1 PREMESSA INQUADRAMENTO LA RELAZIONE AMBIENTALE SUDDIVISIONE DEL TERRITORIO IN AMBITI TERRITORIALI OMOGENEI (ATO)...

Dimensione: px
Iniziare la visualizzazioe della pagina:

Download "1 PREMESSA INQUADRAMENTO LA RELAZIONE AMBIENTALE SUDDIVISIONE DEL TERRITORIO IN AMBITI TERRITORIALI OMOGENEI (ATO)..."

Transcript

1

2 1 PREMESSA INQUADRAMENTO LA RELAZIONE AMBIENTALE SUDDIVISIONE DEL TERRITORIO IN AMBITI TERRITORIALI OMOGENEI (ATO) METODOLOGIA DI STIMA ADOTTATA GLI INDICATORI DI PRESSIONE E STATO METODOLOGIA DI VALUTAZIONE DEGLI IMPATTI ASSEGNAZIONE DEL DATO E CALCOLO DEI PUNTEGGI ANALISI DELLO STATO ATTUALE ARIA EMISSIONI DI MONOSSIDO DI CARBONIO EMISSIONI DI OSSIDI DI AZOTO EMISSIONI DI POLVERI EMISSIONI DI AMMONIACA EMISSIONI DI OSSIDI DI ZOLFO EMISSIONI DI BENZENE CLIMA EMISSIONI DI ANIDRIDE CARBONICA EMISSIONI DI PROTOSSIDO DI AZOTO EMISSIONI DI METANO ACQUA CARICO TROFICO POTENZIALE AZOTO e CARICO TROFICO POTENZIALE FOSFORO DENSITA DELLE DISCARICHE ATTIVE: IL COMPLESSO DELLA DISCARICA IN LOCALITÀ CHIARIONI CARICO POTENZIALE ORGANICO Acque superficiali Acque sotterranee SUOLO E SOTTOSUOLO DENSITA DELLE DISCARICHE ATTIVE DENSITA DELLE CAVE ATTIVE CARICO TROFICO POTENZIALE AZOTO e CARICO TROFICO POTENZIALE FOSFORO FLORA E FAUNA SUPERFICIE URBANIZZATA/SUPERFICIE ATO SUPERFICIE AGRICOLA UTILIZZATA/SUPERFICIE ATO SUPERFICIE BOSCATA/SUPERFICIE ATO AREE DI CONNESSIONE NATURALISTICA/SUPERFICIE ATO ISOLE AD ELEVATA NATURALITA /SUPERFICIE ATO SVILUPPO CORRIDOI ECOLOGICI/SUPERFICIE ATO SVILUPPO RETE STRADALE /SUPERFICIE ATO BIODIVERSITA E ZONE PROTETTE _RAPAMB_00 1

3 6.6.1 ESTENSIONE DELLE AREE A PARCO/SUPERFICIE ATO ESTENSIONE DELLE ZONE NATURA 2000/SUPERFICIE ATO ESTENSIONE DELLE AREE NUCLEO/SUPERFICIE ATO PAESAGGIO E TERRITORIO DENSITA DELLE DISCARICHE ATTIVE DENSITA DELLE CAVE ATTIVE SVILUPPO DELLA RETE DI ELETTRODOTTI SUPERFICIE BOSCATA/SUPERFICIE ATO FRAMMENTAZIONE DEL TERRITORIO AREE DI CONNESSIONE NATURALISTICA/SUPERFICIE ATO AMBITI DI IMPORTANZA PAESAGGISTICA/SUPERFICIE ATO ISOLE AD ELEVATA NATURALITA /SUPERFICIE ATO SVILUPPO CORRIDOI ECOLOGICI/SUPERFICIE ATO SVILUPPO RETE STRADALE /SUPERFICIE ATO DENSITA DEGLI ALLEVAMENTI SVILUPPO DEI PERCORSI CICLABILI/SUPERFICIE ATO SUPERFICIE DI VERDE PUBBLICO PER ABITANTE PATRIMONIO CULTURALE SUPERFICIE DEI CENTRI STORICI/SUPERFICIE ATO NUCLEI STORICI NUMERO EDIFICI STORICI O VINCOLATI ZONE DI INTERESSE ARCHEOLOGICO/SUPERFICIE ATO POPOLAZIONE E SALUTE UMANA DENSITA DELLA POPOLAZIONE OCCUPATI NELL AGRICOLTURA OCCUPATI NELL INDUSTRIA OCCUPATI NEL TERZIARIO REDDITO DERIVANTE DALLA PRODUZIONE AGRICOLA REDDITO DERIVANTE DALLA PRODUZIONE INDUSTRIALE REDDITO DERIVANTE DALL ATTIVITA TERZIARIA ELETTRODOTTI. POPOLAZIONE ESPOSTA (SOGLIA 0.2 MICROTESLA) RIPETITORI PER COMUNICAZIONI EMISSIONI DI MONOSSIDO DI CARBONIO EMISSIONI DI OSSIDI DI AZOTO EMISSIONI DI POLVERI PM EMISSIONI DI AMMONIACA EMISSIONI DI BIOSSIDO DI ZOLFO EMISSIONI DI BENZENE RETE STRADALE CON EMISSIONI OLTRE 67 DB(A) DIURNI RETE FERROVIARIA CON EMISSIONI OLTRE 67 DB(A) DIURNI AREE A RISCHIO INCIDENTE RILEVANTE/SUPERFICIE ATO AREE A RISCHIO ESONDAZIONE/SUPERFICIE ATO BENI MATERIALI E RISORSE PRODUZIONE DI RIFIUTI URBANI PERCENTUALE RACCOLTA DIFFERENZIATA _RAPAMB_00

4 CONSUMI ELETTRICI IN AGRICOLTURA CONSUMI ELETTRICI NELL INDUSTRIA CONSUMI ELETTRICI NEL TERZIARIO CONSUMI ELETTRICI DOMESTICI CONSUMI IDRICI PER RESIDENTE CONSUMI DI GAS METANO ESITO DELLE ANALISI DELLO STATO ATTUALE VALUTAZIONE DEGLI IMPATTI DELLO STATO ATTUALE CALCOLO DEI PUNTEGGI DELLO STATO ATTUALE ANALISI DEI RISULTATI LA SOSTENIBILITA AMBIENTALE I CRITERI DI SOSTENIBILITA E GLI OBIETTIVI DI PROTEZIONE AMBIENTALE GLI OBIETTIVI DI PROTEZIONE E SOSTENIBILITA AMBIENTALE, ECONOMICA E SOCIALE ASSUNTI DAL P.A.T LE MODALITÀ DI ATTUAZIONE DELLE SCELTE DI SOSTENIBILITÀ CONSULTAZIONE E PARTECIPAZIONE LE AZIONI DEL PIANO LA COERENZA ESTERNA DEL PIANO COERENZA CON IL NUOVO PIANO TERRITORIALE REGIONALE DI COORDINAMENTO COERENZA CON IL PIANO TERRITORIALE DI COORDINAMENTO PROVINCIALE USO ATTUALE DEL TERRITORIO E COERENZA CON I P.R.G. DEI COMUNI LIMITROFI COERENZA CON IL IANO DI ASSETTO IDROGEOLOGICOI VIGENTE COERENZA CON IL PIANO DI TUTELA DELLE ACQUE COERENZA CON IL PIANO DI TUTELA E RISANAMENTO DELL ATMOSFERA COERENZA CON IL PIANO REGIONALE DI PREVENZIONE DELL INQUINAMENTO LUMINOSO COERENZA CON IL PIANO DI CLASSIFICAZIONE ACUSTICA COERENZA CON IL PIANO DI PROTEZIONE CIVILE L IPOTESI ZERO ANALISI DEI RISULTATI L IPOTESI DI PROGETTO AZIONI DI PIANO MISURE DI MITIGAZIONE PRIMA FASE: STIMA DELL INCREMENTO DELLE EMISSIONI E DEGLI IMPATTI NEGATIVI DERIVANTI DAL PIANO PROCEDIMENTO DI CALCOLO STIMA DELL INCREMENTO DELLE EMISSIONI _RAPAMB_00 3

5 SECONDA FASE: INDIVIDUAZIONE E QUANTIFICAZIONE DELLE MISURE DI MITIGAZIONE STIMA DEGLI EFFETTI PRODOTTI DALLE MISURE DI MITIGAZIONE MISURE DI COMPENSAZIONE TERZA FASE: INDIVIDUAZIONE E QUANTIFICAZIONE DELLE MISURE DI COMPENSAZIONE STIMA DEGLI EFFETTI PRODOTTI DALLE MISURE DI COMPENSAZIONE ANALISI QUALITATIVA DEGLI EFFETTI PRODOTTI DALLE AZIONI DEL PIANO E DALLE MISURE DI MITIGAZIONE E COMPENSAZIONE CALCOLO DEI PUNTEGGI DELLO STATO DI PROGETTO ANALISI DEI RISULTATI LE IPOTESI ALTERNATIVE SOSTENIBILITA DEL PROGETTO IL CONSUMO DI TERRITORIO (IMPRONTA ECOLOGICA) METODOLOGIA DI VALUTAZIONE CALCOLO DELLA SUPERFICIE VIRTUALE RISULTATI MISURE PREVISTE PER LIMITARE IL CONSUMO DI SUOLO VALUTAZIONE DI INCIDENZA AMBIENTALE PIANO DI MONITORAGGIO DIFFICOLTA INCONTRATE NELLA REDAZIONE DELLO STUDIO CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE _RAPAMB_00

6 1 PREMESSA La direttiva comunitaria 2001/42/CE concernete la valutazione degli effetti di determinati piani e programmi sull ambiente naturale, cosiddetta VAS pone come principale obiettivo quello di garantire un elevato livello di protezione dell ambiente e individua la valutazione ambientale strategica come lo strumento per l integrazione delle considerazioni ambientali all atto dell elaborazione e dell adozione di piani e programmi al fine di promuovere lo sviluppo sostenibile. In questo modo si garantisce che gli effetti ambientali derivanti dall attuazione di determinati piani e programmi siano presi in considerazione e valutati durante la loro elaborazione e prima della loro adozione. La Valutazione ambientale Strategica si delinea quindi come un processo sistematico inteso a valutare le conseguenze sul piano ambientale delle azioni proposte, piani o iniziative nell ambito di programmi nazionali, regionali e locali, in modo che queste siano incluse e affrontate alla pari delle considerazioni di ordine economico e sociale, fin dalle prime fasi del processo decisionale. Il presente rapporto caratterizza lo stato dell ambiente tramite l impiego di una modellistica derivante dalla direttiva comunitaria europea 2001/42/CE (modello DPSIR). Tale metodologia è stata applicata ad un insieme di indicatori rappresentativi per ogni singolo tema ambientale. I macro temi sono stati individuati come da indirizzi operativi della regione Veneto. I macro-temi analizzati sono: Aria Clima Acqua Suolo e sottosuolo Flora e fauna Biodiversità e zone protette Paesaggio e territorio Patrimonio culturale Popolazione e salute umana Beni materiali e risorse La relazione, analizzando lo stato dell ambiente attraverso gli indicatori selezionati, evidenzia l insieme delle problematiche ambientali esistenti, individuando i criteri di sostenibilità e gli obiettivi di protezione ambientale. Nella prima fase viene descritto il metodo utilizzato per la valutazione degli impatti, descrivendo ciascun indicatore, e ripercorrendo lo stato attuale dell ambiente in modo maggiormente dettagliato rispetto a quanto descritto nella relazione ambientale. Nella fase successiva si è provveduto all elaborazione di una previsione sull evoluzione che il territorio, o parte di esso, può avere in assenza del piano (ipotesi zero) con particolare riferimento alle caratteristiche ambientali che saranno coinvolte dalle azioni del piano medesimo. Dopo l ipotesi zero è stata effettuata l analisi degli effetti del piano, confrontando poi quanto ottenuto con l ipotesi zero, infine si è proceduto ad una stima del consumo di territorio (impronta ecologica). 0019_RAPAMB_00 5

7 Durante la fase di elaborazione del piano la procedura di VAS ha contribuito soprattutto alla definizione delle misure di compensazione inserite nella tavola 4 (Carta della Trasformabilità) sotto forma di corridoi ecologici, aree di connessione naturalistica, isole ad elevata naturalità (stepping stones), concordate anche in collaborazione con lo specialista incaricato dello studio agronomico, oltre che con l urbanista. Anche nelle Norme Tecniche sono state inserite particolari prescrizioni di carattere ambientale, sempre in collaborazione con i vari specialisti, sono state inoltre aggiunte diverse direttive e prescrizioni che demandano al piano degli interventi la definizione di ulteriori interventi di mitigazione, come ad esempio il mascheramento delle aree produttive con filari alberati. Per quanto riguarda le principali scelte strategiche del PAT, il rapporto ambientale ha verificato la coerenza e la sostenibilità di ciascuna di esse, inclusi gli accordi pubblico-privato. Solamente la viabilità programmata e la ferrovia Adria-Codigoro, inserite in tavola 4 come opere programmate, derivando da una pianificazione di livello sovracomunale, non sono state oggetto di discussione e verifica. Per tali opere la Valutazione Ambientale strategica ha potuto agire unicamente fornendo indicazioni circa le misure di mitigazione e compensazione necessarie. Il presente rapporto ambientale ha verificato la coerenza del piano con gli strumenti urbanistici dei comuni limitrofi, nonché con i vari piani di settore vigenti sul territorio comunale. L analisi ha evidenziato come non siano presenti elementi di contrasto con il nuovo piano. Per quanto riguarda la superficie di trasformabilità massima prevista dal PAT si evidenzia come essa sia contenuta entro i limiti imposti dalla Ragione Veneto, recependo quindi il principio che prevede la riduzione del consumo di suolo. Da ultimo si riporta qualche considerazione in merito alle possibili alternative alla proposta di piano. Come successivamente precisato, durante i vari incontri di partecipazione e concertazione con la cittadinanza, con gli enti competenti in materia ambientale e con le varie associazioni, non sono emerse osservazioni tali da indirizzare verso soluzioni alternative. Come è possibile osservare dai verbali degli incontri, essi hanno avuto scarsa partecipazione sia dalla cittadinanza che dagli enti, inoltre le osservazioni e le richieste pervenute riguardano aspetti specifici della pianificazione urbanistica che dovranno essere affrontati in sede di Piano degli Interventi. Un certo interesse è invece scaturito dalla possibilità, concessa dall Art. 6 della LR 11/2004, di stipulare accordi pubblico privato per la trasformazione urbanistica di determinate aree. Al comune sono infatti pervenute cinque proposte di accordo (successivamente approvate), relative ad altrettante aree _RAPAMB_00

8 2 INQUADRAMENTO Il Piano di Assetto del Territorio oggetto della presente VAS, riguarda il comune di San Martino di Venezze. Il comune di San Martino ha una superficie di 31,10 Km² circa e confina con i comuni di Adria, Anguillara Veneta (PD), Cavarzere (VE), Pettorazza Grimani, Rovigo e Villadose. Il comune conta una popolazione di abitanti concentrati per lo più nel capoluogo e nelle frazioni, con una densità media di circa 128,84 abitanti/km 2. Il Comune è composto, oltre che dal Capoluogo e dalla frazione di Beverare, anche dalle località di Saline, Ca' Donà, Palazzo Corni. Il territorio del Comune di San Martino di Venezze si inserisce nella realtà del Polesine, totalmente pianeggiante: di conseguenza l'agricoltura, la coltivazione di frutteti ecc. rappresenta ancor oggi la maggiore espressione dell'economia locale, anche se sono in forte sviluppo nuove attività industriali ed artigianali. I confini del territorio pianeggiante di San Martino si identificano, dunque, nella presenza dell imponente corso del fiume Adige a nord, tratto che si presenta estremamente pianeggiante, con una pendenza del fondo pari a circa 0,02 e con una quota dell alveo intorno a 3,8 metri sul livello del medio mare e a sud lo scolo Tron e lo scolo Ceresolo che, unitamente alla strada provinciale n. 68 delimitano il confine meridionale del territorio in esame. Figura 1 Inquadramento territoriale del PAT in oggetto in rosso il confine comunale di San Martino di Venezze 0019_RAPAMB_00 7

9 SAN MARTINO V.ZZE PAT del comune di SAN MARTINO DI VENEZZE (RO) 3 LA RELAZIONE AMBIENTALE La prima fase della procedura di VAS consiste nella stesura di una relazione ambientale (ora rapporto ambientale preliminare) che ha lo scopo di descrivere lo stato dell ambiente al momento di inizio della formazione del nuovo piano. Tale documento è sottoposto al parere da parte della Commissione Regionale per la VAS volto ad una preliminare verifica in merito alla compatibilità degli obiettivi del piano e/o programma con la sostenibilità ambientale dello stesso, in armonia con le finalità perseguite con la Direttiva CE/42/2001. Il presente rapporto ambientale, pertanto, riprendendo quanto riportato nella relazione ambientale, analizza in modo più dettagliato lo stato dell ambiente eseguendo un calcolo quantitativo, sia dello stato attuale, che dell ipotesi di progetto, in modo da valutare le diverse soluzioni. Nei seguenti capitoli, dopo aver illustrato il metodo di calcolo adottato, si riporta una breve descrizione di ciascuno degli indicatori utilizzati. Assieme alla descrizione si riportano anche i valori relativi al territorio del PAT in oggetto, pertanto si ripercorre in modo più approfondito, rispetto a quanto riportato nella relazione ambientale, l analisi dello stato attuale. Gli stessi valori riportati saranno poi utilizzati per il calcolo dei punteggi relativamente alla situazione attuale. 4 SUDDIVISIONE DEL TERRITORIO IN AMBITI TERRITORIALI OMOGENEI (ATO) Il piano di assetto del territorio individua e norma, ai sensi della L.R. 11/04, gli Ambiti Territoriali Omogenei (ATO). Tali ATO sono definiti come porzioni minime di territorio in riferimento alle quali si ritiene possano essere unitariamente considerate e risolte in termini sistemici pluralità di problemi di scala urbana e territoriale, caratterizzate da specifici assetti funzionali ed urbanistici e conseguenti politiche d intervento. Nella seguente tabella si riporta l elenco degli ATO caratterizzanti il territorio del PAT con l indicazione della relativa superficie. Gli ATO identificati sono fondamentalmente suddivisi in tre categorie a seconda della destinazione prevalente che può essere Agricola, Residenziale o Produttiva. Il PAT del comune di San Martino di Venezze individua complessivamente tre Ambiti, di cui il più esteso è quello a prevalenza agricola. COMUNE ATO SUPERFICIE [m 2 ] ATO 01 Mista - SAN MARTINO/CA' DONA' ATO 02 Residenziale-BEVERARE/CONTEA/P.ZZO CORNI ATO 03 Agricola-CASE SPARSE TOTALE Tabella 1 Elenco degli ambiti territoriali omogenei individuati dal PAT per il comune di San Martino di Venezze _RAPAMB_00

10 La seguente figura individua graficamente gli Ambiti Territoriali sopra citati, essi saranno utilizzati nelle successive fasi di valutazione dello stato attuale e delle ipotesi progettuali, per cercare di individuare in quali porzioni del territorio comunale si collochino le criticità o i punti di forza. Gli stessi ambiti saranno poi utilizzati per una rappresentazione grafica dei risultati ottenuti dalle varie valutazioni effettuate nel corso del Rapporto Ambientale. Figura 2 Individuazione degli ambiti territoriali omogenei del comune di San Martino di Venezze 0019_RAPAMB_00 9

11 5 METODOLOGIA DI STIMA ADOTTATA Di seguito si riporta una breve descrizione della metodologia di stima degli effetti ambientali direttamente applicata al PAT in oggetto. Tale metodologia è derivante dagli articoli della direttiva comunitaria europea 2001/42/CE, ai sensi dell art. 46, comma 1 lettera a) della L.R. 11/04 e ai primi indirizzi operativi di cui alla deliberazione della giunta regionale N 2988 del 1 ottobre La metodica adottata è quella del modello DPSIR (Driving forces, Pressures, States, Impact, Responses) elaborato dall OCSE (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico). Il modello DPSIR è un estensione del modello PSR (Pressione Stato Risposta) ed è la struttura di indicatori più ampiamente accettata. Lo schema si basa su una struttura di relazioni causali che legano tra loro i seguenti elementi: Determinanti Pressioni Stato Impatti Risposte Il modello evidenzia a monte i determinati, cioè le attività e i processi antropici che causano le pressioni, come ad esempio il numero di veicoli, o la produzione industriale. Le pressioni sono le variabili che causano i problemi ambientali, come ad esempio le emissioni tossiche. Lo stato indica la situazione attuale dell ambiente, come ad esempio la concentrazione di inquinanti. Gli impatti sono gli effetti dei cambiamenti di stato come ad esempio le malattie causate dagli inquinanti. Le risposte indicano le azioni intraprese dalla società per risolvere i problemi, e possono essere dirette a tutti gli altri elementi, cioè è possibile agire sulle determinanti ad esempio riducendo l espletamento di certe attività umane, sulle pressioni modificando e adeguando le tecniche di produzione, sullo stato ripristinando le condizioni dell ambiente naturale o sugli impatti affrontando le ripercussioni negative _RAPAMB_00

12 La scelta degli indicatori è avvenuta sulla base delle informazioni desunte dal quadro conoscitivo regionale e provinciale al fine di evidenziare peculiarità del territorio sia per quanto riguarda il profilo ecologico ambientale che socio economico. Non meno importanti sono stati gli aspetti legati allo sfruttamento del territorio, vivibilità dell area, disponibilità spazi per attività ricreative e sportive, inquinamento e salubrità dell ambiente in senso complessivo. 5.1 GLI INDICATORI DI PRESSIONE E STATO Per verificare lo stato dell ambiente e le prestazioni dello strumento urbanistico occorre utilizzare degli indicatori che permettano di quantificare lo stato attuale dell ambiente e verificare se, quando e quanto gli obiettivi del piano vengono raggiunti. Gli indicatori di stato individuano lo stato delle risorse (qualità chimico, fisiche, biologiche, ecc ), mentre quelli di pressione rappresentano gli impatti e le modifiche che le attività presenti sul territorio in esame esercitano sullo stato delle risorse (emissioni, rifiuti, ecc ) Il riferimento di questa classificazione è, come già detto, il modello DPSIR, ovvero un metodo per organizzare gli elementi conoscitivi del territorio, attraverso i quali rappresentare le informazioni sullo stato dell ambiente e delle risorse naturali di una regione e sulle interazioni positive e negative tra tali contesti ambientali e territoriali ed i settori di sviluppo. Gli indicatori scelti devono essere rappresentativi rispetto alla tematica in oggetto, devono essere sensibili alle trasformazioni indotte dal piano, devono essere disponibili o reperibili a costi contenuti, e devono essere di facile lettura e comunicazione ai tecnici e ai cittadini. Gli indicatori possono essere quantitativi con standard di legge, cioè se fanno riferimento ai dati quantitativi confrontabili con una soglia definita per legge, con possibilità di calcolare il grado di sostenibilità, oppure possono essere quantitativi senza standard di legge, se sono privi di una soglia di legge capace di delimitare gli ambiti della sostenibilità e insostenibilità, ma è comunque possibile effettuare una valutazione quantitativa sulla base di specifici criteri, quali una soglia fisica definita adhoc. Di seguito si riporta l elenco degli indicatori utilizzati per la valutazione dello stato dell ambiente; si indicano inoltre le relative unità di misura, le fonti dalle quali sono stati attinti i dati e l anno di riferimento. Tema Indicatori di stato/impatto Unità di misura FONTE ANNO Emissioni di monossido di carbonio Kg/anno/Kmq REGIONE VENETO 2006 Emissioni di ossidi di azoto NOx Kg/anno/Kmq REGIONE VENETO 2006 Aria Emissioni di polveri PM10 Kg/anno/Kmq REGIONE VENETO 2006 Emissioni di ammoniaca Kg/anno/Kmq REGIONE VENETO 2006 Emissioni di ossidi di Zolfo Kg/anno/Kmq REGIONE VENETO 2006 Emissioni di Benzene Kg/anno/Kmq REGIONE VENETO 2006 Clima Emissioni di anidride carbonica Kg/anno/Kmq REGIONE VENETO 2006 Emissioni di protossido di azoto (N2O) Kg/anno/Kmq REGIONE VENETO 2006 Emissioni di Metano Kg/anno/Kmq REGIONE VENETO 2006 Carico trofico potenziale - Azoto tonn/anno/kmq REGIONE VENETO 2006 Acqua Carico trofico potenziale - Fosforo tonn/anno/kmq REGIONE VENETO 2006 Densità delle discariche attive n/kmq REGIONE VENETO 2008 Carico potenziale organico (civ+ind) A.E./Kmq REGIONE VENETO 2006 Suolo e sottosuolo Densità delle discariche attive n/kmq REGIONE VENETO 2008 Densità delle cave attive n/kmq REGIONE VENETO _RAPAMB_00 11

13 Flora e fauna Biodiversità e zone protette Paesaggio e territorio Patrimonio culturale Popolazione e salute umana Beni materiali e risorse Carico trofico potenziale - Azoto tonn/anno/kmq REGIONE VENETO 2006 Carico trofico potenziale - Fosforo tonn/anno/kmq REGIONE VENETO 2006 Superficie urbanizzata / superficie ATO % CARTOGRAFIA PATI 2009 Superficie agricola utilizzata /superficie ATO % STUDIO AGRONOM Superficie boscata / Superficie ATO % REGIONE VENETO 2009 Aree di connessione naturalistica/superficie ATO % CARTOGRAFIA PATI 2009 Isole ad elevata naturalità/superficie ATO % CARTOGRAFIA PATI 2009 Sviluppo corridoi ecologici/superficie ATO m/kmq PROVINCIA DI ROVIGO 2009 Sviluppo rete stradale /superficie ATO Km/Kmq CARTOGRAFIA PATI 2009 Estensione delle aree a parco / superficie ATO % REGIONE VENETO 2007 Estensione delle zone natura 2000/superficie ATO % REGIONE VENETO 2007 Area nucleo/superficie ATO % CARTOGRAFIA PATI 2009 Densità delle discariche attive n/kmq REGIONE VENETO 2008 Densità delle cave attive n/kmq REGIONE VENETO 2007 Sviluppo della rete di elettrodotti m/kmq REGIONE VENETO 2006 Superficie boscata / Superficie ATO % REGIONE VENETO 2007 Frammentazione del territorio % CARTOGRAFIA PATI 2009 Aree di connessione naturalistica/superficie ATO % CARTOGRAFIA PATI 2009 Ambiti di importanza paesaggistica/superficie ATO % CARTOGRAFIA PATI 2009 Isole ad elevata naturalità/superficie ATO % CARTOGRAFIA PATI 2009 Sviluppo corridoi ecologici/superficie ATO m/kmq CARTOGRAFIA PATI 2009 Sviluppo rete stradale /superficie ATO Km/Kmq CARTOGRAFIA PATI 2009 Densità degli allevamenti n/kmq STUDIO AGRONOM Sviluppo dei percorsi ciclabili m/kmq PRG VIGENTI 2009 Superficie a verde pubblico per abitante mq/abitante PRG VIGENTI 2009 Superficie dei centri storici/superficie ATO % PRG VIGENTI 2009 Nuclei storici n/kmq REGIONE VENETO 2007 Numero edifici storici o vincolati n/kmq REGIONE VENETO 2009 Zone di interesse archeologico/superficie ATO % REGIONE VENETO 2005 Densità della popolazione ab/kmq ISTAT 2007 Occupati nell'agricoltura n/kmq CCIAA Rovigo 2007 Occupati nell'industria n/kmq CCIAA Rovigo 2007 Occupati nel terziario n/kmq CCIAA Rovigo 2007 Reddito derivante dalla produzione agricola euro/kmq CCIAA Rovigo 2006 Reddito derivante dalla produzione industriale euro/kmq CCIAA Rovigo 2006 Reddito derivante dall'attività terziaria euro/kmq CCIAA Rovigo 2006 Elettrodotti. Pop. esposta (soglia 0.2 microt) % REGIONE VENETO 2006 Ripetitori per comunicazioni n/kmq REGIONE VENETO 2008 Emissioni di monossido di carbonio Kg/anno/Kmq REGIONE VENETO 2006 Emissioni di ossidi di azoto NOx Kg/anno/Kmq REGIONE VENETO 2006 Emissioni di polveri PM10 Kg/anno/Kmq REGIONE VENETO 2006 Emissioni di ammoniaca Kg/anno/Kmq REGIONE VENETO 2006 Emissioni di ossidi di Zolfo Kg/anno/Kmq REGIONE VENETO 2006 Emissioni di Benzene Kg/anno/Kmq REGIONE VENETO 2006 Rete stradale con emissioni oltre 67 db(a) diurni m/kmq REGIONE VENETO 2006 Rete ferroviaria con emissioni oltre 67 db(a) diurni m/kmq REGIONE VENETO 2006 Area a rischio incidente rilevante/superficie ATO % REGIONE VENETO 2007 Aree a rischio di esondazione/superficie ATO % COMP. IDRAULICA 2009 Produzione di rifiuti urbani Kg/anno/res PROVINCIA RO 2007 Percentuale raccolta differenziata % PROVINCIA RO 2007 Consumi elettrici in agricoltura KWh/anno/Kmq CCIAA Rovigo 2006 Consumi elettrici nell'industria KWh/anno/Kmq CCIAA Rovigo 2006 Consumi elettrici nel terziario KWh/anno/Kmq CCIAA Rovigo 2006 Consumi elettrici domestici KWh/anno/Kmq CCIAA Rovigo 2006 Consumi idrici per residente l/giorno POLESINE ACQUE 2002 Consumi di Gas Metano mc/anno/kmq Snam Rete Gas _RAPAMB_00

14 5.2 METODOLOGIA DI VALUTAZIONE DEGLI IMPATTI Per la valutazione degli impatti occorre trasformare una serie di parametri e di valutazioni estremamente difformi per natura ed entità (come ad esempio emissioni di anidride carbonica, superficie dei centri storici ecc ), in un indicatore sintetico generale che riassume in tutti i suoi aspetti l impatto generato dal piano. Le procedure di analisi sviluppate in letteratura mettono a disposizione diverse metodologie che consentono il trattamento di dati multidimensionali, con l obiettivo di fornire una base razionale con la quale classificare ( gerarchizzare ) una serie di informazioni da valutare rispetto a più criteri. Tra le metodologie multicriteriali maggiormente diffuse, particolare interesse deve essere attribuito all Analitic Hierarchy Process (AHP), che si presta a trattare contemporaneamente sia informazioni di tipo numerico, sia informazioni di tipo qualitativo. Tale metodo è stato sviluppato da Thomas Lorie Saaty verso la fine degli anni 70. L AHP consente di determinare priorità di scelte e di interventi, scomponendo e gerarchizzando in livelli e sottolivelli un problema composto da fattori aventi importanza relativa diversa. Questo permette di determinare i valori (pesi) degli indicatori su cui si basa la valutazione, in altre parole permette di determinare l incidenza di un singolo indicatore relativamente all intero sistema ambientale. Il metodo AHP si basa su tre principi fondamentali: Il principio della scomposizione: il problema complesso è scomposto in parti elementari, articolate in livelli gerarchici in relazione tra di essi (macrotemi come aria, clima ecc, e singoli indicatori per macrotema come ad esempio emissioni di CO2, NOx, PM10, ecc ). Il principio dei giudizi comparati: rappresenta la tecnica di misurazione utilizzata per stabilire la priorità di ciascuna componente e di ciascun indicatore di pressione e stato rispetto alle altre in ciascun livello della scala gerarchica. L approccio analitico attribuisce un valore a ciascuna componente e a ciascun indicatore, attraverso il confronto tra di esse a due a due, compilando la matrice dei confronti a coppie, seguendo una scala costruita con valori che partono da 1 (importanza relativa uguale), fino a 9 (estrema importanza relativa). Nel dettaglio, i termini della scala fondamentale risultano i seguenti: Importanza uguale 1 Moderata importanza 3 Importanza Forte 5 Importanza molto Forte 7 Estrema importanza 9 In questa scala vengono, di norma, utilizzati i numeri dispari; i numeri pari sono utilizzati solamente nelle situazioni intermedie, quando non si verifica una prevalenza ben definita. La sintesi delle priorità: la compilazione della matrice dei confronti a coppie permette di esprimere un giudizio su ciascuna componente e su ciascun indicatore di pressione e stato. Per ogni riga della matrice viene eseguita la media geometrica che determina il peso di ogni componente inserito nella stessa. I risultati ottenuti vengono infine normalizzati, per ottenere pesi confrontabili tra di loro. 0019_RAPAMB_00 13

15 Per maggiori chiarimenti in merito al metodo AHP si fa riferimento a quanto riportato nella letteratura tecnica. Dopo aver compilato la matrice dei confronti a coppie, prima per i comparti ambientali e poi per gli indicatori all interno di ogni comparto ambientale, è possibile quindi calcolare il peso con cui i singoli indicatori gravano sul sistema ambientale moltiplicando il peso del macrotema per il peso del singolo indicatore all interno del macrotema, in modo da ottenere il peso del singolo indicatore sull intero sistema ambiente: PCA i, j PCi xpi i, j Dove: PCA, indica il peso sul sistema ambiente dell indicatore j-esimo del macrotema i-esimo i j PC i indica il peso del comparto ambientale i-esimo (ad es: Aria, acqua, ecc ) PI, i j indica il peso dell indicatore j-esimo del comparto ambientale i-esimo (ad es: CO2, PM10, ecc ) In definitiva l applicazione delle priorità tramite il metodo AHP consente di calcolare il peso della singola componente sull intero sistema ambiente. Di seguito si riportano le matrici dei confronti a coppie, dalla cui analisi è possibile osservare come gli elementi sulla diagonale siano tutti pari ad 1 (importanza relativa uguale) e gli elementi al di sotto della diagonale siano l inverso dei corrispondenti al di sopra (secondo la teoria del metodo AHP). Per ogni matrice si è verificato inoltre, secondo le indicazioni provenienti dalla teoria del metodo AHP, che l indice di consistenza sia minore di 0,1. Questa verifica garantisce che i giudizi formulati siano coerenti tra di loro, cioè se si afferma che A è più importante di B, e B e più importante di C, si ottiene che per coerenza A deve essere più importante di C. Per la definizione delle priorità, è stata assegnata maggiore importanza a Popolazione e salute umana, seguita da Flora e fauna e biodiversità e zone protette. Aria, clima e acqua sono state considerate ugualmente importanti tra di loro. Si è ritenuto infine corretto assegnare un peso inferiore ai macrosettori relativi al paesaggio e territorio e al patrimonio culturale, in quanto tali aspetti sono quelli meno direttamente correlati alla salute e al benessere della popolazione _RAPAMB_00

16 Emissioni di monossido di carbonio Emissioni di ossidi di azoto Emissioni di polveri PM10 Emissioni di ammoniaca Emissioni di ossidi di Zolfo Emissioni di Benzene MEDIA GEOMETRICA PESI Aria Clima Acqua Suolo e sottosuolo Flora e fauna Biodiversità e zone protette Paesaggio e territorio Patrimonio culturale Popolazione e salute umana Beni materiali e risorse MEDIA GEOMETRICA PESI PAT del comune di SAN MARTINO DI VENEZZE (RO) Indicatori Aria Clima Acqua Suolo e sottosuolo Flora e fauna Biodiversità e zone protette Paesaggio e territorio Patrimonio culturale Popolazione e salute umana Beni materiali e risorse TOTALE Tabella 2 Matrice dei confronti a coppie Comparti ambientali Per assegnare i pesi all interno del comparto relativo all Aria si è ritenuto di considerare il Monossido di Carbonio come l indicatore più significativo. Le emissioni di Ammoniaca sono state invece considerate le meno significative per via della loro minore pericolosità rispetto agli altri indicatori presenti. Indicatori Emissioni di monossido di carbonio Emissioni di ossidi di azoto Emissioni di polveri PM Emissioni di ammoniaca Emissioni di ossidi di Zolfo Emissioni di Benzene TOTALE Tabella 3 - Matrice dei confronti a coppie - Comparto ambientale: Aria 0019_RAPAMB_00 15

17 Carico trofico potenziale - Azoto Carico trofico potenziale - Fosforo Densità delle discariche attive Carico potenziale organico (civ+ind) MEDIA GEOMETRICA PESI Emissioni di anidride carbonica Emissioni di protossido di azoto Emissioni di metano MEDIA GEOMETRICA PESI PAT del comune di SAN MARTINO DI VENEZZE (RO) Per quanto riguarda il comparto ambientale relativo al Clima si è assegnato il peso più elevato alle emissioni di Anidride Carbonica, in quanto per quantità emessa, sono sicuramente le maggiori responsabili dell effetto serra. Indicatori Emissioni di anidride carbonica Emissioni di protossido di azoto Emissioni di metano TOTALE Tabella 4 - Matrice dei confronti a coppie - Comparto ambientale: Clima Gli indicatori utilizzati nel macrosettore relativo all Acqua sono legati alle potenziali fonti di inquinamento della stessa in quanto, come sarà spiegato in seguito, non è stato possibile utilizzarne altri. In questo caso, quindi, si è ritenuto di assegnare un peso più elevato al carico organico, in considerazione del fatto che è la fonte potenziale più diffusa sul territorio. Indicatori Carico trofico potenziale - Azoto Carico trofico potenziale - Fosforo Densità delle discariche attive Carico potenziale organico (civ+ind) TOTALE Tabella 5 - Matrice dei confronti a coppie - Comparto ambientale: Acqua _RAPAMB_00

18 Superficie urbanizzata / superficie ATO Superficie agricola utilizzata /superficie ATO Superficie boscata / Superficie ATO Aree di connessione naturalistica/superficie ATO Isole ad elevata naturalità/superficie ATO Sviluppo corridoi ecologici/superficie ATO Sviluppo della rete stradale /superficie ATO MEDIA GEOMETRICA PESI Densità delle discariche attive Densità delle cave attive Carico trofico potenziale - Azoto Carico trofico potenziale - Fosforo MEDIA GEOMETRICA PESI PAT del comune di SAN MARTINO DI VENEZZE (RO) Anche per il macrosettore relativo al Suolo e Sottosuolo valgono le stesse considerazioni precedentemente riportate per l Acqua. In questo caso il peso inferiore è stato assegnato alle cave. Indicatori Densità delle discariche attive Densità delle cave attive Carico trofico potenziale - Azoto Carico trofico potenziale - Fosforo TOTALE Tabella 6 - Matrice dei confronti a coppie - Comparto ambientale: Suolo e sottosuolo Per quanto riguarda il comparto ambientale relativo alla Flora e alla Fauna si è ritenuto di attribuire maggiore importanza alla superficie boscata, in quanto è il parametro che ha la maggiore influenza, seguito dalla superficie urbanizzata e dalla superficie agricola utilizzata. Il peso inferiore è stato assegnato ai corridoi ecologici in quanto, essendo elementi lineari, hanno sicuramente un importanza inferiore rispetto a elementi areali. Indicatori Superficie urbanizzata / superficie ATO Superficie agricola utilizzata /superficie ATO Superficie boscata / Superficie ATO Aree di connessione naturalistica/superficie ATO Isole ad elevata naturalità/superficie ATO Sviluppo corridoi ecologici/superficie ATO Sviluppo della rete stradale /superficie ATO TOTALE Tabella 7 - Matrice dei confronti a coppie - Comparto ambientale: Flora e fauna 0019_RAPAMB_00 17

19 Estensione delle aree a parco / superficie ATO Estensione delle zone natura 2000/superficie ATO Area nucleo/superficie ATO MEDIA GEOMETRICA PESI PAT del comune di SAN MARTINO DI VENEZZE (RO) Il macrosettore relativo alla Biodiversità e zone protette è rappresentato solo da tre indicatori, tra i quali è stato attribuito il peso inferiore alle aree nucleo, in quanto si tratta di aree protette a livello di PAT e non a livello sovracomunale come per gli altri indicatori, mentre le aree a parco assumono un peso maggiore in quanto ben rappresentate all interno del comune e quindi maggiormente indicative delle caratteristiche del territorio. Indicatori Estensione delle aree a parco / superficie ATO ,82 54,72 Estensione delle zone natura 2000/superficie ATO 0, ,87 26,31 Area nucleo/superficie ATO 0,5 0,5 1 0,63 18,97 TOTALE 1,833 4,5 5 3,32 100,00 Tabella 8 Matrice dei confronti a coppie - Comparto ambientale: Biodiversità e zone protette _RAPAMB_00

20 Densità delle discariche attive Densità delle cave attive Sviluppo della rete di elettrodotti Superficie boscata / Superficie ATO Frammentazione del territorio Aree di connessione naturalistica/superficie ATO Ambiti di importanza paesaggistica/superficie ATO Isole ad elevata naturalità/superficie ATO Sviluppo corridoi ecologici/superficie ATO Sviluppo della rete stradale/superficie ATO Densità degli allevamenti Sviluppo dei percorsi ciclabili Superficie a verde pubblico per abitante MEDIA GEOMETRICA PESI PAT del comune di SAN MARTINO DI VENEZZE (RO) Il comparto ambientale relativo a Paesaggio e Territorio è costituito da numerosi indicatori, alcuni già presenti in altri macrosettori. Anche in questo caso è stato assegnato il peso maggiore all indicatore relativo alla superficie boscata, inoltre, per valutare anche l aspetto dell ambiente costruito sono stati inseriti come indicatori lo sviluppo delle piste ciclabili e la superficie di verde pubblico per abitante. Indicatori Densità delle discariche attive Densità delle cave attive Sviluppo della rete di elettrodotti Superficie boscata / Superficie ATO Frammentazione del territorio Aree di connessione naturalistica/superficie ATO Ambiti di importanza paesaggistica/superficie ATO Isole ad elevata naturalità/superficie ATO Sviluppo corridoi ecologici/superficie ATO Sviluppo della rete stradale/superficie ATO Densità degli allevamenti Sviluppo dei percorsi ciclabili Superficie a verde pubblico per abitante TOTALE Tabella 9 - Matrice dei confronti a coppie - Comparto ambientale: Paesaggio e territorio 0019_RAPAMB_00 19

21 Superficie dei centri storici/superficie ATO Nuclei storici Numero edifici storici o vincolati Zone di interesse archeologico/superficie ATO MEDIA GEOMETRICA PESI PAT del comune di SAN MARTINO DI VENEZZE (RO) Per quanto riguarda il macrosettore relativo al Patrimonio culturale è stato assegnato il peso maggiore all indicatore relativo alla superficie dei centri storici, seguito dai nuclei storici e dal numero di edifici storici o vincolati. Alle zone di interesse archeologico è stato assegnato il peso inferiore. Indicatori Superficie dei centri storici/superficie ATO Nuclei storici Numero edifici storici o vincolati Zone di interesse archeologico/superficie ATO TOTALE Tabella 10 - Matrice dei confronti a coppie - Comparto ambientale: Patrimonio culturale _RAPAMB_00

22 Densità della popolazione Occupati nell'agricoltura Occupati nell'industria Occupati nel terziario Reddito derivante dalla produzione agricola Reddito derivante dalla produzione industriale Reddito derivante dall'attività terziaria Elettrodotti. Popolazione esposta (soglia 0.2 microt) Ripetitori per comunicazioni Emissioni di monossido di carbonio Emissioni di ossidi di azoto NOx Emissioni di polveri PM10 Emissioni di ammoniaca Emissioni di ossidi di Zolfo Emissioni di Benzene Rete stradale con emissioni oltre 67 db(a) diurni Rete ferroviaria con emissioni oltre 67 db(a) diurni Area a rischio incidente rilevante/superficie ATO Aree a rischio di esondazione/superficie ATO MEDIA GEOMETRICA PESI PAT del comune di SAN MARTINO DI VENEZZE (RO) Il comparto relativo a Popolazione e salute Umana è quello che riveste la maggiore importanza all interno del contesto della VAS. Tale macrosettore è composto da numerosi indicatori, tra i quali è possibile individuarne due gruppi fondamentali, il primo relativo all occupazione e al reddito dei vari settori, che valuta sostanzialmente gli effetti positivi prodotti dal Piano, il secondo che comprende le emissioni inquinanti con i maggiori effetti diretti sulla salute umana, che ovviamente valuta gli aspetti negativi prodotti direttamente sulla popolazione. Altri indicatori importanti sono costituiti dalle aree a rischio incidente rilevante e dalle aree a rischio esondazione, oltre che dall estensione della rete stradale e ferroviaria con emissioni superiori ai 67 db(a) diurni. Indicatori Densità della popolazione Occupati nell'agricoltura Occupati nell'industria Occupati nel terziario Reddito derivante dalla produzione agricola Reddito derivante dalla produzione industriale Reddito derivante dall'attività terziaria Elettrodotti. Popolazione esposta (soglia 0.2 microt) Ripetitori per comunicazioni Emissioni di monossido di carbonio Emissioni di ossidi di azoto NOx Emissioni di polveri PM10 Emissioni di ammoniaca Emissioni di ossidi di Zolfo Emissioni di Benzene Rete stradale con emissioni oltre 67 db(a) diurni Rete ferroviaria con emissioni oltre 67 db(a) diurni Area a rischio incidente rilevante/superficie ATO Aree a rischio di esondazione/superficie ATO TOTALE Tabella 11 - Matrice dei confronti a coppie - Comparto ambientale: Popolazione e salute umana 0019_RAPAMB_00 21

23 Produzione di rifiuti urbani Raccolta differenziata Consumi elettrici in agricoltura Consumi elettrici nell'industria Consumi elettrici nel terziario Consumi elettrici domestici Consumi idrici per residente Consumi di Gas Metano MEDIA GEOMETRICA PESI PAT del comune di SAN MARTINO DI VENEZZE (RO) L ultimo comparto ambientale è quello relativo a Beni materiali e Risorse, che utilizza come indicatori la produzione e la raccolta differenziata dei rifiuti urbani, i consumi elettrici, idrici e di Gas Metano. Globalmente la somma dei pesi relativi ai consumi elettrici ottiene il valore maggiore, in quanto, anche se l energia elettrica di per se non produce inquinamento, ne genera la sua produzione, che a livello nazionale deriva per la maggior parte da fonti fossili. Il peso inferiore è stato assegnato ai consumi idrici, in quanto si è ritenuto che, pur essendo l acqua una risorsa esauribile e da tutelare, non sia fonte di inquinamento come lo è l utilizzo dell energia elettrica o del gas metano. Indicatori Produzione di rifiuti urbani Raccolta differenziata Consumi elettrici in agricoltura Consumi elettrici nell'industria Consumi elettrici nel terziario Consumi elettrici domestici Consumi idrici per residente Consumi di Gas Metano TOTALE Tabella 12 Matrice dei confronti a coppie - Comparto ambientale: Beni materiali e risorse 5.3 ASSEGNAZIONE DEL DATO E CALCOLO DEI PUNTEGGI Dopo aver definito gli indicatori di stato/pressione e i relativi pesi, occorre assegnare ad ognuno di essi, per ogni ATO, il corrispondente valore numerico. Per fare ciò occorre estrapolare i dati relativamente ad ogni singolo ATO, che rappresenta il contesto di riferimento della VAS. In realtà i dati disponibili per ogni singolo ATO sono pochi, è necessario pertanto utilizzare dei modelli che permettano di ricavare gli altri dati passando da un livello più ampio a uno più ridotto. La metodologia prefigura due possibili approcci: top-down e bottom-up. Secondo queste due diverse procedure si realizza un flusso di informazioni che nel caso del top-down ( dall alto verso il basso ) parte dalla scala spaziale più ampia (es. nazionale) e discende a livelli inferiori (regioni/province/comuni), _RAPAMB_00

24 utilizzando specifiche variabili di disaggregazione, mentre nel caso del bottom-up ( dal basso verso l alto ) ascende direttamente dalla realtà produttiva locale a livelli di aggregazione maggiori. L approccio top-down, in particolare, viene realizzato sulla base dei risultati di elaborazioni statistiche di dati disponibili, che riguardano generalmente porzioni di territorio più vaste rispetto alla scala spaziale di interesse. In questo caso, dunque, è necessario procedere attraverso un processo di disaggregazione, cioè di ripartizione dei valori noti per una realtà territoriale più ampia, al livello territoriale richiesto. Per raggiungere tale obiettivo si individuano una o più variabili surrogate di disaggregazione (cosiddette variabili proxy dell attività emissiva). Queste variabili, scelte tra gli indicatori statistici a disposizione per la scala spaziale di interesse, devono essere quanto più possibile correlate al processo emissivo considerato al fine di ottenere dei risultati aderenti alla realtà. Dopo aver assegnato, per ogni indicatore e per ogni ATO, il relativo valore numerico si è provveduto all assegnazione di un punteggio compreso tra -5 e +5. Tale operazione risulta molto utile per rendere più agevole il confronto tra la situazione attuale e quella più auspicabile. Nel caso di parametri quantitativi con soglia di legge il punteggio 0 viene fatto coincidere con il limite di legge, mentre nel caso di parametri senza soglia di legge il punteggio zero viene fatto coincidere con la media provinciale o comunque con un altro valore scelto ad hoc. Per l assegnazione dei punteggi occorre distinguere il caso in cui il valore del generico indicatore oscilla tra un massimo e un minimo ben definiti, dal caso in cui il campo di oscillazione è potenzialmente illimitato. Basti pensare ad esempio alle emissioni di CO 2, per le quali esiste una media provinciale alla quale far coincidere punteggio zero, esiste una emissione minima (zero) alla quale far coincide il punteggio +5, ma non esiste un valore massimo con il quale far coincidere il punteggio -5. In questo caso si suddivide l intervallo compreso tra zero e la media provinciale, o il limite di legge qualora esistente, in 5 intervalli ai quali vengono assegnati i rispettivi punteggi intermedi, dopo di che si applica la stessa ampiezza dell intervallo ai valori superiori alla media provinciale o al limite di legge, fino a raggiungere il punteggio -5; a valori dell indicatore superiori si assegna comunque punteggio -5. In questo modo quando il valore dell indicatore si distacca molto dalla media, o dal limite di legge, il punteggio rimane invariato e pari al valore -5 (o +5 a seconda dei casi) in quanto, essendo comunque molto lontani dal valore di riferimento, si ritiene lecito che il punteggio possa rimanere costante. Dall analisi dei punteggi assegnati è possibile ottenere quindi una prima indicazione riguardo lo stato attuale dell ambiente. il passo successivo è quello di individuare i punteggi pesati di ciascun indicatore, che sommati forniscono il punteggio totale dell ATO. I punteggi pesati si ottengono moltiplicando il punteggio assegnato ad ogni singolo indicatore (che va da +5 a -5), per il relativo peso precedentemente calcolato ( PCA i, j ). La somma dei punteggi pesati fornisce un chiaro giudizio sintetico delle criticità emerse. 0019_RAPAMB_00 23

25 6 ANALISI DELLO STATO ATTUALE In questa fase viene riportato il quadro dello stato attuale, emerso dall analisi degli indicatori di pressione e stato, riferiti a ciascun ATO e distinti per comparto ambientale. Per ognuno degli indicatori si riportano i valori relativi a ciascun ambito tramite grafici: in questo modo sono evidenti immediatamente le criticità. Dall analisi dei grafici, per alcuni ATO, si osservano valori di emissioni molto elevati rispetto al dato di riferimento, questo è dovuto molto spesso alla concentrazione delle fonti di produzione degli inquinanti in ambiti di ridotta estensione quali quelli urbanizzati, determinando quindi un valore di emissione per unità di superficie molto elevato. Questo tuttavia non deve trarre in inganno, in quanto, per la determinazione del punteggio complessivo, si terrà conto anche della superficie dell Ambito. In definitiva, tramite un analisi dettagliata per singolo ATO, emergono notevoli differenze tra le aree agricole e quelle urbanizzate, ma questa disomogeneità è realmente presente nel territorio, solo eseguendo la media pesata dei punteggi sulla base della superficie si ottiene un valore più prossimo alla media provinciale. 6.1 ARIA Per quanto riguarda il macrosettore relativo all Aria, sono stati assunti come indicatori i gas maggiormente pericolosi ed emessi in maggiore quantità. Tutti i dati sono disponibili a scala comunale e sono stati ottenuti dal quadro conoscitivo regionale. Gli indicatori utilizzati, in particolare, sono relativi alle emissioni inquinanti, (cioè alla loro produzione) e non alla loro concentrazione in aria, in quanto all interno del territorio del comune di San Martino di Venezze non sono presenti stazioni di rilevamento alle quali fare riferimento. La stazione più vicina è quella di Adria, tuttavia si è ritenuto che i dati da essa ottenuti possono essere considerati meno rappresentativi della qualità dell aria rispetto alle emissioni ricavate per il comune nello specifico. L analisi dei singoli indicatori di seguito riportati ha evidenziato, come presumibile, una concentrazione della produzione di inquinanti negli ambiti urbanizzati degli ATO 01 e 02; vi è poi un meccanismo di diffusione che fa si che le concentrazioni in aria non raggiungono valori elevati, anche se ciò è difficile da prevedere o valutare senza apposite stazioni di misura. A livello comunale, tuttavia la situazione del comparto Aria risulta nel complesso positiva considerando l assenza di particolari criticità, che potrebbero essere costituite da arterie viarie di grande traffico e/o da insediamenti produttivi con attività industriali particolarmente impattanti. Le principali attività insediate nel tessuto produttivo comunale, inserito nell ATO n. 01 Misto/San Martino Cà Donà, possiedono regolare autorizzazione provinciale per le emissioni in atmosfera che garantisce il rispetto delle quantità massime emissibili e, conseguentemente il contenimento delle stesse entro valori accettabili _RAPAMB_00

26 6.1.1 EMISSIONI DI MONOSSIDO DI CARBONIO Il monossido di carbonio (CO), noto anche come ossido di carbonio, è uno degli inquinanti atmosferici più diffusi. E un gas tossico, incolore, inodore e insapore, che viene prodotto ogni volta che una sostanza contenente carbonio brucia in maniera incompleta. E più leggero dell aria e diffonde rapidamente negli ambienti. Come l anidride carbonica, l ossido di carbonio (CO) deriva dall ossidazione del carbonio in presenza di ossigeno. La sua presenza è quindi legata ai processi di combustione che utilizzano combustibili organici. In ambito urbano la sorgente principale è rappresentata dal traffico veicolare: le concentrazioni più elevate si possono rilevare nelle ore di punta del traffico. Minore è il contributo delle emissioni delle centrali termoelettriche, degli impianti di riscaldamento domestico e degli inceneritori di rifiuti, dove la combustione avviene in condizioni migliori, con formazione di anidride carbonica (CO2). Le sorgenti industriali di CO sono le raffinerie di petrolio, gli impianti siderurgici, durante le operazioni di saldatura. Le sorgenti di monossido di carbonio più pericolose si ritrovano tuttavia negli ambienti domestici (inquinamento indoor): in particolare scaldabagni o caldaie a gas per il riscaldamento o stufe a legna con tiraggio inadeguato per scarsa manutenzione o difetto nell impianto, fornelli a gas o anche automobili con il motore tenuto acceso a lungo in ambienti confinati, come le autorimesse. Per questo indicatore non esiste una soglia di legge legata alla quantità prodotta, pertanto come valore di riferimento per l assegnazione dei punteggi, si utilizza la media provinciale che risulta pari Kg/anno/Km 2. Dall analisi del grafico di seguito riportato, si osserva che le maggiori emissioni si collocano nei due ambiti più intensamente urbanizzati, aventi tuttavia estensione nettamente inferiore rispetto a quella dell ambito a prevalenza agricola. 0019_RAPAMB_00 25

27 6.1.2 EMISSIONI DI OSSIDI DI AZOTO Gli ossidi di azoto (NOx) sono considerati sostanze inquinanti dell'atmosfera e si ritiene che aggravino le condizioni dei malati di asma, sono inoltre responsabili delle piogge acide. In generale gli ossidi di azoto si producono durante la combustione di carburanti ad alta temperatura, come quelle che avvengono appunto nei motori degli autoveicoli: l elevata temperatura che si origina durante lo scoppio provoca la reazione fra l azoto dell aria e l ossigeno formando monossido di azoto. Nelle atmosfere delle nostre città a traffico elevato e molto soleggiate si assiste ad un ciclo giornaliero di formazione di inquinanti secondari: il monossido di azoto viene ossidato tramite reazioni fotochimiche (catalizzate dalla luce) a biossido di azoto; si forma così una miscela NO-NO2, che raggiunge il picco di concentrazione nelle zone e nelle ore di traffico più intenso. Il ben noto colore giallognolo delle foschie che ricoprono le città è dovuto per l appunto al biossido di azoto che svolge un ruolo fondamentale nella formazione dello smog fotochimico. Ai bassi livelli dell atmosfera gli ossidi di azoto giocano un ruolo chiave nella formazione dell ozono. Attraverso una serie di reazioni, ancora catalizzate dalla luce solare, si giunge alla formazione di ozono e di altri composti che durante la notte decadono formando composti organici, nitrati e perossidi. A livello normativo esiste un limite proposto dal Decreto Legislativo 21 maggio 2004, n. 171 intitolato "Attuazione della direttiva 2001/81/CE relativa ai limiti nazionali di emissione di alcuni inquinanti atmosferici" che fissa un limite di emissione da raggiungere entro il 2010 di tonnellate di NOx all anno. Considerato che la superficie del territorio italiano è di Km 2 si ottiene un valore medio al Km 2 di 3285 Kg/anno/Km 2. Anche in questo caso l emissione risulta superiore al valore di riferimento solo per i due ambiti a prevalenza residenziale e mista _RAPAMB_00

28 6.1.3 EMISSIONI DI POLVERI Con il termine generico di polveri atmosferiche si intende una miscela di particelle, dette anche PM (dall'inglese Particulate Matter) o PTS (Polveri Totali Sospese), solide e/o liquide, in sospensione in aria (aerosol). Le particelle in questione sono estremamente variabili per dimensioni e composizione. Possono essere emesse in atmosfera come tali o derivare da una serie di reazioni chimiche e fisiche che comportano una conversione dei gas in particelle. Alcune particelle sono di dimensioni tali da essere visibili, come la fuliggine o il fumo, altre possono essere viste solo al microscopio ottico o elettronico. La classificazione del materiale particellare può essere effettuata secondo diversi criteri: ad esempio il diametro o la sede della deposizione nell'albero respiratorio, o ancora la composizione. Sulla base delle dimensioni, possiamo individuare due grandi categorie: le particelle fini, con diametro inferiore a 2,5 μm, troppo piccole per sedimentare, che rimangono a lungo in aria e possono essere trasportate a grande distanza e le particelle grossolane, con diametro compreso tra 2,5 e 30 μm, che sedimentano nel giro di ore o minuti, spesso vicino alla sorgente di emissione. Le polveri PM10, ad esempio, sono costituite da una miscela di sostanze che includono elementi quali il carbonio, il piombo, il nichel, composti come i nitrati, i solfati o composti organici e miscele complesse come particelle di suolo o gli scarichi dei veicoli, soprattutto diesel. Le particelle originate dall attività dell'uomo derivano dall utilizzo dei combustibili fossili (riscaldamento domestico, centrali termoelettriche, inceneritori), dal traffico urbano, tramite le emissioni degli autoveicoli, l usura dei pneumatici, dei freni e del manto Stradale e dai processi industriali (miniere, fonderie, cementifici, ecc.). Nell aria dei centri urbani sono presenti polveri soprattutto a causa del traffico veicolare e degli impianti di riscaldamento. Elevati livelli di PM10 possono incrementare il numero e la gravità degli attacchi di asma, causare od aggravare bronchiti ed altre malattie dei polmoni e ridurre la capacità dell organismo di combattere le infezioni. Le persone maggiormente vulnerabili sono i bambini, gli anziani e chiunque svolga intensa attività fisica all aperto, nonché le persone sofferenti di asma e bronchiti. Un esposizione di lungo periodo a basse concentrazioni può indurre il cancro. Anche in questo caso le maggiori emissioni si riscontrano negli ambiti urbanizzati, dove sono presenti le maggiori fonti di produzione, con valori superiori alla media provinciale solo nell ATO mista residenziale produttiva. 0019_RAPAMB_00 27

29 6.1.4 EMISSIONI DI AMMONIACA L ammoniaca è un gas incolore, di odore irritante e pungente, poco infiammabile e tossico. Deriva principalmente dalla degradazione della sostanza organica: le quantità prodotte dai cicli industriali sono molto inferiori a quelle dell allevamento di animali e dell esercizio dell attività agricola in generale. Si calcola infatti che circa il 90% dell inquinamento da ammoniaca sia riconducibile all attività agricola: molti prodotti utilizzati in agricoltura (fertilizzanti, concimi ecc...) contengono azoto, che attraverso complesse reazioni chimiche per opera di batteri si trasformano in ammoniaca che viene liberata in atmosfera. Le emissioni di NH 3 in agricoltura sono dovute alla volatilizzazione di questa sostanza nel corso della permanenza delle deiezioni nei ricoveri, dei trattamenti e dello stoccaggio e alla dispersione in atmosfera in seguito alla distribuzione dei reflui nei terreni a destinazione agricola. Riguardo al comportamento di questa sostanza nei confronti dell ambiente, deve essere osservato che non subisce reazioni in atmosfera che portano alla formazione di acidi di azoto, e dunque non contribuisce all'acidificazione delle piogge come invece gli ossidi di azoto; tuttavia, può portare (per ricaduta sui suoli e trasformazioni ad opera di particolari batteri) all'acidificazione dei suoli e, di conseguenza, delle acque di falda. In forti concentrazioni provoca gravi danni alla vegetazione. A livello normativo esiste un limite proposto dal Decreto Legislativo 21 maggio 2004, n. 171 intitolato "Attuazione della direttiva 2001/81/CE relativa ai limiti nazionali di emissione di alcuni inquinanti atmosferici" che fissa un limite di emissione da raggiungere entro il 2010 di tonnellate di ammoniaca. Considerato che la superficie del territorio italiano è di Km 2 si ottiene un valore medio al Km 2 di 1390 Kg/anno/Km 2. In questo caso le produzioni più elevate si riscontrano nell ATO a prevalente destinazione agricola. Emissioni superiori al valore di riferimento si riscontrano anche negli ambiti a prevalenza residenziale e produttiva, dovute all attuale presenza di aree coltivate _RAPAMB_00

30 6.1.5 EMISSIONI DI OSSIDI DI ZOLFO Normalmente gli ossidi di zolfo presenti in atmosfera sono l anidride solforosa (SO 2 ) e l anidride solforica (SO 3 ); questi composti vengono anche indicati con il termine comune SOx. Il biossido di zolfo, o anidride solforosa (SO 2 ), è un gas dall odore pungente, la cui presenza in atmosfera deriva dalla combustione di prodotti organici di origine fossile contenenti zolfo, quali carbone, petrolio e derivati. In natura l anidride solforosa viene immessa in atmosfera al seguito delle eruzioni vulcaniche, mentre le principali sorgenti antropiche sono costituite dagli impianti per il riscaldamento e la produzione di energia alimentati a gasolio, carbone e oli combustibili. Il traffico contribuisce alle emissioni complessive di biossido di zolfo solo in minima parte. L esposizione a SO 2, che peraltro è un inquinante caratterizzato da una soglia di percezione molto bassa, provoca nell uomo irritazione e lesione al tratto superiore dell apparato respiratorio e aumenta la predisposizione a episodi infettivi acuti e cronici (tracheiti, bronchiti, ecc.). I danni alla vegetazione (maculatura fogliare e arresto della crescita) e ai materiali (corrosione) sono dovuti essenzialmente alla partecipazione di questo inquinante nella formazione delle cosiddette piogge acide. Dall ossidazione dell anidride solforosa si origina l anidride solforica o triossido di zolfo che reagendo con l acqua, sia liquida che allo stato di vapore, origina rapidamente l acido solforico, responsabile in gran parte del fenomeno delle piogge acide. Dato che la reazione di ossidazione che conduce alla formazione dell anidride solforica è molto lenta, e data la reattività di questo composto con l acqua, in genere la concentrazione del triossido di zolfo varia fra l 1 e il 5% della concentrazione del biossido di zolfo (che viene considerato l inquinante di riferimento). 0019_RAPAMB_00 29

31 A livello normativo esiste un limite proposto dal Decreto Legislativo 21 maggio 2004, n. 171 intitolato "Attuazione della direttiva 2001/81/CE relativa ai limiti nazionali di emissione di alcuni inquinanti atmosferici" che fissa un limite di emissione da raggiungere entro il 2010 di tonnellate di biossido di zolfo. Considerato che la superficie del territorio italiano è di Km 2 si ottiene un valore medio al Km 2 di 1576 Kg/anno/Km 2. Complessivamente nel territorio comunale la situazione appare positiva, con valori di emissione nettamente inferiori al valore di riferimento EMISSIONI DI BENZENE Il benzene è un idrocarburo, appartenente al gruppo dei Composti Organici Volatili Non Metanici (COVNM), la cui presenza in atmosfera deriva da processi di combustione incompleta di combustibili fossili. La formazione di benzene avviene generalmente nelle zone della camera di combustione dove la temperatura è più bassa e la combustione non avviene completamente. La fonte di emissione principale di questo inquinante è costituita dal traffico veicolare, in particolare dai veicoli non catalizzati, da alcuni processi industriali, dall impiego di solventi e agenti sgrassanti. Il benzene è cancerogeno per l uomo se inalato o ingerito attraverso sostanze contaminate. Il valore di riferimento in questo caso è stato assunto pari alla media provinciale che risulta di 31 Kg/anno/Km 2. Nel territorio del comune di San Martino di Venezze la produzione di Benzene è superiore alla media provinciale solamente negli ambiti più densamente urbanizzati, essi tuttavia occupano una porzione molto limitata del territorio comunale _RAPAMB_00

32 In riferimento alla richiesta di integrazioni avanzata dalla Regione Veneto in data protocollo n E avente per oggetto il Rapporto Ambientale del PAT del comune di San Martino di Venezze (RO) si allega al presente capitolo specifica integrazione. Aria Qualità dell aria Per l analisi della qualità dell aria a livello comunale è da dirsi che sul territorio di San martino di Venezze non sono presenti centraline di monitoraggio fisse, ma nell anno 2011 ARPAV ha svolto una campagna di indagine con mezzi mobili con la collaborazione dell amministrazione locale, di cui si riportano di seguito gli esiti. Le campagne di monitoraggio con il mezzo mobile sono generalmente programmate per un periodo temporale di circa giorni distribuite nel periodo invernale (ottobre-marzo), per focalizzare l attenzione sulle emissioni antropogeniche e misurare gli inquinanti primari e secondari non fotoindotti (con particolare riferimento al particolato atmosferico PM10), e nel semestre estivo (aprilesettembre) più indicato per lo studio di inquinanti d origine fotochimica in condizioni di elevato rimescolamento atmosferico (con particolare riferimento all Ozono, O3). 0019_RAPAMB_00 31

33 Per il comune di San Martino di Venezze, nei periodi dal al (semestre estivo) e dal al (semestre invernale), si è svolta un indagine sulla qualità dell aria con la stazione rilocabile nella posizione riportata di seguito. La stazione rilocabile è dotata di analizzatori in continuo per il campionamento e la misura degli inquinanti chimici previsti dalla normativa e più precisamente: monossido di carbonio (CO) anidride solforosa (SO2) ossidi di azoto (NOx) e biossido di azoto (NO2) ozono (O3) particolato PM 10 (campionamento manuale) Sul particolato PM10 si è provveduto inoltre a determinare la concentrazione di microinquinanti: metalli pesanti (mercurio, arsenico, nichel, cadmio, piombo) IPA (Idrocarburi Policiclici Aromatici) (come Benzo[a]Pirene BaP). Sono stati inoltre misurati in continuo alcuni parametri meteorologici (funzionali esclusivamente all interpretazione dei dati analitici) quali temperatura, umidità relativa, pressione atmosferica, velocità del vento prevalente, direzione del vento prevalente e globale _RAPAMB_00

34 Le analisi manuali sono state eseguite in collaborazione con il Dipartimento Regionale Laboratori di ARPAV. Infine sono state realizzate: 1 campagna estiva di 42 giorni (suddivisa in 6 campionamenti: dal 22 luglio al 1 settembre 2011) ed 1 campagna invernale di 41 giorni (suddivisa in 6 campionamenti: dal 25 novembre 2011 al 4 gennaio 2012) dedicata all indagine degli inquinanti volatili organici (detti BTEX ossia Benzene, Etilbenzene, Toluene e Xilene) mediante l impiego di Radielli, che utilizzano la tecnica del campionamento passivo. Verrà fornita, a confronto con S. Martino di Venezze, l indicazione dei valori medi registrati nel medesimo periodo di tempo presso la stazione fissa più vicina spazialmente e compatibile dal punto di vista dell intorno antropizzato. Pertanto, nel caso specifico di S.Martino di Venezze, verrà effettuato un confronto dei dati con la centralina fissa di Borsea. Analisi dei risultati per il materiale particolato PM10 Per il PM10 la normativa impone due valori limite, uno su base annuale (40 μg/m 3 ) e uno su base giornaliera (50 μg/m 3 ) da non superare più di 35 volte in un anno. La nuova direttiva europea (2008/50/CE) recepita a livello nazionale col D.Lgs. 155/2010, introduce degli standard di riferimento anche per il PM2.5. Il valore limite, espresso come media annuale da rispettare entro il 2015, è pari a 25 μg/m 3. La stazione rilocabile di monitoraggio della qualità dell aria in S. Martino di Venezze è stata confrontata con la stazione di riferimento più vicina, ovvero con la centralina fissa di Borsea, classificata quale stazione di background suburbano, come indicato nel D.M. 20/05/1991 (abrogato dal D.Lgs. 351/99). (vedi a fine paragrafo i grafici: 1a-1b e le tabelle: 1a-1b) 0019_RAPAMB_00 33

35 Periodo estivo (20/07/11 31/08/11) I dati di PM10 registrati nel periodo estivo a S. Martino di Venezze hanno un valore medio pari a 25.3 g/m 3 con 0 superamenti del valore limite (di 50 g/m 3 da non superare più di 35 volte all anno). Presso la stazione di Borsea abbiamo un valore medio di PM10 pari a 23.9 g/m 3 con 0 superamenti del valore limite. Periodo invernale (24/11/11 04/01/12) _RAPAMB_00

36 Per quanto riguarda il periodo invernale le medie di PM10 hanno un valore di 63.9 g/m 3 a S. Martino di Venezze e 67.0 g/m 3 a Borsea. Si rilevano 29 superamenti del valore limite di 50 g/m 3 sia a S. Martino di Venezze che a Borsea. Analisi tra dati PM10 di stazioni diverse Come si rileva dai grafici sottostanti, le serie di dati di PM10 nei 2 siti variano in modo discretamente omogeneo, sia nel periodo estivo che invernale: è possibile dimostrare tale legame rappresentando i dati in un grafico a dispersione ed evidenziando la retta che meglio approssima l insieme di dati (retta di regressione lineare). Il coefficiente R2 indicato nel grafico seguente dà una indicazione della qualità di approssimazione della funzione lineare: quanto più un valore è prossimo ad 1 tanto maggiore è il livello di somiglianza dei dati. Nel caso specifico dei dati di PM10 nel sito di S. Martino di Venezze e nel sito di riferimento di Borsea, si evidenzia la buona linearità della funzione nel periodo estivo (91% dei dati) che può essere rappresentata con una funzione lineare con Coefficienti R2 = 0,91; e anche nel periodo invernale (89%) con R2 =0,89. Quindi i due siti possono essere considerati omogenei. 0019_RAPAMB_00 35

37 E possibile dare una indicazione sul legame tra serie di dati, nell ipotesi di insiemi di dati numerici bivariati, esprimendo la dipendenza (correlazione) tra un parametro e un altro con il coefficiente di correlazione lineare. Nel caso specifico possiamo confermare la discreta dipendenza tra i dati di PM10 di S. Martino di Venezze e Borsea (i valori del coefficiente di correlazione possono variare tra 0 e 1): si evidenzia un coefficiente di correlazione di 0,95 per il periodo estivo e un coefficiente di correlazione di 0,94 nel periodo invernale _RAPAMB_00

38 In conclusione, vista la buona correlazione tra i dati di PM10 si può ipotizzare l andamento nel Comune di S. Martino di Venezze per tutto l anno 2011 conoscendo l andamento delle registrazioni annue del sito di riferimento di Borsea. Per l anno 2011 il valore medio di PM10 nel sito fisso di riferimento di Borsea (n giorni validati= 349 giorni, pari al 95.6 %) risulta pari a 40.5 mg/m 3. Detto valore supera leggermente il limite annuale per l esposizione cronica ai PM10 previsto per legge, pari a 40 mg/m 3. Per quanto riguarda l esposizione acuta, a Borsea nel 2011 sono stati rilevati 90 giorni di superamento del valore 50 mg/m 3 e quindi abbiamo un superamento del limite di legge (35 superamenti ammessi del valore di 50 mg/m 3 di PM10 nell anno civile). Visto il grado di omogeneità dei dati tra le 2 stazioni considerate si può ipotizzare che nel 2011 presso il Comune di S. Martino di Venezze si sia prossimi al limite di legge per l esposizione cronica ai PM10, mentre ci sia un netto superamento dei limiti relativi all esposizione acuta. 0019_RAPAMB_00 37

39 _RAPAMB_00

40 f.s.= fuori servizio 0019_RAPAMB_00 39

41 _RAPAMB_00

42 Analisi dei risultati del monitoraggio degli inquinanti: CO, NO2, NOx, SO2, O3, benzene Monossido di Carbonio (CO) Il valore limite previsto dal D.Lgs. 155/2010 è pari a 10 mg/m 3 inteso come massima giornaliera delle medie di 8 ore. Il monossido di carbonio è un caratteristico prodotto dei gas di scarico dei veicoli a motore, in particolare delle autovetture a benzina e quindi la riduzione delle concentrazioni di questo inquinante in atmosfera e attribuibile al miglioramento tecnologico degli automezzi e all attenzione posta negli ultimi anni, sia a livello nazionale che locale, al controllo delle emissioni autoveicolari. La seguente tabella 2 riporta i massimi giornalieri delle medie su fasce di 8 ore, relativi al periodo estivo ed al periodo invernale. Nei grafici 2a e 2b sono rappresentati gli andamenti delle concentrazioni di CO presso la centralina di S. Martino di Venezze. Tutti i valori registrati sono notevolmente inferiori al valore limite di legge di 10 mg/m 3. In sostanza, quindi, la situazione relativamente al monossido di carbonio si presenta buona (anche nelle altre stazioni di misura ARPAV a livello provinciale), con valori bassi rispetto al limite di legge. 0019_RAPAMB_00 41

43 _RAPAMB_00

44 Biossido di Azoto (NO 2 ) Il trend delle concentrazioni medie mensili è di tipo stagionale, con valori in aumento a partire dai mesi di ottobre e novembre e con dati più elevati nei mesi propriamente invernali. Per quanto riguarda il trend delle medie annuali di NO 2 si nota, in questi ultimi anni, un assestamento e una sostanziale stabilizzazione, aspetto che può essere spiegato considerando la multireferenzialità di questo inquinante che vede fra le fonti il complesso dei processi di combustione, dovuti al traffico veicolare, agli impianti di riscaldamento, agli impianti industriali e anche alla movimentazione dei mezzi agricoli. 0019_RAPAMB_00 43

45 Il valore limite annuale per il biossido di azoto (NO 2 ) in base al nuovo D. Lgs. 155/2010 inteso come media annuale e di 40 mg/m 3, mentre il valore limite orario da non superare più di 18 volte l anno è di 200 mg/m 3. Infine per quanto riguarda l esposizione acuta la soglia di allarme oraria e di 400 mg/m 3. Il confronto con i limiti di legge indica che presso la stazione rilocabile di San Martino di Venezze (come presso la centralina fissa di Borsea) nei 2 periodi di campionamento del 2011 vi è stato il rispetto del valore limite orario e della soglia di allarme. Per quanto riguarda l esposizione cronica, la media annua presso Borsea nel 2011 indica un valore di 25.6 mg/m 3 (N giorni validati=364). Mentre, limitatamente ai periodi di monitoraggio considerati, a S. Martino di Venezze la media è di 29 mg/m 3 nel periodo estivo (a confronto, nel medesimo periodo temporale, il valore c/o Borsea è 28 mg/m3) e 58 mg/m 3 nel periodo invernale (confrontato con Borsea nel medesimo periodo temporale è di 65 mg/m 3 ). Pertanto, essendo abbastanza omogenei i dati delle 2 stazioni, si può affermare il rispetto della media annua per il 2011 per il parametro NO 2 anche a S. Martino di Venezze. La tabella 3 riporta i valori massimi giornalieri di NO 2 registrati nel periodo invernale e nel periodo estivo a S.Martino; l andamento dell inquinante è visualizzato nei grafici 3a e 3b, e confrontato con l andamento NO 2 c/o la centralina fissa di Borsea nei grafici 3c e 3d _RAPAMB_00

46 0019_RAPAMB_00 45

47 _RAPAMB_00

48 0019_RAPAMB_00 47

49 Ossidi di Azoto (NOx) Gli ossidi di azoto, prodotti principalmente nelle reazioni di combustione generate dalle attività industriali, dal traffico e dal riscaldamento, costituiscono ancora un parametro da tenere sotto stretto controllo per tutelare la salute umana e gli ecosistemi. In particolare, in relazione alla protezione della vegetazione, e in vigore un Livello Critico per gli NOx (intesi come somma di NO e NO2), pari a 30 mg/m3 e calcolato come media delle concentrazioni orarie dal 1 gennaio al 31 dicembre. La tabella 4 e i grafici 4a e 4b riportano i valori rilevati e l andamento nei periodi (estivo ed invernale) di campionamento presso la centralina di S. Martino di Venezze e quella fissa di riferimento di Borsea. Si nota un andamento similare tra i dati delle 2 centraline. La media annua presso la stazione di riferimento di Borsea risulta pari a 49.2 mg/m 3 (N giorni validati=364); si conferma quindi il superamento del limite di legge per la protezione dell ecosistema (valore medio annuo) di 30 mg/m 3 a Borsea e si ipotizza anche presso S. Martino un valore prossimo al limite. I valori medi di NOx nei periodi considerati, per S. Martino di Venezze e Borsea, sono rispettivamente: 18 e 13 mg/m 3 nel periodo estivo; 115 e 139 mg/m 3 nel periodo invernale _RAPAMB_00

50 0019_RAPAMB_00 49

51 Biossido di zolfo (SO 2 ) Il valore limite orario previsto dal D.Lgs. 155/2010, inteso come media oraria da non superarsi più di 24 volte nell arco dell anno, è pari a 350 μg/m 3. Vi e anche un valore limite giornaliero, pari a 125 μg/m 3 da non superarsi più di 3 volte l anno, ed una soglia di allarme pari a 500 μg/m 3. Infine è previsto un Livello Critico di protezione della vegetazione inteso come media annuale e media invernale (da 1ottobre a 31 marzo) pari a 20 μg/m _RAPAMB_00

52 Le concentrazioni di biossido di zolfo rilevate, di molto inferiori a tutti i limiti previsti dall attuale normativa, testimoniano una riduzione dell impiego di combustibili fossili contenenti zolfo (gasolio e olio combustibile) sia negli impianti di riscaldamento che nelle caldaie industriali, sostituiti progressivamente da impianti a metano e dal teleriscaldamento. Probabilmente sulla situazione attuale incide anche l impiego di combustibile diesel a basso tenore di zolfo per l autotrazione. La tabella 5 riporta i valori medi giornalieri di SO 2 registrati nel periodo estivo e nel periodo invernale. Andamento dell inquinante riportato nei grafici 5a e 5b. In nessun caso vi sono stati superamenti dei valori limite per esposizione acuta di 500, 350 e 125 mg/m 3 previsto dalla normativa vigente. Gli andamenti sono similari a quelli registrati presso la stazione di riferimento di Borsea mostrati nei grafici 5c e 5d. La media annua (2011) dei valori giornalieri rilevati presso la centralina fissa di riferimento di Borsea risulta essere pari a 1.2 μg/m 3 con N=363 giorni validi monitorati. 0019_RAPAMB_00 51

53 _RAPAMB_00

54 0019_RAPAMB_00 53

55 Ozono (O 3 ) La concentrazione di fondo alle nostre latitudini varia fra 0.03 e 0.07 ppm, anche se nell ultimo secolo è praticamente raddoppiata; nelle zone industriali ed urbane aumenta al ritmo dell 1-2 % all anno. Per le valutazioni delle concentrazioni di ozono si fa riferimento al D.Lgs.155/2010, che individua valori obiettivi, obiettivi a lungo termine e valori soglia _RAPAMB_00

56 Per valore obiettivo s intende quel livello fissato al fine di evitare a lungo termine effetti nocivi sulla salute umana e/o sull ambiente nel suo complesso, da conseguirsi per quanto possibile entro un dato periodo di tempo. Per obiettivo a lungo termine è invece da intendersi la concentrazione di ozono nell aria al di sotto della quale si ritengono improbabili, in base alle conoscenze scientifiche attuali, effetti nocivi diretti sulla salute umana e/o sull ambiente nel suo complesso. Le tabelle 6 e 7 riportano i valori massimi giornalieri e i massimi giornalieri della media mobile su 8 ore per l Ozono (O 3 ), relativi al periodo estivo e al periodo invernale presso la stazione di S. Martino di Venezze e quella di Borsea. Nei grafici 6a e 6b sono rappresentati gli andamenti delle suddette concentrazioni di O 3 su S. Martino di Venezze. Mentre nei grafici 6c e 6d si propone un confronto con la centralina di riferimento di Borsea rispetto all obiettivo a lungo termine dei 120 mg/m 3. Come già illustrato in precedenza, le concentrazioni di ozono sono strettamente correlate ad alcuni parametri meteorologici: i mesi estivi giugno, luglio e agosto sono da considerarsi mesi critici per l inquinante in esame in quanto caratterizzati da una radiazione solare globale più intensa, da un numero maggiore di ore di insolazione diurna e da temperature elevate. Nella fattispecie durante il periodo di monitoraggio invernale non si sono verificati superamenti della soglia di informazione pari a 180 mg/m 3, mentre nel periodo estivo c è stato 1 giorno di superamento a S. Martino di Venezze con un valore di 184 mg/m 3 ( il 23/08/2011). A Borsea nello stesso periodo temporale non sono stati rilevati superamenti della soglia di informazione. Come evidenziato dal confronto di dati misurati a S. Martino di Venezze e a Borsea (tabella 7), per entrambe le stazioni, nel periodo estivo, vi sono stati dei superamenti del valore obiettivo a lungo termine per la protezione della salute umana (massimo giornaliero della media mobile di 8 ore: 120 mg/m 3 ) (27 giorni a S. Martino e 19 giorni a Borsea). 0019_RAPAMB_00 55

57 _RAPAMB_00

58 0019_RAPAMB_00 57

59 _RAPAMB_00

60 Benzene (C 6 H 6 ) Il valore limite previsto dal D.Lgs.155/2010, espresso come media annua, è pari a 5 μg/m 3. Per l anno 2011 si presentano di seguito i dati desunti nell ambito del campionamento passivo tramite Radielli. Il valore medio rilevato nelle 12 settimane a S. Martino di Venezze è 2.6 μg/m _RAPAMB_00 59

61 Analogamente al monossido di carbonio, anche per il benzene l andamento generalmente osservato è probabilmente da attribuirsi al miglioramento tecnologico degli automezzi e all attenzione posta negli ultimi anni, sia a livello nazionale che locale, al controllo delle emissioni autoveicolari. Il giudizio complessivo per questo inquinante deve tuttavia essere prudenziale in virtù dell elevato gradiente spaziale che, in alcuni momenti ed in alcune zone particolarmente critiche per il traffico, può portare a registrarne concentrazioni estemporanee intorno al limite di legge. Benzene, Toluene, Etilbenzene, Xileni (BTEX) Analisi dei risultati del monitoraggio dei microinquinanti: metalli ed IPA Metalli (piombo, arsenico, cadmio, nichel) Allo stato attuale, la normativa vigente definisce dei valori limite (o valori obiettivo) per gli elementi pesanti sopracitati, come indicato nelle tabelle di pagina seguente. I limiti per tutti gli elementi analizzati risultano abbondantemente rispettati. Dall analisi dei dati è emerso che tutti i metalli hanno fatto registrare medie annuali, calcolate in base al numero di campioni prelevati, decisamente inferiori ai rispettivi valori obiettivo (per il piombo si parla di valore limite) con dati spesso inferiori al limite di rilevabilità strumentale. Pertanto a S. Martino di Venezze, come in altre aree monitorate della Provincia di Rovigo, si registra una situazione media in cui le misure continuative non sono strettamente necessarie, ma è sufficiente l utilizzo di tecniche di modellizzazione o di stima obiettiva. Riguardo ai livelli di metalli rinvenuti, il confronto dei dati regionali con quelli di letteratura indica che le concentrazioni sono mediamente in linea con quelle rilevate tipicamente in Europa in aree urbane o rurali. Specificamente, per quanto riguarda il Nichel in Europa i livelli di background si attestano nel range ng/ m 3 per le aree rurali, ng/ m 3 per le aree urbane, inclusi i siti da traffico, e ng/ m 3 per i siti industriali. Le concentrazioni osservate sono in linea con tipici valori di aree urbane europee e rurali/urbane negli Stati Uniti. Per l Arsenico, i valori medi sono confrontabili con i valori medi rilevati in aree rurali in altri siti europei e con quelli rilevati negli Stati Uniti in aree remote (1-3 ng/ m 3 ). I livelli di background in Europa sono _RAPAMB_00

62 stimati nei range ng/ m 3 in aree rurali, ng/ m 3 in aree urbane e con massimi di 50 ng/ m 3 in siti industriali. ll Cadmio ha fatto registrare valori medi annuali in linea anche in questo caso con i range di valori riportati per le aree rurali in Europa. Infine il Piombo ha dato valori molto bassi rispetto al valore limite (500 ng/m 3 ) e in linea con quanto riportato in letteratura come background urbano. 0019_RAPAMB_00 61

63 Idrocarburi Policiclici Aromatici Il monitoraggio sistematico degli IPA viene effettuato sul particolato PM10. Gli IPA ricercati sono i seguenti: benzo(a)antracene, benzo(a)pirene, benzo(b)fluorantene, benzo(k)fluorantene, crisene, dibenzo(a,h)antracene, indeno(1,2,3-c,d)pirene, benzo(ghi)perilene, compresi tra i 16 IPA classificati dall EPA come priority pollutants. Il riferimento per la valutazione di questi dati ad oggi è il D.Lgs. 155/2010 che recepisce la Direttiva europea 2008/50/CE, il quale fissa un valore obiettivo per il benzo(a)pirene pari a 1 ng/m 3 come media annuale. Osservando i dati riportati nelle seguenti tabelle appare ben visibile la dipendenza stagionale di questa classe di inquinanti. Pur nella brevità della serie, si nota anche che le concentrazioni di benzo(a)pirene misurate nel periodo invernale sono nettamente superiori a quelle rilevate nel periodo estivo _RAPAMB_00

64 Come si vede nella tabella seguente, nel periodo invernale (24/11 4/01/2012) la concentrazione di BaP e degli altri IPA monitorati è sempre risultata superiore al limite di rilevabilità di 0.1 ng/ m 3. Probabilmente ciò è dovuto al maggiore consumo di combustibili fossili in questo periodo dell anno (riscaldamento e autoveicoli) nonchè alle condizioni meteo sfavorevoli alla dispersione degli inquinanti atmosferici. 0019_RAPAMB_00 63

65 Conclusioni Il monitoraggio effettuato nel 2011 a S. Martino di Venezze ha rilevato che le concentrazioni degli inquinanti SO 2, NO 2, CO e Benzene, riferite ai periodi temporali di misura, rientrano abbondantemente nei limiti previsti dalle normative vigenti. I valori misurati nel periodo di monitoraggio per gli ossidi di azoto (NOx) risultano essere superiori al livello critico previsto nel D.Lgs. 155/2010 (30 mg/m 3 ) come valore medio annuo per la protezione dell ecosistema _RAPAMB_00

66 Per quanto riguarda l ozono (O 3 ) si e rilevato nel periodo di monitoraggio estivo un solo superamento della soglia di informazione (180 mg/m 3 ). Mentre per entrambe le stazioni ci sono stati diversi superamenti dell obiettivo a lungo termine dei 120 mg/m 3. Relativamente ai dati sul particolato inalabile (PM10) a S. Martino di Venezze si riscontra nel 2011 che: nel periodo estivo su 41 giorni di misura validati non sono stati rilevati giorni di superamento del valore limite di 24 ore (50 mg/m 3 ) per la protezione della salute umana dalle polveri inalabili PM10 (da non superarsi per più di 35 giorni/anno), con un valore medio di periodo pari a 25.3 mg/m 3 ; nel periodo invernale si sono rilevati 29 superamenti dei valori limite giornalieri su 38 giorni validati (76.3 % giorni di superamento) ed un valore medio di periodo pari a 63.9 mg/m 3. Data la buona correlazione dei dati PM10 tra le centraline di a S. Martino di Venezze e Borsea, si può affermate che probabilmente i limiti di esposizione acuta sono stati superati anche a S. Martino di Venezze nel 2011, così come in molte altre aree del territorio provinciale/regionale. Nella centralina di Borsea durante l anno 2011 sono stati rilevati 90 giorni di superamento del Valore Limite di 50 mg/m3 da non superare per legge più di 35 volte l anno. Per quanto riguarda il limite di esposizione cronica, o meglio il Valore Limite come media annuale (pari a 40 mg/m 3 ) probabilmente si è prossimi, in base ad un confronto con i dati della centralina fissa di Borsea presa come riferimento: media annua pari a 40.5 mg/m 3 con N=349 giorni validi monitorati. 0019_RAPAMB_00 65

67 Scheda sintetica di valutazione La scheda ha l obiettivo di presentare in forma sintetica una valutazione riassuntiva dello stato di qualità dell aria nel sito di S. MARTINO DI VENEZZE durante il periodo di monitoraggio Nella scheda sono riportati gli indicatori, il riferimento normativo (ove applicabile) ed il relativo giudizio sintetico _RAPAMB_00

68 Nella legenda seguente sono rappresentati i simboli utilizzati per esprimere in forma sintetica le valutazioni sopra ricordate. La scheda ha l obiettivo di presentare in forma sintetica una valutazione riassuntiva dello stato di qualità dell aria nel sito di S. Martino di Venezze durante il periodo di monitoraggio Nella scheda sono riportati gli indicatori, il riferimento normativo (ove applicabile) ed il relativo giudizio sintetico. Nella legenda seguente sono rappresentati i simboli utilizzati per esprimere in forma sintetica le valutazioni sopra ricordate. 1 1 L approfondimento relativo al comparto Aria è tratto da: ARPAV MONITORAGGIO DELLA QUALITA DELL ARIA MEDIANTE STAZIONE RILOCABILE Sito di S. Martino di Venezze - c/o Campo sportivo in Via D. Alighieri Anno _RAPAMB_00 67

69 6.2 CLIMA Per quanto riguarda il macrosettore relativo al clima, la maggiore criticità è corrispondente all effetto serra, pertanto gli indicatori utilizzati sono relativi ai gas maggiormente responsabili di tale fenomeno. Tutti i dati riportati sono stati desunti dal quadro conoscitivo regionale e sono relativi all anno Come per il comparto relativo all aria, anche in questo caso sono state valutate le emissioni, cioè le quantità prodotte. Rilevare le concentrazioni infatti risulta inutile. A livello comunale la situazione appare decisamente positiva, nel complesso la produzione di Co 2 è decisamente inferiore alla media provinciale. Anche la produzione di metano vede un picco nell area agricola, ma questo è dovuto essenzialmente alle attività agricole presenti. Il presente rapporto ambientale tralascia la descrizione delle condizioni meteorologiche della zona, in quanto e evidente che esse non possono subire variazioni significative dovute all attuazione del PAT. Per una descrizione sommaria si rimanda a quanto riportato nella Relazione Ambientale EMISSIONI DI ANIDRIDE CARBONICA L anidride carbonica è la principale responsabile dell effetto serra. La radiazione emessa dal Sole, dopo aver attraversato l atmosfera, giunge sulla Terra illuminandola e riscaldandola. La Terra assorbe le radiazioni solari e ne emette una parte verso l alto sotto forma di radiazione infrarossa. L atmosfera assorbe parzialmente la radiazione infrarossa attraverso le molecole di vapore acqueo, anidride carbonica ed altri gas minori, e la riemette nuovamente verso la Terra riscaldandola ulteriormente e rendendo possibile la vita terrestre. L effetto serra dunque è di per sé un fenomeno naturale e benefico, poiché senza di esso la temperatura media della superficie terrestre sarebbe di circa 19 sotto lo zero. I gas dell atmosfera responsabili dell effetto serra naturale sono: vapore acqueo, anidride carbonica, metano, ossido nitroso, ozono. L anidride carbonica, oltre ad intervenire in numerosi processi biologici quali la fotosintesi clorofilliana, attraverso la quale viene utilizzata dalle piante verdi come alimento, contribuisce a regolare il naturale effetto serra del pianeta. La quantità di anidride carbonica ottimale è garantita dalla presenza di piante verdi, in particolare dalle grandi foreste, e attraverso l assorbimento da parte degli oceani. Nell ultimo secolo tuttavia il fenomeno dell effetto serra si è intensificato ed ha provocato un aumento della temperatura media del Pianeta. L incremento dei gas serra riguarda in modo particolare l anidride carbonica che viene prodotta in tutti i fenomeni di combustione legati alle attività umane (attività industriali, emissioni degli autoveicoli, produzione di energia elettrica). L incremento di anidride carbonica dipende inoltre, anche se indirettamente, dalla deforestazione. Ogni forma di combustione promossa dall uomo (motori, riscaldamento, ecc) richiede una cospicua quantità di ossigeno: la produzione di CO2 che ne consegue sposta l equilibrio tra i due gas a favore di quest ultimo, fenomeno che le piante non riescono ad uguagliare attraverso la produzione di ossigeno. Nel territorio del PAT le emissioni risultano decisamente al di sotto della media provinciale, (pari a Kg/anno/Km 2 ) _RAPAMB_00

70 6.2.2 EMISSIONI DI PROTOSSIDO DI AZOTO Il protossido di azoto è un gas responsabile sia dell effetto serra che dell assottigliamento dello strato di ozono atmosferico. L emissione di protossido di azoto è aumentata di circa il 50% dall era pre-industriale ad oggi. Pur essendo caratterizzato da emissioni inferiori rispetto al biossido di carbonio, influisce in maniera significativa sui cambiamenti climatici perché ha un GWP ( Global Warming Potential o Potenziale di Riscaldamento Globale) pari a 310. Il protossido di azoto viene emesso sia da sorgenti naturali, soprattutto suolo ed acqua, che da sorgenti antropiche, in particolare l utilizzo di combustibili fossili, le pratiche di lavorazione del terreno in agricoltura. Altre sorgenti di protossido di azoto sono la combustione dei rifiuti all interno di impianti di termotrattamento e i processi di nitrificazione e denitrificazione dell azoto di origine organica che avvengono nelle acque di fognatura. Le fonti prevalenti sono dunque rappresentate generalmente dagli impianti di combustione civili, le attività agricole e il traffico veicolare, ma nel territorio del PATI, a prevalente vocazione agricola, sono le attività legate al settore primario a dare il maggior contributo alle emissioni comunali di protossido di azoto. Per quanto concerne le emissioni di N2O legate all agricoltura, queste dipendono principalmente dagli allevamenti zootecnici, in conseguenza degli stoccaggi delle deiezioni, delle emissioni dirette prodotte con la somministrazione di azoto tramite l utilizzo dei reflui sui terreni a destinazione agricola e di quelle indirette dovute alle deposizioni di NH3 e NOX e ai fenomeni biochimici ad esse correlate (processi anaerobici di denitrificazione). Le concentrazioni di protossido di azoto superano i valori riferiti alla media provinciale solo nell ATO a destinazione agricola in cui le pratiche di lavorazione del terreno risultano prevalenti. 0019_RAPAMB_00 69

71 6.2.3 EMISSIONI DI METANO Anche il metano contribuisce al fenomeno di surriscaldamento del pianeta. Esistono diverse fonti di metano atmosferico: in ordine di importanza le paludi, i combustibili fossili, le discariche, gli animali ruminanti, le risaie e la combustione di biomassa. Il metano ha un potenziale di riscaldamento globale più grande dell'anidride carbonica, circa 25 volte, tuttavia le emissioni sono inferiori rispetto a quelle dell'anidride carbonica. Si stima che il metano produca circa un terzo di quantità del riscaldamento globale proveniente dall'anidride carbonica. Riguardo all attività zootecnica, attraverso gli allevamenti intensivi, si disperdono in atmosfera ingenti quantità di metano (CH 4 ). Basti pensare che i bovini allevati producono circa 80 milioni di tonnellate di metano all anno (il 15-20% delle emissioni globali). Le emissioni di metano derivano dai processi digestivi degli animali ma, soprattutto, dai fenomeni di degradazione anaerobica delle deiezioni che si verificano a carico della sostanza organica contenuta nelle deiezioni durante la conservazione prima dell utilizzazione agronomica delle stesse. Solamente le coltivazioni di riso producono in totale circa 40 milioni di tonnellate di metano all'anno. Nel territorio del PAT le emissioni di metano sono elevate e superano la media provinciale solamente nell ambito a prevalenza agricola, dove sono situati gli allevamenti zootecnici. Si precisa però che nel territorio comunale non sono presenti allevamenti zootecnici intensivi, né di rilevante importanza, considerando che l azienda più dotata, collocata in ATO 03 possiede al massimo 30 capi _RAPAMB_00

72 In riferimento alla richiesta di integrazioni avanzata dalla Regione Veneto in data protocollo n E avente per oggetto il Rapporto Ambientale del PAT del comune di San Martino di Venezze (RO) si allega al presente capitolo specifica integrazione. Il clima del comune di San Martino di Venezze può essere classificato come temperato umido, analogamente al resto del territorio polesano. La precipitazione media annua del Polesine (in cui ricade geograficamente il comune di San Martino di Venezze) è fra le più basse del Veneto; mediamente la provincia di Rovigo ha un apporto idrico compreso fra i 600 ed i 700 mm annui. L oscillazione fra le annate più ricche di pioggia e quelle più secche fa oscillare la provincia fra i 500 mm /anno e gli mm /anno. La distribuzione delle piogge è piuttosto omogenea nell arco dell anno e questo fa sì che il clima si configuri come generalmente umido. In queste condizioni non è possibile identificare una stagione secca ed una stagione delle piogge. La stagione invernale (dicembre febbraio) è caratterizzata da una scarsità di precipitazioni; quella primaverile ha invece un numero maggiore di giorni piovosi ed un incremento della quantità delle precipitazioni. I mesi di giugno e luglio, per effetti climatici generali (anticiclone delle Azzorre), risultano essere fra i meno piovosi dell anno. Il mese di agosto, invece, risulta essere mediamente il più piovoso dell anno a causa essenzialmente dell intensa attività temporalesca. Di seguito si riportano i dati della piovosità media per l anno 2011 relativi alla stazione metereologica di Villadose: 0019_RAPAMB_00 71

73 In merito alle precipitazioni la tendenza che emerge è una minore piovosità media, confermata anche dagli ultimi dati 2011 relativi alla stazione di Villadose. La stagione più piovosa risulta essere quella autunnale, con tendenza a valori delle precipitazioni più elevati rispetto al passato; al contrario sembra consolidarsi la tendenza ad inverni e primavere più secchi e meno interessati da precipitazioni. Scarto in % delle precipitazioni del 2011 rispetto alla media generale Dall'analisi dei dati pluviometrici spazializzati (tavola degli scarti in %) risulta che nel 2011 si son registrati per lo più valori di precipitazione inferiori alla media, con scarto percentuale più marcato sulla _RAPAMB_00

74 fascia della pianura centro-meridionale orientale, in prossimità proprio del Comune di San Martino di Venezze. Per quanto concerne le temperature massime estive, queste sono distribuite più o meno uniformemente nella Provincia, con la temperatura massima registrata nella bassa pianura dove la circolazione dei venti risulta più scarsa. Nel periodo invernale invece le temperature massime si spostano verso nord in quanto la zona della bassa pianura è interessata dalle nebbie e conseguentemente da un minor riscaldamento. Per l analisi delle temperature di riferimento per il comune di San martino di Venezze si considerano le registrazioni di temperature avvenute nella stazione di Villadose nell anno Scarto in C delle temperature del 2011 rispetto alla media general 0019_RAPAMB_00 73

75 6.3 ACQUA Per quanto riguarda la qualità dei corpi idrici superficiali si fa riferimento ai dati forniti da ARPAV (anno 2003) secondo i quali il fiume Adige si colloca in Classe II (ambiente leggermente inquinato), mentre lo scolo Ceresolo è compreso tra le classi III e IV, quindi tra ambiente inquinato e molto inquinato. È evidente che la azioni strategiche del singolo PAT non saranno mai in grado di migliorare la qualità delle acque (esclusivamente di transito nel territorio comunale), tuttavia possono influire sulla rete minore agendo sulle cause dell inquinamento. Ciò premesso e considerato che tra gli obiettivi assunti vi è il controllo delle fonti inquinanti e l adeguamento dei sistemi di depurazione degli insediamenti produttivi e civili, si è deciso di utilizzare opportuni indicatori in grado di monitorare le fonti potenziali di pressione, e cioè il carico trofico potenziale di azoto e fosforo, il carico organico civile ed industriale, e la presenza di discariche. Essi infatti permettono di verificare la produzione di inquinanti che sta alla base dell inquinamento dei corpi idrici superficiali e sotterranei. Tali carichi sono definiti potenziali in quanto in presenza di sistemi di collettamento e impianti depurazione perfettamente efficienti, oppure nel caso di un agricoltura sostenibile, il carico inquinante effettivo sarebbe nullo o quasi. Il Comune di San Martino di Venezze dispone di una rete fognaria di tipo prevalentemente misto gestita completamente da POLESINE ACQUE Spa gestore del Servizio Idrico Integrato (S.I.I. ) comunale. Tale rete copre solo alcune porzioni del territorio urbanizzato soprattutto in prossimità dei centri abitati del capoluogo e delle frazioni. Essa trova recapito nell impianto di depurazione comunale del capoluogo ed in quello di Beverare. I problemi principali sono relativi all impianto del capoluogo al quale confluiscono portate superiori alla sua capacità depurativa. Inoltre la frazione bianca nelle condotte che ricevono le acque reflue urbane è decisamente consistente; essa viene prodotta sia dalle acque meteoriche collettate in rete durante le precipitazioni, sia dalle acque parassite dovute alle infiltrazioni attraverso i giunti delle condotte (soprattutto in cemento) dell acqua di falda che nel territorio raggiunge spesso livelli superiori alla quota di scorrimento delle condotte stesse. Tale sistema di depurazione presenta una scarsa efficienza e pertanto, in previsione di un espansione delle aree produttive e residenziali, nonché in coerenza con quanto previsto dalle NTA del Piano di Tutela delle Acque, tali impianti dovranno essere verificati e adeguati alla normativa vigente qualora non in regola. Per ridurre i prolungati tempi di smaltimento delle acque meteoriche è quindi necessario prevedere, almeno per le nuove lottizzazioni, un sistema separato di collettamento tra acque nere ed acque meteoriche, in modo che le seconde vadano recapitate, in caso di piogge intense, in apposite vasche di invaso temporaneo dimensionate in modo che le portate scaricate nei canali ricettori non siano superiori ai 2 l/s ha, come richiesto dal Consorzio di Bonifica. Per sanare la situazione esistente è, comunque, necessario un intervento complessivo di riassetto della rete, che al momento è in discussione _RAPAMB_00

76 In fase di monitoraggio del piano occorrerà pertanto analizzare (anche solo in modo descrittivo), lo stato e l efficienza degli impianti di depurazione esistenti e verificare che aumenti dei carichi organici potenziali siano compensati da un aumento dell efficienza dei sistemi di trattamento, oppure da un incremento della capacità autodepurativa dei corsi d acqua. Alla situazione attuale gli indicatori di seguito riportati non evidenziano particolari criticità, se non la presenza di picchi nell ambito a prevalenza agricola, dove è ancora presente la discarica di località Chiarioni di cui si approfondirà nel successivo paragrafo CARICO TROFICO POTENZIALE AZOTO e CARICO TROFICO POTENZIALE FOSFORO Il carico trofico potenziale è un indicatore utile all analisi della pressione antropica e fornisce la stima delle quantità di azoto (e anche di fosforo) potenzialmente immesse nell ambiente idrico e responsabili dei processi di eutrofizzazione dei corpi idrici superficiali. Il carichi potenziali derivano, infatti, da attività di origine civile, agricola e industriale. Come valore di riferimento si utilizza per entrambi la media provinciale non essendo imposto un limite di legge. Nel territorio del PAT i carichi potenziali di Azoto e Fosforo derivano dall attività agricola e produttiva. Il valore minore si osserva nell ambito a prevalenza residenziale 0019_RAPAMB_00 75

77 6.3.2 DENSITA DELLE DISCARICHE ATTIVE: IL COMPLESSO DELLA DISCARICA IN LOCALITÀ CHIARIONI Come è noto il comune di San Martino di Venezze risulta interessato dalla presenza di una discarica per rifiuti non pericolosi collocata in località Chiarioni; situata in pieno territorio agricolo, occupa complessivamente una superficie di circa 40 ettari _RAPAMB_00

78 Nel rettangolo rosso in basso a destra viene evidenziata l area interessata dalla discarica, in alto a sinistra il centro abitato di San Martino di Venezze Un immagine della discarica Prima di descrivere le caratteristiche di detta discarica, vale la pena sottolineare alcuni aspetti generali relativi al sistema discarica e al suo funzionamento. La discarica di rifiuti è un luogo dove vengono depositati in modo non differenziato i rifiuti solidi urbani e tutti i rifiuti provenienti dalle attività umane. La normativa italiana prevede tre diverse tipologie di discarica: Discarica per rifiuti inerti Discarica per rifiuti non pericolosi (tra i quail i Rifiuti Solidi Urbani) Discarica per rifiuti pericolosi (tra cui ceneri e scarti degli inceneritori) L'Unione Europea dà questa indicazione: "L'uso delle discariche per il rifiuto indifferenziato deve essere assolutamente evitato." L'Unione Europea ha tra l'altro stabilito, con la direttiva 99/31/CE, che in discarica debbano finire solo materiali a basso contenuto di carbonio organico e materiali non riciclabili: in sostanza, dando priorità al recupero, la direttiva prevede il compostaggio ed il riciclo quali strategie primarie per lo smaltimento dei rifiuti. Infatti, i residui di molti rifiuti, soprattutto di RSU organici, restano attivi per oltre 30 anni e, attraverso i naturali processi di decomposizione anaerobica, producono numerosi liquami (percolato) altamente contaminanti per il terreno e le falde acquifere. Poichè i tempi di degradabilità di molti materiali indifferenziati solitamente conferiti in discarica (per esempio plastica e rifiuti pericolosi) sono lunghissimi, tracce di queste sostanze potranno essere presenti fino a 1000 anni dopo la chiusura della discarica stessa: ecco perchè è importante differenziarli. Purtroppo, in Italia il principale metodo di eliminazione dei rifiuti resta attualmente la discarica. Dati del 2006 attestano oltre il 50% la percentuale dei rifiuti "smaltiti" in discarica. Dal punto di vista dell'emissione in atmosfera di gas responsabili dei cambiamenti climatici, le discariche risultano nocive se il rifiuto non viene preventivamente differenziato. 0019_RAPAMB_00 77

79 E' scientificamente provato che i rifiuti in discarica causano emissioni ad alto contenuto di CH4 e CO2, due gas serra molto attivi; una moderna discarica deve quindi assicurare la presenza di sistemi di captazione di tali gas (in particolare il metano, che può essere usato anzichè disperso in atmosfera). Le emissioni di gas possono essere ridotte o eliminate mediante tecniche costruttive specifiche e con il pretrattamento dei rifiuti: in particolare la raccolta differenziata della frazione umida e di tutto quanto è riciclabile. Una discarica moderna deve essere realizzata secondo una struttura a barriera geologica in modo da isolare i rifiuti dal suolo e in grado di riutilizzare i biogas prodotti come combustibile per generare energia. Se la discarica è progettata e costruita correttamente, i rifiuti devono comunque rimanere sotto osservazione per almeno 30 anni dopo la sua chiusura. Nel frattempo l'area è utilizzabile per altri scopi (in genere il terreno superficiale viene utilizzato per la piantumazione). Se la progettazione di una discarica è importante, non meno lo è la sua gestione. Infatti ogni discarica viene progettata per accogliere determinati rifiuti (inerti, non pericolosi e pericolosi) e quindi dovrà accogliere solo quel tipo di rifiuti. Inoltre, ogni discarica viene progettata per accogliere un determinato volume di rifiuti e quindi ha una vita limitata che non può essere protratta all'infinito. Una discarica ben gestita non produce molto inquinamento, anche se vi sono comunque inconvenienti come la deturpazione del paesaggio (almeno finchè non viene chiusa e coperta con alberi) e la necessità di sorvegliare l'area per un certo periodo dopo la cessazione dell'attività. Gestione e controllo del biogas Il biogas è il prodotto finale della degradazione microbica della materia organica in assenza d'aria (anaerobica) che si verifica all'interno di una discarica. Il processo di degradazione si svolge in diverse fasi, durante le quali la sostanza organica viene prima ridotta in componenti minori e successivamente trasformata in biogas, un gas composto prevalentemente di metano ed anidride carbonica. Il biogas è una fonte di energia pulita e rinnovabile. Una tonnellata di rifiuti può arrivare a produrre, durante tutto il processo di decomposizione, fino a 250 metri cubi di biogas. Una corretta gestione prevede analisi settimanali sulla qualità del biogas, ed analisi semestrali sulle emissioni dei motori collegati ai gruppi elettrogeni. L'estrazione del biogas (captazione) avviene mediante pozzi verticali, posizionati nel corpo della discarica e collegati mediante una rete di tubi ad un sistema di aspirazione. Mediante gli aspiratori collocati sulla piattaforma di aspirazione, il biogas viene captato dai pozzi verticali ed inviato ad una centrale di cogenerazione, quindi diretto a motori in grado di azionare gruppi elettrogeni. Il percolato, liquido che si genera in seguito a processi di lascivazione e fermentazione all'interno di una discarica, viene estratto da pozzi di captazione attraverso pompe ad immersione poste all'interno dei pozzi stessi. Una corretta gestione prevede il controllo mensile del percolato estratto. Una volta estratto, il percolato viene raccolto in cisterne di stoccaggio e successivamente inviato presso impianti autorizzati al suo smaltimento. Monitoraggio acque di falda In una moderna discarica, a protezione delle falde acquifere è previsto un sistema di monitoraggio costituito da pozzi piezometrici posti lungo il perimetro della discarica _RAPAMB_00

80 Tornando alla discarica denominata SMART a San Martino di Venezze, gestita dalla Gea srl sino alla costituzione della società a capitale misto pubblico/privato della SAN MARTINO GREEN SpA con compartecipazione del Comune di San Martino, essa è costituita in realtà, da un complesso di discariche". Il complesso delle discariche di San Martino di Venezze, site in località "via Chiaroni", risulta costituito da 5 discariche almeno (si unifica la successione di interventi da metà anni 1970 sul sedime proprio della Smart1), di cui aggiornato al , lo "stato" o "quadro riassuntivo" risulta il seguente (le sigle adottate comunemente indicano lo stralcio cui si riferiscono 1 ' e 2 ): SMart 1 : in post-esercizio di fatto dal 1995 (sospeso con la gestione di Smart1R dal febbraio 2000 a maggio 2002) SMart 1R : in post esercizio di fatto dal 04 maggio 2002 (fine conferimenti), ultimazione lavori chiusura e collaudo SMart 2 : in post-esercizio di fatto da febbraio 2000 (sospeso con la Gestione di Smart 2R da maggio 2002 a settembre 2003) SMart 2R : in post-esercizio di fatto da fine settembre 2003 (a fine conferimenti): formalmente sarà a fine lavori chiusura e collaudo (sospesi per lo stoccaggio) e completati dalla DD.LL. a novembre 2004 ) SMart 2 Cpl : si tratta del progettato "completamento di Smart 2", che è stato in esercizio da febbraio a settembre 2004 sui settori 4, 5 e 6 SMart 2 Stoc : si tratta di uno "stoccaggio provvisorio" in attesa dell'attivazione di Smart2 Cpl, attivato da fine settembre 2003 e gestito fino febbraio 2004 SMart 3 : si tratta dello stralcio originariamente destinato a supporto della "riconversione impianto" e definitivamente approvato come Smart 3 nel 2004 per la parte residuale restante dopo l'utilizzo parziale come Smart2 Cplt; unico in gestione nel Con D.G.R.V n DEL è stato approvato il piano di Adeguamento della Smart3 e la discarica è stata classificata per rifiuti non pericolosi, con un volume massimo residuo da Smart 2 cplt pari a mc di cui il 38% per terzi, divenuto poi pari a mc ( t circa) a seguito di variante gestionale presentata a maggio 2006 al fine di operare un "recupero" di litoidi impiegabili come materiali d'ingegneria e quindi un recupero anche dei corrispondenti volumi tecnici che diventano volumi utili per la discarica. La Provincia di Rovigo ha autorizzato l esercizio della SMART 3 con Decreto n del Il "complesso" è dunque sostanzialmente ripartibile in una prima suddivisione, che ha un significato relativo al "sito sottostante" in:» discarica "SMart 1",» discarica "SMart 2"» discarica "Smart 2 Cplt = Smart 3" 0019_RAPAMB_00 79

81 Per un inquadramento generale si ricorda che una prima discarica in questo sito è stata attivata dal lontano 1977, con un conferimento stimato di ton fino al Ulteriori ton sono state smaltite dal 1984 alla prima metà del 1989 sulla base di progetti approvati dalla regione Veneto in ossequio alla sola normativa statale. Dalla seconda metà del 1989 si iniziò ad approntare ed esercire un primo vero e proprio impianto di discarica controllata, secondo un progetto redatto nel giugno 1987, da cui, con integrazioni successive discende l'impianto attuale, interessante complessivamente un'area che ha inglobato anche quella di tutti i precedenti interventi. A tale progetto infatti ne sono poi seguiti altri, redatti ed approvati in base alla normativa tecnica contenuta nel Piano Regionale di settore (P.R.S.R.S.U. 1989). Questo impianto è stato, dunque, interessato da una successione di progetti per cui, concatenandosi in un continuo ampliamento di superficie e di volume, anche per modifiche delle quote e andamento della sistemazione finale, è possibile parlare di un "aspetto", nel senso di visione, che si è evoluto nel tempo fino ad assumere quello attuale, cioè l'attuale forma geometrica dell'ammasso su tale sito. A tal proposito è stato infatti realizzato un unico diaframma che ha perimetrato tutta l area comprensiva anche della SMART3. Risulta importante sottolineare che sulle attività di questo impianto vigilano (o hanno vigilato), oltre alle Autorità competenti: l'organizzazione di controllo di qualità interno della GEA srl, che ha ottenuto nel 2001 la certificazione ISO e nel 2002 la ISO 9001, poi riconfermate; la Commissione Tecnica Consultiva prevista da convenzione e che ha cessato l'attività con il , essendo cessata la gestione della Smart 2 Cplt; il controllo di cui all'art. 26 comma 7 della L.R. n. 3/2000, comunemente detto P.G.Q. ed affidato alla NEC Controlli di Mestre (VE). Risulta anche evidente che una tale storia discende dall'importanza che ha assunto questo impianto nel contesto della pianificazione regionale; l'impianto infatti è stato utilizzato per far fronte alle pur sempre numerose e contingenti emergenze di smaltimento dei rifiuti solidi urbani che si sono presentate in Regione. Si sottolinea tuttavia che mai atto della Regione è stato finalizzato a sospendere o limitare l'attività di smaltimento a causa di problemi ambientali. Anzi a questo impianto la Regione ha potuto far ricorso per risolvere emergenze e carenze di altre aree, proprio per l'affidabilità e la flessibilità di gestione, sempre accresciuta col passare degli anni. A questo impianto sono stati avviati in vari momenti rifiuti provenienti da altre Provincie della Regione, quali: Padova, Venezia e Treviso. Lo "stoccaggio provvisorio su SMart 2 R" è stato a servizio solo del Bacino di Rovigo, in continuità alla ricarica SMart 2R e così la Smart 2 Cplt. La Ditta, tuttavia, ha anticipato i tempi e prodotto il massimo impegno per la miglior gestione di detto post-chiusura, cautelativamente, un periodo di 20 anni di post-esercizio. Il D.Jgs. n. 36/2003, come noto modifica questo termine per la Smart 2+2R e per la "nuova" Smart 2 Cplt" in "almeno 30 anni". Il progetto di riconversione della Smart 2 Cplt ha ricompreso un sistema di due impianti: l'impianto "industriale" di lavorazione dei rifiuti con finalità di recupero l'impianto di "discarica per rifiuti non pericolosi" detta SMart _RAPAMB_00

82 Nella discarica SMart 1 fino all'agosto del 1994 si è operato in base all'ultimo progetto di ampliamento in quanto si era già data completa attuazione, per quanto concerne le fasi costruttive, a quanto previsto dai progetti precedenti. Pertanto tutti gli apprestamenti, sia costruttivi e gestionali che di tutela ambientale, indicati dai progetti precedenti sono stati tutti realizzati e completati fin dalla fine del 1994/inizio 1995, compreso tutto il riporto del terreno naturale e vegetale della sistemazione finale e l'impianto di captazione del biogas (potenza nominale pari a 720 kwe). Il recupero del biogas per la produzione di energia elettrica è una iniziativa che risale già alla metà degli anni 90. E' evidente come la presenza in discarica di tecnici per la gestione dell'impianto finalizzato alla produzione di energia elettrica, comporti necessariamente una maggiore attenzione alla massimizzazione del recupero del biogas (evitando quindi ogni dispersione libera in aria e relativi possibili odori molesti) ed una sorveglianza più frequente che si riflette anche sulle altre sorveglianze (assestamenti, percolato, ecc.). L'impianto di combustione in torcia, già realizzato secondo progetto, resta attivo come impianto di "riserva", o di "rispetto" per far fronte agli interventi di manutenzione all'impianto di generazione di energia elettrica, sempre ai fini di evitare la diffusione di possibili odori molesti. L'impianto era a servizio di entrambe le discariche con la previsione (al 1997 data di entrata in esercizio) di un calo del contributo di SMART 1 + 1R e aumento del contributo di SMART 2+2R e successivo calo complessivo in 6-8 anni. Nel 2007 si è dunque entrati decisamente nella fase discendente (rammentiamo anche che la SMart 3 non contribuisce, non producendo biogas per la natura dei rifiuti conferiti) In sede previsionale si è considerato un autoconsumo di 60 kwe. Complessivamente nel corso di quasi 10 anni la produzione di energia è stata di ben kwe. Dai dati rilevati si ha la conferma (prescindendo dalla variazione in diminuzione della produzione) di: una produzione di biogas che si mantiene su ottimi valori come "qualità" (CH4 in % intorno al 45-%50% e un p.c.i. > kcal/nmc, ovvero> kj/nmc) e presenza non rilevabile di materiale particellare): con la diminuzione di produzione si hanno però anche diminuzione della % di CH4 e quindi del p.c.i. emissioni diffuse sul corpo discarica minime e regolari emissioni motori ampiamente nei limiti di legge minima concentrazione acido solfidrico (come tracciante biogas) dell'ordine dei µg/mc aerodisperso contro mg/nmc nel biogas. Si rammenta che il CH4 è inodore e il biogas ha odori molesti per la presenza di mercaptani e acido solfidrico. Sono stati effettuati studi e analisi relativi a: Studio sulla concentrazione del biogas sulla superficie della discarica n. 2 indagini ambientali per la rilevazione di inquinanti aerodispersi nell'ambiente esterno ciascuna con n. 2 campionamenti, uno a monte e uno a valle. Tali studi, effettuati ripetutamente nell anno 2006 e nell anno 2007, hanno rilevato valori nella norma e ad essi si rimanda per eventuali approfondimenti. Nel 2008, smantellato il primo gruppo di produzione sono stati in attività gli altri 2 con una produzione di energia complessiva pari a kwe e nel 2009 pari a kwh. 0019_RAPAMB_00 81

83 L'esposizione dei dati soprarichiamati risponde a quanto richiesto dal D.Lgs. n. 36/2003 art. 13 comma 5 lettera d). II recupero energetico espressamente incentivato anche dal D.Lgs. è dunque conseguito in modo più che soddisfacente per gli alti rendimenti conseguiti e per il valore in assoluto non certo trascurabile. Assumendo infatti il carbone come riferimento, si può stimare un risparmio di ca ton di carbone (avendo assunto che per ottenere un kwhe in centrale termoelettrica occorrano circa kcal, cioè tre volte l'equivalente termico del kwhe e che il carbone abbia un potere ca kcal utili.) Per la discarica SMART3 possiamo, dunque, affermare che ad oggi risulta in piena attività il postesercizio con sorveglianza e controlli, secondo metodologie e tempi approvati, su: - assestamenti della massa dei rifiuti - corrispondenti assestamenti della copertura - assestamenti degli argini di contenimento - asporto e controllo del percolato - captazione e controllo del biogas. È da dirsi che, nel tempo, sono stati eseguiti, all'occorrenza, diversi interventi manutentivi e di consolidamento delle scarpate. Uno specifico intervento per il rifacimento dell'inerbimento delle scarpate era stato eseguito nella tarda primavera del E' stato completato anche il rifacimento manutentivo della recinzione. Relativamente all'impianto (rete) di captazione si rammenta che con il progredire della sistemazione finale, si procedeva anche alla realizzazione dell'impianto di captazione e combustione in torcia del biogas, poi rimasto come impianto di riserva ali'impianto di sfruttamento del biogas in motori per recupero energetico con produzione di energia elettrica. Più in particolare su questo argomento si conferma che sia per la SMart 1+IR che per la SMart2+2R: sono stati eseguiti tutti i pozzi di captazione in tutta l'area dell'impianto; sono stati eseguiti i collegamenti dei pozzi alle stazioni di regolazione; è stato eseguito il collettore dalle stazioni di regolazione alla torcia di combustione; è stata installata la torcia di combustione (di riserva al recupero). Quanto sopra è oggetto, tutt oggi, di attenta sorveglianza e manutenzione, proprie dell'attività di post-chiusura. Pur essendo ora attivo in esercizio consolidato, l'impianto di utilizzo energetico del biogas in appositi motori per produzione di energia elettrica, l'originario impianto di combustione viene mantenuto in efficienza come impianto di riserva, a tutela del problema controllo odori. Rammentiamo che le principali opere previste dai progetti, e tutte realizzate in successione sono state le seguenti, iniziando con la SMart 1: prima recinzione di tutta l'area; realizzazione di un "primo" setto bentonitico lungo tutto il perimetro della discarica e spinto fino alla profondità di circa 5,50 m; tale setto delimita il sito interessato dallo smaltimento solo dal 1988, data che risulta posteriore di almeno 10 anni dall'inizio dell'attività di scarico dei rifiuti; realizzazione della rete di controllo e drenaggio del percolato; realizzazione dell'impianto di captazione e combustione del biogas; _RAPAMB_00

84 realizzazione dell'area servizi ed accettazione; manutenzione della viabilità dalla strada provinciale al sito interessato dall'impianto; piantumazione a verde dell'area di discarica. Va anche segnalato che la delibera della G.R. n del , relativa all'approvazione dell'ampliamento della discarica, discarica San Martino 2, prevedeva anche la realizzazione di un nuovo setto bentonitico, spinto fino alla profondità di 8-10 m dal piano campagna anche attorno all'area della discarica in argomento, che è stato realizzato e che perimetra tutta l'area del complesso di discariche (in vero eccettuata un modesta porzione della SMart 2 Cplt, in cui non è stato, conseguentemente, progettualmente previsto lo scavo). I lavori hanno comportato anche il rifacimento di quattro piezometri e riattivati come comunicato alla Provincia di Rovigo nel novembre Si può dunque ritenere concretamente eseguito l'intervento più importante per una migliore messa in sicurezza della vecchia area (discarica San Martino 1), come oramai ben noto, oggetto di attività di discarica (con le modalità dell'epoca) fin dagli anni '70. L'intervento deve infatti intendersi comunque cautelativo, nel senso di una ulteriore garanzia al passo con le tecnologie più moderne, poiché il monitoraggio delle acque di falda, comparato con il monitoraggio del percolato, non mostra aspetti di rilievo. A seguito del rilevamento di alcuni parametri anomali nelle acque di alcuni piezometri più vicini al setto bentonitico, nell anno 1999, la Provincia di Rovigo ha imposto un integrazione del piano di monitoraggio con un controllo periodico dei parametri anomali e la realizzazione di un nuovo piezometro eseguito nel settembre Questo nuovo piezometro ha consentito nel tempo di verificare che il fenomeno era localizzato esclusivamente nelle immediate vicinanze del setto e quindi riconducibile ai materiali impiegati. È da dirsi che in questo complesso di discariche si è continuato a prestare particolare attenzione al controllo del percolato provvedendone all allontanamento verso impianti di depurazione autorizzati. Infatti l'attività della Commissione Tecnica Consultiva, che per anni ha collaborato, di supporto al Sindaco, con la Direzione Lavori e la gestione, è stata particolarmente incentrata nel controllo della possibile interazione tra percolato ed ambiente circostante, correlatamente a situazioni non ben note relative all'attività iniziale di discarica (dalla fine degli anni '70). Ciò ha comportato, cautelativamente, di adottare una modalità gestionale finalizzata a mantenere la quota di percolato inferiore alla quota della falda esterna, così da garantire che una eventuale comunicazione porterebbe acqua di falda ad entrare in discarica e non il percolato a fuoriuscirne. Fin dall'inizio del 1994 è entrata pienamente in funzione l'area Servizi, ulteriormente migliorata, in prossimità della strada provinciale (ora dismessa) ed è efficiente la completa procedura di pesatura e contabilizzazione giornaliera di tutti i materiali e rifiuti in ingresso all'impianto, per arrivare così all'aggiornamento automatico e quotidiano di tutti i documenti relativi alla discarica. Collegate con la gestione rientrano anche le periodiche analisi di carattere ambientale Durante il 2004 sono stati eseguiti lavori di manutenzione e ripristino dei sistemi per lo sgrondo delle acque superficiali e tenuta degli argini, oltre che interventi sulla recinzione e sulla barriera arborea. Tutto ciò anche in relazione ai lavori prima per la SMart 2Cplt e poi per la SMart 3, oltre alla chiusura di 0019_RAPAMB_00 83

85 SMart 2R. Durante il 2005 ed il 2006 sono stati eseguiti normali attività di sorveglianza e monitoraggio ed interventi di post-chiusura. Nel 2008 è continuata la gestione post-operativa delle discariche SMart1+1R e SMart2+2R, con le tre attività più importanti nei confronti dell'ambiente: il controllo delle emissioni diffusioni di biogas il controllo e prelievo del percolato analisi e caratterizzazione della acque superficiali e sotterranee. La discarica riclassificata come Smart3 ha, dunque, iniziato l attività dal ed è ora in fase postmortem. Con l'approvazione della sopracitata "variante maggio 2006" la volumetria residua, dopo il conferimento di ca ton al venne stimata in : mc e dopo i conferimenti 2008 e che dopo i conferimenti nel 2009 è stimabile in residuali mc. Si rammenta altresì, come sia importante il fatto che, con la "variante" citata e relative modalità gestionali, si impiegavano materiali litoidi (che entravano come rifiuti mescolati nelle terre) come materiali di ingegneria e quindi si "induceva" un "risparmio" di attività estrattiva per ca mc ed i corrispondenti viaggi di trasporto: dunque anche una valenza ambientale in un bilancio "esteso". Nessuna particolare situazione o inconveniente si è presentato o verificato, nell'anno 2009, nelle operazioni di manutenzione dell'allestimento e di gestione della SMart 3. Come da rapporti redatti, i tecnici dell'arpav hanno prelevato campioni di percolato e di acque nei piezometri; dal giudizio di ARPAV, che accompagna i referti analitici, si desume la confermata non correlabilità tra discarica e qualità delle acque circostanti e quindi la non apprezzabile influenza della discarica sull'ambiente circostante: "i risultati analitici dei campionamenti effettuati sui piezometri, non hanno evidenziato particolari superamenti se non imputabili alle caratteristiche degli acquiferi della bassa Pianura Padana, costituiti da limi intercalati a lenti torbose: la presenza ubiquitaria di ferro, manganese e arsenico nelle acque sotterranee dei piezometri esterni ed interni al sito, in concentrazioni superiori ai limiti soglia (csc) indicati nella tabella 2 all'allegato IV del D.Lgs. 152/06, è da ricondurre ad una origine naturale dei metalli. Tale dato trova riscontro anche nell'assenza, negli stessi piezometri esterni e prossimi all'area di deposito, di concentrazioni superiori alle csc di boro, zinco, toluene, e xileni (sommatoria), a differenza di quanto evidenziato nei campioni prelevati dal percolato della discarica". Relativamente al post-esercizio si riepilogano le ipotesi progettuali considerate, cioè approvate per un arco temporale di 20 anni: 1) percolato SMART 1 in post-esercizio: 3,00 mc/g 2) percolato SMART 2 in post-esercizio: 1,64 mc/g 3) percolato SMART 1R in post-esercizio: 1,64 mc/g 4) percolato SMART 2R in post-esercizio: 1,64 mc/g Il piano di adeguamento presentato ha riconsiderato le attività per un arco temporale di 30 anni. È da dirsi che nel mese di febbraio 2004 vi era stata una visita dei NOE di Venezia, da ritenersi di "routine" in quanto non ne è seguita alcuna iniziativa; dato il tempo trascorso, è ragionevole dedurne l'esito positivo della valutazione della documentazione visionata _RAPAMB_00

86 Inoltre, per memoria di quanto fatto, si rammenta che, oltre al Programma di Garanzia della Qualità attivato da Gea srl sin dal 1999, durante la gestione della discarica era attiva anche una Commissione tecnica che, tra l altro, aveva ritenuto di suggerire a Gea srl, che aveva aderito, di far eseguire delle analisi ad altro laboratorio diverso da quello di Programma Ambiente, normalmente incaricato, per procedere ad un confronto. Venne scelto il laboratorio INDAM di Flero (BRESCIA). Le analisi confermarono l attendibilità del laboratorio incaricato di routine e quindi dal 2001 si è proseguito con Programma Ambiente e poi con Chelab. La stessa C.T.C. aveva ritenuto di far eseguire uno studio sulle competenze aerodisperse in ambiente esterno: per questo sono state eseguite campagne di rilevamento fino al 2007 ogni anno. In conclusione è possibile affermare che: a) la SMart 2 Cplt, pur osservando come ragionevolmente ancora contenuto ne sia l'impatto, sia per il lasso di tempo limitato (attiva per ora dal al ) sia per la quantità totale depositata (ca ton) trascurabile rispetto alle altre discariche del sistema. b) La SMart 3 che ha iniziato l'attività solo il e con una quantità conferita più trascurabile (dell'ordine di poco più nel 2007 e 2008, quantità dimezzata rispetto al 2006) rispetto ai conferimenti nelle altre discariche del complesso ed alla stessa come SMart2 Cplt. c) La Gestione della Fase post-mortem è iniziata per la Smart3 d) Per quanto concerne la verifica dell'impatto ambientale sull'area circostante, da quando sono iniziate regolari e periodiche campagne di analisi, non si è rilevato alcun particolare fatto degno di nota in rapporto anche alla situazione preesistente circostante (si rammenta che si ha notizia della presenza di una discarica da metà degli '70 del secolo scorso) e) Si può già osservare come vi sia un complesso di relazioni/informative che garantiscono la migliore conoscenza della vita della discarica e la massima trasparenza, segnatamente: Resoconto Sistema Aziendale Riunioni C.T.C (fino ad inizio 2005) Visite Certificazione ISO per Gea srl Relazioni P.S.C. Dichiarazioni I.P.P.c. fino al 2005 Autorizzazione definitiva AIA Indagini Arpav f) l'indicazione data a suo tempo dalla C.T.C., avanti menzionata, per il mantenimento della quota del percolato, in via cautelativa, più bassa della quota della falda esterna al diaframma g) l'altro intervento cautelativo di ridiaframmatura che era stato suggerito e che è stato eseguito con una tecnologia più moderna e che fornisce un manufatto più funzionale, affidabile e sicuro, che perimetra entrambe le discariche h) non sono stati segnalati, né avvertiti odori molesti, essendo ulteriormente migliorato il controllo del biogas con il suo utilizzo nell impianto di produzione di energia elettrica: il vecchio impianto di combustione del biogas resta in servizio per la scorta e per le necessità provvisorie al passo con la colmatazione delle vasche e prima dell'avvio del biogas al recupero. 0019_RAPAMB_00 85

87 Il recupero e l'utilizzazione del biogas sono dunque una ulteriore garanzia dell'interesse della Ditta alla massimizzazione del recupero e quindi alla minimizzazione delle diffusioni libere e relativi possibili odori molesti. Si è anche evidenziato come il recupero energetico sia di rilievo, anche per lo stimato risparmio corrispondente di altra fonte energetica ancora importante in Italia (il carbone): tonnellate in nove anni e mezzo circa. i) La Commissione Tecnica Consultiva, costituita a supporto della Direzione Lavori ed alla gestione dell'impianto, dal 1993 al 2004 ha raccolto ed esaminato tutta la documentazione progettuale e ambientale disponibile ed ha svolto una valutazione, per quanto possibile, a più ampio raggio, soprattutto per quanto concerne le acque sotterranee, al fine di verificare eventuali impatti ambientali derivanti dalla presenza storica di questa discarica ed eventualmente attribuibili a prima dell'attuazione di tutti quegli apprestamenti di carattere ambientale connessi all'entrata in vigore della severa normativa tecnica del Piano Regionale di Smaltimento dei R.V. 1988: tutta l'area della discarica, sia quella già esaurita (discarica Smart1) e riattivata temporaneamente con la "ricarica" che quella anticipatamente chiusa (discarica SMart 2) e pure riattivata temporaneamente con la "ricarica" anch'essa esaurita nel 2003, ed infine l'area ora della discarica SMart 3 viene ad essere perimetrata con un diaframma, spinto a profondità tale da intercettare un secondo banco di argilla più profondo rispetto a quello a suo tempo individuato come primo banco sotto la discarica l e considerato all'epoca comunque protettivo, nel senso che il nuovo diaframma costituisce un ulteriore intervento migliorativo, anche per la diversa tecnologia. Si rammenta infatti e comunque che la scatola che si è costruita con il diaframma è una seconda protezione, essendo comunque la scatola costituita dalla impermeabilizzazione del fondo e scarpate delle vasche. Si è già più volte rammentato come, su indicazione della C.T.c., fin dal 1993 Gea srl ed ora la San Martino Green SpA stanno provvedendo all'asporto continuo del percolato, al fine di mantenerne, cautelativamente, il livello al di sotto di quello della falda circostante esterna al diaframma. Una più specifica verifica era stata eseguita nel 2003 dalla CTC con il supporto della relazione NEC srl, divenuta poi routine dal Questa modalità gestionale, oltre allo scopo di favorire l'assestamento della massa dei rifiuti ed agevolare la realizzazione dell'impianto di captazione del biogas, assolve allo scopo di impedire fughe di percolato verso l'esterno. Infatti operando in questa maniera, ammettendo, per pura ipotesi, la non tenuta dei sistemi di contenimento laterali (scatole), potrebbe solo accadere che sia l'acqua esterna ad entrare e a "contaminare", diluendolo, il percolato ma non l'inverso. E ciò, peraltro, non sembra avvenire, sulla base dei dati di produzione di percolato che sembrano rientrare nella normalità confrontandoli cioè con altre situazioni analoghe. j) LA PROCEDURA DI APPROVAZIONE DELLA "RICONVERSIONE" E QUINDI DELLA DISCARICA "SMART 3" CHE NE È PARTE INTEGRANTE, HA POSITIVAMENTE SUPERATO LA PROCEDURA DI V.I.A. SULLA BASE DI APPOSITO S.I.A. RIGUARDANTE L'IMPATTO AMBIENTALE COMPLESSIVO DELL'INSEDIAMENTO. k) Nell anno 2011 è avvenuta la colmatazione (chiusura) della discarica Smart3 e ciò non può che essere considerato positivamente dal punto di vista ambientale: il cessare dell utilizzxo _RAPAMB_00

88 comporta migliorie delle situazioni al contorno (viabilità) e possibilità di bonifica dell area con inerbimento all orizzonte. Si può pertanto affermare che la presenza della discarica, oggi in fase post-mortem, non rappresenti più una criticità dal punto di vista ambientale viste le precedenti motivazioni. Rimane, pertanto, da risolvere l aspetto dell impatto paesaggistico che verrà affrontato nei successivi capitoli relativi allo stato di progetto. Si ritiene importante segnalare che per San Martino era stato progettato un impianto di selezione compostaggio di cui venne realizzato un primo stralcio con capannone e linea di igienizzazione, entrato in esercizio sul finire del Era l'inizio della realizzazione di un più complesso "sistema integrato" di "pretrattamento + discarica", la cui origine, come concepimento, era datata nel tempo. Durante il 1999 (unico anno intero di funzionamento del "sistema integrato") furono conferiti complessivamente ,55 ton di rifiuti tal quale in ingresso al "sistema integrato". L'impianto di selezione venne, però, chiuso poco dopo in quanto sarebbe stato opportuno eseguire opere tipiche di un impianto definitivo (come il tamponamento del capannone), intervento ritenuto non conveniente per il breve periodo, essendo stata decisa la realizzazione da parte del Bacino di altro impianto (realizzato in loc. Sarzano di Rovigo ed in esercizio dal 2001). Tutte le analisi effettuate sulle acque sotterranee e superficiali non hanno evidenziato, confermando i dati precedenti, segni di correlazione tra la presenza della discarica e la qualità delle acque circostanti da quando sono oggetto di esame CARICO POTENZIALE ORGANICO Il carico organico potenziale fornisce la stima, espressa in abitanti equivalenti (AE), dei carichi organici (biodegradabili) totali presenti in una certa area derivanti da attività di origine civile, o industriale. Il valore di riferimento è stato assunto pari alla media provinciale che risulta pari a 1901 Abitanti equivalenti per Km 2. All interno del territorio del PAT i valori maggiori si riscontrano nell ambito misto produttivo/residenziale, che rimane comunque al di sotto della media provinciale. 2 Quanto riportato in merito alla discarica di San Martino loc. Chiarioni è prevalentemente tratto dalla Relazione annuale di verifica della compatibilità ambientale anno 2009 (art. 8 elab. F P.R.S.R.S.U. Regione Veneto Art. 10 lett. l D. Lgs. n. 36/2003) marzo 2010, alla quale si rimanda per eventuali approfondimenti. 0019_RAPAMB_00 87

89 In riferimento alla richiesta di integrazioni avanzata dalla Regione Veneto in data protocollo n E avente per oggetto il Rapporto Ambientale del PAT del comune di San Martino di Venezze (RO) si allega al presente capitolo specifica integrazione. Acque superficiali L acqua è una delle risorse fondamentali per la vita animale e vegetale; considerata bene inesauribile ed utilizzabile in tutte le attività umane, in realtà essa è ormai risorsa da difendere, da salvaguardare e da utilizzare correttamente. Il territorio del comune di San Martino di Venezze è situato a ridosso del Fiume Adige, tale corso d acqua costituisce un importantissima fonte idrica, sia per l agricoltura, che per l uso civico, e costituisce un importante habitat per numerose specie animali e vegetali, la sua tutela pertanto risulta di fondamentale importanza. Il territorio comunale è attraversato a sud anche dallo scolo Ceresolo, che risulta essere uno dei principali canali di Bonifica. Per quanto riguarda la qualità delle acque superficiali si riportano di seguito alcuni indicatori generici utili alla definizione dello stato generale. Il primo indicatore è l I.B.E. (Indice Biotico Esteso) che si basa su uno studio delle comunità di macroinvertebrati bentonici, in grado di rilevare l effetto sinergico delle varie forme di inquinamento che il corso d acqua riceve. L I.B.E. consente quindi di valutare la qualità biologica di un corso d acqua valutando la presenza di determinati taxa (Unità Sistematiche) che viene poi convertita in valori numerici convenzionali (Indice Biotico) ed in classi di qualità (C.Q.) _RAPAMB_00

90 Di seguito si riportano i valori dell I.B.E. relativi alla Provincia di Rovigo registrati durante l ultima campagna di rilevazione del Dalle analisi effettuate nel 2009 nella sezione del fiume Adige di San Martino di Venezze si evidenzia rispetto al 2007 un leggero peggioramento dell indicatore, che è passato da uno stato intermedio tra le classi II e III alla classe III significante uno stato alterato della qualità dell acqua. Un ulteriore indicatore utile a descrivere lo stato della qualità delle acque superficiali e il LIM. L'indice LIM viene utilizzato per la determinazione dello stato ambientale sulla base del D.Lgs. 152/1999 e considera i valori di 75 percentile di ossigeno disciolto, BOD 5, COD, azoto ammoniacale, azoto nitrico, fosforo ed Escherichia coli. Per ciascun parametro, indicatore delle pressioni ambientali, viene individuato un livello di inquinamento ed un corrispondente punteggio numerico tanto più elevato quanto minore è il livello di inquinamento. Sommando i punteggi dei sette macrodescrittori si ottiene il LIM, che può assumere valori compresi tra il livello 1 (livello di inquinamento minore, colore azzurro) e il livello 5 (livello di inquinamento peggiore, colore rosso). Per quanto riguarda il tratto di fiume Adige che attraversa il territorio di San Martino di Venezze si riscontra un punteggio aggiornato al 2010 dell indicatore pari a 280 corrispondente al secondo livello di inquinamento della scala. 0019_RAPAMB_00 89

91 Livelli livello livello livello livello livello 5 <60 Punteggi associati La potabilizzazione e la distribuzione idrica all interno del territorio del PAT viene gestita da Polesine Acque S.p.a. La seguente figura riporta la collocazione degli impianti di potabilizzazione presenti nella provincia di Rovigo. Il comune di San Martino di Venezze è servito dalla centrale di Boara Polesine che preleva l acqua dal fiume Adige. Nella seguente tabella si riportano i consumi idrici relativi al comune di San Martino di Venezze, tali dati sono forniti dalla Polesine acque S.p.A. e sono relativi all anno 2002 (è tuttora in corso una nuova campagna di rilevazione condotta da Polesine Acque s.p.a.). Dai dati si osserva che la stragrande maggioranza dei consumi idrici è relativa all uso domestico. Per quanto riguarda la qualità dell acqua destinata al consumo umano non sono disponibili dati specifici relativi al comune di San Martino di Venezze, tuttavia tutti i prelievi eseguiti nella provincia di Rovigo nel 2011 hanno rispettato i valori di parametro della normativa per quel che riguarda l analisi chimica e _RAPAMB_00

92 batteriologica. Di seguito si riporta una tabella riassuntiva dei dati 2011 della qualità chimica delle acque destinate al consumo umano relativi alla centrale di potabilizzazione di Boara Polesine: Acque sotterranee Il tema della vulnerabilità delle acque sotterranee sarà affrontato secondo una pluralità di direttrici d'approccio trattandosi, nel contesto territoriale-ambientale, del problema dotato di più complessi ed articolati risvolti tra quelli che danno luogo ad interazioni tra le modalità d'uso del territorio e le esigenze di tutela delle risorse naturali. Le acque sotterranee sono oggi sfruttate in modo sempre più massiccio, spesso senza meccanismi di controllo dovuti innanzitutto ad una scarsa conoscenza della distribuzione dei prelievi e degli scarichi sul territorio. Le acque sotterranee che si trovano ad elevate profondità possono rimanere indisturbate da effetti antropici per migliaia di anni, ma la maggior parte delle falde freatiche si trova a profondità minori e quindi entrano a far parte, lentamente ma in misura costante, di quella parte del ciclo idrogeologico nella quale sono coinvolte le attività antropiche. Le acque sotterranee possono essere soggette a due gruppi di problemi: inquinamento dovuto a scarichi che raggiungono le acque sotterranee; sovrasfruttamento delle falde con conseguente riduzione della portata L obiettivo è di raggiungere lo stato di qualità ambientale buono, riducendo nel tempo la concentrazione delle sostanze inquinanti; ciò è possibile agendo sulle cause degli impatti attraverso gli strumenti legislativi e con politiche di informazione e conoscenza che conducano ad una visione globale delle 0019_RAPAMB_00 91

93 problematiche ambientali e ad una maturità necessaria alla gestione delle evidenze legate a questo aspetto ambientale. Attuare serie politiche di controllo e monitoraggio dei prelievi da risorsa idrica sotterranea sia in termini di lotta all abusivismo, sia in termini di gestione razionale delle concessioni di derivazioni di acque sotterranee. Nella figura sotto riportata viene rappresentato lo Stato chimico puntuale delle acque sotterranee relativo all anno 2010, per il quale di particolare interesse risulta essere il dato relativo al rilevamento puntuale effettuato a Rovigo, non essendo disponibili specifici rilevamenti per il comune di San Martino di Venezze. Il dato generico evidenzia in sostanza lo stato buono delle acque sotterranee del territorio di Rovigo, che fa presumere una possibile situazione simile anche per il territorio oggetto del PAT. Stato chimico puntuale delle acque sotterranee anno 2010 Fonte ARPAV Veneto Le uniche rilevazioni disponibili per zona di interesse a riguardo dello stato ambientale delle acque sotterranee rientrano all interno del progetto Sampas avviato dall Arpav, il quale ha classificato i corpi idrici sotterranei regionali, attraverso criteri basati sulle conoscenze idrogeologiche ottenute durante il controllo delle acque sotterranee a partire dal 1999, con dati aggiornati per la zona di interesse fino al Da questo studio ne emerge che il le acque sotterranee della pianura polesana sono classificabili, per l indice SQuAS (Stato quantitativo delle acque sotterranee), nella classe D : Impatto antropico nullo o trascurabile, ma con presenza di complessi idrogeologici con intrinseche caratteristiche di scarsa potenzialità idrica _RAPAMB_00

94 6.4 SUOLO E SOTTOSUOLO Anche per il macrosettore relativo al Suolo e Sottosuolo sono stati utilizzati degli indicatori che riguardano le fonti di pressione potenziali, come la densità delle discariche e i carichi trofici potenziali. È stato aggiunto inoltre l indicatore relativo alla presenza di cave attive, che possono avere un significativo impatto sul suolo. L analisi dello stato attuale non ha evidenziato criticità DENSITA DELLE DISCARICHE ATTIVE Per quanto riguarda la densità delle discariche attive si rimanda a quanto riportato nel paragrafo sulla discarica in dismissione SMART di località Chiarioni DENSITA DELLE CAVE ATTIVE La presenza delle cave è la componente che maggiormente determina impatti sulla componente suolosottosuolo, in relazione soprattutto all assetto morfologico e all incidenza sulla regimazione delle acque a causa del consumo e all escavazione di suolo. All interno del territorio del PAT non sono presenti, ad oggi, cave attive. Si rammenta la presenza di un area un tempo desinata a cava di argilla, utilizzata per la produzione di laterizi, ma ormai dismessa. Tale area di ex-cava alla situazione attuale risulta recuperata a zona umida di particolare valenza ambientale. 0019_RAPAMB_00 93

95 6.4.3 CARICO TROFICO POTENZIALE AZOTO e CARICO TROFICO POTENZIALE FOSFORO Per quanto riguarda il carico trofico potenziale di azoto e fosforo, si fa riferimento a quanto precedentemente riportato per il macrosettore relativo all acqua. In riferimento alla richiesta di integrazioni avanzata dalla Regione Veneto in data protocollo n E avente per oggetto il Rapporto Ambientale del PAT del comune di San Martino di Venezze (RO) si allega al presente capitolo specifica integrazione. Il suolo è il comparto ambientale che costituisce la più grande riserva di carbonio organico negli ecosistemi terrestri. Globalmente la quantità di carbonio immagazzinata nei suoli è pari a circa quattro volte quella presente nella vegetazione. La diminuzione del contenuto di carbonio organico nei suoli è considerata una minaccia ed un elemento di degrado del suolo, così come indicato nella comunicazione Strategia tematica per la protezione del suolo della Commissione Europea (COM2006/231). Il ruolo cruciale svolto dai suoli nel ciclo del carbonio è riconosciuto dalle convenzioni su desertificazione, cambiamento climatico, biodiversità. Il protocollo di Kyoto sottolinea che il suolo svolge una funzione importante per l immagazzinamento del carbonio, che deve essere tutelata e, se possibile, anche rafforzata. Alcune pratiche di gestione del suolo consentono il sequestro del carbonio nei terreni agricoli e in tal modo possono attenuare i cambiamenti climatici. Il carbonio organico (CO) è una componente della materia organica ovvero della frazione di suolo relativa a tutto ciò che una volta era vivente: resti di piante ed animali in vari stadi di decomposizione, cellule e tessuti di organismi del suolo e sostanze derivanti dalle radici delle piante e dai microrganismi. Il carbonio organico, che costituisce circa il 60% della sostanza organica presente nei suoli, svolge una essenziale funzione positiva su molte proprietà del suolo e si concentra, in genere, nei primi decimetri del suolo (l indicatore considera i primi 30 cm di suolo). Favorisce l aggregazione e la stabilità delle particelle del terreno con l effetto di ridurre l erosione, il compattamento, il crepacciamento e la formazione di croste superficiali; si lega in modo efficace con numerose sostanze migliorando la fertilità del suolo e la sua capacità tampone; migliora l attività microbica e la disponibilità per le piante di elementi nutritivi come azoto e fosforo. La soglia utilizzata come limite minimo di qualità dello strato superficiale di suolo: 1% di contenuto in carbonio organico. Per quanto riguarda il Veneto le ultime rilevazioni dell indicatore fornite dall Arpav nel 2010 evidenziano che le zone con concentrazioni minori sono in aree di pianura, laddove l uso agricolo intensivo senza apporti di sostanze organiche per mezzo di deiezioni zootecniche o altri ammendanti, e soprattutto in presenza di suoli a tessitura grossolana, porta inevitabilmente ad una progressiva riduzione del carbonio _RAPAMB_00

96 organico del suolo fino ad un limite minimo di equilibrio. Le province che hanno la maggior presenza di suoli con dotazione di carbonio organico bassa (<1%) sono Rovigo, Verona, Venezia e Padova; all opposto il bellunese presenta i suoli con la più alta dotazione in carbonio organico. Più specificatamente per il Comune di San Martino di Venezze dai dati forniti da Arpav nel 2010 si evidenzia come tutto il territorio comunale sia caratterizzato per buona parte da una concentrazione di carbonio organico variabile per lo più dall 1 al 5% anche si evidenzia una zona posta in prossimità dell aggregato urbano caratterizzata da una concentrazione inferiore all 1%. La situazione relativa alla disponibilità di carbonio organico superficiale è confermata per la zona di interesse anche da un altro indicatore che definisce lo Stock di carbonio organico nello strato superficiale di suolo. In questo caso la soglia utilizzata come limite minimo di qualità dello strato superficiale di suolo è pari a 40 tonnellate/ettaro. Le zone che presentano le concentrazioni minori sono in aree di pianura, a causa dell accelerazione dei processi di mineralizzazione della sostanza organica indotti da tecniche agricole intensive senza apporti di ammendanti organici ed effluenti di allevamento in particolare, e soprattutto in presenza di suoli a tessitura grossolana; oltre a ciò vi è la crescente pressione dovuta all urbanizzazione, che nelle aree di pianura porta a una progressivo impoverimento in termini di carbonio organico e a un aumento dell impermeabilizzazione delle superfici. Le province che presentano i valori più bassi sono Padova, Verona, Venezia e Treviso, anche se a Venezia sono presenti alcune situazioni di suoli molto ricchi di carbonio per la presenza di torbe; il bellunese, dove sono di gran lunga più diffusi i suoli forestali, presenta i suoli con valori più elevati di stock di carbonio organico. Anche questo caso per il comune di San Martino di Venezze risulta confermata la situazione variabile, che vede lo stock di carbonio organico superficiale mediamente compreso tra le 40 e le 150 t/ha con tratti di stock inferiori alle 40 t/ha sempre nei pressi del centro. 0019_RAPAMB_00 95

97 Altro indicatore utile a definire lo stato di qualità dei suoli è il Contenuto in metalli e metalloidi nei suoli. L origine degli elementi in traccia nei suoli è legata alle caratteristiche dei materiali di origine e, in diversa misura, agli apporti legati alle attività industriali e agricole. Dalle indagini effettuate nel 2010 da Arpav nel territorio veneto si osserva nessun superamento delle concentrazioni soglia di contaminazione in nessuna unità fisiografica/deposizionale per gli elementi mercurio, antimonio e selenio. Per il rame il superamento si osserva solo nell area del Piave a causa dei trattamenti antiparassitari nei vigneti. All estremo opposto si trova lo stagno che in tutte le unità sia in pianura che in montagna presenta valori di fondo superiori al limite con valori massimi pari anche a 7 volte il limite nei depositi del Brenta. Arsenico, cobalto e vanadio mostrano superamenti del limite in numerose unità, interessando una superficie significativa del territorio regionale. Le aree con il maggior numero di superamenti sono le Prealpi su basalti in montagna e i depositi fluviali del sistema Agno-Guà in pianura, area che riceve sedimenti proprio dall alterazione dei basalti; in questi suoli zinco, nichel, cromo, cobalto, arsenico, stagno e vanadio presentano valori di fondo superiori alle concentrazioni soglia di contaminazione. Significativi, in termini di superficie coinvolta e di pericolosità dell elemento, sono i superamenti del limite per l arsenico nei depositi di Adige, Po, unità deposizionali di riferimento per il comune di San Martino di Venezze. Di seguito si riportano i valori delle concentrazione di metalli a livello regionale; per il Comune di San Martino di Venezze di particolare interesse risultano i dati riferiti alle unità deposizionali dell Adige (A) e del Po (O) _RAPAMB_00

98 Concentrazioni dei principali metalli nei suoli del Veneto. In rosso sono evidenziati i superamenti dei valori soglia definiti dal D.lgs. 152/ FLORA E FAUNA Per valutare gli aspetti relativi alla Flora e alla Fauna sono stati considerati diversi indicatori, che valutano la presenza di habitat adatti alla conservazione delle specie vegetali ed animali nonché la frammentazione del territorio e la possibilità di collegamento tra i diversi ecosistemi. L analisi agronomica, effettuata per la redazione del PAT, ha evidenziato che il territorio aperto di San Martino di Venezze è contraddistinto da una biodiversità floristica e faunistica relativamente elevata specialmente se confrontata con altre realtà della pianura padano veneta. La flora del Polesine in generale e di San Martino di Venezze in particolare costituisce un tipico esempio di vegetazione di pianura, di ambienti umidi e di ambienti riparali e la stessa fauna è strettamente connessa a quelle tipologie di paesaggio quali gli ambienti riparali, le zone umide e le zone agricole. Le segnalazioni di flora e fauna nel territorio comunale rimarcano la presenza di questi due ambienti a volte antitetici a volte complementari. L ambiente agrario quale risultato di intense modificazioni antropiche del territorio naturale ha portato alla rarefazione di tutte le specie che componevano le vegetazioni boschive, i prati e le acque dolci. Ai margini dei campi si individuano pertanto vegetazioni sempre più banali riconducibili per lo più alla categoria delle infestanti. Per quanto riguarda le specie arbustive ed arboree che un tempo costituivano i boschi di pianura oggi rimangono alcuni resti nei filari a margine dei campi. Occasionalmente oggi si possono trovare: Quercia (Quercus robur), Frassino (Fraxinus excelsior), Acero (Acer campestre), Olmo (ulmun minor), Salice (Salix alba), Pioppo (Popolus spp), Robinia (Robinia pseudoacacia), Prugnoli (Prunus spinosa), Sambuco (Sambucus nigra), Biancospino (Crataegus spp), Sanguinella (Corpus sanguinea), ecc. Per quanto riguarda gli ambienti umidi si segnala che sulle sponde crescono spontaneamente Pioppi, Olmi, Salici, come vegetazioni palustri si osservano Canne e Tiphe, tra le idrofite in particolare Morso di rana, Salvinia, Ranuncolo d acqua, ecc. 0019_RAPAMB_00 97

99 La fauna degli ambienti umidi è decisamente più ricca di quella presente negli ambienti agrari. Lungo i corsi d acqua di San Martino si possono incontrare Mammiferi (Topo, Arvicola, Lepre, Riccio, ecc), Uccelli sia nidificanti che svernanti o di passo, Anfibi e Rettili (Rospi, Rane, Tritoni, Bisce, Ramarri, Lucertole), Pesci. Per quanto riguarda i Mammiferi si segnala purtroppo una specie alloctona dannosa per l ambiente, la nutria, che scava gallerie indebolendo gli argini. Si evidenzia una buona integrità del territorio agricolo, dovuta alla concentrazione dell edificato nelle zone altimetricamente più elevate situate a ridosso del corso del fiume Adige. L unica criticità riscontrabile pertanto è relativa all assenza di una rete ecologica che consentirebbe la conservazione e l accrescimento della vegetazione ripariale. Tale criticità tuttavia potrà essere facilmente superata dal PAT in corso di formazione, a seguito dell istituzione dei corridoi ecologici SUPERFICIE URBANIZZATA/SUPERFICIE ATO Una delle cause di degradazione del suolo è sicuramente la sempre maggiore diffusione delle aree di urbanizzazione e lo sviluppo di infrastrutture dei trasporti che hanno come conseguenza la cementificazione del territorio e la sua impermeabilizzazione. Tale fenomeno ha effetti negativi sulla regimazione delle acque e sul decremento del suolo come agente filtrante degli eventuali contaminanti presenti nelle acque che finiscono direttamente nei fiumi. Lo scorrimento delle acque dalle aree antropizzate e dalle strade verso i fiumi, a causa della diminuita capacità drenante dei suoli, non presenta sistemi di purificazione naturali come quelli svolti dai suoli, consentendo così che eventuali contaminanti presenti nelle acque possano finire liberamente nei fiumi. Altro effetto dell aumento delle aree impermeabili è un significativo incremento delle velocità di scorrimento superficiale delle acque che, soprattutto in zone montane o pedemontane, comporta notevoli problemi idraulici per il loro controllo. Eventi naturali quali le inondazioni si sono intensificati a causa delle alterazioni provocate dall uomo al punto che negli ultimi anni si è osservato un rapido incremento delle inondazioni soprattutto nelle zone dell Europa centrale. L impermeabilizzazione dei suolo provoca anche una frammentazione degli habitat naturali oltre a creare delle barriere ai corridoi utilizzati nelle migrazioni della popolazione faunistica (soprattutto la fauna avicola). Influssi negativi a causa della sigillatura dei suoli sono da ricercarsi poi nella limitazione delle sue funzioni ecologiche quali l essere l habitat per particolari specie o come accumulatore di risorse di carbonio. Le aree urbanizzate possono creare effetti negativi sulla componente vegetazionale e sulla componente faunistica, perché oltre a provocare una riduzione dei siti idonei in termini di potere trofico e di habitat naturali adatti al rifugio e alla riproduzione della fauna, ne limita la diffusione a causa di disturbi provocati dalla vicinanza con gli insediamenti stessi. La media provinciale, utilizzata come riferimento, è pari al 24%. Nel territorio del PAT nessun ambito supera la media provinciale considerando che buona parte del territorio è, ad oggi, ancora agricolo _RAPAMB_00

100 6.5.2 SUPERFICIE AGRICOLA UTILIZZATA/SUPERFICIE ATO L assetto territoriale della pianura Veneta ha subito profonde trasformazioni conseguentemente ad un accentuato consumo e sottrazione alla SAU, di suoli destinati a processi di urbanizzazione e industrializzazione a carattere diffuso. La media provinciale della percentuale di superficie agricola utilizzata, assunta come riferimento, è pari al 75%, valore che nel territorio del PAT viene superato solamente dall ambito a prevalente carattere agricolo. Da notare che la somma delle percentuali di superficie urbanizzata e SAU non è pari al 100%, in quanto vi sono alcuni elementi, come ad esempio i corsi d acqua, che non fanno parte nè della SAU, nè delle aree urbanizzate. 0019_RAPAMB_00 99

101 6.5.3 SUPERFICIE BOSCATA/SUPERFICIE ATO I boschi rappresentano per eccellenza gli habitat naturali della flora e della fauna selvatiche. I boschi hanno molteplici funzioni, giocano poi un ruolo fondamentale nella regimazione delle acque e nella prevenzione dei fenomeni erosivi, oltre che nella valorizzazione del paesaggio e nel fornire spazi per scopi turistico-ricreativi. La media provinciale, utilizzata come valore di riferimento, è pari allo 0.55% della superficie. All interno del territorio del PAT non sono presenti superfici boscate AREE DI CONNESSIONE NATURALISTICA/SUPERFICIE ATO Le aree di connessione naturalistica sono costituite da territori, buffer zones, contigui ai nodi e localizzati nelle tipologie di sufficiente estensione e naturalità che svolgono una funzione di protezione ecologica, limitando gli effetti dell antropizzazione con una sorta di effetto filtro. Alla situazione attuale, all interno del territorio del PAT, non sono individuate superfici sottoposte a tale vincolo, pertanto a tutti gli ATO saranno assegnati punteggi negativi e pari a ISOLE AD ELEVATA NATURALITA /SUPERFICIE ATO Le isole ad elevata naturalità (stepping stones) completano il sistema di corridoi ecologici, e rappresentano un elemento di collegamento non continuo. Alla situazione attuale, all interno del territorio del PAT, non sono individuate superfici sottoposte a tale vincolo, pertanto a tutti gli ATO saranno assegnati punteggi negativi e pari a _RAPAMB_00

102 6.5.6 SVILUPPO CORRIDOI ECOLOGICI/SUPERFICIE ATO Con il termine corridoio ecologico sono comprese tutte quelle aree, note anche come corridoi lineari continui o corridoi diffusi, in grado di svolgere necessarie funzioni di collegamento per alcune specie o gruppi di specie in grado si spostarsi, sia autonomamente (animali), che tramite vettori (piante o parti di esse). Alla situazione attuale, all interno del territorio del comune di San Martino di Venezze, non sono istituiti corridoi ecologici, se non il corso del fiume Adige (da PTRC) che attraversa tutti e tre gli ATO SVILUPPO RETE STRADALE /SUPERFICIE ATO La presenza delle infrastrutture di trasporto rappresenta una delle cause della frammentazione degli habitat naturali ed è noto, infatti, come la mancanza della continuità dei sistemi ambientali e la frammentazione costituisca una delle principali cause di decremento della biodiversità. La frammentazione agisce sulle popolazioni attraverso tre meccanismi principali che concorrono tutti al decremento della diversità biologica all'interno dell'habitat originario: la perdita percentuale di habitat originale, la progressiva riduzione dell'estensione dei frammenti, e l'aumento dell'isolamento dei frammenti residui. Il valore di riferimento per l assegnazione dei punteggi è stato assunto pari alla media provinciale stimata in circa 2 Km/Km 2. Lo sviluppo della rete stradale rimane inferiore al valore di riferimento. 0019_RAPAMB_00 101

103 6.6 BIODIVERSITA E ZONE PROTETTE Per valutare l aspetto relativo alla biodiversità e alle zone protette sono stati utilizzati degli indicatori in grado di valutare la presenza di aree tutelate a livello sovracomunale o comunale. In questo caso gli indicatori mostrano una situazione leggermente negativa, in quanto non sono presenti aree in grado di rappresentare delle vere e proprie aree nucleo, intese come aree di elevata naturalità capaci di svolgere un ruolo di nodo della rete ecologica locale. Si nota la presenza di un area naturalistica di livello regionale identificata con il corso del fiume Adige ESTENSIONE DELLE AREE A PARCO/SUPERFICIE ATO Le aree protette rappresentano uno degli strumenti principali per la conservazione della biodiversità. Le aree verdi contribuiscono inoltre a mitigare gli effetti di degrado e gli impatti prodotti dalla presenza delle edificazioni e dalle attività dell uomo, regolando gli effetti del microclima cittadino e regimando i picchi termici estivi con una sorta di effetto di condizionamento naturale dell aria. All interno del territorio del comune di San Martino di Venezze è presente il parco fluviale dell Adige il cui progetto di tutela è, di fatto, ancora da predisporsi nell ambito di un piano di settore specifico e unitamente agli altri comuni interessati dal corso del fiume _RAPAMB_00

104 6.6.2 ESTENSIONE DELLE ZONE NATURA 2000/SUPERFICIE ATO La rete Natura 2000 comprende aree destinate alla conservazione della biodiversità ed in particolare alla tutela di una serie di habitat e di specie animali e vegetali. La finalità della rete Natura 2000 non è la realizzazione di un semplice insieme di territori isolati tra loro e scelti fra i più rappresentativi ma, vuole essere un sistema di aree strettamente relazionato dal punto di vista ecologico-funzionale, in relazione al fatto che la frammentazione degli habitat rappresenta la causa primaria della diminuzione della biodiversità. Pertanto, essa da importanza ai cosiddetti nuclei, ma anche a quei territori contigui che costituiscono l'anello di collegamento tra ambiente antropico e ambiente naturale e ai corridoi ecologici, ovvero quei territori indispensabili per mettere in relazione aree distanti spazialmente ma vicine per funzionalità ecologica. Infatti, la distribuzione delle specie in habitat frammentati dipende dalla presenza di nuclei funzionali di habitat di elevata qualità prossimi tra loro e collegati da corridoi faunistici, che consentano lo scambio genetico tra le diverse sotto-popolazioni che abitano i frammenti di ambiente residuale. All interno del territorio del PAT non sono presenti aree SIC/ZPS incluse nella Rete Natura ESTENSIONE DELLE AREE NUCLEO/SUPERFICIE ATO Le aree nucleo, denominate anche nodi o core areas, rappresentano unità di elevato valore funzionale relative alle differenti tipologie ambientali di collegamento. Alla situazione attuale, all interno del territorio del PAT, non sono individuate aree nucleo, pertanto tutti i punteggi saranno negativi e pari a _RAPAMB_00 103

105 In riferimento alla richiesta di integrazioni avanzata dalla Regione Veneto in data protocollo n E avente per oggetto il Rapporto Ambientale del PAT del comune di San Martino di Venezze (RO) si allega al presente capitolo specifica integrazione. Biodiversità, flora e fauna La biodiversità è costituita dalla varietà delle forme di vita vegetali e animali presenti negli ecosistemi di un dato territorio e più in generale essa indica inoltre la variabilità genetica all interno di una data specie. La sopravvivenza di ogni specie dipende dalla varietà delle popolazioni che la compongono; minora è la variabilità di una specie, minori sono le possibilità che tale specie sopravviva. Le direttive europee 92/43/CEE, relativa alla protezione degli habitat e specie e la 79/409/CEE (Uccelli), relativa alla protezione del patrimonio avifaunistico, sono divenuti riferimenti d obbligo in questo senso, visto che con esse si è potuta strutturare una prima generale rete ecologia che a livello regionale, provinciale e locale, ha il compito di connettere le principali aree protette tra loro. Nel territorio comunale le aree naturali o seminaturali rivestono particolare importanza per il mantenimento della biodiversità. Le aree vegetate lungo i corsi d acqua e lungo le delimitazioni fondiarie svolgono l importante funzione di corridoi ecologici per la fauna. In tali zone dovrà essere garantito l attuale grado di continuità biotica e ambientale evitando le discontinuità. La sempre maggiore antropizzazione con i relativi fenomeni di occupazione, urbanizzazione, edificazione diffusa, concentrazione di infrastrutture tendono a ridurre l equilibrio degli ecosistemi e la possibilità di conservazione e riproduzione delle popolazioni animali _RAPAMB_00

106 Carta della Naturalità scala PTCP di Rovigo 2009 Flora e Vegetazione Nel territorio di San Martino di Venezze, come nel resto del territorio dell Alto e del Medio Polesine, la presenza umana e le attività connesse hanno sensibilmente modificato il sistema ambientale ed ecosistemico locale. In particolare la pratica agricola intensiva ed estensiva prevede una serie di pratiche colturali che tendono a facilitare le fasi operative del processo di produzione conferendo poco spazio alla conservazione della vegetazione che circonda scoli e canali, delle macchie boscate e delle siepi presenti nei campi chiusi. Le coltivazioni tipiche di cereali sono ancora quelle comuni, ovvero mais, soia, barbabietola ampiamente prevalenti. Le specie arboree nel comparto agrario sono ormai molto limitate in termini di presenza. Nel corso degli ultimi anni, a causa dell avanzamento delle tecniche di coltivazione intensiva ed estensiva, si è verificata una diminuzione delle siepi e delle macchie alberate. Tuttavia per il territorio di San Martino di Venezze risulta ancora di particolare importanza per la componente floristico-vegetale la fascia riparia che costeggia il tratto del fiume Adige di pertinenza. Le 0019_RAPAMB_00 105

107 ripe sono costituite da materiali a granulometria fine (sabbia limo e argilla), l angolo di ripa è sempre maggiore di 3 m nei tratti regolati. Le ripe sono sempre naturali con terreno trattenuto da alberi e arbusti. La vegetazione arborea, che talora supera i 20 m di altezza, è senza soluzione di continuità: unitamente a quella arbustiva ed erbacea copre quasi interamente le loro superfici. Salix Alba è la specie indigena prevalente sia come vegetazione arborea che arbustiva. Quest ultima è rappresentata anche da Sambucus nigra, Robinia pseudoacacia, e Rubus sp. Inoltre nelle fasce riparie più strettamente e periodicamente a contatto con l acqua si rinvengono associazioni di piante acquatiche quali Polygonum sp. e Phragmites australis. Il canneto è presente nei tratti a valle (Beverare) sempre sulla scarapta del secondo argine e con una profondità che varia da 1-5 m. nella golena in località Beverare esiste anche una fascia retro riparia. Nel territorio comunale oggi si assiste ad una progressiva semplificazione della componente vegetale, in particolare lungo le strade di campagna dove scarseggiano gli elementi lineari verdi. La maggior parte delle strade in territorio aperto raramente presentano elementi arborei o arbustivi di particolare pregio. Mancano quasi totalmente gli elementi caratterizzanti di media e bassa taglia, che vanno a costituire le siepi. Fauna L impoverimento della componente floristico-vegetale dovuto all avanzamento delle tecniche di coltura da parte dell uomo, sta comportando delle ripercussioni anche sul patrimonio faunistico locale. Il territorio di San Martino di Venezze, come la maggior parte dei comuni del Medio e Alto Polesine, risulta caratterizzato da vaste estensioni di terreni coltivati a mais, soia e barbabietola, con scarsissime siepi presenti all interno dei campi e con fossi rettilinei praticamente privi di vegetazione. Tale tipo di ambiente ha consentito l instaurarsi in loco di nuove specie non propriamente tipiche, come la Gazza e la Cornacchia grigia; al suolo si trovano nidificanti quali la Cutrettola e la Cappellaccia; in prossimità delle aree incolte si ritrovano invece specie come l Allodola e la Quaglia. Nei luoghi in cui il mosaico ambientale è caratterizzato dalla presenza di frutteti, pioppeti e vigne, è possibile trovare specie quali Rigogoli, Tortore selvatiche e Ghiandaie. Anche i ruderi sparsi nel territorio comunale contribuiscono alla nidificazione di alcuni uccelli come gli Storni, le Passere, le Rondini e le Cinciallegre. Rete Natura 2000 All interno del Comune di San Martino di Venezze e dei comuni limitrofi non sono presenti siti della Rete Natura 2000 come S.I.C. e Z.P.S. Tuttavia i siti comunitari più vicini risultano essere: IT Bacino Val Grande Lavacci ZPS; IT Colli Euganei Monte Lozzo Monte Ricco SIC/ZPS; IT Delta del Po tratto terminale e Delta Veneto SIC; IT Le Vallette ZPS; IT Palude Le Marice Cavarzere ZPS; IT Fiume Adige tra Verona Est e Badia Polesine ZPS; IT Garzaia della tenuta Civrana ZPS; _RAPAMB_00

108 In particolare il sito più vicino al territorio comunale risulta essere il SIC IT Bacino Val Grande Lavacci, e la ZPS IT Palude Le Marice Cavarzere, posti in linea d aria ad una distanza di 15 km dal comune di San Martino di Venezze. In ottemperanza a quanto disposto dal D.lgs. n.4/2008, art. 10, la V.A.S. terrà conto delle indicazioni della Valutazione d Incidenza Ambientale, redatta ai sensi della DGR 3173/2006 e inviata agli uffici della Regione, di SIC/ZPS che, anche se esterni al territorio di San Martino di Venezze, possono essere interessati dalle azioni del P.A.T. Piano Faunistico Venatorio della Regione Veneto 2007/2012 Il Piano Faunistico Venatorio regionale individua alcune zone di protezione della fauna, come oasi di protezione, zone di ripopolamento e cattura, centri privati di riproduzione della fauna e centri pubblici di riproduzione della fauna. Sul territorio di San Martino di Venezze non si riscontrano aree sottoposte a particolari regimi di protezione. 0019_RAPAMB_00 107

109 6.7 PAESAGGIO E TERRITORIO Per la valutazione della componente Paesaggio e Territorio sono stati riportati indicatori già utilizzati in altri macrosettori, in quanto si ritiene che essi siano utili per valutare anche l aspetto relativo al paesaggio, oltre che la produzione di inquinanti o gli effetti sulla flora e sulla fauna. I dati sono stati ottenuti da indagini dirette e pertanto sono aggiornati al Dall analisi emerge una situazione leggermente negativa: la presenza delle tre linee elettriche che attraversano il territorio agricolo, la frammentazione del territorio dovuta alla presenza di aree urbanizzate diffuse e la carenza di ambiti a importanza paesaggistica attualmente tutelati ne costituiscono la causa DENSITA DELLE DISCARICHE ATTIVE Le discariche contribuiscono, oltre che all inquinamento, al degrado del paesaggio, pertanto tale indicatore è stato utilizzato anche per il macrosettore relativo a Paesaggio e Territorio. Si ricorda ancora che all interno del territorio del PAT è presente una discarica in fase ormai di post esercizio per la cui descrizione si rimanda al paragrafo DENSITA DELLE CAVE ATTIVE I problemi legati alle attività estrattive riguardano essenzialmente l aspetto paesaggistico, nonché altri problemi legati al rumore, alle polveri, al dissesto idrogeologico, distruzione della copertura vegetale ed alla perdita di suoli. Ma soprattutto, l esistenza di cave attive in un territorio, altera la morfologia costitutiva e le relative relazioni visive che caratterizzano il paesaggio. Per tale parametro si fa riferimento a quanto riportato relativamente al macrosettore relativo al suolo e sottosuolo, sottolineando comunque che l ex-cava di San Martino è ad oggi riconvertita in una zona umida di particolare valenza ambientale che costituisce per il paesaggio un ottima forma di recupero e tutela paesaggistica SVILUPPO DELLA RETE DI ELETTRODOTTI I sistemi di trasmissione e distribuzione dell energia elettrica, sono costituiti dalle linee elettriche a differente grado di tensione, dagli impianti di produzione dell energia elettrica e dalle stazioni e dalle cabine di trasformazione elettrica. Gli elettrodotti possono rappresentare una fonte di impatto visivo sul paesaggio: il danno estetico visivo creato dal passaggio di elettrodotti varia in base all altezza dei piloni dell alta tensione, al valore paesaggistico, alla zona di installazione e alla zona dalla quale risultano visibili. Anche in questo caso il valore di riferimento è pari alla media provinciale, che risulta pari a 210 m/km 2. Il territorio del comune di San Martino di Venezze è attraversato da due linee elettriche ad alta tensione (132 kv): la Cà Tron-Conselve e la Cà Tron-Piove di Sacco. È presente, inoltre, una linea che interessa l ATO _RAPAMB_00

110 6.7.4 SUPERFICIE BOSCATA/SUPERFICIE ATO I boschi giocano un ruolo fondamentale nella valorizzazione del paesaggio e nel fornire spazi e scopi didattici e turistico-ricreativi, e possono contribuire efficacemente al miglioramento e alla differenziazione del paesaggio. Per quanto riguarda le superfici presenti all interno del territorio del PAT, si fa presente quanto riportato nel macrosettore relativo a Flora e Fauna FRAMMENTAZIONE DEL TERRITORIO Questo indicatore è dato dal rapporto tra le aree di urbanizzazione diffusa e la superficie dell ATO. Un valore elevato di tale parametro indica un alterazione strutturale del paesaggio. Per l assegnazione dei punteggi, il valore di riferimento è stato assunto pari al 2%, e viene superato solamente nell ambito 01 misto. 0019_RAPAMB_00 109

111 6.7.6 AREE DI CONNESSIONE NATURALISTICA/SUPERFICIE ATO Per questo parametro si fa riferimento a quanto riportato nel macrosettore relativo alla Flora e alla Fauna AMBITI DI IMPORTANZA PAESAGGISTICA/SUPERFICIE ATO Le aree di valore paesaggistico-ambientale ed ecologico sono quelle aree caratterizzate dai seguenti ambiti di interesse: - geomorfologico - naturalistico - agrario tradizionale - caratterizzati da elementi emergenti e da particolari sistemi paesaggistici Come suddetto, nell ATO agricolo è presente una zona di ex-cava di argilla oggi riqualificata come zona umida da ritenersi ambito di importanza paesaggistica _RAPAMB_00

112 6.7.8 ISOLE AD ELEVATA NATURALITA /SUPERFICIE ATO Per quanto riguarda le isole ad elevata naturalità si fa riferimento a quanto riportato per il macrosettore relativo alla flora e alla fauna SVILUPPO CORRIDOI ECOLOGICI/SUPERFICIE ATO Per quanto riguarda lo sviluppo dei corridoi ecologici si fa riferimento a quanto riportato per il macrosettore relativo alla flora e alla fauna SVILUPPO RETE STRADALE /SUPERFICIE ATO Questo indicatore è stato precedentemente utilizzato anche per valutare gli impatti sulla flora e sulla fauna, ed è a quanto riportato in tale paragrafo che si fa riferimento DENSITA DEGLI ALLEVAMENTI La presenza di allevamenti costituisce dei veri e propri elementi detrattori del paesaggio. All interno del territorio del PAT non sono presenti allevamenti intensivi o di particolare impatto sul paesaggio; un'unica azienda con circa 30 capi si colloca in ATO _RAPAMB_00 111

113 SVILUPPO DEI PERCORSI CICLABILI/SUPERFICIE ATO Le piste ciclabili hanno molteplici funzioni: tra queste quella importante di restituire ai centri urbani tramite percorsi nel verde insieme a parchi e aree attrezzate per la fruizione del verde, un momento di svago e nello stesso tempo di connessione con il più ampio sistema della mobilità urbana. La loro presenza è utile anche per la valorizzazione degli elementi di pregio storico-culturale presenti nel territorio. Il valore di riferimento è stato assunto pari alla media provinciale che risulta pari a 511 m/km 2. All interno del territorio di San Martino di Venezze, alla situazione attuale, è presente il percorso ciclabile che dal centro del paese si sviluppa lungo via Marconi verso la località Saline _RAPAMB_00

114 SUPERFICIE DI VERDE PUBBLICO PER ABITANTE La disponibilità di aree verdi all interno della città, fruibili da parte dei cittadini, è chiaramente un fattore di grande importanza per la vivibilità dell ambiente urbano. Generalmente essa viene valutata con i metri quadri di verde disponibili per ciascun residente. Lo standard di legge è fissato a 9m 2 pro capite dal DM 1444/68 e dalla L.R. 61/85. Dalla seguente figura si osserva che il comune di San Martino di Venezze, in relazione agli abitanti, presenta adeguate superfici a verde, con valori superiori al limite fissato dalla normativa. 0019_RAPAMB_00 113

115 In riferimento alla richiesta di integrazioni avanzata dalla Regione Veneto in data protocollo n E avente per oggetto il Rapporto Ambientale del PAT del comune di San Martino di Venezze (RO) si allega al presente capitolo specifica integrazione. Paesaggio Geomorfologia e idrografia Il territorio di San Martino di Venezze è caratterizzato dal tipo di paesaggio della pianura aperta delle bonifiche e, volendo riproporre la suddivisione in ambiti di paesaggio proposta dal nuovo P.T.R.C., il territorio in oggetto rientra all interno dell ambito di paesaggio n. 37 denominato Bonifiche del Polesine Orientale. L ambito è posto tra i fiumi Adige, Tartaro e Canalbianco a nord e il confine regionale lungo il quale scorre il fiume Po, a sud; ad est tale ambito è delimitato dalla S.S. 16 Adriatica, interessando anche il centro abitato di Rovigo, mentre a ovest si appoggia sulla linea che divide la bassa pianura recente del Veneto orientale, dalla pianura costiera dei cordoni dunali. Il paesaggio locale è caratterizzato, in particolare dal punto di vista geomorfologico, dalla presenza del fiume Adige il cui tratto di interesse attraversa la parte nord di San Martino di Venezze. Il suolo, di origine alluvionale, è costituito prevalentemente da depositi argillosi che si intrecciano con altri di tipo limoso-sabbioso, soprattutto in corrispondenza degli antichi corsi d acqua abbandonati (paleoalvei), oppure dei ventagli di esondazione. Dal punto di vista morfologico il territorio si presenta quasi del tutto pianeggiante e risulta leggermente rilevato rispetto al livello campagna circostante solo in corrispondenza di dossi di origine fluviale o dei ventagli di esondazione. Dal punto di vista idraulico inoltre il territorio di San Martino di Venezze è fortemente caratterizzato da una fitta rete di canali di bonifica. La vegetazione di pregio naturalistico è limitata alla sola presenza di lembi di bosco planiziale e di vegetazione riparia, associata ai corsi d acqua principali _RAPAMB_00

116 Il tratto di fiume che attraversa il territorio polesano rappresenta l ultima fase della complessa evoluzione idrografica che ha impresso i connotati all attuale configurazione del fiume Adige. Il tratto di fiume in esame si presenta estremamente pianeggiante, con una pendenza del fondo pari a circa 0,20% e con una quota dell alveo intorno a 3,8 metri sul livello medio del mare. La larghezza generalmente è sempre superiore a 100 m. L andamento delle portate è assai variabile, soprattutto in funzione dell intensità delle precipitazioni che danno origine a piene autunnali e primaverili, queste ultime più rilevanti per l effetto del contributo dato dallo scioglimento dei ghiacciai. Per quanto riguarda la situazione delle rive, in genere ripide e strette, si può affermare che queste hanno praticamente subito tutte l intervento dell uomo attraverso il rafforzamento attuato con blocchi di pietrame. Ciò che tuttavia risulta particolarmente interessante, è osservare come attualmente si trovino comunque in uno stato di apparente naturalità, ma non tanto per precisi interventi di rinaturalizzazione, bensì per effetto di una lenta e graduale trasformazione naturale seguita alle operazioni di artificializzazione. Anche il poderoso corpo arginale necessita di una breve trattazione, in quanto rappresenta un segno oramai inconfondibile del paesaggio fluviale e in questo culturalmente integrato, anche in relazione alla sua percorribilità che costituisce il primo momento di contatto con il fiume. Per ovvie ragioni di carattere economico-agrario, legate alla lavorazione della terra che si spinge fino a ridosso del fiume, si tratta di un arginatura cosiddetta insommergibile, la cui struttura e composizione è molto eterogenea soprattutto nella parte del rilevato, costituita da terre di provenienza diversa, mentre la base è costituita dal terreno in posto ed è formata generalmente da strati di tessuto di argilla, limo, sabbia variamente combinati tra loro. Il continuo divagare del fiume prima della realizzazione delle opere di arginatura e la forza devastante di successive piene hanno contribuito, unitamente alla paziente opera dell uomo, alla determinazione del paesaggio attuale, che pur cela, molto spesso per l occhio esperto, tracce di antichi paleo alvei disseminati nella campagna circostante. 0019_RAPAMB_00 115

117 Vegetazione e uso del suolo Sono il paesaggio agrario e alcuni frammenti di vegetazione arborea e arbustiva quelli che appaiono con maggiore evidenza. Da quando l agricoltura intensiva e meccanizzata ha abbattuto i filari, le siepi e le macchie arboree che un tempo davano vita e dinamicità al paesaggio, ampi spazi, fortemente connotati dalla fitta rete di canali di scolo, dominano la campagna allargando l orizzonte. In quest ottica la vegetazione riparia del corpo arginale, su cui si riscontrano elementi vegetali di un certo interesse, rappresenta l aspetto prevalente del corso del fiume, essendo estremamente importante la valenza ecologica che assume nel momento in cui l agricoltura ha eliminato quasi tutti gli incolti e i prati falciati e ha portato le colture a ridosso dei canali di sgrondo. Nel complesso la vegetazione di pregio naturalistico è limitata alla sola presenza di lembi di bosco planiziale e di vegetazione riparia, associata ai corsi d acqua principali e ad alcune macchie boscate rimaste integre sparse nel territorio comunale. Il territorio di San Martino di Venezze, come la gran parte dei territori della bassa pianura polesana, presenta un utilizzo del suolo dove prevale la coltivazione di specie cerealicole, con ridotta presenza di colture foraggiere e orticole; la gran parte delle colture che coprono il suolo del territorio riguardano infatti le coltivazioni tradizionali come la barbabietola e la soia. Valori storico culturali L entroterra fluviale compreso nel Comune di San Martino di Venezze è caratterizzato da diversi momenti ricchi di valenza storica, naturalistica e ambientale. Si tratta di una zona che insiste su diversi paleoalvei, parte dei quali sono evidenziati dal fatto che costituiscono il sedime in rilevato di strade carrabili lungo le quali sono dislocate diverse abitazioni soprattutto nella porzione di territorio tra San Martino di Venezze e Mardimago. La stessa zona interessante l ambito comunale presenta numerosi segni della centuriazione romana, parte di una vasta zona che si estende dalla periferia est di Rovigo sino a raggiungere il territorio di Adria. I segni del graticolato romanico caratterizzante tali luoghi non si presenta però in maniera evidente e marcata come ad esempio nel comune di Villadose, a causa del già noto e descritto processo di meccanizzazione dell agricoltura, che con il tempo ha coperto e nascosto le antiche tracce dei cardi e decumani. Il territorio di San Martino di Venezze risulta caratterizzato dalla presenza di alcune Ville Venete classificate dall Istituto Regionale Ville Venete, dove si segnalano: Villa Venezze Giustiniani, detta Ca Venezze, risalente al XVI secolo, sita in localita Saline; Villa Mangilli Valmarana (XIX secolo) oggi sede del Municipio di San Martino di Venezze situata in Piazza Aldo Moro; Villa Corni, Lazzarin, risalente al XVII secolo, situata nella frazione di Beverare; Villa Barbarigia, Dallara in località Saline, risalente al XIX secolo. Diversi sono inoltre gli insediamenti rurali che si snodano lungo il corpo arginale, o che sono localizzati puntualmente nell entroterra fluviale. Diverse di queste costruzioni caratteristiche site nel territorio della campagna aperta risultano oggi classificate come corti rurali, ai sensi dell ex art. 10 della L.R. n.24/1985 e contenute nel vigente P.R.G _RAPAMB_00

118 Gli espliciti riferimenti riguardano il complesso rurale situato in località Vallona, quello nei pressi della località Penisola, quello di Ca Giustiniani, quello di Ca Fini in località Contea all estremità orientale del territorio amministrativamente dipendente dal Comune di San Martino di Venezze. Alle poche corti rurali sopra menzionate, alcune di rilevante interesse storico, architettonico e ambientale, si devono aggiungere diverse altre corti rurali, nonché le numerose case rurali isolate, che mantengono tuttora i caratteri architettonici degni di una più attenta considerazione. Il complesso più rappresentativo sotto l aspetto storico-architettonico e ambientale-paesaggistico per il comune di San Martino di Venezze è rappresentato dal complesso rurale di Ca Venezze. Questo si raggiunge comodamente percorrendo un breve tratto di strada asfaltata, che si imbocca svoltando a destra lasciando la strada Provinciale che collega San Martino di Venezze con Rovigo. L aspetto interessante del rapporto fra Ca Venezze e l abitato di San Martino di Venezze, è che la strada di collegamento insiste completamente su di un antico paleo alveo, cosa che, oltre ad essere perfettamente percepibile per effetto della differenza di quota fra strada e piano campagna, determina una strettissima relazione morfologica tra il fiume ed il territorio circostante. Tale insediamento in particolare, risulta piuttosto articolato e sono tipologicamente riconoscibili tutte le componenti architettonicamente riconducibili all attività agricola precedente l introduzione delle moderne tecniche di coltivazione del suolo. 0019_RAPAMB_00 117

119 Valori e Tutele Storico Ambientali PTRC Regione Veneto 2009 Fattori di integrità del paesaggio L integrità naturalistico-ambientale del territorio di San Martino di Venezze risiede principalmente nella presenza del fiume Adige e delle sue zone golenali, nonché nella presenza di alcune zone umide e fasce boscate. Per quanto riguarda l integrità storico-culturale, nel comune in esame sono ancora leggibili le tracce del cosiddetto primo Veneto costituito da piccoli borghi, paesi e corti, dislocati all interno del territorio aperto e chiaramente legati al processo di produzione agricola. Pur presentando palesi fenomeni di frammentazione e banalizzazione del territorio aperto, il paesaggio di San Martino di Venezze offre ancora la possibilità di riconoscere gli ambienti naturali tipici: dalle vaste campagne si ritrovano infatti diversi case e nuclei sparsi, disposti lungo i corsi d acqua o i paleoalvei _RAPAMB_00

120 Fattori di rischio e vulnerabilità del paesaggio Il principale fattore di rischio e vulnerabilità del territorio è rappresentato dal rischio idraulico che nell ambito è accentuato dalla presenza del fiume Adige; nei periodi in cui il fiume risulta in regime di piena le acque scorrono pensili e in tali condizioni la sicurezza idraulica è garantita solamente dalla stabilità stessa delle strutture arginali. Un secondo fattore di rischio è legato alla presenza nel territorio di numerosi dossi fluviali e paleoalvei che a causa dell alta permeabilità costituiscono vie preferenziali per la contaminazione delle falde sotterranee in caso di spargimento e/o dispersione di inquinanti. Un ultimo fattore di vulnerabilità è dato dal diffuso processo di frammentazione del paesaggio dovuto ai processi di coltivazione agricola e all attraversamento della varie infrastrutture. Il paesaggio inoltre, come gran parte dell ambito paesaggistico di interesse, presenta condizioni complessive di profonda e diffusa semplificazione dovuta, come già detto in precedenza, a fattori territoriali di frammentazione agraria, suscettibili di provocare alterazioni degli equilibri ecologici con elevate deficienze funzionali di protezione dell ambiente delle acque superficiali e di falda, oltre ad incidere sulla quantità e quantità degli habitat ospitati. Gli elementi detrattori del paesaggio locale Il principale elemento detrattore del paesaggio locale di San Martino di Venezze è stato quello della discarica presente all interno del territorio comunale. Così come appare evidente infatti la positività interna alla presenza degli insediamenti rurali anche di rilevante importanza storica, architettonica e ambientale, altrettanto evidente appare anche la negatività legata all esistenza della discarica di rifiuti solidi urbani, localizzata nel territorio compreso fra lo scolo Confina (o della Stradellina) e la Corte Ca Nova, che ha generato fino al momento della sua dismissione, un fattore di forte contrasto con l ambiente circostante, oltre che un fattore negativo di percezione del paesaggio da parte dei cittadini. Oggi la discarica, completamente dismessa, rimane ancora un elemento di contrasto con il paesaggio locale, soprattutto dovuto al suo carattere di luogo ibrido non ancora funzionalmente legato al restante paesaggio di San Martino, oltre all immagine negativa che la cittadinanza ancora percepisce in merito a tale spazio. Altri elementi detrattori sono oggi rappresentati dalle principali infrastrutture che attraversano il territorio comunale, come la la S.P.n.3, oltre agli esistenti insediamenti produttivi presenti all interno del territorio comunale. 0019_RAPAMB_00 119

121 Carta degli elementi detrattori del paesaggio PTCP Provincia di Rovigo PATRIMONIO CULTURALE Per la valutazione degli aspetti legati al patrimonio culturale sono stati utilizzati alcuni indicatori che valutano la presenza e l estensione di centri storici, nuclei storici, edifici storici o vincolati e zone di interesse archeologico. Anche in questo caso le informazioni necessarie sono state desunte direttamente dalla cartografia del PAT e sono pertanto aggiornate al Gli indicatori utilizzati per tale comparto ambientale hanno evidenziato una buona presenza di edifici storici o vincolati, costituiti per lo più dalle corti rurali. Si ricorda la presenza di Villa Venezze Giustiniani detta Cà-Venezze. Nel comune di San Martino di Venezze non sono presenti aree soggette a vincolo archeologico. Il territorio è tuttavia caratterizzato, nella parte Sud, dalla presenza di zone di interesse archeologico sul tracciato della centuriazione romana, ben riconoscibili dalla morfologia del territorio. La situazione di questo indicatore risulta decisamente positiva in relazione alla media provinciale assunta come riferimento per gli ATO 01 e 02 in cui si concentrano gli agglomerati storici di importanza e gli edifici vincolati (es. Cà Venezze) _RAPAMB_00

122 6.8.1 SUPERFICIE DEI CENTRI STORICI/SUPERFICIE ATO All interno del territorio del comune di San Martino di Venezze l area individuata come centro storico è situata negli ambiti a prevalenza residenziale. Il rapporto tra la superficie del centro storico e la superficie dell ambito in cui è contenuto fornisce valori decisamente superiori alla media della provincia di Rovigo assunta come riferimento NUCLEI STORICI Nel territorio del comune di San Martino di Venezze sono presenti la frazione di Beverare, la località di Saline, Ca' Donà, Palazzo Corni situati negli ATO 01 e _RAPAMB_00 121

123 6.8.3 NUMERO EDIFICI STORICI O VINCOLATI Anche gli edifici storici o vincolati tendono a collocarsi all interno degli ATO a carattere prevalentemente residenziale. Anche in questo caso il valore di riferimento è pari alla media provinciale che risulta pari a 0.44 edifici/km 2, che viene superato nell ATO 02, che possiede due vincoli in rapporto ad una superficie ridotta dell ambito _RAPAMB_00

124 6.8.4 ZONE DI INTERESSE ARCHEOLOGICO/SUPERFICIE ATO Nel comune di San Martino di Venezze non sono presenti aree soggette a vincolo archeologico. Il territorio è tuttavia caratterizzato, nella parte Sud-orientale in particolare verso la frazione di Beverare, dalla presenza di zone di interesse archeologico sul tracciato della centuriazione romana, ben riconoscibili dalla morfologia delle canalette agrarie e dei fossati del decumanus maximus di Beverare, oggetto di particolari studi e approfondimenti supervisionati dalla Soprintendenza Archeologica del Veneto, ai quali si rimanda per eventuali approfondimenti. In questo caso tali aree non sono state considerate per il confronto con la media provinciale in quanto non tutelate da vincolo specifico quali zone di interesse archeologico, anche se gli interventi in dette aree sono subordinati a specifica autorizzazione da parte della Soprintendenza. 6.9 POPOLAZIONE E SALUTE UMANA L aspetto riguardante la popolazione e la salute umana valuta il benessere della popolazione e la qualità della vita attraverso l uso di numerosi indicatori. I principali aspetti valutati sono costituiti dal numero di persone occupate e dal reddito prodotto dai settori primario secondario e terziario, dall emissione di inquinanti nell aria che hanno effetti dirittamente sulla salute pubblica, dalla presenza di infrastrutture con livello di rumorosità elevato, e dalla presenza di aree a rischio incidente rilevante o a rischio di esondazione. Le fonti dalle quali sono stati assunti i dati sono varie, molti indicatori inoltre sono gli stessi già utilizzati per valutare particolari aspetti in altre componenti ambientali. 0019_RAPAMB_00 123

125 Prima di procedere con l analisi degli indicatori occorre fare una breve premessa. Da quanto illustrato nei paragrafi precedenti appare evidente la generale situazione positiva di cui gode il comune di San Martino di Venezze. Finora, infatti, sono stati valutati esclusivamente gli aspetti ambientali e paesaggistici, senza tener conto degli aspetti economici. I comuni Veneti che in passato sono stati oggetto di un forte sviluppo economico, hanno spesso perso o comunque fortemente ridotto molte delle caratteristiche tipiche del proprio territorio, a vantaggio dello sviluppo residenziale e produttivo che però è avvento in modo poco attento. San Martino di Venezze ha finora mantenuto uno stato ambientale generalmente buono anche a causa dello sviluppo economico limitato, frenato proprio della propria posizione geografica lontana dalle principali vie di comunicazione. Attualmente invece il tema dello sviluppo sostenibile è diventato di primaria importanza e San Martino di Venezze ha l opportunità e il dovere di migliorare la propria posizione economica e sociale tutelando però il proprio territorio. Tutto ciò premesso per evidenziare che il numero di occupati e il reddito prodotto dai vari settori sono generalmente inferiori al dato assunto come riferimento. Il PAT pertanto deve cercare di favorire lo sviluppo e garantire la presenza dei principali servizi al fine di incrementare l attuale trend leggermente positivo, il tutto secondo i principi di sostenibilità ambientale. Il comparto relativo alla popolazione e salute umana mostra comunque una situazione positiva, anche tenuto conto delle emissioni inquinanti contenute e dell assenza di aree a rischio incidente rilevante DENSITA DELLA POPOLAZIONE La densità di popolazione risulta molto variabile in funzione del tipo di ATO. Ovviamente per ambiti di ridotta estensione, che includono solo aree abitate, la densità di popolazione può risultare molto elevata. Questo dato tuttavia non deve spaventare in quanto la densità elevata delle aree urbanizzate risulta ampiamente compensata dalle aree agricole, molto più estese e con una densità di popolazione molto ridotta. La seguente figura mostra come il valore di riferimento sia prossimo alla media provinciale negli ambiti a prevalenza residenziale _RAPAMB_00

126 6.9.2 OCCUPATI NELL AGRICOLTURA Il settore primario ha evidenziato negli ultimi anni un importante decremento del suo peso nell economia nazionale. Anche il numero di occupati in tale settore è generalmente in calo. 0019_RAPAMB_00 125

127 6.9.3 OCCUPATI NELL INDUSTRIA Gli addetti al settore industriale sono concentrati nell ambito a destinazione mista. Risultano insistere sul territorio del comune 111 attività industriali con 465 addetti pari al 56,02% della forza lavoro occupata OCCUPATI NEL TERZIARIO Il settore terziario, all interno del territorio del comune di San Martino di Venezze, è costituito da 65 attività di servizio con 122 addetti pari al 14,70% della forza lavoro occupata, altre 62 attività di servizio con 169 addetti pari al 20,36% della forza lavoro occupata e 25 attività amministrative con 74 addetti pari al 8,92% della forza lavoro occupata _RAPAMB_00

128 6.9.5 REDDITO DERIVANTE DALLA PRODUZIONE AGRICOLA Nel territorio del comune di San Martino di Venezze l agricoltura riveste un ruolo importante nell economia locale. Ovviamente la produzione lorda vendibile si concentra nell ambito a prevalente carattere agricolo, nel quale la PLV è superiore al valore di riferimento. Alla situazione attuale anche gli ambiti a prevalenza residenziale e produttiva presentano un significativo reddito derivante dalla produzione agricola, dovuto al fatto che, all interno degli stessi, si osservano ancora diverse superfici destinate all agricoltura. 0019_RAPAMB_00 127

129 6.9.6 REDDITO DERIVANTE DALLA PRODUZIONE INDUSTRIALE Il reddito derivante dalla produzione industriale risulta concentrato principalmente nell ambito a carattere misto. Essendo poco sviluppato il settore secondario all interno del comune di San Martino di Venezze, anche il reddito prodotto non è molto elevato _RAPAMB_00

130 6.9.7 REDDITO DERIVANTE DALL ATTIVITA TERZIARIA Essendo l attività terziaria maggiormente sviluppata rispetto a quella secondaria, anche il relativo reddito risulta superiore, con valori negli ambiti a prevalenza residenziale e produttiva più elevati. 0019_RAPAMB_00 129

131 6.9.8 ELETTRODOTTI. POPOLAZIONE ESPOSTA (SOGLIA 0.2 MICROTESLA) Gli elettrodotti producono campi elettrici che dipendono dalla tensione di esercizio e campi magnetici variabili nel tempo e proporzionali all intensità di corrente che scorre lungo i fili. I campi a frequenza estremamente bassa (ELF) hanno la capacità di indurre correnti nel corpo umano. Gli effetti acuti che possono derivare dall esposizione si manifestano nel breve periodo come immediata conseguenza di elevate esposizioni e si manifestano a danno sul sistema visivo e sul sistema nervoso centrale, stimolazione di tessuti eccitati, extrasistole e fibrillazione ventricolare, cefalea, insonnia e affaticamento. Gli effetti cronici si possono manifestare dopo periodi anche lunghi di latenza in conseguenza a lievi esposizioni. Il rischio sul quale si è focalizzata l'attenzione dei ricercatori e dell'opinione pubblica è la possibilità che l'esposizione a radiazioni non ionizzanti possa indurre la comparsa di tumori come la leucemia, anche se allo stato attuale non si dispone di risultati univoci. Per questo motivo la Regione Veneto ha stabilito come obiettivo a cui tendere 0,2 microtesla per l esposizione della popolazione. All interno del territorio sono presenti 2 linee elettriche da 132kV che attraversano il territorio da nord a sud all altezza delle frazioni di Beverare e Palazzo Corni RIPETITORI PER COMUNICAZIONI Le radiocomunicazioni, interessano lo spettro di frequenze comprese nell'intervallo 100 KHz GHz e appartengono al gruppo di radiazioni non ionizzanti. I campi elettromagnetici a radiofrequenza dei ripetitori per telecomunicazioni si distinguono dai campi degli elettrodotti perché quest ultimi non trasportano energia e si estinguono molto rapidamente con la distanza, mentre quelli a radiofrequenza trasportano energia, e si attenuano lentamente con la distanza. Pertanto, anche gli effetti dovuti all esposizione ai campi generati da queste due sorgenti sono diverse. Per quanto riguarda le radiofrequenze, diversamente dai campi magnetici ed elettrici generati a 50 Hz, non esistono ancora evidenze scientifiche che associano l esposizione a campi elettromagnetici ad effetti sanitari _RAPAMB_00

132 cancerogeni. Le esposizioni alle radiofrequenze possono dare effetti sanitari quali forme di astenia, sonnolenza, mancanza di concentrazione, inappetenza. Con esposizioni prolungate si possono riscontrare conseguenze quali cataratte oculari, l opacizzazione del cristallino anomalie alla cornea, alterazioni delle funzioni neurali e neuromuscolari, alterazioni nel sistema immunitario, ustioni della pelle ed effetti termici. Gli effetti termici sono imputabili alla trasformazione di energia e.m. in calore e la profondità di penetrazione della radiazione dipende dall'attenuazione manifestata dalla materia attraversata: maggiore è l'assorbimento per unità di spessore, minore è la profondità di penetrazione, quindi maggiore è il riscaldamento. All interno del territorio del comune di San Martino di Venezze non sono presenti ripetitori EMISSIONI DI MONOSSIDO DI CARBONIO Per le emissioni di monossido di carbonio si fa riferimento a quanto riportato nel macrosettore Aria EMISSIONI DI OSSIDI DI AZOTO Per le emissioni di ossidi di azoto si fa riferimento a quanto riportato nel macrosettore Aria EMISSIONI DI POLVERI PM10 Per le emissioni di polveri si fa riferimento a quanto riportato nel macrosettore Aria EMISSIONI DI AMMONIACA Per le emissioni di ammoniaca si fa riferimento a quanto riportato nel macrosettore Aria EMISSIONI DI BIOSSIDO DI ZOLFO Per le emissioni di biossido di zolfo si fa riferimento a quanto riportato nel macrosettore Aria EMISSIONI DI BENZENE Per le emissioni di benzene si fa riferimento a quanto riportato nel macrosettore Aria RETE STRADALE CON EMISSIONI OLTRE 67 DB(A) DIURNI Gli effetti del rumore sulla salute umana sono più sottovalutati in quanto meno evidenti rispetto ad altre forme di inquinamento. Il rumore può produrre effetti a carico dell'apparato uditivo: il danno può essere di tipo acuto, quando si realizza in un tempo breve a seguito di una stimolazione particolarmente intensa, e di tipo cronico quando evolve nel corso degli anni a seguito di un'esposizione prolungata ad elevati livelli di rumore. Ma il rumore ambientale può dar luogo ad una serie di altri effetti, fra i quali il disturbo del sonno e del riposo, l'interferenza con la comunicazione verbale, effetti psicofisiologici, 0019_RAPAMB_00 131

133 effetti sulla salute mentale e sull'apprendimento, oltre al disturbo o al fastidio genericamente inteso (detto anche annoyance). Essendo presente all interno del territorio del PAT una infrastruttura di trasporto di una certa rilevanza come la SPn. 3 che attraversa l ATO 01, si osservano in questo tratto livelli di emissioni sonore pari a 66 db(a) diurni che, pur essendo inferiori al dato di riferimento pari a 67 db(a), si è ritenuto opportuno considerare come criticità. Tale parametro dovrà essere tenuto sotto controllo durante la fase di monitoraggio del piano, per evitare, a seguito dell aumento del traffico e della realizzazione di nuove infrastrutture di trasporto, l aumento di tale criticità RETE FERROVIARIA CON EMISSIONI OLTRE 67 DB(A) DIURNI Il territorio del comune di San Martino di Venezze non è interessato dalla rete ferroviaria, pertanto non sussistono problemi relativamente all emissione di rumore da parte di tale sorgente AREE A RISCHIO INCIDENTE RILEVANTE/SUPERFICIE ATO All interno del territorio del PAT non sono presenti aree a rischio incidente rilevante AREE A RISCHIO ESONDAZIONE/SUPERFICIE ATO L intero territorio polesano ricade in zona a pericolosità moderata P1 rispetto al PAI Fissero-Tartaro- Canalbianco-Po di Levante; per il territorio interessato dal PAT, non risultano individuate ulteriori aree soggette ad allagamenti o in classe di pericolosità più elevata _RAPAMB_00

134 Dallo studio di compatibilità idraulica redatto dallo specialista incaricato sono state identificate, poi, alcune aree a rischio di allagamento, o a pericolo di ristagno idrico secondo i dati forniti dai Consorzi di Bonifica che indicano qualche area aggiuntiva, rispetto a quelle del P.A.I.. Si tratta di zone che, per la quota altimetrica, per la quota della falda freatica, per la tessitura superficiale dei terreni possono presentare difficoltà di deflusso in caso di piogge particolarmente gravose e in cui dovranno essere attuati particolari accorgimenti per la realizzazione di nuove aree di espansione. L area maggiore si colloca proprio nell ATO più densamente edificato, ossia l ATO 01 Misto san. Martino/Cà Donà BENI MATERIALI E RISORSE Il macrosettore relativo a Beni materiali e risorse valuta la produzione e la raccolta differenziata di rifiuti urbani, i consumi elettrici, i consumi idrici, e i consumi di Gas Metano relativamente al territorio del PAT. La produzione di rifiuti urbani risulta inferiore al dato medio provinciale assunto come riferimento, inoltre la percentuale di raccolta differenziata risulta pari al 66,37% in linea con la media provinciale. I consumi elettrici, come quelli idrici e di gas metano, si concentrano negli ambiti maggiormente urbanizzati, tuttavia su scala comunale essi presentano valori prossimi al dato medio provinciale, occorre infatti tenere sempre presente l estensione dei singoli ambiti prima di definire un valore medio. Dall analisi degli indicatori non emergono pertanto particolari criticità per tale macrosettore PRODUZIONE DI RIFIUTI URBANI La produzione di rifiuti urbani è tra gli indicatori utilizzati per definire le condizioni ambientali che possono influire sulla salute umana. Nel territorio del Comune di San Martino di Venezze la produzione pro-capite di rifiuti urbani è inferiore alla media provinciale. 0019_RAPAMB_00 133

135 PERCENTUALE RACCOLTA DIFFERENZIATA La diffusione della raccolta differenziata è un indicatore di risposta utile per definire l'impegno dell amministrazione per una gestione dei rifiuti efficace e rispettosa dell ambiente e della salute della popolazione. Grazie alla maggiore diffusione della raccolta differenziata e dei trattamenti biomeccanici, la quantità di rifiuti urbani smaltiti in discarica sta diminuendo. Il quantitativo di materiali raccolti in modo differenziato nel Veneto ha assunto un trend positivo negli ultimi anni e la crescita della percentuale di raccolta differenziata supera di gran lunga gli obiettivi stabiliti dalla normativa nazionale e colloca il Veneto tra i primi posti in Italia. Il comune di San Martino di Venezze, alla situazione attuale, presenta una percentuale di raccolta differenziata superiore alla media provinciale _RAPAMB_00

136 CONSUMI ELETTRICI IN AGRICOLTURA I consumi di energia elettrica per il settore agricolo superano la media provinciale, assunta come valore di riferimento, solo nell ambito a prevalente destinazione agricola. Gli altri ambiti presentano consumi inferiori. 0019_RAPAMB_00 135

137 CONSUMI ELETTRICI NELL INDUSTRIA I consumi elettrici del settore industriale ovviamente sono concentrati nell ambito a prevalente destinazione produttiva (mista), con valori prossimi alla media provinciale assunta come riferimento. Come in altri casi questo è dovuto alla concentrazione dei consumi in ambiti di ridotta estensione, ottenendo quindi valori al Km 2 molto più elevati della media dell intero territorio CONSUMI ELETTRICI NEL TERZIARIO I consumi elettrici del settore terziario sono concentrati negli ambiti a prevalente destinazione residenziale o produttiva. Solamente l ambito a prevalenza agricola, per ovvi motivi, presenta consumi molto ridotti _RAPAMB_00

138 CONSUMI ELETTRICI DOMESTICI I consumi elettrici domestici sono superiori alla media provinciale solo negli ambiti a prevalente destinazione residenziale. Il valore elevato è dovuto alla concentrazione dei consumi in un area ristretta, quale quella identificata dall ambito 01 o _RAPAMB_00 137

139 CONSUMI IDRICI PER RESIDENTE I consumi idrici per residente sono sempre inferiori al valore di riferimento di 250 l/abitante/giorno pari alla media nazionale CONSUMI DI GAS METANO I consumi di metano più elevati si concentrano negli ambiti a prevalente destinazione residenziale e produttiva. I consumi sono nettamente inferiori alla media provinciale solamente nell ambito a prevalenza agricola _RAPAMB_00

140 In riferimento alla richiesta di integrazioni avanzata dalla Regione Veneto in data protocollo n E avente per oggetto il Rapporto Ambientale del PAT del comune di San Martino di Venezze (RO) si allega al presente capitolo specifica integrazione. Agenti fisici Inquinamento luminoso L inquinamento luminoso è l irradiazione di luce artificiale dovuta ad impianti di illuminazione pubblica, torri faro, insegne luminose, rivolta direttamente o indirettamente verso la volta celeste. Gli effetti più eclatanti prodotti da tale fenomeno sono un aumento della brillanza del cielo notturno e una perdita di percezione dell'universo attorno a noi, perché la luce artificiale più intensa di quella naturale "cancella" le stelle del cielo. La Regione Veneto è stata la prima in Italia ad emanare una legge specifica in materia, la Legge Regionale 27 giugno 1997, n. 22 "Norme per la prevenzione dell'inquinamento luminoso", che prescriveva misure per la prevenzione dell'inquinamento luminoso sul territorio regionale, al fine di tutelare e migliorare l'ambiente in cui viviamo. Ora tale legge è superata dalla nuova Legge Regionale del Veneto N. 17 del 7 agosto 2009: Nuove norme per il contenimento dell inquinamento luminoso, il risparmio energetico nell illuminazione per esterni e per la tutela dell ambiente e dell attività svolta dagli osservatori astronomici, che si prefigge come obiettivo la riduzione dell inquinamento luminoso e ottico, nonché la riduzione dei consumi energetici da esso derivanti, riconoscendo al cielo stellato lo status di patrimonio naturale da conservare e valorizzare. 0019_RAPAMB_00 139

141 Il principale indicatore fornito dall Arpav per la stima dell inquinamento luminoso è la brillanza; si noti che l intero territorio della regione Veneto risulta avere livelli di brillanza artificiale superiori al 33% di quella naturale, e pertanto è da considerarsi molto inquinato. Il territorio comunale, come si può notare dalla figura sottostante, presenta un aumento della luminanza totale rispetto a quella naturale compresa tra il 100 ed il 300% (colore giallo). Radiazioni non ionizzanti Elettrodotti, impianti radiotelevisivi e stazioni radiobase Le radiazioni non ionizzanti sono forme di radiazioni elettromagnetiche (campi elettromagnetici) che, non possiedono l energia sufficiente per modificare le componenti della materia e degli esseri viventi. Le radiazioni non ionizzanti si dividono in radiazioni a bassa ed alta frequenza. Alte frequenze Il DPCM 8 luglio 2003 fissa i limiti di esposizione e i valori di attenzione per la prevenzione degli effetti a breve termine e dei possibili effetti a lungo termine nella popolazione dovuti all esposizione di campi elettromagnetici generati da sorgenti fisse con frequenza compresa tra 100 khz e 300 GHz; fissa inoltre gli obiettivi di qualità, ai fini della progressiva minimizzazione dell esposizione ai campi medesimi e l individuazione delle tecniche di misurazione dei livelli di esposizione. Per quanto riguarda le stazioni radiobase, ovvero che producono radiazioni ad alta frequenza (RF), sul territorio comunale esistono tre impianti di seguito classificati: _RAPAMB_00

142 Basse frequenze Le sorgenti che producono radiazioni a bassa frequenza sono gli elettrodotti, le sottostazioni elettriche e le cabine di trasformazione. Gli elettrodotti producono campi elettrici che dipendono dalla tensione di esercizio e campi magnetici variabili nel tempo e proporzionali all intensità di corrente che scorre lungo i fili. a livello nazionale il DPCM 8 luglio 2003 fissa i limiti relativi agli efetti acuti, valori di attenzione per gli edifici con prolungata permanenza e i luoghi per l infanzia e obiettivi di qualità per le nuove costruzioni. A livello regionale la L.R. n.27/93 riguarda solo i nuovi elettrodotti e i nuovi strumenti urbanistici relativamente a destinazioni d uso residenziali in prossimità di elettrodotti esistenti e stabilisce delle distanze minime dagli elettrodotti in modo tale che il campo magnetico non sia superiore a 0.2 microtesla. Il territorio del comune di San Martino di Venezze è attraversato, in modo marginale, da alcune linee elettriche ad alta tensione (132 kv). 0019_RAPAMB_00 141

143 Economia e società Energia: I dati attualmente disponibili sono a scala provinciale e si riferiscono al Programma Energetico della Provincia di Rovigo 2010, il quale ha effettuato delle analisi sui consumi energetici suddivisi per tipologia di combustibile e per settore di impiego, all interno di una scala temporale che parte dal 1990 ed arriva fino al L analisi energetica della provincia si basa in gran parte sulle informazioni dei consumi di energia elettrica, di gas metano e dalle vendite dei prodotti petroliferi (stime fornite dal Ministero dello Sviluppo Economico). I dati aggiornati al 2006, espressi in Tep (tonnellate equivalenti di petrolio) a parte alcune oscillazioni, evidenziano un lento, ma uniforme, incremento dei consumi specie per quanto riguarda l utilizzo del gasolio. Evoluzione dei consumi energetici Programma Energetico della Provincia di Rovigo _RAPAMB_00

144 Particolare interesse destano i consumi di gas naturale a livello provinciale. Sulla base dei dati forniti dalle aziende distributrici di gas naturale nel territorio provinciale, si è stimato che la Provincia di Rovigo ha fatto registrare nel 2006 un consumo complessivo di oltre 240 milioni di m 3, corrispondente ad un aumento del 53,83% rispetto al La quota predominante spetta alla residenza, o meglio alle reti cittadine che nel 2006 hanno assorbito il 66,41% dei consumi complessivi, con un aumento del 60,06% rispetto al Segue l industria con il 16,89% dei consumi nel 2006, con un aumento assoluto del 52,48% rispetto all inizio dell intervallo temporale in esame. Importanti risultano anche i consumi nel settore terziario, pari al 16,03 dei consumi totali del 2006, con un incremento del 32,52% rispetto al Infine l agricoltura interessa solo lo 0,67% dei consumi, anche se rispetto al 1990 è stato registrato un incremento del 95,82% dei consumi di gas naturale in questo settore. Vendite di Gas Naturale in Provincia di Rovigo aggiornamento al Per quanto riguarda i consumi di energia elettrica la Provincia di Rovigo, rispetto alla media regionale e a quella nazionale, fa registrare incrementi dei consumi leggermente superiori. L aumento provinciale, infatti, si attesta intorno al 57,5%, mentre quello regionale è del 53,6% e quello nazionale del 45,8%. I dati relativi al consumo di energia elettrica destrutturati a livello comunale saranno resi disponibili dalla Provincia, ma solo in futuro. Tuttavia tale dato sui consumi elettrici è controbilanciato dagli ultimi dati aggiornati al 2010 inerenti la produzione di energia da fonte rinnovabile, in particolare dal fotovoltaico il quale ha fatto registrare per la provincia di Rovigo particolari sviluppi, certamente dovuti alla forte politica di incentivazione praticata a livello nazionale unita ad una grande propensione all innovazione da parte dei soggetti locali. Il trend di crescita della potenza installata per anno, dal 2007 al 2010, ha una progressione quasi esponenziale a fronte di una taglia media per impianto di oltre 136kW per il _RAPAMB_00 143

145 In particolare il Comune di San Martino di Venezze vede la seguente situazione aggiornata al 2012: 5.463,6 Kw prodotti da impianti fotovoltaici. 3 3 Fonte: GSE _RAPAMB_00

146 Rifiuti: Quanto ai rifiuti, i dati relativi al trend di aumento della raccolta differenziata su base provinciale per l anno 2010 testimoniano il completo superamento del limite del 50% posto come obiettivo dalla normativa nazionale per l anno Il 92% dei comuni del Polesine ha già superato la soglia del 60% posta per il 2011 e a livello provinciale, il valore del 64,4% di raccolta differenziata ottenuto nel 2010 si pone a ridosso della soglia del 65% posta per il Per quanto riguarda il Comune di San Martino di Venezze si registra un aumento della percentuale di raccolta differenziata nel 2010, con una percentuale del 68,4%. Percentuale di raccolta differenziata per comune in provincia di Rovigo Dati Arpav _RAPAMB_00 145

147 6.11 ESITO DELLE ANALISI DELLO STATO ATTUALE Prima di analizzare i risultati ottenuti e le criticità riscontrate occorre fare alcune precisazioni riguardo i valori degli indicatori sopra riportati. A prima vista infatti, osservando i grafici, si riscontrano molto spesso valori degli indicatori nettamente superiori al valore di riferimento, fornendo l impressione di una situazione molto negativa. Questo in realtà non è sempre vero in quanto, per una valutazione complessiva, occorre tenere in considerazione l estensione degli ambiti. È ovvio infatti che la produzione di inquinanti, i consumi energetici e molti altri indicatori, assumano valori molto elevati nelle aree urbanizzate, che tuttavia presentano una estensione ridotta rispetto alle aree agricole. Per valutare i risultati è preferibile quindi non basarsi esclusivamente su quanto osservato dai grafici sopra riportati, ma valutare lo stato dell ambiente tramite medie pesate dei punteggi assegnati, in modo da analizzare sia il dato medio, sia il punteggio dei singoli ambiti, evidenziando quindi sia la situazione media, sia la collocazione degli ambiti con maggiori criticità nel territorio. L analisi dei grafici sopra riportati tuttavia consente di formulare alcune importanti considerazioni relative allo stato attuale dell ambiente, infatti, pur essendo emersa in generale una situazione ambientale positiva, è evidente l assenza di una ramificata e diffusa rete ecologica al di fuori dell area parco presente a ridosso del fiume Adige. Situazioni in linea di massima positive emergono per i comparti relativi ad aria, clima, acqua, suolo e sottosuolo, con emissioni inquinanti a volte superiori al valore di riferimento in alcuni ambiti, ma su scala comunale comunque inferiori al valore di riferimento. Anche gli indicatori identificati nel comparto relativo a popolazione e salute umana evidenziano una situazione in generale positiva, se non fosse per la presenza di infrastrutture di trasporto con emissioni sonore elevate in centro abitato; sono, inoltre, assenti aree sottoposte a rischio di incidente rilevante. Si evidenzia invece una criticità in merito al ridotto sviluppo economico della zona. Riassumendo, l analisi ambientale ha sostanzialmente individuato le seguenti criticità: 1. Carenza di una diffusa e ramificata rete ecologica per il taglio della vegetazione e delle siepi campestri; 2. Presenza della discarica in località Chiarioni in fase di dismissione; 3. Carenza dell impianto di depurazione e smaltimento acque; 4. Qualità delle acque superficiali del fiume Adige e dello scolo Ceresolo scadente; 5. Elevata produzione di ammonica e in generale sviluppo di un agricoltura poco sostenibile con riduzione della sostanza organica nei suoli; 6. Ridotto sviluppo economico e turistico dell area. Le azioni strategiche del PAT saranno pertanto volte a ridurre tali criticità _RAPAMB_00

148 7 VALUTAZIONE DEGLI IMPATTI DELLO STATO ATTUALE Nel presente capitolo si riporta il calcolo dei punteggi dello stato attuale, in modo da tradurre in un unico parametro lo stato attuale dell ambiente e poterlo confrontale con l ipotesi di progetto e le eventuali alternative. 7.1 CALCOLO DEI PUNTEGGI DELLO STATO ATTUALE Dopo aver assegnato, per ogni ATO e per ogni indicatore, il relativo valore numerico, si è proceduto con l assegnazione dei punteggi tramite le modalità descritte nei capitoli precedenti. Nella seguente tabella si riportano i punteggi assegnati ai vari ambiti in cui è stato suddiviso il territorio del PAT. Si ricorda che la scala utilizzata varia da -5 a +5. Tema PESO COMP Aria 10,55 Clima Acqua Suolo e sottosuolo Flora e fauna Biodiversità e zone protette Paesaggio e territorio 10,55 10,55 5,82 11,63 11,63 3,26 PESO PUNTEGGI PESATI INDICAT Indicatori di stato/impatto ATO 01 ATO 02 ATO 03 ORI 26,25 Emissioni di monossido di carbonio -0,58-0,33 0,78 22,93 Emissioni di ossidi di azoto -0,68-0,46 0,63 21,43 Emissioni di polveri PM10-0,02 0,09 0,90 9,36 Emissioni di ammoniaca -0,10-0,12-0,37 10,02 Emissioni di ossidi di Zolfo 0,33 0,38 0,51 10,02 Emissioni di Benzene -0,53-0,40 0,20 68,33 Emissioni di anidride carbonica 2,59 2,88 3,46 19,98 Emissioni di protossido di azoto 0,99 0,99-0,02 11,68 Emissioni di Metano 0,59 0,59-0,62 16,50 Carico trofico potenziale - Azoto 0,70 0,78 0,07 16,50 Carico trofico potenziale - Fosforo 0,82 0,84-0,35 27,75 Densità delle discariche attive 1,46 1,46 1,46 39,25 Carico potenziale organico (civ+ind) 1,32 1,66 1,95 28,57 Densità delle discariche attive 0,83 0,83 0,83 14,29 Densità delle cave attive 0,42 0,42 0,42 28,57 Carico trofico potenziale - azoto 0,66 0,75 0,07 28,57 Carico trofico potenziale - fosforo 0,78 0,80-0,33 24,39 Superficie urbanizzata / superficie ATO 0,74 1,02 1,33 24,39 Superficie agricola utilizzata /superficie ATO -0,40-0,28 1,02 25,41 Superficie boscata / Superficie ATO -1,48-1,48-1,48 8,28 Aree di connessione naturalistica/superficie ATO -0,48-0,48-0,48 8,28 Isole ad elevata naturalità/superficie ATO -0,48-0,48-0,48 3,76 Sviluppo corridoi ecologici/superficie ATO 0,10 0,22-0,14 5,48 Sviluppo della rete stradale/superficie ATO 0,07 0,10 0,24 54,72 Estensione delle aree a parco / superficie ATO 3,18 3,18 3,18 26,31 Estensione delle zone natura 2000/superficie ATO -1,53-1,53-1,53 18,97 Area nucleo/superficie ATO -1,10-1,10-1,10 9,09 Densità delle discariche attive 0,15 0,15 0,15 4,87 Densità delle cave attive 0,08 0,08 0,08 7,03 Sviluppo della rete di elettrodotti -0,08-0,11 0, _RAPAMB_00 147

149 Patrimonio culturale Popolazione e salute umana Beni materiali e risorse 3,26 27,51 5,25 20,15 Superficie boscata / Superficie ATO -0,33-0,33-0,33 8,25 Frammentazione del territorio -0,13 0,05 0,13 9,64 Aree di connessione naturalistica/superficie ATO -0,16-0,16-0,16 9,34 Ambiti di importanza paesaggistica/superficie ATO -0,15-0,15-0,02 9,34 Isole ad elevata naturalità/superficie ATO -0,15-0,15-0,15 2,54 Sviluppo corridoi ecologici/superficie ATO 0,02 0,04-0,03 7,58 Sviluppo della rete stradale/superficie ATO 0,03 0,04 0,09 5,39 Densità degli allevamenti 0,09 0,09 0,08 3,61 Sviluppo dei percorsi ciclabili -0,04-0,06-0,06 3,16 Superficie a verde pubblico per abitante 0,05 0,04-0,05 39,33 Superficie dei centri storici/superficie ATO 0,64 0,64-0,64 23,38 Nuclei storici 0,38 0,38-0,38 23,38 Numero edifici storici o vincolati -0,03 0,27-0,38 13,90 Zone di interesse archeologico/superficie ATO -0,23-0,23-0,23 7,84 Densità della popolazione 0,19 0,26 1,06 10,30 Occupati nell'agricoltura -0,14-0,09 0,34 10,30 Occupati nell'industria 1,19 0,48-1,13 10,30 Occupati nel terziario 0,11-0,09-1,33 5,41 Reddito derivante dalla produzione agricola -0,09-0,07 0,15 5,41 Reddito derivante dalla produzione industriale 0,30-0,07-0,60 5,41 Reddito derivante dall'attività terziaria 0,74 0,57-0,65 2,43 Elettrodotti. Popolazione esposta (soglia 0.2 microt) -0,33-0,33-0,31 2,35 Ripetitori per comunicazioni 0,32 0,32 0,32 3,19 Emissioni di monossido di carbonio -0,18-0,11 0,25 3,01 Emissioni di ossidi di azoto NOx -0,23-0,16 0,22 2,94 Emissioni di polveri PM10-0,01 0,03 0,32 2,28 Emissioni di ammoniaca -0,06-0,08-0,23 2,35 Emissioni di ossidi di Zolfo 0,20 0,23 0,31 2,35 Emissioni di Benzene -0,32-0,25 0,12 6,78 Rete stradale con emissioni oltre 67 db(a) diurni -0,93 0,93 0,93 6,78 Rete ferroviaria con emissioni oltre 67 db(a) diurni 0,93 0,93 0,93 6,99 Area a rischio incidente rilevante/superficie ATO 0,96 0,96 0,96 3,58 Aree a rischio di esondazione/superficie ATO -0,40 0,43 0,33 18,20 Produzione di rifiuti urbani 0,09 0,09 0,09 18,20 Percentuale Raccolta differenziata 0,11 0,11 0,11 7,27 Consumi elettrici in agricoltura 0,02 0,01-0,05 7,27 Consumi elettrici nell'industria -0,01 0,06 0,16 7,27 Consumi elettrici nel terziario -0,07-0,03 0,18 7,27 Consumi elettrici domestici -0,19-0,19 0,18 12,06 Consumi idrici per residente 0,15 0,15 0,01 22,44 Consumi di Gas Metano -0,13 0,09 0,49 Tabella 13 Assegnazione dei punteggi relativi allo stato attuale Successivamente è stato eseguito il calcolo dei punteggi pesati e quindi la determinazione del punteggio, sempre per ogni ATO, di ciascuna delle componenti ambientali. A questo punto, per ogni componente ambientale di ogni ATO, è disponibile un punteggio che permette una valutazione complessiva dello stato dell ambiente _RAPAMB_00

150 ATO 01 Mista-SAN MARTINO/CA' DONA' ATO 02 Residenziale- BEVERARE/CONTEA/P.ZZO CORNI ATO 03 Agricola-CASE SPARSE TOTALE PAT del comune di SAN MARTINO DI VENEZZE (RO) Per ottenere invece un punteggio globale relativamente all intero territorio del PAT, si esegue una media pesata con le superfici, in questo modo un ATO grande, a parità di punteggio, risulta più influente di un ATO avente estensione ridotta. Nella seguente tabella si riportano i punteggi pesati ottenuti per le diverse componenti ambientali considerate, distinti per i vari ATO individuati dal PAT. L ultima colonna riporta il totale ottenuto come media pesata. Dall analisi della seguente tabella emerge una situazione complessivamente positiva. Analizzando i punteggi ottenuti dai vari ATO per le singole componenti ambientali si osservano, specie per l ATO a prevalenza mista residenziale/produttiva, punteggi negativi. A tal proposito occorre ricordare che tale ambito si concentrano la maggior parte delle fonti di produzione degli inquinanti. A scala comunale tuttavia i punteggi risultano quasi tutti positivi in quanto vi è una compensazione con il territorio agricolo. I punteggi negativi sono relativi al comparto flora e fauna data l assenza di una estesa e ramificata rete ecologica che garantisca la continuità degli habitat e delle specie e al comparto paesaggio e territorio vista la presenza di numerosi elettrodotti, nonché della discarica in località Chiarioni, che, sebbene in via di dismissione costituisce elemento detrattore e penalizzante il paesaggio nel contesto agricolo di inserimento. Anche il comparto relativo al patrimonio culturale risulta leggermente negativo, in particolare nell ATO agricolo dove non sono presenti manufatti vincolati. Tema Aria -1,58-0,84 2,65 1,35 Clima 4,18 4,46 2,82 3,28 Acqua 4,30 4,74 3,13 3,54 Suolo e sottosuolo 2,69 2,79 0,98 1,54 Flora e fauna -1,93-1,38 0,02-0,56 Biodiversità e zone protette 0,55 0,55 0,55 0,55 Paesaggio e territorio -0,63-0,47-0,26-0,36 Patrimonio culturale 0,77 1,07-1,63-0,84 Popolazione e salute umana 2,24 3,92 1,99 2, _RAPAMB_00 149

151 Beni materiali e risorse -0,03 0,30 1,18 0,82 TOTALE 10,56 15,13 11,43 11,53 Tabella 14 Punteggi pesati relativi ai vari ATO del comune di San Martino di Venezze 7.2 ANALISI DEI RISULTATI Nel presente paragrafo si riportano i risultati ottenuti dal calcolo dei punteggi relativamente allo stato attuale. La seguente tabella riporta i punteggi finali per ognuno dei macrotemi ottenuti dal calcolo dello stato attuale relativamente all intero territorio del PAT, nonché il punteggio totale del PAT. TEMA PUNTEGGIO Aria 1,35 Clima 3,28 Acqua 3,54 Suolo e sottosuolo 1,54 Flora e fauna -0,56 Biodiversità e zone protette 0,55 Paesaggio e territorio -0,36 Patrimonio culturale -0,84 Popolazione e salute umana 2,21 Beni materiali e risorse 0,82 TOTALE 11,53 Tabella 15 Risultato delle analisi dello stato attuale Si osserva che il punteggio complessivo ottenuto dal PAT risulta positivo e pari a 11,53; considerato che la scala dei punteggi adottata può variare da +50 a -50, si può affermare che il territorio del PAT è caratterizzato, allo stato attuale, da una situazione leggermente positiva. A tal proposito si ricorda che un punteggio pari a zero indicherebbe una situazione paragonabile a quella media assunta come riferimento, o alla coincidenza con i limiti imposti dalla normativa nei casi in cui essa sia presente, mentre punteggi positivi o negativi indicano rispettivamente situazioni migliori o peggiori rispetto alla media assunta come riferimento. 8 LA SOSTENIBILITA AMBIENTALE 8.1 I CRITERI DI SOSTENIBILITA E GLI OBIETTIVI DI PROTEZIONE AMBIENTALE Sviluppo sostenibile e ambiente sono temi che riscuotono sempre maggiore attenzione nei cittadini e nelle amministrazioni, tanto a livello locale che europeo. In particolare, nel giugno 2001 è stata adottata dal parlamento europeo la direttiva 2001/42/CE concernente la valutazione degli effetti di determinati piani e programmi sull ambiente _RAPAMB_00

152 La regione Veneto ha recepito questi principi nella nuova legge urbanistica (L.R. 11/2004); nell articolo 4 il PAT è indicato tra gli strumenti urbanistici da sottoporre alla VAS, la quale ne evidenzia la congruità rispetto agli obiettivi di sostenibilità assunti, valuta le alternative assunte nell elaborazione, gli impatti potenziali, le misure di mitigazione e/o di compensazione da inserire nel piano. La definizione di sviluppo sostenibile data dalle nazioni unite che trova maggiori consensi è la seguente: Uno sviluppo in grado di soddisfare i bisogni delle generazioni presenti senza compromettere la capacità delle generazioni future di soddisfare i propri bisogni. La risposta a questa necessità si è concretizzata nella Valutazione Ambientale Strategica, che coadiuva il processo progettuale, e che attraverso iterazioni successive si conclude con un elaborato fondato sulla sostenibilità. Le strategie di sostenibilità ambientale emerse nelle recenti esperienze di pianificazione in ambito nazionale ed europeo, e fatte proprie nel presente processo di redazione del PAT e della VAS possono essere schematizzate come segue: Evitare il consumo di risorse rinnovabili a ritmi superiori alla capacità del sistema naturale di ricostruirle Limitare al minimo il consumo di risorse non rinnovabili Evitare di emettere inquinanti in quantità tale da eccedere le capacità di assorbimento e trasformazione di aria, acqua, suolo Mantenere la qualità dell aria, dell acqua, del suolo a livelli sufficienti per sostenere la vita ed il benessere dell uomo, nonché la vita animale e vegetale Mantenere e, ove possibile, aumentare la biomassa e la biodiversità. Di seguito si riportano gli obiettivi globali e locali ottenuti dalla Carta di Aalborg, approvata dai partecipanti alla Conferenza europea sulle città sostenibili tenutasi ad Aalborg, in Danimarca il 27 maggio Tali obiettivi, nella presente VAS, sono stati recepiti come criteri generali per lo sviluppo sostenibile. 0019_RAPAMB_00 151

153 Di seguito si riportano i dieci criteri di sostenibilità espressi nella conferenza mondiale delle Nazioni Unite su Ambiente e Sviluppo (conferenza di Rio de Janeiro del 1992) _RAPAMB_00

154 0019_RAPAMB_00 153

155 _RAPAMB_00

156 0019_RAPAMB_00 155

157 8.2 GLI OBIETTIVI DI PROTEZIONE E SOSTENIBILITA AMBIENTALE, ECONOMICA E SOCIALE ASSUNTI DAL P.A.T. Il Piano di Assetto del Territorio ha assunto i seguenti temi di sostenibilità: Ordinato sviluppo del territorio, dei tessuti urbani e del sistema produttivo. Particolare attenzione è stata rivolta alla verifica di aree già urbanizzate e non edificate. Compatibilità dei processi di trasformazione del suolo con la sicurezza e la tutela dell integrità fisica e con l identità culturale del territorio. Miglioramento della qualità della vita e della salubrità degli insediamenti Riduzione della pressione degli insediamenti sui sistemi naturali e ambientali, anche attraverso opportuni interventi di mitigazione degli impatti Miglioramento della qualità ambientale, architettonica e sociale del territorio urbano e la sua riqualificazione Consumo di nuovo territorio solo quando non sussistano alternative derivanti dalla sostituzione dei tessuti insediativi esistenti ovvero dalla loro riorganizzazione e riqualificazione. Intervenire ad attenuare gli impatti visivi negativi della discarica esistente, nonché identificare e valorizzare le emergenze naturalistiche da salvaguardare, definendone le normative adeguate per i diversi casi ed il grado di compatibilità degli interventi. Nello specifico il progetto del piano si è delineato prendendo come riferimento gli obiettivi indicati nel documento preliminare, letti attraverso le possibili interazioni con le criticità emerse dal quadro ambientale preliminare, successivamente analizzate e affinate con le elaborazioni della VAS. Durante tutto questo processo si è privilegiata la ricerca di quelle soluzioni che favoriscono la corretta gestione delle risorse e delle qualità del territorio puntando a mitigare o eliminare gli elementi critici individuati. In generale il PAT è incentrato sulla conservazione dell ambiente e delle risorse, ma non può trascurare gli aspetti sociali ed economici legati allo sviluppo economico, insediativo e produttivo. È evidente tuttavia come nella gestione del territorio l impatto più evidente sia il consumo di suolo che costituisce una risorsa non rinnovabile, tanto che la nuova legge urbanistica dimensiona la zona agricola trasformabile in base alla Superficie Agricola Utilizzata presente sul territorio del PAT. Oltre al consumo di suolo seguono la maggior parte delle problematiche sulle componenti ambientali, come il consumo di risorse e l inquinamento delle stesse. Pertanto fra i principali obiettivi di protezione ambientale assunti, anche in aderenza alla carta di Aalborg è possibile elencare i seguenti in ordine di priorità: 1. Investire nella conservazione del rimanente capitale naturale, ovvero acque di falda, suoli habitat per le specie di flora e fauna (ossia evitare se possibile il nuovo consumo di suolo) 2. Favorire la crescita del capitale naturale riducendo l attuale livello di sfruttamento, in particolare per quanto riguarda le energie non rinnovabili 3. Investire per ridurre la pressione sul capitale di risorse naturali esistenti attraverso una espansione di quelle destinate ad usi antropici, ad esempio gli spazi verdi per attività ricreative _RAPAMB_00

158 all interno delle città, in modo da ridurre la pressione sulle aree naturali o seminaturali residuali presenti 4. Migliorare l efficienza dell uso finale dei prodotti, ad esempio utilizzando edifici efficienti dal punto di vista energetico e modalità di trasporto urbano non nocive per l ambiente. 8.3 LE MODALITÀ DI ATTUAZIONE DELLE SCELTE DI SOSTENIBILITÀ Il Piano, nell ambito delle scelte strategiche e degli obiettivi di sostenibilità, ha individuato le seguenti modalità di attuazione (che si esplicano nelle tavole di progetto e nelle norme) per le problematiche evidenziate: Sistema ambientale E stato considerato come il tema cardine per la qualificazione dell assetto del territorio e il recupero delle aree di valore naturale ed ambientale residuali. L attenta progettazione della Rete ecologica e le norme anche per il P.I., assumono un ruolo strategico per il sistema ambientale. Il PAT infatti, nella carta delle trasformabilità, ha definito la rete ecologica, le aree di connessione naturalistica e le stepping stones con l obiettivo di creare una rete e un insieme di punti sul territorio adatti alla conservazione delle specie animali e vegetali. La rete ecologica possiede inoltre una funzione qualitativa di miglioramento dell immagine del paesaggio agricolo oltre ad una attività di fitodepurazione dei corsi d acqua e di barriera al deflusso dei nutrienti nei corsi d acqua stessi. Tema determinante nella scelta delle strategie da attuare a livello comunale è rappresentata dalla necessità di riconvertire l area della discarica, orami giunta alla sua fase di post-mortem. La scelta di impedire ulteriori ampliamenti ed individuazioni di nuovi siti preposti ad esaurimento della capacità prevista ed autorizzata della discarica esistente e di destinare tale area alla realizzazione di un parco urbano di interesse comunale persegue gli obiettivi già sottolineati di sostenibilità e tutela. Sistema insediativo Il PAT promuove il miglioramento della funzionalità degli insediamenti esistenti e della qualità della vita all interno delle aree urbane tramite sistemi alternativi di viabilità e trasporto; definisce, per le aree degradate, gli interventi di riqualificazione e di possibile riconversione; individua le opportunità di sviluppo residenziale all interno degli ATO seguendo il modello evolutivo storico dell insediamento e dell assetto infrastrutturale attuale. Le aree con destinazione residenziale o produttiva da PRG vigente non ancora convenzionate vengono riconfermate dal PAT attraverso linee preferenziali di sviluppo e quindi inserite nel nuovo dimensionamento al fine di contenere il consumo di suolo. Zone rurali Per tali aree il PAT promuovere lo sviluppo di una agricoltura sostenibile, improntata sull impiego di tecnologie non inquinanti e finalizzata al risparmio di energia e di risorse non riproducibili; promuove nelle aree marginali, il mantenimento delle attività agricola in coerenza con lo sviluppo del sistema ambientale-naturale, incentivando lo sviluppo di attività complementari legate anche al turismo e alla fruizione ambientale. Attività produttive Per le attività produttive esistenti appare indispensabile individuare ambiti preferenziali di sviluppo produttivo che possano essere, comunque, relazionati tramite una nuova 0019_RAPAMB_00 157

159 viabilità ad altri comprensori. Tale possibilità sarà attuabile impostando anche un dialogo con gli enti sovracomunali per i progetti di nuove infrastrutture. Il PAT in particolare ha identificato le nuove linee di espansione a ridosso dell area produttiva esistente. Infrastrutture Il PAT individua il sistema delle infrastrutture sovracomunali per la mobilità, raccordandosi con la pianificazione di settore prevista, (Piani regionali e provinciali) assicurando la sostenibilità ambientale e paesaggistica e la funzionalità rispetto al sistema insediativo ed al sistema produttivo. Il territorio del PAT inoltre sarà attraversato da un importante infrastruttura di comunicazione di carattere provinciale: il nuovo collegamento nord-sud tra S. Martino di Venezze e Villadose, che include la realizzazione di due ulteriori ponti su Po e Adige, utile per spostamenti locali e per l instradamento sulla grande viabilità, grazie anche al previsto casello di interconnessione con la Nogara-Mare. Il PAT ritiene particolarmente significativi i collegamenti alternativi all uso dell auto e quindi localizza i tracciati per la realizzazione di percorsi ciclopedonali in relazione anche allo sviluppo di circuiti turistici e culturali. Tutto l argine dell Adige è infatti individuato come Itinerario Ciclabile Programmato, inoltre è stato individuato anche un percorso che, partendo dal corso dell Adige, attraversa le aree abitate e prosegue verso sud a congiungersi con i percorsi esistenti. 9 CONSULTAZIONE E PARTECIPAZIONE Tra le novità della legge 11/2004 sono stati formalmente introdotti i principi della concertazione e della partecipazione nell ambito della legislazione urbanistica della regione Veneto, rendendo obbligatorio il confronto e la concertazione da parte del comune, Provincia e Regione con i soggetti pubblici e privati sulle scelte strategiche dell assetto del territorio. Gli incontri sono stati effettuati nei seguenti giorni: TIPO INCONTRO INCONTRO APERTO A: DATA INCONTRO 1 Incontri finalizzati alla concertazione o partecipazione ai sensi ART. 5 COMMA 1 e 2 L.R. 11/04 sul Documento preliminare e sulla Relazione ambientale Rappresentanti politici e sindacali locali Organizzazioni locali varie no profit di volontariato Enti pubblici e gestori di servizio Professionisti locali Cittadinanza Incontri finalizzati alla concertazione o partecipazione ai sensi ART. 5 COMMA 1 e 2 L.R. 11/04 sulla proposta di piano e sul Rapporto Ambientale Enti Competenti in materia Ambientale, Comuni Limitrofi, Associazioni, Ordini professionali, cittadinanza Tabella 16 Incontri di concertazione effettuati relativamente al PAT del comune di San Martino di Venezze _RAPAMB_00

160 Il primo incontro ha permesso di illustrare alla cittadinanza e ai vari enti e associazioni operanti sul territorio i contenuti del documento preliminare e del rapporto ambientale preliminare. Durante tale incontro non sono emerse osservazioni, ma solo richieste di chiarimenti ulteriori su aspetti generici del piano e sui contenuti degli elaborati. Gli incontri hanno avuto una buona partecipazione, le domande hanno riguardato aspetti generici come l iter di formazione del piano stesso, oppure aspetti estremamente specifici la cui definizione non compete al PAT, ma bensì ai futuri piani degli interventi. Successivamente, durante la fase di redazione del piano, è stato effettuato un incontro di concertazione con gli enti competenti in materia ambientale, con i comuni limitrofi e con la cittadinanza, durante il quale sono stati illustrati i contenuti della proposta di piano e soprattutto del rapporto ambientale evidenziando i risultati dello stesso. L esito degli incontri sopra riportato ha raccolto informazioni utili alla definizione delle strategie di piano, ma non sono emerse altre informazioni che permettano la definizione di più alternative rispetto all ipotesi di piano. Relativamente alle osservazioni pervenute, occorre presentare un prospetto con evidenziato: il numero progressivo, il soggetto, la sintesi dei contenuti, la controdeduzione ed il relativo parere di coerenza del valutatore. Si chiede copia in formato "word" di tale prospetto. N. Data Prot. Nominativo Descrizione sommaria Controdeduzione Parere di coerenza del valutatore 1 09/05/ /05/ /06/ TALPO Roberto MENARELLO Valeria Ufficio Tecnico Comunale FANCHIN Giuseppina PICCOLO Fosca, Andreina e Tiziana Richiesta di spostamento di un tratto di strada in Via Borgo Sud, già prevista dal P.R.G. vigente Richiesta che la previsione del tracciato della nuova strada "Medio Polesine" sia solamente indicativa e che venga tenuto conto del tracciato alternativo proposto dal Comune con la Delibera di Consiglio Comunale n. 21 del Eliminazione della previsione di zona destinata a "verde pubblico" dal vigente P.R.G. in Via D. Alighieri Non accoglibile in questa fase in quanto puntuale pertanto non pertinente con le previsioni strategiche del PAT; la proposta sarà valutabile in sede di Piano degli Interventi. Accoglibile. Le norme tecniche prevedono, comunque, che la rappresentazione cartografica dei tracciati riportata nella Tav. A 4 Carta della trasformabilità, costituisce indicazione sommaria rispetto alla ubicazione degli effettivi tracciati che andranno definiti in sede di specifica progettazione preliminare e definitiva. Non accoglibile in questa fase in quanto puntuale pertanto non pertinente con le previsioni strategiche del PAT; la proposta sarà valutabile Non pertinente pertanto non coerente. Pertinente e coerente. Non pertinente pertanto non coerente. 0019_RAPAMB_00 159

161 4 10/06/ /06/ Ordine degli Architetti della Provincia di Rovigo GIUSTINIANI Maria Osservazioni inerenti le Norme Tecniche del P.A.T. per una migliore qualità architettonica e mitigazione ambientale Richiesta revisione della viabilità in zona "Corte Fieniletto" e richiesta conferma vincolo da P.R.G. su viale alberato in sede di Piano degli Interventi. Osservazioni n. 1, 2, 3, 4 accoglibili. Osservazione n. 5: pur condividendo quanto espresso in merito alla auto sostenibilità energetica dei piccoli centri attraverso la sperimentazione di fonti alternative integrate con il paesaggio, si ritiene di non accogliere la proposta che prevede il riutilizzo dell area exdiscarica come area destinata ad impianto di energia rinnovabile in quanto porzione di territorio significativa per una progettualità ambientale che possa ricucire e comporre una rete ecologica efficiente e vitale, in grado di rivitalizzare un turismo di visitazione ambientale, peraltro già previsto nelle strategie dell amministrazione comunale. Si provvederà a riconsiderare la proposta in sede di Piano degli Interventi per l eventuale individuazione di altri siti idonei alla installazione di impianti destinati alla produzione di energia rinnovabile. Osservazione n. 1 in merito alla viabilità in zona Corte Fieniletto accoglibile. Osservazione n. 2 riguardante l estensione del vincolo paesaggistico sul Viale dei Tigli di collegamento tra Corte Fieniletto e Cà Venezze: non accoglibile in quanto non risulta decretato alcun vincolo di carattere paesaggistico sul viale, ma esclusivamente una tutela derivante da ex L. 24/85, pertanto si ritiene Pertinente e coerente la modifica delle norme di cui alle osservazioni n. 1, 2, 3 e 4. Pertinente ma non coerente con le strategie previste dall amministrazione comunale per quanto riguarda l osservazione n. 5. Parzialmente accoglibile, coerente _RAPAMB_00

162 6 20/06/ Confagricoltura Rovigo 7 20/06/ MERLO Riccardo 8 20/06/ DALL'ARA Roberta Richiesta che la previsione del tracciato della nuova strada "Medio Polesine" venga modificata come da alternativa proposta dal Comune con la Delibera di Consiglio Comunale n. 21 del Richiesta che la previsione del tracciato della nuova strada "Medio Polesine" venga modificata come da alternativa proposta dal Comune con la Delibera di Consiglio Comunale n. 21 del Richiesta che la previsione del tracciato della nuova strada "Medio Polesine" venga modificata come da alternativa proposta dal Comune con la Delibera di Consiglio Comunale n. 21 del di estendere tale tutela anche al viale oltre che alla corte in sé già indicata in tavola 4, e di proporre che sia il viale che la corte siano tutelati come invariante di natura storico monumentale da indicarsi in tavola 2. Accoglibile. Le norme tecniche prevedono, comunque, che la rappresentazione cartografica dei tracciati riportata nella Tav. A 4 Carta della trasformabilità, costituisce indicazione sommaria rispetto alla ubicazione degli effettivi tracciati che andranno definiti in sede di specifica progettazione preliminare e definitiva. Accoglibile. Le norme tecniche prevedono, comunque, che la rappresentazione cartografica dei tracciati riportata nella Tav. A 4 Carta della trasformabilità, costituisce indicazione sommaria rispetto alla ubicazione degli effettivi tracciati che andranno definiti in sede di specifica progettazione preliminare e definitiva. Accoglibile. Le norme tecniche prevedono, comunque, che la rappresentazione cartografica dei tracciati riportata nella Tav. A 4 Carta della trasformabilità, costituisce indicazione sommaria rispetto alla ubicazione degli effettivi tracciati che andranno definiti in sede di specifica progettazione preliminare e definitiva. Pertinente e coerente. Pertinente e coerente. Pertinente e coerente. 0019_RAPAMB_00 161

163 10 LE AZIONI DEL PIANO In sintonia con il Documento Programmatico Preliminare (nella stesura definitiva uscita dalla attività di concertazione), con la Relazione Ambientale, si possono sintetizzare le seguenti azioni del Piano di Assetto del Territorio: Tutelare e potenziare le risorse ambientali, aumentare il grado di connessione del mosaico ambientale, potenziare i corridoi ecologici e aumentare la biodiversità. Valorizzare il territorio e il paesaggio agrario attraverso la realizzazione di percorsi ciclabili nelle aree di interesse ambientale e sulle sommità arginali dei corsi d acqua. Sviluppare i parchi fluviali attraverso il recupero del ruolo dell acqua, della sua fruibilità, del godimento estetico; attraverso la promozione delle attività e attrezzature per il tempo libero, ove compatibili. Incentivare le colture e le tecniche di coltivazione con carico inquinante sugli acquiferi basso o nullo e necessitanti di minor qualità dell acqua. Introdurre colture a basso impatto, in particolare produzione di specie legnose per il loro utilizzo come fonte di energia o per legname d opera. Controllare lo smaltimento delle deiezioni zootecniche. Controllare le fonti inquinanti e adeguare i sistemi di depurazione degli insediamenti produttivi e civili. Conservare o ricostituire il paesaggio agrario e il relativo patrimonio di biodiversità, delle singole specie animali o vegetali, dei relativi habitat, e delle associazioni vegetali e forestali; Salvaguardare o ricostituire i processi naturali, gli equilibri idraulici e idrogeologici e gli equilibri ecologici. Definire la tipologia e delle priorità degli interventi volti a mitigare i fenomeni di rischio ed esondativi. Salvaguardare e riqualificare il centro storico, anche con riguardo alla presenza di attività commerciali e artigianali, favorendo al tempo stesso il mantenimento delle funzioni tradizionali, affievolite o minacciate, prima fra queste la residenza della popolazione originaria. Crescita della qualità residenziale e delle strutture di servizio pubbliche e private dei centri urbani; Crescita residenziale fisiologica delle frazioni; _RAPAMB_00

164 Collegare le azioni di piano a precisi accordi di attuazione connessi a rilevanti interessi pubblici sia in termini di cessioni gratuite di aree che in termini di realizzazione di opere; Migliorare la funzionalità complessiva degli ambiti specializzati per attività produttive, commerciali e direzionali, garantendo una corretta dotazione di aree per servizi, opere ed infrastrutture. Definire i criteri ed i limiti per il riconoscimento delle attività produttive in zona impropria, precisando la disciplina per le attività da delocalizzare e conseguentemente i criteri per il recupero degli edifici industriali non compatibili con la zona, inutilizzati a seguito trasferimento o cessazione dell attività; Promuovere l evoluzione delle attività turistiche, nell ambito di uno sviluppo sostenibile e durevole, che concili le esigenze di crescita con quelle di preservazione dell equilibrio ambientale, socio-culturale, agroproduttivo, silvopastorale, ecc.. Promuovere la possibilità di recupero e riutilizzo di edifici di pregio esistente per fini turistico ricettivi. Definire la disciplina di particolari siti e strade panoramiche e la previsione di nuovi percorsi per la scoperta e la valorizzazione delle ricchezze naturali e storiche del territorio. Favorire il miglioramento della qualità della vita e riqualificare gli spazi assicurando il mantenimento della popolazione residente e potenziando l offerta di alloggi, accompagnata dal piccolo commercio, oltre a tutti i servizi alla persona. Incentivare le attività terziarie, servizi alle imprese, funzioni pubbliche alla permanenza in luoghi centrali attraverso l offerta di infrastrutture, servizi tecnologici ed un sistema di accessibilità che, preservando alcune parti di territorio dal traffico, favorisca la formazione di aree di sosta facilmente accessibili e una rete di mobilità alternativa ciclabile e pedonabile. Riqualificare il centro storico attraverso il ridisegno urbano dei contenitori inutilizzati e la rivitalizzazione dell edificato sottoutilizzato incentivare le operazioni di recupero del patrimonio edilizio esistente. Riqualificare le frazioni e le località, mediante il riordino e la trasformazione dei volumi inutilizzati e la rivitalizzazione dell edificato Valorizzare il patrimonio edilizio rurale favorendo il recupero dell architettura rurale e di bonifica 0019_RAPAMB_00 163

165 ASSENZA DI UNA DIFFUSA E RAMIFICATA RETE ECOLOGICA DEPURAZIONE DELLE ACQUE MEDIANTE FOSSE IMHOFF CON RENDIMENTI DEPURATIVI RIDOTTI QUALITA DELLE ACQUE SUPERFICIALI DEL FIUME ADIGE E DELLO SCOLO CERESOLO SCADENTE ELEVATA PRODUZIONE DI AMMONIACA, AGRICOLTURA POCO SOSTENIBILE E RIDOTTA PRESENZA DI SOSTANZA ORGANICA NEI SUOLI RIDOTTO SVILUPPO ECONOMCO E TURISTICO DELL AREA PAT del comune di SAN MARTINO DI VENEZZE (RO) Definire un sistema di piste ciclabili, in grado di fornire una reale mobilità alternativa, connettendosi a maglie sovracomunali. Incentivare l utilizzo di fonti di energia alternative e rinnovabili, promuovere le colture a scopo energetico in funzione del paesaggio agrario e delle reti ecologiche. Intervenire ad attenuare gli impatti visivi negativi della discarica non attiva e fornire le premesse normative per il recupero ambientale dell area stessa. Tutte le azioni, siano esse cartografabili o meno, sono state considerate ai fini della valutazione dell ipotesi di piano, in particolare per verificare la sostenibilità dello stesso. Nei successivi capitoli le azioni saranno analizzate più nel dettaglio, individuandone gli effetti positivi e negativi, così da illustrare le motivazioni secondo le quali il piano è stato giudicato SOSTENIBILE. Di seguito si riporta una tabella volta a verificare l interazione tra le azioni di piano previste e le principali criticità riscontrate dall analisi dello stato attuale dell ambiente. Dalla tabella è possibile osservare come ciascuna delle criticità rilevate presenti almeno una delle azioni di piano direttamente volta a risolvere quella determinata criticità. Si osserva inoltre che alcune delle azioni di piano non corrispondono con nessuna delle criticità riscontrate. Esse infatti sono state inserite proprio per mitigare e compensare gli effetti negativi prodotti dall attuazione di alcune delle azioni di piano e quindi evitare l insorgere di future criticità. CRITICITA RISCONTRATE AZIONI DI PIANO POTENZIAMENTO DELLE ZONE RESIDENZIALI E CRESCITA FISIOLOGICA DELLE FRAZIONI POTENZIAMENTO DELLE ZONE PRODUTTIVE COMMERCIALI - DIREZIONALI COERENTE COERENTE _RAPAMB_00

166 ASSENZA DI UNA DIFFUSA E RAMIFICATA RETE ECOLOGICA DEPURAZIONE DELLE ACQUE MEDIANTE FOSSE IMHOFF CON RENDIMENTI DEPURATIVI RIDOTTI QUALITA DELLE ACQUE SUPERFICIALI DEL FIUME ADIGE E DELLO SCOLO CERESOLO SCADENTE ELEVATA PRODUZIONE DI AMMONIACA, AGRICOLTURA POCO SOSTENIBILE E RIDOTTA PRESENZA DI SOSTANZA ORGANICA NEI SUOLI RIDOTTO SVILUPPO ECONOMCO E TURISTICO DELL AREA PAT del comune di SAN MARTINO DI VENEZZE (RO) CRITICITA RISCONTRATE AZIONI DI PIANO RECEPIMENTO DELLE INFRASTRUTTURE DI TRASPORTO PIANIFICATE A LIVELLO SOVRACOMUNALE POTENZIAMENTO DELLE STRUTTURE TURISTICO RICETTIVE CREAZIONE DI UNA RETE ECOLOGICA IN GRADO DI AUMENTARE IL GRADO DI CONNESSIONE DEL MOSAICO AMBIENTALE TUTELA DEL PATRIMONIO CULTURALE E VALORIZZAZIONE DEL PARTIMONIO EDILIZIO RURALE VALORIZZAZIONE E TUTELA DEL PAESAGGIO AGRARIO E DEL RELATIVO PATRIMONIO DI BIODIVERSITA INCENTIVAZIONE DELLE TECNICHE DI BIOEDILIZIA COERENTE COERENTE COERENTE COERENTE COERENTE COERENTE COERENTE PROMOZIONE DELLE FONTI DI ENERGIA RINNOVABILE VALORIZZAZIONE DELLE AREE GOLENALI E SVILUPPO DEI PARCHI FLUVIALI COERENTE INCENTIVAZIONE DELLE TECNICHE AGRICOLE E DELLE CULTURE A BASSO IMPATTO, CONTROLLO SMALTIMENTO DEIEZIONI ZOOTECNICHE COERENTE CONTROLLO FONTI INQUINANTI E ADEGUAMENTO SISTEMI DI DEPURAZIONE SALVAGUARDARE O RICOSTITUIRE I PROCESSI NATURALI, GLI EQUILIBRI IDRAULICI E IDROGEOLOGICI E GLI EQULIBRI ECOLOGICI DEFINIRE GLI INTERVENTI VOLTI A MITIGARE I FENOMENI DI RISCHIO ED ESONDATIVI COERENTE COERENTE COERENTE INTERVENIRE AD ATTENUARE GLI IMPATTI VISIVI NEGATIVI DELLA DISCARICA NON ATTIVA E FORNIRE LE PREMESSE NORMATIVE PER IL RECUPERO AMBIENTALE DELL AREA STESSA COERENTE COERENTE In riferimento alla richiesta di integrazioni avanzata dalla Regione Veneto in data protocollo n E avente per oggetto il Rapporto Ambientale del PAT del comune di San Martino di Venezze (RO) si allega al presente capitolo specifica integrazione. 0019_RAPAMB_00 165

167 SISTEMA AMBIENTALE OBIETTIVI DEL PIANO (documento preliminare) Tutela e potenziamento delle risorse ambientali attraverso il rafforzamento dell apparato paesaggistico e lo sviluppo della viabilità ciclo-pedonale AZIONI MIRATE DEL PIANO Art. 20 Invarianti di natura geologica TAV02 Art. 21 Invarianti di natura ambientale TAV02 Art. 32 Infrastrutture di maggior rilevanza e di collegamento in programmazione (percorsi ciclabili)- TAV04 Art. 34 Ambiti dei parchi o per l istituzione di Parchi e riserve naturali di interesse comunale- TAV04 Art. 35 Rete ecologica locale- TAV04 Art. 36 Rete ecologica: aree di connessione naturalistica (buffer zone) e aree di riduzione della frammentazione ecologica- TAV04 Art. 37 Rete ecologica: corridoi ecologici principali-tav04 Art. 38 Rete ecologica locale: corridoi ecologici secondari- TAV04 Art. 39 Rete ecologica locale: isole ad elevata naturalità (stepping stones)-tav04 COERENZA INTERNA L obiettivo è stato raggiunto in quanto le aree di valore naturale ed ambientale sono state individuate e disciplinate dal P.A.T. (rete ecologica, invarianti ambientali), che ne ha definito gli obiettivi generali di valorizzazione, in coerenza con le indicazioni della pianificazione sovraordinata e del Documento medesimo. Il P.A.T. valuta la "sostenibilità ambientale" delle principali trasformazioni del territorio anche con riferimento all art. 4 della L.R. 11/2004 e alla Direttiva 2001/42/CE del sulla Valutazione Ambientale Strategica. Il P.A.T., in coerenza con i contenuti del PTCP, ha definito alcuni percorsi ciclabili, nell ottica di una ulteriore valorizzazione e godibilità degli ambienti naturali presenti lungo il fiume Adige. COERENTE rispetto alle seguenti criticità: - assenza di una diffusa e ramificata rete ecologica DIFESA DEL SUOLO OBIETTIVI DEL PIANO (documento preliminare). definire le aree a maggiore rischio di dissesto idrogeologico e le aree esondabili. individuare gli interventi di AZIONI MIRATE DEL PIANO Art. 9 Aree a pericolosità idraulica e idrogeologica in riferimento al P.A.I. TAV01; Art. 19 Idrografia Rispetto COERENZA INTERNA È stata definita compiutamente la litologia, la geomorfologia, l idrogeologia dell intero ambito ai fini dell individuazione delle _RAPAMB_00

168 miglioramento e riequilibrio ambientale da realizzare. definire indirizzi e prescrizioni per gli interventi di trasformazione urbanistica ed edilizia nelle zone sottoposte a vincolo idrogeologico nelle aree urbanizzate o da urbanizzare e accertare la compatibilità degli interventi con la sicurezza Idraulica del territorio. accertare la compatibilità degli interventi con la sicurezza idraulica del territorio, subordinando, ove necessario, l attuazione di talune previsioni alla realizzazione di infrastrutture, opere o servizi per il deflusso delle acque meteoriche. idraulico TAV01; Art. 20 Invarianti di natura geologica TAV02; Art. 21 Invarianti di natura ambientale TAV02; Art. 23 Compatibilità geologica ai fini urbanistici, aree a bassa trasformazione geologica TAV03; Art. 24 Aree a dissesto idrogeologico e assetto idrografico TAV03; fragilità del territorio. Sono state inoltre definite le aree a maggior rischio idraulico sulla base dei dati dei consorzi di bonifica e del P.A.I., verificati ed affinati con i dati geologici disponibili e normati adeguatamente con il contributo fornito dai diversi Enti. Tali norme si concentrano principalmente sul principio di non aggravare ulteriormente il rischio attualmente presente. Andranno valutati futuri approfondimenti, soprattutto in merito alla compatibilità idraulica dei singoli interventi programmati ed eventualmente per mettere a punto interventi strutturali per la riduzione del rischio attuale PAESAGGIO DI INTERESSE STORICO OBIETTIVI DEL PIANO (documento preliminare). definire la classificazione dei Centri Storici di cui all'atlante Regionale in relazione all'entità, al ruolo storico, alle caratteristiche strutturali ed insediative, individuandone la perimetrazione, gli elementi peculiari le potenzialità di qualificazione e sviluppo, nonché gli eventuali fattori di abbandono o degrado sociale, ambientale ed edilizio e integrare le politiche di AZIONI MIRATE DEL PIANO Art. 11 Centri Storici TAV01, TAV04; Art. 4 Vincolo monumentale edifici pubblici con più di 50 anni ed archeologia industriale TAV01, TAV04; Art. 6 Tutela dei manufatti rurali; insediamenti agricoli, edifici e fabbricati rurali da salvaguardare e valorizzare TAV04; Art. 10 Agro-centuriato TAV01; Art. 22 Invarianti di natura COERENTE rispetto alle seguenti criticità: - fragilità del territorio legate alla compatibilità idro-geologica dei terreni CRITICITÀ =>COERENZA INTERNA Il P.A.T. sulla base di una rilettura del PRG vigente definisce la classificazione dei Centri Storici e delle Corti Rurali di antica origine in relazione all entità, al ruolo storico, alle caratteristiche strutturali ed insediative nell ottica di riproporre il centro storico come il cuore del tessuto insediativo. Il P.A.T. stabilisce, anche sulla base d eventuali analisi già 0019_RAPAMB_00 167

169 salvaguardia e riqualificazione del centro storico con le esigenze di rivitalizzazione dello stesso, anche con riguardo alla presenza di attività commerciali e artigianali, favorendo al tempo stesso, il mantenimento delle funzioni tradizionali, affievolite o minacciate, prima fra queste la residenza della popolazione originaria.. Riqualificazione del centro di S. Martino di V.zze.. stabilire indirizzi, direttive e prescrizioni in merito a : - edifici di valore storico architettonico, culturale e testimoniale e i relativi spazi in edificati di carattere pertinenziale; -parchi e giardini monumentali di interesse storico e architettonico; -documenti della civiltà industriale; -sistema insediativo rurale e relative pertinenze piantumate; -viabilità storica extraurbana e itinerari di interesse storicoambientale; -sistema storico delle acque derivate e delle opere idrauliche; -altre categorie di beni storicoculturali; -sistemazioni agrarie tradizionali (i filari alberati, le piantate ecc.); -zone archeologiche; storico-monumentale TAV02; Art. 21 Invarianti di natura ambientale TAV02; Art. 33 Ville individuate nella pubblicazione dell Istituto Regionale Ville Venete TAV04 presenti nel PRG vigente, le direttive e le prescrizioni per la formazione del Piano degli Interventi PI, nonché le norme per la salvaguardia degli elementi di rilievo storicoarchitettonico. Il quadro normativo del P.A.T. prevede il riordino e la riconversione dei volumi dismessi e la rivitalizzazione dell edificato sottoutilizzato, nonché operazioni di potenziamento edilizio e di regolamentazione del traffico, integrando le politiche di salvaguardia e riqualificazione del centro storico con le esigenze di rivitalizzazione dello stesso, anche con riguardo alla presenza di attività commerciali e artigianali, favorendo al tempo stesso, il mantenimento delle funzioni tradizionali, affievolite o minacciate, prima fra queste la residenza della popolazione originaria. Il P.A.T. stabilisce, anche sulla base d eventuali analisi già presenti nel PRG vigente, le direttive e le prescrizioni per la formazione del Piano degli Interventi PI, nonché le norme per la salvaguardia degli elementi di rilievo storicoarchitettonico. COERENTE rispetto alle seguenti criticità: - necessità di una disciplina di tutela e salvaguardia del patrimonio storico dei nuclei di _RAPAMB_00

170 PAESAGGIO AGRARIO OBIETTIVI DEL PIANO (documento preliminare). garantire la salvaguardia delle attività agro-silvo-pastorali ambientalmente sostenibili e dei valori antropologici, archeologici, storici e architettonici presenti nel territorio, per gli ambiti o unità di paesaggio agrario di interesse storico-culturale e nel rispetto delle esistenti risorse agroproduttive;. favorire la conservazione o la ricostituzione del paesaggio agrario e del relativo patrimonio di biodiversità, delle singole specie animali o vegetali, dei relativi habitat, e delle associazioni vegetali e forestali e garantire la salvaguardia o ricostituzione dei processi naturali, degli equilibri idraulici e idrogeologici e degli equilibri ecologici. qualora negli ambiti agricoli di rilievo paesaggistico sussistano limitazioni all'utilizzazione agricola del suoli, promuovere lo sviluppo di attività integrative del reddito agricolo, quali la silvicoltura, l'offerta di servizi ambientali, ricreativi, per il tempo libero e per l'agriturismo. Potenziamento delle produzioni di qualità ed ecocompatibili.. Potenziamento dei fattori di sostenibilità del settore primario AZIONI MIRATE DEL PIANO Art. 6 Tutela dei manufatti rurali; insediamenti agricoli, edifici e fabbricati rurali da salvaguardare e valorizzare TAV04; Art. 10 Agro-centuriato TAV01; Art. 30 Limiti fisici alla nuova edificazione TAV04; Art. 34 Ambiti dei parchi o per l istituzione di Parchi e riserve naturali di interesse comunale- TAV04 Art. 35 Rete ecologica locale- TAV04 Art. 36 Rete ecologica: aree di connessione naturalistica (buffer zone) e aree di riduzione della frammentazione ecologica- TAV04 Art. 37 Rete ecologica: corridoi ecologici principali-tav04 Art. 38 Rete ecologica locale: corridoi ecologici secondari- TAV04 Art. 39 Rete ecologica locale: isole ad elevata naturalità (stepping stones)-tav04 Art. 57 Interventi di trasformazione del territorio agricolo origine CRITICITÀ =>COERENZA INTERNA Il PAT attraverso una lettura delle componenti storiche, morfologiche e paesaggistiche del territorio agricolo, ha definito una serie di azioni volte alla tutela e alla valorizzazione dei luoghi dediti all agricoltura con particolare riguardo ai temi delle connessioni tra il sistema della produzione nel settore primario, con quello della valorizzazione e promozione del territorio e delle attività agrosilvo-pastorali locali. Il PAT attraverso la costruzione della rete ecologica locale intende inoltre favorire il processo di ricucitura degli spazi aperti finalizzato alla salvaguardia degli habitat e della biodiversità locale, nell ottica di una valorizzazione complessiva del territorio che punti anche alla promozione ed allo sviluppo delle attività legate all agricoltura. COERENTE rispetto alle seguenti criticità: impoverimento e semplificazione del paesaggio agrario locale; 0019_RAPAMB_00 169

171 SISTEMA INSEDIATIVO. Innalzamento della qualità della vita e riqualificazione degli spazi. Sviluppare il rapporto dei nuclei abitati con i corsi d acqua. Valorizzazione del patrimonio edilizio rurale Art. 27 Ambiti Territoriali Omogenei A.T.O. TAV04, All.6 Ambiti Territoriali Omogenei ATO; Art. 28 Aree di urbanizzazione consolidata prevalentemente residenziali/produttive TAV04; Art. 29 Edificazione Diffusa TAV04; Art. 31 Linee preferenziali di sviluppo insediativo per specifiche destinazioni d uso TAV04; Art. 6 Tutela dei manufatti rurali; insediamenti agricoli, edifici e fabbricati rurali da salvaguardare e valorizzare TAV04; Art. 40 Indirizzi e criteri per l applicazione della perequazione urbanistica; Art. 47 Dimensionamento insediativo e dei servizi; Art. 48 Criteri ed indirizzi per la trasformazione urbanistica dell esistente, condizioni preferenziali di sviluppo insediativo ed infrastrutturale e per l edilizia ecosostenibile. Art. 57 Interventi di trasformazione nel territorio agricolo Il PAT persegue tale obiettivo attraverso la predisposizione di una adeguata dotazione di servizi in ragione del dimensionamento teorico effettuato sulle diverse destinazioni d uso. In futuro il P.I. provvederà alla suddivisione del territorio in zone a tessuto insediativo omogeneo, privilegiando l analisi dei tessuti urbani in funzione della loro complessità ed articolazione individuando al contempo le eventuali trasformazioni da assoggettare ad interventi di valorizzazione e sostenibilità ambientale. In particolare il PAT, al fine di valorizzare il patrimonio insediativo storico posto in rapporto con il fiume Adige, promuove ed incentiva il recupero dei volumi esistenti non più funzionali alla conduzione del fondo, ai fini residenziali o altre attività quali quelle turistico-ricettive o la vendita diretta dei prodotti agricoli o compatibili. COERENTE rispetto alle seguenti criticità: Disomogenea dotazione di servizi e spazi per la collettività; Perdita di funzionalità e rapporto tra insediamenti storici e corsi d acqua principali. ATTIVITA PRODUTTIVE _RAPAMB_00

172 valutare la consistenza e l assetto del settore secondario e terziario, definendo le opportunità di sviluppo in coerenza con il principio dello sviluppo sostenibile. individuare le parti del territorio caratterizzate dalla concentrazione di attività economiche, commerciali e produttive;.stabilire il dimensionamento e la localizzazione delle nuove previsioni produttive, commerciali e direzionali, con riferimento alle caratteristiche locali ed alle previsioni infrastrutturali a scala territoriale e migliorare la funzionalità complessiva degli ambiti specializzati per attività produttive, commerciali e direzionali, garantendo una corretta dotazione di aree per servizi, opere ed infrastrutture..delimitare gli ambiti per la localizzazione delle medie e grandi strutture di vendita definire i criteri ed i limiti per il riconoscimento delle attività produttive in zona impropria, precisando la disciplina per le attività da delocalizzare e conseguentemente i criteri per il recupero degli edifici industriali non compatibili con la zona, inutilizzati a seguito trasferimento o cessazione dell'attività;.precisare gli standard di qualità dei servizi, che si intendono perseguire per ottimizzare il Art. 27 Ambiti Territoriali Omogenei A.T.O. TAV04, All.6 Ambiti Territoriali Omogenei ATO; Art. 28 Aree di urbanizzazione consolidata prevalentemente residenziali/produttive TAV04; Art. 30 Limiti fisici alla nuova edificazione TAV04; Art. 31 Linee preferenziali di sviluppo insediativo per specifiche destinazioni d uso TAV04; Art. 47 Dimensionamento insediativo e dei servizi; Art. 49 Criteri per l applicazione della procedura dello sportello unico per le attività produttive, per le varianti di cui al DPR 447/98; Art. 50 Criteri per l individuazione di ambiti preferenziali di localizzazione delle grandi strutture di vendita e di altre strutture alle stesse assimilate; il P.A.T. in merito al sistema produttivo individua le aree caratterizzate dalla concentrazione di attività economiche, commerciali e produttive così localizzate nel P.R.G. e definisce le linee preferenziali di sviluppo insediativo a carattere produttivo per ambiti territoriali omogenei stabilendo i parametri teorici di dimensionamento, i limiti quantitativi e fisici per lo sviluppo degli insediamenti e i parametri per i cambi di destinazione d uso, perseguendo l integrazione delle funzioni compatibili. Il P.A.T. inoltre individua ambiti preferenziali per la localizzazione delle grandi strutture di vendita e di altre strutture alle stesse assimilate. COERENTE rispetto alle seguenti criticità: Ridotto sviluppo economico dell area. 0019_RAPAMB_00 171

173 rapporto tra attività di produzione, servizi tecnologici, qualità dell'ambiente e del luogo di lavoro SETTORE TURISTICO-RICETTIVO _RAPAMB_00

174 .valutare la consistenza e l'assetto delle attività esistenti e promuovere l'evoluzione delle attività turistiche, nell'ambito di uno sviluppo sostenibile e durevole, che concili le esigenze di crescita (soprattutto in termini qualitativi) con quelle di preservazione dell'equilibrio ambientale, socio-culturale, agroproduttivo, silvopastorale, ecc.;.sostenere il turismo e le funzioni di accoglienza del territorio e potenziare le strutture ricettive..individuare aree e strutture idonee, vocate al turismo di visitazione, all'agriturismo, all'attività sportiva, ottimizzando e riqualificando le strutture ricettivo-turistiche esistenti e rafforzare i servizi delle attrezzature esistenti, in funzione sia della popolazione locale, che di quella legata alla fruizione turistica, secondo modelli culturalmente avanzati;.la regolamentazlone dei percorsi ciclabili, pedonali, con la precisazione della normativa per la segnaletica turistica e di quella pubblicitaria, comunque localizzata;.la definizione disciplinare di particolari siti e strade panoramiche; Art. 6 Tutela dei manufatti rurali; insediamenti agricoli, edifici e fabbricati rurali da salvaguardare e valorizzare TAV01; Art. 11 Centri Storici TAV01, TAV04; Art. 22 Invarianti di natura storico-monumentale TAV02; Art. 21 Invarianti di natura ambientale TAV02; Art. 32 Infrastrutture di maggior rilevanza e di collegamento in programmazione TAV04; Art. 33 Ville individuate nella pubblicazione dell Istituto Regionale Ville Venete TAV04 Art. 34 Ambiti dei parchi o per l istituzione di Parchi e riserve naturali di interesse comunale TAV04; L obiettivo è stato raggiunto attraverso l individuazione dei beni storici e degli itinerari di interesse storico, dei sistemi integrati di fruizione turistica, dei principali servizi a scala territoriale di tipo culturale, sportivo e ricreativo, rafforzando le strutture esistenti attraverso la regolamentazione dei percorsi ciclabili, con precisazione dei loro tracciati. Le forme di turismo e le funzioni di accoglienza sono state implementate e rafforzate attraverso la promozione delle attrezzature per il turismo natura quali corti rurali, luoghi per l ospitalità, ecc) e mediante il potenziamento dei percorsi ciclabili lungo il fiume Adige. COERENTE rispetto alle seguenti criticità: Ridotta consistenza dell apparato turistico ricettivo e delle forme di fruizione del territorio/paesaggio. SISTEMA INFRASTRUTTURALE.Ridisegno del sistema della mobilità Art. 32 Infrastrutture di maggior rilevanza e di collegamento in Il P.A.T. provvede alla individuazione e definizione 0019_RAPAMB_00 173

175 programmazione TAV04; della rete infrastrutturale, recependo le previsioni degli strumenti di pianificazione sovraordinata. Il P.A.T. definisce i tracciati di progetto come indicazione territoriale per la pianificazione di livello inferiore e demanda al P.I. il completamento e l aggiornamento del sedime delle infrastrutture per la mobilità anche in rapporto all esatta individuazione dei perimetri dei centri urbani, nonché la regolamentazione della edificazione in fregio alla vibilità stessa _RAPAMB_00

176 .Riduzione della popolazione esposta alle emissioni e ai rischi definizione della rete di infrastrutture e di servizi per la mobilità di maggiore rilevanza definire le opere necessarie per assicurare la sostenibilità ambientale e paesaggistica e la funzionalità rispetto al sistema insediativo ed al sistema produttivo, individuando ove necessario, fasce di ambientazione al fine di mitigare o compensare gli impatti sul territorio circostante e sull'ambiente.precisare la dotazione di standard e servizi alla viabilità sovracomunale definire il sistema della viabilità locale e della mobilità ciclabile e pedonale, ed i collegamenti con Art. 35 Rete ecologica locale- TAV04 Art. 36 Rete ecologica: aree di connessione naturalistica (buffer zone) e aree di riduzione della frammentazione ecologica- TAV04 Art. 37 Rete ecologica: corridoi ecologici principali-tav04 Art. 38 Rete ecologica locale: corridoi ecologici secondari- TAV04 Art. 39 Rete ecologica locale: isole ad elevata naturalità (stepping stones)-tav04 Art. 48 Criteri ed indirizzi per la trasformazione urbanistica dell esistente, condizioni preferenziali di sviluppo insediativo ed infrastrutturale e per l edilizia ecosostenibile. Art. 53 Mitigazioni e Compensazioni L obiettivo viene raggiunto, in quanto il P.A.T. individua, per tutte le opere infrastrutturali previste, idonee misure di compensazione e di mitigazione dal punto di vista ambientale, al fine di renderle sostenibili con il Piano stesso. Il quadro normativo del P.A.T. definisce le direttive necessarie per assicurare la sostenibilità ambientale e paesaggistica e la funzionalità rispetto al sistema insediativo ed al sistema produttivo, individuando ove necessario, fasce di ambientazione al fine di mitigare o compensare gli impatti sul territorio circostante e sull'ambiente. l obiettivo è stato raggiunto provvedendo alla individuazione e definizione delle rete infrastrutturale, recependo le previsioni degli strumenti di pianificazione sovraordinata. L obiettivo è stato raggiunto; nella tavola 4 di progetto sono state individuate, per tutte le opere infrastrutturali previste nel PAT, idonee misure di compensazione e di mitigazione dal punto di vista ambientale, al fine di renderle sostenibili con il Piano stesso. L obiettivo è stato raggiunto in quanto il P.A.T. sulla base delle previsioni acclamate dalla pianificazione sovraordinata 0019_RAPAMB_00 175

177 la viabilità sovracomunale definire le prestazioni che le infrastrutture viarie locali debbono possedere in termini di sicurezza, geometria, sezione, capacità di carico, la definizione dei livelli di funzionalità, accessibilità, fruibilità del sistema insediativo, per gli obiettivi di qualità urbana ed ecologico-ambientale definiti; definire le fasce di rispetto delle infrastrutture per la mobilità locale ed il perimetro del "Centro Abitato" ai fini dell'applicazione dei rispetti stradali; Art. 12 Centri Abitati Art. 18 Strade Fasce di Rispetto TAV01; Art. 32 Infrastrutture di maggior rilevanza e di collegamento in programmazione TAV04; provvede a definire la rete di infrastrutture e di servizi per la mobilità di maggiore rilevanza e le opere necessarie per assicurarne la sostenibilità ambientale e paesaggistica e la funzionalità rispetto al sistema insediativo, esistente e di previsione; al tal fine si individuano, ove necessario, fasce di ambientazione, così da mitigare o compensare gli impatti sul territorio dell inquinamento. L obiettivo è stato raggiunto verificando i tracciati esistenti e favorendo la maggior interconnessione con i percorsi principali di collegamento nel territorio attraverso il futuro P.I.. il P.A.T. demanda al P.I. la redazione di più specifiche norme per le aree interessate dalla previsione di nuova viabilità o dagli allargamenti di esistenti anche ai fini di tutela dall'inquinamento acustico ed atmosferico. l obiettivo viene raggiunto in quanto il P.A.T. individua il sedime delle infrastrutture per la mobilità e le relative fasce di protezione e rispetto che sarà il futuro P.I. a completare ed aggiornare anche in rapporto all esatta individuazione dei perimetri dei centri urbani ai sensi del Codice della Strada e regolamento di esecuzione _RAPAMB_00

178 11 LA COERENZA ESTERNA DEL PIANO In attuazione del metodo della concertazione e partecipazione (art. 5 L.R. 11/2004), il riferimento alla Pianificazione di livello superiore (P.T.R.C. P.T.C.P.) assume un rilievo particolare dovendo, i diversi livelli di pianificazione, essere tra di loro coerenti e compatibili (come del resto si evince dall art. 14/6 della L. 11) COERENZA CON IL NUOVO PIANO TERRITORIALE REGIONALE DI COORDINAMENTO Il Piano Territoriale Regionale di Coordinamento (P.T.R.C.), in coerenza con il programma regionale di sviluppo (PRS) di cui alla legge regionale 29 novembre 2001, n. 35 "Nuove norme sulla programmazione", indica gli obiettivi e le linee principali di organizzazione e di assetto del territorio regionale, nonché le strategie e le azioni volte alla loro realizzazione. Con deliberazione di Giunta Regionale n. 372 del 17/02/09 è stato adottato il Piano Territoriale Regionale di Coordinamento ai sensi della legge regionale 23 aprile 2004, n.11 (art. 25 e 4). Il Piano Territoriale Regionale di Coordinamento si pone, al livello strategico, le finalità di proteggere e disciplinare il territorio per migliorare la qualità della vita in un ottica di sviluppo sostenibile e in coerenza con i processi di integrazione e sviluppo dello spazio europeo, attuando la convenzione europea del paesaggio, contrastando i cambiamenti climatici e accrescendo la competitività. Queste finalità sono individuate attraverso sei temi specifici: uso del suolo biodiversità energia e ambiente mobilità sviluppo economico crescita sociale e culturale. 0019_RAPAMB_00 177

179 Si riportano di seguito alcuni estratti dalle tavole maggiormente significative del PTRC adottato che evidenziano le scelte strategiche relative all ambito territoriale oggetto del presente PAT _RAPAMB_00

180 ESTRATTO DALLA TAV. 01 a - USO DEL SUOLO (Terra) DEL PTRC nell ovale rosso il comune di S. Martino di V.zze 0019_RAPAMB_00 179

181 _RAPAMB_00

182 ESTRATTO DALLA TAV. 01 a - USO DEL SUOLO (Acqua) DEL PTRC nell ovale rosso il comune di S. Martino di V.zze ESTRATTO DALLA TAV. 02 BIODIVERSITÀ DEL PTRC nell ovale rosso il comune di S. Martino di V.zze 0019_RAPAMB_00 181

183 ESTRATTO DALLA TAV. 04 MOBILITÀ DEL PTRC nell ovale azzurro il comune di S. Martino di V.zze _RAPAMB_00

184 ESTRATTO DALLA TAV. 06 CRESCITA SOCIALE DEL PTRC nell ovale rosso il comune di S. Martino di V.zze 0019_RAPAMB_00 183

185 ESTRATTO DALLA TAV. POLESINE OCCIDENTALE _RAPAMB_00

186 11.2 COERENZA CON IL PIANO TERRITORIALE DI COORDINAMENTO PROVINCIALE Il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (P.T.C.P.) è lo strumento di pianificazione che delinea gli obiettivi e gli elementi fondamentali dell'assetto del territorio provinciale in coerenza con gli indirizzi per lo sviluppo socio-economico provinciale, con riguardo alle prevalenti vocazioni, alle sue caratteristiche geologiche, geomorfologiche, idrogeologiche, paesaggistiche ed ambientali. Figura 3 - ESTRATTO DALLA TAV. 00 DEL PTCP QUADRO DEGLI OBIETTIVI Nella tavola precedente sono riportati i macrotemi con gli obiettivi specifici che il PTCP ha elaborato in ossequio agli atti di indirizzo che la Giunta Regionale ha emanato in merito. Il PTCP relativo alla provincia di Rovigo è attualmente adottato dalla provincia di Rovigo e per il territorio di San Martino di Venezze si riportano gli estratti di alcune delle tavole maggiormente significative. 0019_RAPAMB_00 185

187 Nella tavola precedente sono riportati i macrotemi con gli obiettivi specifici che il PTCP ha elaborato in ossequio agli atti di indirizzo che la Giunta Regionale ha emanato in merito. Il PTCP relativo alla provincia di Rovigo è attualmente adottato e per il territorio di S. Martino di V.zze si riportano gli estratti di alcune delle tavole maggiormente significative _RAPAMB_00

188 ESTRATTO DALLA TAV. 1.1 DEL PTCP VINCOLI E PIANIFICAZIONE TERRITORIALE in tratteggio rosso è schematizzato il confine comunale di S. Martino di V.zze ESTRATTO DALLA TAV. 2.1 DEL PTCP FRAGILITÀ in tratteggio rosso è schematizzato il confine comunale di S. Martino di V.zze 0019_RAPAMB_00 187

189 ESTRATTO DALLA TAV. 2.1/3a DEL PTCP SICUREZZA IDRAULICA E IDROGEOLOGICA in tratteggio rosso è schematizzato il confine comunale di S. Martino di V.zze _RAPAMB_00

190 ESTRATTO DALLA TAV. 3.1DEL PTCP SISTEMA AMBIENTALE NATURALE in tratteggio rosso è schematizzato il confine comunale di S. Martino di V.zze 0019_RAPAMB_00 189

191 ESTRATTO DALLA TAV. 4.1 DEL PTCP SISTEMA INSEDIATIVO INFRASTRUTTURALE in tratteggio rosso è schematizzato il confine comunale di S. Martino di V.zze _RAPAMB_00

192 ESTRATTO DALLA TAV. 4.1/3a DEL PTCP MOBILITÀ LENTA in tratteggio rosso è schematizzato il confine comunale di S. Martino di V.zze 0019_RAPAMB_00 191

193 ESTRATTO DALLA TAV. 4.1/3b DEL PTCP IPPOSTRADE in tratteggio rosso è schematizzato il confine comunale di S. Martino di V.zze _RAPAMB_00

194 ESTRATTO DALLA TAV. 5.1 DEL PTCP SISTEMA DEL PAESAGGIO in tratteggio rosso è schematizzato il confine comunale di S. Martino di V.zze 0019_RAPAMB_00 193

195 ESTRATTO DALLA TAV. 6.1 DEL PTCP TUTELE AGRONOMICHE AMBIENTALI in tratteggio rosso è schematizzato il confine comunale di S. Martino di V.zze _RAPAMB_00

196 ESTRATTO DALLA TAV. 6.1 DEL PTCP TUTELE AGRONOMICHE AMBIENTALI in tratteggio rosso è schematizzato il confine comunale di S. Martino di V.zze 0019_RAPAMB_00 195

197 In riferimento alla richiesta di integrazioni avanzata dalla Regione Veneto in data protocollo n E avente per oggetto il Rapporto Ambientale del PAT del comune di San Martino di Venezze (RO) si allega al presente capitolo specifica integrazione. COERENZA CON PTCP: Il PTCP adottato identifica l area produttiva di San Martino di Venezze come Area ad incremento controllato, le cui direttive indicano che possono essere ammessi modesti e giustificati ampliamenti, anche funzionali alle espansioni delle attività esistenti [ ], purché in area contigua a quella occupata dall impresa interessata e purché non sia possibile effettuare l intervento mediante contenuti incrementi, comunque non superiori al 20%, dei limiti massimi di superficie coperta, in deroga a quelli previsti dalla strumentazione urbanistica vigente. Per quanto riguarda la coerenza tra le specifiche destinazioni d uso produttivo rappresentate nell elaborato A4 Carta della Trasformabilità con quanto previsto nel PTCP della provincia di Rovigo, si specifica che a seguito dell adozione del PTCP il Consiglio Provinciale ha deliberato che le norme di salvaguardia contemplano esclusivamente le prescrizioni e non le direttive; tra le prescrizioni rientrano i vincoli di natura sovraordinata, mentre le tutele delineate dal PTCP dovranno essere rivisitate con i piani sottordinati. Per tale motivo e considerato che all epoca di adozione del PAT di San Martino di V.zze si era in regime di salvaguardia rispetto al PTCP, le linee strategiche di espansione non rientrano tra le prescrizioni e i vincoli USO ATTUALE DEL TERRITORIO E COERENZA CON I P.R.G. DEI COMUNI LIMITROFI In merito all'uso attuale del territorio relativamente alle tematiche trattate, suddiviso con le relative destinazioni (abitative, produttive, infrastutture e servizi) si fa seguire una serie di stralci focalizzati sulle aree limitrofe al confine ciomunale, che riprendono sostanzialmente la mappatura dei vigenti PRG dei comuni limitrofi. In particolare si analizzano le zone confinanti con i comuni di: Rovigo Anguillara veneta Cavarzere Pettorazza Grimani Adria Villadose _RAPAMB_00

198 All interno dei territori comunali sono state individuate le seguenti zone omogenee: SAN MARTINO DI VENEZZE / ANGUILLARA VENETA (PRG VIGENTE) 0019_RAPAMB_00 197

199 2 1 Siamo a ridosso del fiume Adige e la maggior parte del territorio confinante viene tutelato come area a verde paesaggistico pubblico di rispetto del parco fluviale. Non si riscontrano pertanto elementi di incoerenza o incompatibilità tra i due territori. Il comune di Anguillara Veneta non è ancora dotato di un suo PAT. Segue un estratto cartografico di schematizzazione delle zone omogenee _RAPAMB_00

200 1. Estratto OVEST 2. Estratto EST 0019_RAPAMB_00 199

201 SAN MARTINO DI VENEZZE / CAVARZERE In questo caso la porzione confinante con il Comune di Cavarzere è completamente agricola; non si riscontrano elementi di contrasto tra i piani. Si sottolinea che il comune di Cavarzere è dotato di PAT e di PI entrambi approvati, di cui si riportano gli estratti significativi _RAPAMB_00

202 Ambiti agricoli ad elevata permeabilità residua Corridoi ecologici principali Estratto dal PAT di San Martino di V.zze (tav. 4 della trasformabilità) Estratto dal PAT vigente di Cavarzere (tav. 4 della trasformabilità) 0019_RAPAMB_00 201

203 _RAPAMB_00

204 Estratto dal PAT di San Martino di V.zze (tav. 4 della trasformabilità) Estratto dal PI vigente di Cavarzere 0019_RAPAMB_00 203

205 SAN MARTINO DI VENEZZE / PETTORAZZA GRIMANI Anche in questo caso la porzione confinante con il Comune di Pettorazza è completamente agricola; non si riscontrano elementi di contrasto tra i piani _RAPAMB_00

206 SAN MARTINO DI VENEZZE / ADRIA Anche in questo caso la porzione confinante con il Comune di Adria è completamente agricola; non si riscontrano elementi di contrasto tra i piani. 0019_RAPAMB_00 205

207 SAN MARTINO DI VENEZZE / VILLADOSE Anche nel caso del comune di Villadose la porzione confinante è completamente agricola; non si riscontrano elementi di contrasto tra i piani. Si fa notare la presenza delle due discriche R.S.U., di cui quella di San Martino in dismissione. Discarica SMART in dismissione Discarica Taglietto _RAPAMB_00

208 Anche il comune di Villadose ha adottato il PAT di cui si propone un estratto 0019_RAPAMB_00 207

209 Isole ad elevata naturalità Aree di connessione naturalistica Discarica e relativa fascia di rispetto Estratto dal PAT di Villadose (tav. 4 della trasformabilità) Estratto dal PAT di San Martino di V.zze (tav. 4 della trasformabilità) _RAPAMB_00

210 SAN MARTINO DI VENEZZE / VILLADOSE Infine, per quanto riguarda il comune di Rovigo si può notare che la stragrande maggioranza del territorio è a carattere agricolo; solo la piccola frazione di Mardimago presenta un tessuto consolidato a carattere residenziale. Non si riscontrano elementi di contrasto tra i piani. Si riporta di seguito un estratto dell adottato PAT di Rovigo: 0019_RAPAMB_00 209

211 Ambiti di connessione ecologica Aree ad elevata utilizzazione agricola In secondo piano estratto dalla tav. 4 del PAT di Rovigo, in primo piano in alto la tavola 4 del PAT di San Martino di V.zze _RAPAMB_00

212 0019_RAPAMB_00 211

213 11.4 COERENZA CON IL IANO DI ASSETTO IDROGEOLOGICOI VIGENTE Per quanto riguarda la coerenza del Piano oggetto di valutazione con il Piano di Assetto Idrogeologico (PAI) si fa riferimento allo studio di compatibilità idraulica relativo al territorio del PAT. Lo studio, redatto conformemente al dettato della legge R. 11/2004, ha verificato per ogni Ambito Territoriale Omogeneo (A.T.O.), art. 13 L.R. 11/2004, la compatibilità degli interventi alla tutela idraulica del territorio. Il comune di San Martino di Venezze è situato tra il corso del fiume Adige, a nord, ed il corso del Ceresolo, a sud. Il territorio comunale rientra nell ambito di competenza del Consorzio di Bonifica Adige Po. Lo studio ha analizzato la Carta della pericolosità idraulica del Piano Stralcio di Assetto Idrogeologico redatto dall Autorità di Bacino del Fiume Fissero-Tartaro-Canalbianco, dalla quale risulta che l intero territorio comunale ricade in zona di pericolosità idraulica P1. La carta dell unione veneta bonifiche, aggiornata dal Consorzio di Bonifica Adige Po, riporta invece un paio di aree soggette a ristagno idrico. La zona più estesa è quella che copre il capoluogo, e la difficoltà di deflusso è dovuta anche alla mancanza di una rete di raccolta delle acque meteoriche separata dalle acque nere. Tutto il volume di acqua meteorica deve essere trattato dal depuratore limitando così la facilità di smaltimento. La seconda area con difficoltà di deflusso è posta invece in area rurale ed è dovuta ad avvallamenti del Terreno. Lo studio ha dunque messo in evidenza come tutto il territorio sia soggetto allo stesso grado di pericolosità e pertanto come non esistano zone nelle quali è vietata l edificazione, ad eccezione della fascia lato campagna dell argine maestro del fiume Adige COERENZA CON IL PIANO DI TUTELA DELLE ACQUE Il Piano di Tutela delle Acque costituisce uno specifico piano di settore, ai sensi dell art. 121 del D.Lgs 152/2006. Il Piano di Tutela contiene gli interventi volti a garantire il raggiungimento degli obiettivi di qualità ambientale di cui agli artt. 76 e 77 del D.Lgs 152/2006 e contiene le misure necessarie alla tutela qualitativa e quantitativa del sistema idrico. Gli obiettivi di qualità ambientale da raggiungere entro il 22/12/2015 sono i seguenti: per i corpi idrici significativi superficiali e sotterranei deve essere mantenuto o raggiunto l obiettivo di qualità ambientale corrispondente allo stato di buono ; deve essere mantenuto, ove esistente, lo stato di qualità ambientale elevato ; devono essere mantenuti o raggiunti per i corpi idrici a specifica destinazione, gli obiettivi di qualità stabiliti per i diversi utilizzi (acque potabili, destinate alla vita di pesci e molluschi, acque di balneazione). La Regione ha adottato il Piano di tutela delle acque con DGR n del 29/12/2004, Piano che successivamente è stato aggiornato e integrato in base alle osservazioni pervenute a seguito dell avvio della consultazione pubblica, alle modifiche introdotte dal D.Lgs. n. 152/2006 e alle modifiche stabilite in _RAPAMB_00

214 sede di 7 Commissione consiliare regionale nel corso del 2008; si è quindi arrivati ad una nuova versione del Piano. Il Piano di Tutela delle Acque comprende i seguenti tre documenti: a) Sintesi degli aspetti conoscitivi: riassume la base conoscitiva e i suoi successivi aggiornamenti e comprende l analisi delle criticità per le acque superficiali e sotterranee, per bacino idrografico e idrogeologico. b) Indirizzi di Piano: contiene l individuazione degli obiettivi di qualità e le azioni previste per raggiungerli: la designazione delle aree sensibili, delle zone vulnerabili da nitrati e da prodotti fitosanitari, delle zone soggette a degrado del suolo e desertificazione; le misure relative agli scarichi; le misure in materia di riqualificazione fluviale. c) Norme Tecniche di Attuazione: contengono la disciplina delle aree richiedenti specifiche misure di prevenzione dall inquinamento e di risanamento (aree sensibili, zone vulnerabili, aree di salvaguardia delle acque destinate al consumo umano), la disciplina degli scarichi, la disciplina per la tutela quantitativa delle risorse idriche. Dall analisi di tale documentazione è emerso quanto segue. Tra i corsi d acqua significativi che interessano il territorio del comune di San Martino di Venezze è presente il fiume Adige. Tra i rimanenti corsi d acqua del territorio comunale lo scolo Ceresolo ricade in quelli di interesse ambientale o potenzialmente influenti su corsi d acqua significativi. Il territorio di San Martino è inoltre classificato come Area sensibile ai nitrati. Dall analisi delle NTA del piano di tutela delle acque, in particolare dall Art. 22, è emersa inoltre la necessità dell adeguamento impianti di depurazione secondo le prescrizioni dello stesso piano. Non si riscontrano elementi di contrasto tra il Piano di Tutela delle Acque e il PAT in oggetto COERENZA CON IL PIANO DI TUTELA E RISANAMENTO DELL ATMOSFERA Con deliberazione n. 902 del 4 aprile 2003 la Giunta Regionale ha adottato il Piano Regionale di Tutela e Risanamento dell Atmosfera, in ottemperanza a quanto previsto dalla legge regionale 16 aprile 1985, n. 33 e dal Decreto legislativo 351/99. Tale documento, a seguito delle osservazioni e proposte pervenute, con DGR n. 40/CR del 6 aprile 2004 è stato riesaminato e modificato ed inviato in Consiglio Regionale per la sua approvazione. La Settima Commissione consiliare, competente per materia, nella seduta del 14 ottobre 2004 ha espresso a maggioranza parere favorevole. Il Piano Regionale di Tutela e Risanamento dell Atmosfera è stato infine approvato in via definitiva dal Consiglio Regionale con deliberazione n. 57 dell 11 novembre 2004 e pubblicato nel BURV n. 130 del 21/12/2004. Il piano prevede in sostanza le seguenti misure per la riduzione del PM10, considerato quest ultimo come uno degli inquinati più pericolosi per le quantità prodotte: Spostamento del traffico da gomma a ferro e acqua Potenziamento dell idrovia Fissero-Tartaro-Canalbianco Incentivazione delle fonti energetiche rinnovabili Rinnovo dei parchi veicolari privati e pubblici 0019_RAPAMB_00 213

215 Riduzione delle emissioni da sorgenti industriali Sanificazione delle strade urbane per eliminare le particelle depositate prima che si risollevino Fluidificazione del traffico mediante nuova viabilità Tali misure appaiono, per quanto possibile, coerenti con le scelte del PAT anche se il territorio, pur essendo lambito dal corso del fiume Adige, non può usufruire di attracchi di tipo commerciale in quanto il loro costo non sarebbe sostenibile in relazione al modesto sviluppo produttivo del territorio. Nel territorio del PAT sono invece possibili esclusivamente piccoli attracchi utili per la valorizzazione a scopo turistico e ricreativo delle aree arginali COERENZA CON IL PIANO REGIONALE DI PREVENZIONE DELL INQUINAMENTO LUMINOSO L inquinamento luminoso dell atmosfera è causato soprattutto da una eccessiva dispersione dell illuminazione artificiale che altera la visione notturna del cielo, arrivando anche ad impedirne l osservazione. La legge regionale del Veneto N 22/1997 individua specifici strumenti per contrastare l inquinamento luminoso sul territorio regionale. Recentemente è stata approvata dalla Regione Veneto la L.R. n 17 del 7 agosto 2009, la quale prevede l obbligo da parte dei comuni di dotarsi, entro tre anni, del PIANO DELL ILLUMINAZIONE finalizzato al contenimento dell inquinamento luminoso (PICIL). Il Piano, che rappresenta l atto di programmazione per la realizzazione dei nuovi impianti di illuminazione e per ogni intervento di modifica, adeguamento e installazione, ha tra i suoi obiettivi il contenimento dell inquinamento luminoso, la valorizzazione del territorio e il miglioramento della qualità della vita. La seguente figura evidenzia come nel territorio del PAT l aumento della brillanza sia compreso tra il 100 e il 300%. Stato della brillanza anno _RAPAMB_00

216 Si evidenzia infine come in tutta la provincia di Rovigo, e quindi anche nel territorio del PAT, non siano presenti zone di maggior tutela definite dalla regione Veneto per la protezione di osservatori astronomici esistenti (pubblici o privati). Figura 4 Mappa dei comuni interessati dalle fasce di rispetto ai sensi della legge regionale 27 giugno 1997 n 22 (nel cerchio rosso l individuazione del territorio comunale del PAT) 11.8 COERENZA CON IL PIANO DI CLASSIFICAZIONE ACUSTICA Il comune di San Martino di V.zze è dotato di piano di classificazione acustica del territorio. Detto piano suddivide il territorio in sei classi acustiche, ciascuna delle quali prevede determinati limiti di emissione sonora. I piani acustici individuano, inoltre, le maggiori infrastrutture di trasporto, determinandone i limiti di emissione e le relative fasce di rispetto acustico. Esso classifica la stragrande maggioranza del territorio comunale come classe III agricola, in quanto sono presenti quasi esclusivamente zone rurali, le zone produttive sono incluse in classe V. Sono individuate inoltre alcune zone di classe I adiacenti al corso del fiume Adige e relative all ambito del cimitero, cioè a quelle zone che per la loro valenza ambientale e sociale richiedono particolare attenzione. Inoltre vengono individuate delle fasce di transizione per consentire il graduale passaggio del disturbo acustico dai limiti della zona di classe superiore a quelli della zona inferiore. Per quanto riguarda la coerenza con il PAT è possibile affermare che le linee di espansione a prevalenza produttiva ricadono in aree attualmente classificate come classe III agricola, tali aree sono comunque lontane dai centri abitati e dalle zone a maggior tutela e sono adiacenti ad assi viabilistici principlai, pertanto non si rilevano elementi di contrasto. Le aree di espansione a prevalenza residenziale invece si collocano in adiacenza al centro abitato e continuano a mantenere adeguate distanze dalle classi più rumorose. Si riporta un estratto dal piano acustico del comune di San Martino relativo al centro abitato. 0019_RAPAMB_00 215

217 11.9 COERENZA CON IL PIANO DI PROTEZIONE CIVILE Il comune di San martino di Venezze è dotato del piano di protezione civile. Detto piano ha lo scopo di prevenire le emergenze legate al territorio proiettate sul medio lungo periodo e di dotare il comune di strumenti adeguati per la gestione dell emergenza con conoscenza e metodo. Per fare ciò vi è la necessità di giungere allo sviluppo di specifici scenari di rischio per ciascuna tipologia di evento destabilizzante verificabile sul territorio esaminato. Il piano individua le procedure da seguire per la gestione delle emergenze identificando i soggetti responsabili. Il piano tra l altro individua i percorsi, le aree di attesa, le aree di ricovero e le aree di ammassamento utili per l evacuazione della popolazione in caso di emergenza. Considerato che le aree e i percorsi sopra citati sono stati definiti sulla base della viabilità esistente e degli spazi già disponibile, si ritiene che non vi siano elementi di contrasto con il nuovo Piano di Assetto del Territorio _RAPAMB_00

218 12 L IPOTESI ZERO L ipotesi zero ha lo scopo di verificare quale possa essere l evoluzione dell ambiente nel caso in cui non venga realizzato il piano e cioè nell ipotesi in cui venga portato a compimento il PRG vigente. La previsione è stata eseguita utilizzando gli stessi indicatori adottati per la valutazione dello stato attuale dell ambiente. Per la stima degli effetti si è provveduto innanzitutto ad analizzare il PRG vigente e le azioni previste dalla programmazione sovra comunale (PTRC-PTCP) che comunque saranno realizzate indipendentemente dalla formazione del PAT. Per quanto riguarda il PRG vigente è emersa la presenza di alcune aree residenziali e produttive che, sebbene già convenzionate e in parte urbanizzate, risultano non del tutto completate in quanto non ancora occupate da volumi veri e propri. Tali aree sono state inserite nell ipotesi zero come completamento del vigente PRG e riguardano un area produttiva di circa mq nell ATO 01 e un area residenziale pari a circa mq sempre nell ATO 01. L ipotesi zero prevede in sostanza l incremento delle aree urbanizzate e degli abitanti secondo i dati sopra riportati, essa prevede inoltre la realizzazione delle infrastrutture di trasporto programmate a livello sovra comunale: il nuovo collegamento nord-sud tra S. Martino di Venezze e Villadose, che include la realizzazione del ponte sull Adige. Inoltre la superficie della discarica deve essere scorporata dalle aree produttive in quanto, di fatto, essa ha intrapreso il percorso post-mortem e risulta, di fatto, in via di dismissione. L ipotesi zero inoltre non prescrive misure di mitigazione compensazione in quanto esse non sono previste dagli strumenti urbanistici vigenti. Le uniche mitigazioni possibili sono quelle derivanti dalle normative nazionali o regionali in materia di ambiente, a titolo di esempio si ricorda il Piano di tutela delle acque, il piano di risanamento dell atmosfera, i futuri piani dell illuminazione, ecc Sono stati conteggiati, pertanto, solamente i corridoi ecologici previsti dal PTCP adottato, oltre al fiume Adige. In conclusione, le azioni previste dall ipotesi zero, rispetto allo stato attuale sono: 1. completamento di un area produttiva già in parte urbanizzata pari a circa 180'000 mq 2. completamento di un area residenziale già in parte urbanizzata, pari a circa 18'500 mq 3. inserimento delle infrastrutture viarie di programmazione sovra comunale (nuovo collegamento San Martino provincia di Padova) 4. inserimento dei corridoi ecologici previsti dal PTCP adottato 5. trasformazione dell area della discarica da zona produttiva per impianti speciali a zona priva di interventi Definite le azioni previste con l ipotesi zero si è provveduto a ridefinire i nuovi valori degli indicatori, molti dei quali sono stati stimati sulla base dell attuale trend, basandosi sulle stime di incremento della popolazione e delle superfici urbanizzate sopra riportate. 0019_RAPAMB_00 217

219 Per alcuni indicatori, come ad esempio la lunghezza della rete stradale, la SAU, la frammentazione del territorio, è stato invece possibile fornire dati più precisi in quanto essi sono chiaramente identificabili dalla cartografia. Alcuni indicatori infine non subiranno variazioni significative con l ipotesi zero, è il caso ad esempio degli edifici storici o vincolati, o delle aree di interesse archeologico. In sintesi, con l ipotesi zero, si è previsto un lieve incremento delle emissioni inquinanti, si è previsto inoltre un incremento dei carichi organici potenziali. Contemporaneamente però si è previsto un incremento degli occupati e della PLV ANALISI DEI RISULTATI Dopo aver stimato i nuovi valori da assegnare a ciascun indicatore di ogni ATO, è stato eseguito nuovamente il calcolo dei punteggi. Nella seguente Tabella 17 si riportano i risultati ottenuti per l intero territorio del PAT. Analizzando i risultati ottenuti è possibile osservare una riduzione del punteggio complessivo, ciò è spiegabile dal fatto che senza una programmazione e soprattutto senza l attuazione delle misure di mitigazione e compensazione, l espansione urbanistica causerà inevitabilmente un degrado del territorio. TEMA PUNTEGGIO Aria 1,31 Clima 3,29 Acqua 3,53 Suolo e sottosuolo 1,53 Flora e fauna -0,53 Biodiversità e zone protette 0,55 Paesaggio e territorio -0,37 Patrimonio culturale -0,84 Popolazione e salute umana 1,84 Beni materiali e risorse 0,88 TOTALE 11,20 Tabella 17 Riepilogo dei punteggi ottenuti dalla valutazione dell Ipotesi Zero _RAPAMB_00

220 0019_RAPAMB_00 219

221 13 L IPOTESI DI PROGETTO La valutazione delle azioni previste dal piano è avvenuta utilizzando gli stessi indicatori definiti per la valutazione dello stato attuale e dell ipotesi zero. Nei seguenti paragrafi si elencano le azioni di piano indicando per ognuna di esse su quali indicatori influisce e quali sono i principali effetti negativi o positivi prodotti. Successivamente si riportano, seguendo lo stesso criterio, le misure di mitigazione e di compensazione previste AZIONI DI PIANO 1- La prima delle azioni di piano riguarda l incremento delle zone produttive. Il comune di San Martino di Venezze è dotato di un area produttiva situata lungo la Strada Provinciale n. 3. Lo sviluppo principale delle aree produttive previsto dal PAT avviene verso la nuova strada provinciale programmata a sud, quasi a completamento dell area produttiva esistente. Inoltre alcune linee di sviluppo vanno a sostituire alcune zone già produttive da PRG, ma non ancora convenzionate, in modo da inserirle nel nuovo dimensionamento del PAT Estratto dalla tavola 4 del PAT (le frecce viola indicano l espansione produttiva, nel cerchio rosso la zona produttiva da PRG programmata, ma non convenzionata è stata inserita come linea di espansione) _RAPAMB_00

222 Non sono state identificate possibili alternative in quanto a l espansione verso nord comporterebbe un avvicinamento alla zona protetta del Parco dell Adige, nonché corridoio ecologico. L incremento delle aree produttive comporta principalmente i seguenti effetti: Effetti negativi sulla qualità dell aria, per l incremento delle emissioni inquinanti. Effetti negativi sulla componente suolo e sottosuolo, per la riduzione della SAU. Effetti positivi per la componente economia e società, sia a livello di occupati, sia a livello di reddito. Effetti negativi per la componente beni materiali e risorse per l incremento della produzione di rifiuti e per l incremento dei consumi energetici. Effetti negativi, anche se in modo ridotto, per le componenti flora e fauna. 2 - La seconda azione di piano riguarda l incremento delle aree residenziali. L espansione residenziale è ovviamente collocata in adiacenza alle aree consolidate presenti, inoltre alcune delle linee di sviluppo vanno a sostituire alcune zone già residenziali da PRG, ma non ancora convenzionate, in modo da inserirle nel nuovo dimensionamento del PAT. Tali aree sono evidenziate nella figura sotto: Estratto dalla tavola 4 del PAT (le frecce azzurre indicano l espansione residenziale, nei cerchi rosso le zone previste dal vigente PRG, ma mai convenzionate sono state inserite come linee di espansione) 0019_RAPAMB_00 221

223 Estratto dalla tavola 4 del PAT frazione di Beverare (le frecce azzurre indicano l espansione residenziale, nei cerchi rosso le zone previste dal vigente PRG, ma mai convenzionate sono state inserite come linee di espansione) Altre collocazioni non erano possibili in quanto si sarebbero situate troppo in prossimità al corso del fiume Adige e alla relativa fascia di rispetto e tutela. L incremento delle aree residenziali comporta principalmente i seguenti effetti: Effetti positivi sulla popolazione residente, sulla presenza di servizi e quindi sulla qualità della vita. Effetti negativi per la componente beni materiali e risorse per l incremento della produzione di rifiuti e per l incremento dei consumi energetici. Effetti negativi, anche se in modo ridotto, per le componenti flora e fauna. 3 - La terza azione di piano riguarda la realizzazione di reti ecologiche, di aree di connessione naturalistica, di stepping stones e di percorsi ciclabili. In collaborazione con lo specialista incaricato dello studio agronomico sono state definite le varie componenti della rete ecologica anche sulla base di quanto già previsto dalla pianificazione regionale e provinciale; sono state individuate vaste aree da dedicare alla realizzazione di zone cuscinetto tra lo scolo Ceresolo a sud e il territorio agricolo; inoltre l area dell ex-cava di argilla e l area della ex-discarica, che diventerà Parco di interesse comunale, sono state perimetrate quali isole ad elevata naturalità : la prima in quanto zona umida da tutelare dall edificazione, importante habitat per la flora e fauna autoctone, la seconda in quanto criticità da riqualificare attraverso una strategia che ne preveda la trasformazione per un congruo reinserimento nel contesto rurale circostante. I numerosi scoli e canali caratterizzanti il territorio agricolo sono stati identificati quali corridoi ecologici secondari a supporto della rete _RAPAMB_00

224 Tutto ciò permetterà la creazione di una estesa e ramificata rete ecologica che consentirà il miglioramento di diversi aspetti relativi al comparto relativo alla flora e fauna, ma non solo. La creazione di una ricca rete ecologica comporta i seguenti effetti: Effetti positivi per la creazione di connessioni adatte a contrastare la frammentazione del territorio Effetti positivi per la creazione di Habitat adatti alla conservazione delle specie animali e vegetali presenti Effetti positivi per l innesco di meccanismi di autodepurazione dei corsi d acqua generati dalla vegetazione Effetti positivi sul paesaggio percepibile dall argine del fiume Adige Effetti positivi sullo sviluppo agrituristico, e quindi economico della zona 4 - La quarta azione di piano riguarda l incentivazione delle tecniche della bioedilizia e di risparmio energetico, nonché l incentivazione delle tecniche agricole a basso impatto. Tali azioni, non essendo cartografabili, sono state inserite come prescrizione nelle Norme Tecniche, demandando al PI la definizione di specifiche norme per la loro attuazione. Tale azione comporta i seguenti effetti: Effetti positivi per la riduzione dei consumi energetici sugli edifici esistenti Effetti positivi per la riduzione degli inquinanti Effetti positivi per l economia locale, con particolare riferimento alle piccole imprese che lavorano nel settore Effetti positivi per la popolazione, dovuti alla migliore qualità dell abitare 5 - Infine si citano le infrastrutture in progetto recepite dal livello sovracomunale. Esse sono costituite dal nuovo collegamento previsto tra San Martino e la provincia di Padova, che vedrà a San Martino la realizzazione del nuovo ponte sull Adige. Tale infrastruttura taglia in direzione nord-sud l intero territorio comunale con problematiche dovute all interruzione dei corridoi ecologici e alla frammentazione degli appezzamenti agricoli. Per tali infrastrutture sono previste opportune misure di mitigazione e compensazione. Tali azioni comportano i seguenti effetti: Effetti positivi per lo sviluppo economico dell area Effetti positivi per la riduzione del traffico di attraversamento del centro abitato Effetti negativi per l incremento della frammentazione dei fondi agricoli e della rete ecologica Effetti negativi per l incremento delle emissioni inquinati del trasporto su gomma Le azioni sopra riportate sono sicuramente le più significative e le più impattanti sotto tutti gli aspetti, tuttavia il PAT prevede altre azioni, alcune cartografate, altre no, relative ad esempio alla tutela dei centri storici, al potenziamento delle strutture ricettive, alla valorizzazione delle aree fluviali e allo sviluppo dei parchi fluviali; esse si concretizzano in parte anche grazie alla creazione della rete ecologica e dei percorsi ciclopedonali lungo l argine del fiume Adige. 0019_RAPAMB_00 223

225 Per quanto riguarda i centri storici, i vincoli archeologici, e i vincoli monumentali il PAT recepisce il regime vincolistico sovracomunale garantendone la tutela e la valorizzazione. In riferimento alla richiesta di integrazioni avanzata dalla Regione Veneto in data protocollo n E avente per oggetto il Rapporto Ambientale del PAT del comune di San Martino di Venezze (RO) si allega al presente capitolo specifica integrazione. Punto d: Occorre chiarire come siano stati valutati gli effetti delle singole azioni di piano con riferimento all'attribuzione dei punteggi ai singoli indicatori. Alla base del calcolo del punteggio finale dei vari scenari (stato attuale, ipotesi zero e stato di progetto) e quindi del giudizio di sostenibilità finale, vi è l inserimento di una serie di dati relativi alle cosiddette variabili proxy. Tali variabili hanno lo scopo di tradurre in elementi quantificabili concreti le singole azioni di piano. L aumento o la diminuzione del dato relativo alla singola variabile comporta la variazione degli indicatori ad essa correlati e quindi del peso di quell indicatore sugli altri, così ogni variazione si ripercuote sul peso totale finale attraverso opportune formule matematiche. In particolare per il PAT di San Martino di Venezze tali variabili, il cui dato è stato inserito suddiviso per singoli ATO, si presentano come segue: VARIABILE PROXY STATO ATTUALE IPOTESI ZERO STATO DI PROGETTO Superficie [mq] , , ,52 Superficie comunale ABITANTI (2007) 4.045, , ,00 LUNG. RETE STRADALE (KM) 35,00 44,20 44,20 NOTE Aumentano in base al dimensionamento del PAT: l ipotesi zero prevede il completamento di un area residenziale da circa m 2. Aumenta a seguito della programmazione della strada sovra comunale di collegamento con la provincia di Padova N. ALLEVAMENTI Dato comunale N. CAPI ALLEVATI Dato comunale LUNGHEZZA ELETTRODOTTI M 8.420, , ,00 Dato comunale Cave Attive [N] Dato comunale Discariche attive [N] aree produttive attuali [mq] , , ,00 Si considerano pari a 0 le discariche attive in quanto la discarica esistente è ormai in fase post-mortem. Da PRG vigente per lo stato di fatto e per l ipotesi zero; in aggiunta _RAPAMB_00

226 SUPERFICIE URBANIZZATA (produttivo+residenziale) [mq] , , ,00 al dimensionamento da PAT per lo stato di progetto Stato attuale: aree produttive e residenziali effettivamente realizzate + area discarica; ipotesi zero: completamento PRG area discarica; stato di progetto: completamento PRG area discarica + dimensionamento aggiuntivo da PAT. superficie boscata [mq] Dato comunale N edifici storici o vincolati Dato comunale Aree urbanizzazione diffusa [mq] , , ,00 Dato comunale Ripetitori per comunicazioni Dato comunale SUP ZONE ARCHEOLOGICHE [mq] Dato comunale Aree rischio incidente rilevante [mq] Dato comunale NUCLEI STORICI (N) Dato comunale Superficie centro storico [mq] , , ,00 Dato comunale AREA 0.2 MICROTESLA [mq] , , ,00 Dato comunale POPOLAZIONE ESPOSTA 162,11 165,33 225,42 SAU [mq] , , ,00 occupati nell agricoltura 216,33 211,33 211,18 occupati nell'industria 465,00 500,00 992,00 occupati nel terziario 365,00 315,00 561,60 Aumenta con il PAT in quanto stimato sul numero di abitanti Dato fornito da analisi agronomica Per stato di fatto: dato comunale; per ip. Zero e progetto: dato stimato sulla base della diminuzione della superficie agricola e dell aumento di produttivo e terziario Per stato di fatto: dato comunale; per ip. Zero e progetto: dato stimato sulla base dell aumento di produttivo previsto dal PAT Per stato di fatto: dato comunale; per ip. Zero e progetto: dato stimato sulla base dell aumento del carico aggiuntivo previsto dal PAT 0019_RAPAMB_00 225

227 reddito produzione agricola , , ,74 reddito produzione industriale , , ,86 reddito terziario , , ,59 Per stato di fatto: stime da dati provinciali disponibili; per ip. Zero e progetto: dato stimato sulla base della diminuzione della superficie agricola e dell aumento di produttivo e terziario Per stato di fatto: stime da dati provinciali disponibili; per ip. Zero e progetto: dato stimato sulla base dell aumento del carico aggiuntivo previsto dal PAT Per stato di fatto: stime da dati provinciali disponibili; per ip. Zero e progetto: dato stimato sulla base dell aumento del carico aggiuntivo previsto dal PAT rete stradale oltre 67 dba diurni (m) 4.500, , ,00 Dato comunale Rete ferroviaria oltre 67 Db(A) diurni (m) Dato comunale aree rischio esondazione [mq] , , ,00 Dato fornito da studio di compatibilità idraulica (tav. 3 PAT) consumi elettrici nell'agricoltura kwh , , ,80 Per stato di fatto: stime da dati provinciali disponibili; per ip. Zero e progetto: dato stimato sulla base dell aumento del carico aggiuntivo previsto dal PAT consumi elettrici industria , , ,58 Per stato di fatto: stime da dati provinciali disponibili; per ip. Zero e progetto: dato stimato sulla base dell aumento del carico aggiuntivo previsto dal PAT consumi elettrici terziario , , ,73 consumi elettrici domestici , , ,20 Consumo idrico domestico mc/anno , , ,60 consumo idrico allevamento/rurale 5.727, , ,00 consumo idrico industriale , , ,20 consumo idrico enti pubblici 9.943, , ,00 consumo gas residenziale , , , _RAPAMB_00

228 consumo gas industriale , , ,43 sviluppo corridoi ecologici [m] , , ,00 Dato comunale per stato di fatto; per ip. Zero è stata inserita la rete ecologica provinciale; per stato di progetto si è aggiunta la rete ecologica prevista dal PAT (Tav. 4) aree di connessione naturalistica [mq] ,00 Isole ad elevata naturalità [mq] ,00 aree a parco [mq] , , ,00 Dato comunale per stato di fatto e per ip. Zero; per stato di progetto si è aggiunta l area dell ex discarica(tav. 4) Zone Natura 2000 [mq] Dato comunale Aree nucleo [mq] Dato comunale Ambiti di importanza paesaggistica [mq] , , ,00 Dato comunale Lunghezza percorsi ciclabili [m] 1.150, , ,00 Aree verdi urbane [mq] , , ,00 Dato comunale per stato di fatto e per ip. Zero; per stato di progetto si sono aggiunti i percorsi previsti (Tav. 4) Dato comunale per stato di fatto e per ip. Zero; per stato di progetto è stata eseguita una stima pari a 12mq/ab per il residenziale e 0,1mq/mq per produttivo Le celle colorate sono quelle direttamente connesse con le azioni strategiche previste in tavola 4 e con l aumento del carico aggiuntivo, sia produttivo, che residenziale. Tali variazioni avranno un riflesso sugli indicatori che concorrono a formare il punteggio finale; ad esempio l aumento della rete stradale, programmato già a livello sovra comunale, comporterà l aumento dei seguenti indicatori, nei vari ATO: 0019_RAPAMB_00 227

229 ATO 01 Mista-SAN MARTINO/CA' DONA' ATO 02 Residenziale- BEVERARE/CONTEA/P.ZZO CORNI ATO 03 Agricola-CASE SPARSE ATO 01 Mista-SAN MARTINO/CA' DONA' ATO 02 Residenziale- BEVERARE/CONTEA/P.ZZO CORNI ATO 03 Agricola-CASE SPARSE ATO 01 Mista-SAN MARTINO/CA' DONA' ATO 02 Residenziale- BEVERARE/CONTEA/P.ZZO CORNI ATO 03 Agricola-CASE SPARSE PAT del comune di SAN MARTINO DI VENEZZE (RO) STATO ATTUALE IPOTESI ZERO STATO DI PROGETTO Emissioni di monossido di carbonio Emissioni di polveri PM10 Kg/anno/ Kmq Kg/anno/ Kmq Oppure ancora ad esempio, l aumento del numero di abitanti nell ATO che accoglierà il maggior carico urbanistico, comporterà una variazione dei consumi di gas a scopo residenziale e pertanto, un aumento dell indicatore emissioni di anidride carbonica, la cui stima diventa: STATO ATTUALE ATO 01 Mista-SAN MARTINO/CA' DONA' STATO DI PROGETTO ATO 01 Mista-SAN MARTINO/CA' DONA' Emissioni di CO 2 Kg/anno/Kmq Tale indicatore avrà pertanto un punteggio inferiore allo stato di progetto rispetto all attuale: punteggio stato attuale indicatore emissioni di anidride carbonica ATO 01: 2,59 punteggio stato di progetto emissioni di anidride carbonica ATO 01: 2,38. Così per tutti gli indicatori, il cui punteggio è legato al dato in ingresso inserito come variabile proxy in base all azione strategica prevista con il PAT. Tra le azioni strategiche conteggiate nelle variabili proxy per lo stato di progetto è stata inserita anche la rete ecologica, pertanto alla fine la sommatoria dei punteggi derivanti da tutti i dati immessi come variabili proxy fornisce il punteggio totale degli scenari. In riferimento alla richiesta di integrazioni avanzata dalla Regione Veneto in data protocollo n E avente per oggetto il Rapporto Ambientale del PAT del comune di San Martino di Venezze (RO) si allega al presente capitolo specifica integrazione. Punto f: Dovranno essere forniti i necessari chiarimenti in merito alla valutazione delle aree a "edificazione diffusa" riportati sull'elaborato 4 "Carta delle Trasformabilità". In particolare, occorre chiarire come si sia tenuto conto del principio della riduzione del consumo di suolo e di come sia stata valutata la prossimità di alcune aree ad ambiti individuati quali "linee preferenziali di sviluppo insediativo residenziale e produttivo" _RAPAMB_00

230 Le aree di edificazione diffusa sono quelle aree che, per la loro conformazione, hanno oramai perso la prevalenza agricola e si avvicinano, per tipologia, molto più alle aree residenziali vere e proprie. Il PAT ha identificato tali aree, sia sulla base dell attuale zonizzazione del PRG, facendole coincidere con le zone E3 ed E4 più densamente edificate ed esterne al tessuto consolidato del centro, sia con un indagine sul territorio volta a individuare quegli agglomerati di abitazioni oramai non più a servizio dei fondi agricoli. Alcune di tali aree presentano una densità abitativa bassa, tuttavia i progettisti del PAT e l amministrazione hanno ritenuto che tali aree, sviluppatesi prevalentemente lungo le direttrici viarie di collegamento comunale, abbiano perso la prevalenza agricola che un tempo le caratterizzava e che pertanto sia una scelta eccessivamente limitativa quella di non includerle nelle aree di urbanizzazione diffusa. Il rapporto ambientale adottato ha proceduto ad inserire la superficie degli ambiti a edificazione diffusa, in mq, nel parametro aree a edificazione diffusa della tabella precedente (punto d), al fine di considerare le emissioni derivanti dal carico residenziale presente in esse. Ai fini della sostenibilità tali aree non incidono pesantemente sull esito finale del punteggio in quanto di estensione e volumetria esistente contenuta. Tale analisi non ha tenuto conto dell effettiva proprietà delle aree, essendo il PAT uno strumento non conformativo. È importante, però, sottolineare che sarà compito del futuro PI verificarne i perimetri (senza modificare il limite massimo quantitativo della SAU) ed eventualmente correggerli sulla base di nuove e più approfondite indagini da effettuarsi attraverso il rilievo della effettiva consistenza delle aziende agricole, della localizzazione di centri aziendali, delle abitazioni degli imprenditori agricoli e delle strutture agricolo-produttive esistenti e utilizzate e di quanto non ricadente nella definizione di edificazione diffusa. Negli ambiti di edificazione diffusa, non dovranno ricadere, neppure i centri aziendali, da intendersi come il complesso degli edifici a servizio dell attività agricola esercitata, costituiti da abitazioni e strutture agricolo-produttive in reciproca relazione funzionale, allevamenti zootecnici, nonché le strutture serricole, al fine di evitare in questi ambiti a edificabilità diffusa fenomeni di conflittualità tra le funzioni extra-agricole del territorio e le attività agricole o di trasformazione di prodotti agricoli. In merito al contenimento del consumo di suolo si precisa che in tali aree l aumento volumetrico sarà contenuto e consentito solo quando siano già presenti le principali opere di urbanizzazione. In fase di Piano degli Interventi sarà possibile individuare i lotti liberi e assegnare loro un volume residenziale predeterminato (600 o 800 o 1000 m 3 circa), funzionale a rispondere ad esigenze familiari dei proprietari o degli aventi diritto. Nei casi in cui l espansione residenziale e produttiva, identificata con linee preferenziali di espansione, si avvicini agli ambiti di edificazione diffusa, si dovrà garantire la realizzazione di una opportuna area cuscinetto che svolga una funzione di mitigazione. Tale fascia, che dovrà essere precisamente perimetrata in sede attuativa, dovrà preferibilmente identificarsi con una superficie a prato e barriera arborea o a siepe di essenze autoctone: 0019_RAPAMB_00 229

231 Fascia di mitigazione Fascia di mitigazione _RAPAMB_00

232 13.2 MISURE DI MITIGAZIONE Le misure di mitigazione hanno lo scopo di ridurre gli effetti negativi prodotti dall attuazione del piano, agendo direttamente sulle cause. In linea generale, le principali si possono identificare ad esempio con: interventi a verde: possono essere interni alle aree di insediamento, e prevedono la realizzazione di interventi a verde di tipo ornamentale, oppure esterni o perimetrali all insediamento, che svolgono una funzione di mascheramento paesaggistico; questi ultimi dovranno essere realizzati utilizzando specie arboree autoctone a ramificazione fitta o sempreverdi realizzazione di barriere arboree attraverso la creazione o il ripristino di filari alberati campestri. Tale misura consente di mitigare le emissioni di rumore, contribuisce a ripristinare l aspetto storico del paesaggio agricolo e a fornire un rifugio alle specie animali e vegetali, infine contribuisce alla costituzione delle reti ecologiche; incentivazione dell uso di fonti energetiche rinnovabili che permette di ridurre i consumi energetici da fonti fossili e pertanto l inquinamento dell aria e l emissione di gas climalteranti. Tra le fonti di energia rinnovabile si citano i pannelli solari fotovoltaici e termici, l utilizzo delle biomasse per il riscaldamento e l energia eolica. incentivazione e sviluppo dell edilizia ecosostenibile, che, prendendo in considerazione il sito, le condizioni climatiche, la possibilità di ottimizzazione energetica, il risparmio dell acqua potabile ecc cerca di migliorare la salubrità degli ambienti con il minimo impatto ambientale possibile. per quanto riguarda la nuova viabilità occorre prevedere la presenza di varchi per le specie animali al fine di limitare la frammentazione degli habitat. A tal proposito il progetto esecutivo delle opere dovrà prevedere idonee strutture atte a garantire la continuità della rete ecologica. Il tracciato inoltre dovrà prevedere l acquisizione dei reliquati, cioè di quelle porzioni di terreno di modesta estensione derivanti dalla frammentazione di un fondo più grande, al fine di destinarli a misure di mitigazione e compensazione come ad esempio piccoli boschetti. Di seguito si desidera illustrare con maggior approfondimento il tema delle misure di mitigazione, procedendo ad una stima delle quantità da attuare e degli effetti positivi prodotti da queste sull ambiente. Le azioni strategiche che producono i maggiori impatti negativi sull ambiente sono identificabili con l ampliamento delle aree produttive e residenziali e con le nuove infrastrutture di collegamento previste all interno del territorio. Per queste ultime è da dirsi che il PAT è tenuto a recepire quanto già deciso e approvato in sede sovracomunale e che la previsione di adeguate forme mitigative e compensative imposte dalle valutazioni ambientali della nuova arteria viaria consentono di considerare sostanzialmente nulli gli effetti di un azione strategica che, si ribadisce, non è stata decisa in sede comunale ma in accordo con la Provincia e che interesserà più comuni oltre San Martino di Venezze. Per quanto riguarda le azioni più impattanti derivanti dalle scelte strategiche comunali, invece, ovvero per le espansioni previste delle aree residenziali e produttive si va di seguito ad illustrare e quantificare le misure di mitigazione e compensazione necessarie a garantire la sostenibilità ambientale del PAT. 0019_RAPAMB_00 231

233 Senza l attuazione di tali azioni mitigative e compensative non sarebbe possibile ritenere sostenibile il PAT in valutazione. Pertanto, per valutare il punteggio finale dello stato di progetto si è considerato che tali mitigazioni e compensazioni vengano attuate contestualmente e proporzionalmente all attuazione delle azioni strategiche di piano nell arco dei dieci anni di validità. Il presente paragrafo, pertanto, prendendo a riferimento i principali impatti negativi prodotti dal piano, valuta e quantifica numericamente l incremento di produzione di inquinanti ed il consumo di risorse e, con lo stesso criterio, stima gli effetti prodotti dalle misure di mitigazione e compensazione. Ciò consente di ottenere un risultato dimostrabile sulla base di dati certi e non su una stima fornita dal valutatore unicamente sulla base di giudizi soggettivi. Più in dettaglio, come sarà illustrato successivamente, si è cercato di valutare gli effetti negativi prodotti anche all esterno del territorio in oggetto, derivanti ad esempio dai consumi elettrici, riconducendosi quindi il più possibile ad una sorta di impronta ecologica. Una volta impostati i vari parametri di calcolo, si è proceduto con la quantificazione delle misure di mitigazione e compensazione avanzando per tentativi; è stata posta particolare attenzione nell assegnazione delle singole quantità rispetto all effettiva realizzabilità di tali prescrizioni in sede, poi, di attuazione delle stesse a livello comunale. Risulta chiaro, infatti, che l ammontare delle singole azioni di mitigazione e compensazione deve essere sì tale da neutralizzare gli effetti negativi delle espansioni, ma nello stesso tempo agevolmente realizzabile dal comune, il quale, attraverso norme tecniche, prontuari e regolamenti edilizi appositi potrà decidere di prescrivere tali misure ai privati che andranno a lottizzare, proporzionalmente all aumento del carico urbanistico. Dai calcoli effettuati si ritiene interessante far notare quali siano i due aspetti che maggiormente influiscono sulla risoluzione delle criticità evidenziate; - il primo riguarda la riduzione dei consumi energetici - il secondo riguarda la produzione di energia da fonti rinnovabili Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, infatti, è emerso che le aree boschive, se si valuta unicamente l aspetto relativo all assorbimento della CO 2, hanno un effetto piuttosto limitato in relazione ai valori di emissione in gioco e alle superfici a bosco effettivamente realizzabili. Le aree boschive o i corridoi ecologici invece hanno particolare valenza per quanto riguarda gli habitat e per l aspetto paesaggistico. In termini di riduzione delle emissioni inquinanti, dunque, è necessario puntare soprattutto sui due aspetti sopra citati. Tali mitigazioni non possono essere cartografate, in quanto specifiche degli interventi che si andranno a realizzare. Sarà quindi compito del piano degli interventi specificare nel dettaglio dove e come tali misure di mitigazione dovranno essere realizzate PRIMA FASE: STIMA DELL INCREMENTO DELLE EMISSIONI E DEGLI IMPATTI NEGATIVI DERIVANTI DAL PIANO La prima fase per giungere alla quantificazione delle misure di mitigazione e compensazione consiste nella stima dell incremento delle emissioni inquinanti o, più in generale, degli impatti negativi prodotti dalle azioni di piano. Per fare ciò occorre: _RAPAMB_00

234 1. definire e quantificare le azioni che producono impatti negativi 2. definire gli indicatori adatti a misurare gli impatti 3. quantificare gli impatti. Il procedimento di seguito illustrato quindi porterà a stimare l incremento dei carichi inquinanti che si otterrebbe nell ipotesi di urbanizzare le nuove aree come avviene attualmente, cioè senza imporre limiti più restrittivi di quanto già imposto dalla normativa vigente. In altre parole si è ipotizzato che la trasformazione urbanistica avvenga senza particolari accorgimenti di natura ambientale. Le azioni di piano sono numerose, ma quelle più significative in senso negativo sull ambiente sono sicuramente solo due: 1. L incremento delle aree residenziali e della popolazione residente 2. L incremento delle aree produttive Dal set di indicatori utilizzati nel rapporto ambientale sono stati scelti quelli in grado di monitorare gli impatti negativi, privilegiando soprattutto quelli quantificabili numericamente. Qualche indicatore invece è stato definito ad-hoc (ad esempio l impatto visivo). Tali parametri sono riportati nella seguente tabella con l indicazione delle relative unità di misura. INDICATORE U.M. Emissioni di monossido di carbonio Kg/anno/Kmq Emissioni di ossidi di azoto Kg/anno/Kmq Emissioni di polveri PM10 Kg/anno/Kmq Emissioni di ossidi di Zolfo Kg/anno/Kmq Emissioni di anidride carbonica Kg/anno/Kmq Carico potenziale organico (civ+ind) A.E./Kmq Superficie urbanizzata / ESTENSIONE % Frammentazione del territorio - Rete stradale con emissioni acustiche elevate m/kmq Produzione di rifiuti urbani Kg/anno Consumi elettrici KWh/anno/Kmq Consumi idrici l/giorno Consumi di Gas Metano mc/anno/kmq Impatto visivo - Gli indicatori, in particolare, valutano i consumi energetici (elettrici e di gas metano), i quali sono strettamente legati alla produzione degli inquinanti aerei; sono presenti poi come indicatori gli stessi inquinanti aerei e qualche altro parametro che permette di valutare il carico organico, la superficie urbanizzata, la lunghezza delle rete stradale con emissioni acustiche elevate e la produzione di rifiuti urbani. 0019_RAPAMB_00 233

235 Gli unici parametri non quantificabili numericamente sono relativi alla frammentazione del territorio e all impatto visivo; in merito a questi si esprime un giudizio sintetico fornito dal valutatore. Per la quantificazione degli impatti è stata elaborata un apposita metodologia semplificata che sarà illustrata in dettaglio nel successivo paragrafo PROCEDIMENTO DI CALCOLO Definite e quantificate le azioni di piano e fissati gli indicatori, occorre determinarne i rispettivi valori numerici. Il procedimento di calcolo utilizzato presuppone diverse semplificazioni che facilitano e semplificano enormemente il procedimento logico. Ciò consente di rendere maggiormente comprensibile la filosofia di calcolo utilizzata e ripercorribile il procedimento anche in sede di futuro piano di monitoraggio, focalizzando maggiormente l attenzione sui risultati. Le principali semplificazioni sono di seguito riportate: si è ipotizzato che come combustibile fossile venga adoperato unicamente il metano; si è ipotizzato che i consumi di metano siano riconducibili esclusivamente al riscaldamento degli edifici; si è escluso il contributo alle emissioni derivante dal traffico veicolare. Tali semplificazioni sono giustificate dal fatto che attualmente tutte le nuove lottizzazioni sono sempre servite da rete gas e che il consumo per il riscaldamento è preponderante rispetto agli altri usi. Per quanto riguarda il traffico veicolare è da dirsi che la realizzazione della nuova strada provinciale di collegamento con la provincia di Padova rappresenta, come si è detto, un azione strategica già decisa in sede sovra-comunale e comunque in attuazione indipendentemente dalle scelte di piano. In questa sede si è proceduto alla valutazione dell impatto delle azioni di piano sull ambiente, anche in considerazione del fatto che la stima delle emissioni derivanti dal traffico veicolare risulta estremamente complessa vista la necessità di reperire dati sulla tipologia, sul numero di veicoli circolanti, sulla classe di emissioni e sulla tipologia di carburante. Tali stime, seppur realizzabili, risultano estremamente complesse e richiedono propri studi a se stanti. Si è ritenuto pertanto che tali semplificazioni consentano comunque di ottenere un risultato significativamente indicativo delle previsioni sullo stato dell ambiente, ma soprattutto consentano di mantenere focalizzata l attenzione sulla valutazione delle future azioni di mitigazione e compensazione attuabili a livello comunale, evitando di divagare con complessi calcoli matematici e statistici, anche in considerazione del fatto che non si tratta della valutazione dettagliata di una singola opera, ma di un analisi globale di un intero piano coinvolgente un intero comune. Per la stima e la quantificazione numerica è stato sviluppato un foglio di calcolo che richiede, come parametri in ingresso, la superficie del territorio comunale e le superfici di espansione produttiva e residenziale previste dal PATI. Sono richiesti inoltre la superficie urbanizzata, la lunghezza della rete stradale con emissioni acustiche elevate e un giudizio sintetico, di tipo qualitativo, sulla frammentazione del territorio e l impatto visivo _RAPAMB_00

236 Tutti i successivi calcoli avvengono mediante parametri preimpostati (comunque modificabili) derivanti da fonti pubblicate di vario genere, che permettono di stimare l incremento delle emissioni secondo la metodologia di seguito illustrata STIMA DELL INCREMENTO DELLE EMISSIONI Di seguito si riporta la descrizione della metodologia di calcolo relativa alla stima della produzione di inquinanti. Il primo valore da stimare riguarda i consumi di gas metano previsti per le future espansioni residenziali e produttive. Oltre a generare un consumo di risorse infatti la combustione del metano genera inquinanti e soprattutto CO 2, rendendo indispensabile tale parametro per la quantificazione delle emissioni in aria. Ai sensi del decreto legislativo 311/2006 ogni nuovo edificio deve rientrare almeno in classe energetica C, alla quale corrisponde un consumo espresso in Kwh/anno/m 2, calcolabile ipotizzando i gradi giorno della provincia di Rovigo e un rapporto superficie/volume degli edifici pari a 0,5. Fabbisogno annuo di energia per riscaldamento residenziale 64,98 Kwh/mq/anno Fabbisogno annuo di energia per riscaldamento produttivo 17,33 Kwh/mc/anno Tabella 18 stima del consumo energetico per il riscaldamento dei nuovi edifici Utilizzando tale parametro, nota la superficie o la volumetria edificabile, è possibile stimare il fabbisogno energetico annuo che, noto il potere calorifico del metano e fissato un rendimento medio delle caldaie, consente di stimare il quantitativo annuo di gas consumato. Per la stima si è ipotizzato inoltre che, come avviene di norma, non tutta la volumetria sia riscaldata o comunque non per tutto il giorno; in particolare si è ipotizzato che sia riscaldato il 50% della volumetria lorda residenziale realizzabile e il 10% della volumetria a destinazione produttiva, ciò in considerazione del fatto che si prevede uno sviluppo della logistica. Le percentuali tengono conto anche del funzionamento discontinuo nelle 24 ore. Considerando ora di bruciare la volumetria di gas appena stimata, nota la produzione di inquinanti derivante dalla combustione di 1 Nm 3 di metano, è possibile stimare la quantità di inquinanti prodotta ed immessa annualmente nell atmosfera nel territorio del PATI. Per la quantificazione delle emissioni si sono utilizzati i fattori desunti dal Progetto Europeo CorinAir 1991 e impiegati nello studio Censimento delle emissioni in atmosfera da sorgenti fisse e mobili nell aria metropolitana di Bologna, Amministrazione Provinciale di Bologna, realizzato da Idroser nel INQUINANTE FATTORE DI EMISSIONE (g/m³) NOx Ossidi di azoto 1,79 CO Monossido di carbonio 0,89 COV Composti organici volatili 0,36 PTS Polveri sospese 0, _RAPAMB_00 235

237 Tabella 19 Fattori d emissione per il metano (g d inquinante espresso per m 3 di combustibile impiegato) L aumento del carico potenziale organico è stato stimato sulla base dell incremento degli abitanti previsto dal PAT, tenendo presente che un nuovo abitante corrisponde ad 1 AE. Per quanto riguarda il carico organico di origine industriale non sono state effettuate stime specifiche, anche in considerazione del fatto che le destinazioni d uso non sono attualmente prevedibili e che, in parte, potrebbero riguardare la logistica. Non sono presenti previsioni riguardo l insediamento di particolari attività produttive che generino significativi carichi organici (se ciò si dovesse verificare sarà cura delle future valutazioni in sede esecutiva di calcolare le eventuali forme di mitigazione e/o compensazione necessarie). Per stimare l incremento della produzione di rifiuti urbani è stato utilizzato il rapporto sulla produzioni di rifiuti nella provincia di Rovigo del L incremento è stato stimato utilizzando l attuale produzione media per residente della provincia di Rovigo e moltiplicandola per l incremento di popolazione previsto dal dimensionamento del PAT. La stima dei consumi elettrici è stata effettuata partendo dalla media provinciale attuale ed estrapolando il dato espresso in Kwh/anno/residente; tale parametro è stato applicato all incremento dei residenti previsto dal dimensionamento del PAT. Analogamente per il sistema industriale è stata fatta una stima rispetto agli attuali consumi in riferimento alla superficie urbanizzata con destinazione produttiva. Considerato inoltre che attualmente la maggior parte dell energia elettrica viene prodotta mediante l uso di combustibili fossili, è stato ritenuto corretto stimare anche la produzione di inquinanti derivante da tali consumi, questo sebbene la produzione dell energia non avvenga direttamente nel territorio del PAT. Ciò consente di valutare in modo più globale gli effetti negativi prodotti dall attuazione del piano. La seguente tabella riporta i fattori di emissione considerati per la produzione di energia elettrica. Da notare che compare anche il biossido di zolfo non presente utilizzando come combustibile il metano. Inquinante Fattore d emissione co 2 Kg/Kwh 0,496 so 2 g/kwh 0,93 N0 x g/kwh 0,58 PM 10 g/kwh 0,029 Tabella 20 Fonte dei dati: Rapporto Ambientale Enel 2006 Anche per i consumi idrici, come per la produzione di rifiuti urbani, è stata redatta una stima sulla base dell attuale media provinciale. Si precisa infine che l utilizzo di dati medi della provincia di Rovigo si è reso necessario per tutti quei parametri dove non esistono limiti di legge. In tali casi la stima futura è stata effettuata sui dati attuali rilevati nel territorio in esame, ipotizzando di mantenere tutte le altre condizioni inalterate. Tale _RAPAMB_00

238 metodologia è sicuramente cautelativa in quanto in molti settori (ad esempio i rifiuti) si sta assistendo ad un trend positivo in termini di riduzione, che probabilmente porterà in futuro a situazioni migliori rispetto all attuale. La tabella che segue riporta una stima dell incremento di emissione calcolato nel caso in cui tutto il dimensionamento venisse attuato nei dieci anni di validità del Piano. La stima è stata effettuata considerando l intero territorio del PAT senza inserire ancora le misure di mitigazione e di compensazione. COMUNE SAN MARTINO DI VENEZZE ESTENSIONE 31,00 Kmq ABITANTI ATTUALI 4045 N. ESPANSIONE AREE RESIDENZIALI mq VOLUMETRIA EDIFICABILE mc ESPANSIONE AREE PRODUTTIVE / COMMERCIALI / mq LOGISTICA VOLUMETRIA EDIFICABILE mc MACROSETTORE INCREMENTO U.M. VALORE/GIUDIZIO Emissioni di monossido di carbonio Kg/anno/Kmq 22,04 Aria Emissioni di ossidi di azoto Kg/anno/Kmq 226,75 Emissioni di polveri PM10 Kg/anno/Kmq 10,36 Emissioni di ossidi di Zolfo Kg/anno/Kmq 292,50 Clima Emissioni di anidride carbonica Kg/anno/Kmq ,33 Acqua/Suolo e sottosuolo Carico potenziale organico (civ+ind) A.E./Kmq 47,06 Flora e fauna Superficie urbanizzata / ESTENSIONE % 2,04 Popolazione e salute umana Frammentazione del territorio SIGNIFICATIVO Rete stradale con emissioni acustiche elevate m/kmq 0,00 Produzione di rifiuti urbani Kg/anno ,91 Beni materiali e risorse Consumi elettrici KWh/anno/Kmq ,36 Consumi idrici l/giorno ,18 Consumi di Gas Metano mc/anno/kmq 24765,80 Paesaggio e territorio Impatto visivo - SIGNIFICATIVO Dall analisi dei risultati emerge come la realizzazione dell ipotesi di piano senza alcuna misura di mitigazione e compensazione causerebbe un significativo incremento delle principali emissioni 0019_RAPAMB_00 237

239 inquinanti. Si ricorda comunque che l incremento comprende anche le emissioni derivanti dalla produzione di energia elettrica esterna al territorio del PAT, non considerate nello stato attuale (derivante da fonte corinair). Ne consegue pertanto che il dato di incremento espresso in percentuale è da considerare come un parametro indicativo, ma poco significativo. Alcune considerazioni invece si possono trarre osservando l incremento delle emissioni e il consumo di risorse espressi in valore assoluto. I dati permettono sicuramente di affermare che senza alcuna misura di mitigazione e compensazione l impatto del piano sul territorio sarebbe molto significativo e quindi decisamente poco sostenibile, soprattutto in considerazione del protocollo di Kyoto che prevede una progressiva riduzione delle emissioni. TABELLA RIASSUNTIVA DEI DATI NUMERICI PARAMETRO VALUTATO U.M. STATO ATTUALE INCREMENTO INCREMENTO % Emissioni di monossido di carbonio Kg/anno/Kmq 8129,03 22,04 0,27 Emissioni di ossidi di azoto Kg/anno/Kmq 2677,42 226,75 8,47 Emissioni di polveri PM10 Kg/anno/Kmq 580,65 10,36 1,78 Emissioni di ossidi di Zolfo Kg/anno/Kmq 225,81 292,50 129,54 Emissioni di anidride carbonica Kg/anno/Kmq , ,33 34,93 Carico potenziale organico (civ+ind) A.E./Kmq 125,13 47,06 37,61 Superficie urbanizzata / ESTENSIONE % 4,31 2,04 47,25 Frammentazione del territorio - Rete stradale con emissioni acustiche elevate m/kmq 145, ,00 0,00 Produzione di rifiuti urbani Kg/anno ,91 44,01 Consumi elettrici KWh/anno/Kmq , ,36 75,50 Consumi idrici l/giorno , ,18 55,59 Consumi di Gas Metano mc/anno/kmq , ,80 14,84 Impatto visivo SECONDA FASE: INDIVIDUAZIONE E QUANTIFICAZIONE DELLE MISURE DI MITIGAZIONE Ricordiamo che le misure di mitigazione consistono in tutte quelle soluzioni tecniche volte a ridurre direttamente alla fonte la produzione o l emissione delle sostanze nocive per la salute umana e per l ambiente in generale. Pertanto le misure di mitigazione hanno lo scopo di ridurre gli effetti negativi prodotti dall attuazione del piano, agendo direttamente sulle cause. L ampliamento delle aree produttive e residenziali produce degli effetti negativi, che vengono mitigati con le seguenti azioni: AZIONE DI MITIGAZIONE DESCRIZIONE _RAPAMB_00

240 1.Riduzione dei consumi mediante interventi mirati all'efficienza energetica 2.Installazione di impianti Fotovoltaici 3.Installazione di impianti Solari Termici 4.Installazione di dispositivi di riduzione del flusso sui rubinetti 5.Raccolta acque di prima pioggia 6.Ottimizzazione sistemi di depurazione 7.Varchi lungo le barriere infrastrutturali 8.Barriere arboree 9.Qualità architettonica degli edifici 10.Barriere acustiche Migliore isolamento termico degli edifici al fine di ridurre i consumi di gas metano e di conseguenza le emissioni in atmosfera Produzione di parte dell energia elettrica consumata mediante impianto fotovoltaico da installare sul tetto dell edificio Produzione di parte dell acqua calda sanitaria mediante impianto solare termico Installazione di riduttori di flusso sui rubinetti di tutte le nuove utenze domestiche Obbligo, in coerenza con il piano di tutela delle acque, della raccolta e trattamento delle acque di prima pioggia per determinate attività produttive. Realizzazione di interventi sugli impianti di depurazione esistenti al fine di migliorarne l efficienza Realizzazione di infrastrutture di attraversamento che consentano alle varie specie di attraversare la barriera infrastrutturale Realizzazione di barriere arboree aventi lo scopo principale di creare una barriera utile a mitigare gli impatti paesaggistici negativi Realizzazione di edifici e sistemazione degli spazi esterni in modo da ridurre il più possibile gli impatti paesaggistici Realizzazione di barriere acustiche nei tratti dove le emissioni sonore sono eccessivamente elevate in relazione all uso del territorio circostante. Trattandosi di misure di mitigazione si è previsto che vengano realizzate sulle nuove lottizzazioni residenziali o produttive, al fine di contenere il consumo di risorse e di conseguenza la produzione di inquinanti. Ciò potrà essere conseguito imponendo adeguate prescrizioni nelle future NTA. Tali interventi possono essere considerati anche misure di compensazione se applicati all edificato esistente ad esempio durante interventi di ristrutturazione. Tali misure sono state scelte proprio perché facilmente e concretamente attuabili. Definiti i possibili interventi occorre ora passare alla quantificazione degli stessi. La quantificazione è stata effettuata imponendo degli obiettivi concretamente raggiungibili. Appare eccessivo infatti imporre l obbligo che tutti i nuovi edifici rispondano ad esempio ai requisiti della Casa Passiva (cioè classe energetica A+), o imporre che siano energeticamente autosufficienti, in quanto, seppur realizzabili, presentano ancora costi e difficoltà tecniche che non li rendono sempre fattibili (si pensi per esempio all esposizione che deve essere necessariamente a sud). MISURA DI MITIGAZIONE N _RAPAMB_00 239

241 Si è ritenuto pertanto più concretamente raggiungibile l obiettivo di una ulteriore riduzione del fabbisogno energetico imposto dalla normativa nazionale prescrivendo che, nelle norme dei futuri Piani degli Interventi, in merito alla realizzazione dei nuovi edifici, il limite sia ulteriormente abbassato del 25%, il che equivale ad aumentare lo spessore dei materiali isolanti utilizzati al fine di rientrare almeno in classe energetica B. MISURA DI MITIGAZIONE N. 2 Per la quota parte di consumi elettrici non azzerabile si prescrive l installazione di impianti fotovoltaici. Si prescrive, in particolare, la realizzazione di 25Kwp/ha lottizzato, che equivale a circa 2 kwp per ciascun nuovo edificio residenziale. L imposizione di un dato per ettaro consente sempre una facile quantificazione. MISURA DI MITIGAZIONE N. 3 Nell ambito della riduzione dei consumi di gas metano una ulteriore forma mitigativa consiste nell utilizzo del solare termico o ad esempio della geotermia per la produzione di acqua calda sanitaria. Appare realistico prescrivere che tutte le nuove utenze residenziali siano dotate di almeno 1 collettore solare termico, che consentirebbe di ridurre i consumi di gas metano e di conseguenza le emissioni in atmosfera. MISURA DI MITIGAZIONE N. 4 Relativamente ai consumi idrici è possibile prescrivere l utilizzo di dispositivi di riduzione del flusso sui rubinetti domestici da imporsi su tutti i nuovi edifici. Ridurre del 50% circa il consumo dell'acqua dei rubinetti significa ridurre del 20-30% circa il consumo globale dell'acqua (consumi ingenti sono infatti gli scarichi degli sciacquoni, lavatrici e bagni in vasca sui quali ovviamente i riduttori di flusso non agiscono). Montando i riduttori di flusso si ottiene di portare un contributo al risparmio energetico e allo spreco delle risorse. Si usa meno acqua, quindi meno acqua deve essere pompata risparmiando anche energia. Si utilizza meno acqua calda e quindi si risparmia energia per riscaldarla. MISURA DI MITIGAZIONE N. 5 Oltre alle mitigazioni fin qui elencate, il cui risultato è numericamente quantificabile, è possibile prevedere forme di mitigazione che danno risultati di tipo qualitativo. Una di queste consiste nella possibilità di raccolta delle acque di prima pioggia derivanti dal lavaggio delle aree intensamente trafficate o da piazzali funzionali alla logistica di particolari categorie industriali, come ad esempio distributori di carburante. Si prescrive, pertanto, in coerenza con il Piano di tutela delle acque, che in relazione al tipo di attività i futuri titoli abilitativi siano vincolati alla realizzazione di sistemi di raccolta e trattamento delle acque di prima pioggia. MISURA DI MITIGAZIONE N. 6 Come già precisato in sede di analisi dello stato attuale il parametro utilizzato per la valutazione ambientale non è legato alla concentrazione, ma alla produzione del carico organico o trofico in quanto molto più agevole da stimare anche in sede di monitoraggio per l Amministrazione Comunale _RAPAMB_00

242 Detto ciò considerando l inevitabilità dell aumento dei carichi organici è possibile unicamente agire sull efficienza (rendimento) degli impianti di depurazione. Un rendimento ipotetico del 100% comporterebbe emissioni in acqua nulle. Nella realtà ciò non è ottenibile, tuttavia si può agire migliorando l efficienza dei depuratori accorpandoli per ottenere una gestione più oculata o aggiungendo successive fasi di affinamento. L adeguamento necessariamente derivante dalle espansioni previste, non supportabili dagli attuali sistemi, potrebbe dunque essere mirato al miglioramento oltre che al potenziamento. Tale miglioramento si potrebbe ottenere, ad esempio, aggiungendo al ciclo depurativo un bacino di lagunaggio prima dello scarico finale, che consiste nella realizzazione di bacini di permanenza all interno dei quali avvengono naturali meccanismi di auto depurazione. Scaricata l acqua nel corpo idrico ricettore, mediante la creazione della rete ecologica individuata nelle misure di compensazione, sarà possibile attivare ulteriori meccanismi di fitodepurazione. Ricordiamo che è necessario l utilizzo di reti fognarie miste e sistemi di raccolta adeguati evitando quindi gli scaricatori di piena esistenti in tutte le reti miste. MISURA DI MITIGAZIONE N. 7 La frammentazione del territorio agricolo derivante dalle nuove aree in espansione, dal punto di vista produttivo in particolare, costituisce una di quelle criticità non mitigabili attraverso azioni quantitativamente definibili o almeno non in sede di valutazione strategica generale. È possibile, però, riconoscere nella configurazione generale degli ambiti consolidati in espansione, una logica di potenziamento d e di espansione dell area consolidata di San Martino di V.zze. Al fine di mitigare il più possibile gli effetti derivanti dalla frammentazione sarà necessario prevedere varchi infrastrutturali il cui ruolo è quello di garantire la permanenza di fasce di territorio agricolo continue, in cui stabilire, attraverso una specifica normativa, idonee forme di tutela dall edificazione, anche al fine di garantire la continuità dei flussi floro-faunistici, nell ottica per cui aumentare la connettività ecologica può promuovere il flusso di molte popolazioni. In sede di P.I. si potranno meglio definire i punti in cui ricavare tali varchi, mantenendone comunque la funzionalità ecologica di connessione naturalistica e di riduzione della frammentazione ecologica. Risulta impossibile, come è ovvio, preservare il territorio agricolo nella sua interezza dalla presenza, ad esempio, di barriere infrastrutturali che già all oggi dividono i fondi agricoli (ferrovie e strade di grande percorrenza sovracomunli, reti impiantistiche, ) ed è per questo che nei punti di intersezione di tali fasce lungo le barriere andranno previsti opportuni ecodotti e varchi. MISURA DI MITIGAZIONE N. 8 L impatto visivo significativo che verrebbe prodotto dall elevata espansione urbanistica prevista dal PAT può essere mitigato mediante realizzazione di barriere arboree e soprattutto mediante la realizzazione degli edifici e la sistemazione degli spazi esterni avendo particolare cura per l aspetto visivo e paesaggistico. Tutto ciò non è quantificabile numericamente, ma può agevolmente essere posto come prescrizione nei futuri Piani degli Interventi. MISURA DI MITIGAZIONE N. 9 L impatto visivo può essere mitigato anche puntando sulla qualità architettonica degli edifici e su una adeguata sistemazione degli spazi esterni. 0019_RAPAMB_00 241

243 MISURA DI MITIGAZIONE N. 10 Infine l impatto acustico può essere mitigato con la realizzazione di apposite barriere antirumore nei punti più critici. Tale intervento dovrà essere pianificato qualora i futuri rilievi fonometrici rilevino particolari criticità. STIMA DEGLI EFFETTI PRODOTTI DALLE MISURE DI MITIGAZIONE Definite le misure di mitigazione ed individuate le relative quantità è possibile procedere con la quantificazione degli effetti. La procedura di calcolo è similare a quella illustrata per valutare l incremento delle emissioni. Il calcolo avviene eseguendo una stima della riduzione dei consumi di gas metano o elettrici e valutando la rispettiva riduzione delle emissioni in aria. Gli unici aspetti non mitigabili sono relativi all incremento della superficie urbanizzata e alla produzione di rifiuti urbani. La superficie urbanizzata infatti può essere compensata con altri interventi, ma non mitigata se non con l imposizione per cui le nuove urbanizzazioni siano realizzate al completamento di quelle esistenti. La produzione di rifiuti urbani invece può essere mitigata mediante raccolta differenziata spinta e riciclaggio che in tutta la provincia di Rovigo, già alla situazione attuale, raggiunge livelli molto elevati. Si è ritenuto pertanto di non poter agire in tal senso con il PAT. La seguente tabella riporta il risultato della fase di calcolo. Sono riportati gli stessi indicatori precedentemente utilizzati per la stima dell incremento delle emissioni, mentre le colonne riportano i vari interventi di mitigazione, sia quelli quantificabili numericamente che quelli non quantificabili. I parametri riportati nelle celle evidenziate in colore giallo sono i dati in ingresso alla procedura di calcolo. Per quanto riguarda gli interventi non quantificabili numericamente si è provveduto ad individuare per ciascuno di essi l indicatore sul quale si manifestano gli effetti evidenziando la cella in colore verde _RAPAMB_00

244 0019_RAPAMB_00 243

245 VALUTAZIONE E QUANTIFICAZIONE NUMERICA DEGLI EFFETTI PRODOTTI DALLE MISURE DI MITIGAZIONE Riduzione dei consumi mediante interventi mirati all'efficienza energetica Fotovoltaico Solare Termico % Kwp installati / ettaro lottizzato N moduli installati / utenza Installazio ne di dispositivi di riduzione del flusso sui rubinetti obbligo sul nuovo TOT. Raccolta acque di prima pioggia Ottimizzazi one sistemi di depurazion e Varchi lungo le barriere infrastruttu rali Barriere arboree Qualità architettoni ca degli edifici barriere acustiche MACROSETTORE INCREMENTO U.M. Aria Emissioni di monossido di Kg/anno carbonio /Kmq 5,51 3, ,35 Emissioni di ossidi di azoto Kg/anno /Kmq 11,08 27,15 7,72 45,96 Emissioni di polveri PM10 Kg/anno /Kmq 0,31 1,36 0,22 1,88 Emissioni di ossidi di Zolfo Kg/anno /Kmq 0,00 43,54 0,00 43,54 Clima Emissioni di anidride Kg/anno carbonica /Kmq 23666, , , ,20 Acqua/Suolo e sottosuolo Carico potenziale organico (civ+ind) A.E./Km q Flora e fauna Sup.urb. / ESTENSIONE % Popolazione e salute umana Beni materiali e risorse Frammentazione Rete stradale con emissioni acustiche elevate Produzione di rifiuti urbani Consumi elettrici m/kmq Kg/anno KWh/an no/kmq 46816, ,13 Consumi idrici l/giorno 72954, ,55 Consumi di Gas mc/ann Metano o/kmq 6191, , ,97 Paesaggio e territorio Impatto visivo _RAPAMB_00

246 La successiva tabella invece riporta il confronto tra l incremento previsto senza mitigazioni o compensazioni e la riduzione prodotta dalle mitigazioni. I valori evidenziano che gli interventi di mitigazione da soli non sono ancora sufficienti a rendere il piano sostenibile dal punto di vista ambientale. PARAMETRO VALUTATO U.M. STATO ATTUALE INCREMENTO INCREMENTO % RIDUZIONE PER EFFETTO DELLE MITIGAZIONI Emissioni di monossido di carbonio Kg/anno/Kmq 8129,03 22,04 0,27 9,35 Emissioni di ossidi di azoto Kg/anno/Kmq 2677,42 226,75 8,47 45,96 Emissioni di polveri PM10 Kg/anno/Kmq 580,65 10,36 1,78 1,88 Emissioni di ossidi di Zolfo Kg/anno/Kmq 225,81 292,50 129,54 43,54 Emissioni di anidride carbonica Kg/anno/Kmq , ,33 34, ,20 Carico potenziale organico (civ+ind) A.E./Kmq 125,13 47,06 37,61 0,00 Superficie urbanizzata / ESTENSIONE % 4,31 2,04 47,25 0,00 Frammentazione del territorio - Rete stradale con emissioni acustiche elevate m/kmq 145, ,00 0,00 0,00 Produzione di rifiuti urbani Kg/anno ,91 44,01 0,00 Consumi elettrici KWh/anno/Kmq , ,36 75, ,13 Consumi idrici l/giorno , ,18 55, ,55 Consumi di Gas Metano mc/anno/kmq , ,80 14, ,97 Impatto visivo MISURE DI COMPENSAZIONE Le misure di compensazione hanno lo scopo di compensare eventuali effetti negativi prodotti dall attuazione del PAT, attraverso interventi che non sono strettamente legati alle azioni di piano; in altre parole gli interventi di compensazione sono collocati in aree differenti da quelle in cui si verificano gli effetti negativi da compensare. Una delle principali misure di compensazione proposta per il PAT riguarda la creazione di aree di connessione naturalistica che vadano ad integrare la rete ecologica esistente. Le aree boscate hanno una grande importanza per la sicurezza e il miglioramento delle condizioni di vita delle specie selvatiche, inoltre rappresentano i centri di riproduzione e crescita delle popolazioni. L apporto alla formazione di nuove aree boscate è dato principalmente dalla trasformazione in bosco delle aree arbustive, delle aree naturali o seminaturali, e degli incolti. Il recupero della vegetazione ripariale consente inoltre il miglioramento dell equilibrio idrogeologico. 0019_RAPAMB_00 245

247 Tra le misure di compensazione è prevista anche l istituzione di due isole a elevata naturalità coincidenti l una con l ex cava di argilla e l altra con il sedime della discarica in dismissione. In definitiva si può affermare che le misure di compensazione comportano effetti positivi sulle componenti Flora e Fauna, Biodiversità e zone protette, e Paesaggio e territorio. Di seguito si desidera illustrare con maggior approfondimento il tema delle misure di compensazione, procedendo ad una stima delle quantità da attuare e degli effetti positivi prodotti da queste sull ambiente, evidenziando come l attuazione delle compensazioni sommate alle mitigazioni consente di affermare che il piano è sostenibile TERZA FASE: INDIVIDUAZIONE E QUANTIFICAZIONE DELLE MISURE DI COMPENSAZIONE Come si è sottolineato in precedenza, una volta adottate tutte le soluzioni tecniche atte a mitigare gli impatti negativi di una determinata azione strategica ed accertato che esse comunque non sono sufficienti, occorre prevedere delle opportune misure di compensazione. A differenza delle mitigazioni, non agiscono direttamente sulla fonte dell impatto, ma prevedono miglioramenti relativamente a situazioni esistenti, tali da compensare l incremento di emissioni causato dalle nuove aree, il tutto con lo scopo di rendere il piano sostenibile. A titolo di esempio si cita la riqualificazione energetica di edifici esistenti, che potrebbe consentire di compensare l aumento dei consumi e delle emissioni dovuto alle nuove aree di urbanizzazione. Analogamente agli interventi di mitigazione, anche per le compensazioni sono stati definiti una serie di possibili interventi, scegliendoli anche in base alle potenzialità del territorio ed andando ad assegnare delle quantità definite opportunamente, seguendo però una procedura di tipo iterativo. Detta procedura consiste nel fissare le quantità per ogni possibile misura di compensazione e nel verificare il bilancio globale del piano, incrementando le stesse quantità qualora il risultato non sia soddisfacente. A differenza di quanto avveniva per le misure di mitigazione, in questo caso le quantità sono state stabilite proprio con lo scopo di avere un bilancio ambientale globale del PAT positivo. La seguente tabella riporta l elenco delle misure di compensazione proposte, successivamente verrà descritta la metodologia di quantificazione delle stesse con l indicazione dei riferimenti bibliografici. AZIONE DI COMPENSAZIONE 1 - Risparmio energetico 2 - Creazione di corridoi ecologici secondari 3 - Fitodepurazione (rete ecologica) 4 - Creazione di isole ad elevata naturalità 5 - Creazione di aree di Connessione Naturalistica DESCRIZIONE Riqualificazione di edifici esistenti al fine di ridurre i consumi di gas metano per il riscaldamento Tutela e rinaturalizzazione della rete idrografica minore a completamento della rete ecologica Un effetto secondario prodotto dallo sviluppo dei corridoi ecologici è dato dal meccanismo di fitodepurazione che si innesca lungo i corsi d acqua rivegetati Creazione di aree in grado di costituire dei nodi locali che rivestono una funzione ecosistemica, come appoggio per trasferimenti faunistici. Creazione di fasce esterne in grado di attenuare il livello d'impatto tra la zona urbana ed il territorio aperto _RAPAMB_00

248 6 - Impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili 7 - Riduzione utilizzo autoveicoli 8 - Rete fognaria separata Realizzazione di impianti di produzione dell energia elettrica ed eventualmente termica da fonti rinnovabili. Interventi atti a favorire la riduzione dell utilizzo di autoveicoli come ad esempio la creazione di percorsi pedonali e ciclabili. Risistemazione delle vecchie reti fognarie realizzando linee separate per acque nere e bianche eliminando gli scaricatori di piena. PROCEDIMENTO DI CALCOLO La quantificazione numerica degli effetti prodotti dalle compensazioni, come per le misure di mitigazione, avviene sostanzialmente stimando la quantità di gas metano e di energia elettrica risparmiabili e di conseguenza ricavando la riduzione delle emissioni. Per quanto riguarda la piantumazione di alberi l unico effetto numericamente quantificabile è quello relativo all assorbimento della CO 2. L abbattimento degli altri inquinanti (ad es. polveri sottili) avviene principalmente per effetto delle precipitazioni piovose, pertanto su di essi le uniche misure di contenimento possibili sono quelle relative agli interventi che consentono la riduzione delle emissioni alla fonte. Tutti gli interventi che prevedono la creazione di aree verdi, siano esse corridoi ecologici, aree boschive, isole ad elevata naturalità o aree di connessione naturalistica, pertanto non sono in grado di ottenere una significativa riduzione degli inquinanti, ma in compenso sono in grado di agire positivamente sulla frammentazione del territorio, sull impatto visivo e anche sull incremento della superficie urbanizzata in quanto sono in grado di creare nuovi habitat in sostituzione di quelli eventualmente persi con l edificazione. Gli effetti più significativi pertanto si ottengono con il risparmio energetico e con la realizzazione di impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili. STIMA DEGLI EFFETTI PRODOTTI DALLE MISURE DI COMPENSAZIONE Il calcolo degli effetti prodotti dalle misure di compensazione avviene con la stessa metodologia di calcolo sviluppata per le misure di mitigazione, cioè stimando la riduzione dei consumi di gas metano e di energia elettrica e calcolando le rispettive emissioni evitate. Per quanto riguarda invece l effetto di assorbimento della CO 2 prodotto dalla vegetazione, sia essa derivante da aree di rinaturalizzazione, filari alberati, rete ecologica, aree di connessione naturalistica o isole ad elevata naturalità, la stima avviene considerando un parametro di 5000 Kg di CO 2 /anno/ettaro. I dati relativi all assorbimento sono estremamente variabili, dipendono in particolare dalle essenze arboree e dalla densità delle stesse, il valore assunto risulta pertanto essere un dato medio. Considerando che il dato è riferito alla superficie boschiva unitaria di 1 ha, occorre fare una precisazione in merito alle aree di connessione naturalistica e alle isole ad elevata naturalità; esse infatti sono da intendere come aree preferenziali per il rimboschimento, ma non saranno mai interamente occupate a bosco. Pertanto si ritiene ragionevole considerare che solo l 1% della superficie sia effettivamente dedicata ad aree boschive. Si evidenzia inoltre che non ha senso sostituire vaste aree coltivate con aree boschive, in quanto anche le prime provvedono all assorbimento dell anidride carbonica. 0019_RAPAMB_00 247

249 Le aree boschive pertanto dovranno essere ricavate in modo frammentato sfruttando le aree incolte, i cigli dei fossi, ecc MISURA DI COMPENSAZIONE N. 1 Per quanto riguarda il risparmio energetico si è fissato che nei dieci anni di validità del PAT si provveda complessivamente alla riqualificazione energetica di almeno m 3 di volumetria esistente, sia essa pubblica o privata. Ciò consentirà la riduzione dei consumi di gas metano relativi alla volumetria esistente che potranno compensare l incremento previsto nelle nuove aree. MISURE DI COMPENSAZIONE N. 2 Il PAT prevede la creazione di 30 Km circa di corridoi ecologici secondari creati ad-hoc proprio per sfruttarne gli effetti di riduzione della frammentazione, di riduzione dell impatto visivo negativo e di fitodepurazione dei corsi d acqua. MISURA DI COMPENSAZIONE N. 3 Per quanto riguarda l effetto di fitodepurazione creato dalla vegetazione ripariale e acquatica si è stimata un efficienza del 10%, che, assieme agli impianti di depurazione classici, consente una significativa riduzione del carico inquinante. L effetto benefico in questo caso ricade anche sugli inquinanti di origine agricola, altrimenti non soggetti a nessun trattamento di riduzione. MISURE DI COMPENSAZIONE N. 4 e N. 5 Il PAT prevede la creazione di isole ad elevata naturalità per una superficie complessiva di 64,4 ha e di aree di connessione naturalistica per una superficie di 281 ha. L effetto in termini di riduzione degli inquinanti è sicuramente modesto, ma l effetto in termini paesaggistici e floro-faunistici è sicuramente positivo. MISURA DI COMPENSAZIONE N. 6 La misura di compensazione che ha il maggiore effetto è la realizzazione di impianti di energia da fonti rinnovabili. Si è previsto che nel territorio del PAT, entro i prossimi 10 anni, vengano realizzati impianti per un totale di Kwp. MISURE DI COMPENSAZIONE N. 7 e N. 8 Relativamente alle misure di compensazione qualitative si cita la riduzione dell utilizzo degli autoveicoli, ottenibile mediante politiche di sviluppo che prevedano la minore distanza possibile con i principali servizi, oltre che con la realizzazione di piste ciclabili che possano favorire una mobilità alternativa, (da applicare soprattutto all esistente) e si ribadisce l importanza della sostituzione delle vecchie fognature con un sistema di fognaria separata. La seguente tabella riporta i risultati del calcolo relativo alle sole misure di compensazione. Ciascuna riga è relativa ad un determinato indicatore, mentre le colonne sono relative agli interventi di compensazione previsti (siano essi quantificabili numericamente o solo qualitativi). Come per le misure di mitigazione i valori nelle caselle evidenziate in giallo rappresentano le quantità di progetto delle varie azioni previste, pertanto rappresentano i dati in ingresso alla procedura di calcolo. I numeri riportati invece indicano le quantità calcolate, relative all effetto delle sole misure di compensazione. Per i _RAPAMB_00

250 parametri qualitativi sono state evidenziate in colore verde le celle che indicano un interazione positiva tra azione di compensazione e l indicatore di un determinato effetto sull ambiente. 0019_RAPAMB_00 249

251 VALUTAZIONE E QUANTIFICAZIONE NUMERICA DEGLI EFFETTI PRODOTTI DALLE MISURE DI COMPENSAZIONE Risparmio energetico Creazione di corridoi ecologici secondari Fitodepurazion e (rete ecologica) Creazione di isole ad elevata naturalità Creazione di aree di Connessione Naturalistica _RAPAMB_00 Impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili (biogas,..) UNITA' DI MISURA MC Km % rendimento ha ha Kwp QUANTITA' DI PROGETTO , , RIDUZIONE TOTALE MACROSETTORE INCREMENTO U.M. Aria Emissioni di monossido di carbonio Kg/anno/Kmq 1,77 1,77 Emissioni di ossidi di azoto Kg/anno/Kmq 3,55 196,45 200,00 Emissioni di polveri PM10 Kg/anno/Kmq 0,10 9,82 9,92 Emissioni di ossidi di Zolfo Kg/anno/Kmq 0,00 315,00 315,00 Clima Emissioni di anidride carbonica Kg/anno/Kmq 7583,12 941,94 103,87 453, , ,15 Acqua/Suolo e sottosuolo Carico potenziale organico (civ+ind) A.E./Kmq 4,71 4,71 Flora e fauna Superficie urbanizzata / ESTENSIONE % Frammentazione del territorio - Popolazione e salute umana Rete stradale con emissioni acustiche elevate m/kmq Beni materiali e risorse Produzione di rifiuti urbani Kg/anno Consumi elettrici KWh/anno/Kmq , ,68 Consumi idrici l/giorno Consumi di Gas Metano mc/anno/kmq 1983, ,84 Paesaggio e territorio Impatto visivo - Riduzione utilizzo autoveicoli Rete fognaria separata

252 0019_RAPAMB_00 251

253 La successiva tabella riporta una sintesi dei risultati NUMERICI derivanti dalla procedura di calcolo. Si evidenzia la parola numerici in quanto si analizzano solamente i dati quantificabili numericamente. Nella tabella compaiono le produzioni di inquinanti allo stato attuale, l incremento delle emissioni, la riduzione prodotta dalle misure di mitigazione e dalle misure di compensazione; infine si riporta la variazione totale sia in termini assoluti, sia in termini percentuali _RAPAMB_00

254 TABELLA RIASSUNTIVA DEI DATI NUMERICI PARAMETRO VALUTATO U.M. STATO ATTUALE INCREMENTO INCREMENTO % RIDUZIONE PER EFFETTO DELLE MITIGAZIONI RIDUZIONE PER EFFETTO DELLE COMPENSAZIONI TOTALE VARIAZIONE VARIAZIONE % RISPETTO ALLO STATO ATTUALE Emissioni di monossido di carbonio Kg/anno/Kmq 8129,03 22,04 0,27 9,35 1,77 10,93 0,13 Emissioni di ossidi di azoto Kg/anno/Kmq 2677,42 226,75 8,47 45,96 200,00-19,21-0,72 Emissioni di polveri PM10 Kg/anno/Kmq 580,65 10,36 1,78 1,88 9,92-1,45-0,25 Emissioni di ossidi di Zolfo Kg/anno/Kmq 225,81 292,50 129,54 43,54 315,00-66,04-29,25 Emissioni di anidride carbonica Kg/anno/Kmq , ,33 34, , , ,98 1,42 Carico potenziale organico (civ+ind) A.E./Kmq 125,13 47,06 37,61 0,00 4,71 42,36 33,85 Superficie urbanizzata / ESTENSIONE % 4,31 2,04 47,25 0,00 0,00 2,04 47,25 Frammentazione del territorio - Rete stradale con emissioni acustiche elevate m/kmq 145, ,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 Produzione di rifiuti urbani Kg/anno ,91 44,01 0,00 0, ,91 44,01 Consumi elettrici KWh/anno/Kmq , ,36 75, , , ,45-17,04 Consumi idrici l/giorno , ,18 55, ,55 0, ,64 41,69 Consumi di Gas Metano mc/anno/kmq , ,80 14, , , ,99 7,36 Impatto visivo _RAPAMB_00 253

255 La colonna relativa alla variazione percentuale rispetto allo stato attuale evidenzia incrementi significativi relativamente alla produzione di rifiuti urbani, ai consumi idrici, all estensione della superficie urbanizzata e al carico potenziale organico. Soprattutto per quanto riguarda i R.U. si ricorda che la situazione in provincia di Rovigo è già estremamente positiva in termini di percentuale di raccolta differenziata, pertanto è difficile credere che in valore assoluto vi sia un ulteriore miglioramento con l attuazione del PAT. In altre parole, per la produzione di rifiuti urbani ed i consumi idrici, gli unici interventi possibili sono quelli di sensibilizzazione verso la cittadinanza al fine di ridurre la produzione di rifiuti e i consumi idrici agendo sui comportamenti che sono alla base dei consumi di risorse. L altro parametro che vede un significativo incremento è la percentuale della superficie urbanizzata e quindi del carico organico derivante dall aumento degli abitanti teiorici; essa non è direttamente mitigabile e pertanto non vede una riduzione con le misure di mitigazione e compensazione. Infatti, anche dando preferenza alle aree esistenti non ancora edificate, è legittimo pensare che il dimensionamento del PAT venga completato nei 10 anni di validità dello stesso e pertanto che l incremento di superficie urbanizzata sia comunque pari a quello previsto. In questo caso la compensazione avviene mediante gli interventi a verde e la rete ecologica che sono in grado di creare nuovi habitat in sostituzione delle aree agricole perse e di innescare processi di fitodepurazione. Per tutti gli altri parametri la situazione rimane invariata oppure presenta una sensibile riduzione, è il caso ad esempio della produzione di ossidi di Zolfo. Ciò è spiegabile dal fatto che si prevede la produzione dell energia da fonti rinnovabili che non contengono nè emettono Zolfo. La riduzione della produzione di CO 2 è stimabile in circa l 1%; il dato apparentemente sembra modesto, tuttavia, tenendo conto dell enorme sviluppo previsto, può essere considerato un buon risultato. Anche i consumi elettrici vedrebbero globalmente una riduzione dimostrando la sostenibilità del piano oggetto di valutazione. I consumi di gas metano infine sono previsti in lieve incremento. In definitiva si ritiene di aver adottato tutte le misure affinché, anche relativamente all aspetto ambientale, la proposta di piano risulti sostenibile. I parametri che prevedono un significativo incremento infatti sono gli unici non mitigabili o compensabili con azioni da parte dell amministrazione comunale, ma solo con un radicale cambiamento degli stili di vita della popolazione. Come precedentemente sottolineato, dall analisi emerge che gli aspetti che maggiormente influiscono ai fini della neutralizzazione degli impatti negativi sull ambiente generati dalle azioni di piano riguardano la riduzione dei consumi energetici e la produzione di energia da fonti rinnovabili. Tali azioni non sono cartografabili, pertanto sono state fornite delle quantità da raggiungere, la cui attuazione andrà normata in maniera specifica attraverso lo strumento del Piano degli Interventi, tenendo comunque presente che le quantità individuate possono essere ripartire in quote proporzionali alla superficie lottizzata. Per quanto riguarda la realizzazione temporale degli interventi di mitigazione e compensazione, valgono le stesse considerazioni riportate per la suddivisione spaziale; in altre parole essa è facilmente attuabile in funzione della percentuale di azioni strategiche completate in relazione al totale previsto dal dimensionamento del PAT _RAPAMB_00

256 In riferimento alla richiesta di integrazioni avanzata dalla Regione Veneto in data protocollo n E avente per oggetto il Rapporto Ambientale del PAT del comune di San Martino di Venezze (RO) si allega al presente capitolo specifica integrazione. Il procedimento utilizzato per la quantificazione delle misure di mitigazione e compensazione è a sé stante e a posteriori rispetto alla procedura dei punteggi pesati volta a definire un giudizio di sostenibilità del PAT. Nello specifico, considerando che al termine del metodo AHP si arriva ad un punteggio totale che, seppur positivo e maggiore rispetto allo stato attuale, somma in sé quantità in miglioramento, ma anche quantità in peggioramento (ad esempio il comparto Beni materiali e risorse), si è ritenuto necessario proporre una serie di misure di mitigazione e di compensazione mirate a mantenere e, se possibile migliorare, la qualità di tutti i comparti considerati, a seguito dell attuazione delle azioni maggiormente impattanti (aumento del carico). È da dirsi che la prima fase della procedura che ha portato al calcolo delle azioni di mitigazione e compensazione è stata utile per calcolare l aumento delle emissioni derivante dal carico aggiuntivo puro, senza aggiunta di rete ecologica o altre forme di neutralizzazione. Tali valori ottenuti sono stati inseriti all interno dei parametri utilizzati per il calcolo dei punteggi: ad esempio il calcolo dell incremento delle emissioni di anidride carbonica, ottenuto con la procedura sintetizzata nel paragrafo dell adottato Rapporto Ambientale, è stato inserito nelle tabelle della metodologia AHP in modo da avere una stima piuttosto precisa rispetto al carico previsto. Una volta osservato che alcuni parametri continuavano a rimanere in peggioramento (es. emissioni di CO 2 ) si è proceduto per tentativi ad inserire forme di mitigazione che neutralizzassero tale incremento fino ad ottenere le quantità indicate nel Rapporto Ambientale adottato che, si ricorda, andranno comunque verificate in sede di monitoraggio al fine di verificarne la veridicità sulla base degli effettivi interventi di attuazione delle scelte strategiche. In pratica è stata ipotizzata una relazione tra alcune delle principali azioni strategiche e le relative forme di mitigazione e compensazione da realizzare, sintetizzate nella seguente tabella, in cui: 01m= nuovi edifici rientranti almeno in classe energetica B 02m= installazione di almeno 25Kwp/ha lottizzato (2Kwp per ogni nuovo edificio realizzato) 03m= tutte le nuove utenze residenziali siano dotate di almeno 1 collettore solare termico 04m= utilizzo di dispositivi di riduzione del flusso sui rubinetti 05m= raccolta acque di prima pioggia 06m= fitodepurazione e ottimizzazione sistemi depurativi 07m= varchi infrastrutturali 08m= barriere arboree 09m= qualità architettonica 10m= barriere antirumore 01c= riqualificazione energetica di almeno m 3 di volumetria esistente nei 10 anni di validità 02c= creazione della rete ecologica (corridoi secondari, isole ad elevata naturalità, aree di connessione) 03c= realizzazione di impianti da fonti di energia rinnovabile per almeno Kwp nel territorio comunale in 10 anni 0019_RAPAMB_00 255

257 AZIONI MITIGAZIONI COMPENSAZIONI NORMA DI RIFERIMENTO Linee preferenziali 01m; 02m; 03m; 02c;03c. residenziali 04m; 05m;06m;08m; 09m. Linee produttive preferenziali Trasformazione urbanistica dell esistente interventi nell urbanizzazione consolidata Interventi in edificazione diffusa Infrastrutture di maggior rilevanza e di collegamento in programmazione Servizi ed attrezzature di interesse comune di maggior rilevanza 01m; 02m; 05m; 06m; 08m; 09m; 10m. 01m; 03m; 04m; 09m. 01m; 03m; 04m; 09m;. 02c; 03c. 01c 01c 07m; 08m; 10m. 02c; 03c. 01m; 04m;05m; 06m; 08m; 09m; 10m. 02c; 03c. Si propone di adeguare l art. 53 delle norme tecniche adottate con il recepimento di tutte le misure di mitigazione/compensazione individuate nel Rapporto Ambientale. Si sottolinea che si è considerato che tali mitigazioni e compensazioni vengano attuate contestualmente e proporzionalmente all attuazione delle azioni strategiche di piano nell arco degli anni di validità, parallelamente alla verifica dello stato dell ambiente attraverso il piano di monitoraggio ANALISI QUALITATIVA DEGLI EFFETTI PRODOTTI DALLE AZIONI DEL PIANO E DALLE MISURE DI MITIGAZIONE E COMPENSAZIONE In questo paragrafo si riporta una ulteriore sintesi delle azioni proposte dal piano in oggetto, con l indicazione degli effetti prodotti sui vari comparti ambientali. Per la valutazione degli effetti, a titolo semplificativo, si considerano solo quelli direttamente prodotti sulle varie componenti trascurando quelli secondari, cioè ottenuti indirettamente. La seguente tabella mette in evidenza come la creazione di nuove aree residenziali e produttive, la creazione di nuova viabilità, il potenziamento delle strutture turistico-ricettive comporti un effetto negativo per la maggior parte delle componenti ambientali. L unico effetto positivo viene prodotto sul comparto popolazione e salute umana per via degli aspetti economici. La creazione della rete ecologica, la tutela del patrimonio culturale e del paesaggio agrario, l utilizzo delle tecniche della bioedilizia e la promozione delle fonti di energia rinnovabile invece producono effetti positivi o in alcuni settori nulli, ma mai negativi, se non per i costi che comporta la loro realizzazione. Gli interventi di compensazione e mitigazione rappresentano infatti un costo che l intera società dovrà sostenere per garantire uno sviluppo sostenibile e per tutelare il territorio e l ambiente in cui si vive _RAPAMB_00

258 POSITIVO POSITIVO NESSUNO NESSUNO NESSUNO NESSUNO NESSUNO NESSUNO POSITIVO POSITIVO NESSUNO NESSUNO NESSUNO NESSUNO POSITIVO POSITIVO POSITIVO NESSUNO NESSUNO NESSUNO NESSUNO NESSUNO NESSUNO NESSUNO NESSUNO NESSUNO POSITIVO POSITIVO NESSUNO NESSUNO POSITIVO POSITIVO POSITIVO POSITIVO POSITIVO POSITIVO POSITIVO NESSUNO POSITIVO NESSUNO NESSUNO NESSUNO NESSUNO NESSUNO NESSUNO NESSUNO NESSUNO NESSUNO POSITIVO NEGATIVO NEGATIVO NEGATIVO NEGATIVO NEGATIVO NEGATIVO NESSUNO NEGATIVO NESSUNO POSITIVO NEGATIVO NEGATIVO NEGATIVO NEGATIVO NEGATIVO NEGATIVO NESSUNO NEGATIVO NESSUNO POSITIVO NEGATIVO NEGATIVO NEGATIVO NEGATIVO NEGATIVO NEGATIVO NESSUNO NEGATIVO NESSUNO POSITIVO NEGATIVO ARIA CLIMA ACQUA SUOLO E SOTTOSUOLO FLORA E FAUNA BIODIVERSITA E ZONE PROTETTE PAESAGGIO E TERRITORIO PATRIMONIO CULTURALE POPOLAZINE E SALUTE UMANA BENI MATERIALI E RISORSE PAT del comune di SAN MARTINO DI VENEZZE (RO) Nel complesso il presente rapporto ambientale ha messo in evidenza come l ipotesi di progetto del piano, pur prevedendo aree di espansione, cerchi di tutelare il resto del territorio rurale con l imposizione di vincoli che ne impediscano la distruzione o il degrado. Il calcolo del consumo di territorio, riportato nei successivi capitoli, metterà in evidenza come la tutela di tali superfici consenta una incremento delle risorse a disposizione di ciascun abitante, ma soprattutto come questo avvenga in modo evidente nell ATO a prevalenza agricola, dove infatti si concentrano le misure di compensazione ambientale e di tutela del territorio. COMPARTI AMBIENTALI AZIONI DI PIANO POTENZIAMENTO DELLE ZONE RESIDENZIALI E CRESCITA FISIOLOGICA DELLE FRAZIONI POTENZIAMENTO DELLE ZONE PRODUTTIVE COMMERCIALI - DIREZIONALI RECEPIMENTO DELLE INFRASTRUTTURE DI TRASPORTO PIANIFICATE A LIVELLO SOVRACOMUNALE POTENZIAMENTO DELLE STRUTTURE TURISTICO RICETTIVE CREAZIONE DI UNA RETE ECOLOGICA IN GRADO DI AUMENTARE IL GRADO DI CONNESSIONE DEL MOSAICO AMBIENTALE TUTELA DEL PATRIMONIO CULTURALE E VALORIZZAZIONE DEL PARTIMONIO EDILIZIO RURALE VALORIZZAZIONE E TUTELA DEL PAESAGGIO AGRARIO E DEL RELATIVO PATRIMONIO DI BIODIVERSITA INCENTIVAZIONE DELLE TECNICHE DI BIOEDILIZIA 0019_RAPAMB_00 257

259 POSITIVO POSITIVO POSITIVO POSITIVO POSITIVO POSITIVO POSITIVO NESSUNO POSITIVO POSITIVO NESSUNO NESSUNO NESSUNO NESSUNO NESSUNO NESSUNO NESSUNO NESSUNO POSITIVO NESSUNO NESSUNO NESSUNO POSITIVO POSITIVO POSITIVO POSITIVO POSITIVO NESSUNO NESSUNO NESSUNO POSITIVO POSITIVO POSITIVO POSITIVO NESSUNO NESSUNO NESSUNO NESSUNO POSITIVO NESSUNO POSITIVO POSITIVO POSITIVO POSITIVO POSITIVO NESSUNO NESSUNO NESSUNO NESSUNO NESSUNO NESSUNO NESSUNO NESSUNO NESSUNO POSITIVO POSITIVO POSITIVO NESSUNO POSITIVO NESSUNO POSITIVO POSITIVO NESSUNO NESSUNO NESSUNO NESSUNO NESSUNO NESSUNO POSITIVO POSITIVO ARIA CLIMA ACQUA SUOLO E SOTTOSUOLO FLORA E FAUNA BIODIVERSITA E ZONE PROTETTE PAESAGGIO E TERRITORIO PATRIMONIO CULTURALE POPOLAZINE E SALUTE UMANA BENI MATERIALI E RISORSE PAT del comune di SAN MARTINO DI VENEZZE (RO) COMPARTI AMBIENTALI AZIONI DI PIANO PROMOZIONE DELLE FONTI DI ENERGIA RINNOVABILE SVILUPPO DEI PARCHI FLUVIALI INCENTIVAZIONE DELLE TECNICHE AGRICOLE E DELLE CULTURE A BASSO IMPATTO, CONTROLLO SMALTIMENTO DEIEZIONI ZOOTECNICHE CONTROLLO FONTI INQUINANTI E ADEGUAMENTO SISTEMI DI DEPURAZIONE SALVAGUARDARE O RICOSTITUIRE I PROCESSI NATURALI, GLI EQUILIBRI IDRAULICI E IDROGEOLOGICI E GLI EQULIBRI ECOLOGICI DEFINIRE GLI INTERVENTI VOLTI A MITIGARE I FENOMENI DI RISCHIO ED ESONDATIVI RIQUALIFICAZIONE AMBIENTALE DELL AREA DELLA DISCARICA 13.5 CALCOLO DEI PUNTEGGI DELLO STATO DI PROGETTO Per la valutazione dell ipotesi di progetto sono stati quindi riassegnati i nuovi punteggi agli indicatori di ciascun ATO sulla base dei nuovi valori assunti a seguito dell attuazione del PAT. In Tabella 21 Punteggi pesati relativi allo stato di progetto per il comune di San Martino di Venezze si riportano i punteggi pesati ottenuti per ciascun tematismo e per ciascun ATO relativamente al calcolo dello stato di progetto. Dalla tabella si osserva immediatamente che il punteggio complessivo ottenuto dall intero territorio del PAT subisce un incremento rispetto alla situazione attuale _RAPAMB_00

260 ATO 01 Mista-SAN MARTINO/CA' DONA' ATO 02 Residenziale- BEVERARE/CONTEA/P.ZZO CORNI ATO 03 Agricola-CASE SPARSE TOTALE PAT del comune di SAN MARTINO DI VENEZZE (RO) Analizzando i singoli comparti ambientali si osserva che con l attuazione dell ipotesi di progetto continua a mantenere un punteggio lievemente negativo solo il comparto relativo al patrimonio culturale. Il PAT infatti agisce sul patrimonio culturale unicamente con azioni di tutela, tra l altro già presenti nel PRG vigente al momento dell inizio del processo di formazione del nuovo piano, pertanto senza incremento del regime vincolistico e di tutela. Tutti gli altri macrosettori, su scala comunale, presentano punteggi positivi evidenziando una situazione ambientale che si manterrà buona anche con l attuazione del PAT. Analizzando invece i singoli ambiti, che presentano comunque tutti valori positivi, ad indicare una situazione ambientale sostenibile, emerge come l ATO a destinazione mista residenziale-produttiva presenti un punteggio inferiore rispetto agli altri ATO. Questo accadeva anche nello stato attuale dove il valore era pari a 10,56, quindi addirittura inferiore a quello ottenuto con l ipotesi di progetto del PAT. Il valore inferiore è da ricercare nella ridotta estensione dell ambito, per buona parte già occupato dall area produttiva esistente, che comporta una concentrazione delle emissioni e quindi della produzione di inquinanti. La modesta estensione dell ambito inoltre non ha consentito l inserimento delle misure di compensazione che si collocano nell ambito a prevalenza agricola. Gli altri due ambiti invece presentano un punteggio complessivo più che positivo. Globalmente, considerata l estensione dell ambito a prevalenza agricola, lo stato ambientale generale è da considerare buono anche dopo l attuazione del PAT. Tema Aria -1,37 0,27 2,49 1,39 Clima 3,96 4,46 2,97 3,33 Acqua 3,04 4,60 3,29 3,34 Suolo e sottosuolo 2,39 2,78 1,01 1,49 Flora e fauna -2,98-1,70 2,35 0,75 Biodiversità e zone protette 0,55 0,55 0,55 0,55 Paesaggio e territorio -0,53-0,36 0,47 0,16 Patrimonio culturale 0,77 1,07-1,63-0,84 Popolazione e salute umana 3,45 6,55 1,62 2,47 Beni materiali e risorse -0,82-0,32 1,31 0,67 TOTALE 8,45 17,91 14,43 13,31 Tabella 21 Punteggi pesati relativi allo stato di progetto per il comune di San Martino di Venezze 0019_RAPAMB_00 259

261 13.6 ANALISI DEI RISULTATI Nella seguente Tabella 22 si riportano i punteggi complessivi ottenuti dall intero territorio del PAT per ciascuno dei tematismi analizzati, si riporta anche il punteggio finale ottenuto. TEMA PUNTEGGIO Aria 1,39 Clima 3,33 Acqua 3,34 Suolo e sottosuolo 1,49 Flora e fauna 0,75 Biodiversità e zone protette 0,55 Paesaggio e territorio 0,16 Patrimonio culturale -0,84 Popolazione e salute umana 2,47 Beni materiali e risorse 0,67 TOTALE 13,31 Tabella 22 Riepilogo dei punteggi ottenuti relativamente all ipotesi di Progetto Dal confronto con i risultati ottenuti relativamente alla situazione attuale emerge come il punteggio complessivo si sia incrementato, tale valore è ovviamente superiore a quello ottenuto con l ipotesi del Non Piano (Ipotesi Zero). Nelle seguenti figure si riporta una sintesi grafica delle differenze ottenute tra lo stato attuale e l ipotesi di progetto per ognuno dei macrosettori analizzati. Ogni ambito del PAT è infatti raffigurato con diversi colori a seconda che il comparto ambientale che si sta rappresentando abbia subito un miglioramento o un peggioramento rispetto alla situazione attuale. Le diverse tonalità di verde indicano che l ipotesi di progetto ha prodotto un miglioramento rispetto alla situazione attuale, mentre i colori giallo, arancione e rosso indicano un peggioramento. Per quanto riguarda il comparto ambientale relativo all Aria si osserva un miglioramento negli ambiti a prevalenza residenziale e produttiva, mentre vi è un lieve peggioramento nell ATO a prevalenza agricola. A tal proposito occorre precisare che nella presente VAS non è stata valutata la concentrazione degli inquinanti, che risulta molto difficile da prevedere, ma la loro produzione. La concentrazione di inquinanti nell aria infatti, dipende sicuramente dalla produzione, ma anche dalla loro diffusione attraverso il vento. Il miglioramento negli ambiti urbanizzati è legato agli interventi di mitigazione che prevedono anche l incentivazione della riqualificazione energetica degli edifici esistenti con la conseguente riduzione dei consumi energetici e delle emissioni inquinanti. Il lieve peggioramento dell ATO a prevalenza agricola è legato alla presenza delle infrastrutture di trasporto in progetto (nuova strada provinciale). Il piano, per quanto riguarda il macrosettore relativo all aria, nel suo complesso è stato comunque giudicato sostenibile in quanto su scala comunale si osserva un miglioramento _RAPAMB_00

262 Per quanto riguarda il comparto relativo al clima si osserva un lieve peggioramento per l ATO maggiormente urbanizzato. Le misure di mitigazione infatti permettono una riduzione che è stata stimata in modo cautelativo, mentre le nuove aree residenziali e produttive comportano un incremento delle emissioni. Nel complesso comunque, si ottiene un miglioramento e si fa notare che i punteggi rimangono positivi indicando quindi una situazione ancora migliore della media provinciale assunta come riferimento. Infine si precisa che nell analisi effettuata si è tenuto conto della riduzione delle emissioni derivanti dalle nuove tecnologie di risparmio energetico, mantenendo comunque una previsione di riduzione cautelativa. Per tali motivi il piano è giudicato sostenibile per quanto riguarda il macrosettore relativo al Clima. 0019_RAPAMB_00 261

263 Per il comparto relativo all acqua la situazione risulterebbe leggermente peggiorata nel suo complesso, in particolare per gli ambiti di minor estensione e maggiormente urbanizzati. Anche in questo caso, come per l aria, non viene valutata la qualità delle acque, chesicuramente dipende anche da quello che accade al di fuori del territorio del PAT, ma la produzione di un potenziale carico organico inquinante. In tal senso occorre pertanto che il PAT provveda, contestualmente alle nuove espansioni urbanistiche, alla realizzazione di interventi di adeguamento degli impianti di depurazione esistenti, in modo che l incremento del carico organico potenziale non corrisponda ad un incremento dell inquinamento dei corpi idrici superficiali e sotterranei. Per quanto riguarda la nuova viabilità in progetto sarebbe utile pensare a sistemi di raccolta e trattamento delle acque di prima pioggia. Tutto ciò garantirà la sostenibilità delle scelte di piano _RAPAMB_00

264 Per quanto riguarda il comparto relativo al suolo e sottosuolo valgono le stesse considerazioni riportate per il comparto relativo all acqua. La previsione riportata nella seguente figura indica un lieve peggioramento che, tuttavia, essendo riferito al carico potenziale, potrà essere scongiurato mediante l adeguamento degli impianti di depurazione esistenti e la raccolta delle acque di prima pioggia, nonché mediante il controllo delle deiezioni zootecniche. 0019_RAPAMB_00 263

265 Il macrosettore relativo alla flora e alla fauna vede un miglioramento nell ambito a prevalenza agricola per la creazione di una estesa ed articolata rete ecologica, comprendente corridoi principali e secondari, Buffer zones e isole ad elevata naturalità. Si osserva una situazione lievemente peggiorata negli ambiti maggiormente edificati a seguito della modesta estensione degli stessi che non ha consentito l inserimento di ampie misure di compensazione. Complessivamente tuttavia la situazione è sicuramente molto positiva. Il comparto relativo alla Biodiversità e zone protette vede una situazione invariata. Come si è detto questo comparto ambientale dipende fondamentalmente da tre indicatori: Estensione delle aree a parco Estensione delle zone natura 2000 Area nucleo. Non sono presenti aree nucleo, nè aree Natura 2000, ma la presenza del parco del fiume Adige contribuisce già di per sé a fornire un punteggio elevato sulla situazione comunale attuale, pertanto l aggiunta della nuova area a parco di interesse comunale da identificarsi con l area della discarica contribuisce a migliorare il comparto, ma la variazione non risulta sensibilmente apprezzabile nel contesto dei calcoli effettuati visto il giudizio già molto positivo _RAPAMB_00

266 Il comparto relativo al paesaggio e territorio vede un generale miglioramento a seguito dell attuazione del PAT. Anche in questo caso valgono le stesse considerazioni relative alla flora e alla fauna. La presenza della vegetazione può infatti mitigare l impatto visivo creato dalle nuove infrastrutture e, allo stesso tempo, contribuire a migliorare in modo significativo l aspetto del paesaggio agricolo. 0019_RAPAMB_00 265

267 Il macrosettore relativo al patrimonio culturale non presenta variazioni con l attuazione del PAT, il quale non aggiunge nuovi vincoli, ma riprende solamente quelli attualmente presenti nel PRG vigente e nella pianificazione urbanistica sovracomunale. Si ricorda che nel comune di San Martino di Venezze sono presenti alcune aree identificate come zone archeologiche (centuriazione romana), nonché il complesso di villa Cà Venezze. Il macrosettore relativo alla popolazione e salute umana prevede un lieve miglioramento negli ambiti a prevalenza residenziale e produttiva. L ATO a prevalenza agricola vede invece una situazione leggermente peggiorata. La spiegazione è da ricercare nel miglioramento delle condizioni economiche e sociali che non si rileva nell ambito a prevalenza agricola. L aspetto economico tuttavia non è l unico fattore considerato, con l attuazione del PAT è prevista inoltre una riduzione della produzione di alcuni inquinanti che ha contribuito anch essa al miglioramento riscontrato nei due ambiti a prevalenza residenziale e produttiva. Nel complesso, per quanto riguarda l aspetto inerente Popolazione e salute umana il piano è stato giudicato sostenibile _RAPAMB_00

268 L ultimo macrosettore analizzato riguarda i beni materiali e risorse. In questo caso si osserva un peggioramento negli ambiti maggiormente edificati, per l incremento complessivo dei consumi energetici. In tali ambiti infatti, concentrandosi la maggior parte delle azioni strategiche, le misure di mitigazione possibili non risultano sufficienti a compensare i maggiori consumi. Anche la realizzazione di edifici a risparmio energetico prevede infatti un consumo (anche se ridotto); nel caso, poi, che l incremento dei nuovi edifici sia superiore alla riduzione prevista per quelli esistenti è evidente che si assista ad un peggioramento. Un miglioramento invece si riscontra nell ambito a prevalenza agricola dove si è stimata una riduzione dei consumi superiore all incremento previsto. L attuale previsione pertanto ha ipotizzato una sorta di concentrazione dei consumi energetici e di risorse negli ATO di dimensione inferiore, anche se complessivamente è prevista una riduzione su scala comunale. 0019_RAPAMB_00 267

269 La seguente figura riporta il risultato complessivo ottenuto dalla combinazione dei risultati dei singoli macrosettori sopra riportati, effettuata tenendo conto dei relativi pesi. Dalla figura si osserva che gli ambiti residenziale e agricolo presentano una situazione decisamente migliorata e che il solo ATO maggiormente edificato e nel quale sono previste le maggiori azioni strategiche risulta leggermente peggiorato. Anche se per alcuni macrosettori e in alcuni ambiti sono stati previsti dei peggioramenti, questi sono compensati da altri fattori che invece vedono un miglioramento. È da evidenziare inoltre che i peggioramenti sono generalmente di lieve entità e che comunque le condizioni generali rimarranno positive e migliori della media provinciale. Ciò ha fatto si che il piano sia considerato nel suo complesso sostenibile _RAPAMB_00

270 Figura 5 Analisi delle variazioni indotte dall attuazione del PAT 14 LE IPOTESI ALTERNATIVE Le ipotesi alternative hanno lo scopo di valutare soluzioni diverse da quella di progetto, in modo da verificare che le scelte previste nella soluzione progettuale proposta siano le più adatte. Nel caso in esame, durante la fase di concertazione e partecipazione, non sono emerse osservazioni tali da suggerire una o più ipotesi alternative a quella progettuale proposta, ma solo delle precisazioni ulteriori. Le scelte effettuate infatti sono state considerate quasi ovvie in quanto la conformazione del territorio comunale non consente differenti soluzioni. Si è deciso pertanto di non procedere con la valutazione di ipotesi alternative, che sarebbero puramente inventate e di conseguenza inutili alla valutazione del piano in oggetto. In riferimento alla richiesta di integrazioni avanzata dalla Regione Veneto in data protocollo n E avente per oggetto il Rapporto Ambientale del PAT del comune di San Martino di Venezze (RO) si allega al presente capitolo specifica integrazione. Punto g: Per quanto riguarda la valutazione delle ragionevoli alternative, si fa presente che la costruzione di scenari alternativi per un piano è esito di un lavoro multidisciplinare e interdisciplinare che dovrebbe "calare" gli scenari strategici esistenti (di diverso livello Europeo, nazionale, regionale) sulle tematiche del piano e nello specifico contesto territoriale dello stesso. Gli scenari di piano dovrebbero essere coerenti con gli scenari degli strumenti sovraordinati, evidenziando le sinergie possibili e le possibili incoerenze o feed-back negativi. Dovrebbero inoltre rappresentare alternative ragionevoli costruite sulla base degli obiettivi strategici assunti dall'amministrazione Comunale, ovvero dei 0019_RAPAMB_00 269

271 contributi emersi dal processo di concertazione/partecipazione (richieste, pareri, osservazioni, ecc.) svolto nella fase di redazione del Piano. Si chiedono, pertanto, pertinenti chiarimenti in merito all'individuazione di scenari alternativi (vedi prescrizione n. 7. del parere sul Rapporto Ambientale Preliminare). e Punto h: La valutazione di scenari alternativi e dell'opzione zero dovrà essere effettuata con la stessa metodologia utilizzata per la valutazione dello scenario di Piano, al fine di consentirne il confronto. In relazione alla valutazione dell'opzione zero, si precisa che dovrà emergere la valutazione della quota residua del vigente PRG ancora da attuare e l'individuazione delle eventuali relative misure di mitigazione individuate. Il delineamento di scenari che si pongano quale alternativa plausibile alla proposta di PAT potrebbe derivare dalla analisi degli apporti emersi in sede di concertazione. Nell adottato Rapporto Ambientale si è ritenuto di non procedere con la valutazione di ipotesi alternative in quanto, durante la fase di concertazione e partecipazione, non sono emerse osservazioni tali da suggerire scenari differenti rispetto a quello progettuale proposto, ma solo delle precisazioni ulteriori, in particolare in merito alle possibilità edificatorie in ambiti di edificazione diffusa, aspetto che sarà affrontato operativamente con il futuro Piano degli Interventi. Tuttavia l analisi della pianificazione sovra comunale, provinciale in particolare, ha suggerito uno scenario alternativo calato sul territorio in esame, in quanto alcune scelte, di direttiva e non di prescrizione, risultano alternative nel PAT rispetto al PTCP, in particolare in merito alle zone produttive e alla rete ecologica. Le tematiche principali affrontate e programmate dal PTCP di Rovigo, infatti, riguardano in primis il sistema infrastrutturale (nuova viabilità strategica), quello ambientale (rete ecologica) e, per il sistema insediativo, quello produttivo in particolare. A tal proposito l intento del PTCP è quello di puntare su alcune macroaree strategiche collocate perlopiù nelle zone centrali della provincia, in quanto collocate lungo gli assi infrastrutturali principali, in posizione tale da poter assumere un ruolo determinante anche nello scenario futuro del sistema produttivo complessivo. La maggioranza delle restanti aree produttive esistenti nelle altre realtà locali, non identificabili con i principali ambiti di sviluppo, sono individuate quali Aree ad incremento controllato. Le direttive delle norme dell adottato PTCP indicano che possono essere ammessi modesti e giustificati ampliamenti, anche funzionali alle espansioni delle attività esistenti [ ], purché in area contigua a quella occupata dall impresa interessata e purché non sia possibile effettuare l intervento mediante contenuti incrementi, comunque non superiori al 20%, dei limiti massimi di superficie coperta, in deroga a quelli previsti dalla strumentazione urbanistica vigente. Lo scenario alternativo proposto, pertanto, prevede l aumento di un 20% delle superfici produttive esistenti e contestualmente lo sviluppo della rete ecologica prevista dal PTCP. L ambito residenziale viene sviluppato in percentuale inferiore rispetto a quanto previsto dal PAT, considerando che l offerta residenziale è comunque in parte legata alla crescita economica/produttiva del territorio comunale _RAPAMB_00

272 Si deve tenere presente, comunque, che il comune di San Martino di Venezze, essendo limitrofo al comune di Rovigo, continua a costituire una valida alternativa abitativa vista la sua vicinanza rispetto ai servizi offerti dal centro capoluogo. In sintesi l alternativa consiste: - nell aumento di una percentuale del 20% delle aree produttive esistenti - nella diminuzione del carico aggiuntivo residenziale da PAT di circa il 20% - nell inserimento della rete ecologica del PTCP. Le variabili proxy diventano pertanto: VARIABILE PROXY ALTERNATIVA NOTE Superficie [mq] ,52 Superficie comunale ABITANTI (2007) LUNG. RETE STRADALE (KM) 44,20 Aumentano in base al dimensionamento dell alternativa Aumenta a seguito della programmazione della strada sovra comunale di collegamento con la provincia di Padova N. ALLEVAMENTI 1 Dato comunale N. CAPI ALLEVATI 30 Dato comunale LUNGHEZZA ELETTRODOTTI M 8.420,00 Dato comunale Cave Attive [N] 0 Dato comunale Discariche attive [N] 0 Si considerano pari a 0 le discariche attive in quanto la discarica esistente è ormai in fase post-mortem. aree produttive attuali [mq] ,00 Da PRG vigente + 20% SUPERFICIE URBANIZZATA (produttivo+residenziale) [mq] ,00 Dimensionamento aggiuntivo del PAT 20% superficie boscata [mq] 0 Dato comunale N edifici storici o vincolati 5 Dato comunale Aree urbanizzazione diffusa [mq] ,00 Dato comunale Ripetitori per comunicazioni 0 Dato comunale SUP ZONE ARCHEOLOGICHE [mq] 0 Dato comunale Aree rischio incidente rilevante [mq] 0 Dato comunale NUCLEI STORICI (N) 2 Dato comunale Superficie centro storico [mq] ,00 Dato comunale AREA 0.2 MICROTESLA [mq] ,00 Dato comunale POPOLAZIONE ESPOSTA 225,42 SAU [mq] ,00 varia sul numero di abitanti Dato stimato da dimensionamento alternativo 0019_RAPAMB_00 271

273 occupati nell agricoltura 212,95 occupati nell'industria 700,00 occupati nel terziario 468,00 dato stimato sulla base della diminuzione della superficie agricola e dell aumento di produttivo e terziario dato stimato sulla base dell aumento di produttivo previsto dal PAT dato stimato sulla base dell aumento del carico aggiuntivo previsto dal PAT reddito produzione agricola ,26 dato stimato sulla base della diminuzione della superficie agricola e dell aumento di produttivo e terziario reddito produzione industriale ,20 dato stimato sulla base dell aumento del carico aggiuntivo reddito terziario ,59 dato stimato sulla base dell aumento del carico aggiuntivo rete stradale oltre 67 dba diurni (m) 4.500,00 Dato comunale Rete ferroviaria oltre 67 Db(A) diurni (m) 0 Dato comunale aree rischio esondazione [mq] ,00 consumi elettrici nell'agricoltura kwh ,46 consumi elettrici industria ,19 Dato fornito da studio di compatibilità idraulica (tav. 3 PAT) dato stimato sulla base dell aumento del carico aggiuntivo dato stimato sulla base dell aumento del carico aggiuntivo consumi elettrici terziario ,73 consumi elettrici domestici ,20 Consumo idrico domestico mc/anno ,60 consumo idrico allevamento/rurale 5.727,00 consumo idrico industriale ,00 consumo idrico enti pubblici 9.943,00 consumo gas residenziale ,49 consumo gas industriale ,31 sviluppo corridoi ecologici [m] ,00 è stata inserita la rete ecologica provinciale; aree di connessione naturalistica [mq] 0 Isole ad elevata naturalità [mq] 0 aree a parco [mq] ,00 Dato comunale Zone Natura 2000 [mq] 0 Dato comunale _RAPAMB_00

274 Aree nucleo [mq] 0 Dato comunale Ambiti di importanza paesaggistica [mq] ,00 Dato comunale Lunghezza percorsi ciclabili [m] 1.150,00 Dato comunale Aree verdi urbane [mq] ,00 è stata eseguita una stima pari a 12mq/ab per il residenziale e 0,1mq/mq per produttivo Dopo aver assegnato, per ogni ATO e per ogni indicatore, il relativo valore numerico, si è proceduto con l assegnazione dei punteggi tramite le modalità descritte nel Rapporto Ambientale adottato. Successivamente è stato eseguito il calcolo dei punteggi pesati e quindi la determinazione del punteggio, sempre per ogni ATO, di ciascuna delle componenti ambientali. Tema PESO COMP Aria 10,55 Clima Acqua Suolo e sottosuolo Flora fauna e Biodiversità e zone protette 10,55 10,55 5,82 11,63 11,63 PESO PUNTEGGI PESATI INDICAT Indicatori di stato/impatto ATO 01 ATO 02 ATO 03 ORI 26,25 Emissioni di monossido di carbonio -0,53 0,03 0,72 22,93 Emissioni di ossidi di azoto -0,70-0,17 0,56 21,43 Emissioni di polveri PM10-0,02 0,23 0,88 9,36 Emissioni di ammoniaca -0,07-0,10-0,39 10,02 Emissioni di ossidi di Zolfo 0,11 0,30 0,52 10,02 Emissioni di Benzene -0,51-0,21 0,17-1,72 0,07 2,46 68,33 Emissioni di anidride carbonica 2,09 2,81 3,60 19,98 Emissioni di protossido di azoto 0,99 0,99-0,02 11,68 Emissioni di Metano 0,59 0,59-0,62 3,67 4,39 2,97 16,50 Carico trofico potenziale - Azoto 0,52 0,78 0,09 16,50 Carico trofico potenziale - Fosforo 0,78 0,84-0,33 27,75 Densità delle discariche attive 1,46 1,46 1,46 39,25 Carico potenziale organico (civ+ind) 0,79 1,57 2,07 3,55 4,65 3,29 28,57 Densità delle discariche attive 0,83 0,83 0,83 14,29 Densità delle cave attive 0,42 0,42 0,42 28,57 Carico trofico potenziale - azoto 0,50 0,75 0,08 28,57 Carico trofico potenziale - fosforo 0,75 0,80-0,32 2,49 2,79 1,01 24,39 Superficie urbanizzata / superficie ATO 0,77 0,91 1,42 24,39 Superficie agricola utilizzata /superficie ATO -0,65-0,43 1,02 25,41 Superficie boscata / Superficie ATO -1,48-1,48-1,48 8,28 Aree di connessione naturalistica/superficie ATO -0,48-0,48-0,48 8,28 Isole ad elevata naturalità/superficie ATO -0,48-0,48-0,48 3,76 Sviluppo corridoi ecologici/superficie ATO 0,22 0,22-0,12 5,48 Sviluppo della rete stradale/superficie ATO 0,01 0,10 0,21-2,10-1,64 0,09 54,72 Estensione delle aree a parco / superficie ATO 3,18 3,18 3,18 26,31 Estensione delle zone natura 2000/superficie ATO -1,53-1,53-1,53 18,97 Area nucleo/superficie ATO -1,10-1,10-1, _RAPAMB_00 273

275 Paesaggio e territorio Patrimonio culturale Popolazione e salute umana Beni materiali e risorse 3,26 3,26 27,51 5,25 0,55 0,55 0,55 9,09 Densità delle discariche attive 0,15 0,15 0,15 4,87 Densità delle cave attive 0,08 0,08 0,08 7,03 Sviluppo della rete di elettrodotti -0,08-0,11 0,00 20,15 Superficie boscata / Superficie ATO -0,33-0,33-0,33 8,25 Frammentazione del territorio -0,13 0,05 0,13 9,64 Aree di connessione naturalistica/superficie ATO -0,16-0,16-0,16 9,34 Ambiti di importanza paesaggistica/superficie ATO -0,15-0,15-0,02 9,34 Isole ad elevata naturalità/superficie ATO -0,15-0,15-0,15 2,54 Sviluppo corridoi ecologici/superficie ATO 0,04 0,04-0,02 7,58 Sviluppo della rete stradale/superficie ATO 0,00 0,04 0,08 5,39 Densità degli allevamenti 0,09 0,09 0,08 3,61 Sviluppo dei percorsi ciclabili -0,04-0,06-0,06 3,16 Superficie a verde pubblico per abitante 0,05 0,04-0,04-0,63-0,48-0,26 39,33 Superficie dei centri storici/superficie ATO 0,64 0,64-0,64 23,38 Nuclei storici 0,38 0,38-0,38 23,38 Numero edifici storici o vincolati -0,03 0,27-0,38 13,90 Zone di interesse archeologico/superficie ATO -0,23-0,23-0,23 0,77 1,07-1,63 7,84 Densità della popolazione -0,11 0,02 1,06 10,30 Occupati nell'agricoltura -0,23-0,14 0,34 10,30 Occupati nell'industria 1,42 1,30-1,33 10,30 Occupati nel terziario 0,74 0,23-1,36 5,41 Reddito derivante dalla produzione agricola -0,13-0,10 0,13 5,41 Reddito derivante dalla produzione industriale 0,74 0,30-0,71 5,41 Reddito derivante dall'attività terziaria 0,74 0,74-0,67 2,43 Elettrodotti. Popolazione esposta (soglia 0.2 microt) -0,33-0,33-0,31 2,35 Ripetitori per comunicazioni 0,32 0,32 0,32 3,19 Emissioni di monossido di carbonio -0,17 0,01 0,23 3,01 Emissioni di ossidi di azoto NOx -0,24-0,06 0,19 2,94 Emissioni di polveri PM10-0,01 0,08 0,32 2,28 Emissioni di ammoniaca -0,04-0,06-0,24 2,35 Emissioni di ossidi di Zolfo 0,06 0,18 0,32 2,35 Emissioni di Benzene -0,31-0,13 0,10 6,78 Rete stradale con emissioni oltre 67 db(a) diurni -0,93 0,93 0,93 6,78 Rete ferroviaria con emissioni oltre 67 db(a) diurni 0,93 0,93 0,93 6,99 Area a rischio incidente rilevante/superficie ATO 0,96 0,96 0,96 3,58 Aree a rischio di esondazione/superficie ATO -0,40 0,43 0,33 3,01 5,61 1,54 18,20 Produzione di rifiuti urbani 0,04 0,04 0,04 18,20 Percentuale Raccolta differenziata 0,11 0,11 0,11 7,27 Consumi elettrici in agricoltura 0,03 0,02-0,05 7,27 Consumi elettrici nell'industria -0,19-0,03 0,18 7,27 Consumi elettrici nel terziario -0,19-0,19 0,18 7,27 Consumi elettrici domestici -0,19-0,19 0,17 12,06 Consumi idrici per residente 0,15 0,15 0,10 22,44 Consumi di Gas Metano -0,59-0,08 0,56-0,83-0,17 1, _RAPAMB_00

276 ATO 01 Mista-SAN MARTINO/CA' DONA' ATO 02 Residenziale- BEVERARE/CONTEA/P.ZZO CORNI ATO 03 Agricola-CASE SPARSE TOTALE PAT del comune di SAN MARTINO DI VENEZZE (RO) I punteggi pesati ottenuti per le diverse componenti ambientali considerate, distinti per i vari ATO diventano: Tema Aria -1,72 0,07 2,46 1,27 Clima 3,67 4,39 2,97 3,25 Acqua 3,55 4,65 3,29 3,47 Suolo e sottosuolo 2,49 2,79 1,01 1,51 Flora e fauna -2,10-1,64 0,09-0,58 Biodiversità e zone protette 0,55 0,55 0,55 0,55 Paesaggio e territorio -0,63-0,48-0,26-0,36 Patrimonio culturale 0,77 1,07-1,63-0,84 Popolazione e salute umana 3,01 5,61 1,54 2,23 Beni materiali e risorse -0,83-0,17 1,30 0,67 TOTALE 8,77 16,86 11,32 11,18 Come è ovvio il punteggio finale non si discosta di tanto rispetto a quello ottenuto per l ipotesi zero, considerando che la rete ecologica inserita è la medesima e che si è provveduto ad aumentare di poco l ambito produttivo e quello residenziale. Rispetto all ipotesi PAT, l alternativa presenta una serie di svantaggi che fanno propendere per le scelte effettuate con il piano, ulteriori rispetto al mero risultato quantitativo, pur sempre esito di stime e approssimazioni, da verificare in sede di monitoraggio. Innanzitutto l aspetto ambientale viene impoverito visto il decremento della rete ecologica rispetto all ipotesi di progetto, che prevede la tutela di tutta una serie di scoli e scoline identificandoli come corridoi ecologici secondari, nonché di alcune aree di connessione naturalistica; è questo il motivo del decremento del punteggio finale, a fronte di un aumento delle superfici urbanizzate. In secondo luogo, l ipotesi alternativa potrebbe comportare un parziale congelamento dello sviluppo economico relativamente al comune, impossibilitato a valorizzare la sua posizione strategica rispetto alla vicina Rovigo e a concludere accordi con soggetti privati al fine incrementare la rete ecologica, ad esempio, o le infrastrutture pubbliche. Si ricorda che la discrepanza tra quanto scelto con il PAT e la programmazione del PTCP in merito al sistema produttivo non costituisce incoerenza in quanto, all interno del PTCP, risulta oggetto di direttiva e non di prescrizione o vincolo. 0019_RAPAMB_00 275

277 In merito all ipotesi zero, sviluppata con la stessa metodologia dello stato attuale e dell ipotesi di progetto e riportante un punteggio pari a 11.20, si specifica che le aree residue da PRG valutate sono relative a: 1. zona produttiva di progetto non ancora attuata con superficie pari a m 2 2. zona residenziale di espansione non ancora attuata con superficie pari a m 2 L area della discarica (zona D8 e D9 per impianti speciali RSU), con superficie pari a circa m 2 è stata azzerata nell ipotesi zero in quanto in dismissione. Area 1 produttiva residua (nel perimetro rosso) Area 2 residenziale residua (nel perimetro rosso) Pertanto nei tre scenari le aree urbanizzate sono pari a: STATO ATTUALE IPOTESI ZERO STATO DI PROGETTO residenziale m = m = m 2 produttivo m = m = m 2 carico aggiuntivo residenziale carico aggiuntivo produttivo. Si rimanda al punto d al fine di ripercorrere le quantità immesse come variabili proxy per l ipotesi zero. Tali quantità hanno condotto alla formulazione dei seguenti punteggi pesati per l ipotesi zero: _RAPAMB_00

278 Tema PESO COMP Aria 10,55 Clima Acqua Suolo e sottosuolo Flora fauna e Biodiversità e zone protette Paesaggio e territorio 10,55 10,55 5,82 11,63 11,63 3,26 PESO INDICAT ORI Indicatori di stato/impatto PUNTEGGI PESATI ATO 01 ATO 02 ATO 03 26,25 Emissioni di monossido di carbonio -0,53 0,03 0,72 22,93 Emissioni di ossidi di azoto -0,63-0,12 0,58 21,43 Emissioni di polveri PM10-0,02 0,23 0,88 9,36 Emissioni di ammoniaca -0,10-0,12-0,37 10,02 Emissioni di ossidi di Zolfo 0,12 0,30 0,52 10,02 Emissioni di Benzene -0,51-0,21 0,17-1,67 0,10 2,50 68,33 Emissioni di anidride carbonica 2,23 2,81 3,60 19,98 Emissioni di protossido di azoto 0,99 0,99-0,02 11,68 Emissioni di Metano 0,59 0,59-0,62 3,82 4,39 2,97 16,50 Carico trofico potenziale - Azoto 0,61 0,78 0,09 16,50 Carico trofico potenziale - Fosforo 0,78 0,84-0,33 27,75 Densità delle discariche attive 1,46 1,46 1,46 39,25 Carico potenziale organico (civ+ind) 0,95 1,66 2,07 3,81 4,74 3,29 28,57 Densità delle discariche attive 0,83 0,83 0,83 14,29 Densità delle cave attive 0,42 0,42 0,42 28,57 Carico trofico potenziale - azoto 0,58 0,75 0,08 28,57 Carico trofico potenziale - fosforo 0,75 0,80-0,32 2,58 2,79 1,01 24,39 Superficie urbanizzata / superficie ATO 0,60 1,02 1,42 24,39 Superficie agricola utilizzata /superficie ATO -0,40-0,28 1,02 25,41 Superficie boscata / Superficie ATO -1,48-1,48-1,48 8,28 Aree di connessione naturalistica/superficie ATO -0,48-0,48-0,48 8,28 Isole ad elevata naturalità/superficie ATO -0,48-0,48-0,48 3,76 Sviluppo corridoi ecologici/superficie ATO 0,22 0,22-0,12 5,48 Sviluppo della rete stradale/superficie ATO 0,01 0,10 0,21-2,01-1,38 0,09 54,72 Estensione delle aree a parco / superficie ATO 3,18 3,18 3,18 26,31 Estensione delle zone natura 2000/superficie ATO -1,53-1,53-1,53 18,97 Area nucleo/superficie ATO -1,10-1,10-1,10 0,55 0,55 0,55 9,09 Densità delle discariche attive 0,15 0,15 0,15 4,87 Densità delle cave attive 0,08 0,08 0,08 7,03 Sviluppo della rete di elettrodotti -0,08-0,11 0,00 20,15 Superficie boscata / Superficie ATO -0,33-0,33-0,33 8,25 Frammentazione del territorio -0,13 0,05 0,13 9,64 Aree di connessione naturalistica/superficie ATO -0,16-0,16-0,16 9,34 Ambiti di importanza paesaggistica/superficie ATO -0,15-0,15-0,02 9,34 Isole ad elevata naturalità/superficie ATO -0,15-0,15-0,15 2,54 Sviluppo corridoi ecologici/superficie ATO 0,04 0,04-0,02 7,58 Sviluppo della rete stradale/superficie ATO 0,00 0,04 0,08 5,39 Densità degli allevamenti 0,09 0,09 0,08 3,61 Sviluppo dei percorsi ciclabili -0,04-0,06-0,06 3,16 Superficie a verde pubblico per abitante 0,05 0,04-0,05-0,63-0,47-0, _RAPAMB_00 277

279 Patrimonio culturale Popolazione e salute umana Beni materiali e risorse 3,26 27,51 5,25 39,33 Superficie dei centri storici/superficie ATO 0,64 0,64-0,64 23,38 Nuclei storici 0,38 0,38-0,38 23,38 Numero edifici storici o vincolati -0,03 0,27-0,38 13,90 Zone di interesse archeologico/superficie ATO -0,23-0,23-0,23 0,77 1,07-1,63 7,84 Densità della popolazione 0,17 0,26 1,06 10,30 Occupati nell'agricoltura -0,17-0,11 0,28 10,30 Occupati nell'industria 1,42 0,57-1,36 10,30 Occupati nel terziario 0,03-0,28-1,39 5,41 Reddito derivante dalla produzione agricola -0,09-0,07 0,15 5,41 Reddito derivante dalla produzione industriale 0,34-0,24-0,73 5,41 Reddito derivante dall'attività terziaria 0,74 0,57-0,70 2,43 Elettrodotti. Popolazione esposta (soglia 0.2 microt) -0,33-0,33-0,31 2,35 Ripetitori per comunicazioni 0,32 0,32 0,32 3,19 Emissioni di monossido di carbonio -0,17 0,01 0,23 3,01 Emissioni di ossidi di azoto NOx -0,22-0,04 0,20 2,94 Emissioni di polveri PM10-0,01 0,08 0,32 2,28 Emissioni di ammoniaca -0,06-0,08-0,23 2,35 Emissioni di ossidi di Zolfo 0,07 0,18 0,32 2,35 Emissioni di Benzene -0,31-0,13 0,10 6,78 Rete stradale con emissioni oltre 67 db(a) diurni -0,93 0,93 0,93 6,78 Rete ferroviaria con emissioni oltre 67 db(a) diurni 0,93 0,93 0,93 6,99 Area a rischio incidente rilevante/superficie ATO 0,96 0,96 0,96 3,58 Aree a rischio di esondazione/superficie ATO -0,40 0,43 0,33 2,30 3,95 1,42 18,20 Produzione di rifiuti urbani 0,09 0,09 0,09 18,20 Percentuale Raccolta differenziata 0,11 0,11 0,11 7,27 Consumi elettrici in agricoltura 0,01 0,00-0,06 7,27 Consumi elettrici nell'industria -0,05 0,08 0,19 7,27 Consumi elettrici nel terziario -0,13-0,06 0,18 7,27 Consumi elettrici domestici -0,19-0,19 0,17 12,06 Consumi idrici per residente 0,15 0,16 0,10 22,44 Consumi di Gas Metano -0,27 0,09 0,58-0,28 0,29 1, _RAPAMB_00

280 ATO 01 Mista-SAN MARTINO/CA' DONA' ATO 02 Residenziale- BEVERARE/CONTEA/P.ZZO CORNI ATO 03 Agricola-CASE SPARSE TOTALE PAT del comune di SAN MARTINO DI VENEZZE (RO) Da qui deriva il seguente riepilogo: Tema Aria -1,67 0,10 2,50 1,31 Clima 3,82 4,39 2,97 3,29 Acqua 3,81 4,74 3,29 3,53 Suolo e sottosuolo 2,58 2,79 1,01 1,53 Flora e fauna -2,01-1,38 0,09-0,53 Biodiversità e zone protette 0,55 0,55 0,55 0,55 Paesaggio e territorio -0,63-0,47-0,27-0,37 Patrimonio culturale 0,77 1,07-1,63-0,84 Popolazione e salute umana 2,30 3,95 1,42 1,84 Beni materiali e risorse -0,28 0,29 1,36 0,88 TOTALE 9,23 16,03 11,29 11, _RAPAMB_00 279

281 15 SOSTENIBILITA DEL PROGETTO In questo paragrafo si riporta un analisi dei risultati ottenuti dalle le varie ipotesi, indicando, tramite tabelle, i punteggi ottenuti per lo stato attuale e per le diverse opzioni, e mettendo in evidenza quale sia l alternativa migliore. In Tabella 23 si riportano a confronto i punteggi ottenuti dalla situazione attuale, dall ipotesi zero, e dall ipotesi di progetto, per ciascuna delle componenti ambientali analizzate. SITUAZIONE ATTUALE IPOTESI ZERO IPOTESI DI PROGETTO variazione TEMA PUNTEGGI PUNTEGGI PUNTEGGI Aria 1,35 1,31 1,39 miglioramento Clima 3,28 3,29 3,33 miglioramento Acqua 3,54 3,53 3,34 lieve peggioramento Suolo e sottosuolo 1,54 1,53 1,49 lieve peggioramento Flora e fauna -0,56-0,53 0,75 miglioramento Biodiversità e zone protette 0,55 0,55 0,55 invarianza Paesaggio e territorio -0,36-0,37 0,16 miglioramento Patrimonio culturale -0,84-0,84-0,84 invarianza Popolazione e salute umana 2,21 1,84 2,47 miglioramento Beni materiali e risorse 0,82 0,88 0,67 peggioramento TOTALE 11,53 11,20 13,31 miglioramento Tabella 23 Confronto tra i punteggi ottenuti per le varie soluzioni Il macrosettore relativo a popolazione e salute umana riscontra un miglioramento, dovuto soprattutto all aspetto socio-economico. Lo sviluppo del territorio infatti permette un incremento dell occupazione e dei redditi, che sono aspetti molto importanti da valutare per la scelta di un piano e che sono in grado di compensare un live peggioramento di alcune delle componenti ambientali. È ovvio infatti che se si valutasse esclusivamente l aspetto ambientale la soluzione migliore sarebbe quella di non incrementare le aree urbanizzate, ma questo, se da un lato manterrebbe una migliore qualità ambientale, dall altro impedirebbe lo sviluppo economico del territorio, accentuando l attuale trend negativo e determinando un peggioramento della qualità della vita. È importante quindi garantire uno sviluppo economico, cercando il più possibile di salvaguardare l ambiente, in modo da garantire sotto tutti gli aspetti una buona qualità della vita. Tutti questi aspetti evidenziano l utilità e la convenienza ad attuare il piano piuttosto che mantenere e continuare con la situazione attuale _RAPAMB_00

282 I risultati della Valutazione Ambientale Strategica sono riassunti nella tavola allegata, che riporta graficamente, con una scala colorata, le variazioni al sistema ambiente prodotte dall attuazione del Piano. Nella tavola è possibile osservare inoltre quali sono le azioni strategiche del piano e quali sono e dove si collocano alcune delle misure di mitigazione e compensazione previste (rete ecologica). 0019_RAPAMB_00 281

283 16 IL CONSUMO DI TERRITORIO (IMPRONTA ECOLOGICA) L impronta ecologica è un metodo pratico, messo a punto negli anni 90 da Mathis Wackernagel e William Rees, che permette di visualizzare in termini di superficie il nostro impatto sull ecosistema terrestre. L impronta ecologica può essere definita come l area bio-produttiva complessivamente utilizzata da una determinata popolazione umana per produrre le risorse che essa consuma e per assimilare i rifiuti che essa produce (Chambers et al., 2002). Si tratta in pratica di calcolare l area di terra produttiva e di mare necessaria a sostenere i nostri consumi di materie prime e di energia e ad assorbire i nostri rifiuti. L impronta indica pertanto la domanda di risorse. La VAS deve contenere il calcolo dell impronta ecologica oppure una metodologia alternativa volta a verificare la sostenibilità del piano e i consumi di risorse naturalistiche che dallo stesso derivano, tale soluzione è quella adottata nel presente rapporto METODOLOGIA DI VALUTAZIONE Per valutare il consumo di suolo determinato dall applicazione del PAT, si è provveduto ad individuare l uso del suolo esistente e quello futuro che si conseguirà in seguito alla realizzazione del piano. Le classi di uso del suolo utilizzate sono riportate nella seguente tabella, e sono state ottenute dalla relativa tavola. CASSE DI USO DEL SUOLO Zona edificata a tessuto continuo Zona edificata a tessuto discontinuo Rete stradale e ferroviaria Aree Verdi Urbane Terreni agrari Boschi Corsi d'acqua Tare e incolti DESCRIZIONE Sono le zone edificate (residenziali o produttive) Sono aree edificate sparse, costituite per lo più dagli edifici rurali e dalle loro pertinenze In questa classe sono comprese le strade e le ferrovie In questa classe sono comprese le aree verdi destinate a parco o ad attività sportive In questa classe di uso del suolo sono comprese tutte le aree coltivate, inclusi frutteti, vigneti, Prati stabili ecc In questa classe sono comprese le aree boschive, tutelate o meno. In questa classe sono compresi tutti i corsi d acqua In questa classe sono comprese le aree non coltivate, quali ad esempio le strade di campagna, gli argini lato campagna dei fiumi, ecc Tabella 24 Classi di uso del suolo utilizzate per valutare il consumo di suolo Utilizzando una matrice dei confronti a coppie, secondo il metodo proposto e conosciuto come AHP, si è provveduto ad assegnare un punteggio ad ognuna delle classi di uso del suolo attribuendo un valore inversamente proporzionale al grado di naturalità, in altre parole si è assegnato un peso elevato agli usi del suolo che hanno meno naturalità. Con tale parametro si vuole infatti determinare il grado di antropizzazione del territorio. Di seguito si riporta la matrice dei confronti a coppie, dove si osserva che il peso maggiore è stato assegnato alle zone edificate a tessuto continuo, mentre il peso minore è stato assegnato ai boschi, cioè l uso del suolo che presenta la maggiore naturalità _RAPAMB_00

284 Zona edificata a tessuto continuo Zona edificata a tessuto discontinuo Rete stradale e ferroviaria Aree Verdi Urbane Terreni agrari Boschi Corsi d'acqua Tare e incolti MEDIA GEOMETRICA PESI PAT del comune di SAN MARTINO DI VENEZZE (RO) Uso del suolo Zona edificata a tessuto continuo Zona edificata a tessuto discontinuo Rete stradale e ferroviaria Aree Verdi Urbane Terreni agrari Boschi Corsi d'acqua Tare e incolti TOTALE Tabella 25 Matrice dei confronti a coppie per le classi di uso del suolo La definizione delle diverse utilizzazioni del suolo non è sufficiente a valutare il grado di antropizzazione del territorio. Occorre valutare anche la presenza di norme di tutela che vincolino la destinazione futura di una determinata area, oppure la presenza di previsioni urbanistiche che ne prevedano una trasformazione d uso. Anche in questo caso sono state identificate le diverse categorie di aree, in funzione della normativa ambientale operante sul territorio di indagine e della pianificazione urbanistica, sia vigente che in fase di definizione attraverso il progetto del PAT. Le categorie identificate sono proposte nell elenco che segue: Aree prive di interventi; Vincolo ambientale costituito dal Piano Territoriale Regionale di Coordinamento (PTRC); Aree inserite nella Rete Natura 2000 (SIC, ZPS); Aree a parco; Aree tutelate da PRG o PAT (aree di connessione naturalistica, isole ad elevata naturalità ecc ); Aree di urbanizzazione non ancora edificate; Anche in questo caso a ciascuna categoria di area è stato attribuito punteggio mediante l applicazione di una matrice dei confronti a coppie, assegnando un valore inversamente proporzionale al grado di protezione di tipo ambientale. 0019_RAPAMB_00 283

285 Aree prive di interventi Vincolo ambientale da PTRC Aree rete natura 2000 Aree a parco Aree tutelate da PRG o PAT Aree di Urbanizzazione non ancora edificate MEDIA GEOMETRICA PESI PAT del comune di SAN MARTINO DI VENEZZE (RO) Aree prive di interventi Vincolo ambientale da PTRC Aree rete natura Aree a parco Aree tutelate da PRG o PAT Aree di Urbanizzazione non ancora edificate TOTALE Tabella 26 Matrice dei confronti a coppie relativa al livello di protezione A ciascuna combinazione tra categoria di uso del suolo e livello di protezione, è stato attribuito un coefficiente di antropizzazione unitario, dato dal prodotto dei pesi elementari assegnati. In termini matematici: CA i, j PU i PP j Dove: CA, i j j = Coefficiente di antropizzazione unitario, calcolato per l i-ma categoria di uso del suolo e la j-ma categoria di protezione dell area; PU i = Punteggio (peso) attribuito all i-ma categoria di uso del suolo; PP j = Punteggio (peso) attribuito alla j-ma categoria di protezione dell area. I Coefficienti di antropizzazione calcolati sono stati trasformati in indici rapportando ciascun valore al più piccolo della serie. Nella seguente tabella si riportano gli indici di antropizzazione calcolati; le celle vuote indicano combinazioni non possibili _RAPAMB_00

286 Aree prive di interventi Vincolo ambientale da PTRC Aree rete natura 2000 Aree a parco Aree tutelate da PRG o PAT Aree di Urbanizzazione non ancora edificate PAT del comune di SAN MARTINO DI VENEZZE (RO) Zona edificata a tessuto continuo Zona edificata a tessuto discontinuo Rete stradale e ferroviaria Aree Verdi Urbane Terreni agrari Boschi Corsi d'acqua Tare e incolti Tabella 27 Indici di antropizzazione A questo punto è possibile calcolare, per ciascun ATO, la superficie virtuale del territorio, ottenuta moltiplicando la superficie relativa ad ogni combinazione tra uso del suolo e categoria di protezione dell area, per il corrispondente indice di antropizzazione precedentemente calcolato: SV K n i, j 1 ST i, j, K IA i, j SV K = Superficie virtuale del K-esimo ATO; ST i, j, K = Superficie territoriale relativa all i-esima categoria di uso del suolo e alla j-esima categoria di protezione dell area, nell ambito del K-esimo ATO IA, = Indice di antropizzazione, calcolato per l i-esima categoria di uso del suolo e alla j-esima i j categoria di protezione dell area Nei diversi ATO che compongono il territorio del PAT la superficie virtuale è stata calcolata sia con riferimento alla situazione attuale, sia con riferimento alla situazione di progetto. In tal modo si è reso possibile un successivo confronto tra le due situazioni. Oltre alla superficie virtuale è possibile calcolare alcuni indici che forniscono una valutazione del consumo di suolo. Gli indici calcolati sono i seguenti: 0019_RAPAMB_00 285

287 Coefficiente di antropizzazione dell ATO: Tale indice è ricavato dal rapporto tra superficie virtuale e superficie territoriale dell ambito considerato. Poiché alle diverse categorie di uso del suolo ed ai relativi gradi di protezione delle aree è stato attribuito un peso inversamente proporzionale al livello di naturalità, è evidente che, a parità di superficie territoriale, viene attribuita una superficie virtuale superiore nel caso di un ambiente maggiormente antropizzato. Ne deriva che un coefficiente di antropizzazione elevato indica un importante livello di trasformazione dell area e di pressione antropica; Superficie virtuale per residente: Tale indice deriva dal rapporto tra superficie virtuale e numero di residenti nell ambito considerato. Anche in questo caso, data la metodologia di calcolo adottata, una maggiore superficie virtuale per residente indica, a parità di livelli di naturalità, un maggiore consumo di territorio per residente. Per meglio comprendere le relazioni intercorrenti tra i parametri considerati si può considerare quanto segue. Nell ipotesi che il coefficiente di antropizzazione resti invariato nelle due situazioni dello stato attuale e dello stato di progetto, ad un incremento della popolazione residente corrisponderà una diminuzione della superficie virtuale per residente. In altre parole il progetto sarà riuscito a realizzare un risparmio della risorsa territoriale, in quanto la medesima quantità di risorsa sarà messa a disposizione di un utenza più ampia. Questo potrebbe essere definito come un migliore riempimento (una razionalizzazione) del contenitore urbanistico. In una seconda ipotesi si può considerare che si mantenga inalterato il numero dei residenti, ma che diminuisca la superficie virtuale del territorio considerato, in seguito ad un intervento di ricomposizione ambientale o di emanazione di una normativa di tutela nei confronti di una determinata area. Anche in questo caso si verrà a determinare una diminuzione della superficie virtuale per residente, in quanto risulterà migliorata la naturalità del contesto e quindi saranno maggiori le risorse ambientali a disposizione dell utenza. In altre parole l intervento di progetto avrà determinato una diminuzione della pressione antropica. È evidente, infine, che il medesimo effetto di mantenimento o riduzione della superficie virtuale per residente può essere ottenuto sia evitando nuovi insediamenti antropici e le relative opere di urbanizzazione, sia correggendo gli interventi previsti con opportune azioni di compensazione di carattere ambientale CALCOLO DELLA SUPERFICIE VIRTUALE Di seguito si riportano i valori calcolati relativi agli Ambiti del Comune di San Martino di Venezze: _RAPAMB_00

288 ATO 01 - SITUAZIONE ATTUALE SUPERFICIE REALE TIPO AREA Zona edificata a tessuto continuo Zona edificata a tessuto discontinuo Aree prive di interventi Vincolo ambientale da PTRC Aree rete natura 2000 Aree a parco Aree tutelate da PRG o PAT Aree di Urbanizzazione non ancora edificate TOTALE , , Rete stradale e ferroviaria Aree Verdi Urbane Terreni agrari , ,08 Boschi Corsi d'acqua Tare e incolti TOTALE , ,29 SUPERFICIE VIRTUALE TIPO AREA Zona edificata a tessuto continuo Zona edificata a tessuto discontinuo Aree prive di interventi Vincolo ambientale da PTRC Aree rete natura 2000 Aree a parco Aree tutelate da PRG o PAT Aree di Urbanizzazione non ancora edificate TOTALE , , , , ,52 Rete stradale e ferroviaria , ,522 Aree Verdi Urbane , ,789 Terreni agrari , ,16 Boschi Corsi d'acqua , ,016 Tare e incolti TOTALE , , ,9 0019_RAPAMB_00 287

289 ATO 01 - STATO DI PROGETTO SUPERFICIE REALE TIPO AREA Aree prive di interventi Vincolo ambientale da PTRC Aree rete natura 2000 Aree a parco Aree tutelate da PRG o PAT Aree di Urbanizzazione non ancora edificate TOTALE Zona edificata a tessuto continuo , ,2 Zona edificata a tessuto discontinuo Rete stradale e ferroviaria Aree Verdi Urbane Terreni agrari , ,09 Boschi Corsi d'acqua Tare e incolti TOTALE , ,29 SUPERFICIE VIRTUALE TIPO AREA Aree prive di interventi Vincolo ambientale da PTRC Aree rete natura 2000 Aree a parco Aree tutelate da PRG o PAT Aree di Urbanizzazione non ancora edificate TOTALE Zona edificata a tessuto continuo , ,77 Zona edificata a tessuto discontinuo , ,52 Rete stradale e ferroviaria , ,43 Aree Verdi Urbane , ,017 Terreni agrari , , ,31 Boschi Corsi d'acqua , ,016 Tare e incolti TOTALE , , , _RAPAMB_00

290 ATO 02 - SITUAZIONE ATTUALE SUPERFICIE REALE TIPO AREA Aree prive di interventi Vincolo ambientale da PTRC Aree rete natura 2000 Aree a parco Aree tutelate da PRG o PAT Aree di Urbanizzazione non ancora edificate TOTALE Zona edificata a tessuto continuo , ,36 Zona edificata a tessuto discontinuo Rete stradale e ferroviaria Aree Verdi Urbane Terreni agrari , ,06 Boschi Corsi d'acqua Tare e incolti TOTALE , ,42 SUPERFICIE VIRTUALE TIPO AREA Aree prive di interventi Vincolo ambientale da PTRC Aree rete natura 2000 Aree a parco Aree tutelate da PRG o PAT Aree di Urbanizzazione non ancora edificate TOTALE Zona edificata a tessuto continuo , ,82 Zona edificata a tessuto discontinuo , ,5035 Rete stradale e ferroviaria , ,382 Aree Verdi Urbane , ,3501 Terreni agrari , ,25 Boschi Corsi d'acqua , ,7519 Tare e incolti TOTALE , , _RAPAMB_00 289

291 ATO 02 - STATO DI PROGETTO SUPERFICIE REALE TIPO AREA Aree prive di interventi Vincolo ambientale da PTRC Aree rete natura 2000 Aree a parco Aree tutelate da PRG o PAT Aree di Urbanizzazione non ancora edificate TOTALE Zona edificata a tessuto continuo , ,36 Zona edificata a tessuto discontinuo Rete stradale e ferroviaria Aree Verdi Urbane Terreni agrari , ,06 Boschi Corsi d'acqua Tare e incolti TOTALE , ,42 SUPERFICIE VIRTUALE TIPO AREA Aree prive di interventi Vincolo ambientale da PTRC Aree rete natura 2000 Aree a parco Aree tutelate da PRG o PAT Aree di Urbanizzazione non ancora edificate TOTALE Zona edificata a tessuto continuo , ,7 Zona edificata a tessuto discontinuo , ,5035 Rete stradale e ferroviaria , ,382 Aree Verdi Urbane , ,5238 Terreni agrari , ,85 Boschi Corsi d'acqua , ,7519 Tare e incolti TOTALE , , _RAPAMB_00

292 ATO 03 - SITUAZIONE ATTUALE SUPERFICIE REALE TIPO AREA Aree prive di interventi Vincolo ambientale da PTRC Aree rete natura 2000 Aree a parco Aree tutelate da PRG o PAT Aree di Urbanizzazione non ancora edificate Zona edificata a tessuto continuo Zona edificata a tessuto discontinuo Rete stradale e ferroviaria Aree Verdi Urbane TOTALE Terreni agrari , ,81 Boschi Corsi d'acqua Tare e incolti TOTALE , ,81 SUPERFICIE VIRTUALE TIPO AREA Aree prive di interventi Vincolo ambientale da PTRC Aree rete natura 2000 Aree a parco Aree tutelate da PRG o PAT Aree di Urbanizzazione non ancora edificate Zona edificata a tessuto continuo Zona edificata a tessuto discontinuo TOTALE Rete stradale e ferroviaria , ,28 Aree Verdi Urbane Terreni agrari , ,6 Boschi Corsi d'acqua , ,832 Tare e incolti TOTALE , , ,7 0019_RAPAMB_00 291

293 ATO 03 - STATO DI PROGETTO SUPERFICIE REALE TIPO AREA Zona edificata a tessuto continuo Zona edificata a tessuto discontinuo Aree prive di interventi Vincolo ambientale da PTRC Aree rete natura 2000 Aree a parco Aree tutelate da PRG o PAT Aree di Urbanizzazione non ancora edificate TOTALE Rete stradale e ferroviaria Aree Verdi Urbane Terreni agrari , ,81 Boschi Corsi d'acqua Tare e incolti TOTALE , ,81 SUPERFICIE VIRTUALE TIPO AREA Zona edificata a tessuto continuo Zona edificata a tessuto discontinuo Aree prive di interventi Vincolo ambientale da PTRC Aree rete natura 2000 Aree a parco Aree tutelate da PRG o PAT Aree di Urbanizzazione non ancora edificate TOTALE , , Rete stradale e ferroviaria , ,977 Aree Verdi Urbane 13191, , ,715 Terreni agrari , , ,3 Boschi Corsi d'acqua , ,832 Tare e incolti TOTALE , , , _RAPAMB_00

294 16.3 RISULTATI Nella tabella riepilogativa di seguito proposta, si esaminano i due indici calcolati e le relative variazioni percentuali, permettendo così di osservare l evoluzione del consumo di suolo per residente originato dall applicazione del PAT ed il diverso grado di antropizzazione che è destinato a stabilirsi nell area considerata. COEFFICIENTE DI ANTROPIZZAZIONE SUPERFICIE VIRTUALE PER RESIDENTE Sup. virtuale / Sup. territoriale Variazione Residenti Stato attuale Ipotesi di progetto Variazione Stato attuale Ipotesi di progetto Variazione ha/resident ha/resid ATO % % e ente % ATO 01 Mista 40,88 20,58 22,42 8,92 5,32 4,11-22,69 ATO 02 Residenziale 35,79 16,13 17,03 5,60 4,44 3,45-22,23 ATO 03 Agricola 40,82 10,93 10,09-7,69 94,10 61,69-34,44 Totale 39,68 13,65 13,59-0,43 10,49 7,48-28,72 Tabella 28 Consumo di Suolo Dalla tabella si osserva che il coefficiente di antropizzazione relativo all intero territorio comunale si riduce leggermente con l attuazione del PAT (-0.43%) ad indicare che il progetto è riuscito a realizzare un risparmio della risorsa territoriale, in quanto la medesima quantità di risorsa sarà messa a disposizione di un utenza più ampia. È da notare comunque che gli ambito a prevalenza produttiva e residenziale (ATO 01 e 02) prevedono un incremento del coefficiente di antropizzazione, compensato dalla riduzione prevista nell ATO a prevalenza agricola a seguito delle misure di compensazione introdotte dal PAT. Si ricorda infine che il valore totale è dato dalla media pesata e pertanto tiene conto dell estensione dei singoli ambiti. La superficie virtuale per residente invece presenta una riduzione del 28,72%, migliorando così la naturalità del contesto che in questo modo presenterà maggiori risorse ambientali a disposizione dell utenza. In altre parole l intervento di progetto ha determinato una diminuzione della pressione antropica. Tale risultato è stato ottenuto correggendo gli interventi previsti con opportune azioni di compensazione di carattere ambientale. 0019_RAPAMB_00 293

295 16.4 MISURE PREVISTE PER LIMITARE IL CONSUMO DI SUOLO In questa sede, considerati gli obiettivi prioritari di limitare l uso delle risorse territoriali, di conservare le caratteristiche qualitative dell ambiente e di evitare interventi che possano influire negativamente sulla stabilità del territorio, possono essere fornite le seguenti indicazioni: Nell insediamento del carico aggiuntivo residenziale e produttivo previsto dal PAT, dovrà essere data precedenza all occupazione delle aree già previste dalla pianificazione urbanistica attualmente in vigore, ma non ancora interessate da interventi di edificazione; Sarà data priorità agli interventi di trasformazione funzionali agli obiettivi del ridisegno degli aggregati abitativi, finalizzati alla riqualificazione del tessuto urbano ed alla creazione di un nucleo identitario capace di trasmettere alla popolazione un senso di appartenenza; Dovranno essere evitate le espansioni residenziali e produttive che interferiscono con gli ambiti naturalistici di maggiore rilevanza e con il disegno della rete ecologica; Relativamente all assetto idraulico del territorio, nelle aree a criticità idraulica, le nuove zone edificabili potranno essere realizzate solamente in seguito alla risoluzione dei problemi idraulici gravanti, migliorando la condizione attuale di drenaggio mediante la predisposizione di un efficiente sistema di scolo delle aree soggette a trasformazione. 17 VALUTAZIONE DI INCIDENZA AMBIENTALE All interno del territorio comunale di San Martino di Venezze non sono presenti siti protetti appartenenti alla Rete Natura Le distanze del piano in oggetto dai principali siti protetti limitrofi, Gorghi di Trecenta (SIC/IT ), Fiume Adige tra Verona Est e Badia Polesine (SIC/IT ) e Delta del Po: tratto terminale e delta veneto (SIC/IT ), sono tali che le specie e gli habitat caratterizzanti tali siti non subiscono danni a seguito dell attuazione del PAT di San Martino. Si ritiene, dunque, non necessario procedere alla redazione di una relazione di incidenza ambientale ai sensi dell'allegato A della D.G.R.V. n. 3173/2006. Si fa seguire un estratto della cartografia rappresentante i siti della Rete Natura 2000 per l area in oggetto, con l evidenziazione della distanza tra il comune di San Martino e i siti protetti più prossimi _RAPAMB_00

296 IT DESCRIZIONE REGIONE PROVINCIA SIC Fiume Adige tra Verona Est e Badia Polesine VENETO ROVIGO, PADOVA, VERONA DISTANZA DAL TARRITORIO DI SAN MARTINO DI V.ZZE 25 Km IT ZPS - Le Vallette VENETO PADOVA 12 Km IT ZPS - Garzaia della tenuta "Civrana" VENETO VENEZIA 7,5 Km IT ZPS - Palude le Marice - Cavarzere VENETO VENEZIA 7,0 Km IT ZPS Delta del Po VENETO IT SIC - Delta del Po: tratto terminale e delta veneto VENETO ROVIGO, VENEZIA ROVIGO, VENEZIA 14Km 14Km 18 PIANO DI MONITORAGGIO Il rapporto ambientale della VAS, ai sensi dell articolo 10 della direttiva 2001/42/CE, prevede l obbligo di controllare gli effetti significativi sull ambiente dell attuazione dei piani e dei programmi. Occorre precisare infatti che gli effetti ambientali degli interventi previsti dal piano, valutati con il modello descritto nei capitoli precedenti, sono soggetti a incertezze dovute alla grande variabilità e alla difficoltà di costruire un modello in grado di interpretare sia gli effetti diretti, che le molteplici interazioni tra fattori a livelli diversi. Questo può generare deviazioni rispetto alle valutazioni qualitative elaborate. L osservazione della dinamica temporale di alcuni descrittori rappresenta quindi un necessario completamento del modello utilizzato al fine di effettuare eventuali scelte di piano correttive e garantire il perseguimento degli obiettivi preposti 0019_RAPAMB_00 295

La Pianificazione Provinciale quale strumento di supporto ai comuni

La Pianificazione Provinciale quale strumento di supporto ai comuni Provincia di Piacenza Settore Sviluppo Economico. Pianificazione e Programmazione Territoriale. Ambiente. Urbanistica La Pianificazione Provinciale quale strumento di supporto ai comuni 1 REPORT MONITORAGGIO

Dettagli

ALLEGATO 1 SCHEDE DI VALUTAZIONE AMBIENTALE

ALLEGATO 1 SCHEDE DI VALUTAZIONE AMBIENTALE VAS Rapporto Ambientale Allegato 1 Schede di valutazione ambientale ALLEGATO 1 SCHEDE DI VALUTAZIONE AMBIENTALE D.R.E.Am. Italia 2014 LE PREVISIONI NEL SISTEMA INSEDIATIVO Centro abitato San Martino 1

Dettagli

Consiglio regionale della Toscana

Consiglio regionale della Toscana Consiglio regionale della Toscana SEDUTA DEL CONSIGLIO REGIONALE DEL 24 LUGLIO 2013. Presidenza del Presidente del Consiglio regionale Alberto Monaci. Deliberazione 24 luglio 2013, n. 74: Adozione dell

Dettagli

Analisi del ciclo di vita per processi industriali

Analisi del ciclo di vita per processi industriali Analisi del ciclo di vita per processi industriali Laurea Magistrale in Scienze e Tecnologie per l Ambiente e il Territorio Corso a scelta 6 CFU Seconda Università di Napoli Dipartimento di Scienze e Tecnologie

Dettagli

Le nuove strategie nazionali e comunitarie sulla qualità dell aria

Le nuove strategie nazionali e comunitarie sulla qualità dell aria Le nuove strategie nazionali e comunitarie sulla qualità dell aria Fabio Romeo Ministero dell ambiente e della tutela del territorio e del mare - ISPRA LA NUOVA NORMATIVA SULLA QUALITÀ DELL ARIA Direttiva

Dettagli

Indicatori - Orientamento: Le tre dimensioni dello sviluppo

Indicatori - Orientamento: Le tre dimensioni dello sviluppo Indicatori - Orientamento: Le tre dimensioni dello sviluppo Ambiente territoriali per: Ridurre e ottimizzare l'uso di risorse naturali (energia, suolo, acqua, combustibili, etc.) Preservare la configurazione

Dettagli

EMISSIONI CLIMALTERANTI

EMISSIONI CLIMALTERANTI FINALITÀ INDICATORE Emissioni di Anidride Carbonica equivalente (CO 2 eq.) totali e per macrosettore Quantificare le emissioni in atmosfera dei gas climalteranti che contribuiscono all'effetto serra UNITÀ

Dettagli

VAS relazione di progetto verifica previsioni PGT

VAS relazione di progetto verifica previsioni PGT alla c.a. Al Comune di Paderno Dugnano (MI) Settore Gestione Territorio dottoressa Guglielmina Casciano architetto Alessandra Fini Via Grandi, 15 20037 Paderno Dugnano (MI) oggetto: AT6 progetto nuovo

Dettagli

CURRICOLO VERTICALE DI GEOGRAFIA SCUOLA DELL INFANZIA OBIETTIVI SPECIFICI DI APPRENDIMENTO

CURRICOLO VERTICALE DI GEOGRAFIA SCUOLA DELL INFANZIA OBIETTIVI SPECIFICI DI APPRENDIMENTO CURRICOLO VERTICALE DI GEOGRAFIA SCUOLA DELL INFANZIA Orientamento Collocare se stessi, oggetti e persone nello spazio. Seguire correttamente un percorso sulla base di indicazioni verbali. Linguaggio Utilizzare

Dettagli

VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA V.A.S.

VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA V.A.S. COMUNE DI THIENE PROVINCIA DI VICENZA PIANO DI ASSETTO DEL TERRITORIO (P.A.T.) VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA V.A.S. Redatta ai sensi dell art.17 del D.Lgs 152/2006 come modificato con d. Lgs. 42/2008

Dettagli

CURRICOLO DI GEOGRAFIA

CURRICOLO DI GEOGRAFIA CURRICOLO DI GEOGRAFIA GEOGRAFIA CLASSE PRIMA COMPETENZE OBIETTIVI DI APPRENDIMENTO STANDARD DI APPRENDIMENTO ATTESI Orientarsi nello spazio e sapersi collocare rispetto ai vari punti di riferimento 1.

Dettagli

ISTITUTO COMPRENSIVO LUCCA 2

ISTITUTO COMPRENSIVO LUCCA 2 ISTITUTO COMPRENSIVO LUCCA 2 CURRICOLO TECNOLOGIA - SCUOLA SECONDARIA DI I GRADO L. DA VINCI CURRICOLO TECNOLOGIA - CLASSI PRIME ANNO SCOLASTICO 2015-2016 COMPETENZE ABILITA CONOSCENZE TECNOLOGIA ED ANALISI

Dettagli

13. Consumi di energia elettrica

13. Consumi di energia elettrica 13. Consumi di energia elettrica Il processo di sviluppo dei cosiddetti Paesi industrializzati tende a promuovere in misura sempre maggiore comportamenti di consumo energivori; in un tale contesto, l Italia

Dettagli

TRASPORTI 2013 Trasporto stradale Autovetture per standard emissivo

TRASPORTI 2013 Trasporto stradale Autovetture per standard emissivo TRASPORTI 2013 Trasporto stradale Autovetture per standard emissivo Nome indicatore DPSIR Fonte dati Autovetture per standard emissivo P ACI Disponibilità Copertura Obiettivo dati Temporale Spaziale Monitorare

Dettagli

Le analisi chimiche dell acqua del fiume Padrongianus Scienze Integrate Chimica

Le analisi chimiche dell acqua del fiume Padrongianus Scienze Integrate Chimica Le analisi chimiche dell acqua del fiume Padrongianus Scienze Integrate Chimica Nell ambito del Progetto relativo all esame dell ecosistema costituito dal Parco Fluviale del Padrongianus sono stati coinvolti

Dettagli

SCUOLA PRIMARIA RONZO-CHIENIS

SCUOLA PRIMARIA RONZO-CHIENIS ISTITUTO COMPRENSIVO DI MORI Via Giovanni XXIII, n. 64-38065 MORI Cod. Fisc. 94024510227 - Tel. 0464-918669 Fax 0464-911029 www.icmori.it e-mail: segr.ic.mori@scuole.provincia.tn.it REPUBBLICA ITALIANA

Dettagli

Corso di Pianificazione Energetica prof. ing. Francesco Asdrubali a.a. 2013-14

Corso di Pianificazione Energetica prof. ing. Francesco Asdrubali a.a. 2013-14 Università degli Studi di Perugia Facoltà di Ingegneria Corso di Pianificazione Energetica prof. ing. Francesco Asdrubali a.a. 2013-14 Le interazioni tra i sistemi energetici e l ambiente Le interazioni

Dettagli

1 PREMESSA... 3 2 INQUADRAMENTO... 4

1 PREMESSA... 3 2 INQUADRAMENTO... 4 1 PREMESSA... 3 2 INQUADRAMENTO... 4 3 RAPPORTO AMBIENTALE PRELIMINARE... 5 4 SUDDIVISIONE DEL TERRITORIO IN AMBITI TERRITORIALI OMOGENEI (ATO)... 5 5 METODOLOGIA DI STIMA ADOTTATA... 7 5.1 GLI INDICATORI

Dettagli

PROGETTO DI AREA ARTIGIANALE IN COMUNE DI SAN GENESIO ED UNITI (PV)

PROGETTO DI AREA ARTIGIANALE IN COMUNE DI SAN GENESIO ED UNITI (PV) Variante di PRG Redatta ai sensi del DPR 447/98 S.U.A.P. Sportello Unico Attività Produttive PROGETTO DI AREA ARTIGIANALE IN COMUNE DI SAN GENESIO ED UNITI (PV) Luglio 2009 VIA SCOPOLI, 12 27100 PAVIA

Dettagli

Competenza chiave COMPETENZA DI BASE IN GEOGRAFIA CLASSE I

Competenza chiave COMPETENZA DI BASE IN GEOGRAFIA CLASSE I Competenza chiave CLASSE I Competenze specifiche Orientarsi nell'ambiente scolastico; Riconoscere le funzioni di locali e arredi e le regole di utilizzo degli spazi scolastici. Riconoscere la propria posizione

Dettagli

NUCLEI FONDANTI COMPETENZE CONTENUTI ABILITA METODOLOGIE E STRUMENTI METODO SCIENTIFICO VEDERE

NUCLEI FONDANTI COMPETENZE CONTENUTI ABILITA METODOLOGIE E STRUMENTI METODO SCIENTIFICO VEDERE NUCLEI FONDANTI COMPETENZE CONTENUTI ABILITA METODOLOGIE E STRUMENTI METODO SCIENTIFICO VEDERE OSSERVARE COMPARARE CLASSIFICARE FORMULARE E VERIFICARE IPOTESI UTILIZZANDO SEMPLICI SCHEMATIZZAZIONI Relazione

Dettagli

STIMA CONSUMI DI BIOMASSA PER RISCALDAMENTO CIVILE IN REGIONE PIEMONTE

STIMA CONSUMI DI BIOMASSA PER RISCALDAMENTO CIVILE IN REGIONE PIEMONTE STIMA CONSUMI DI BIOMASSA PER RISCALDAMENTO CIVILE IN REGIONE PIEMONTE Adriano Mussinatto(*), Gianluigi Truffo (*), Daniela Rampone (**), Tatiana De Carli (**) * Regione Piemonte ** CSI-Piemonte Dicembre

Dettagli

Roma e il cambiamento climatico: IL PROGETTO ROMAPERKYOTO

Roma e il cambiamento climatico: IL PROGETTO ROMAPERKYOTO Roma e il cambiamento climatico: IL PROGETTO ROMAPERKYOTO PREMESSA Le città rappresentano il luogo dove viene consumata circa il 70% dell energia totale mondiale e dove vive circa il 50% della popolazione

Dettagli

CURRICOLO DI GEOGRAFIA. INDICATORI OBIETTIVI di APPRENDIMENTO STANDARD PER LA VALUTAZIONE DELLE COMPETENZE DELL ALUNNO

CURRICOLO DI GEOGRAFIA. INDICATORI OBIETTIVI di APPRENDIMENTO STANDARD PER LA VALUTAZIONE DELLE COMPETENZE DELL ALUNNO CURRICOLO DI GEOGRAFIA SCUOLA PRIMARIA CLASSE PRIMA Riconoscere ed indicare la posizione di oggetti nello spazio vissuto rispetto ai punti di riferimento. Utilizzare correttamente gli organizzatori spaziali.

Dettagli

PROGRAMMAZIONE DIDATTICA DI SCIENZE

PROGRAMMAZIONE DIDATTICA DI SCIENZE PROGRAMMAZIONE DIDATTICA DI SCIENZE CLASSE PRIMA 1. OSSERVARE E INDIVIDUARE ELEMENTI SIGNIFICATIVI 1.1 Scoprire le caratteristiche e proprietà degli elementi attraverso l uso dei sensi 1.2 Identificare

Dettagli

Life CONCLUSIONI. Cycle Analisys per la valutazione economica della sostenibilità ambientale della filiera del biogas in Lombardia

Life CONCLUSIONI. Cycle Analisys per la valutazione economica della sostenibilità ambientale della filiera del biogas in Lombardia Life Cycle Analisys per la valutazione economica della sostenibilità ambientale della filiera del biogas in Lombardia COSA impatto dell intero ciclo di produzione di biogas COME quantificazione della emissioni

Dettagli

Comune di Bovolenta PIANO DI ASSETTO DEL TERRITORIO. Valutazione Ambientale Strategica PARTE IV - VERIFICA DEL PIANO

Comune di Bovolenta PIANO DI ASSETTO DEL TERRITORIO. Valutazione Ambientale Strategica PARTE IV - VERIFICA DEL PIANO Comune di Bovolenta PIANO DI ASSETTO DEL TERRITORIO Valutazione Ambientale Strategica PARTE IV - VERIFICA DEL PIANO 7 8. ANALISI DEGLI INDICATORI DI STATO/IMPATTO A SEGUITO DELLA ATTUAZIONE DEL PIANO In

Dettagli

di apprendimento 1.ORIENTAMENTO NELLO SPAZIO E PUNTI DI RIFERIMENTO

di apprendimento 1.ORIENTAMENTO NELLO SPAZIO E PUNTI DI RIFERIMENTO classe Prima Primaria 1. ORIENTAMENTO NELLO SPAZIO E PUNTI DI RIFERIMENTO 2. LINGUAGGIO DELLA GEO-GRAFICITA 1.1 Conoscere i termini degli indicatori topologici e loro significato 1.2 Riconoscere la posizione

Dettagli

Piazza Città di Lombardia n.1 20124 Milano. Tel 02 6765.1

Piazza Città di Lombardia n.1 20124 Milano. Tel 02 6765.1 Giunta Regionale DIREZIONE GENERALE AGRICOLTURA SVILUPPO DI SISTEMI FORESTALI, AGRICOLTURA DI MONTAGNA, USO E TUTELA DEL SUOLO AGRICOLO USO E TUTELA DEL SUOLO AGRICOLO Piazza Città di Lombardia n.1 20124

Dettagli

Le iniziative del Ministero dell Ambiente in materia di difesa delle coste dal 2006 e gli obiettivi di indirizzo generali

Le iniziative del Ministero dell Ambiente in materia di difesa delle coste dal 2006 e gli obiettivi di indirizzo generali Le iniziative del Ministero dell Ambiente in materia di difesa delle coste dal 2006 e gli obiettivi di indirizzo generali Leonardo Di Maggio Consulente Sogesid presso la Direzione Generale per la Salvaguardia

Dettagli

della provincia di Padova Sintesi anno 2015 A cura del Servizio Studi - Padova, marzo 2016

della provincia di Padova Sintesi anno 2015 A cura del Servizio Studi - Padova, marzo 2016 Indicatori del mercato del lavoro della provincia di Padova Sintesi anno 2015 A cura del Servizio Studi - Padova, marzo 2016 Principali indicatori del mercato del lavoro provinciale Fonti disponibili Inps

Dettagli

Club Alpino Italiano. Commissione Lombarda Materiali e Tecniche

Club Alpino Italiano. Commissione Lombarda Materiali e Tecniche Club Alpino Italiano Commissione Lombarda Materiali e Tecniche L ASSICURAZIONE IN PARETE: L IMPORTANZA DELL ALTEZZA DELLA PRIMA PROTEZIONE E DI UNA CORRETTA ASSICURAZIONE PER RIDURRE I RISCHI DI IMPATTO

Dettagli

La territorializzazione degli interventi nella nuova programmazione: le questioni aperte. Daniela Storti - INEA

La territorializzazione degli interventi nella nuova programmazione: le questioni aperte. Daniela Storti - INEA La territorializzazione degli interventi nella nuova programmazione: le questioni aperte Daniela Storti - INEA I metodi di territorializzazione Sviluppo rurale : il livello Comunitario Le aree OCSE secondo

Dettagli

RELAZIONE DI SINTESI SULLA REDAZIONE DEL PIANO REGOLATORE DELL ILLUMINAZIONE COMUNALE DI CREMA (CR)

RELAZIONE DI SINTESI SULLA REDAZIONE DEL PIANO REGOLATORE DELL ILLUMINAZIONE COMUNALE DI CREMA (CR) SULLA REDAZIONE DEL PIANO REGOLATORE DELL ILLUMINAZIONE COMUNALE DI CREMA (CR) Il Piano Regolatore dell Illuminazione Comunale (PRIC) in fase di redazione per il Comune di Crema (CR) è strutturato per

Dettagli

Comune Fabriano. Protocollo Generale, Servizio Progettazione, Servizio Edilizia Privata. Progetto di Certificazione secondo le norme ISO 9000

Comune Fabriano. Protocollo Generale, Servizio Progettazione, Servizio Edilizia Privata. Progetto di Certificazione secondo le norme ISO 9000 Comune Fabriano Protocollo Generale, Servizio Progettazione, Servizio Edilizia Privata Progetto di Certificazione secondo le norme ISO 9000 Formazione per auditor interni 25 maggio 2009 1 SOMMARIO Il significato

Dettagli

Il Progetto GreenBike

Il Progetto GreenBike AEREL CIRPS UNITÀ DI RICERCA APPLICAZIONI ENERGETICHE RINNOVABILI PER GLI EE.LL. SAPIENZA UNIVERSITÀ DI ROMA Il CIRPS - Direzione e Amministrazione Piazza San Pietro in Vincoli, 10-00184 Roma - Italy Unità

Dettagli

Istituto Comprensivo n. 15 Bologna SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO STATALE G. ZAPPA ANNO SCOLASTICO 2015/2016 PROGRAMMAZIONE TRIENNALE DI GEOGRAFIA

Istituto Comprensivo n. 15 Bologna SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO STATALE G. ZAPPA ANNO SCOLASTICO 2015/2016 PROGRAMMAZIONE TRIENNALE DI GEOGRAFIA Istituto Comprensivo n. 15 Bologna SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO STATALE G. ZAPPA ANNO SCOLASTICO 2015/2016 PROGRAMMAZIONE TRIENNALE DI GEOGRAFIA GEOGRAFIA TRAGUARDI PER LO SVILUPPO DELLE COMPETENZE

Dettagli

ALLEGATOA alla Dgr n. 842 del 29 giugno 2015 pag. 1/6 PROGRAMMA REGIONALE

ALLEGATOA alla Dgr n. 842 del 29 giugno 2015 pag. 1/6 PROGRAMMA REGIONALE giunta regionale 9^ legislatura ALLEGATOA alla Dgr n. 842 del 29 giugno 2015 pag. 1/6 PROGRAMMA REGIONALE per sostenere la realizzazione di diagnosi energetiche o l adozione di sistemi di gestione conformi

Dettagli

LA RILEVAZIONE DEI PREZZI AL CONSUMO

LA RILEVAZIONE DEI PREZZI AL CONSUMO LA RILEVAZIONE DEI PREZZI AL CONSUMO EUROSTAT ISTAT 80 Comuni capoluoghi di provincia 42.300 punti vendita, imprese, istituzioni 8.000 abitazioni 1.187 distributori di carburanti 495.500 quotazioni di

Dettagli

REPERTORIO DELLE QUALIFICAZIONI PROFESSIONALI DELLA REGIONE CAMPANIA

REPERTORIO DELLE QUALIFICAZIONI PROFESSIONALI DELLA REGIONE CAMPANIA REPERTORIO DELLE QUALIFICAZIONI PROFESSIONALI DELLA REGIONE CAMPANIA SETTORE ECONOMICO PROFESSIONALE 1 ESTRAZIONE GAS, PETROLIO, CARBONE, MINERALI E LAVORAZIONE PIETRE Processo Estrazione di gas e petrolio

Dettagli

4.9 L AMMONIACA. Figura 4.9.1 Contributi percentuali dei macrosettori alle emissioni di ammoniaca nella provincia di Milano. Galileo Ambiente s.n.c.

4.9 L AMMONIACA. Figura 4.9.1 Contributi percentuali dei macrosettori alle emissioni di ammoniaca nella provincia di Milano. Galileo Ambiente s.n.c. 4.9 L AMMONIACA L ammoniaca è uno dei principali componenti dell atmosfera, derivante in dal ciclo dell azoto atmosferico (ammonificazione dell humus ed evaporazione dal suolo) e dagli escrementi animali.

Dettagli

GEOGRAFIA TRAGUARDI PER LO SVILUPPO DELLE COMPETENZE ALLA FINE DELLA SCUOLA PRIMARIA

GEOGRAFIA TRAGUARDI PER LO SVILUPPO DELLE COMPETENZE ALLA FINE DELLA SCUOLA PRIMARIA GEOGRAFIA TRAGUARDI PER LO SVILUPPO DELLE COMPETENZE ALLA FINE DELLA SCUOLA PRIMARIA L'alunno si orienta nello spazio circostante e sulle carte geografiche, utilizzando riferimenti topologici e punti cardinali;

Dettagli

CARATTERISTICHE ACQUE COSTIERE: scheda 24_POR

CARATTERISTICHE ACQUE COSTIERE: scheda 24_POR a. IDENTIFICAZIONE DEL TRATTO DI COSTA Denominazione Codice inizio fine Lunghezza (km) 20,8 Capo dell Isolalato ovest Isola 0701101124 (1,7 Tino+3,2 Portovenere Punta Vagno * Palmaria +15,9 Palmaria costa)

Dettagli

Webinar. Una ipotesi di Piano di sviluppo culturale: la segmentazione della domanda dei visitatori

Webinar. Una ipotesi di Piano di sviluppo culturale: la segmentazione della domanda dei visitatori PON GOVERNANCE E AZIONI DI SISTEMA 2007-2013 ASSE E - PIANO FORMEZ 2013 Progetto pilota Revisione dei processi e riorganizzazione di una struttura territoriale del ministero dei beni e delle attività culturali

Dettagli

Premessa e obiettivi. dell individuo nella loro pienezza e totalità. ORGANIZZAZIONE STRATEGICA. Risorse Umane POTENZIALE

Premessa e obiettivi. dell individuo nella loro pienezza e totalità. ORGANIZZAZIONE STRATEGICA. Risorse Umane POTENZIALE Premessa e obiettivi La valutazione del potenziale rappresenta una metodologia ben precisa che genera diversi strumenti, schematizzati e di facile lettura, per la gestione del potenziale delle persone

Dettagli

Articolo 1 Finalità. Articolo 2 Interventi regionali

Articolo 1 Finalità. Articolo 2 Interventi regionali Legge Regionale 5 febbraio 2010, n. 12 Istituzione del Parco Urbano delle Cantine di interesse regionale ( B.U. REGIONE BASILICATA n.7 del 05 febbraio 2010 ) Articolo 1 Finalità 1. La Regione, al fine

Dettagli

Analisi per vettore energetico

Analisi per vettore energetico 4 Analisi per vettore energetico 69 4.1 Gas naturale 4.1.1 Analisi al 2005 Il bilancio energetico della Provincia di Torino è fortemente dipendente dal gas naturale (il 46,1% degli usi finali e più del

Dettagli

Soluzioni, servizi e prodotti a basso impatto ambientale

Soluzioni, servizi e prodotti a basso impatto ambientale Soluzioni, servizi e prodotti a basso impatto ambientale Un laboratorio di Idee dove l innovazione diventa lo strumento per raggiungere il traguardo La progettazione rappresenta un supporto efficace per

Dettagli

PROCEDURA OPERATIVA PER L ANALISI E LA GESTIONE DEL RISCHIO

PROCEDURA OPERATIVA PER L ANALISI E LA GESTIONE DEL RISCHIO 28/06/2011 Pag. 1 di 9 PROCEDURA OPERATIVA PER L ANALISI E LA GESTIONE DEL RISCHIO 1 SCOPO... 2 2 APPLICABILITÀ... 2 3 DOCUMENTI DI RIFERIMENTO... 2 3.1 Moduli... 2 4 RESPONSABILITÀ... 2 5 MODALITÀ OPERATIVE...

Dettagli

Capitolo I La definizione del problema e il quadro di riferimento teorico: il territorio sistema vitale

Capitolo I La definizione del problema e il quadro di riferimento teorico: il territorio sistema vitale Indice Introduzione 11 Gli autori 17 Parte Prima - IL PROBLEMA DI RICERCA Capitolo I La definizione del problema e il quadro di riferimento teorico: il territorio sistema vitale 1. Ricognizione del concetto

Dettagli

LA POVERTA IN ITALIA NEL 2009 (ISTAT)

LA POVERTA IN ITALIA NEL 2009 (ISTAT) POVERTA RELATIVA Misura le risorse economiche di ognuno rispetto a quelle possedute da tutti gli altri. La misura della povertà relativa fa uso della soglia della povertà solitamente definita dalla media

Dettagli

LO STUDIO VIADANA 2. Studio di genotossicità su un campione (~600) della coorte esaminata costituita da 4130 bambini (studio Viadana 1)

LO STUDIO VIADANA 2. Studio di genotossicità su un campione (~600) della coorte esaminata costituita da 4130 bambini (studio Viadana 1) LO STUDIO VIADANA 2 Studio di genotossicità su un campione (~600) della coorte esaminata costituita da 4130 bambini (studio Viadana 1) Sorveglianza epidemiologica di tutta la coorte DA DOVE SI PARTE? Da

Dettagli

Emissioni polverulente: l applicativo web di Confindustria Firenze e ANCE Firenze, in collaborazione con ARPAT

Emissioni polverulente: l applicativo web di Confindustria Firenze e ANCE Firenze, in collaborazione con ARPAT Seminario informativo Il controllo dell'inquinamento atmosferico, la nuova normativa e soluzioni verso un economia sostenibile Firenze 15.12.2010 Emissioni polverulente: l applicativo web di Confindustria

Dettagli

MOBILITA SOSTENIBILE SCUOLA 21 FOPPA IN PISTA

MOBILITA SOSTENIBILE SCUOLA 21 FOPPA IN PISTA MOBILITA SOSTENIBILE SCUOLA 21 FOPPA IN PISTA COS E è quella forma di mobilità rispettosa delle persone e dell'ambiente in cui si vive. Essa promuove forme di trasporto (persone e merci) che non danneggiano

Dettagli

Pianificazione dei parchi

Pianificazione dei parchi Pianificazione dei parchi PIANO DEL PARCO Legislazione nazionale Funzioni (L. 394/91): organizzazione generale del territorio e sua articolazione in aree o parti caratterizzate da forme differenziate di

Dettagli

Risultati attività mappatura dei processi tecnico-amministrativi

Risultati attività mappatura dei processi tecnico-amministrativi Agenzia Regionale Socio Sanitaria del Veneto Risultati attività mappatura dei processi tecnico-amministrativi Venezia, Palazzo Franchetti 13 luglio 2007 Sulla scorta di quanto previsto dalla DGR 2846/06,

Dettagli

PROVINCIA DI TREVISO

PROVINCIA DI TREVISO PROVINCIA DI TREVISO Settore Ecologia Ambiente Gestione del Territorio CARATTERIZZAZIONE DELLE EMISSIONI E DELL EFFICIENZA DEL SISTEMA DI CAPTAZIONE DI DISCARICHE (VERSIONE 1.0.1 GIUGNO 2001) Pagina 1

Dettagli

Cittadino melzese da sempre Perché ho deciso di impegnarmi nei Meetup?

Cittadino melzese da sempre Perché ho deciso di impegnarmi nei Meetup? AmministratiVe 2014 IL CANDIDATO SINDACO: STEFANO PALILLA Cittadino melzese da sempre Perché ho deciso di impegnarmi nei Meetup? Il MoVimento 5 Stelle arriva a Melzo nel 2011 Quale identità e quale futuro

Dettagli

1. Premessa. 2. Contenuti della variante.

1. Premessa. 2. Contenuti della variante. 1 1. Premessa. Il Comune di Tombolo si è dotato, unitamente ad altri quattro comuni, di un piano di assetto del territorio intercomunale (PATI) approvato nella Conferenza di Servizi tenutasi a Venezia

Dettagli

La pianificazione urbanistica in Toscana: Il Piano di indirizzo territoriale PIT

La pianificazione urbanistica in Toscana: Il Piano di indirizzo territoriale PIT Università di Pisa Facoltà di Ingegneria AA 2014/2015 CORSO DI LAUREA IN INGEGNERIA EDILE-ARCHITETTURA Luisa Santini TECNICA URBANISTICA I La pianificazione urbanistica in Toscana: Il Piano di indirizzo

Dettagli

5. Modelli gestionali: ipotesi di confronto e soluzioni ottimali

5. Modelli gestionali: ipotesi di confronto e soluzioni ottimali IN LIQUIDAZIONE Progetto Sperimentale ex art. 3 dell Ordinanza Commissariale n. 151 del 14.11.2011 ANALISI DEI SERVIZI DI IGIENE URBANA : 5. Modelli gestionali: ipotesi di confronto e soluzioni ottimali

Dettagli

CURRICOLO GEOGRAFIA, BEI SCUOLA PRIMARIA Classe 1, 2, 3

CURRICOLO GEOGRAFIA, BEI SCUOLA PRIMARIA Classe 1, 2, 3 CURRICOLO GEOGRAFIA, BEI SCUOLA PRIMARIA Classe 1, 2, 3 Nuclei tematici Linguaggio specifico Traguardi per lo sviluppo della competenza L alunno conosce alcuni termini specifici del linguaggio geografico

Dettagli

Professionista autorizzato certificazioni Tecnico competente in acustica ambientale Prot. 21561 / 3.3.5 Per. Ind. PANINI GIULIANO COLLEGIO Periti

Professionista autorizzato certificazioni Tecnico competente in acustica ambientale Prot. 21561 / 3.3.5 Per. Ind. PANINI GIULIANO COLLEGIO Periti Professionista autorizzato certificazioni Tecnico competente in acustica ambientale Prot. 21561 / 3.3.5 Per. Ind. PANINI GIULIANO COLLEGIO Periti Industriali MODENA Indice 1. PREMESSA... 2 2. DESCRIZIONE

Dettagli

I Comuni e lo sviluppo Sostenibile: L appello dell ASviS ai Candidati Sindaci

I Comuni e lo sviluppo Sostenibile: L appello dell ASviS ai Candidati Sindaci I Comuni e lo sviluppo Sostenibile: L appello dell ASviS ai Candidati Sindaci www.asvis.it @ AsvisItalia Il modello di sviluppo attuale non è sostenibile Siamo ad un bivio storico e la direzione che prenderemo

Dettagli

Piano nazionale infrastrutturale per la ricarica dei veicoli alimentati ad energia elettrica (PNire)

Piano nazionale infrastrutturale per la ricarica dei veicoli alimentati ad energia elettrica (PNire) Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti Dipartimento per le Infrastrutture, i Sistemi Informativi e Statistici Direzione Generale per lo Sviluppo del territorio, la programmazione ed i progetti

Dettagli

Programmazione 2015 Richieste di finanziamento in Edilizia Sanitaria con priorità 2015 e scenari di programmazione degli investimenti

Programmazione 2015 Richieste di finanziamento in Edilizia Sanitaria con priorità 2015 e scenari di programmazione degli investimenti Programmazione 2015 Richieste di finanziamento in Edilizia Sanitaria con priorità 2015 e scenari di programmazione degli investimenti Regione Piemonte Settore Sanità IRES Piemonte Nucleo Edilizia Sanitaria

Dettagli

SCHEDA DI PROGRAMMAZIONE PER COMPETENZE DISCIPLINARI CURRICOLO DI GEOGRAFIA CLASSE PRIMA SCUOLA PRIMARIA

SCHEDA DI PROGRAMMAZIONE PER COMPETENZE DISCIPLINARI CURRICOLO DI GEOGRAFIA CLASSE PRIMA SCUOLA PRIMARIA Competenza 1 CURRICOLO DI GEOGRAFIA CLASSE PRIMA SCUOLA PRIMARIA 1.a Orientarsi nello spazio circostante usando indicatori topologici. Gli indicatori topologici. Spostamenti nello spazio. Diversi punti

Dettagli

Contributo della gestione idrica alla mitigazione delle emissioni di CO2 Wataclic 29 giugno 2011 Ing. Tiziano Draghetti tdragh@tin.it Documenti e ricerche rilevanti preliminari Libro bianco Commissione

Dettagli

AREA PROFESSIONALE DI RIFERIMENTO 14. TECNICO AGRICOLO. Nomenclatura delle Unità Professionali (NUP/ISTAT):

AREA PROFESSIONALE DI RIFERIMENTO 14. TECNICO AGRICOLO. Nomenclatura delle Unità Professionali (NUP/ISTAT): AREA PROFESSIONALE DI RIFERIMENTO Denominazione della figura 14. TECNICO AGRICOLO Referenziazioni della figura Nomenclatura delle Unità Professionali (NUP/ISTAT): 6. Artigiani, operai specializzati e agricoltori.

Dettagli

GEOGRAFIA - CLASSE PRIMA. Rappresentare graficamente gli posizione propria, di altri o di oggetti. termini adatti (sopra/sotto,

GEOGRAFIA - CLASSE PRIMA. Rappresentare graficamente gli posizione propria, di altri o di oggetti. termini adatti (sopra/sotto, GEO - CLASSE PRIMA TRAGUARDI DI COMPETENZA DA SVILUPPARE AL TERMINE DELLA CLASSE PRIMA Utilizza correttamente gli indicatori spaziali per muoversi consapevolmente nello spazio circostante. Individua le

Dettagli

Evoluzione del clima in Veneto nell ultimo cinquantennio

Evoluzione del clima in Veneto nell ultimo cinquantennio DIPARTIMENTO PER LA SICUREZZA DEL TERRITORIO Centro Meteorologico di Teolo Evoluzione del clima in Veneto nell ultimo cinquantennio Il Veneto si colloca in una zona di transizione confinante a Nord con

Dettagli

Allegato N. 1 delibera n. 7 del 9/12/2003

Allegato N. 1 delibera n. 7 del 9/12/2003 Allegato N. 1 delibera n. 7 del 9/12/2003 PROTOCOLLO D INTESA TRA LA REGIONE LOMBARDIA E LE AUTORITA D AMBITO LOMBARDE PER LO SVOLGIMENTO DELLE ATTIVITA DI REDAZIONE DEL PIANO D AMBITO E AGGIORNAMENTO

Dettagli

STUDIO DI SETTORE SG48U ATTIVITÀ 52.72.0 RIPARAZIONE DI APPARECCHI ELETTRICI PER LA CASA

STUDIO DI SETTORE SG48U ATTIVITÀ 52.72.0 RIPARAZIONE DI APPARECCHI ELETTRICI PER LA CASA STUDIO DI SETTORE SG48U ATTIVITÀ 52.72.0 RIPARAZIONE DI APPARECCHI ELETTRICI PER LA CASA Giugno 2002 1 STUDIO DI SETTORE SG48U Numero % sugli invii Invii 4.697 Ritorni 2.745 58,4 Distribuzione dei questionari

Dettagli

METODOLOGIA PER LA VALUTAZIONE DEL PERSONALE DIPENDENTE

METODOLOGIA PER LA VALUTAZIONE DEL PERSONALE DIPENDENTE METODOLOGIA PER LA VALUTAZIONE DEL PERSONALE DIPENDENTE In sede di adeguamento del Regolamento sull ordinamento degli uffici e dei servizi al D.lgs. n. 150/2009, avvenuto con deliberazione G.C. n. 86/2010,

Dettagli

Implementazione e ottimizzazione dei processi e dell assetto organizzativo

Implementazione e ottimizzazione dei processi e dell assetto organizzativo Divisione Organizzazione Aziendale L insieme di uomini, mezzi e tecnologie, dev essere orchestrato in logiche di efficienza L ottimizzazione dei processi aziendali responsabilità, procedure di governo

Dettagli

Codice Operazione 3.2 Efficientamento energetico scuola media. Tipologia del soggetto beneficiario

Codice Operazione 3.2 Efficientamento energetico scuola media. Tipologia del soggetto beneficiario Codice Operazione 3.2 Titolo Operazione Efficientamento energetico scuola media Soggetto beneficiario/attuatore Comune di Bormio Tipologia del soggetto beneficiario Pubblico Tipologia dell operazione infrastruttura

Dettagli

Calle Priuli, Cannaregio, 99, 30121 Venezia. Dirigente Servizio Sistema idrico Integrato. Regione del Veneto Dorsoduro, 3301 Venezia

Calle Priuli, Cannaregio, 99, 30121 Venezia. Dirigente Servizio Sistema idrico Integrato. Regione del Veneto Dorsoduro, 3301 Venezia Informazioni personali Nome Cognome Luogo e data di nascita Indirizzo ufficio Telefono ufficio Fax ufficio E-mail ufficio Struttura regionale Occupazione / Settore professionale Asiago (VI) 06/10/1960

Dettagli

TITOLO I - NORME GENERALI

TITOLO I - NORME GENERALI TITOLO I - NORME GENERALI - CAPO I - GENERALITÀ Art. 1 - Natura, scopi, contenuti e riferimenti del PRG pag. 1 Art. 2 - Modalità generali di attuazione, piani attuativi pag. 1 Art. 3 - Effetti e cogenza

Dettagli

DETERMINAZIONE DIRIGENZIALE CON IMPEGNO DI SPESA. Determinazione n 5876 del 17/12/2013

DETERMINAZIONE DIRIGENZIALE CON IMPEGNO DI SPESA. Determinazione n 5876 del 17/12/2013 Servizio Pianificazione territoriale e della mobilità, Patrimonio, risorse naturali e politiche energetiche Urbanistica - Ufficio presidio e supporto attività d'area DETERMINAZIONE DIRIGENZIALE CON IMPEGNO

Dettagli

RELAZIONE ILLUSTRATIVA

RELAZIONE ILLUSTRATIVA RELAZIONE ILLUSTRATIVA Il Piano Urbanistico di Attuazione inoltrato è relativo alla piccola Area di Trasformazione Tipo AT3 n. 12/17 sita in località Case Gentili di Cesena, lungo la via Passo Corelli,

Dettagli

Documento non definitivo

Documento non definitivo STUDIO DI SETTORE YM04U ATTIVITÀ 47.73.10 FARMACIE Febbraio 2016 Documento non definitivo PREMESSA L evoluzione dello Studio di Settore WM04U Farmacie, è stata condotta analizzando i modelli per la comunicazione

Dettagli

7^ CONFERENZA ORGANIZZATIVA

7^ CONFERENZA ORGANIZZATIVA 7^ CONFERENZA ORGANIZZATIVA Associazione Nazionale Bonifiche ed Irrigazioni PIANO IRRIGUO NAZIONALE PSR 2007/2013 E PAC 2014/2020 CONSORZI DI BONIFICA Intervento del Consorzio della Bonifica Reatina 14,

Dettagli

Indice. Prefazione alla nuova edizione... L editore ringrazia... Un approccio visuale. Com è organizzato un capitolo di Geografia Umana?...

Indice. Prefazione alla nuova edizione... L editore ringrazia... Un approccio visuale. Com è organizzato un capitolo di Geografia Umana?... Indice V Indice Prefazione alla nuova edizione... L editore ringrazia... Un approccio visuale. Com è organizzato un capitolo di Geografia Umana?.... XII XV XVI CAPITOLO 1 CHE COS È LA GEOGRAFIA UMANA?...

Dettagli

"GIS e modelli idraulici per l aggiornamento del PAI in area urbana"

GIS e modelli idraulici per l aggiornamento del PAI in area urbana Open Day Perugia 9 luglio 2012 GIS e Modelli Idraulici per il Rischio Idrogeologico "GIS e modelli idraulici per l aggiornamento del PAI in area urbana" Ing. Giorgio Cesari Autorità di bacino del Fiume

Dettagli

PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO

PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO CITTA' DI PALAZZOLO SULL' OGLIO Provincia di Brescia PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO Documento Piano delle di Regole Piano Valutazione Ambientale Strategica Oggetto tavola: RAPPORTO AMBIENTALE con monitoraggio

Dettagli

IL CONSIGLIO COMUNALE

IL CONSIGLIO COMUNALE N 7 OGGETTO: ADOZIONE, AI SENSI DELL ARTICOLO 13 DELLA LEGGE REGIONALE 11 MARZO 2005 N. 12 E S.M.I., DELLA VARIANTE DI AGGIORNAMENTO DELLA CARTA DI FATTIBILITÀ DELLA COMPONENTE GEOLOGICA DI PIANO (PGT),

Dettagli

Infrastruttura telematica: visione d insieme Mauro Nanni

Infrastruttura telematica: visione d insieme Mauro Nanni Infrastruttura telematica: visione d insieme Mauro Nanni Si sono fin qui presi in considerazione i singoli elementi che costituiscono l infrastruttura telematica delle scuole. Per utilizzare in modo semplice

Dettagli

Patrimonio culturale: identità del Paese e inestimabile opportunità di crescita Giorgio Alleva Presidente ISTAT

Patrimonio culturale: identità del Paese e inestimabile opportunità di crescita Giorgio Alleva Presidente ISTAT Patrimonio culturale: identità del Paese e inestimabile opportunità di crescita Giorgio Alleva Presidente ISTAT Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo Roma, 14 luglio 2015 È LA DIVERSITÀ

Dettagli

PROGETTO SFIDA. Il sistema di supporto alle decisioni PROCESSO DECISIONALE. Librobiancosullagovernance europea (COM 2001/428)

PROGETTO SFIDA. Il sistema di supporto alle decisioni PROCESSO DECISIONALE. Librobiancosullagovernance europea (COM 2001/428) AMBIENTE PARTECIPAZIONE PROGETTO SFIDA integrazione con obiettivi economici e sociali soggettività incertezza conflitto informazione/comunicazione rappresentatività finalizzazione rischio di autoreferenzialità

Dettagli

Esercitazioni di statistica

Esercitazioni di statistica Esercitazioni di statistica Misure di associazione: Indipendenza assoluta e in media Stefania Spina Universitá di Napoli Federico II stefania.spina@unina.it 22 ottobre 2014 Stefania Spina Esercitazioni

Dettagli

Verso il Piano d azione per il Parco Agro paesaggistico metropolitano Gruppo Tematico di Agenda 21

Verso il Piano d azione per il Parco Agro paesaggistico metropolitano Gruppo Tematico di Agenda 21 Verso il Piano d azione per il Parco Agro paesaggistico metropolitano Gruppo Tematico di Agenda 21 MATRICI Sottogruppo Pratiche Agricole Finalità Obiettivi Azioni Attori Tempi Risorse Agricoltura Biologica

Dettagli

Università degli Studi di Torino Scuola di Agraria e Medicina Veterinaria. Laurea Magistrale in Scienze Forestali e Ambientali

Università degli Studi di Torino Scuola di Agraria e Medicina Veterinaria. Laurea Magistrale in Scienze Forestali e Ambientali Laurea Magistrale in Scienze Forestali e Ambientali T Obiettivi formativi Fornire strumenti CULTURALI, TECNICI e ORGANIZZATIVI per operare in autonomia con COMPITI PROGETTUALI, DECISIONALI e DIRETTIVI

Dettagli

d06 01 V.A.S. Rapporto Ambientale COMUNE DI CREAZZO Provincia di Vicenza Scala Elaborato

d06 01 V.A.S. Rapporto Ambientale COMUNE DI CREAZZO Provincia di Vicenza Scala Elaborato COMUNE DI CREAZZO Provincia di Vicenza V.A.S. Elaborato d06 01 Scala Rapporto Ambientale Adeguamento alle integrazioni dell' U.P. Coordinamento Commissioni (VAS - VINCA - NUVV) con nota prot. n. 470889

Dettagli

Inventario nazionale delle emissioni e disaggregazione provinciale. Antonella Bernetti, Ernesto Taurino ISPRA

Inventario nazionale delle emissioni e disaggregazione provinciale. Antonella Bernetti, Ernesto Taurino ISPRA Inventario nazionale delle emissioni e disaggregazione provinciale Antonella Bernetti, Ernesto Taurino ISPRA CONTENUTI STIME DELLE EMISSIONI NAZIONALI DA TRASPORTO STRADALE DISAGGREGAZIONE A LIVELLO PROVINCIALE:

Dettagli

LA PARTECIPAZIONE DEGLI ALUNNI CON BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI E/O DISABILITÀ ALL ISTRUZIONE E FORMAZIONE PROFESSIONALE SINTESI DELLA POLITICA

LA PARTECIPAZIONE DEGLI ALUNNI CON BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI E/O DISABILITÀ ALL ISTRUZIONE E FORMAZIONE PROFESSIONALE SINTESI DELLA POLITICA LA PARTECIPAZIONE DEGLI ALUNNI CON BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI E/O DISABILITÀ ALL ISTRUZIONE E FORMAZIONE PROFESSIONALE SINTESI DELLA POLITICA Contesto della politica Dati internazionali mostrano che le

Dettagli

UNITÀ DI APPRENDIMENTO. Comprendente:

UNITÀ DI APPRENDIMENTO. Comprendente: Il territorio, la sua gestione e la sua valorizzazione agricola e forestale UNITÀ DI APPRENDIMENTO Comprendente: UDA CONSEGNA AGLI STUDENTI \ PIANO DI LAVORO Scheda per la certificazione delle competenze

Dettagli

INSIEME PER CAPIRE, INSIEME PER DECIDERE.

INSIEME PER CAPIRE, INSIEME PER DECIDERE. Comune di Santa Croce sull Arno Comune di Montopoli Comune di Santa Maria a Monte con la collaborazione di: Waste Reclycling con il sostegno dell Autorità per la Partecipazione della Regione Toscana INSIEME

Dettagli

PG-SGSL 03 Definizione degli obiettivi e dei programmi

PG-SGSL 03 Definizione degli obiettivi e dei programmi Redatta da Data Firma RSPP Verificata da Emissione autorizzata da DL / DG Aggiornamenti e Revisioni Revisione n Oggetto Data 1.0 Prima Stesura 15 aprile 2015 L'originale firmato del documento e la copia

Dettagli

PROTOCOLLO ITACA PUGLIA 2011 - RESIDENZIALE Istruzioni d'uso del software Versione 1.0

PROTOCOLLO ITACA PUGLIA 2011 - RESIDENZIALE Istruzioni d'uso del software Versione 1.0 PROTOCOLLO ITACA PUGLIA 2011 - RESIDENZIALE Istruzioni d'uso del software Versione 1.0 1/10 Indice 1 Premessa...3 2 Fogli di calcolo del framework...5 2.1 Foglio "Progetto"...5 2.2 Fogli "ATTESTATO" e

Dettagli

Organizzazione Aziendale

Organizzazione Aziendale Organizzazione Aziendale Organizzazione Funzioni Organigrammi aziendali e modelli di organizzazione produttiva Presentazione multimediale di Economia Aziendale per le classi prime ITC indirizzo AFM - Turismo

Dettagli