrazione dei singoli capi ed i relativi spostamenti in tempo pressoché reale nella Banca dati regionale dell anagrafe zootecnica consentono di seguire l andamento della popolazione. E così possibile, con la rilevazione mensile dei capi, seguire le fluttuazioni della popolazione. Nella tabella 15 è riportato il numero dei capi dal mese di gennaio 2008 a dicembre 2011, andamento visualizzato nel grafico 4. Il numero massimo si raggiunge di solito nei primi mesi dell anno, con il picco ad aprile in coincidenza con l epoca dei parti, nei mesi estivi si raggiunge il numero più basso. Si può notare come nel 2011 tutte le rilevazioni mensili sono al di sotto di quelle degli anni precedenti confermando il trend che si era evidenziato alla fine del 2009; il dato di settembre con capi è il più basso di sempre in Piemonte. Nella tabella 16 sono riportati i dati degli ultimi 6 anni relativamente alle varie tipologie di allevamento. In costante diminuzione tutti i valori presi in considerazione. Le aziende passano da a con una diminuzione di ben 996 aziende in meno rispetto al 2010, pari ad un calo dello 6%; in linea con il calo dello 2% del patrimonio zootecnico. Dalla Banca dati regionale dell anagrafe bovina, a cura del Centro Servizi regionale, sono stati estratti i dati per un analisi descrittiva della popolazione bovina prendendo in considerazione i capi presenti al 31 dicembre Si mantiene la suddivisione nelle tre classi di età (<10, tra 10 e 30, >30 mesi) per poter effettuare confronti con gli anni precedenti. Nel complesso il 39,1% della popolazione bovina e bufalina risulta di età superiore a 30 mesi, con la scontata prevalenza di femmine (55,3%), mentre per i soggetti di età tra i 10 e 30 mesi, che rappresentano il 34,6% del totale, c è una solo una piccola prevalenza di femmine dovuta alla presenza di molti maschi dedicati alla produzione, in cui l età di macellazione va dai 18 ai 24 mesi (cfr. tabella 17 e grafico 5). La distribuzione sul territorio per sesso, conferma l indirizzo produttivo delle varie province: ad Asti e Alessandria, dove prevalgono le aziende da ingrasso, la presenza di maschi è percentualmente elevata, nel novarese, dove prevalgono le aziende da latte, la presenza di capi maschi è ridottissima (cfr. tabella 18 e grafico 6).

9 TAB.15 - CAPI BOVINI E BUFALINI PRESENTI IN BANCA DATI anno gennaio febbraio marzo aprile maggio giugno luglio agosto settembre ottobre novembre dicembre TAB AZIENDE E CAPI BOVINI E BUFALINI NEGLI ULTIMI SEI ANNI anno Produzione bovini adulti Produzione Produzione vitelli Totale Produzione carne o mista Riproduzione Produzione latte e altri Totale TOTALE GENERALE Grafico 4 - Andamento patrimonio bovini e bufalini i capi da 10 a 30 mesi sono passati dal 36% del 2003 al 34,6% del 2011; i capi oltre i 30 mesi sono passati dal 37% del 2003 al 39,1% nel gennaio febbraio marzo aprile maggio giugno Nella tabella 19 sono evidenziate in dettaglio le classi di età riferite al sesso e suddivise per provincia: è possibile in questo modo conoscere provincia per provincia il numero disaggregato dei capi presenti. Il dato aggregato per la Regione Piemonte, per classe d età, riferito agli anni dal 2003 al 2011 consente di affermare che la percentuale relativa alle classi di età negli anni è rimasta pressoché inalterata solo con piccole variazioni (cfr. tabella 20): la percentuale dei capi con meno di dieci mesi è passata dal 27% dell anno 2003 al 26,3% del 2011; luglio agosto settembre ottobre novembre dicembre Sono 82 le razze allevate in Piemonte e sono così rappresentate: 20 con un numero di capi superiore a 1.000; 7 con due capi; 5 con un solo capo. Nella tabella 21 sono riportate tutte le razze presenti nella Regione suddivise per Provincia, per fornire una rappresentazione dettagliata relativa alla presenza delle varie razze sul territorio e soddisfare anche la curiosità delle molte richieste relative soprattutto alle razze rappresentate con pochi capi. Nella tabella 22 sono riportate sotto raggruppamenti omogenei le razze presenti: la razza Piemontese mantiene il dato dell anno precedente confermandosi sopra il 40%; le razze da ingrasso, le pezzate rosse e nere, (esclusa la Frisona) confermano con leggere diminuzioni e in valore assoluto le percentuali degli anni precedenti.

10 TAB POPOLAZIONE BOVINA E BUFALINA DEL PIEMONTE - ANNO 2011 DISTRIBUZIONE PER SESSO E PER ETA' Sesso ETA' < 10 Mesi % Mesi % > 30 Mesi % Totale F ,8% ,9% ,3% M ,7% ,1% ,2% Totale ,3% ,6% ,1% TAB 18 - POPOLAZIONE BOVINA E BUFALINA DEL PIEMONTE - ANNO 2011 DISTRIBUZIONE PER SESSO NELLE PROVINCE Sesso Provincia Totale AL AT BI CN NO TO VB VC F M Totale < 10 Mesi Mesi > 30 Mesi F M DISTRIBUZIONE BOVINI NELLE PROVINCE AL AT BI CN NO TO VB VC Grafico 5 Distribuzione per sesso e per età della popolazione bovina e bufalina in Piemonte nel La razza piemontese I capi di razza piemontese presenti sul territorio regionale al 31/12/2011 confermano pertanto il primato di questa razza come razza bovina in Piemonte e ne ribadiscono l importanza nel panorama zootecnico regionale. La razza piemontese rappresenta infatti il 40,81% del patrimonio bovino piemontese, con un aumento di oltre sette punti percentuale rispetto alla rilevazione dell anno 2002 (cfr. tabella 23). La distribuzione sul territorio conferma la provincia di Cuneo come la maggiormente rappresentativa per questa razza con il 60,61% dei capi regionali, seguita dalla provincia di Torino con il 25,05% (cfr. tabella 24 e grafico 7). Nelle tabelle 25 e 26 è possibile verificare la distribuzione della razza piemontese, provincia per provincia dall anno 2003 al 2011, e l andamento generale della razza nelle varie province rapportata al relativo patrimonio zootecnico. Grafico 6 Distribuzione bovini e bufalini nelle province piemontesi. Nella tabella 27 e grafico 8 sono riportate la suddivisione per sesso e per classi di età. III. Suini, ovicaprini e le altre specie Suini Pur a fronte di una dichiarata crisi del comparto negli ultimi anni, l attività di allevamento sembra reggere; rispetto ad una diminuzione di 276 aziende, a confronto con il 2010, per la prima volta negli ultimi 3 anni si ha anche una leggera diminuzione dei capi che passano da a , con una diminuzione dell 4,9% del patrimonio zootecnico. Rispetto al 2010, e diversamente dagli anni precedenti, si osservano notevoli diminuzioni, sia di aziende che di capi, anche negli allevamenti da riproduzione (44 allevamenti in meno e capi in meno); al contrario aumentano gli allevamenti da produzione (da 915 nel 2010 a 1162 nel 2011) ma con un numero di capi inferiore (da a ). Le variazioni degli ultimi due anni

11 sono comunque da analizzare nell ottica di variazioni anagrafiche intercorse dal 2010 in seguito alla pubblicazione del D.L.vo n.200 del 26/10/2010 che esclude dalla registrazione anagrafica le aziende in cui è detenuto un solo animale destinato al consumo personale. La distribuzione sul territorio vede prevalere la provincia di Cuneo con il 43,40% delle aziende ed il 70,95% dei capi. Segue la provincia di Torino con 29,02% delle aziende e il 16,50% dei capi (cfr. tabella 28). Ovini e caprini La consistenza dei piccoli ruminanti sul territorio è stazionaria. Questo comparto occupa complessivamente in Piemonte un ruolo piuttosto marginale nei confronti nazionali, ma che comunque è stabilmente presente con 9177 aziende attive con capi complessivi ( capi ovini e caprini), in particolare nel territorio pedemontano e collinare della provincie di Torino, Cuneo e Verbano-Cusio- Ossola, dove si caratterizza sia nell attività di alpeggio che in quella di produzioni latteocasearie tipiche. TAB POPOLAZIONE BOVINA E BUFALINA DEL PIEMONTE - ANNO 2011 DISTRIBUZIONE PER SESSO PER ETA' NELLE PROVINCE Sesso PROV. ETA' < 10 mesi mesi > 30 mesi Totale AL AT BI CN F NO TO VB VC AL AT BI CN M NO TO VB VC TOTALE TAB POPOLAZIONE BOVINA E BUFALINA DEL PIEMONTE - ANNO 2011 DISTRIBUZIONE PER ETA' - ANNI ETA' <10 mesi % 10-30mesi % >30 mesi % Totale , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , ,

12 Dopo la crescita numerica registratasi fino al 2008 si è verificata una piccola diminuzione negli ultimi tre anni con l attestarsi del patrimonio zootecnico ovino e caprino intorno ai capi (cfr. tabella 29). Altre specie Nella prima parte del capitolo sono state inserite le tabelle relative ad equini, conigli, avicoli, ittici, api. L origine delle informazioni relative a queste specie, non ancora inserite a pieno regime nel sistema di Banche Dati Regionali e Nazionali, provengono prevalentemente dal sistema informatico ARVET ovvero il sistema operativo informatico della regione Piemonte su cui i Servizi Veterinari registrano le loro attività. Equini Il sistema dell anagrafe equina nazionale (Banca Dati Equidi gestita dall UNIRE) che si è venuta a creare in seguito all emanazione del D.M. 5 maggio 2006 recante Principi e linee guida per l organizzazione e la gestione dell anagrafe equina da parte dell UNIRE, non è ancora del tutto completa, mostrando alcune lacune, in particolar modo per quanto riguarda il numero di capi in essa registrati (ancora sottostimati); al suo fianco, nel corso del 2010, si è creata anche la Banca Dati Equina nel portale delle Anagrafi Zootecniche Nazionali (BDN), utilizzata in particolar modo dagli impianti di macellazione per la registrazione delle macellazioni equine e dai Servizi Veterinari per la gestione di alcuni piani che interessano il settore, come ad esempio quello della West Nile Disease; la BDN equina incrocia i dati della Banca Dati degli Equidi dell UNIRE (con l identificazione degli equidi e rispettiva proprietà) con i dati dei Servizi Veterinari (identificazione dell azienda e del relativo conduttore). E da tenere presente che l attività di registrazione dei singoli capi da parte dell UNIRE sta via via aumentando e solo nel corso del 2012 si è aggiornato effettivamente il numero dei capi per cui in tabella 6 sono riportati i capi riferiti al 30/06/2012. Rispetto agli anni precedenti (con rilievi basati sui piani di profilassi per l Anemia Infettiva Equina) non si osservano variazioni degne di nota con il patrimonio zootecnico che si attesta intorno ai capi distribuiti in allevamenti. TAB 24 - Distribuzione della razza piemontese per provincia - Anno 2011 PROVINCIA N CAPI % AL ,41% AT ,49% BI ,68% CN ,61% NO ,63% TO ,05% VB 370 0,11% VC ,02% Totale Distribuzione della razza piemontese per provincia - Anno 2011 TO 25% NO 0,6% VB 0,1% VC 1% AL 3,4% AT 8,5% BI 0,6% CN 60,6% AL AT BI CN NO TO VB VC Grafico 7 Distribuzione della razza piemontese per Provincia Anno Tab Distribuzione della razza piemontese per categoria - Anno 2011 SESSO ETA' CATEGORIA N CAPI % M < 10 Mesi VITELLO ,64 M da 10 a 30 Mesi VITELLONE ,82 M > 30 Mesi TORO ,04 F <10 Mesi VITELLA ,23 F da 10 a 18 Mesi MANZA ,85 F da 18 a 30 Mesi GIOVENCA ,13 F > 30 mesi VACCA ,29 VACCA 44% Distribuzione della razza piemontese per Categoria anno 2011 GIOVENCA 7% Totale ,00 VITELLO 14% MANZA 9% VITELLONE 12% TORO 1% VITELLA 13% VITELLO VITELLONE TORO VITELLA MANZA GIOVENCA VACCA Grafico 8 Distribuzione della razza piemontese per Categoria Anno 2011.

13 Avicoli I dati anagrafici e di censimento registrati nella Banca Dati Regionale, periodicamente aggiornati, possono considerarsi in linea con la realtà presente nel territorio regionale. Non è invece ancora completamente risolto il trasferimento dei dati in modo automatico e continuativo alla Banca Dati Nazionale, in quanto quest ultima risulta strutturata in maniera differente dalla B.D.R. avicola. Sul territorio sono presenti 23 aziende di riproduttori della specie Gallus gallus della linea carne e 10 della linea uova, mentre le aziende da produzione sono rispettivamente 293, per quanto concerne la linea carne, e 110, relativamente alla linea uova. parte poche eccezioni sono tutti impianti dedicati alla troticoltura. Da evidenziare i 25 impianti dedicati alle campagne ittiogeniche: si tratta di aziende che svolgono attività di prelevamento dei pesci selvatici dai quali, attraverso la spremitura, ottengono materiale ittico destinato ad essere immesso nello stesso bacino idrico. Tab Distribuzione patrimonio suino per provincia Anno 2011 PROV. AZIENDE % N CAPI % TO ,02% ,50% VC 84 3,12% ,26% BI 84 3,12% ,65% Ittici Sulla G.U. n 230 del 01/10/2010 è stato pubblicato il Decreto 8 luglio 2010 che da attuazione al D.L.vo 148/2008 dando le prime disposizioni per la gestione dell anagrafe delle imprese di acquacoltura. Nel corso del 2011 nel portale dell anagrafe zootecnica nazionale è stata creata la sezione dedicata all acquacoltura: banca dati che raccoglierà tutti i dati relativi agli impianti dove vengono allevati pesci, crostacei e molluschi in Italia. Si procederà quindi al censimento di tutti gli impianti, comprese gli impianti che ospitano le pesche sportive, attribuendo il relativo codice aziendale e registrando sia tutti gli operatori coinvolti sia le qualifiche sanitarie di ogni allevamento. Sulla Banca Dati, dal gennaio 2013 sarà inoltre obbligatorio registrare i censimenti di ogni impianto con le relative movimentazioni con lo scopo di arrivare anche per queste specie a tracciabilità e rintracciabilità di ogni animale allevato. Nella tabella dedicata, possiamo notare i dati relativi alla nostra regione così come sono raccolti da ARVET. Gli impianti nel totale sono 232, con 23 incubatoi ittici già riconosciuti ed altri 3 in corso di accreditamento; 103 le pesche sportive registrate su ARVET, numero destinato a salire nel prossimo anno visti gli obblighi legislativi di registrazione in anagrafe; gli altri impianti si dedicano essenzialmente all ingrasso del pesce che a NO 103 3,83% ,75% VB 63 2,34% 367 0,03% CN ,40% ,95% AT 204 7,58% ,38% AL 204 7,58% ,48% TOTALE ,00% ,00% Conigli TAB PATRIMONIO OVI-CAPRINO DAL 2001 AL 2011 ANNO N CAPI In ARVET, per questa specie, sono presenti informazioni relative alla capacità delle strutture sede di allevamento. Un altra informazione registrata in questo sistema è quella del numero dei capi presenti durante gli accertamenti di tipo sanitario. Si è ritenuto di riportare i dati relativi alla capacità delle strutture in quanto meglio rappresentano la fotografia della situazione regionale nel In Piemonte questa tipologia d allevamento è

14 presente principalmente in provincia di Cuneo dove sono presenti il 68,5 % degli allevamenti (283 su 413 totali) e l 83,5% del patrimonio cunicolo regionale ( su capi). Api Le informazioni relative agli apiari derivano dalla denuncia di possesso alveari, effettuata dai proprietari, e trasmessa dal Settore Sviluppo Produzioni Zootecniche e per il 2011 sono quelle relativi al 31/12/2010. Per le api si è in attesa della emanazione definitiva delle norme relative alla regolamentazione dell anagrafe apistica e del relativo manuale operativo. L attivazione dell apposito settore nella Banca dati nazionale relativo alle api è indispensabile per definire in maniera chiara i dati di questo settore, e poterne gestire in maniera più consapevole le problematiche, migliorarne le conoscenze sotto il profilo produttivo e sanitario. TAB POPOLAZIONE BOVINA DEL PIEMONTE Distribuzione per razza - a confronto anni 1996, RAZZA PIEMONTESE RAZZE DA INGRASSO RAZZE FRISONE PEZZATE ROSSE PEZZATE NERE INCROCI ALTRE RAZZE Totale PIEMONTESE 36,82% 33,51% 35,40% 36,77% 37,02% 37,52% 39,00% 40,52% 40,50% 40,76% 40,81% RAZZE DA INGRASSO 17,56% 17,26% 15,86% 15,79% 16,05% 16,05% 15,90% 15,55% 15,19% 14,96% 14,38% RAZZE FRISONE 26,25% 24,39% 24,47% 24,98% 24,46% 23,87% 25,02% 24,74% 25,21% 25,42% 26,02% PEZZATE ROSSE 4,18% 3,43% 3,19% 1,82% 0,98% 3,05% 3,29% 3,24% 3,42% 3,55% 3,66% PEZZATE NERE 0,00% 2,45% 2,07% 1,12% 0,95% 0,64% 0,48% 0,81% 0,85% 0,86% 0,86% INCROCI 13,46% 16,01% 15,47% 14,91% 14,50% 14,27% 14,21% 13,48% 12,76% 12,49% 12,03% ALTRE RAZZE 1,73% 2,94% 3,54% 4,60% 6,04% 4,60% 2,11% 1,66% 2,07% 1,96% 2,15% 100,00% 100,00% 100,00% 100,00% 100,00% 100,00% 100,00% 100,00% 100,00% 100,00% 100,00% TAB POPOLAZIONE BOVINA DEL PIEMONTE Razza piemontese - Anni totale razza piemontese %piemontese/totale 36,8% 33,5% 35,4% 36,8% 37,0% 37,5% 39,0% 40,5% 40,5% 40,8% 40,81% Anni TAB DISTRIBUZIONE DELLA RAZZA PIEMONTESE PER PROVINCIA ANNI AL AT BI CN NO TO VB capi % capi % capi % capi % capi % capi % capi % capi % , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , VC Totale

15 Anni capi piemontesi Tab. 26 DISTRIBUZIONE DELLA RAZZA PIEMONTESE RISPETTO AL TOTALE DEI CAPI PER PROVINCIA - ANNI 2003/2011 AL AT BI CN totale capi % capi piemontesi totale capi % capi piemontesi totale capi % capi piemontesi , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , ,49 NO TO VB VC Anni capi totale capi totale capi totale capi totale % % % piemontesi capi piemontesi capi piemontesi capi piemontesi capi % , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , ,06 TAB RAZZE PRESENTI PER PROVINCIA nel segue Razza AL AT BI CN NO TO VB VC Totale capi PIEMONTESE FRISONA METICCIO/INCROCIO BLONDE D'AQUITAINE/GARONNESE FRISONA ITALIANA (PEZZATA NERA) LIMOUSINE CHAROLAIS PEZZATA ROSSA D'OROPA VALDOSTANA PEZZATA ROSSA PEZZATA ROSSA ITALIANA SIMMENTAL ALTRE RAZZE PEZZATE ROSSE SPRINZEN PUSTERTALER BRUNA BUFALO ALTRE RAZZE PEZZATE NERE BRUNA ALPINA AUBRAC BLU BELGA VALDOSTANA CASTANA MONTBELIARD JERSEY GRIGIA ALPINA / GRIGIA VAL D'ADIGE ABONDANCE GRIGIA ALPINA ANGUS FRISONA OLANDESE VALDOSTANA PEZZATA NERA FRISONA PEZZATA ROSSA FRISONA FRANCESE SALERS ALTRE RAZZE BUFALO (BOV) CHIANINA TARINA GUASCONE totale capi %

16 segue TAB RAZZE PRESENTI PER PROVINCIA nel 2011 Razza AL AT BI CN NO TO VB VC Totale capi HIGHLAND TARENTAISE FRISONA AMERICANA/CANADESE PINZGAUER GALLOWAY ANGLER ZEBU VARZESE / TORTONESE / OTTONESE CABANNINA PARTHENAISE RENDENA MAINE ANJOU MAREMMANA ROMAGNOLA BROWN SWISS (BRUNA AMERICANA) PODOLICA BAZADAIS TORTONESE NORMANNA BUFALO MEDITERRANEO GRIGIA VAL D'ADIGE HEREFORD REGGIANA PIE ROUGE DES PLAINES YAK BIANCA VAL PADANA / MODENESE 6 6 BISONTE VARZESE MARCHIGIANA 4 4 ALTRE PODOLICHE 3 3 BRETONNE PIE-NOIRE 3 3 CAMARGUE PEZZATA ROSSA FRIULANA SARDA 3 3 SARDO BRUNA 3 3 BRAHMAN 2 2 BURLINA 2 2 FERRANDAISE 2 2 NON INDICATA OTTONESE 2 2 PEZZATA ROSSA DELLA MOSA-RENO- YSSEL 2 2 SWEDISH RED AND WHITE BELGIAN RED 1 1 DANISH RED 1 1 FRISONA NEOZELANDESE 1 1 GARFAGNINA 1 1 ITASUOMENKARJA 1 1 Il numero complessivo dei bufalini è dato dalla somma di: bufalo = capi, bufalo (bov )= 190 capi, bufalo mediterraneo =10 capi

17 LE GRANDI OPERAZIONI DI BONIFICA SANITARIA DEGLI ALLEVAMENTI Graf. 2 - Percentuale aziende infette TUBERCOLOSI BOVINA PIANO DI ERADICAZIONE DELLA TUBERCOLOSI BOVINA Il conseguimento della qualifica territoriale di indennità da tubercolosi rappresenta per il Piemonte un obbiettivo improrogabile. La strategia di erogazione adottata, basata su ll'applicazione della normativa regionale specifica (DGR n del 3/11/03, Determinazione n del 23/12/2010 e programmazione annuale per il 2011), si è confermata adeguata, facendo registrare un andamento favorevole di progressione del piano. Si è altresì confermato importante, per l'azione di controllo, coordinamento ed approfondimento, il ruolo del Gruppo Operativo Regionale, che mediante gli interventi operativi specifici, le valutazioni puntuali sull'andamento e la gestione dei singoli focolai e la valutazione complessiva sui risultati di piano, ha contribuito ad orientare le azioni e le misure integrative ed accelerare la progressione del processo di eradicazione. Attività effettuata e risultati Si è confermata ancora estesa ed impegnativa l'attività diagnostica di base. Nel corso del 2011 è stato mantenuto il livello di controllo programmato, mediante l esecuzione di prove tubercoliniche (cfr. tabella 2). Sono inoltre state oggetto di controlli supplementari aziende, dei quali per le prove di compravendita, effettuate su capi. Gli allevamenti infetti, con revoca di qualifica, sono risultati 7 (0,07% dei controllati) con 520 capi dichiarati positivi (cfr. tabella 1, grafici 2 e 3). Risultano compresi fra questi, 12 soggetti facenti capo a 6 provvedimenti di sospensione di qualifica per sospetto d infezione, successivamente non confermata. Sono inoltre ricompresi i capi negativi inclusi nei 3 provvedimenti di abbattimento totale che è stato necessario adottare. (cfr. grafico 4) Graf. 2 Percentuale aziende infette Anni Per il terzo anno, nel 2011 la prevalenza regionale annuale è contenuta nei limiti dello 0,1% Graf. 3 Numero capi positivi Anni Graf. 3 - positivi Graf. 4 Numero capi abbattuti Anni L ispezione al macello rappresenta un ulteriore importante punto di osservazione e diagnosi. Le segnalazioni di lesioni tubercolari alla regolare macellazione sono state 8, relative a capi provenienti da 7 aziende: risulta favorevole il trend in riduzione (32 capi da 18 aziende nel 2010) (cfr. grafico 5). Il protocollo regionale prevede che tutti i casi di infezione, diagnosticati in vita o al macello, vengano indagati anche mediante l esecuzione del test del gamma interferone, come prova complementare finalizzata all incremento della sensibilità. 0, Graf. 4 - abbattuti

18 Graf. 5 - Bovini riconosciuti infetti alla macellazione ordinaria Anni Graf. 5 Segnalazioni di tubercolosi alla macellazione ordinaria qualifica) (cfr. grafico 6). Sono stati dichiarati infetti 338 capi (comprensivi di 1 capo relativo a 1 sospensione di qualifica). E stato adottato 1 provvedimento di abbattimento totale. Alla fine dell anno risulta ufficialmente indenne il 100% delle aziende. Per il terzo anno le province di Torino e Cuneo hanno conseguito i requisiti di base, che dovranno ancora essere consolidati per i prossimi 3 anni, ai fini dell'attribuzione della qualifica comunitaria. 0,50 In generale, l apporto del test del gamma interferone nell individuazione dei focolai d infezione e loro estinzione, si conferma ancora di valido supporto: sono stati esaminati campioni con il riscontro di 113 capi positivi. 0,40 0,30 0,20 0,10 0,00 Graf. 6 - Percentuale aziende infette nel corso dell'anno 0,08 0,09 TO VC BI NO VB CN AT AL Alla fine dell anno gli allevamenti in qualifica rappresentano il 99,97% del totale (cfr. grafico 1). % Graf. 1 - Tubercolosi bovina - % aziende ufficialmente indenni 99, Graf. 1 Percentuale aziende ufficialmente indenni Anni A livello regionale i requisiti previsti per l acquisizione della qualifica (l'iter si conclude in 6 anni) risultano consolidati da 3 anni. I risultati nelle singole province La Provincia di Torino ha fatto evidenziare lo 0,08% di aziende infette (3 revoche di qualifica: 2 nella ASL TO3 e 1 nella ASL TO 4) (cfr. grafico 6). I capi dichiarati positivi sono stati 182 (comprensivi di 11 capi relativi a 5 sospensioni di qualifica, non confermate). Si è resa necessaria l'adozione di 2 provvedimenti di abbattimento totale. Alla fine dell anno risulta ufficialmente indenne il 99,92% delle aziende. La Provincia di Cuneo ha fatto evidenziare lo 0,09% di aziende infette (4 revoche di Graf. 6 Percentuale delle aziende infette nelle province Anno Anche le province di Torino e Cuneo hanno una percentuale di aziende infette entro i limiti previsti per la qualifica comunitaria. La Provincia di Alessandria non fatto registrare casi di infezione. Alla fine dell anno è risultato indenne il 100% delle aziende. Nel 2010, 1 solo focolaio di origine extraregionale, estinto con la misura dell abbattimento totale, non ha consentito di conservare il requisito annuale richiesto di prevalenza, trattandosi di provincia con un numero di allevamenti inferiore a Tuttavia, l origine dell infezione e le misure adottate (interventi straordinari di verifica dello stato sanitario dei capi introdotti in provincia di provenienza extraprovinciale ed extraregionale) dovrebbero poter consentire una valutazione favorevole, anche per il quarto anno di consolidamento dei requisiti. Le province di Asti e Biella sono risultate in linea con i requisiti di base richiesti per la qualifica comunitaria. Al 31/12 il 100% delle aziende è in qualifica. Per entrambe le province, che hanno terminato il processo di consolidamento, la Commissione CE si è già espressa favorevolmente sull attribuzione della qualifica (Decisione 2012/204/EU del 19 aprile 2012).

19 La provincia di Vercelli ha conseguito la qualifica comunitaria con Decisione 2008/97/CE del 30/01/08. Nel 2011 sono stati confermati i requisiti di mantenimento della qualifica richiesti. Nelle province di Novara e Verbania, a cui è stata attribuita la qualifica comunitaria con Decisione 2007/174/CE del 20/03/07, nel 2011 sono stati confermati i requisiti di mantenimento richiesti. I risultati delle indagini di campo e di laboratorio Le indagini epidemiologiche, mirate alla definizione dell origine dell infezione dei focolai, svolte secondo la collaudata procedura che integra dati a disposizione nelle banche dati e dati raccolti in campo dai veterinari territoriali e dal Gruppo Operativo Regionale (cfr. tabella 3), hanno confermato l importanza di due fattori principali nell insorgenza della malattia: da un lato l introduzione di capi provenienti da aziende risultate infette successivamente allo spostamento degli animali e dall altro la presenza di infezioni pregresse in azienda. In un certo numero di casi tuttavia l origine dell infezione rimane sconosciuta: né l indagine epidemiologica classica, né le indagini di laboratorio di approfondimento (isolamento di Mycobacterium spp e caratterizzazione biomolecolare) hanno premesso di identificare la cause dell infezione (cfr. tabella 4). Riassumendo i 7 focolai del 2011 sono attribuibili in 2 casi a infezioni pregresse, in 2 casi ad acquisti e in 3 casi a cause non identificate. La possibilità di dare una spiegazione all origine dei focolai grazie ai contributi degli approfondimenti diagnostici e dell indagine epidemiologica fa capire che la situazione regionale è arrivata ad un buon punto di controllo, sebbene debba essere accettata l eventualità di qualche sporadico caso di infezione ad origine ignota che si può manifestare in seguito ad uno stato sanitario territoriale particolarmente grave quale è stato quello della regione fino a pochi anni fa. TAB. 4 - IDENTIFICAZIONE CAUSE DI INFEZIONE ANNO TOTALE 9 7 ACQUISTO 4 2 INFEZIONI PRECEDENTI 2 2 ALPEGGIO 0 0 CONTIGUITA' 0 0 SCONOSCIUTI - ANTICHI 3 3 TAB. 3 - ATTIVITA' SVOLTA DAL GRUPPO OPERATIVO REGIONALE ANNI CASI ESAMINATI COMPLESSIVAMENTE INTERVENTI EFFETTUATI (in allevamento, presso macelli, sopralluoghi) PROVE INTRADERMICHE GAMMA-INTERFERON TEST

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